mercoledì 24 luglio 2013

Rivolte e rivoluzioni rimandate

(tassi Btp in discesa a 4,37%)

Si continua a ripetere che tutto dove crollare con effetti sociali devastanti fra estate ed autunno. L'aveva predetto Grillo e in effetti osservando i dati dell'economia e la situazione dei conti pubblici è inequivocabile la nostra corsa verso il default. Lo ha ripetuto di recente anche il guru bis del Movimento Casaleggio:

"Io penso che il Paese avrà nei prossimi mesi, non so quanti, uno shock economico. Uno shock che potrebbe portare a una ridefinizione della rappresentanza politica, cioè non quella attuale, oppure a uno spostamento della politica da problemi politici a problemi di carattere sociale: disordini, rivolte. Quindi qualcosa che non può essere dominato dalla politica", dice Gianroberto Casaleggio in un'intervista a Gianluigi Nuzzi per la rassegna letteraria Ponza d'autore, pubblicata sul blog di Beppe Grillo."
(www.rainews24.it)

Persino il ministro Delrio da manforte ai grillini:

"Graziano Delrio, che dà ragione a Casaleggio, il guru del Movimento 5 Stelle, sul fatto che la persistente crisi e la mancanza di soluzioni politiche drastiche potrebbe provocare esplosioni di rabbia popolare questo autunno.
...
l'eventuale eliminazione dell'Imu (o un suo ridimensionamento) "non muoveranno di una virgola il Pil del paese".
I problemi sono ben altri, tra cui il saldo dei debiti della Pubblica Amministrazione con le imprese e lo sblocco del patto di stabilità almeno per le opere strategiche."

(www.wallstreetitalia.com)

E'  vero che la situazione dell'Italia rimane difficile come ormai sempre più i dati economici evidenziano di giorno in giorno:

"Oplà, debito pubblico record in Italia nel primo trimestre del 2013.

Secondo Eurostat, il rapporto debito/pil ha raggiunto quota 130,3%, contro il 127% dell’ultimo trimestre del 2012 ed il 123,8% del primo trimestre dello scorso anno. In termini assoluti, il debito pubblico italiano nei primi tre mesi del 2013 e’ stato di 2.034.763 miliardi.
...
Fra i Paesi membri, il debito piu’ alto e’ stato registrato in Grecia (160,5%), Italia (130,3%), Portogallo (127,2%) e Irlanda (125,1%)"

(www.finanzaelambrusco.it)

Ciò non di meno non è detto che la situazione politico-economica e sociale in Italia precipiti dall'oggi al domani. Malgrado tutti strillino al crollo imminente, comincio a pensare invece che la rivoluzione sarà rimandata ancora, e la casta prolungherà la sua esistenza dorata.
Su Rischio Calcolato ci si chiedeva: "Sarà Bancarotta o un Lenta Agonia?"

Mi perdonerete se tolgo dal novero delle possibilità un ritorno dell’Italia alla crescita economica e al risanamento dei conti pubblici in condizioni di solvibilità.

L’unico dubbio che ho è se ci aspettano 10-20 anni di inesorabile declino, oppure si arrivi ad un punto di svolta traumatico che faccia pulizia anche se ad un costo immediato altissimo e spesso ingiusto.

In altre parole dobbiamo chiederci quanto spazio abbia lo Stato Parassitario Italiano per alzare ancora la pressione fiscale ed andare avanti senza distruggere completamente l’economia e il tessuto sociale italiano.

I primi dati sulle entrate fiscali del 2013 suggeriscono che siamo arrivati senza dubbio ad una reale difficoltà per lo Stato ad aumentare le entrate fiscali, nei primi 5 mesi dell’anno le entrate sono aumentate in valore assoluto si solo lo 0,7% in termini reali, cioè contando l’inflazione, si tratta di una diminuzione di risorse drenate dal fisco. E per ben 2 mesi su 5 le entrate sono effettivamente diminuite rispetto allo stesso mese dell’anno precedente."

