venerdì 7 novembre 2014

Un tempo cittadini, poi consumatori, oggi neppure questo



Fino agli anni '80 siamo stati "cittadini", abitanti politici della polis. Poi a poco a poco siamo diventati consumatori, felici frequentatori di supermercati, megastore, ipermercati, centri commerciali, outlet, villaggi vacanze, crocere, centri benessere ecc.

Da qulche anno stiamo lascinado lo status di felici consumatori e non perché pentiti, ma trascinati nel gorgo di una crisi che cancella la classe media, cioè quella che un tempo poteva permettersi di consumare.

Intanto media, governi ed enti governativi ci e si illudono che tutto ritornerà come prima. I numeri indicano la distruzione della domanda interna nei paesi occidentali, l'acuirsi della crisi, ma continuano ad uscire stime irrealistiche di crescite rimandate di anno in anno.

L'avvocato Agnelli era ancora vivo quando già si parlava di "luce in fondo al tunnel". Nel frattempo questo tunnel degli orrori si è allungato sempre più. Ne sono passati tanti a Palazzo Chigi, e tutti hanno ottenuto gli stessi desolanti risultati. Anche l'ultimo premier non ci porterà fuori dal tunnel della crisi.

Ma la questione non è solo nazionale, travalica i confini: è sufficiente vedere come sono finite le elezioni di medio termine in America. Anche fuori dai confini si continuano a fare previsioni di imminenti miracolistiche crescite:

"L’Ocse, nel suo Interim Assessment preparatorio del vertice del G-20 del 15 e 16 novembre a Brisbane, Australia, ha lanciato l’allarme-stagnazione per l’Eurozona, a causa dell’indebolimento congiunturale di Germania, Francia e Italia. A livello aggregato, tuttavia, questo non modifica la previsione di crescita 2015 per l’Eurozona, che resta a +1,1%, ma rivede in lieve ribasso la crescita attesa per Germania e Francia. 

Il nostro paese, si diceva. Per il 2015 l’Ocse rivede al “rialzo” la crescita, da +0,1 a +0,2%. Sforzatevi di non ridere, per cortesia. Anche se qualche solerte renziano prima di sera constaterà che “la crescita italiana raddoppierà”, questa previsione resta fortemente divergente da quelle elaborate da governo italiano e Commissione europea, e non di poco. Se è utile evitare di impiccarsi a modelli che vengono regolarmente sconfessati dalla realtà, può tuttavia essere ancora più utile immaginare cosa potrebbe accadere ad un bilancio pubblico (quello italiano) costruito intorno a stime che si rivelassero ottimistiche."
(phastidio.net)

Non si comprende se enti come l'Ocse credano veramente alle loro previsioni, o piuttosto esista un disegno per infondere speranza ben sapendo che è infondata. Ad ogni modo ogni tanto scappa la verità anche a chi sta nella stanza dei bottoni  e ci conferma che è finita l'era del consumo.

"Esselunga chiuderà il 2014 «meno bene degli anni precedenti, almeno del 30 per cento inferiore». Certamente una boutade del patron Bernardo Caprotti, pronunciata a margine dell'apertura di un nuovo supermercato a Firenze. E il 2015? «Chiediamolo a Draghi...», ha risposto Caprotti che ha ricordato: «C'è una deflazione del 2%, si vende il 40% in promozione, e la gente compra uova, farina, acciughe e non la roba cara. Quindi fare gli euro alla cassa non è facile: riusciamo a fare gli euro dell'anno scorso facendo dei volumi tremendi. La nostra chiusura d'anno non sarà brillante».
...
Lo scenario dipinto dalla società specializzata Iri è decisamente depresso. Calcola che a settembre le vendite nel largo consumo confezionato hanno perso, su base annua, un altro 0,8% (sia a volume che a valore) nonostante la pressione promozionale abbia guadagnato circa 2 punti al 28,4%. «Peraltro – sottolinea Iri – l'andamento deflattivo dei prezzi non riesce a compensare la caduta dei volumi e, quindi, a sostenere il trend a valore dei reparti». Sempre secondo gli analisti di Iri, la “droga” delle promozioni non è più in grado di stimolare gli acquisti. Cioè l'iperpromozione svilisce il valore della marca senza garantire un rilancio.

Nei fatti, le promozioni hanno consentito di arginare il crollo dei volumi, frenare l'assalto della marca del distributore (ora in difficoltà) e mettere in fuori gioco i discount (a parità di rete non crescono più). La battuta di Caprotti tradisce però lo stato d'animo di un operatore della grande distribuzione che non riesce a venire a capo di una situazione impensabile fino a qualche anno fa, tra i mutamenti della spesa degli italiani e le difficoltà delle famiglie oppresse da disoccupazione ed erosione del reddito. Molte famiglie sostituiscono i prodotti più cari con altri più economici (per esempio, lasciano il manzo per il pollo), optano per il marchio del distributore, in nome delle promozioni saltano da una marca all'altra, cambiano insegna attratti dalla convenienza e frequentano di più i discount. Inoltre rinunciano a comprare torte, brioche e pizze già pronte e preferiscono prepararsele tra le mura domestiche. Insomma una vera rivoluzione in soli 5 anni."
(www.ilsole24ore.com)

Gli italiani nel passato, tra il dopoguera e gli anni '80, hanno dedicato molto impegno nella politica pensando che potesse risolvere i loro antichi problemi. Nei fatti la politica non ha dato questi grandi risultati attesi. Sarà per questo che nei decenni successivi gli italiani se ne sono disamorati, preferndo baloccarsi con il consumismo. Non siamo più stati cittadini completi e partecipanti, così a poco a poco la democrazia si è degradata, ma almeno c'era l'edonistica consolazione di sentirsi agiati.

Oggi non c'è più nemmeno questa consolazione. Non siamo più nulla. Il nostro voto e la nostra voce politica hanno perso importanza da tempo. Le nostre risorse economiche sono state dragate dalla finanza rapace. E' come se non esistessimo più. Ed infatti i governi e le multinazionali provano fastidio per la nostra stessa esistenza. Il lavoro non è più un valore, non viene più pagato il giusto. I servizi alla persona, il welfare, sono considerati uno spreco, un fastidioso intralcio.

Se potessero decimarci in massa senza tanti problemi etici e logistici lo farebbero volentieri. Ma non si può...

O forse si? Effettivamente esistono vecchi sistemi per decimare le popolazioni in poco tempo. Sistemi ben collaudati nei secoli. Che le guerre e rivolte in medio oriente ed Ucraina siano solo le prove generali?

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