domenica 15 luglio 2012

Moody's schizzofrenica



E' interessante leggere la relazione che la società di rating, ha pubblicato sul suo sito (www.moodys.com), in merito al recente declassamento.

Secondo i media nazionali, il mondo si è coalizzato contro l'Italia. I declassamenti erano ben accetti al tempo di Berlusconi, oggi con Monti sono un'offesa grave all'orgoglio nazionale. Infatti Monti ha subito buttato le colpe sulle future incerte elezioni, sostenendo l'insindacabile giustezza delle sue scelte economiche: "siamo virtuosi e ci puniscono". Nei telegiornali sono stati tirati fuori dalla naftalina i servizi sull'inchiesta di Trani sulle agenzie di rating, tanto per calcare la mano su Moody's.

Secondo Barnard, l'analisi delle motivazioni che ne hanno dato i giornali di regime, è del tutto errata e condizionata da secondi fini politici ed economici (www.paolobarnard.info).
In effetti, le motivazioni di Moody's, sono in parte condivisibili, ma contengono anche un quid di conclusioni assurde che contribuiscono all'avvitamento economico-mediatico.

"Moody Investors Service ha abbassato oggi il rating obbligazionario sul governo d'Italia a Baa2 da A3. L'outlook rimane negativo. In Italia il Prime-2 rating a breve termine non è cambiata.

La decisione di giudizio sul downgrade dell'Italia riflette i seguenti fattori chiave:

1. Per l'Italia è più probabile un ulteriore aumento netto dei costi di finanziamento o la perdita di accesso al
mercato rispetto al momento della nostra valutazione di cinque mesi fa a causa della fiducia del mercato sempre più fragile, il rischio di contagio proveniente da Grecia e Spagna e segnali di erosione della base non domestica di investitori. Il rischio di una uscita greca l'euro è aumentato, il sistema bancario spagnolo sperimenterà perdite su crediti maggiori di quanto anticipato, e per la Spagna le proprie sfide di finanziamento sono maggiori di quanto precedentemente riconosciuto."


Quindi, il primo e principale motivo di declassamento italiano, è dovuto alla situazione internazionale degradata e al rischio contagio dalla Spagna e Grecia. Appare quindi evidente che l'Italia, non è tanto la causa della crisi dell'euro, ma piuttosto una vittima della situazone in cui si trova la zona euro. Quindi la crisi la stiamo importando dall'estero.

"2. In Italia le prospettive economiche a breve termine si sono deteriorate, manifestandosi sia in una crescita più debole e una maggiore disoccupazione, che crea il rischio di mancato rispetto degli obiettivi di consolidamento fiscale. Il mancato rispetto di obiettivi di bilancio a loro volta potrebbero indebolire ulteriormente la fiducia dei mercati, aumentando il rischio di una brusca frenata dei finanziamenti sul mercato.

Allo stesso tempo, Moody riconosce che il rating attuale Baa2 del debito sovrano è sostenuto da forze di credito significative rispetto ad altre economie dell'area dell'euro periferici, tra cui (1) il mantenimento di un avanzo primario, (2) economia vasta e diversificata che può agire come un importante ammortizzatore nella crisi attuale, e (3) notevoli progressi sulle riforme strutturali che, se sostenuta nei prossimi anni, potrebbero migliorare la competitività del paese e il potenziale di crescita nel medio termine."


Come secondo motivo del dowgrading si valutano gli indici economici negativi degli ultimi mesi: mancanza di crescita e aumento della disoccupazione, che provocheranno (ma è ormai una certezza) una caduta delle entrate fiscali. Inoltre la mancanza di crescita, aumenta la sfiducia nei mercati. E fino qui, l'analisi è condivisibile, anche se il giudizio non ci piace.

"VALUTAZIONI RAZIONALI

Il primo driver fondamentale alla base dell'incisivo downgrade di rating di Moody del governo d'Italia è legato maggiormente alla suscettibilità per l'Italia al rischio di evento sistemico. Come discusso in un recente commento speciale, "European Sovereigns: Post-Summit Measures Reduce Near-Term Likelihood of Shocks, But Integration Comes at a Cost", Moody ritiene che la normalizzazione dei mercati del debito sovrano potrebbe richiedere un certo numero di anni, con eventi politici di rischio e il rischio di default sovrani crescenti persistente la crisi. Inoltre, gli eventi in Grecia sono peggiorati materialmente dall'inizio del 2012, e la probabilità di una uscita greca dalla zona euro è aumentato sostanzialmente negli ultimi mesi. Allo stesso modo, c'è una maggiore probabilità che la Spagna potrebbe richiedere un ulteriore sostegno esterno, sullo sfondo di debolezza economica e vulnerabilità ad un arresto improvviso dei finanziamenti. In questo contesto l'Italia ha livelli di debito elevati e significative esigenze difinanziamento annuale di 415.000.000.000 € (25% del PIL) nel 2012-13, così come la sua base di investitori stranieri diminuita, genera un rischio liquidità in aumento."


