venerdì 24 gennaio 2014

Cimit€uro


L'Italia in questi anni non ha fatto le riforme. Berlusconi non ha fatto le riforme. Dovevamo fare le riforme approfittando dei bassi tassi d'interesse. Abbiamo sciupato tempo prezioso perdendolo in cose inutili invece di fare le riforme.

Frasi sentite mille volte. Ma mai che nessuno elenchi queste riforme. Quali riforme? Ma poi saranno riforme o contro-riforme?

Finalmente su RischioCalcolato.it si elencano queste benedette riforme mancate dall'Italia e tanto volute dall'Europa (e dalla Germania).

"Si sente tanto parlare del fatto che non abbiamo fatto le riforme strutturali, da Agorà di Rai 3 a Omnibus di La7, da Report sempre di La7 agli approfondimenti vari delle reti Mediaset. Dovunque si sente dire che nel ventennio Berlusconiano si è affrontato solamente il tema del ruolo della donna nelle serate di Arcore (non nella società) tralasciando le riforme che avrebbero lanciato il paese nel nuovo millennio. E vediamo queste miracolose riforme strutturali?

Queste:

- market competition and regulation;

- tax reform

- unemployement benefit reform

- Other labour market reform

- Human capital investment

- R&D investment

Ecco, siccome fa tanto “figo”, le abbiamo lasciate in inglese ma ora cerchiamo di esaminarle un pò!

COMPETITIVITA’ E REGOLAMENTAZIONE DEI MERCATI

Distinguiamo tra le riforme del settore dei servizi e riforme della produzione. Secondo l’europa il mark-up dei servizi è più grande che nel settore manifatturiero.

Questo risultato si spiega con il fatto che il settore manifatturiero è soggetto alla forte concorrenza internazionale che ne limita la capacità di ottenere elevate rendite economiche. Le stime del mark -up indicano che vi è spazio per ridurre i margini di profitto nel settore dei servizi.

Quindi Shock negativi nel mark -up dei servizi e poi….

Ridurre le barriere all’entrata per le start-up nel manifatturiero.

Abbassando i requisiti di profitto per coprire i costi iniziali, riducendo le barriere all’ingresso, aumenta l’ingresso di nuove imprese nel settore manifatturiero e la ricerca di nuove idee di business.

Una riduzione delle barriere all’entrata abbassa i costi fissi per le imprese e si traduce in una più ampia varietà di beni prodotti nel paese in questione (innovazione di prodotto)."

Commento: nei servizi la riduzione dei profitti avviene da anni. Con l'abolizione delle tariffe minime professionali, si è fotografato un andamento già in corso da anni. Ed in effetti il mondo professionale è in forte affanno, in quanto il lavoro diviene sempre più complesso e sempre meno remunerato. Un Ingegnere trent'anni fa lavorava un decimo di quanto si fa attualmente, e guadagnava molto di più.

La riduzione dei costi nel mondo imprenditoriale sarebbe in ogni caso necessario, per migliorare la redditività del lavoro. Non solo i costi iniziali per far partire un'impresa. Ma qui il carico maggiore ce lo metto lo Stato con una legislazione bizantina ed eccessiva che richiede adempimenti vari, confusi e sempre costosi. 

Qui si può dire che l'Italia non ha adempiuto sufficientemente a questo requisito. Le norme sulle start-up e la liberalizzazione tariffaria sono una goccia nel mare. Le facilitazioni per iniziare un'attività, ma anche a mantenerla dovrebbero riguardare qualsiasi impresa. Sotto questo aspetto era molto più funzionale la riformina Prodi che prevedeva il regime forfettario per chi cominciava un'attività, o per chi decideva di rimanere entro certi parametri. Riformina semi cancellata da Monti per fare cassa sui cadaveri delle imprese.

Fra le varie riforme che ci chiedeva l'Europa forse questa era l'unica che sarebbe stata sufficiente a rilanciare la crescita. Ma dato che liberalizzare e sburocratizzare è un costo per lo Stato (significa anche cancellare un mare di gabelle e gabelline che tengono in piedi il bilancio) non è stato fatto nulla o quasi.

"RIFORMA DELLE TASSE

Spostare l’onere fiscale dal reddito di lavoro al consumo. Migliora la competitività e mima gli effetti di una svalutazione della moneta sulle ragioni di scambio (svalutazione fiscale) ."

