domenica 12 gennaio 2014

Politica europea sfracellata dalla crisi


"La première dame di Francia, Valerie Trierweiler, è stata ricoverata in ospedale per alcuni giorni. E’ la prima vittima della pubblicazione del giornale Closer delle foto che lasciavano intendere una relazione tra il Presidente della Repubblica François Hollande e l’attrice Julie Gayet.
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Ma la questione di cuore, sembra destinata a creare molti problemi al Presidente di Francia. L’appartamento per le uscite d’amore segrete di Hollande con l’attrice Gayet, è intestato a un presunto criminale legato al banditismo corso."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Alla fine hanno trovato il modo di inguaiare Hollande, e magari anche di farlo fuori. Era stato votato dai francesi per fermare l'austerità, ha deluso tutti. I suoi concittadini e gli altri europei. In Italia persino Berlusconi tifava per lui. A quanto pare ultimamente Hollande, constatando il mal funzionamento della sua idea primigenia di "far piangere i ricchi", sta cercando di tornare indietro.

""Il presidente socialista francese, François Hollande, che è stato eletto nel 2012 per porre fine all'austerità e per tassare i ricchi, si è trasformato in un liberista. O almeno un social-liberista.
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significa credere in una dottrina basata su bassa pressione fiscale e bassa spesa pubblica, ed è quindi un insulto politico
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inequivocabile dichiarazione del signor Hollande che la tassazione in Francia è diventata "troppo pesante", e che questo scoraggia la creazione di posti di lavoro. Le tasse della Francia sono tra le più alte della zona euro insieme a quelle del Belgio, oltre il 45%
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Com'è noto il signor Hollande aveva promesso, durante la sua campagna elettorale, di imporre un'aliquota del 75% sul reddito dei più ricchi
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In realtà, la tassa del 75% è stata respinta dalla Corte Costituzionale e, a furia di strizzare la classe media, molte persone comuni hanno visto aumentare il loro carico fiscale. Ora il signor Hollande sembra ammettere che questo provoca una contrazione dell'economia. Egli vuole un nuovo "patto di responsabilità" con le imprese: meno contributi sul lavoro, meno vincoli per le attività commerciali e, in cambio, più assunzioni."
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"La terza novità è la promessa del signor Hollande di “tagliare la spesa pubblica”. Adesso la sua tesi è che lo stato è diventato “troppo pesante, troppo costoso”. La vera novità è che la sua posizione non è basata soltanto sull'obiettivo della riduzione del deficit. Egli dice di voler eliminare anche gli “abusi dello stato sociale”, normalmente un cavallo di battaglia della destra, e sostiene che l’obiettivo dei tagli alla spesa è quello di riuscire “col tempo, ad abbassare le tasse”."

(vocidallestero.blogspot.it)

Parbleu monsieur Hollande, una bella inversione a U. Però forse è troppo tardi e qualcuno vuole fargli pagare l'avanzata micidiale della destra del Front National di M. Le Pen. Probabilmente il Presidente ha stancato tutti e stanno facendo uscire lo scandalo per ridimensionarlo, o addirittura farlo fuori politicamente. Di sicuro Hollande ha stancato i francesi che sono presi in una brutta crisi che li getta fra le braccia dei Piigs, malgrado l'antica e tanto decantata amicizia speciale con i tedeschi, per la quale pensavano di essere immuni dalla crisi dell'euro.

Ma credo sia routine. Anche in Italia non passa giorno che arriva una randellata su qualche ministro o non sia evidenziata una gaffe, una mancanza, un provvedimento sbagliato. L'ultima randellata è stata data sulla ministra De Girolamo. Ma è tutto pianificato. Prima delle primarie Pd questo governo era continuamente glorificato e incensato dai media, come fosse una sacra reliquia. Ora l'obiettivo è metterlo in cattiva luce per farlo fuori.
E il bello è che l'epicentro del fuoco sul governo non è all'opposizione, ma nella segreteria del maggior partito di governo.

E' l'epoca del governicchio, del governo dei responsabili o dei ribaltonisti, quella che dura poco e non produce nulla. Forse si farà la legge elettorale. Non credo Renzi vorrà portare a termine il suo provvedimento sul lavoro. Ci vuole troppo tempo, gli alfaniani frenano perché temono di essere messi all'angolo. Ma se frenano troppo il governo salta. Se dicono si a Renzi su tutto saranno accusati di tradimento dal resto del centro destra. Non si sono scelti una posizione comoda.

E nemmeno Napolitano non ha più una posizione comoda. Come ricorda Travaglio, Napolitano ha perso il Pd. Il Pd se l'è preso Renzi a man bassa, e non ne ha lasciato brandelli a nessuno.
Secondo Travaglio il Presidente può ancora condizionare la politica italiana: "la visione e il disegno politico di Napolitano: “Distruggere il bipolarismo per formare governi senza opposizione”, sostiene l’autore, che avverte: “L’ultimo asso nella manica di Napolitano? Il potere di sciogliere o meglio di non sciogliere le Camere. E l’incognita sui tempi delle sue dimissioni, un ricatto che diventa ipoteca sulle prossime elezioni e sul futuro governo: ormai sappiamo di cosa è capace” "
(tv.ilfattoquotidiano.it)

Ma per quanto possa interferire con la politica, sono sempre gli elettori ad avere l'ultima parola. E questa volta sarà difficile orientare il risultato elettorale. Se Renzi e Berlusconi riusciranno a trovare l'accordo, faranno una legge elettorale che renderà ininfluenti i piccoli partiti. Quindi che vinca Renzi o Berlusconi (cioè il successore di...), il Presidente avrà a che fare con due partiti che non vorranno condizionamenti ne interni ne esterni. Credo che questo Presidente in tal caso preferirà lasciare l'incarico.

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