domenica 22 luglio 2012

Bitcoin e/o monete locali



Idee che seguono dal post: MMT fai da te e Bitcoin.

Nel post su linkato, oltre a fornire informazioni essenziali sulla moneta virtuale Bitcoin, proponevo di realizzare una moneta simile, la "MMTcoin" per utilizzarla secondo i principi della Modern Money Theory (MMT).

"una moneta può essere emessa da un ente diverso da uno Stato o una banca centrale? Probabilmente si. Una moneta del genere esiste già:

“Bitcoin è una moneta elettronica creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto.
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Si tratta di una moneta scambiabile con un apposito programma crittografico, che esegue un controllo dello scambio avvalendosi del coordinato di una chiave pubblica ed una privata elettroniche
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questa moneta digitale, pur essendo libera da governi e banche, nasce con un difetto che la renderà sempre più rara come l’oro. La sua quantità massima è già stata prefissata" 
benchè sia previsto possa essere frazionata di decimali, millesimi, milionesimi...

"Quindi l’idea folle che propongo a chi ha le capacità per svilupparla, è quella di creare una moneta come il Bitcoin, svincolata dal potere Statale e bancario, ma che possa essere emesse nelle quantità, modalità e secondo le regole previste dalla MMT.
Sicuramente, la moneta che qui chiamerò “MMTcoin” per semplificazione, dovrebbe essere emessa da un “ente morale”, trasparente e non segreto come quello creato da Nakamoto. Un ente il più possibile democratico, ..."

A quanto pare, l'ente "morale e democratico" a cui mi riferivo, potrebbe essere individuato fra quelli già esistenti, senza necessità di crearne uno ad hoc.
Alcuni esperimenti di questo genere sono stati effettuati anche in Italia, ne scrissi nel post: "Nuova lira? no taurino". Già allora avevo valutato l'importanza di tali sperimentazioni, se portate a sviluppi ben maggiori:

"Ieri a Palazzo di Città (Torino ndr) sono state depositate ben due proposte per introdurre una valuta locale da utilizzare su base volontaria
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Peccato che la suggestione per ora non abbia fatto breccia nel cuore della giunta.
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Intanto però l’idea comincia a circolare in giro per la penisola, e non è detto che un giorno più enti locali trovino un accordo comune per battere una nuova moneta locale. Indubbiamente una moneta che dovrebbe essere convertita alla pari con l’euro, quindi formerebbe una massa monetaria che potenzialmente potrebbe provocare nuova inflazione, alla faccia dei tedeschi che non vogliono stampare euro… "

Qualche giorno fa è uscita un'interessante intervista sul blog www.byoblu.com a L. Fantacci, professore bocconiano (ma forse non montiano) che sta seguendo un interessante progetto (ideato con M. Amato) di moneta locale, con ambizioni di diventare una moneta territoriale alternativa all'euro:

"...ci ha illustrato il progetto della “Moneta di Nantes” (Francia), una possibile e “complementare” soluzione per sopperire all’Euro laddove è più manchevole: l’accesso al credito per le piccole e medie imprese.
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dovrebbe partire a settembre del 2013. Si tratta di un progetto che unisce due elementi: un sistema di credito locale ed un sistema monetario locale. Riguarda le imprese e consiste essenzialmente in una camera di compensazione, vale a dire una banca (che ha la peculiarità di non avere capitali depositati o riserve) dove le aziende hanno un conto corrente denominato in una moneta diversa dall’Euro, ma che mantiene con lo stesso un cambio 1/1 e con cui la conversione è possibile solo in una direzione, da Euro a moneta locale. E’ un meccanismo che serve alle imprese per pagarsi a vicenda e che riguarda principalmente le PMI che insistono sullo stesso territorio e sul medesimo sistema economico. Non stiamo parlando di esportazioni, anche se nulla vieta ad un’azienda esterna di entrare nel circuito in caso abbia interessi nella zona. Facendo una percentuale, possiamo immaginare che gli attori beneficianti della moneta locale siano soprattutto quelle piccole e medie imprese che sviluppano almeno il 30% del fatturato sul territorio ”.
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Dal punto di vista elettronico il tutto sarà gestito in maniera ordinaria, agli effetti contributivi e fiscali risulterà neutrale, il pagamento delle tasse e dei contributi verrà infatti calcolato sull’intero importo”.
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Ottenere un credito dalla camera di compensazione costa meno rispetto ad una banca, si riducono gli oneri finanziari. La banca, infatti, per prestare soldi deve ottenerli a sua volta, una raccolta il cui costo è elevato.
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Infine, il credito ottenuto in moneta locale verrà speso localmente, facendo quindi circolare valore all’interno del territorio, incrementandone il volume di attività economica”.
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L’ente gestore ... si chiama Credito Municipale, una banca pubblica partecipata al 100% dal Comune di Nantes. E’ un sistema legale che non scalza il monopolio dell’Euro e che la stessa Banca di Francia dice non costituire una forma di credito, proprio perché non è presente alcun interesse. L’impresa all’interno della camera di compensazione non è creditrice in Euro, né tantomeno può convertire la moneta locale: questo fa sì che si configuri una forma di credito in merci, invece che in denaro”.
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E’ bene puntualizzare una distinzione di fondo: le Mutual Credit Currencies sono le monete che si formano in un rapporto di credito cooperativo, come la moneta di Nantes; le Fiat Currences, come il SIMEC o l’arcipelago SCEC, sono invece monete analoghe alla valuta ufficiale che si creano a discrezione di un’autorità centrale. Il SIMEC era un problema più che una soluzione. Noi parliamo, come detto, di una moneta che va a complementare l’Euro, non che lo sostituisce.
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Le monete locali devono essere fatte bene, non devono avere carattere inflazionistico, devono avere una connessione stretta col sistema degli scambi e devono creare valore economico non per la quantità, ma per la velocità con cui circolano”.
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Cosa succedeva quando erano i ministeri del tesoro ad emettere moneta? Il bilancio andava fuori controllo e c’era costantemente inflazione. L’emissione della moneta è un potere che non deve essere affidato né alla politica (diventerebbe un vero disastro), né all’economia (perché non deve generare profitto). L’emissione non deve essere né pubblica, né privata, ma cooperativa, deve essere commisurata alle esigenze di circolazione degli scambi. Lo Stato, infine, può avere un bilancio che ammette deficit non in pareggio, ma devono essere decisi e controllaticon decisioni democratiche”."

