martedì 31 luglio 2012

Uscita dall'euro da destra


Finora le analisi più accurate sulle ragioni per uscire volontariamente dall'euro, e sulle eventuali conseguenze, sono arrivate da studiosi dell'area di sinistra. Il primo è stato P. Barnard, giornalista, portatore in Italia delle idee della Modern Money Theory e delle relative idee di ritorno alla sovranità nazionale e della spesa a deficit senza creare nuovo debito.

Contemporaneamente dal suo blog Goofynomic il prof. Bagnai, dichiaratamente appartenente all'area di sinistra, pur critico verso la MMT, è comunque un sostenitore dell'uscita dall'euro e del "meno Europa". Bagnai tenta di spronare la sinistra a comprendere meglio i processi economici e ad abbandonare il credo liberista che si adatta meglio a una politica di destra.

Recentemente è uscito su Micromega un e-book con diverse firme di studiosi progressisti (fra i quali Bagnai), che si schierano per l'abbandono delle politiche di austerità, chiaramente fallimentari, e velatamente ma non troppo propendono per l'abbandono dell'euro.

Tra gli studiosi progressisti, o almeno non nell'area propriamente del centro-destra, sostenitori dell'uscita dall'euro, collocherei anche il prof. C. Borghi intervistato recentemente da Messora (Byoblu).

In ambito politico, ha posto dei dubbi sull'euro il Movimento 5 stelle, e anche Berlusconi, ma entrambi non hanno fornito delle analisi sufficientemente approfondite. Del resto il metodo della politica, consiste nel comunicare con slogan semplificati, per raggiungere più facilmente il proprio pubblico. Ed inoltre si è trattato di dichiarazioni non del tutto sostenute con convinzione, o addirittura in parte smentite.

Poi ci sono naturalmente dei blogger schierati sull'uscita dall'euro e/o sul ritorno alla sovranità monetaria. Il più autorevole, quello che ha prodotto le analisi più accurate, ritengo sia Cobraf. Non mi pare sia schierato politicamente, ma sicuramente non condivide le scelte di Monti. Ha proposto per esempio l'affiancamento lira/euro e il ritorno alla sovranità monetaria nazionale per il controllo dello spread e del debito.

Ora è apparsa sul Giornale berlusconiano un'analisi economico-politica dell'on. R. Brunetta, che sembra riprendere molti dei temi già esposti dagli autori sopra citati. Segno che in Italia si sta formando un partito trasversale di coloro che sono contrari all'euro e alle (inutili) politiche austeriche montiane. A dire la verità, appartiene al campo dei moderati anche il prof. Savona, il quale è propositore di un piano per uscire dall'euro. Ma quando una proposta del genere arriva da un ex ministro, assume tutta un'altra autorevolezza.

Naturalmente Brunetta approfitta subito della situazione, ma anche dell'evidente impasse del governo Monti, per difendere le scelte dell'esecutivo di cui faceva parte:

"Come volevasi dimostrare: quello che è successo il pomeriggio del 26 luglio, con Mario Draghi a tutto campo in un convegno a Londra, è molto chiaro, fin troppo: per la prima volta la Bce ha fatto, anche se solo a parole, il suo mestiere di banca centrale. E l'effetto è stato immediato: 62 punti di spread in meno in 2 giorni.
...
...è soprattutto la dimostrazione della follia, della stupidità, della dabbenaggine di quanto è accaduto in Europa nell'ultimo anno, della teoria dei compiti a casa, delle misure sangue, sudore e lacrime, del presunto miracolo dei governi tecnici.Tutto affonda le basi nell'architettura imperfetta della moneta unica..."


Quindi, anche se non lo scrive, tutta la propaganda sul governo Berlusconi inadatto perchè impresentabile o perchè non ha ubbidito subito alla lettera della Bce, è qualcosa che attiene allo scontro politico ma la sua uscita di scena non era la soluzione alla crisi.

