giovedì 5 luglio 2012

Si avvicina il tempo delle scelte gravi



La situazione economica italiana e mondiale appare sempre più complicata, e difficile da risolvere.
La situazione in Italia poi è parecchio preoccupante. Non parlo solo della "spendig review", che si fa ogni giorno più pesante, e che potrebbe essere concausa di recessione. Ieri si è saputo, che oltre al taglio del personale del settore pubblico (da 100.000 a 300.000 posti), ci sarà un ulteriore taglio dei trasferimenti agli enti locali:

"Alle Regioni a statuto ordinario viene chiesto un contributo di 700 milioni di euro nel 2012 e di 1 miliardo a partire dal 2013. Quelle a statuto speciale e le due province autonome di Trento e Bolzano dovranno contribuire con 500 milioni quest'anno e con un miliardo a partire dal 2013. Ai Comuni viene imposto un taglio delle risorse di 500 milioni quest'anno, e addirittura 2 miliardi dall'anno prossimo, mentre le Province (al di là del piano di accorpamento) dovranno risparmiare 500 milioni nel 2012 e 1 miliardo dal 2013."
(www.corriere.it)

Ed inoltre ci saranno alcuni tagli lineari e colpiranno uffici delle amministrazioni, dei Tribunali e la Sanità. In un quadro del genere dovremo aspettarci il fallimento di numerosi enti locali e Asl. Soprattutto se si considera che il taglio dei trasferimenti è concomitante al taglio di quasi la metà delle Province: come faranno gli enti superstiti a riassorbire dipendenti e competenze delle province tagliate senza fondi?

Ma il vero problema italiano, è l'errore delle manovre di Monti (e Berlusconi), imposte dalla Germania, che come era prevedibile, stanno avendo un esito catastrofico. Siamo in pieno avvitamento recessivo autoimposto: innalzamento della tassazione (e ora anche tagli di spesa pubblica), provoca recessione economica, provoca riduzione del gettito fiscale, che provocano ulteriore innalzamento tassazione, in un corto circuito economico che ci porta dritti al fallimento.
Sono arrivati nuovi dati a confermarlo:

"Nel primo trimestre del 2012 il rapporto deficit-Pil è stato pari all'8%, in crescita rispetto al 7% del corrispondente trimestre dell'anno precedente.
Lo ha ha comunicato l'Istat, spiegando che si tratta del dato peggiore dal 2009, sempre nel primo trimestre, quando era stato pari al 9,5%. ..........
PIÙ USCITE, MENO ENTRATE. Le uscite totali sono aumentate, in termini tendenziali, dell'1,3%, mentre le entrate sono diminuite dell'1%.
SALDO PRIMARIO NEGATIVO. Nel primo trimestre del 2012 il saldo primario, ovvero l'indebitamento al netto degli interessi passivi, è risultato negativo e pari a 11.471 milioni di euro. L'incidenza sul Pil è stata del -3%.
AUMENTO DELLA SPESA.
Come spiegato dall'Istat, il deficit all'8% nel primo trimestre del 2012 e complessivamente i risultati sui conti pubblici «hanno risentito, da un lato, dell'aumento della spesa per interessi dovuto alla salita nel corso del 2011 dei rendimenti sui titoli di Stato e, dall'altro, del calo delle entrate causato dall'andamento negativo dell'economia».
Inoltre è schizzata la spesa per interessi passivi: +16%.
Sul lato delle entrate, invece, la voce che registra la maggiore caduta sono le imposte in conto capitale: -87,6%."
(www.ilgrandebluff.info)

Che la situazione italiana sia grave, lo si deduce anche dal fatto che una parte politica avanza l'ipotesi di rimandare le elezioni del 2013, e tenere Monti premier (concausa della crisi) per ancora tutto il 2014 (www.ilgiornale.it).
Del resto, se ne rende conto (tardivamente) anche Monti degli errori commessi, che da buon esperto in cose d'economia avrebbe dovuto rifiutare una politica recessiva come questa. Infatti ora avvisa la Germania che di più all'Italia non può essere chiesto. Proprio mentre la Merkel torna alla carica, e cercherà di svuotare le timide decisioni dell'ultimo vertice europeo sul "salva spread".
Come avevo previsto, la "sconfitta" tedesca al summit ha generato tensioni politiche in Germania e la Merkel rischia di perdere l'appoggio in Parlamento della Cdu.

Anzi, dalla Germania potrebbe addirittura arrivare la bocciatura del Efsf/Mes da parte della Corte Costituzionale. A quel punto salterebbe tutta l'Eurozona.
Ma anche il modello renano, che prevede crescita grazie a una bilancia commerciale in attivo potrebbe saltare prima del previsto. Come avevo già scritto, è un modello economico farlocco, di breve durata: può funzionare se nel mondo si dividono le nazioni in "cicale" e "formiche". Alcune nazioni devono indebitarsi e/o stampare moneta, per consentire ad altre di produrre beni da esportare. Altrimenti è necessario sperare che Marte acquisti i prodotti terrestri... perchè tutto il mondo sta andando in recessione.

