martedì 30 luglio 2013

Welfare e burocrazia: ma che c'azzecca?


Rischio Calcolato è un sito economico di "destra pentita", nel senso che non avalla le politiche di sinistra di investimenti pubblici e lotte sindacali, ma comunque si scaglia molto spesso contro il berlusconismo. Il punto forte del sito sono le sue analisi economico-politiche, anche se ora sono in parte migrate su Scenarieconomici.it.

Ma a volte i redattori si fanno prendere da un isterismo tipicamente destraiolo e se ne escono con articoli di questo tipo:

"GB. Ripresa duratura in atto. Bastava ridurre Burocrazia e Welfare: Semplice, no?

Il Governo Cameron ha ridotto in modo consistente la burocrazia ed il welfare, riportandolo ad una dimensione più ragionevole, anche se ancora del tutto spropositata, e la risposta é evidente: é il secondo trimestre consecutivo che il Pil aumenta.

Si potrebbe dire che non sarebbe servita una grande perspicacia per comprendere un concetto così banale. Ma mica tutti ci arrivano."

(www.rischiocalcolato.it)

Ok per la burocrazia ma il welfare inglese cosa c'entra con l'inesistente o quasi welfare italiano? E poi i due "mostri" nemici della libera iniziativa privata, messi così paiono complementari. Sembra che welfare e burocrazia vadano a braccetto, l'eliminazione di uno comporta la cancellazione dell'altro. In realtà si tratta di entità diverse: la Svezia ha un welfare imponente e una burocrazia snella, tanto per fare un esempio. L'Italia ha un welfare smilzo, e una burocrazia imponente. In Italia servirebbe molto di più un bel taglio alla burocrazia che al welfare.

Semmai il welfare italiano risulta troppo costoso rispetto ai servizi erogati. E la burocrazia esasperata rientra nel novero dei costi eccessivi.

Anche perché se poi si legge l'articolo citato da Rischio Calcolato ci si accorge che le cose fatte in Inghilterra non sono ripetibili in Italia. Li Cameron ha ridotto i sussidi di disoccupazione che nella forma inglese, in Italia non sono mai esistiti. Quindi questo taglio al welfare in Italia è stato fatto da sempre:
"La riforma prevede quindi una più attenta redistribuzione degli assegni per i disoccupati e le famiglie a basso reddito, criteri più ristretti e un conseguente risparmio per lo stato."

E poi altro che riduzione della burocrazia, Cameron sembra piuttosto emulare Monti o Tremonti con i tagli pubblici attraverso il "patto di stabilità", però eseguiti a Londra con più incisività e secondo me con maggior diseguaglianza sociale:

"Cambia radicalmente anche il sistema sanitario nazionale. I Primary Care Trust – strutture sanitarie pubbliche analoghe alle ASL italiane che gestiscono i servizi di cure primarie e assorbono circa l’80 per cento dei fondi disponibili – verranno sostituiti da consorzi privati di medici, infermieri e professionisti, che gestiranno le risorse dello stato per comprare farmaci, macchinari e garantire i servizi e le cure ai pazienti. Sarà possibile comprare da qualsiasi fornitore, a patto che siano rispettati gli standard e i costi stabiliti dal sistema sanitario nazionale."
(www.ilpost.it)

Forse il pezzo di riforma inglese che esalta i vendicativi destrofili italiani è questo:

"I licenziamenti nel settore pubblico permetteranno allo Stato di risparmiare circa 5 miliardi di sterline da qui al 2015.
...
Una seconda tranche di riforme entrerà in vigore lunedì prossimo, 8 aprile. Tra queste c’è il Personal Independence Payment, un nuovo modo di calcolare i sussidi per le persone disabili: non più in base alla malattia ma in base al modo e alle conseguenze in cui la persona ne viene limitata e danneggiata. Per ottenerlo non basteranno documenti scritti ma saranno necessarie verifiche fatte di persona."

(www.ilpost.it)

Che poi questo taglio ai sussidi dei disabili sembra invece smentire clamorosamente il titolo del post di RischioCalcolato. Infatti non basteranno più i certificati ma si dovranno effettuare nuove visite mediche. Quindi nuovi iter burocratici e perdite di tempo.

E poi ancora tagli in Monti-style:

"L’ultima importante misura entrerà in vigore il 28 aprile. È il cosiddetto credito universale, un unico sussidio che accorpa quelle che finora erano sei diverse fonti di reddito per i disoccupati. L’obiettivo è offrire incentivi a cercare lavoro ai disoccupati e spingere i lavoratori part time e coprire più ore."

Il welfare italiano è impostato in modo diverso. Tende a sostenere chi ha già un lavoro o ha lavorato di recente. In passato non sono mancati comunque coloro che ne hanno approfittato: per esempio nel settore turistico, guide alpine e maestri di sci, o chi lavorava nel settore alberghiero stagionalmente con stipendi molto alti, poi nel corso degli altri mesi in cui era disoccupato percepiva assegni di disoccupazione a volte molto cospicui. Oggi non è più possibile.

Probabilmente il welfare italiano dovrebbe essere modificato nella direzione inglese. Anzi se proprio si va a verificare da dove arrivano i soldi, si può affermare che lo Stato nel campo della disoccupazione non spende quasi nulla. La Cassa integrazione è a carico dell'Inps, cioè a carico dei lavoratori.

E dove lo Stato spende molto, come nella Sanità, lo fa malissimo, o addirittura lo fa in malafede sostenendo situazione poco chiare se non malavitose. Qui l'introduzione dei costi standard pensati dalla Lega, sarebbe un toccasana. Andrebbe però chiaramente a intaccare degli interessi poco limpidi, dove politici, industrie farmaceutiche ed intermediari si spartiscono una torta miliardaria.

Ma il vero mostro in Italia è la burocrazia. La burocrazia italiana non è nemmeno immaginabile da un inglese. Infatti:

"Roma, l’accusa dei Muse: “Pagate tangenti per i fuochi d’artificio all’Olimpico”
...
“Abbiamo dovuto chiamare l’ambasciata inglese e discutere con dei diplomatici”, ha detto il cantante in un’intervista col tabloid The Sun, spiegando che “quando vuoi fare una cosa simile e sei lontano da casa è una cosa grossa. Molto costoso. A dirla tutta, è incredibile quanto sia costoso”.

Per ottenere i permessi bisogna seguire una lunga trafila burocratica, e per questo la band si è affidata ad avvocati e commercialisti inviati sul posto in avanscoperta per trattare con le autorità locali. ”Ci sono problemi dovunque si va”, ha ammesso Bellamy, spiegando che per questo “abbiamo commercialisti e avvocati che discutono con ogni genere di amministrazione locale, con la polizia, con i promoter”."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Per noi che ci siamo immersi, ormai ci pare tutto normale. Ma non è così. La burocrazia italiana sta diventando follia pura. E una follia che ci costa anche parecchi punti di percentuale di Pil.

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