"Il pomeriggio londinese del 26 luglio ha dimostrato come l'unico vero leader in Europa sia Mario Draghi mentre gli altri attuali capi di governo non sono stati in grado di svelare da subito l'imbroglio degli spread, che solo per 2/5 è dipeso (e dipende ancora) dalle politiche economiche dei singoli Stati mentre per gli altri 3/5 è collegato alla mancanza di decisioni (e istituzioni) forti in Europa.Fino a oggi, l'atteggiamento miope ed egoistico della Germania, che ha usato lo spread per imporre misure di rigore agli Stati più deboli dell'Eurozona, ha prodotto l'effetto inverso a quello desiderato, generando recessione a catena in tutta Europa
...
Occorre dire basta. Basta con atteggiamenti logoranti e ansiogeni, basta con le corse all'impazzata verso il precipizio con frenata a l'ultimo millimetro dal baratro. Giochi pericolosi, tuttora in corso.
...
la Banca centrale europea può fare molto, più di quanto si creda, ma purché sia supportata dalla politica e dalle istituzioni e purché il messaggio sia trasmesso chiaramente ai mercati. "


Poi accusa l'istituzione Bce di non essere sufficientemente trasparente, come la Fed. Di lasciare incertezza nei mercati sulle proprie scelte.

Quindi per Brunetta è necessario portare avanti le riforme delle istituzioni europee di cui si è già parlato:
"... la soluzione è lì a portata di mano. Già scritta. È contenuta nel report Verso una vera unione economica e monetaria, presentato dai presidenti Herman Van Rompuy, José Manuel Barroso, Jean-Claude Juncker e Mario Draghi ai capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles il 28-29 giugno. Il report propone una visione di lungo periodo per l'Europa basata su quattro pilastri fondamentali: unione bancaria; unione fiscale; unione economica; unione politica.A tutto ciò dovrà aggiungersi l'attribuzione alla Banca centrale europea, attraverso opportune modifiche dei Trattati, di un nuovo mandato che preveda il ruolo di prestatore di ultima istanza, al pari delle altre banche centrali (inglese, svizzera, giapponese) e in particolare della Federal Reserve americana"

Secondo il mio punto di vista questa revisione delle istituzioni comunitarie è ancora molto carente, manca soprattutto di una visione democratica. Non per nulla l'"unione politica" è l'ultima opzione. Prima di tutto pone l'attenzione sull'economia e la finanza. Dovrebbe essere esattamente il contrario.

Quindi, analizzata la situazione e riportando in pratica le critiche ormai note alle scelte politiche imposta dalla Germania all'Europa del sud, giunge alla consequenziale conclusione. Quella che a questo punto è l'unica logica per uscire dalla crisi o per tentare di far cambiare atteggiamento ai paesi del nord:

"In mancanza di risposte concrete, invece, per i paesi sotto attacco speculativo diventerà sempre più necessario iniziare a valutare la possibilità di un'uscita volontaria dall'euro. Si tratta di un'opzione di cui si è parlato troppo poco, che si è spesso demonizzata, che mai è stata messa nel novero delle soluzioni razionali alla crisi, ma che deve iniziare, invece, ad essere presa in considerazione, anche come strumento di pressione negoziale, per acquisire consapevolezza dell'urgenza di prendere le decisioni più sagge: più Europa e più solidarietà. Subito. Altrimenti meglio uscire. E a pagare il conto più salato sarebbe la Germania e i paesi del nord. Un'analisi costi-benefici di tale ipotesi non è un invito ai paesi dell'area euro, soprattutto i più deboli, sotto attacco speculativo, ad abbandonare la moneta unica, bensì uno stimolo per i leader europei a considerare anche quest'ultima opzione, sia pur semplicemente come arma negoziale. In tal modo, la consapevolezza dello scenario della fine dell'euro diventa dunque elemento di serietà e di responsabilità per prendere in queste ore e in questi giorni le decisioni necessarie e giuste.
...
Per adesso l'appuntamento è alla riunione del Consiglio direttivo della Bce del 2 agosto. Riunione in cui prevarrà la linea Draghi del fare di tutto, con relative innovazioni e forzature statutarie oppure, dopo aspro dibattito, finirà per prevalere il solito compromesso di dare mandato temporaneo alla Bce di comprare sul mercato secondario titoli di Stato dei paesi sotto pressione, con relativa calma apparente sui mercati, in preparazione della tempesta perfetta, che potrebbe scatenarsi con le prime significative aste sul mercato primario. Nel frattempo recessione, pessimismo, calo dei consumi, angoscia. Ma questo poco importa ai falchi dell'eurozona. E a poco serviranno le pressioni americane. In fondo, è tutto così chiaro, così facile. O banalmente tragico." 

