E' la sintesi delle dichiarazioni di Draghi, che continua a rassicurare/minacciare i mercati finanziari, dicendo che:
"Se la situazione dovesse richiederlo, qualsiasi strumento potrebbe essere utilizzato, inclusi i tassi negativi sui depositi". Lo ha sottolineato il presidente della Bce Mario Draghi in un'intervista al quotidiano svizzero Neue Zurcher Zeitung, in cui sottolinea la disponibilita' di risorse per l'Eurotower "il cui uso dipende dallo scenario: ad esempio se i mercati del denaro dovessero fermarsi reagiremmo in maniera completamente diversa che se ci fosse un rallentamento della situazione economica".
(www.wallstreetitalia.com)
Ma comunque tranquilli, va tutto bene e si vede già un lumino in fondo al tunnel. Forse non è la galleria del Tav, ma una catacomba:
"Nell'area euro si vedono "dei primi segnali incoraggianti" dall'economia, ma il presidente della Bce mette in guardia dallo sbilanciarsi su "previsioni eccessivamente ottimistiche".
La ripresa "è ancora debole e il rischio di battute d'arresto è ancora elevato"."
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E comunque ripetiamo, si farà qualsiasi cosa, se la situazione dovesse richiederlo. Compreso l'esproprio dei nostri soldi. Così non deve pagare il "povero" contribuente (tedesco):
"Le "banche deboli europee dovrebbero uscire dal mercato", ha detto il banchiere, affermando che questo è uno degli obiettivi dell'esame sul settore avviato nel 2014 e che il denaro dei contribuenti sarà usato solo ''come ultima risorsa'' nei salvataggi."
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Va tutto bene. Lo spread ricomincia a crescere piano piano, le borse cominciano a ritracciare gl'indici. del resto a forza di dire che siamo in bolla, a forza di avvertimenti, prima o poi gli investimenti in borsa cominciano a defluire.
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Va tutto bene. Lo spread ricomincia a crescere piano piano, le borse cominciano a ritracciare gl'indici. del resto a forza di dire che siamo in bolla, a forza di avvertimenti, prima o poi gli investimenti in borsa cominciano a defluire.
"Wall Street che ha reagito male ai dati (migliori delle attese) sulla disoccupazione che spingono gli investitori verso uno scenario di ulteriore tapering (si ipotizza che la prossima settimana, in occasione dell'incontro della Fed, potrebbe essere annunciato un nuovo taglio agli stimoli dopo quello da 10 miliardi annunciato poco prima di Natale). Sulle Borse pesa anche il deludente dato del Pmi manifatturiero della Cina, sceso inaspettatamente sotto i 50 punti."
In queste frasi del Sole24ore ci sono descritte due situazioni critiche interessanti e concomitanti. Da un lato negli Usa si sta esaurendo la fiducia nel mercato azionario, e si sta constatando in contemporanea il fallimento dei quantitative easing della Fed che non hanno incrementato l'economia, la crescita e l'occupazione come si pensava.
Dall'altro lato del pacifico c'è la riprova di tutto ciò: la Cina è in iper produzione e non riesce più a collocare i suoi prodotti in un mercato decente. Non lo è quello Usa malgrado i Qe di questi anni, a maggior ragione non lo è più l'Europa a causa delle politiche di austerità. La conseguenze di questa situazione, è che piano pianino anche la Germania, l'unica economia che ora sembra vigorosa, entrerà in recessione per il calo del mercato in Asia.
"Se guardiamo al saldo positivo della bilancia commerciale tedesca, si vede che fino al 2010 esso è stato fatto per lo più sull'area dell'euro; poi, avendo esaurito e, di fatto, distrutto il mercato interno dell'eurozona, la Germania, a partire dal 2011-2012, ha ripreso massicciamente ad esportare al di fuori dell’eurozona. Paesi come l'Italia, la Spagna o il Portogallo non hanno più soldi per comprare i prodotti tedeschi."
(vocidallestero.blogspot.it)
"Se guardiamo al saldo positivo della bilancia commerciale tedesca, si vede che fino al 2010 esso è stato fatto per lo più sull'area dell'euro; poi, avendo esaurito e, di fatto, distrutto il mercato interno dell'eurozona, la Germania, a partire dal 2011-2012, ha ripreso massicciamente ad esportare al di fuori dell’eurozona. Paesi come l'Italia, la Spagna o il Portogallo non hanno più soldi per comprare i prodotti tedeschi."
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Come spiega l'economista francese Sapir, la Germania ha dovuto abbandonare i mercati europei avendo "segato il ramo su cui era seduta" con l'austerità imposta. Ha quindi cercato nuovi mercati in oriente. Ma prima o poi si esauriranno anche questi, in quanto i consumatori europei ed americani non spingono abbastanza le esportazioni orientali e quindi i redditi degli orientali. E' una catena di commerci, di import ed export, che quando viene recisa in un punto, precipita. Bisognerà monitorare i prossimi dati dell'economia tedesca per osservare la velocità di questa dinamica, per ora molto lenta.
Comunque tranquilli. Per Draghi (e Letta) va tutto per il meglio...
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