martedì 3 luglio 2012

Tensioni politiche (2)


Segue da "Tensioni politiche in Europa".

Finlandia e Olanda dicono no allo scudo anti-spread. I problemi dell'euro non sono ancora finiti?
(www.ilsole24ore.com)

"Cè chi ipotizza che Mario Draghi possa far scendere per la prima volta nella storia dell'euro il tasso di riferimento sotto l'attuale minimo storico dell'1%. Le decisioni della Bce sono una delle prossime incognite su cui si interrogano investitori e risparmiatori. 
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 Dal Nord Europa, infatti, questa mattina sono arrivate dichiarazioni che rischiano di indebolire l'efficacia dei risultati ottenuti nel vertice Ue 
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In una nota al Parlamento il primo ministro della Finlandia, Jyrki Katainen ha comunicato di non essere d'accordo con l'intervento dell'Esm per acquistare bond sovrani sul mercato secondario, ritenendolo «un'inefficiente via per stabilizzare i mercati».  

Della stessa opinione l'Olanda. Niels Redeker, portavoce del ministro delle Finanze olandese, ha ribadito che il Paese «non è a favore dell'acquisto di obbligazioni» da parte dell'Esm.
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Secondo il primo ministro finlandese la decisione di permettere al fondo Esm di acquistare bond sovrani dovrebbe essere presa all'unanimità dei 17 Paesi, mentre il regolamento del fondo prevede una maggioranza qualificata dell'85%."  


Gli "sconfitti" al vertice, cioè i paesi del nord Europa favorevoli all'austerità, non condividono per nulla le idee dei paesi del sud Europa. Malgrado siano espresse da una personalità come il prof. Monti con un'autorità ben diversa dal precedente premier italiano. Il problema dei paesi del sud, non è tanto avere un premier rispettabile, ma avere un sistema economico, sociale e politico rispettabile. E l'Italia, per i paesi del nord Europa, non ha questi requisiti.

Politici e commentatori italiani, un po' per i propri giochi di potere, un po' perchè ci credono veramente, pensavano che quello italiano fosse un problema di orientamento politico. Il precedente governo era poco serio perchè aveva scarse credenziali politiche. Una storia politica, quella di Berlusconi, avulsa dal percorso dei partiti tradizionali presenti in tutta Europa, un populismo imparentato con i regimi sudamericani: non per niente il premier era soprannominato "il Banana".

E invece, ora si devono aprire gli occhi, togliere le fette di salame, e guardare in faccia la realtà. L'Italia così com'è costruita, non va bene per gli europei del nord, da destra a sinistra. C'è evidentemente molto pregiudizio, ma anche la realtà di un paese con gravi problemi strutturali. 
Che vanno da una politica litigiosa e "tafazziana", che è disposta a produrre norme dannose (o non fare nulla), pur di punire gli avversari politici. 
Una società con una corruzione diffusa, pronta ad arraffare denaro senza merito (che significa anche senza lavorare) a discapito dello Stato, con l'aiuto dell'incomprensibile burocrazia dello Stato stesso. 
Una società guidata da una casta pronta a difendere i propri privilegi, senza nemmeno provare vergogna.
Una società capitalistica, con capitalisti che si comportano come i nobili di un paese feudale, che si scambiano cariche e poltrone, senza farsi veramente concorrenza, anzi tendendo a fare cartello. 
E quindi, scendendo al fondo della piramide sociale, un popolo diviso in corporazioni pronte a difendere con i denti i diritti e glissare sui doveri.

Non è un caso che un paese come l'Italia ha un debito pubblico al 120% del Pil, diventato un record in ambito europeo. Certo, anche il debito Usa è incredibilmente alto, ma si sa, loro hanno dovuto sostenere l'onere e l'onore di reggere un impero, con tutte le conseguenti spese militari. Non mi pare che l'Itala in questi anni abbia avuto un ruolo geopolitico e militare particolarmente esaltante.

Certo, anche il Giappone ha un debito, che in proporzione è doppio di quello italiano. Ma non mi pare che l'Italia abbia costruito in questi anni un sistema industriale, tecnico e scientifico che sia proporzionalmente la metà di quello giapponese: dovremmo avere sei o sette case automobilistiche, e colossi di elettronica di valore della metà della Sony, per esempio. Per non parlare del sistema antisismico.

Dovremo utilizzare una forma di ipnotismo molto più potente di quella messa in campo da Monti al summit recente, per convincere gli europei del nord, che ridurre i nostri spread, è un vantaggio anche per loro...

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