venerdì 26 luglio 2013

Petrus romanus


La mia religiosità è piuttosto blanda. Anzi quasi inesistente. Per questo quello che scriverò qui sul Papa ha una valenza maggiore. Più ascolto e vedo all'opera Papa Francesco, il suo stile di pontificato, più mi torna in mente la profezia di Malachia. Non so se queste profezie si possano banalmente catalogare fra le tante leggende non provate dell'esoterismo. Per quanto mi riguarda, le trovo semplici, dirette e per questo ancora più incisive di quelle confuse ed ampollose di molti così detti veggenti.

"Intorno al 1140 il vescovo Irlandese Malachia profetizzò le successioni papali, sino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla terra per riprendere le chiavi della Chiesa; secondo alcuni queste profezie sono state scritte con la collaborazione ispirata di San Bernardo. Furono pubblicate per la prima volta dal benedettino dom Arnold Wion nel 1595 nel suo libro "Lignum Vitae". Quello che è strano è che, finora, la stragrande maggioranza di queste profezie si è avverata. Le profezie di Malachia si riferiscono per lo più al luogo di provenienza dei pontefici, allo stemma della famiglia o anche a eventi storici che caratterizzeranno il suo pontificato. Esse sono costituite da 111 motti latini che descrivono in maniera impressionante i 111 papi che si sarebbero avvicendati sul trono di Pietro dal 1143 fino alla fine dei tempi. Che pensare di questo singolare elenco di profezie? Siamo di fronte al divertissement di un monaco o, come suggerisce Vittorio Messori, siamo di fronte a qualche enigmatico "segnale" dall'alto? La maggioranza della critica è schierata ovviamente con l'ipotesi della mistificazione: nel sito del CICAP, per esempio, si legge che « il documento è considerato falso anche da molte fonti ecclesiastiche, perché è molto dubbia l'autenticità della sua datazione. Il fatto che per quattrocento anni nessuno ne parli, compreso San Bernardo, che scrisse la Vita di Malachia, è molto sospetto. Anche il fatto che l'elenco include degli antipapi sembrerebbe porre dubbi sull'autenticità del documento. » Tutto vero, ma la questione è ben lungi dall'essere risolta e, probabilmente, non lo sarà mai."
(www.fmboschetto.it)

Alcuni di questi papi profetizzati, identificati con un nome latino in stile "nikname", lasciano perplessi anche i non credenti. Sembra che queste profezie si adattino abbastanza bene al carattere ed alle opere di papi veramente esistiti. Per esempio gli ultimi, i più mediaticamente esposti in questi anni, sembrano essere stati veramente previsti dal sedicente profeta Malachia:

"107 Pastor et nauta - Giovanni XXIII (1958-1963)
Angelo Roncalli era di umili origini (pastor), fu Patriarca di Venezia (nauta) e traghettò la Chiesa nel mare ignoto della modernità attraverso il Concilio Vaticano II. Una curiosità: tra i papabili del Conclave del 1958 c'era il cardinale francoarmeno Agagianian, il quale sullo stemma aveva un pastore e un'ancora. Se fosse stato eletto lui, la profezia si sarebbe realizzata davvero in modo clamoroso! 

108 Flos florum - 
Paolo VI (1963-1978)
"Flos Florum", cioè fiore dei fiori, secondo il simbolismo floreale è il giglio. Nello stemma di Giovanbattista Montini appaiono difatti tre gigli.

109 De medietate lunae - 
Giovanni Paolo I (1978)
Il pontificato di Albino Luciani, già Patriarca di Venezia, è definito "il tempo di una luna" con riferimento al mese lunare. Infatti il suo pontificato durò dal 26 agosto al 28 Settembre 1978: solo 33 giorni! Alcuni però hanno contestato quest'attribuzione, essendo la durata di mezzo mese lunare di soli 14 giorni. Forse il "medietate" del motto va invece inteso come "mediazione", nel senso di un pontificato di transizione data la sua brevità. Anche il nome al secolo del pontefice dà adito a suggestive speculazioni, alludendo a "luce albina", cioè bianca, ovvero al pallido candore della Luna.

110 De labore solis - 
Giovanni Paolo II (1978 - 2005)
Karol Wojtyla verrà ricordato come il papa polacco, e molto probabilmente Malachia si riferisce al fatto che egli proviene da un paese dell'est (levante del sole); ma c'è anche chi ha appuntato l'attenzione sull'enorme lavoro di diffusione della fede intrapreso durante il suo pontificato: egli è il Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo, ed ha portato la Chiesa a possedere un "regno" su cui sembra non tramontare mai il sole. Meno probabile appare invece l'interpretazione secondo cui Giovanni Paolo II veniva da quella Cracovia in cui Copernico "faticò" per dimostrare la validità del suo sistema eliocentrico.

111 De gloria olivae - 
Benedetto XVI (2005 - 2013)
Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell'ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: "egli", ha detto Ratzinger, "fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio".

Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell'ordine benedettino sono noti anche come "olivetani". Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell'Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall'ingresso in Gerusalemme fino all'arresto!"


Da non credente e scettico ammetto che l'accostamento di Benedetto XVI con "De gloria olivae" mi risulta il più ostico. A meno che ci siano questioni che non sono ancora pubblicamente note che riguardano l'ex Papa ancora vivente. Potrebbe aver contribuito a mantenere la pace in qualche landa del mondo? Viste le vicende libiche a pochi chilometri dall'Italia sembrerebbe di no, ma tutto è possibile.