La politica economica europea, portata avanti dalla Bce, è stata quella di liberare gli investitori stranieri dal debito sovrano italiano. La quota di debito sovrano è passato da quasi il 60% in mano straniera, a circa il 30%.
L'operazione Ltro della Bce ha contribuito molto a questo trasferimento, in quanto fornendo liquidità alle banche, si sono trasferiti i titoli italiani dalle banche nord europee a quelle italiane. Quindi è stata seguita deliberatamente una politica di nazionalizzazione del debito, che però Moody's ritiene ancora insufficiente, in quanto il debito dovrà essere collocato anche presso investitori stranieri. Soprattutto se la Bce non emetterà una terza trance dell'Ltro.
In realtà, il giudizio di Moody's, è stato in parte sconfessato dal buon esito dell'asta Btp del 13 luglio (spread fasullo).

"Il 29 giugno il vertice dell'area dell'euro ha avanzato l'idea di consentire al Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF) e al Meccanismo europeo di stabilità (ESM) di utilizzare i propri fondi per stabilizzare i mercati di finanziamento sovrani, e si riconosce implicitamente che questi strumenti possono essere necessari per sostenere l'accesso all'Italia al credito a prezzi accessibili . Tuttavia, date le dimensioni dell'economia italiana e la dimensione del carico di debito del governo, c'è un limite nella misura in cui questi meccanismi di sostegno possono essere utilizzati per fermare un così grande debito sovrano di rilevanza sistemica. Tuttavia, i benefici per l'Italia dalla sua rilevanza sistemica per l'area dell'euro, hanno dato leva nel processo politico che si riflette nei risultati della zona euro al vertice del 29 giugno."

Anche Moody's riconosce sostanzialmente il braccino corto dell'Europa. Il Fesf/Mse potrà agire sui debiti sovrani, con molte difficoltà politiche, ed avendo a disposizione una somma che è gravemente insufficiente. Probabilmente un decimo di quanto necessiterebbe per debiti di Stato e banche barcollanti.

"Questo conduce alla seconda linea d'azione del giudizio di oggi che è l'ulteriore deterioramento dell'economia italiana, che sta contribuendo a uno slittamento fiscale. Moody ora si attende una contrazione del PIL reale del 2% nel 2012, che metterà ulteriore pressione sulla capacità del paese di raggiungere i suoi obiettivi di bilancio, che sono stati ridimensionati quando il paese ha pubblicato il suo programma di stabilità nel mese di aprile. Anche se il suo obiettivo di raggiungere un saldo strutturale di bilancio nel 2013 non è cambiato, il governo prevede ora di raggiungere un bilancio equilibrato nominale nel 2015, due anni più tardi si aspettava al momento dell'adozione di un pacchetto di misure di aggiustamento fiscale nel dicembre 2011. Più in generale, Moody ritiene che per l'Italia gli obiettivi di bilancio saranno difficili da raggiungere, soprattutto in considerazione dell'ambiente macroeconomico più sfavorevole.

Il forte impegno del governo attuale per le riforme strutturali e il consolidamento fiscale ha moderato la pressione al ribasso sul rating del governo in Italia. Moody riconosce che il governo ha proposto, ed ha legiferato, un programma di riforme che ha il potenziale per migliorare materialmente la crescita a lungo termine in Italia e le prospettive fiscali. Come parte di questo programma, le autorità hanno implementato tre pacchetti di risanamento del bilancio, rafforzato il sistema pensionistico, e hanno approvato una regola di pareggio di bilancio strutturale, che sarà efficace a partire dal 2014. Inoltre, all'inizio di luglio il governo ha approvato ulteriori tagli alla spesa, al fine di rinviare un aumento dell'IVA che sarebbe dovuto ntrare in vigore nel mese di ottobre 2012, e che avrebbe messo ulteriore pressione al ribasso sulla domanda interna."


Qui comincia a manifestarsi la schizzofrenia di giudizio. Da un lato si dice che l'Italia ha subito un ulteriore deterioramento economico nei cinque mesi analizzati, con indici economici negativi, con Pil in decrescita e obiettivi di bilancio spostati al 2015. Dall'altro si approva la politica di recessione operata dal governo, che anzi pare venir incoraggiato a perseguire questa strada. Il governo Monti non sta salvando l'Italia dalla bancarotta, ma per fortuna c'è il governo Monti che attua "riforme" che strozzano l'economia: questo sembra venir fuori dal giudizio di Moody's.