(www.rischiocalcolato.it)

Qui fallimento completo dei governi italiani. Il taglio del cuneo fiscale di Letta è semplicemente ridicolo. Ma rimango comunque dubbioso sull'effettivo funzionamento di tale riforma. Se aumentano gli stipendi, ma in contemporanea anche bollette ed iva sui beni e servizi, che vantaggi ci sono effettivamente per l'economia? Probabilmente le persone guadagnando di più preferiranno risparmiare piuttosto che spendere in beni eccessivamente costosi (e già iper tassati). Non credo che tale provvedimento possa portare una crescita effettiva.

"RIFORMA DEI BENEFIT DA DISOCCUPAZIONE

Una riduzione nel tasso di benefit da replacement genera la caduta dei salari. La riduzione del beneficio agisce quindi come uno shock negativo per i salari. Il saldo pubblico migliora in conseguenza diretta della riduzione delle prestazioni e inoltre, a causa di effetti indiretti sull’economia che migliora, genererà più PIL, più consumi e quindi più occupazione."

(www.rischiocalcolato.it)

Una strana mitologia che perdura da decenni: pago meno i miei lavoratori, i prodotti costano meno e vendo di più. Sicuramente non ai lavoratori subordinati sottopagati, ma probabilmente a quelli ricchi e spendaccioni di altre nazioni. E' la filosofia mercantilista delle ultime riforme in Germani, che infatti è costretta ad esportare più di quanto importa perché il mercato interno non riuscirebbe ad assorbire la produzione.

Comunque, vista la disoccupazione galoppante, direi che questa strategia in Italia è stata ben applicata. Ma direi anche che non funziona, anzi genera sempre nuova recessione, altro che benefit...

"OTHER LABOUR MARKET REFORMS

L’aumento dei tassi di partecipazione per le donne, i lavoratori di sesso maschile scarsamente qualificati e 60-64 anni aumentano la forza lavoro ed è importante fare riforme in tal senso perché generano miglioramenti in termini di PIL. Bla bla bla bla…!

INVESTIMENTO IN CAPITALE UMANO

Investimenti in capitale umano sono intesi come modifiche nella qualità dell’istruzione e dei loro effetti sulla qualità della forza lavoro. L’aumento del livello medio di abilità nell’economia (riducendo la percentuale di persone poco qualificate) è il cambiamento graduale necessario da conseguire. Il costo della riforma è un aumento nella spesa per l’istruzione.

Per quanto riguarda l’impatto di tale misura, i risultati del modello parlano di un aumento della quota di addetti “mediumskilled” che avrebbe effetti salariali positivi sui lavoratori scarsamente qualificati.

Servono quindi politiche mirate specificamente ad aumentare la quota di lavoratori altamente qualificati (impegnato in attività di R&S).

Nel corso del tempo, serve un aumento dell’occupazione nel settore della R&S e ciò avverrà mano a mano che avremo la diminuzione del salario dei lavoratori altamente qualificati. Questo riduce il prezzo di brevetti e stimola l’ingresso di nuove imprese ad alta intensità di R&S. Nel medio e lungo termine cresce la qualità del capitale umano."

(www.rischiocalcolato.it)

Ormai anche per fare lo spazzino è richiesta la laurea. Eppure quello dell'istruzione non è un costo da poco, che le famiglie italiane stentano sempre più a sostenere. Sicuramente qui l'Italia ha fallito completamente. L'istruzione universitaria sta diventando sempre più elitaria, bloccata dalle iscrizioni a numero chiuso, impossibilitata ad alcuni a causa del progressivo impoverimento della ex classe media, penalizzata dallo Stato che continua a tagliare. Malgrado in tv di recente Letta abbia affermato di aver investito nell'istruzione, la realtà è che gli atenei sono spesso in bolletta e non ce la fanno a garantire idonee strutture ed insegnamenti. E gli studenti non riescono a sostenere il costo degli studi, oltre ad essere sovente demotivati dalla mancanza di sbocchi lavorativi.

"INVESTMENTI IN R&S

Le imprese si impegnano (R&S) in investimenti immateriali e la Politica può e deve influenzare gli investimenti in R & S. Ad esempio, crediti d’imposta per le attività di R&S potrebbero consentire l’aumento dei brevetti in circolazione. Sul versante del lavoro, questo è accompagnato da una riallocazione dei lavoratori altamente qualificati dalla produzione alle attività di ricerca e aumenta così la domanda di lavoratori altamente qualificati. La dimensione degli effetti dipenderà quindi dall’elasticità dell’offerta di lavoro altamente qualificata.