"gli USA non potevano continuare a spassarsela belli pimpanti su Marte...
mentre tutto il Pianeta Terra sta rallentando sensibilmente oppure è in Recessione...
e mentre l'Eurozona rischia di andare a fondo, con alcuni PIIGS addirittura in vera e propria Depressione Economica (non faccio nomi...).


Ed infatti ecco che gli USA sono tornati sul Pianeta Terra
con l'ISM manfatturiero che per la prima volta dal 2009
torna in CONTRAZIONE a 49,7pt, deludendo di brutto le attese per 52pt. "
(www.ilgrandebluff.info)

Se si fermano anche la tigre e il dragone
(www.lastampa.it)

"Al nadir della crisi finanziaria, quattro anni fa, molti governi asiatici giunsero a credere che la robusta crescita avesse portato quasi a un «disaccoppiamento» delle loro economie dall’Occidente e dei suoi attuali problemi. Ma ora, mentre l’eurozona vacilla e il recupero degli Stati Uniti rallenta, anche l’Asia sta mostrando segni di cedimento.
...
Prendiamo l’India. Secondo i rilievi dell’International Market Assessment: «I flussi di capitali che si sono prosciugati... non sono un riflesso delle condizioni del mercato globale», ma di una perdita di fiducia tra gli investitori, derivante principalmente dalla cattiva gestione finanziaria, che ha portato a «instabilità dei prezzi, calo degli investimenti e, infine, a un calo della crescita». «Con il governo “in sonno” - conclude l’Ima -, l’India sta rapidamente perdendo terreno».
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Anche la Cina ha paura di un rallentamento della crescita e dell’aumento dell’inflazione. In risposta, la banca centrale cinese sta abbassando i tassi d’interesse per stimolare gli investimenti interni, e il conseguente deprezzamento del tasso di cambio del renminbi ha contribuito a mantenere a galla le esportazioni. Ma i numeri delle importazioni cinesi per il primo semestre di quest’anno segnano una stagnazione, suggerendo che le imprese cinesi non stanno investendo in nuove attrezzature - e quindi che l’economia cinese potrebbe presto andare in stallo.
...
In Vietnam, l’inflazione si è attestata vicino al 20% o più e il governo sembra restio ad abbracciare le riforme più profonde. L’interminabile imbroglio politico in Thailandia ha lasciato la sua economia alla velocità di stallo, lo zelo riformista del presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono si è esaurito nel suo secondo mandato dopo la partenza del ministro delle Finanze Sri Mulyani Indrawati, e il Giappone sembra rimanere in uno stato di animazione sospesa.
...
Con i principali paesi emergenti, in particolare Cina e India, già in difficoltà, l’Asia può aspettarsi duri contraccolpi se l’euro affonda. Prima che ciò accada, i governi devono prendere l’iniziativa politica, rafforzando così la fiducia dei mercati finanziari mondiali nella capacità dell’Asia di resistere al vento malato dell’Ovest."

La situazione italiana e mondiale è questa: a partire da casa nostra, dal piccolo o grande comune che rischia di fallire, passando per l'economia nazionale in avvitamento, con un'Europa litigiosa e produttrice di recessione, fino alla situazione incerta di Usa, Cina, India e Giappone, non c'è un briciolo di ottimismo e speranza.
E a questo punto naufraga anche la speranza "italo-renana" di aumentare le esportazioni per risanare e dare crescita alle proprie economie. Non ci può essere crescita con questo modello, se in tutto il mondo le nazioni  faticano ad importare e consumare.

E' per questo che si avvicina il momento delle scelte gravi, in ambito nazionale, europeo e mondiale. Difficile dire quali però.
L'Italia potrebbe "difendersi" dall'Europa decidendo di uscire dall'euro, ma sarebbe causa di un dissesto mondiale perchè la moneta unica potrebbe o rafforzarsi o crollare definitivamente.
L'Europa avrebbe la possibilità di difendere la propria economia interna, e diventare motore economico globale, se solo i tedeschi avessere una qualche ambizione geopolitica: loro sostengono che non hanno ambizioni imperialiste sul resto d'Europa. Io temo che questa non sia una rassicurazione, ma un grande problema: se la Germania capisse che non deve rinchiudersi nei propri confini, ma avere una visione di infleunza positiva politico-economica sul resto d'Europa, probabilmente si avrebbe un vero risanamento, una vera crescita comunitaria, una condivisione del debito europeo. E un'Europa più tedesca, quindi migliore.

Ma anche il mondo a questo punto, divenuto improvvisamente più piccolo in questi ultimi decenni, dovrebbe avere regolamentazioni sovrannazionali più stringenti. Commercio libero si, ma maggior controllo sul modo e sul come vengono impiegati gli investimenti finaziari. Con un sistema che li possa indirizare dove servono, cioè dove possano creare ricchezza e beneficio per il maggior numero possibile di persone.

Ci aspettano sicuramente (purtroppo), giorni emotivamente carichi, perchè la situazione non potrà permanere a lungo così com'è, soprattutto in Italia.




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