venerdì 19 luglio 2013

Ce lo chiede l'Europa (e anche il Presidente)


La democrazia è nel congelatore, assieme ai grandi partiti che sostengono il governo. Grandi sempre meno, visto che ormai milioni di italiani disertando le urne ne fanno mancare sempre più l'appoggio. Ma ormai è chiaro a tutti che i partiti sono inutili, che servono solo da paravento per le politiche e le strategie già decise a Bruxelles. Che non hanno alcuna possibilità di attivare una discussione pubblica, ma devono solamente ratificare decisioni provenienti dall'esterno. E la funzione di Napolitano non è più quella di un Presidente "notaio" della prima repubblica, ma nemmeno quella di un Presidente alla francese: è un solo il guardiano delle istituzioni italiane, per conto dell'Europa. Una specie di vigilantes messo li a sorvegliare i muri di una vecchia manifattura abbandonata da industriali e maestranze.

E quindi ce lo chiede l'Europa, per interposta persona del Presidente della Repubblica: questo governo non può cadere, accada quel che accada. Nemmeno se Letta e Alfano si mettessero a sparare dalle finestre di palazzo Chigi sui passanti...

"Le accuse di Civati e la replica di Franceschini “Finalmente è arrivata la prima riforma del governo Letta: il presidenzialismo” ha detto l’esponente democratico, secondo cui è necessario “riconoscere di avere oltre ad un presidente del consiglio legittimamente votato dal Parlamento, anche un Presidente della Repubblica che interviene nelle scelte quotidiane e settimanali ormai di questo esecutivo”. Per Civati, inoltre, l’intervento del Collesta precludendo la dialettica democratica nel Pd e nel Pdl. “Napolitano quando interviene – ha detto a Radio Radicale – lo fa con tutta l’autorità che gli è riconosciuta ma forse precludendo la possibilità al Pd e al Pdl di avere una dialettica democratica compiuta”."
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Poi l’attacco al Colle. Diretto e con parole nette: “Siamo non da oggi al commissariamento, noi non abbiamo mai discusso nemmeno di come si componeva questo governo, per cui è anche difficile discutere come si scompone, mettiamola così”
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rivela un retroscena sul comportamento del ministro Dario Franceschini: “Il ministro per i rapporti con il Parlamento ha detto che chi non voterà a favore di Alfano deve andarsene dal Pd. Sapevatelo. Se alla Camera si votasse, mi espellerebbero, dunque”"


Sinceramente non mi interessano più di tanto le convulsioni interne al Pd, perché è un partito di cui non vale più la pena preoccuparsi. Come scrive Adinolfi rivolgendosi a Renzi: ma chi glielo fa fare di scalare un partito così, pieno di problemi e di ostacoli? (www.facebook.com)

Trovo molto più preoccupante il modo in cui la Presidenza della Repubblica interviene a tutela di un governo, che è tale quale al precedente governo Monti, cioè prono alle volontà dei potentati finanziari stranieri. Prono a politiche del tutto sbagliate: non c'è un solo paese in Europa che stia beneficiando delle politiche dell'austerità (vedi articolo di Seminerio - www.ilfattoquotidiano.it).
Un comportamento veramente allucinante quello delle nostre istituzioni più alte, difficile da comprendere, tanto che persino opinionisti veri ed onesti come Sapelli si ritrovano a fare ragionamenti astrusi come questi:

"Professore, cosa sta accadendo secondo lei?
Mi sembra che ci sia un “piccolo establishment” che si sta muovendo per ottenere un’integrazione subalterna dell’Italia al capitalismo franco-tedesco.

E questo cosa c’entra con il Governo?
Letta e Alfano hanno avuto un atteggiamento fermo nei confronti dell’Europa e a questi signori non piace: vogliono quindi che il governo cada."

Credo sia un po' esagerato annoverare Letta nello schieramento dei resistenti alla Germania. Ma nemmeno banderuola Alfano. Comunque è possibile che esistano fra gli eurofanatici falchi e colombe.

"Questo establishment di cui parla, da chi è formato?
Sicuramente da quella parte di Confindustria che fa riferimento a Montezemolo, così come da De Benedetti: basti vedere il comportamento del direttore di Repubblica che arriva a chiedere apertamente le dimissioni di Alfano.

Mi scusi, ma perché una parte di Confindustria dovrebbe voler vedere l’Italia subalterna a Francia e Germania?
Perché ormai non ha più nessuna fiducia in uno sviluppo autonomo manifatturiero del nostro Paese. Lavora e pensa a un’integrazione subalterna di ciò che rimane dell’industria italiana sotto l’ombrello protettivo franco-tedesco. In sostanza, crede che l’Italia non ce la possa fare e quindi cerca di venderla al prezzo migliore."
Se prendiamo ad esempio De Benedetti come imprenditore ed investitore italiano, allora non dobbiamo stupirci se l'establishment italiano voglia vendersi allo straniero. A De Benedetti non è mai importato nulla di investimenti e di sviluppo industriale. Basta vedere come ha ridotto la prima industria informatica italiana, cioè l'Olivetti. L'ha prima spolpata e poi liquidata. La stessa strategia vorrebbe perseguire per l'Italia intera.