A causa della riallocazione dei lavoratori altamente qualificati, gli effetti sul PIL sono piccoli nel breve termine e gli effetti positivi si materializzeranno solo nel lungo periodo, una volta che le attività di R & S sono state trasformate con successo in prodotti commerciabili.

Per i paesi con limitate manodopera altamente qualificata e di portata limitata per la sostituzione altamente qualificata per i lavoratori mediamente qualificati in produzione, l’effetto di spiazzamento di sovvenzioni per la R & S sarà maggiore."

(www.rischiocalcolato.it)

Tante belle parole, ma nulla di fatto. Anche questa riforma, in qualsiasi sistema economico, sarebbe fondamentale per crescere, ma investire in ricerca e sviluppo costa. Le nostre imprese sono spesso troppo piccole, sono quasi sempre stritolate dalla crisi e lo Stato che forse potrebbe ancora fare qualcosa, non ha alcuna sensibilità in questo campo. Preferisce investire in opere inutili dove riversare grandi quantità di acciaio e cemento, legati assieme da una congrua percentuale di tangenti. L'Italia non ha praticato questa riforma sotto qualsiasi bandiera politica. Sia sinistra che destra non comprendono i vantaggi degli investimenti in ricerca, comprendono meglio gli investimenti contingenti in clientelismo vario.

"EFFETTI MACROECONOMICI

Secondo i nostri indicatori , in Italia c’è un notevole margine per ridurre i costi di ingresso per le nuove imprese, spostando il carico fiscale dal lavoro verso le imposte meno distorsive e aumentando il tasso di partecipazione della popolazione inattiva.

In tutti i paesi , le riforme strutturali portano a una maggiore crescita e questo aumenta il gettito fiscale e porta ad un miglioramento delle finanze pubbliche . L’impatto varia notevolmente da un paese all’altro. In Germania e in Italia , vi è un iniziale deterioramento dei saldi di governo come i costi delle riforme superano i benefici di maggiori entrate fiscali a breve termine.

Ad esempio, l’aumento dei tassi di partecipazione femminile e il miglioramento delle strutture di competenza si presume siano accompagnate da un aumento della spesa per strutture per l’infanzia e l’istruzione.

In ogni caso , dopo dieci anni di governo saldi migliorano in tutti i paesi , e in modo significativo in alcuni ( circa il 6 % del PIL in Grecia e Francia ). Il grande miglioramento previsto per la Francia è in gran parte il risultato dell’aumento dell’età pensionabile. Per quanto riguarda l’Italia, coprire la metà della distanza che la separa dai best performers varrà un aumento del PIL del 4,8% in 10 anni.

Questi scenari possono sovrastimare i benefici a breve termine per i saldi pubblici ma i miglioramenti dei saldi di bilancio di lungo termine indicano che le riforme strutturali potrebbero svolgere un importante ruolo per la riduzione dell’indebitamento pubblico ."

Le riforme strutturali portano crescita, dicono. Ma proprio la dove queste sono state applicate si ha la maggior smentita di questo assunto: la Germania malgrado il boom di esportazioni cresce pochissimo. Ha un numero molto elevato di lavoratori sottopagati, e forse è proprio per questo motivo che il mercato interno è stagnate. La mitologia secondo cui riducendo gli stipendi si ha crescita è appunto solo un mito. 

La Germania è proprio costretta ad esportare molto per stare in piedi e non collassare. E comunque rimane ben lontana da una crescita del 6%. Per non parlare della Francia di Hollande che sta stramazzando sotto un livello di tassazione insostenibile. Esattamente come l'Italia.

"Ma dove sta scritto che il problema è sempre e solo di prezzi troppo alti? E se invece fosse di redditi da lavoro (dipendente o autonomo che sia) bassi per tutti quelli che (una volta) costituivano la classe media? E che non si posson alzare per cosciente scelta politica, non per impossibilità tecnica.
...
Sarà, ma “a naso” sembra che queste riforme siano “leggermente” a favore di chi vive di rendita finanziaria ed export, e a sfavore di tutte le altre categorie di cittadini. Abbiamo come l’impressione che questo sia e rimanga un “bel libro dei sogni” che continuamente, come un mantra, la vendutissima classe politica dei partiti euristi

ripete (all’infinito) per giustificare l’eurofollia, il cimit€uro a cui, per evidenti interessi personali, sta condannando la popolazione di cui non ha né stima né riguardo. Come il biblico Giuda preferisce vendere per 30 o 40 denari i cittadini che la storia gli aveva affidato! Continuate, continuate pure a sognare, un giorno vi sveglierete accorgendovi che Cimit€uro sta chiamando anche voi."


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