"Ce l'abbiamo fatta! Commissione Ue annuncia ora ok a più flessibilità x prossimi bilanci x paesi come Italia con conti in ordine"
Il cinguettio governativo su Twitter.
Grande esultanza di Letta, che dopo la violenta stretta sull'Italia è contento della medaglia che l'Europa ci ha messo al petto per aver sopportato il carico senza fiatare, come in quella barzelletta di quel tale che mentre veniva sodomizzato stava in silenzio per non dare soddisfazione al violentatore.
"Per i Paesi usciti dalla procedura di deficit eccessivo - e quindi anche per l'Italia - arriva una maggiore flessibilità di bilancio, con riferimento al 2014, per effettuare investimenti che consentano di agganciare la ripresa.
La Commissione Ue «consentirà deviazioni temporanee dal raggiungimento dell'obiettivo di medio termine» che consentiranno «investimenti pubblici produttivi», cofinanziati dalla Ue. Lo ha annunciato a Strasburgo il presidente Josè Barroso e oggi il commissario Olli Rehn scriverà ai ministri per spiegare il nuovo approccio.
Una boccata d'ossigeno, dunque, anche se è la stessa Commissione, per voce di Simon ÒConnor (portavoce del commissario Ue agli affari economici Olli Rehn) a chiarire che la flessibilità sull'uso di investimenti produttivi «in nessuna circostanza permette agli stati membri di sforare il limite del 3% del rapporto deficit-Pil»."
(www.ilsole24ore.com)
La classica vittoria di Pirro/Pirla. Naturalmente il giornale di Confindustria si è fatto due conti, e per vergogna o per dignità ha tolto dalla prima pagina on-line la notizia. Le elemosine del resto si fanno e si accettano nell'anonimato, non vengono pubblicizzate.
"A conti fatti per noi la partita può valere dai 7 agli 8 miliardi.
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Poiché nel 2014, stando alle previsioni più aggiornate, il nostro deficit nominale (dunque senza considerare gli effetti del ciclo economico) dovrebbe attestarsi nei dintorni del 2,3% del Pil, avremo un margine di circa lo 0,5% in più, appunto tra i 7 e gli 8 miliardi, restando comunque al di sotto del limite massimo del 3%
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in sede europea non è stata ancora raggiunta un'intesa su cosa si debba espressamente intendere per investimento pubblico produttivo.
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Nessun assegno in bianco, in ogni caso, né "tesoretti" che magicamente si materializzano così da poter finanziare la manovra sull'Imu o sull'Iva."
(www.ilsole24ore.com)
Quindi come al solito più propaganda che fatti. Indubbiamente sempre meglio investire otto miliardi per l'occupazione, piuttosto che i previsti 1,5 con il piano recentemente lanciato dal governo (vedi: "Italia paese privo di sovranità").
Ma appunto non è chiaro come dovranno essere investite queste risorse. Ho la sensazione che al governo stiano pensando ad utilizzi tipo Tav, Mose, pedemontane varie. In quel caso più che investimenti, sarebbero il solito tangentificio, questa volta sponsorizzato direttamente dall'Europa. Del resto con il calo dei trasferimenti agli enti locali, con le strette di bilancio, anche la mazzetta risente della crisi. Bisogna rivitalizzare il Pil in qualche modo...
"... davvero non si capisce di cosa abbia da rallegrarsi Letta che annuncia urbi et orbi la buona novella: “Il governo italiano raccoglie con grande soddisfazione un risultato importante, forse il più importante di tutti nel rapporto con le Istituzioni europee”.
Ma di che sta parlando? Innanzitutto del fatto che l’Europa ha bocciato senza appello la proposta italiana di poter estrapolare dal bilancio gli investimenti produttivi, non ha applicato all’Italia l’elasticità mostrata per Spagna e Francia sul deficit: il grande risultato sarebbe che si potrebbero forse consentire alcuni investimenti episodici, sempre comunque “sorvegliati” da Bruxelles.
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Quindi robetta per un Italia che è ormai con l’acqua alla gola e in piena deindustrializzazione. Anzi praticamente nulla, perché subito dopo questa caramella stantia, è intervenuto Olli Rehn a spiegare che comunque non si potrà superare il 3% del rapporto deficit- Pil. E allora?"
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)
Non solo, ma mi chiedo come si farà il prossimo anno a sostenere un avanzo di 50 miliardi per il fiscal compact e un'altra 50ina di miliardi svaniti dal Pil (previsto almeno -2%, ma sarà di più a consuntivo) avendo in tasca questa mega vittoria dello zero virgola. Siamo alla follia pura. Eppure Letta potrà andare nei telegiornali a dire di aver ottenuto un grande risultato grazie al fatto che l'Italia ha rispettato i parametri di Bruxelles, invece di sbattere i pugni sul tavolo. Ma forse i nostri grandi statisti non vogliono far rumore mentre vengono sodomizzati per non dare soddisfazione alle Troike varie.
E mentre Letta esultava, ritornava a galla la verità sui salvataggi finti dell'Europa, anzi salvataggi trasformati in killeraggio, con la paura che si diffondeva nelle borse per la tenuta del "già risalvato" Portogallo. Ricordo benissimo quando Monti con infinita faccia tosta andava in televisione ad annunciare che la crisi era finita perché del resto la Troika aveva già salvato il Portogallo. Ma dove? Ma quando? Nessuno osava chiederglielo. Il Portogallo come la Grecia (e pare ora anche l'Irlanda) è un morto che cammina. E anche l'Italia e la Spagna hanno un aspetto leggermente cadaverico.
C'è poca da esultare, lo sfascio causato dall'austerità continua. E non saranno otto miliardi evanescenti come un fantasma a darci qualche speranza in più. Il tracollo dell'Italia è continuo. Da quando siamo nell'euro, il paese ha perduto circa il 20-25% della sua forza produttiva. Questo significa che di miliardi ne dovremmo ottenere almeno 400 dall'Europa per rivitalizzare un'economia asfittica.
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