lunedì 21 ottobre 2013

Come "normalizzare" il centro destra italiano


Ce lo spiega Monti, il quale evidentemente pur avendoci tutto da guadagnare, ma non essendo un animale politico, si è chiamato fuori non comprendendo. Anzi, ha denunciato pubblicamente il complottone Casini/ Alfano. Forse Casini, con tutta la pazienza democristiana che lo contraddistingue, riuscirà la dove Fini non ce la fatta con la tracotanza. Mentre Monti, probabilmente sognava un grande soggetto politico liberista, che in Italia non ci sarà mai, perché ha un elettorato ristrettissimo.

Il piano neodemocristiano è astuto e semplice:

"“Mauro e Casini vedono uno spazio elettorale più ampio da quella parte”. Firmato Mario Monti.
...
il vero motivo dell’implosione di Scelta Civica non è il tradimento di alcuni senatori al programma tracciato dal Professore, bensì le mosse di Pierferdinando Casini e Mario Mauro in ottica decadenza di Silvio Berlusconi. Monti non lo dice ma lo pensa: quella degli ex colleghi di partito nei confronti del Cavaliere è una mano tesa con vuoto a rendere. Tradotto: il voto contrario all’estromissione del leader Pdl da Palazzo Madama in cambio della partecipazione ad un progetto politico tutto in divenire.
...
Il partito dei tecnici, quindi, è imploso per una differenza di vedute tra Monti e le altre anime di Scelta Civica, la cui unità sembrerebbe esser stata sacrificata sull’altare di ciò che sta costruendo Alfano: il Partito popolare italiano. Che nella testa del vicepremier e segretario Pdl sarò composto così: il Ppi come soggetto principale nel quale far confluire sia l’Udc di Casini che la nuova Forza Italia di Silvio Berlusconi e dei suoi falchi. Del Caimano, se non altro per motivi squisitamente elettorali, Alfano non può farne a meno. Ciò non significa, però, che l’ex premier possa continuare a fare il bello e il cattivo tempo all’interno del Pdl."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Ecco i veri motivi dei litigi all'interno di Scelta Civica. Papparsi i voti dei moderati sulle spoglie del vecchio satiro ormai fuori dai giochi politici. Ma sarà veramente fuori? In questi anni ci ha abituati a talmente tanti colpi di scena che si fa fatica a mettere la parola fine sulla sua carriera politica. Perché da opportunista politico qual'è potrebbe approfittare del piano neodemocristiano fin tanto che gli conviene, cioè fino al voto sulla sua decadenza. E poi scatenarsi nel più sfrontato populismo. Del resto in Francia non è un progetto neodemocristiano e nemmeno neogollista che sta avendo successo.

Ma se riuscisse il progetto messo in campo da Casini, Alfano e dagli altri esponenti democristiani, per prendersi i partiti moderati e unirli in un'unico soggetto, si avvererebbe il sogno dell'Europa tecnocratica. Avere anche in Italia un centro destra "normalizzato", in mano a comuni politici da poter corrompere e indirizzare come avviene già nel dirimpettaio Pd.
Berlusconi per loro è un'anomalia, un personaggio che non risponde a nessun élite organizzata in club più o meno segreti, ma fa di testa propria. Perché ricco in proprio non teme e non ha bisogno del favore di questi personaggi potenti e influenti.

E' probabile che alla fine la spunti Alfano, l'anagrafe gioca dalla sua parte, ma lo farà a livello di giochi politici. L'euro sta lavorando per altri movimenti politici. Le piazze tornano a ribollire, dopo che si è tanto dibattuto a lungo sul perché gli italiani non si ribellassero. Deve avvenire tutto nei tempi giusti. Il clima che si sta formando non è il più adatto per politiche democristiane. L'euro lavora per movimenti come il Cinquestelle, per le Alba Dorata o per i Front National. Berlusconi questo lo sa, perché è l'unico vero statista degli ultimi vent'anni. E' l'unico che ha sempre compreso gli umori dell'elettorato, almeno di quello moderato. Gli altri o sono state meteore, o gli sono rimasti nell'ingombrante ombra. Non mi stupirei se giocasse un altro tiro mancino ai vari democristiani avvoltoi che attendono di banchettare del suo cadavere politico.

Nessun commento:

Posta un commento