Il Simec, fu un'esperimento che finì male, in quanto l'emissione di questa nuova moneta era alternativa a quella di Stato, allora la lira. Inoltre il sistema era vagamente truffaldino, o perlomeno non sarebbe potuto durare a lungo:
"La particolarità di questo tagliando è un cambio "asimmetrico". Date due qualsiasi monete il cambio A/B = 1/(cambio B/A): ad esempio il cambio euro/dollaro è in ogni istante uguale al reciproco del cambio dollaro/euro. Per il SIMEC non era così.

Ogni lira veniva cambiata con un SIMEC, tenendo la parità. Questo cambio era rilevante per salari e pensioni: chi riceveva 800.000 lire le cambiava in 800.000 SIMEC. Invece, il SIMEC veniva cambiato quotidianamente con due lire. Lo stesso valore era applicato negli acquisti, era il valore convenzionale riconosciuto al SIMEC; perciò, un oggetto che costava 1000 lire, veniva ad avere un prezzo di 500 SIMEC. Trovandosi con lo stesso reddito e prezzi in SIMEC dimezzati, gli abitanti di Guardiagrele avevano un potere di acquisto raddoppiato. Il potere di acquisto è, appunto, il rapporto fra salario (lordo: pensione e stipendio) e un indice dei prezzi ed è detto anche reddito reale, che veniva raddoppiato. Il sistema sottostante ovvero, lo schema Ponzi prevedeva che il rimborso delle lire gravava sui nuovi detentori dei Simec e in assenza di sufficiente afflusso di lire dai nuovi detentori, su Auriti stesso."
(it.wikipedia.org)

"Giacinto Auriti, ... effettuò, a Guardiagrele (CH) sua città natale in Abruzzo, un esperimento che ebbe enorme successo salvo poi che l’iniziativa fu, subdolamente, interrotta dalla Procura di Chieti su denuncia non solo di alcuni commercianti locali, ma anche su pressioni, guardacaso, della Banca d’Italia.
...
in qualità di fondatore e segretario del SAUS (Sindacato anti-usura) mise in circolazione i SIMEC (simboli econometrici di valore indotto) di esclusiva proprietà del portatore (come è esplicitamente stampato sui biglietti).
...
Scopo di questo esperimento ... era quello di verificare "in corpore vili" che i cittadini possono per convenzione creare il valore della moneta locale senza alcun intervento nè dello Stato nè del sistema bancario; l'obiettivo ultimo era quello di sostituire alla sovranità illegittima della Banca d'Italia la proprietà della moneta, quale prerogativa dello Stato, a favore dei singoli cittadini; ma l’esperimento rappresentò già un successo rilevantissimo,..."


Quindi sperimentazioni di monete, da quelle virtuali (Bitcoin), a quelle cooperative (Nantes), a quelle "private" e tradizionali cartacee (Simec) ce ne sono state e ce ne saranno. Da tutte queste esperienze, bisognerebbe trarre utili suggerimenti. In particolare, suggerisco, visto che i prossimi anni saranno contraddistinti da austerità e trasferimenti statali sempre più rari, agli enti locali di seguire l'esempio della "Moneta di Nantes", verificando anche eventuali vantaggi dei Bitcoin e dell'esperienza Simec (evitando schemi Ponzi).

Una nuova moneta emessa dagli enti locali, potrebbe avere corso all'interno di una singola città, di una provincia, o addirittura di una regione. Se poi più regioni si unissero in un progetto unico di moneta locale, tale valuta potrebbe avere un successo così rilevante, da diventare complementare e sostitutiva dell'euro, andando a colmare quei vuoti di finanziamento, e quei redditi, che ormai l'euro non è più in grado di sostenere a causa del suo stretto rapporto con banche e Stati fortemente indebitati.


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