Mentre in Italia si torna a proiettare un grande successo di Mel Brooks, "Balle spaziali" con protagonista tutto il governo della Repubblica, dagli Usa arrivano segnali inquietanti.
Ieri l'operazione verità dei maggiori blog economici ha messo in luce le bugie degli ultimi anni. Se Mago Monti se n'è andato, non altrettanto sono scomparse le sue "magie" ereditate ora da Letta/Alfano. Magie che naturalmente anche i bambini sanno che non esistono, esistono semmai tecniche di prestidigitazione con le quali gli assi escono dalle maniche e i conigli dai doppi fondi dei cilindri...
"... nel dettaglio del DEF, si scopre che questo (apparente) miglioramento, è determinato da artifici contabili, per cui si differiscono all’anno successivo (cioè al 2014) talune spese in conto capitale originariamente previste nel 2013, nonostante la spesa per investimenti sia stata fortemente ridotta in questi ultimi anni proprio per esigenze di bilancio
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alla luce di quanto sopra esposto, si potrebbe ritenere del tutto verosimile un deficit, a fine anno, oscillante tra il 3.4% e il 3.6%, cioè dai 4 ai 6 miliardi in più rispetto ai 48.7 miliardi stimati dal governo nella nota di aggiornamento, con un debito pubblico prossimo al 134% contro li stima del governo al 132,9
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la stima della spesa per interessi fonda la sua previsione su una “ipotetica e una graduale chiusura degli spread di rendimento a dieci anni dei titoli di stato italiani rispetto a quelli tedeschi a 200 punti base nel 2014, 150 nel 2015 e 100 nel 2016 e 2017”. Cioè, per dirla in parole più semplici, il costo degli interessi sarebbe destinato a scendere in ragione di una ipotetica diminuzione degli spread.
Siamo quasi al demenziale o, se preferite, al dilettantismo, poiché, un analisi di questo genere, è priva di qualsiasi fondamento, non solo scientifico, ma anche logico
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lo spread, altro non è che una variabile che misura la differenza tra il rendimento Btp decennale e quello del bund tedesco: anche quest’ultimo soggetto a variare in ragione di una moltitudine di variabili economiche e di mercato.
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la Nota di Aggiornamento al DEF si fonda su una dinamica di tassi di crescita del Pil dal 2014 al 2017 decisamente ottimista:
2014 +1,0%;
2015 +1,7%;
2016 +1.8%;
2017 +1.9%.
Cioè, una crescita molto più robusta di quella mediamente prodotta negli ultimi 13/15 anni
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E’ chiaro che gonfiare ad arte una previsione di crescita per i prossimi anni, in visione prospettica, rende il quadro di sostenibilità delle finanze pubbliche assai più roseo rispetto a quello che altrimenti sarebbe. Per il semplice fatto che, ampliare la base imponibile (maggiore PIL), ha come ovvia conseguenza anche un aumento delle entrate fiscali, determinando un miglioramento dei deficit, senza che ciò derivi da un inasprimento delle aliquote.
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rrivati a questo punto, è il caso di ricordare che dal 2015, l’Italia, in applicazione del Fiscal Compact, per i prossimi 20 anni, dovrà procedere ad una riduzione del debito pubblico di 1/20 all’anno in ragione del PIl, al fine di confinare il debito entro il 60% imposto da Maastricht. Per sostenere l’abbattimento del debito pubblico in un percorso così impegnativo, la condizione necessaria è che il PIL nominale cresca di almeno il 3% per i prossimi 20 anni. In modo tale che -confida il governo- una volta stabilizzato, il debito possa rientrare in maniera quasi automatica. Questa condizione imprescindibile, benché sulle previsioni del governo sia soddisfatta, appare del tutto irrealizzabile, almeno per i prossimi anni."
(www.rischiocalcolato.it)
Insomma il Def non è altro che la sceneggiatura di Balle spaziali 2, il film che Brooks non è mai riuscito a fare...
Una somma di frottole (o panzane nell'accezione presidenziale) destinate ad avere gambette cortissime al cospetto della nuova valanga di merda che sta per arrivare dalle bolle e balle Usa pronte a scoppiare, che al confronto Brunetta apparirà un vatusso.
"E’ un continuo accadere di eventi nel mondo della finanza. Si va avanti, uno scandalo dopo l’altro. [vedi anche il mio post "Gli Usa arrancano fra una crisi e l'altra"]
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A settembre J.P. Morgan Chase ha patteggiato, con le autorità britanniche ed americane, per aver commesso reati analoghi a quelli dei dirigenti della Lehman Brothers.
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Naturalmente tutte le sanzioni comminate non sono particolarmente elevate se raffrontate al bilancio dell’istituto. Il danno subito è stato più d’immagine ed è, quindi, difficilmente calcolabile. Avendo compiuto tutti quei trucchi contabili, c'è oggi qualche garanzia che non vi siano vicende analoghe, non ancora note?