E Papa Francesco come dovrebbe essere identificato secondo il veggente Malachia?

"Petrus romanus

L'ultimo papa prima della fine del mondo. Il nome è quanto mai suggestivo: mentre Pietro I fu il primo pastore della Chiesa cattolica, detentore delle chiavi del cielo, Pietro II dovrà restituire il mandato e chiudere per sempre le porte del mondo. A quest'ultimo papa che chiude la profezia, Malachia ha voluto dedicare non un solo motto, ma alcuni versi latini:

"In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."

La traduzione è la seguente: "Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia.""


L'attuale Papa in carica non si chiama Pietro e non è neppure romano:

"Papa Francesco  (in latino: Franciscus PP., in spagnolo: Francisco, nato Jorge Mario Bergoglio; Buenos Aires, 17 dicembre 1936) è dal 13 marzo 2013 il 266º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica ... Nato in una famiglia di origini italiane, specificamente piemontesi (il nonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro; attualmente vi vivono ancora alcuni parenti),"

Osservando però il Papa salire la scaletta dell'aereo per il Brasile portandosi la valigia a mano, come un viaggiatore qualsiasi, ho immediatamente pensato: questo è un uomo semplice, un uomo umile ed onesto, questo è un uomo, non un potente, non un "divo".
Tutto il suo pontificato sembra improntato alla semplicità, all'umanità e alla vicinanza con i più umili.

Non mette barriere fra la figura del pontefice e i fedeli che si avvicinano a lui. Non teme le folle, anzi le cerca e non lesina abbracci e strette di mano. Non cerca gli agi a cui dovrebbe avere diritto quale ultimo sovrano sul trono Vaticano. Sta cercando di mettere ordine nelle opache vicende dello Ior, la banca vaticana: non è detto che ci riesca ma è la prima volta che un Papa in pratica denuncia le trame oscure nel Vaticano e dei suoi "papi neri" od occulti.

Forse, anche se il suo nome Francesco è ispirato dal santo patrono d'Italia, uno dei più ammirati anche dai non credenti, non è sbagliato accostare la sua figura anche al Pietro apostolo ritenuto primo vescovo di Roma.

Si sa che in realtà è più probabile che l'organizzazione della Chiesa sia da far risalire a Paolo. Un apostolo postumo che vide Gesù solo in visione. Questi non fece mai della povertà e semplicità la sua arma vincente, ma piuttosto adoperò l'eloquenza e la testardaggine. Paolo non era povero ed usò la sua ricchezza per viaggiare e fare proselitismo. Luca, uno dei quattro evangelisti, era probabilmente il suo medico personale. Paolo era un po' "figlio di papà", cioè figlio di un "industriale" dell'epoca che aveva commesse importanti per l'esercito romano. Il fatto di appartenere ad una casta elevata lo salvò molte volte dalla morte che spettava a chi professava la nuova religione cristiana.

Dell'apostolo Pietro non si sa molto al di la di quanto narrano i vangeli. Pietro, cioè Simone detto "Cefa" (Sasso) era un uomo semplice di professione pescatore. Per i detrattori dei vangeli il rude soprannome Cefa sta a significare che Gesù era effettivamente circondato da rivoluzionari dediti anche ad azioni violente. Ma potrebbe anche essere un soprannome che nasconde una certa durezza di carattere, di un uomo abituato ad essere fedele alle proprie idee di giustizia e duro con chi si comportava ingiustamente. Con chi commetteva soprusi verso i più deboli.

Non è del tutto provato che Pietro si sia mai recato a Roma e che abbia fondato li una comunità cristiana. Ma se è vera la tradizione secondo cui fu lo stesso Gesù a nominarlo suo erede, allora dobbiamo pensare che fosse fra i discepoli, la persona più simile al personaggio Gesù. La persona più vicina alle idee, alla filosofia di vita, al modo di interpretare la religiosità che intendeva il fondatore del cristianesimo.

La stessa filosofia di vita, le stesse idee di giustizia e pace che nel medioevo tentò di interpretare con tutta le sua persona San Francesco, un santo un po' hippie, stravagante, controcorrente, ma sicuramente semplice, coraggioso e fedele alla idee di giustizia alla base del cristianesimo.

Il nuovo Papa non potrà spogliarsi delle ricchezze come fece San Francesco e nemmeno del potere pontificio. Può invece, come sta facendo, ripudiare ricchezze opache e i simboli del potere che aumentano la distanza fra la Chiesa e i suoi fedeli. E forse potrà meglio di S. Francesco, assomigliare a Pietro, il primo apostolo di Gesù, il suo erede. In questo senso mi pare che Papa Francesco si adatti alla perfezione alla profezia di Malachia: è un nuovo Pietro, un nuovo ri-fondatore della Chiesa, un uomo semplice, forse duro come "Cefa" ma pronto a difendere la giustizia cristiana anche con la vicinanza verso chi subisce più soprusi, chi è più sfortunato. Questo è un Papa umile, vicino ai poveri, probabilmente come lo era il pescatore Pietro.

Se Malachia ci ha veramente azzeccato, allora è meglio cominciare a preoccuparsi. Petrus romanus è l'ultimo dell'elenco. La profezia non preannuncia nulla di buono per i prossimi anni.

Nessun commento:

Posta un commento