mercoledì 4 luglio 2012

Il bosone di Bondi



Il bosone di Bondi.
E' la particella scoperta da E. Bondi, su mandato di Giarda, che conferisce massa alla spesa pubblica. Una volta catturata con la "spendig review" la macchina dello Stato diviene leggera ed efficiente.
Avevo sottovalutato l'operazione di revisione della spesa in quanto l'inzio non era stata presentata nel migliore dei modi: Bondi era stato definito il tecnico, dei tecnici (governo), dei tecnici (burocrati europei). Invece ha svolto e sta svolgendo molto bene il suo mandato, per quello che se ne sa fin'ora.

Il taglio da 3 a 10 miliardi di spesa non è molto elevato in rapporto alla spesa pubblica complessiva, ma è significativo. Soprattutto perchè si comincia a incidere su questioni delicate (dipendenti pubblici) e spese fuori controllo in mano ad enti centrali e soprattutto periferici (per es. nella sanità).

A quanto pare il lavoro di Bondi e del governo si concentra su questi punti:

"1) costi dei beni e dei servizi nella pubblica amministrazione (complessivamente sono 60 miliardi l'anno e c'è la possibilità di risparmiare in alcune categorie merceologiche fra il 20 e il 60%). Per la sanità si pensa di tagliare i costi per i pasti e le pulizie

2) taglio del 20% dei dirigenti della pubblica amministrazione

3) taglio del 10% dei dipendenti della pubblica amministrazione

4) gestione più economica del patrimonio dello Stato

5) soppressione di alcuni enti statali e locali

6) ridefinizione della governance delle società pubbliche che non potranno avere più di 3 membri nel Cda (5 se le società gestiscono servizi)

7) riduzione delle consulenze delle società pubbliche. Il Governo pensa di varare venerdì il decreto legge con i tagli per il 2012."

(www.corriere.it)

Riguardo al punto 1), mi sembra ovvio che si debba giungere o a un sistema di acquisti centralizzato e controllato da un unico ente, o ai costi standard di antica memoria federalista o a entrambi.
Riguardo al punto 2), è notorio che in Italia sono sempre abbondati i "generali" e scarseggiano le "truppe", non servono così tanti dirigenti. Ben venga una limatura.Riguardo il punto 3), devo dire che trovo abbastanza stravagante considerare la riforma delle pensioni Fornero un esempio per il mondo, e poi decidere di andare in deroga per pensionare i vecchi impiegati non più produttivi. Il lavoro oltre i 60 anni doveva essere lasciato come scelta, non sempre la salute e la lucidità permettono di giungere integri, ma soprattutto produttivi dopo quel traguardo.

Per quanto riguarda i punti successivi, mi pare contengano all'interno l'intenzione di agire sulle province, riducendole di numero finalmente, e sugli uffici periferici dello Stato. Si tratta di provvedimenti che possono impoverire l'offerta di servizi ai cittadini. Ma vi sono molti casi in cui la sovrabbondanza di sedi ed enti locali, non aumenta l'offerta di servizi ai cittadini.

"Ieri fonti di palazzo Chigi confermavano anche l'intervento di ridisegno della geografia giudiziaria con il taglio di 33 Tribunali, 37 Procure e 220 sezioni distaccate, anche se si tratta di uno dei dossier su cui si concentrano le tensioni maggiori da parte della maggioranza parlamentare che ha già bloccato il taglio di 674 uffici dei giudici di pace decisi a gennaio. Altro intervento pronto e ora al vaglio politico finale è quello sulle province. Dovrebbero esserne cancellate almeno 42 su 107. 
...
 A scomparire dovrebbero essere tutte quelle prive di almeno due dei tre criteri fissati dai tecnici: popolazione oltre i 350mila abitanti; estensione superiore ai tremila chilometri quadrati; presenza di almeno 50 municipi. Ma si valuta anche l'ipotesi di arrivare a una sessantina, convincendo le Regioni a statuto speciale e inglobando le 10 città metropolitane." 
(www.ilsole24ore.com)

C'è da sperare che i tagli dei costi non nascondano anche i così detti "tagli lineari" che hanno già messo in ginocchio parecchie amministrazioni ed enti locali. Da quello che è stato rilasciato finora, sembrerebbero tagli ben mirati, verso sprechi ed enti inutili. Si tratta di tagli quantitativamente non rilevanti, quindi non dovrebbero contribuire eccessivamente a deprimere l'economia (hanno lo stesso effetto dell'aumento della tassazione).

Ma sicuramente la partita più difficile sarà quella che riguarda i dipendenti pubblici in esubero. I sindacati sono già sul piede di guerra:
"Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha ribadito che «occorre incidere di più sugli sprechi e sui conflitti di potere tra gli apparati dello Stato». «Non vorrei - ha aggiunto il leader della Uil Luigi Angeletti - che di tutte le vostre buone intenzioni restasse solo il taglio del personale della Pa». Il leader della Cisl ha poi aggiunto: «La revisione del pubblico impiego si deve fare in coerenza e applicando l'accordo che il sindacato ha siglato con il ministro Patroni Griffi un mese fa»."
(www.corriere.it)
La Camusso non ha escluso lo sciopero generale.

Su questo provvedimento, il governo gioca una carta di sicuro effetto mediatico. Ma nello stesso tempo, potrebbe ritrovarsi in pericolo più ora che prima del vertice europeo. Infatti è più facile che il governo cada sui tagli (se danneggiano gli orticelli dei partiti), che non a causa dello spread alto.

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