lunedì 16 luglio 2012

Berlusconi, l'autunno dell'euro, le elezioni



Che cosa può mai pensare di combinare l'ultra settantenne Berlusconi in Parlamento dal 2013?
Dopo quasi vent'anni di governo con alti e bassi (tanti), in cui non è riuscito a portare la rivoluzione liberale che doveva arrecare benessere e crescita al bel paese, cosa si è messo in testa (oltre all'impianto tricologico), perchè si ricandida a premier?

Ci sono diverse tesi al riguardo: alcuni dicono che si tratta semplicemente di un principio di demenza senile, di megalomania e eccessiva considerazione delle proprie capacità. Può anche essere la risposta giusta.
Oppure, come sostiene Sorgi (La Stampa), il personaggio potrebbe avere delle carte segrete a disposizione:

"... Palazzo Chigi al Tesoro a Bankitalia e alle parti sociali, alle prese con la dura politica di rigore che la difesa dell’Eurozona ... In quegli ambienti si sta facendo strada un timore che, se fosse confermato, e se si diffondesse tra i partners dell’Unione, sarebbe destinato a provocare effetti imprevedibili. Si tratta della convinzione che Berlusconi si sarebbe risolto a tornare in campo, non per contestare le strategie anticrisi e la linea del rigore imposte dal suo successore, atteggiamento che di per sé risulterebbe devastante per la credibilità di un’Italia in bilico, com’è attualmente considerata in Europa. Ma, diversamente, perché convinto che gli sforzi a questo punto sarebbero inutili e che il crollo dell’euro sia ormai alle porte, dopo un agosto in cui si teme che l’assalto della speculazione supererà ogni limite. Un Berlusconi che, ragionando da imprenditore, valuta i numeri, legge le tabelle, constata che anche i Paesi come il Portogallo, che hanno fatto ricorso agli aiuti e si sono sottoposti alla severa disciplina della troika europea, non rivedono la luce, e decide di puntare tutto sul dopo, su «l’avevo detto io», e su un disastro di cui per una volta la responsabilità non potrebbe essergli attribuita.

A sostenere questa ipotesi sarebbero i dati di cui dispongono i suddetti osservatori e che probabilmente lo stesso Berlusconi non ha avuto difficoltà a procurarsi. Un quadro che non promette niente di buono per l’estate 2012. "
(www.lastampa.it)

Sorgi è un giornalista simpatico, che alla Stampa ha preso il posto di opinionista che era di Minzolini, senza però propendere smaccatamente per il centrodestra. Limpressione che mi ha sempre dato, è che le sue analisi non ci azzeccano mai. Ma questa volta, mi pare abbia fiutato la pista giusta, se non altro perchè è vero che l'euro rischia di essere investito dalla speculazione a breve. E lo scudo salva spread è ancora tutto da imbastire.

A confermarmi che la pista sia giusta, rispetto alle strategie politiche berlusconiane, arriva poi lo studio della Bank of America Merrill Lynch il quale sostiene:
" Una “uscita ordinata” dall’euro darebbe all’Italia “benefici in termini di miglioramento della competitività, crescita economica e finanza pubblica”"
Non penso sia un caso che la notizia abbia risalto su un blog del Pdl. Non mi stupirei se Berlusconi avesse avuto lo studio a disposizione prima della sua pubblicazione su Bloomberg.

"assieme al nostro Paese, anche l’Irlanda avrebbe maggiori incentivi a lasciare l’eurozona rispetto alla Grecia mentre i danni maggiori arriverebbero alla Germania.

L’analisi rileva come “mentre la Germania potrebbe ‘corrompere’ l’Italia a rimanere nella zona euro ed evitare le conseguenze di una uscita, la capacità che questo accada è limitata. Questo perché l’Italia ha più motivi rispetto alla Grecia di uscire e ogni compensazione potrebbe divenire troppo costosa per la Germania oltre al fatto che gli italiani possano essere più riluttanti dei greci ad accettare le condizioni per rimanere”. “Gli investitori stanno sottovalutando l’ipotesi di un’uscita volontaria di uno o più Paesi”, scrivono i due esperti che sottolineano come “le analisi portano ad alcuni risultati che anche i lettori che non le condividono probabilmente le troveranno interessanti”.
...
Lo studio di BofA mette in ordine i 17 Paesi dell’Euro secondo la rispettiva possibilità di un’uscita “ordinata” per scoprire che all’Italia, come anche all’Irlanda, è assegnato un punteggio di 3,5 mentre la Grecia si trova più in fondo alla classifica con un 5,3. La Germania invece è la meno incentivata a lasciare l’euro, con un punteggio di 8,5. Anche Austria, Belgio e Finlandia risultano tra i Paesi meno incentivati ad abbandonare la moneta unica."


Un'altro interessante articolo, scritto dal francese  Ambrose Evans-Pritchard
("scrive da 30 anni di politica mondiale e economica, dopo aver vissuto in Europa, Stati Uniti e America Latina, lavora al Telegraph dal 1991, prima come corrispondente da Washington e poi come corrispondente a Bruxelles. Ora è Editor di International Business a Londra.")
e tradotto su "Come Don Chisciotte", dovrebbe mettere in allarme gli analisti politici, soprattutto tra le file dei sostenitori dell'austerità montiana e dell'euro:

"Siamo sulla via del ritorno?

