venerdì 6 luglio 2012

Effetti recessivi della "Spendig review"


Aggiornamento ore 10:00

26 miliardi

Tra l'opzione di una "spending review" leggera (4 mld) e una pesante (8 mld), il governo ha scelto una versione molto pesante. Saranno soddisfatti i redattori del chicagoblog. Un po' meno gli italiani che vedranno tagliati i servizi essenziali e probabilmente qualche posto di lavoro (non solo in ambito strettamente pubblico).

Non vengono tagliati i piccoli ospedali, ma visti i tagli alla Sanità, è come se lo fossero. E' chiaro che l'amministrazione centrale non conosce le difficoltà economiche degli enti locali ed enti dei servizi periferici. Gli enti locali hanno già fatto i salti mortali (e ancora li stanno facendo) per "difendersi" dal patto di stabilità tremontiano. Ora con questi tagli molti rischiano il fallimento.

Gli effetti recessivi di questa manovra (perchè tale è) saranno notevoli. Rifacendo il calcolo basato sui presupposti esposti di seguito, si ottiene:

  • 26 miliardi sono in realtà 39 miliardi in meno immessi nell'economia reale privata (compresi gli effetti collaterali);

  • equivalgono a una riduzione del Pil di ulteriori 50 mld;

  • provocheranno una recessione complessiva (comprensiva degli effetti dela manovra "salva Italia") del 5%, o forse più.
Quest'anno si chiuderà con un disastro economico inaudito. Si stanno già organizando comitive di fedeli in pellegrinaggio ad Arcore, per pregare il santo locale (detto "l'Unto") di tornare, essendo nel peggio, il meno peggio.

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Il conto è presto fatto, la manovra Monti (e po' di Berlusconi) detta "Salva Italia" ha prodotto o produrrà un gettito di circa 30 miliardi (21-22 di sola Imu, più altre gabelle nazionali e locali), ha causato l'aumento della tassazione al 45% in media del reddito degli italiani (ma in realtà molto di più), ed ha causato una recessione con caduta del Pil, inizialmente prevista del -0,7%, poi constatata del -0,8 % nel primo trimestre e -1,3% su base annua. Oggi si stima che la caduta del Pil per quest'anno dovrebbe essere del -2,4% (stime Confindustria) più o meno quanto previsto dall'Fmi (-2.2%).

Questo significa che lo Stato per incamerare 30 miliardi di euro, ne ha bruciati quasi 40 nell'economia reale (un bel affare direi!). Facendo quindi una proporzione brutale, considerando che la "spending review" riduce l'immissione di denaro pubblico nell'economia privata di 8 miliardi al massimo, ma che produrrà anche dei danni collaterali indotti, che per precauzione valuterò moltiplicando i tagli per 1,5, si ottiene un valore di 12 miliardi di euro in meno immessi nell'economia reale.
Si tratta quindi di un'ulteriore intervento di riduzione del Pil di circa 15 miliardi, che porterà la recessione dello stesso dal -2,4% al -3%. Che è il valore di caduta del Pil denunciato dal responsabile economico del Pd, S. Fassina.

I danni collaterali della "spendig review" sono per esempio questi:
"''Oltre alla manovra di luglio, ci troviamo a dover fronteggiare il decreto ipotizzato che peserebbe per il 40% sull'industria farmaceutica e che le darebbe un altro colpo, assolutamente insostenibile, avendo gia' contribuito alla riduzione della spesa sanitaria per 11 miliardi negli ultimi 5 anni''. Lo ha evidenziato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, durante l'assemblea pubblica dell'associazione, oggi a Roma. ''Ci domandiamo - conclude - se non siano sufficienti e se valga la pena 'colpire e affondare' uno dei pochi settori manifatturieri che, grazie a un export del 61% del fatturato, resiste ancora''."
( www.wallstreetitalia.com )
Sono a rischio 10.000 posti di lavoro in ambito farmaceutico, che se dovessero provocare l'intervento degli ammortizzatori sociali (Cassa integrazione), il costo sarebbe superiore ai risparmi attesi.

Anche il risparmio sulla riduzione del personale pubblico è in parte virtuale. In media su 300.000 lavoratori espulsi, almeno 200.000 verranno collocati in pensione (in barba alla Fornero). Quindi passando da un capitolo all'altro di spesa dello Stato: nessun risparmio. L'altra parte peserà ancora per il 50% circa sulle casse statali (viene garantito l'80% dello stipendio base) per due anni. Facendo due conti, il risparmio effettivo di questa operazione è di 2 miliardi circa. Ma con il rischio di provocare uno scontro sociale che può mettere in imbarazzo i partiti i sinistra (Pd soprattutto), che potrebbero non votare il provvedimento. Chissà se ne vale la pena.

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