giovedì 25 luglio 2013

Sarà troppo tardi


Bagnai sul suo blog celebra il risultato di 5 milioni di contatti. E' una notizia molto bella. Ma i contatti non sono automaticamente lettori, sono molto più facilmente lettori assidui che si collegano spesso al suo sito. In ogni caso è un gran numero di lettori. E' una discreta esposizione mediatica, malgrado i media ufficiali siano costantemente e militarmente occupati dal Pud€ (partito unico dell'euro). Così spiega il successo Bagnai:

"Siamo riusciti a portare una parola di verità in roccaforti che fino a due anni or sono sembravano inespugnabili (ieri sul blog di Grillo, regno finora incontrastato della desinenza in 'azzo e della rima in demenza, oggi, credo, sul Messaggero, domani... non ve lo dico!), e ci siamo riusciti perché siamo quello che siamo e crediamo in quello che facciamo. Il vero consenso si costruisce sul mondo dell'informazione mainstream, e noi siamo riusciti ad arrivarci con la forza del nostro messaggio, e con la credibilità della nostra integrità morale, della nostra palese e totale indisponibilità ai compromessi politici, con il nostro disprezzo più assoluto per quelli che "la verità non si può dire perché fa comodo a Berlusconi", che mi sembrano tanto parenti di quelli che "la verità non si può dire perché i 'nostri' non sono ancora pronti", ma anche parenti di quelli che "sapevamo che ci sarebbe stata una crisi ma abbiamo iniziato lo stesso dalla moneta perché la crisi avrebbe costretto le persone a fare la cosa giusta".

... ci siamo messi a parlare al "popolo", ognuno al suo, e poi anche a quello dell'altro. E scoprivamo che il popolo aveva già capito! Ma questo i fini politici non lo capiranno mai, perché loro appartengono a quella ristretta ma potente frangia di imbecilli intellettuali che in nome di un astratto furore ideologico, e con le chiappe al riparo, continuano a difendere un progetto fallimentare e fascista.
...
Certo, non ci illudiamo che sia solo merito nostro. Anzi: il nostro merito è minimo. Il merito principale va a personaggi come Rehn e Dijsselbloem, che tanto hanno fatto per far capire a tutti i cittadini della periferia che lo scopo dell'euro, da quello (che alcuni potevano ritenere sacrosanto) di "disciplinare" prima i lavoratori e poi gli imprenditori, era diventato quello di depredare intere nazioni ... quando i ceti medio alti hanno capito che toccava anche a loro, è stato relativamente facile trovare la strada verso megafoni più potenti "

(goofynomics.blogspot.it)

Alla fine il professor Bagnai è riuscito a domare gli "ortotteri" che si lanciavano con cieco furore contro il debito pubblico. E' riuscito a portare il M5s oltre il ragionamento populistico del debito brutto&cattivo, del debito causato dal mangia-mangia dei politici corrotti ecc. Perché la corruzione e gli scandali ci sono in ogni epoca ed in ogni paese, ma di solito se l'economia va bene non costituiscono un problema tale da portare la nazione al default. Oggi tali pratiche sono ritenute ancora più spregevoli a causa della crisi, ma non sono il motivo principale del rischio default dell'Italia.