(www.rischiocalcolato.it)

In effetti pensavo anche io ad un rapido deterioramento e quindi alla caduta improvvisa del sistema. Ma potrebbe esserci una terza possibilità. Il governo Letta rimandando e non facendo potrebbe portare a questo risultato: nessun aumento sensibile di imposte e crescita sempre latitante. Cioè una specie di stasi, quindi il prolungamento dell'agonia prospettata su RischioCalcolato.

Questa sensazione mi deriva dalle vicende internazionali che da un lato vedono continuare l'euforia (anche se un po' titubante) nella borsa Usa e dall'altra hanno visto la vittoria di Abe in Giappone, cioè la vittoria della filosofia economica del Quantitative easing. Questo significa che per l'estate e per l'autunno continueranno le politiche di espansione monetaria internazionali. Questo clima dovrebbe dare una certa tregua ai mercati e quindi anche ai titoli di Stato italiano e relativo spread. Il primo intoppo potrebbe esserci a settembre quando pare la Fed comincerà a "tirare i remi in barca", anche se sarà solo un ridimensionamento dei Qe e non una cessazione di tale politica economica.

Il Giappone comunque è importante. I suoi Qe sono stati alla base della discesa dello spread dei Piigs dei mesi scorsi.

"Assoluto vincitore delle elezioni di ieri, il primo ministro conservatore Shinzo Abe ha ormai nelle sue mani il controllo totale del parlamento bicamerale del Giappone.
...
Libero da qualsiasi vioncolo elettorale per i prossimi tre anni, Shinzo Abe, il cui paese ha mostrato i primi timidi segni di ripresa economica, punterà tutto sulla sua "Abenomics", un mix di spesa pubblica massiccia, di deregulation e di politica monetaria morbida."

(www.wallstreetitalia.com)

Tre capisaldi della nuova politica economica del Giappone: stampa di denaro per acquisto di titoli di Stato e per svalutare lo yen (in tipico stile Fed); aumento della spesa pubblica, che provoca aumento di Pil ed è una vera forma di politica Keynesiana, che negli Usa invece non viene praticata; una politica di semplificazioni, speriamo vera e non all'italiana...

Pertanto continueranno ad arrivare dall'estero afflussi di capitali in cerca di rendimenti che manterranno ancora gli interessi sul nostro debito ad un livello accettabile, malgrado da noi la crescita sarà sempre inesistente. Il grafico in testa al post sembra provare un inizio di discesa dei tassi di interesse dei Btp verso il 4%, cioè la quota raggiunta con i Qe del Giappone nei mesi scorsi.

Il nostro destino, comunque sia, è tutto nelle mani del governo ora, più che in passato. Se sarà inasprita la pressione fiscale, si farà un ulteriore passa verso la voragine. Se invece Letta continuerà a "tirare a campare" come fatto finora, probabilmente il collasso dell'Italia verrà rimandato.
In certe situazioni è meglio non fare nulla che fare cose pessime, come ha dimostrato sbagliando il governo Monti. Forse i continui rimandi di decisioni del governo servono proprio a questo, evitare di peggiorare una situazione già pessima, pur avendo le mani legate dall'Europa.

Se tutto rimane bloccato a livello governativo, se l'"Abenomic" continuerà a macinare record e gonfiare bolle, l'Italia è destinata a rimanere ancora per un po' fra il galleggiare e l'affondare, in una situazione di attesa snervate da fortezza Bastiani, dell'arrivo dal deserto dell'esercito dei Tartari. Nella scomoda situazione della Concordia all'isola del Giglio: ne su ne giù.
Questo permetterà alla casta politica di non perdere ulteriore consenso e quindi di mantenere il potere contro i movimenti alla Grillo che si troveranno ad annunciare pericoli che poi non arriveranno. Almeno per ora.
La rivoluzione è di nuovo rimandata.

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