(www.ilgiornale.it)

lunedì 30 luglio 2012

Spezzeremo le reni alla... Germania



L'esito della crisi, potrebbe anche sfociare in un ridimensionamento della Germania. Si tratta di una nazione la cui politica economica è sempre più accerchiata dalle critiche internazionali. Che riesce sempre più con difficoltà a respingere le pressioni esterne per un cambiamento della direzione di marcia. Alle parole di Draghi:"Come parte del mio mandato la BCE farà di tutto per proteggere l'euro ». ... "Credetemi, questo sarà sufficiente".
La Bundesbank ha subito gridato allo scandalo, intimando alla Bce di non acquistare il debito degli Stati "peccatori" perchè questo avrebbe significato il venir meno delle politiche virtuose di austerità che stanno seguendo. Senza domandarsi dove sia la virtuosità di questo cammino, che di virtuoso non ha nulla ma genera solo recessione.

Poi pero la Merkel ed il ministro Wolfgang Schäuble hanno smentito la Bundesbank e pronunciato quasi le stesse parole di Draghi a Parigi nel vertice con Hollande:
"«La Francia e la Germania sono fondamentalmente impegnati nel difendere l'integrità della zona euro. Sono determinate a fare tutto il possibile per proteggerla»"
(www.ilsole24ore.com)

Ma successivamente, un altro ministro tedesco ha aderito al pronunciamento della sua banca centrale.
"Ma la strada da percorrere per ridare stabilità all'eurozona è ancora lunga e resta in salita, come dimostra l'altolà alla Bce arrivato oggi dal ministro dell'Economia tedesco Philipp Roesler, che nella partita tutta interna alla Germania tra falchi e colombe si schiera con la Bundesbank: «La Bce deve restare indipendente", il suo compito è assicurare la stabilità dell'euro, non finanziare l'indebitamento degli Stati, ha avvertito. "
(www.lastampa.it)

Ma intanto anche Schäuble che subito era sembrato allineato con Draghi, mette i puntini sulle "i":

"Schäuble: Madrid non ha chiesto aiuto, nessun intervento dell'Efsf 
Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha smentito ogni progetto di acquisto di bond da parte dell'Efsf nel quadro di un piano di aiuti europeo alla Spagna." 
(www.ilsole24ore.com )
Che è un po' come dire, va bene se acquistiamo titoli dei Piigs, ma solo se c'è una formale richiesta accompagnata da ulteriori "garanzie", cioè nuovi sacrifici e strette economiche. Il solito pallino austerico dei tedeschi.

Poi è stata la volta di G. Soros, che non è tedesco, ma ha messo in guardia la Germania per la sua politica di rigore e debito-fobica:

" La Germania «rischia una bancarotta se non accetta la monetizzazione del debito da parte della Banca centrale europea». Lo si legge in un documento dell'istituto newyorchese di ricerca economica Inet (Institute for New Economic Thinking), presieduto da George Soros e nel cui advisory board siedono i premi Nobel per l'economia Joseph Stiglitz, Andrew Michael Spence, Amartya Sen e James Heckman.
...
 Nel documento si sottolinea che l'Europa è sulla soglia di una catastrofe, con l'economia del Vecchio Continente destinata alla depressione e la zona euro alla disintegrazione. L'Icec spiega senza mezzi termini che «senza uno sforzo collettivo l'eurozona si disintegrerà in fretta» perché le condizioni attuali «in diversi Paesi non sono sostenibili a lungo, né economicamente né socialmente».

 Gli economisti spiegano che bisogna distinguere tra i problemi ereditati dal passato e creati dalla cattiva progettazione dell'eurozona nel corso degli ultimi 10 anni e le sfide implicite nel ridisegnare l'area euro, per ripristinarne la solidità. Attenzione quindi, continua il documento dell'Icec, perché è impossibile costruire a lungo termine meccanismi come un'unione bancaria «quando incombe l'eredità di squilibri di bilancio, di competitività e l'inadeguata  capitalizzazione delle istituzioni finanziarie impediscono il cammino verso un'Europa sana».
...
 Cinque le riforme da attuare: unione bancaria, riordino del settore finanziario, un sistema di controllo fiscale (già avviato con il "fiscal compact"), un europrestatore di ultima istanza per i Governi che rispettano il "fiscal compact" e un regime di ristrutturazione del debito per gli altri Paesi, in modo da evitare default disordinati."

E poi anche J. C. Juncker (Lussemburgo) presidente dell'Eurogruppo si chiede retoricamente:
"“Perché la Germania si permette il lusso di fare continuamente politica interna su questioni che riguardano l’Europa – ... – Perché tratta l’eurozona come una sua filiale?”. Juncker ha confermato che l’Eurozona, insieme al fondo Efsf e alla Bce, si sta preparando ad acquistare, qualora si rendesse necessario, titoli di Stato di Paesi in difficoltà: “Su questo non ci sono dubbi”."(www.ilfattoquotidiano.it)

Senza contare il recente outlook negativo sulla Germania di una delle agenzie di rating.
Insomma lo scontro tra Germania e paesi periferici si sta sempre più portando nel cuore della Germania stessa. Si stanno creando divisioni interne al governo e Parlamento tedesco. Fibrillazioni che si trasmetteranno al corpo elettorale, rendendo incerte le prossime elezioni tedesche.

