mercoledì 12 novembre 2014
La Libia regalata all'Isis
Ringraziamo Sarkozy, ma anche Cameron ed Obama per la lodevole opera di distruzione del regime libico. E' stato un affare abbattere Gheddafy, nel vero senso del termine, infatti ora sta germinando una futuro stato islamico alleato dell'Is, o Isis.
Visti gli ultimi intelligentissimi eventi ai confini dell'Europa, non posso far altro che rivalutare le mosse internazionali di Berlusconi e considerarlo veramente l'ultimo statista italiano. Se guardo all'Ucraina e ai tira e molla attuali sul gasdotto south stream non posso che considerare eccelsi gli accordi che fece Berlusconi con Putin ai bei tempi (ormai così possono essere ricordati quelli dei suoi governi in cui l'Italia non era ancora in recessione). E non posso che considerare lungimirante l'amicizia Italia-Russia voluta dall'ex Cavaliere, rispetto all'assurdità delle sanzioni alla Russia a cui aderiamo, promosse oltretutto in piena recessione.
Se guardo alla situazione libica, non posso che provare una grande nostalgia per la visita di Gheddafy a Roma foriera di grandi affari per i due paesi, ma soprattutto per l'Italia. E pensare che Berlusconi venne preso in giro dalla stampa italiana ed internazionale per questa frequentazione politicamente scorretta. Molto meglio il disastro fatto dall'interventismo francese seguito da quello inglese e americano... Finalmente abbiamo liberato la Libia da Gaddefy ed abbiamo l'Is alle porte.
"Il terrorismo jihadista dell'Isis continua a mietere vittime e ad allargare il suo consenso nel mondo islamico. Dalla Libia arriva la notizia della decapitazione di due giovani attivisti dei diritti umani di 19 e 21 anni: è la conferma delle paure degli osservatori Onu che da ottobre avvisavano delle strette relazioni intessute tra i jihadisti locali e rappresentanti dello stato islamico. Il massacro è avvenuto nella città di Derna, nell'est della Libia, dove da poco alcuni gruppi di jihadisti hanno giurato fedeltà all'Isis e imposto la legge coranica della sharia. Le due vittime sono Mohammed Battu e Siraj Qath, rapiti il 6 novembre scorso, dopo che la città è finita sotto il controllo del Consiglio della gioventù islamica che ha istituito un tribunale islamico. Ne danno notizia i media locali. I due ragazzi, da quello che si capisce, sarebbero stati fatti prigionieri e condannati a morte per decapitazione perché sostenitori dell'ex generale Khalifa Haftar che combatte i gruppi estremisti a fianco dell'esercito regolare.
Gli islamisti egiziani si schierano con l'Isis. Soltanto ieri era arrivata la notizia dell'alleanza di alcune frange jihadiste egiziane con il califfato autoproclamato dello stato islamio. Un messaggio registrato sull'account Twitter del gruppo 'Ansar Beit al Maqdis', islamisti egiziani, legati ad al Qaeda, dichiarava: "Annunciamo di giurare fedeltà al 'califfo' Ibrahim Ibn Awad... di ascoltarlo e obbedirgli"."
(www.repubblica.it)
Non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe accadere se si saldasse un fronte islamico che va dalla Libia alla Siria, dall'Iraq alla Nigeria (Boko Haram). Certo la Nigeria è lontana, ma l'ipotesi non è così fantascientifica come sembra. Cosa troviamo fra Libia, Siria e Nigeria?
Troviamo nazioni poco solide sia politicamente che economicamente, molto spesso gia terra di conquista del fanatismo religioso. Per esempio Niger, Ciad, Sudan. Nazioni subsahariane già investite in vari modi da guerre civili, anche di recente. E poi l'Egitto da sempre molto instabile, che dopo elezioni, primavere arabe, finte elezioni, arresti di capi di stato, presa del potere dell'esercito ecc. ci potrebbe riservare qualche cattiva sorpresa. Oltre l'Egitto troviamo la crisi palestinese, che in un niente potrebbe saldarsi alle istanze del fanatismo islamico dell'Is.
In mezzo sempre più sola Israele in compagnia della Giordania che tenta di rimanere fuori da qualsiasi tensione. Ma intanto ospita da sempre rifugiati palestinesi, siriani, campi di addestramento ai confini con l'iraq... una nazione in pace ma una debole nazione cuscinetto. Verrebbe travolta facilmente se invasa da est e da ovest. Ed Israele circondata da uno stato islamico non sopravviverebbe nemmeno sganciando le sue bombe atomiche.
E poi troviamo il tormentato Iraq e la congelata (politicamente) Arabia Saudita la cui monarchia autoritaria rischia prima o poi di affrontare una dura rivolta. Come quella che sta insanguinando l'Oman a sud. E dalla parte opposta del Golfo di Aden non si possono dimenticare i disastri civili e politici di Eritrea e Somalia.
C'è da sperare che il Califfato sia effettivamente un fenomeno militare e religioso con scarsa capacità di organizzarsi. Perché se dovesse attecchire in tutte quelle aree del mondo devastate da miopi politiche occidentali, ci ritroveremo in un serio pericolo. A questo punto le profezie dei Saraceni che invadono e bruciano Roma avrebbero un senso perfettamente logico.
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