Ondivago lo è sempre stato. Berlusconi è il re della ritrattazione e della negazione di affermazioni dette solo cinque minuti prima. Ma questo continuo tira e molla dell'ex primo ministro, mette in tutta evidenza la crisi di un partito personalistico che rischia di scomparire.
Dopo le dimissioni in favore di Monti, Berlusconi ha fatto intendere che si sarebbe messo in disparte, come risorsa esterna del centro destra, una specie di icona superstar vivente. Mai più Presidente del Consiglio. Forse c'era l'ambizione del colle più alto, ma vista la totale impossibilità di tale impresa, ha dovuto mestamente dichiarare di non esserne interessato.
E quindi, dopo la designazione del successore, il fido Alfano, la strada del Pdl era tracciata verso un "rinnovamento pilotato" per portare le nuove generazioni ai vertici.
Poi sono arrivate le elezioni amministrative e la pesante batosta del partito di ex maggioranza relativa. Non solo, è arrivato l'outsider Grillo, con il rischio di retrocedere il Pdl a terzo partito tra il 15 e il 20 % dei consensi.
Da quei giorni sono cominciate le fibrillazioni berlusconiane, che lo hanno portato prima a mettere in dubbio il sostegno a Monti, accusato di far perdere i voti. Il che è anche probabilmente vero, ma B. è prigioniero di questa maggioranza, come lo è l'altro grande partito avverso, il Pd. Ma quest'ultimo può perlomeno mettere in campo una strategia di resistenza, e sperare di vincere le elezioni nel 2013, sempre che la Germania e l'Europa glielo lascino fare.
Poi Berlusconi, probabilmente a causa di molto tempo libero a disposizione, ha cominciato a studiare il fenomeno grillino, e ha tentato anche di imitarne i contenuti. Probabilmente fa tutto parte di una sperimentazione mediatica, per verificare se il proprio elettorato assenteista, si sarebbe fatto affascinare dall'uscita dall'euro e dal ritorno alla lira. Fatto sta che il Cavaliere per un attimo ha fatto traballare le ginocchia del premier che infatti si è premurato di dire che l'euro è irrevocabile.
Ma Berlusconi, che oggi pare non toccare più il tema euro si, euro no, ha continuato a giocare con i sondaggisti. Ha scoperto che il Pdl perderebbe i due terzi dell'elettorato senza la sua candidatura a premier. Bella scoperta! Come poteva essere diversamente, visto che si tratta di un partito ad persona?
Allora nuova correzione di rotta: si ricandida premier, smentendo se stesso (ma non è una novità), pero sarà attorniato da tanti bravi giovani (ma non è chiaro se veline o politici...).
Poi Berlusconi, probabilmente a causa di molto tempo libero a disposizione, ha cominciato a studiare il fenomeno grillino, e ha tentato anche di imitarne i contenuti. Probabilmente fa tutto parte di una sperimentazione mediatica, per verificare se il proprio elettorato assenteista, si sarebbe fatto affascinare dall'uscita dall'euro e dal ritorno alla lira. Fatto sta che il Cavaliere per un attimo ha fatto traballare le ginocchia del premier che infatti si è premurato di dire che l'euro è irrevocabile.
Ma Berlusconi, che oggi pare non toccare più il tema euro si, euro no, ha continuato a giocare con i sondaggisti. Ha scoperto che il Pdl perderebbe i due terzi dell'elettorato senza la sua candidatura a premier. Bella scoperta! Come poteva essere diversamente, visto che si tratta di un partito ad persona?
Allora nuova correzione di rotta: si ricandida premier, smentendo se stesso (ma non è una novità), pero sarà attorniato da tanti bravi giovani (ma non è chiaro se veline o politici...).
Morale della storia? L'Italia è un paese di vecchi attaccati alla tv generalista da mattina a sera. Sono quelli che lo avevano votato, lo zoccolo duro del partito, e che senza il Cavaliere piuttosto stanno a casa a guardare M. De Filippi. La "ggente" vuole lui, e non Alfano o qualche altro gerarchetto. Purtroppo le cose stano così, in Italia hai un futuro se sei un ultrasettantenne, cioè un coetaneo dei tuoi elettori. Se hai 30 o 40 anni, sei solo un "ragazzino" rompicoglioni, che magari un giorno ti toglie M. De Filippi e B. D'Urso, per metterti una cavolo di web tv incomprensibile...
Ma questa, anche se in modo diverso, è una sindrome trasversale che coinvolge anche il maggior partito opposto. Basta vedere come R. Bindi ha attaccato M. Renzi, che alla soglia dell'adolescenza, osa avere ambizioni sul partito. Anche il Pd si sta trasformando in partito di vecchi irremovibili. Se qualche giovane ha idee innovative, trova gli accessi sbarrati, oppure fa come Adinolfi e si arrende, scegliendo una strada tutta personale. Tutto è ingessato nelle logiche delle correnti governate da personalità come D'Alema o Veltroni o Bersani. I giovani come Letta, sono già nati vecchi...
Grillo, al contrario, ha dietro di se la nuova generazione di internauti, che magari non vede la televisione e quasi non sa chi sia la De Filippi. Ma il suo consenso, dubito potrà salire fino a diventare maggioranza, a meno che non torni in Tv a ricordare ai vecchi, i successi di "Te la do io ecc.". Perchè per loro, finchè non sei ospite della D'Urso o di Vespa, non esisti. Sono due mondi paralleli incomunicabili.
E questo avviene anche nel mondo colto: i lettori della carta stampata saranno complessivamente circa 1 milione al giorno, a fronte delle pagine lette in rete che superano le 20 milioni al giorno. Quindi c'è un capovolgimento, i più istruiti scelgono in maggioranza la rete, i più refrattari al pensiero complesso, scelgono la Tv, e sono in maggioranza anziani. Ma sono anche "La Maggioranza".
Tornando al Pdl, purtroppo dovremo assistere all'ennesima discesa in campo di Berlusconi, il quale non so con quali argomenti potrà presentarsi. Forse con la lista degli ospiti di "Buona domenica" o "C'è posta per te"...
Cosa potrà vantare? di aver portato lo spread a 550 punti? Io non penso che la sua presenza al governo valesse 200-300 punti di spread, e l'ho scritto ripetutamente, ma è ovvio che ormai la sua faccia è indissolubilmente abbinata a quei giorni critici.
E poi cosa può offrire un ultra settantenne al futuro dell'Italia? Probabilmente chi lo vota, non si preoccupa minimamente del futuro (non ne ha più), e nemmeno del passato del premier. Ormai Berlusconi è un prodotto. E' come una marca di pasta, o di tonno in scatola, che gli italiani abitudinari hanno sempre acquistato e continuano ad acquistare meccanicamente. E' un prodotto conosciuto, e pertanto ritenuto dagli elettori (vecchi) sicuro e buono (o almeno accettabile). Meglio non cambiare marca. Soprattutto con quelle non pubblicizzate in Tv, chissà cosa si nasconde dietro...
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