Il problema della Germania è quello che hanno tutti quelli che in un contesto generale omogeneo, vorrebbero comportarsi in modo diverso. In un mondo di drogati di debito, i tedeschi amanti dell'austerità sono fuori luogo, anche se sono portatori di buone ragioni.

Comunque vada a finire, la Germania è destinata a pagare un prezzo, o rinnegare il suo credo economico. Infatti, l'ideologia economica dominante tedesca che prevede che il compito principale della Banca Centrale è quello di controllare e abbattere l'inflazione, è destinato ad infrangersi contro la realtà, se la politica espansiva proposta da Draghi diventasse prassi. Per i tedeschi è fondamentale preservare la moneta dall'inflazione, anche a costo di pagare con un po' di recessione. Per anglosassoni e latini è l'esatto contrario, l'importante è creare i presupposti per la crescita economica, anche a costo di inflazione.

In ogni caso la Germania è chiamata più delle altre nazioni europee a fare una scelta difficile: se rimane nell'euro, dovrà prima o poi fare i conti con la sua impostazione austerica ed anti inflattiva, non condivisa dagli altri partner europei (anche se ora sembrano tutti allineati sull'austerità per necessità), e quindi cedere ad una Banca Centrale Europea che si avvierà ad essere sempre più simile alla Fed. I tedeschi temono di latinizzarsi troppo, di ritrovarsi in una nazione con una moneta inflazionata come nell'Italia degli anni '80. La loro fobia, non gli consente di considerare che esistono anche vie di mezzo.

Oppure i tedeschi, come pare stiano meditando, potrebbero lasciare l'euro e isolarsi in un loro contesto economico separato, ma rischiando di ritrovarsi con un nuovo marco troppo rivalutato, quindi con difficoltà di esportare, e pagare molti costi (qualcuno li ha quantificati complessivamente in 1500 miliardi di euro!) dovuti agli investimenti in zona euro in perdita a causa della svalutazione monetaria, che sicuramente verrà praticata a man bassa dai Piigs. Anche se questi dovessero rimanere nell'euro, che quindi diverrebbe un euro latino, con valore inferiore all'attuale.

Questa decisione verrà presa in Germania in autunno. Per ora daranno l'avallo a Draghi per effettuare modesti "salvataggi" di Spagna e Italia, giusto per temporeggiare fino a settembre quando la corte costituzionale tedesca si esprimerà sull'Esm. Poi può succedere di tutto: la politica tedesca va in frantumi (Bce in stile Fed), o dovremo ritornare alla lira (Esm bocciato), o la Germania sceglierà di lasciare l'euro.


domenica 29 luglio 2012

Euro: si avvera la profezia Soros



Draghi e la Merkel ci salvano, ma ci intrappolano. Ci intrappolano in un meccanismo che difficilmente potrà dare all'Italia l'agognata crescita. Una ferrea gabbia da cui non potremo uscire se non ribellandoci a questi tecnici e a questi partiti.

Così la pensava il magnate Soros a giugno:

"...è probabile che l'euro sopravviverà, perché una rottura sarebbe devastante non solo per la periferia, ma anche per la Germania.
...
Così la Germania è probabile che farà ciò che è necessario per preservare l'euro - ma niente di più. Ciò si tradurrebbe in una zona euro dominato dalla Germania, in cui la divergenza tra i paesi creditori e debitori continuerà ad aumentare e le periferie si trasformerebbero definitivamente in aree depresse che necessitano di costante trasferimento di quote. Ciò trasformare l'Unione europea in qualcosa di molto diverso da quello che era quando era un "oggetto fantastico" che ha attivato l'immaginazione dei popoli."


E questo sta avvenendo, anche se sembra che finalmente si mettano in atto politiche monetarie espansive. La Germania non vuole il crollo dell'euro, ma farà il minimo indispensabile per evitarlo, probabilmente facendo ballare lo spread spagnolo e italiano in una zona tra 350 e 400 punti.

