mercoledì 1 gennaio 2014

Mps: esperimento italiano


Con il rinvio dell'aumento di capitale di Banca Monte dei Paschi non è ben chiaro ora cosa accadrà. Alcuni hanno provato a pronosticare eventuali ipotesi, ma non si sa dove la Fondazione voglia portare la banca:

"...ora vediamo le alternative per i destini di Banca Monte dei Paschi:

1- Ricapitalizzazione di mercato: senza altri interventi ad un certo punto Banca MPS sarà interamente spolpata dagli interessi sui Tremonti/Monti Bond, il valore di mercato delle sue azioni andrà sotto la soglia di 0,125€ e la Fondazione Monte dei Paschi si vedrà escutere le quote di controllo da parte delle banche sue creditrici. Al limite sarà la conversione in capitale dei soli interssi dei Monti/Tremonti Bond ha nazionalizzare Banca MPS verso il tesoro e diluire le quote della Fondazione. 


2- Fallimento e smembramento: ipotesi residuale ma comunque possibile, per decisione politica può essere che Banca Monte dei Paschi venga smembrata e fatta sparire dal mercato.

3- Nazionalizzazione attraverso la Fondazione Monte dei Paschi: Lo “Stato” con i soldi delle tasse ricapitalizza la Fondazione Monte dei Paschi che a sua volta ricapitalizzerebbe la Banca Monte dei Paschi. Oppure lo STATO rinuncia alla restituzione dei Monti BOND e non ne chiede la conversione in capitale. In questo caso le azioni Monte dei Paschi risalirebbero (e di molto) e la Fondazione potrebbe nel tempo ripagare i suoi debiti con il flusso di interessi della banca. In ogni caso verrebbero conservati gli equilibri attuali a favore del Partito Democratico.

4- Nazionalizzazione attraverso il Tesoro:Lo “Stato” con i soldi delle tasse ricapitalizza Banca Monte dei Paschi convertendo i Tremonti/Monti Bond, diventandone primo azionista e diluendo quasia zero la partecipazione della Fondazione (che nel caso fallirebbe per la riduzione del valore delle sue quote a livelli insostenibili)"

(www.rischiocalcolato.it)

Fra le quattro ipotesi di Fannyking direi che la Fondazione punta alle ultime due possibilità. La terza sarebbe ideale per far si che la banca continui ad essere governata dal territorio, e da gran parte della politica nazionale (non solo il Pd, vedi: "Siena: vero centro politico-economico italiano?"). Ma anche l'ultima ipotesi che vedrebbe lo Stato diventare primo azionista sarebbe gradita: uomini di Stato, cioè di partito, andrebbero ad occupare posizioni di rilievo all'interno dell'istituto e quindi i partiti manterrebbero il controllo sulla banca. Che poi magari ritornerebbe sul mercato, con una nuova Fondazione creata ad hoc.

Per quanto mi riguarda Mps è un grande esperimento, una prova di forza fra casta italiana e poteri forti europei. Che infatti non hanno per nulla gradito la decisione della Fondazione di rinviare il salvataggio bancario. 

"Poco prima di Natale, in un'intervista a La Stampa, il vicepresidente della Commissione (e responsabile della concorrenza) Joaquin Almunia aveva lanciato un messaggio chiaro: «Il piano deve essere attuato. So che non sarà facile, ma ho ricevuto assicurazioni piene sul fatto che lo eseguiranno come previsto».

Ora le fonti europee ribadiscono: «Ci attendiamo che a Siena rispettino le intese». Il tono è cambiato: dieci giorni fa era un monito, adesso la voce è preoccupata. Il mancato rispetto del piano farebbe venir meno l'autorizzazione ai Monti bond. Il che non rappresenta solo un problema procedurale per le autorità italiane. «La ricapitalizzazione della banca e il connesso piano di ristrutturazione sono necessari per garantire la solidità e scongiurare un futuro di nuovi aiuti pubblici».

Non solo. «Questo è l'anno dell'asset quality review condotta dalla Bce per misurare la tenuta del sistema creditizio in vista dell'avvio della unione bancaria». Entro ottobre Francoforte farà le pulci agli istituti europei per poi presentare le sue pagelle di patrimonializzazione. «Non c'è tempo - dicono le fonti - ed è naturale che conviene arrivare all'esame della Bce con le carte in regola. La bocciatura potrebbe obbligare ad andare sul mercato insieme con le altre banche che verranno pescate col patrimonio squilibrato, dunque con un costo maggiore»."

