Un primo risultato delle motivazioni della consulta della bocciatura del Porcellum, è che tutto l'attivismo di Renzi sulla legge elettorale non è servito a nulla.
Per cominciare la Consulta ha trasformato
l'attuale Porcellum in un proporzionale con indicazione delle
preferenze. Quindi in realtà già oggi esiste una legge elettorale utilizzabile. Non ha posto un veto assoluto per l'adozione in futuro di
un nuovo premio di maggioranza. Ma ha richiesto che questo diventi
ragionevole con una soglia minima prima di essere applicato.
Cosa di cui si è già discusso nella
scorsa legislatura, ma poi non se ne fece nulla. Allora si combatteva
per pochi punti: il Pd voleva la soglia minima verso il 40% perché presumeva di raggiungerlo facilmente (che chimera...); il centro
destra la voleva oltre il 43% per non fare vincere il Pd.
Poi arrivò Beppe Grillo e non basto
nemmeno il Porcellum senza soglia minima per fare vincere Bersani, a
causa di un conteggio perverso del premio di maggioranza fra Camera e
Senato.
Oggi il sogno di Renzi è una legge
elettorale qualsiasi con premio di maggioranza uniforme fra Camera e
Senato che gli consenta di vincere con maggioranza relativa. Anche
con circa il 30% dei voti della coalizione di centro sinistra.
La Consulta in pratica gli ha detto di
no, che il premio di maggioranza deve essere ragionevole, non
distorsivo del voto. Quindi se lo scordi di vincere le elezioni con
il 30%.
Se fossero state già applicate le
soglie minime studiate nella scorsa legislatura, che fosse il 40 o il 43%
già questo Parlamento sarebbe stato eletto in pratica con il
proporzionale. Già oggi il centro sinistra non avrebbe una vasta maggioranza nemmeno alla Camera.
La Consulta non ha dato comunque indicazioni
sulla soglia di sbarramento. Ora credo che l'unico modo che ha Renzi
(e Berlusconi o erede) per incrementare i propri parlamentari è
inserire una soglia di sbarramento molto alta per coalizioni e
singoli partiti. In modo per esempio di sbranare e spartirsi le
spoglie dei centristi, da Casini a Monti.
A quel punto con una soglia minima di
applicazione del premio fra 35 e 40%, (centro destra permettendo) combinato con uno sbarramento d'ingresso alto, Renzi può pensare di governate con
una maggioranza coesa ed autosufficiente, non dipendente da qualche
responsabile/ribaltonista.
A parte i calcoli spicci di avvantaggi e chi no il responso della Consulta, mi pare che con queste motivazioni, introduca due importanti questioni politiche. La Prima è che prospetta una qualche di forma di
restaurazione abolendo di fatto le distorsioni elettorali della seconda
repubblica. In realtà è anche un ritorno a una maggiore democrazia.
Non c'è nulla di più democratico e rappresentativo di un
proporzionale puro. Si tratta però come contropartita di un ritorno
a maggioranze più labili, ad un minor grado di governabilità. Anche se poi le vaste maggioranze non sono servite a fare grandi governi in questa seconda repubblica.
Il secondo punto politico è che la
sentenza getta Renzi nelle braccia di Forza Italia. Infatti questi
preferirà fare una riforma con Berlusconi che renda innocui i piccoli partiti, non potendo utilizzare premi di maggioranza distorsivi. I due o tre maggiori partiti dovranno fare il pieno di voti a scapito dei piccoli, utilizzando appunto uno sbarramento alto. Renzi avrà sempre meno interesse ad
accontentare il Ncd che oltretutto potrebbe poi ritornare con
Berlusconi.
Oppure potrebbe puntare ad un sistema come quello spagnolo che riducendo molto le dimensioni dei collegi, in realtà crea uno sbarramento artificiale che rende ardua l'emersione dei mini partiti.
"Ingredienti del “sistema spagnolo”: collegi molto piccoli, su base provinciale, liste con pochi nomi di candidati, meccanismo per “maggioritarizzare il proporzionale” (come dice un’analisi del servizio studi del Senato del 2013) attraverso il cosiddetto metodo d’Hondt, soglia di sbarramento al 3 per cento. Tutto questo favorisce i grandi partiti, quelli con una rappresentanza elevata e omogenea su tutto il territorio. La Corte Costituzionale ha fissato i confini, ma ha dato sostanzialmente il via libera a un sistema del genere. Ma il premio di maggioranza previsto nella proposta di Renzi è l’ostacolo per un’intesa, secondo i Cinque Stelle.
I membri Cinque Stelle della commissione Affari costituzionali, infatti, considerano incostituzionale la proposta “iberica” di Renzi, così come le altre due (Mattarellum “rivisitato” e il doppio turno con sistema dei sindaci). “Di certo – scrivono i deputati – sarebbero incostituzionali i sistemi proporzionali selettivi se integrati con un premio di maggioranza. Ergo è chiaramente incostituzionale la seconda proposta del segretario del Pd, sul modello spagnolo, già in parte distorsivo di per sé, al quale Renzi, l’arraffatore di seggi, aggiungerebbe generosamente un premio di maggioranza, che lo renderebbe anch’esso iper distorsivo: di nuovo, col 25% dei voti si può ottenere la maggioranza assoluta dei seggi”."
(www.ilfattoquotidiano.it)
E' comunque molto probabile un mega accordo a tre: Pd renziano, centro destra e cinque stelle. I picoli partiti rischiano sempre più, stretti fra grandi monopolizzatori politici.
"Detto per inciso non è proprio un dettaglio che resti fuori proprio il sistema del “sindaco d’Italia“, quello preferito dal Nuovo Centrodestra che incidentalmente è anche il principale alleato di governo del Pd, che per il sostegno al governo ha fatto pure una scissione dall’ex capo e che da un mese e mezzo dice che sulla legge elettorale prima si fa un accordo di maggioranza e poi ci si allarga al dialogo con le opposizioni."
Ad ogni modo, la sentenza della
Consulta non mi pare nulla di eclatante. Direi semmai dettata dal
buon senso. Perchè a forza di frazionare il quadro politico, rischia
di vincere una forza con percentuali relativamente basse. Oggi
potrebbe essere il M5s, ma se domani fosse un Front National
italiano?
La Consulta smonta anche le velleità
dei cinquestelle che avrebbero voluto votare con il Porcellum. O
almeno Grillo, visto che i suoi deputati lavorano su un nuovo
Mattarellum, anch'esso distorsivo del voto secondo la consulta.
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