"Questo atteggiamento di cui abbiamo parlato, questa linea che definirei subalterna e rinunciataria, si scontra con quella di Bazoli e Guzzetti. Quest’ultimi sanno infatti che verrebbe messo in discussione il ruolo delle banche. Grazie anche a un appoggio di una parte di Bankitalia.

In che modo Bankitalia metterebbe in discussione il ruolo delle banche nel sistema industriale italiano?
Il ministro Saccomanni, che viene da Bankitalia, martedì nel convegno sulle soluzioni al credit crunch ha aperto le porte ai credit fund, cioè allo shadow banking. Di fatto si tratta di un attacco frontale a Bazoli e a Intesa, che cerca ancora di difendere un po’ di rapporto con l’industria italiana (che è stato rappresentato anche dalla linea Passera). Non a caso anche le banche popolari, che hanno rapporti con le imprese sul territorio, sono state prese a bastonate da Bankitalia, come ho spiegato su queste pagine.

Come si spiega invece che una parte del Pd, rappresentata da Renzi, stia remando contro il Governo?
I renziani sono organici al gruppo di De Benedetti. Oltre a voler un capitalismo subalterno al sistema
franco-tedesco, perseguono un altro scopo: dare una spallata definitiva alle componenti di sinistra sia cattoliche che ex Pci all’interno del Pd.

Secondo lei, quando Renzi ha incontrato la Merkel, di che cosa hanno parlato?
Mi sarei aspettato che lo avesse detto lui. Di certo non credo che abbiano parlato degli Uffizi, ma del futuro dell’Italia. Su questo incontro, D’Alema ha detto una cosa molto intelligente, quando ha auspicato che Renzi avesse detto alla Merkel che la sua politica è sbagliata. Il fatto che il sindaco di Firenze, una volta rientrato in Italia, non abbia detto nulla mi fa venire il dubbio che abbia invece offerto il suo assenso alla politica della Cancelliera.

Professore, le larghe intese, il Governo Letta, sono cose su cui il presidente Napolitano ha investito molto...
Ma è chiaro che siamo dinanzi a un attacco frontale al Quirinale! Non sono stato d’accordo con Napolitano nel suo appoggio a Monti, ma anche in quel caso perseguiva un obiettivo chiaro:
un’integrazione non subalterna dell’Italia nel processo europeo, una non distruzione della nostra industria a seguito del necessario cambiamento che ci sarà dopo la crisi. A questi signori, a questo establishment, il fatto che siamo la seconda potenza manifatturiera d’Europa sembra dare fastidio"

Non credo sia questo il fastidio avvertito da Napolitano, ma sia piuttosto quello di evitare piccole guerre e guerricciole in questo momento particolare. Non bisogna assolutamente disturbare il conducente (Merkel) del torpedone Unione Europea fino alle elezioni tedesche di settembre. Tutto deve scivolare come acqua su un governo impermeabile: insulti razzisti, pasticci di spionaggio malriuscito, litigi sulle tasse ecc.

"Dunque diventa necessario far cadere il Governo…
Con questo esecutivo si erano messi insieme gli unici due schieramenti contrari all’egemonia tedesca: il gruppo sociale raccolto intorno a Berlusconi e quello che finalmente, grazie alla crisi e grazie a Letta, ha capito che l’Italia non può essere subalterna.

Ma oltre a Francia e Germania c’è qualche altra potenza straniera che ha interessi sull’Italia?
C’è anche la Cina, che ha un “ambasciatore” in Prodi: in pratica si tratta di trovare le imprese da vendere a Pechino, che sta espandendo sempre più la sua influenza in Europa. La Cina ultimamente però vacilla, è in crisi, grazie proprio al sistema dello shadow banking che Saccomanni invoca per l’Italia. Di certo questo disegno agli americani non sta bene.

Perché?
Gli Usa non vogliono un’Italia “tedesca”. La Germania è una potenza anti-americana, quindi non vogliono che aumenti il suo peso nel nostro Paese. E questo è un bene, perché non credo che l’Italia, da sola in Europa, senza gli Stati Uniti, abbia un avvenire. Penso che l’avvenire italiano sia organicamente legato al rapporto con gli Usa."

Francia o Spagna purché se magna, si diceva un tempo. E il ragionamento di Sapelli mi pare non si allontani molto da questo detto. Siamo sempre alla ricerca di una potenza straniera a cui sottometterci: l'importante che il padrone ci tratti bene. Non è la libertà che cerchiamo, ma un buon partito. Anche la Germania sarebbe andata bene, ma purtroppo si è dimostrata molto meno generosa degli Stati Uniti...

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