(www.wallstreetitalia.com)

La casta italiana tenterà di mettere nel sacco quella europea, cercherà di evitare le procedure stabilite in Europa per il superamento delle crisi bancarie.
In realtà potrebbe anche essere adottata una procedura di bail-in in stile cipriota come richiesto dall'Europa, fino al recupero dell'8% delle passività che andrebbe ad interessare nell'ordine:

"- Le obbligazioni subordinate
- Le obbligazioni senior
- I depositi e i C/C sopra i 100.000 €"

(www.rischiocalcolato.it)

Ma non è questo che interessa alla casta italiana. Non gli importa dei risparmiatori italiani che potranno anche essere pesantemente tosati. Quello che importa alla casta è riuscire a mantenere il controllo della banca attraverso la Fondazione o altro sistema. Ed è qui la lotta forse più feroce con l'altra nuova casta finanziaria, quella europea. Con l'operazione di aumento di capitale accompagnata da Profumo, era evidente l'intenzione di togliere la banca dall'influenza della politica, per far diventare Mps la prima banca italo-europea sotto diretta influenza delle lobby finanziarie.

Invece la Fondazione di Mps pur malconcia si è opposta, sperando di poter continuare in un qualsiasi tipo di intervento statale, che possa permettere alla politica di non essere marginalizzata dal controllo bancario.

"Il senso di questa vicenda, assai più intricata di quanto non appaia in chiaro, è uno spaccato della classe dirigente di questo Paese, degli intrecci tra politica e affari, della palude in cui ci troviamo. Ora bisogna sapere che la Fondazione Monte Paschi, è di fatto un grande elemosiniere della politica locale e nazionale e forse proprio per questo non ha un soldo in cassa: quindi non è in grado di affrontare alcun aumento di capitale. Se questo fosse stato deliberato per gennaio come prospettato da Profumo, oggi di fatto dimissionario, la sua quota azionaria sarebbe scesa vertiginosamente con la perdita del controllo della banca, specie se poi fossero comparsi azionisti stranieri, come erano quelli (Ubs in testa) trovati dal consiglio di amministrazione. Verrebbe così compromesso il suo ruolo di cinghia di trasmissione fra Siena, la politica nazionale, in particolare piddina, ma non solo perché partecipa attivamente anche il Pdl e i suoi apparati o personaggi di spicco fuori e dietro le quinte."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Ma per il salvataggio di Mps la politica italiana in aperta fida ai poteri europei potrebbe anche adottare dei metodi più fantasiosi per riavere per se la baca senese:

"Meglio un rinvio per vedere se sia possibile un qualche grottesco marchingegno, vale a dire restituire i soldi dei cittadini chiedendo un prestito di 4 miliardi alla Cassa depositi e prestiti, cioè sempre con i soldi dei cittadini. Oppure con l’aiuto di altre fondazioni bancarie che comunque fanno tutte lo stesso mestiere, anche se naturalmente tutto si spalmerà su un credito ormai al lumicino. Un vero pasticcio che comunque o potrebbe portare a una nazionalizzazione di fatto ... quindi con l’accollamento dei debiti alla comunità"

E comunque la Fondazione qualche rischio se l'è preso, anche se dubito che abbia preso una decisione così importante senza avere un minimo di copertura politica nazionale:

potrebbe "essere acquistata per quattro soldi da un forte istituto di credito europeo, vista la quasi certa caduta delle azioni. ... un itinerario diverso e forse proprio questa possibilità ha suggerito il bluff della Fondazione."

La sfida è appenata iniziata. Vedremo se l'Europa e la Bce avranno la forza di piegare la casta italiana. Se non sarà così, allora dovremmo pretendere dai politici taliani la stessa forza e determinazione che mettono nel proteggere i loro interessi, anche nel proteggere quelli del popolo italiano. Se invece non sarà così, e peggio se non riusciranno nemmeno a proteggere le loro posizioni, sarà meglio cacciarli. Oggi ne abbiamo la possibilità se solo si vuole (vedi: "2014: Sarà un anno all'insegna del 5 Stelle?").

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