Il 17 ottobre i media hanno riportato la notizia che J.P.Morgan Chase ha introdotto dei limiti sulle transazioni in contanti dei clienti e vietato bonifici internazionali. La scorsa settimana la dirigenza ha inviato una lettera ai propri correntisti notificando che, a partire dal 17 novembre prossimo, la banca limiterà le operazioni in contanti ( inclusi depositi, ritiri e servizi agli ATM) a 50.000 dollari al mese. La banca non permetterà più di inviare bonifici internazionali e qualora si superassero le soglie per il contante saranno comminate penali.
... queste misure metteranno in difficoltà le piccole e medie imprese americane.
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La lettera inviata non contiene alcuna spiegazione. Si fa cenno ai “nuovi requisiti legali”, introdotti nel paese, cui la banca è la prima ad adeguarsi. La domanda è spontanea: a quali “nuovi requisiti legali” si fa riferimento visto che non vi è stata nessuna nuova legge americana in questo ambito? Alcuni sostengono che la banca stia cercando di controllare il deflusso di capitali dal paese. Difficile da credere.
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credo sia più convincente una seconda spiegazione: la banca si tiene pronta per fronteggiare una crisi. Nel settore bancario ciò si realizza quando i clienti [impauriti per la sorte del proprio istituto, Ndt] corrono allo sportello per prelevare i propri soldi. E’ vero che la banca è la più importante degli Stati Uniti, ma non sono sicuro che questo basterebbe a salvarla.
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J.P. Morgan Chase ha imparato la lezione impartita a Cipro [la Commissione Europea, il Fondo Monetario Internazionale e la BCE hanno costretto le autorità cipriote a far pagare agli innocenti correntisti le ingenti perdite delle banche del paese, Ndt]. Per salvare il sistema bancario dalla fuga di capitali, la banca centrale cipriota ha introdotto rigidi controlli sul prelievo in contanti e sul trasferimento all’estero di somme depositate sui conti correnti.
J.P. Morgan Chase può darsi che non stia attendendo che analoghe misure vengano introdotte dalle autorità, ma stia giocando d’anticipo. Se si innescasse una crisi nel settore bancario, non vi è dubbio che verrebbero adottate misure analoghe a quelle cipriote. Quindi le limitazioni al prelievo, comunicate dall’istituto, potrebbero servire a prepararsi per il futuro.
In questo caso J.P. Morgan Chase starebbe agendo proprio come se avesse il presagio di una crisi bancaria imminente negli Stati Uniti. "(www.comedonchisciotte.org)
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La lettera inviata non contiene alcuna spiegazione. Si fa cenno ai “nuovi requisiti legali”, introdotti nel paese, cui la banca è la prima ad adeguarsi. La domanda è spontanea: a quali “nuovi requisiti legali” si fa riferimento visto che non vi è stata nessuna nuova legge americana in questo ambito? Alcuni sostengono che la banca stia cercando di controllare il deflusso di capitali dal paese. Difficile da credere.
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credo sia più convincente una seconda spiegazione: la banca si tiene pronta per fronteggiare una crisi. Nel settore bancario ciò si realizza quando i clienti [impauriti per la sorte del proprio istituto, Ndt] corrono allo sportello per prelevare i propri soldi. E’ vero che la banca è la più importante degli Stati Uniti, ma non sono sicuro che questo basterebbe a salvarla.
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J.P. Morgan Chase ha imparato la lezione impartita a Cipro [la Commissione Europea, il Fondo Monetario Internazionale e la BCE hanno costretto le autorità cipriote a far pagare agli innocenti correntisti le ingenti perdite delle banche del paese, Ndt]. Per salvare il sistema bancario dalla fuga di capitali, la banca centrale cipriota ha introdotto rigidi controlli sul prelievo in contanti e sul trasferimento all’estero di somme depositate sui conti correnti.
J.P. Morgan Chase può darsi che non stia attendendo che analoghe misure vengano introdotte dalle autorità, ma stia giocando d’anticipo. Se si innescasse una crisi nel settore bancario, non vi è dubbio che verrebbero adottate misure analoghe a quelle cipriote. Quindi le limitazioni al prelievo, comunicate dall’istituto, potrebbero servire a prepararsi per il futuro.
In questo caso J.P. Morgan Chase starebbe agendo proprio come se avesse il presagio di una crisi bancaria imminente negli Stati Uniti. "(www.comedonchisciotte.org)
E comunque, a parte la depressione delle borse di ieri, le bolle finanziarie sono più che mature per esplodere:
Non c'è scampo al tapering
E' in arrivo un crollo mondiale?
Attenzione su Wall Street: un grafico molto chiaro
Wall Street, l’isola felice (che non c'è)
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