Ormai si sono messi a nudo : Moody ha abbassato di due tacche il rating italiano, portandolo quasi ad uno “ junk status” . E’ un atto d'accusa contro l'intera politica della zona euro di contrazione e di terapia dello shock.
...
Se Fitch seguirà l'esempio di Moody's, il downgrading spingerà verso una cascata di vendite sia i fondi asiatici che tutti gli altri, con tutte le conseguenze e limitazioni che questo porterà sul debito. Questi investitori hanno smesso di comprare debito italiano qualche mese fa, naturalmente: Ma non hanno neppure venduto. Lo faranno.
...
La BCE lo scorso anno ha permesso - o meglio causato – che la massa monetaria italiana crollasse da M1 a M3, cioè a tassi da Grande Depressione buttando la politica monetaria nel baratro. Questo è stato uno dei peggiori episodi di errori di politica monetaria dell'ultimo mezzo secolo.
...
La Confindustria italiana avverte che l'economia si ridurrà del 2,4 % solo quest'anno e forse molto di più, aggiungendo per buona misura che le eccessive misure di austerità stanno riducendo il paese a "macelleria sociale".
...
Moody sembra assecondare il "consolidamento" degli obiettivi fiscali imposti al paese da Berlino, Francoforte e Bruxelles. Non dovrebbe farlo. Quelle richieste sono velenose. L'Italia ha già un surplus primario di bilancio che arriverà al 3,6% del PIL quest'anno, e al 4,9 % il prossimo anno.

Questo è di gran lunga il "miglior profilo fiscale" nel blocco G7, ma è una vittoria di Pirro. Gli effetti recessivi stanno annullando i guadagni. Il debito sta accelerando verso l'alto. La struttura industriale del paese è stata dissanguata.

Il risultato politico è la spettacolare ascesa di Beppe Grillo, il flagello dell'euro e ora “sindaco” di Parma. Berlusconi può già annusare l'occasione, il lancio del suo ritorno con una piattaforma anti-Merkel, anti-tedesca, anti-ECB, e anti-Europa.

"Non è una bestemmia parlare di abbandono dell'euro", dice, chiedendo un ritorno alla lira a meno che la BCE non negozi un patto per la riduzione dei rendimenti delle obbligazionari italiane.
L’uscita dall’Euro avrebbe " i suoi vantaggi", dice. "Una svalutazione ci permetterebbe di esportare. Finiremo in una spirale recessiva sempre peggiore se vogliamo andare avanti nel perseguire le politiche della signora Merkel."

Appena il 30% degli italiani ora pensa che l'euro sia stata una "buona idea" (Pew Trust). E hanno certamente buone ragioni per sentirsi offesi.L'Italia non è fondamentalmente un caso disperato. E 'stata trasformata in un caso disperato dai meccanismi perversi dello stesso euro.

Se si somma il debito pubblico e privato si arriva al 260 % del PIL, come la Germania e molto meno di Francia, Spagna, Paesi Bassi, Danimarca, Regno Unito, Stati Uniti o Giappone. Con la ricchezza privata di € 8.600 miliardi, gli italiani sono più ricchi, pro capite, dei tedeschi.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale l’Italia ha il punteggio migliore nell’indicatore di sostenibilità a lungo termine del debito : 4,1, davanti a Germania 4,6, Francia 7,9, il Regno Unito 13,3, Giappone 14,3, e Stati Uniti 17.

E 'uno dei pochi paesi che ha rimesso ordine nella crisi delle pensioni.
Il solo grosso problema è che l'Italia è nella valuta sbagliata.

...
Lo storico Surplus commerciale dell’Italia sulla Germania si è trasformato in un grande deficit strutturale, bloccato in modo definitivo dagli effetti dell'UEM.
Hanno poche speranze di recuperare il terreno perduto abbassando i salari o con una "svalutazione interna", perché comunque si genererà altro caos per la dinamica del debito, se non arriverà prima una rivoluzione.
...
L’analisi dell'avanzo primario del paese rivela che si può lasciare l'UEM in qualsiasi momento (a differenza di Grecia, Spagna o Portogallo); l’Italia è grande abbastanza per farcela da sola. La sua esposizione patrimoniale verso l'estero è solo leggermente negativa (a differenza della Spagna, in rosso per la somma del 92% del PIL).

Il tasso molto alto del risparmio in Italia e la ricchezza privata spiegano che qualsiasi shock si abbattesse sul tasso di interesse, questo potrebbe essere ruotato di nuovo nell'economia con pagamenti più alti per gli obbligazionisti italiani. E macro-effetti seguirebbero anche all'estero.
...
In effetti, un calcolo di convenienza confermerebbe che l'unico modo per l'Italia per abbattere i costi finanziari reali in questa fase è quello di lasciare immediatamente l'euro."


Direi un articolo molto interessante, anche perchè i sostenitori dell'austerità e dell'euro a tutti i costi, non possono argomentare come al solito che si tratta di tesi di pazzi (Grillo, Barnard ecc.) o di qualche professore sfigato (Savona, Bagnai ecc.). La tesi è espressa da un giornalista straniero, e suffragata da uno studio di una banca d'investimenti estera.

Se quello che si prepara per l'Italia tra agosto e l'autunno fosse ciò che segretamente si prevede e teme, allora la diagnosi per Berlusconi non sarebbe demenza senile. Ma ancora una volta la dimostrazione di essere un incredibile (e indistruttibile) animale politico, un surfer della politica sempre pronto a cavalcare l'onda più alta. E l'onda del crollo dell'euro, potrebbe essere la più grande e rischiosa di tutta la sua carriera politica.

Nessun commento:

Posta un commento