"L’esperienza del passato ci serve per capire cosa avverrà del nostro Paese. Nel decennio 1982 – 1992 il rapporto debito/PIL quasi raddoppiò: dal 60% al 110%, questo perché nel 1981 Tesoro e Banca d’Italia divorziarono. Da allora lo Stato non ha più potuto contare su un prestatore interno con cui indebitarsi e ha dovuto offrire rendimenti sempre più elevati per vendere il debito. Se nel 1982 l’Italia pagava un interesse reale vicino a 0 per indebitarsi, nel decennio successivo raggiunse una media del 5.5% con picchi dell’8%. E’ quindi l’esplosione degli interessi sul debito cumulato ad aver portato il debito a livelli insostenibili. Un immenso schema Ponzi in cui gli interessi in assenza di crescita sono pagati emettendo nuovo debito. In sostanza, come analizza Alberto Bagnai nel suo "Tramonto dell’Euro", il risultato è stato un trasferimento netto di reddito nazionale dai servizi primari ai contribuenti, sanità, scuola, sicurezza, ai detentori del debito, soprattutto alle banche italiane e estere. Ma perché questo divorzio assurdo? Perché ce lo chiedeva l’Europa dello SME nel quale eravamo entrati nel 1978 legandoci mani e piedi ad un cambio rigido penalizzante che ci fece rinunciare alla leva della svalutazione. Nulla di diverso rispetto a oggi.
- Allora fu lo SME a legarci le mani, oggi l’Euro
- Allora emettevamo debito in una valuta nazionale di cui non controllavamo il valore rigidamente fissato nello SME. Oggi è peggio perché ci indebitiamo in una valuta estera (tale è l’Euro per aver rinunciato alla nostra sovranità monetaria) non potendo usare la leva del cambio
- Oggi come allora i rendimenti che l’Italia dovrà offrire per rendere appetibile il suo debito non potranno che salire
- Oggi come allora sarà il mercato ad imporci una decisione: allora si trattò di abbandonare lo SME e svalutare, oggi si tratterà di decidere se ristrutturare il debito restando nell’euro o tornare alla lira.
Solo così l’Italia tornerà a vedere la luce. Una prova? Usciti dallo SME nel 1992, svalutata la lira di quasi il 20% e riguadagnata la sovranità monetaria, il rapporto debito / PIL scese dal 120% del 1992 al 103% del 2003. Nel primo trimestre del 2013 abbiamo raggiunto il 130,3% nel rapporto debito/PIL, secondi solo alla Grecia."

(www.beppegrillo.it)

In realtà non è così automatico il ripetersi della stessa vicenda storica come spiega Scacciavillani qui.

"Il credito della Germania verso l’Europa è il lato oscuro della medaglia del debito di Italia e Spagna. Invece di prestare ai PIGS il Nord Europa preferisce prestare alla BCE che a sua volta fornisce liquidità ai PIGS. Con tale sistema, chiamato "Target 2", la Germania ha accumulato 600 miliardi di euro di crediti verso la periferia dell’Europa via BCE. La tutela di tali crediti è l’unico criterio che la guida. Non importa che i 600 miliardi siano stati costituiti da parte della Germania violando gli stessi accordi europei che oggi essa impone agli altri. Infatti sforando ampiamente il 3% di deficit nel 2003 la Germania ha finanziato riforme strutturali che nel decennio successivo le hanno dato un vantaggio competitivo grazie ad un'inflazione minore dei partner europei e ad un basso costo del lavoro ottenuto grazie alla forza lavoro della Germania dell’Est. Ciò si è tradotto in vantaggi di prezzo e nel boom delle esportazioni verso l'Europa..
Sarebbe bastato imporre il pareggio della bilancia commerciale invece del pareggio di bilancio per avere una storia completamente diversa che avrebbe tarpato le ali alle politiche mercantiliste del Nord Europa.
...
Se non sarà l’Italia a reagire lo farà per lei il mercato con il suo linguaggio universale, ci sarà un prossimo rialzo degli interessi richiesti fino a rendere insostenibile il nostro debito."

(www.beppegrillo.it)

Ed infatti sarà il mercato a decidere il nostro futuro. Perché per quanto siano confortanti i numeri fatti dai blog di Grillo e Bagnai, la consapevolezza degli errori commessi dalla politica italiana, arriverà troppo tardi presso il "popolo" e soprattutto il "popolino" che si nutre di telegiornali preconfezionati con notizie surgelate, di Amici di Maria ed altra paccottiglia, di soap-opera e altra tv spazzatura.
Quando qualche potente politico di turno dirà la fatidica frase: "ci siamo sbagliati, contrordine compagni!", la frittata sarà già fatta e la maggior parte degli italiani imparerà la lezione a posteriori (cioè rimettendoci le chiappe), malgrado studi e studiosi da un paio d'anni abbiano ampiamente preconizzato il prevedibile andamento futuro di questa crisi monetaria europea.

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