venerdì 5 luglio 2013

Egitto abbandonato a se stesso


Quello che più mi lascia perplesso di tutta la situazione egiziana, ai limiti di legalità e democrazia (o forse li ha superati?) è la completa indifferenza delle cancellerie europee e di Bruxelles.

Tutta l'Europa è concentrata sullo spionaggio interno fra alleati condotto dagli Usa. Forse la ragione è che lo spione pentito Snowden ha con se molti segreti che potrebbero se non fare paura, infastidire parecchio le cancellerie europee.

Un'Europa divenuta di colpo un luogo tristissimo in cui vivere, dove si continua testardamente a proseguire una deleteria politica dell'austerità che distrugge intere nazioni. Un'Europa che inoltre si disinteressa ormai da decenni di quel che accade sulla sponda sud del Mediterraneo. Come se non fossero i suoi confini naturali, ma regioni lontane come isole polinesiane.
Anzi peggio, si disinteressa quando dovrebbe impegnarsi diplomaticamente, ma interviene in fretta e in ordine sparso se deve bombardare (vedi alla voce Libia).

Nessuno, in queste ore, che abbia chiesto dei chiarimenti agli ambasciatori egiziani, nessuno comprese le istituzioni europee che abbia timidamente offerto una mediazione ed un aiuto al popolo egiziano per venir fuori dal proprio impasse demo-rivoluzionario.
Aiuto che magari sarebbe stato rifiutato, ma che avrebbe dato agli egiziani il conforto di sapere di appartenere ad una comunità internazionale che si preoccupa e solidarizza con chi è nei guai.

Salvo poi prendersela con le guardie costiere di queste nazioni, quando le sponde del sud Europa sono prese d'assalto dai barconi di profughi.
Nella latitanza dell'Europa non c'è solo mancanza di solidarietà, di interesse per i suoi confinanti, c'è anche una abbondante miopia politica.

Si tratta di concetti semplici che valgono nella vita di tutto i giorni. A molti è capitato di abitare al confine con vicini problematici. Ma molto spesso dimostrarsi amichevoli ed offrirsi per un aiuto risolve molte situazioni invece di chiudersi in casa indifferenti e attendere che qualcuno chiami i vigili.

E sperabile che l'Egitto risolva i suoi problemi istituzionali, che in definitiva sono causati dalla profonda crisi economica. Notizia questa che trapela pochissimo a livello ufficiale.

"L’autocensura è stata quella di non aver mai detto chiaramente e non solo di sfuggita che i cambiamenti sono stati messi in moto dalla crisi economica che colpisce l’Egitto con la stessa forza che altrove e che devasta le pochissime sicurezze acquisite sotto i regimi precedenti. Non era possibile equivocare: solo quest’anno in Egitto vi sono state una quarantina di grandi manifestazioni al giorno, quasi tutte per protestare contro le condizioni economiche e le mancate risposte del governo Morsi, ci sono stati circa 4000 scioperi e sono nati non meno 50 nuovi sindacati e centinaia di nuovi movimenti. Cancellare tutto tutto questo e ridurlo alla battaglia tra laici, esercito e Fratelli mussulmani, tra democrazia formale e vecchie tentazioni, significa semplicemente aver tolto l’humus nel quale crescono i cambiamenti."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)


"Quando la moneta muore, il sangue scorre per le strade.
...
Non avevo afferrato bene il senso della frase a quel tempo, vedendo quanto sta accadendo in Egitto mi è più chiaro.

L’Egitto è un paese la cui stragrande maggioranza dei cittadini vive sulla soglia della sussistenza. Oltretutto non produce abbastanza derrate alimentari per il consumo interno e qunsi dipende dall’importazione di materie prime agricole.

La lenta morte della Sterlina Egiziana sta condannando alla fame milioni di egiziani."

(www.rischiocalcolato.it)

L'Egitto è sempre stata una nazione affidabile e stabile. Dopo la guerra con Israele si è trasformato in un paese responsabile come pochi in ambito islamico. Ma non è detto che la zona non esploda come una polveriera come è avvenuto in Libia e Siria. Meglio prevenire con la diplomazia che dopo intervenire con le portaerei. Che poi noi Italiani ci finiamo sempre in mezzo...

E pensare che Europa ed Egitto sono sempre stati fortemente connessi e umanamente, storicamente vicini. Agli europei piace fare le vacanze sul Mar Rosso e lungo il Nilo sognando i Faraoni. Ma poi quando finisce il divertimento preferiscono girarsi da un'altra parte e cambiare meta turistica. Non è così che dovrebbe comportarsi una sedicente superpotenza, e soprattutto l'Europa che dall'alto dell'esperienza dei suoi numerosi errori storici, dovrebbe aiutare gli altri a non commetterne.

Ma non c'è nulla da fare. Da quando la politica ha abdicato in favore dei banchieri, non ci si preoccupa d'altro che di banche, debiti, spread... dei popoli chi se ne frega. Non solo di quelli ai confini, anche intere popolazioni europee sono state abbandonate al loro destino.
Ieri è bastato un sorriso di Draghi per portare nuovamente il sole in Europa, ma se il Presidente della Bce starnutisce tutti si prendono l'influenza. I politici? Si nascondono dietro le poltrone dei banchieri e tacciono se non sono interpellati.

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