martedì 23 luglio 2013

Riforma del Catasto e imposizione fiscale


Alla base di questa riforma naturalmente c'è l'esigenza di fare cassa. E' inutile girare attorno ad argomenti pregevoli come l'individuazione dei valori reali degli immobili per perseguire una certa giustizia fiscale, perché l'obiettivo dell'abbandono dei vani per i metri quadri provocherà un aumento del gettito. O il definitivo crollo del valore degli immobili e la bancarotta di molti cittadini.

"... l'impianto di fondo, cioè la nascita di due diversi dati, un valore patrimoniale e una rendita catastale, determinabili attraverso un algoritmo basato su funzioni statistiche, ma spunta di nuovo il "federalismo catastale" tramontato tre anni fa.

Nella "vecchia" delega tutto il lavoro avrebbe dovuto essere scaricato sull'ex agenzia del Territorio ma c'erano delle perplessità come sarebbe stato possibile effettuare una ricognizione su 60 milioni di unità immobiliari, anche potendo utilizzare professionisti esterni ma con un budget molto risicato di circa 500mila euro. Del resto si tratta un'opera impegnativa: cancellare i "vani", la categorie e le classi (ridotte a poche unità) e sostituire il sistema con i metri quadrati. Si tratterà, anzitutto di «definire gli ambiti territoriali del mercato immobiliare di riferimento» (volendo ci sono già le microzone, che erano state individuate proprio a questo scopo). Poi si procederà a individuare due valori, approssimati alle medie dell'ultimo triennio: quello patrimoniale e la rendita (si veda l'articolo qui sotto).

L'aiuto dovrebbe venire dai Comuni, che dovrebbero comunicare gli aspetti presenti nell'algoritmo che verrà utilizzato per calcolare il «valore patrimoniale» degli immobili di categoria A, B e C che gli uffici del Territorio si trovano nell'impossibilità di verificare. Come l'affaccio, allo stato di manutenzione, all'esposizione, che in un progetto edilizio sono facilmente riscontrabili ma in una mappa catastale no.
...
si è deciso di ridare corpo alle funzioni catastali dei Comuni, un progetto complesso partito con il Dpcm del 14 giugno 2007, che dava concretezza al progetto del passaggio ai Comuni delle funzioni catastali (legge 296/2006). ... Proprio quando già si stavano già individuando i dipendenti del Territorio da trasferire ai Comuni, un ricorso al Tar Lazio di Confedilizia aveva bloccato il 3 giugno 2008 il Dpcm.
...
Ora, comunque, nella delega fiscale l'intenzione è di tornare in qualche modo sulla questione, ..., ridando corpo all'ipotesi del decentramento per facilitare la fornitura dei dati necessari per la revisione delle rendite e valorizzando le esperienze positive sin qui realizzate, soprattutto in Comuni come Torino e Genova. Qui, tra l'altro, i controlli sulle mancate comunicazioni di variazioni al Catasto per immobili ristrutturati (che avrebbero dovuto passare di categoria e quindi aumentare la base imponibile) avevano già dato ottimi frutti."

(www.ilsole24ore.com)

"... la revisione del catasto, che, se riceverà l’approvazione delle Camere, farà salire il valore [quello catastale ovviamente ndr] degli immobili di più della metà (per la precisione del 60%). Con i nuovi criteri di determinazione dei valori catastali, l’acquisto d’immobili (soprattutto per i titolari di mutui) potrebbe, quindi, diventare un investimento ancora più oneroso di quanto già non lo sia ora.
...
I nuovi criteri determineranno, inoltre, una rivalutazione media più alta del 60%, con un forte incremento delle imposte a carico dei proprietari (mutuatari inclusi).

Non mancheranno, però, i meccanismi di tutela qualora l’Agenzia delle Entrate dovesse stabilire un valore troppo elevato in considerazione dei fattori sopra elencati. Nel caso in cui quest’eventualità si verifichi, il contribuente si vedrà comunque riconosciuta la possibilità di presentare ricorso al Tar o, in alternativa, alle commissioni tributarie competenti."

(www.wallstreetitalia.com)

Tanti auguri a coloro che presenteranno ricorso.
In realtà la problematica dell'aumento della rendita e valore catastale non è l'unica. Passare la verifica degli atti catastali dagli uffici provinciali del Catasto a quelli comunali, non significa che questa venga velocizzata, semplificata e soprattutto non esclude errori. I comuni potrebbero non impegnarsi troppo in queste verifiche, nel caso non ne ricavassero molto a livello fiscale. Attualmente con l'Imu lo Stato fa la parte del leone, ai comuni rimangono le briciole. Ora rimarranno anche le grane...

