lunedì 24 novembre 2014
Renzi vince per inerzia
Perde e vince massicciamente nello stesso tempo. Perde 700.000 voti in Emilia-Romagna, però stravince confermando ed incrementando il 40% delle europee. Detto così parrebbe un'avanzata incredibile e alquanto strana. In realtà in Emilia il Pd perde e continua a perdere da tempo un sacco di consensi. In pratica vince con lo zoccolo duro. Con cuochi, camerieri, parenti ed affini delle feste dell'Unità. Con l'apparato di partito e le sue consorterie. In pratica al netto dell'astensione record dei voti, il Pd ha vinto con il 18%.
Renzi vince per inerzia, per mancanza di una forza di opposizione e di contrasto. Forza Italia continuando a stringere patti segreti si sta estinguendo: il suo elettorato forse preferisce persino votare il successore di Berlusconi, cioè Renzi, invece del suo capo storico. Del resto le leve del potere sono in mano al premier, Berlusconi vive e sopravvive di luce riflessa. Infatti avanza, o forse mantiene i voti, la Lega Nord che fa in effetti vera opposizione. Mentre l'altra opposizione, il M5s, si sta spegnendo a poco a poco. Meno si fa vedere in giro Grillo, più perde consensi. Anche qui ha vinto il maratoneta Renzi, è riuscito a screditare una forza di onesti relegandoli ai margini della vita politica e rendendoli ininfluenti. Agli italiani ormai sembra una forza politica inutile. Pertanto piuttosto se ne stanno a casa.
"Tornando all’astensione, credo che siamo di fronte ad un fenomeno strutturale e voluto dalla casta, la sfiducia completa nella politica è un virus che permette ad un gruppo molto piccolo, autoreferenziale e con un ampio bacino di voto di scambio di mantenere il potere in maniera relativamente semplice, ed è in questo senso che si misura la gigantesca sconfitta del MoVimento 5 Stelle. Al di la dei numeri, un partito anti-sistema, anti-casta e nato per combattere la corruzione se non riesce a vincere elezioni che si sono svolte fra macerie fumanti a livello sociale ed economico ha completamente fallito, un disastro assoluto.
... vero sconfitto delle elezioni regionali: il M5S."
(www.rischiocalcolato.it)
Certo l'astensionismo record in Emilia, oltre a far meditare sul disagio e sulla sfiducia nella politica degli italiani, ha alterato la percezione effettiva della competizione elettorale.
"... dentro questo disastro se ne aggiunge un altro che chiama in causa in maniera anche più diretta il modello renziano perché per la prima volta dal dopoguerra il centrosinistra scende al di sotto del 50% nella regione. Noto che questo dato (a cui si potrebbe aggiungere quello delle europee che il premier usa impropriamente per legittimarsi) viene allegramente trascurato perché trasforma l’evidente rifiuto di un’offerta politica, in una più generica disaffezione alle urne. Se è vero che le percentuali al 6o – 70 % per il centrosinistra sono roba di dieci anni fa è anche vero che il 52 e passa del 2010 – ottenuto con una partecipazione al voto enormemente più alta - è davvero un altro mondo.
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il boom della Lega Nord, è un ballon d’essai: il quasi 14% di quattro anni fa si è tramutato con l’astensionismo epocale nel quasi 20% di oggi, che al massimo potrebbe indicare una tenuta leghista contro previsioni di reflusso: l’effetto secondo partito è dovuto esclusivamente al crollo di Forza Italia, scesa all’8% a dimostrazione che nell’Italia renziana l’ensemble berlusconiano è ormai del tutto superfluo
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Rimangono le dolenti note della sinistra più radicale (ma si fa presto con Renzi ad esserlo) che a stento arriva al 4 per cento, se non si tiene conto di Sel legato a doppio filo con il candidato Pd, Bonaccini."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)
Ad ogni modo Renzi ha ragione di festeggiare, perché il dato percentuale è incontestabile.
"C’è però un dato che pare sfuggire a molti analisti: a Renzi non frega nulla del numero degli elettori. Gli interessa la percentuale, perché è con quella che si vince e si governa. Ogni giorno incontro elettori che mi chiedono di ricordare in tivù che “Renzi non ha preso il 40% degli italiani, ma il 40% dei pochissimi che sono andati al voto alle Europee, quindi una miseria”. Nulla da eccepire, Renzi alle Europee ha preso meno di Veltroni nel 2008 come numero di voti, ma questo per lui è irrilevante. Ha vinto in Emilia e Calabria, è il primo partito in Italia e soprattutto non ha avversari."
(www.ilfattoquotidiano.it)
Ad ogni modo le vittorie ottenute in tanta astensione, a lungo andare possono diventare pericolose. Non vorrei che alcuni elettori abbiano rinunciato a votare in "gabina" con il lapis e stiano meditando la prossima volta di votare in piazza con la molotov.
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