Ma poi viene il dato politico, che al contrario di quanto dice Monti, non è il motivo principale del dowgrading:

"L'outlook negativo riflette la nostra visione che i rischi per l'attuazione di tali riforme rimangono sostanziali.
In aggiunta c'è un deterioramento del contesto macroeconomico, che aumenta l'austerità e la stanchezza da riforme tra la popolazione. Il clima politico, tanto più che le elezioni di primavera 2013 si avvicinano, è anche una fonte di rischi di implementazione."


Da cui si deduce che:

1) l'attuazione delle "riforme" del governo non è sicura, e probabilmente non efficace. Oppure si potrebbe anche leggere la frase nel senso che le "riforme" sono potenzialmente richiose;

2) le riforme non sono vere riforme secondo il concetto della lingua italiana: infatti c'è "stanchezza" fra la popolazione, non gioia e felicità per la loro applicazione;

3) a Moody's come alle istituzioni finanziarie europee, non piace molto la democrazia.

"COSA POTREBBE MUOVERE IL RATING UP / DOWN

Il debito d'Italia e il governo potrebbero essere declassati ulteriormente in caso si verifichi un deterioramento materiale aggiuntivo in prospettive economiche del paese o difficoltà nell'attuazione delle riforme. Un ulteriore deterioramento delle condizioni di finanziamento a seguito di nuovi, importanti shock economici e finanziari nazionali dalla crisi dell'area dell'euro dovrebbe anche mettere pressione al ribasso sul rating Italia. Nel caso Italia l'accesso ai mercati del debito pubblico è sempre più vincolato e se il paese avesse bisogno di assistenza esterna, di conseguenza il rating sovrano d'Italia potrebbe raggiungere livelli notevolmente inferiori.

Una buona attuazione delle riforme economiche e le misure fiscali che effettivamente possano rafforzare le prospettive di crescita dell'economia italiana e il bilancio del governo, sarebbero un credito positivo e potrebbero portare a un outlook stabile. Pressioni al rialzo sul rating Italia potrebbe svilupparsi se le finanze pubbliche del governo dovesse diventare meno vulnerabili a condizioni di finanziamento volatili, che dovrebbero essere accompagnate da una inversione nella traiettoria verso l'alto debito pubblico e il raggiungimento di livelli di debito più bassi."


Una sentenza annuncita di nuovo declassamento. Infatti non si capisce come potranno migliorare gli indici economici di un paese devastato da scelte economiche sbagliate, cioè devastato dall'austerità Monti/Merkel. L'unica misura che potrebbe essere attuata, è quella di riduzione del debito. Sul blog "Borsadocchiaperti" una proposta interessante in tal senso: "Non sono qui per parlare di rating".

Il dawgradig del debito sovrano, va poi a incidere anche sulla valutazione degli enti finanziari non governativi, le cui garanzie sono in qualche modo sostenute dallo Stato:

"MASSIMALI DEL PAESE

Come conseguenza della riduzione del rating sul sovrano, Moody ha anche abbassato il rating massimo che può essere assegnato a un emittente nazionale taliano, compresi i titoli finanziari strutturati garantiti da crediti italiani, 2 da Aaa. Il massimale inferiore riflette l'aumentato di rischio di dislocazioni economiche e finanziarie. Il Paese a breve termine in valuta estera e i massimali di deposito rimangono Prime-1.

Il nuovo massimale paese in Italia riflette la valutazione di Moody che il rischio di instabilità economica e finanziaria è aumentata. La debolezza dell'economia e la maggiore vulnerabilità ad un arresto improvviso dei finanziamenti per il sovrano costituisce un fattore di notevole rischio per gli altri enti (non governativi) come gli emittenti di credito in Italia e l'accesso alla liquidità e finanziamenti potrebbero essere nettamente ridotti per tutte le categorie di mutuatari. Un ulteriore deterioramento nel settore finanziario non si può escludere, il che potrebbe portare a una grave perturbazione economica potenzialmente sistemica e ridotto accesso al credito.

Infine, il massimale riflette il rischio di default e ridenominazione nel caso improbabile di una inadempienza da parte del debito sovrano. Se il punteggio del governo italiano dovesse scendere ulteriormente rispetto al livello attuale Baa2, il massimale paese sarebbe riesaminato e probabilmente abbassato in quel momento.

La metodologia principale utilizzata in questi giudizi è stata la "Sovereign Ratings Methodology" pubblicata nel settembre 2008. Si prega di consultare copia di questa metodologia sulle pagine della politica seguita su www.moodys.com"

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