Anche perché se i dipendenti provinciali del Catasto attualmente sono impegnati nella sua normale gestione quotidiana, trasferendo tali funzioni di controllo ai comuni, questi dovrebbero dedicare una parte del loro personale alla verifica dei dati catastali, sottraendoli ad altre funzioni. Difficilmente i comuni presi nella morsa del patto di stabilità potranno assumere nuovo personale. Insomma la normativa presenta molte ombre sull'effettiva capacità di gestione del catasto a livello comunale.

Sul Sole24ore i capisaldi della riforma fino al momento.

La vera speranza dei cittadini tartassati è che il passaggio da vani a metri quadri prosegua lentamente e fra mille difficoltà. Perché ovviamente questa bella pensata giunge nel momento più sbagliato. Gli immobili stanno vigorosamente perdendo valore, non certo per l'Imu, ma piuttosto perché le banche hanno smesso di erogare mutui al 110% del valore immobiliare. Anzi hanno proprio smesso di erogare mutui. Inoltre questa riforma non aiuterà sicuramente l'industria edilizia.

"Che l'IMU fosse solo un "assaggino" delle ramazzate in arrivo sulla Casa....i più svegli l'avevano già capito da tempo...Questa Italia ormai è FALLITA...
STRITOLATA
...
Cosa rimane dunque da fare?
Ma naturalmente FARE CASSA per tenere in piedi una situazione ormai insostenibile.

E mentre nel Mondo TUTTI stanno sostenendo i prezzi delle Case perfino in modo esagerato (ovvero rigonfiando Bolle) ma con il conseguente effetto wealth nei bilanci delle banche e delle famiglie
noi qui in Italia cosa facciamo?
Disintegriamo in pochi anni il principale asset sul quale si basa il credito alle imprese, sul quale sono concentrati i risparmiatori italiani (anche quelli piccoli)
senza SOSTITUIRLO CON UN CAZZO ovvero senza la contropartita di profonde riforme che ci aprano delle alternative percorribili
ma solo PER FARE CASSA nel modo più rapido e semplice possibile.
...
Se si realizzerà il BOMBARDAMENTO A TAPPETO della Riforma del Catasto
(che tra parentesi offrirebbe ad uno Stato Fallito&inefficiente e ad un Fisco "da esproprio" l'ENNESIMO "algoritmo" ARBITRARIO...)
io posso solo suggeririvi soluzioni PERSONALI e darvi alcuni consigli PRAGMATICI (infatti purtroppo sul contesto generale non possiamo più influire, visto che comanda saldamente una Casta Oligarchica ed autoreferenziale)
1- Vendete tutte le case che avete in Italia, SUBITO!
...
2- Chi compra Casa di questi tempi pensando di fare un affare...è un PIRLA oppure sta scialando i soldi di papà che non ha sudato.
...
E' inutile continuare a fingersi un Mondo che ormai non c'è più: l'Italia sta camminando in modo spedito sulla Greek Way senza che nessuna forza politica stia facendo nulla per bloccare ed invertire la tendenza (anzi...fanno l'esatto contrario...).
Dunque ci stiamo IMPOVERENDO
ed in un Paese Povero comprarsi la Prima Casa non è più una priorità primaria
ma è un LUSSO che non tutti possono permettersi...
e le priorità diventano BEN ALTRE.
...
penso che se l'80% dei Berlinesi se ne sta in affitto (anche quelli benestanti), possiamo benissimo adattarci anche noi italiani...alla faccia della nostra mania nazionale della casa di proprietà.

Le casette COME INVESTIMENTO ormai vanno comprate ALTROVE, in giro per il Mondo...nei Paesi dov'è c'è CRESCITA
e NON in Un Paese in fase di DECLINO ed impoverimento."

(www.ilgrandebluff.info)

Ma forse ormai vendere non è più il consiglio giusto. Si rischia di rimetterci o comunque di metterci troppo tempo. Gli investimenti immobiliari sono una trappola, non si possono spostare a piacimento e disfarsene facilmente. Ma sono una trappola anche per lo Stato, perché le tasse su di essi (dette patrimoniali) in realtà si ripercuotono sulle rendite da lavoro. Superato un certo limite molti proprietari non avranno più risorse per pagare. Allo Stato non rimane che rivalersi sull'immobile stesso confiscandolo, che svenduto in asta perderà valore e trascinerà al ribasso tutti i valori immobiliari. In un continuo precipitare verso il basso.

Fino ad oggi abbiamo avuto sostanzialmente valori reali di gran lunga superiori a quelli catastali. Dopo la riforma potremmo ritrovarci invece con valori catastali sopravvalutati rispetto a quelli reali in caduta libera. Una situazione per cui banche e Stato potranno affermare ipocritamente che la ricchezza degli italiani assomma 3 o 4 volte il debito pubblico e quindi non ci sono problemi. I conti torneranno per l'Europa, per Saccomanni, per Letta, ma non per i cittadini italiani.

Nessun commento:

Posta un commento