Una zona non pericolosissima, ma comunque comportante recessione continua per questi due paesi. Perchè la politica simil espansiva che metterà in campo Draghi, servirà a far sbollire lo spread, a permettere all'Italia e alla Spagna di continuare ad indebitarsi, ma dovranno entrambe continuare a reperire il denaro mancante unicamente attraverso tasse e tagli. E a fare i sacrifici e le "riforme" dell'austerità.

Ora Monti afferma che non sono più necessarie nuove manovre, ma è ovvio che non sarà così. Il debito cresce ancora, si va verso un rapporto debito/Pil del 123%, contro il precedente 120% pre crisi. E con il sistema che ci siamo creati, basato sul pareggio di bilancio, il Fiscal Compact e l'impossibilità di stampare denaro, la strada è obbligata: Quando l'equilibrio si infrange, o si tassa o si taglia. Ma l'equilibrio si è già infranto, ricordo che il Fiscal Compact ci impone di reperire 50 miliardi di euro all'anno per 20 anni.

Si va costruendo un'Italia sempre più ingiusta, dove i "poteri forti" taglieranno i fondi alle categorie più deboli, pur di garantire la sopravvivenza delle loro oligarchie:

"“Con i vincoli imposti dalla spending review non siamo nelle condizioni di assicurare l’apertura dell'anno scolastico”. Questo l’allarme lanciato il 23 luglio scorso dal presidente della Provincia di Torino, e vicepresidente dell’Unione delle Province d’Italia, Antonio Saitta. Peccato, però, che parte dei fondi interministeriali destinati anche alla ristrutturazione e alla manutenzione dell’edilizia scolastica siano stati destinati, a partire dal novembre 2010, ai lavori per il Tav.
...
I fatti sono questi: un decreto legge approvato nel gennaio 2009, recante “misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il Quadro Strategico Nazionale”, demandava al Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) la responsabilità “di assegnare una quota delle risorse nazionali disponibili nel Fondo aree sottoutilizzate al […] Fondo infrastrutture, anche per la messa in sicurezza delle scuole, per le opere di risanamento ambientale, per l’edilizia carceraria, per le infrastrutture museali ed archeologiche, per l’innovazione tecnologica”. In sostanza, la legge prevede un travaso: parte dei soldi inizialmente stanziati per le aree più depresse del Paese viene dirottato nel Fondo Infrastrutture.

Ma i fondi gestiti dal Cipe, essendo dei fondi “interministeriali” – cioè utilizzati, appunto, da vari dicasteri – molto spesso sono una sorta di gioco delle tre carte: se vengono destinati a finanziare un progetto, non ci sono più per finanziarne un altro. "


Diventa esattamente così: un gioco delle tre carte. Un continuo spostare risorse limitate da un capitolo ad un altro. Alla fine, se lo Stato italiano vorrà sopravvivere (lo stesso vale per la Spagna) con questo sistema perverso, si dovranno licenziare metà dei dipendenti pubblici. Si dovranno eliminare molti servizi pubblici, perchè dovete sempre ricordare, che non avete vissuto in una moderna nazione dove sono garantiti diritti e doveri,  benessere, democrazia, ma avete vissuto al di sopra delle vostre possibilità. 
Eravate degli straccioni momentaneamente ospitati nella hall di un albergo, adesso fuori, tornate in strada dove si trova il vostro ambiente più idoneo.

E una nazione così, abitata da straccioni senza un soldo, senza un lavoro, con lavori precari e mal pagati, difficilmente potrà tornare a crescere. Probabilmente sarà anche una nazione a rischio di convivenza civile, a rischio di rivolte e sommosse. Capisco che molti auspichino la rivoluzione, ma in realtà si potrebbe vivere bene anche senza violenza, semplicemente o ripristinando la sovranità monetaria nazionale, o creando una vera Europa democratica e non ostile ai suoi popoli.

Come scrive Barnard:

NON POSSO USARE ALTRE PAROLE, MI SI PERDONI: MA SIAMO NELLA MERDA DAVVERO.
(www.comedonchisciotte.org)

Ma come, vi chiederete, ma proprio ora che Draghi ci salva? ma Barnard non è mai contento! che carateraccio... In effetti ha ragione, per i motivi che ho scritto sopra. Siamo in trappola:

"I mercati non si sarebbero mai placati oggi se non sapessero che la BCE è l’emissore sovrano dell’euro, e quindi può in effetti comprare titoli quasi all’infinito. Con questa garanzia, e solo con questa, i mercati si sono calmati, e si calmeranno.

... il MES potrebbe essere trasformato in banca. E cosa significa? In breve: che se diventa banca avrà il sostegno illimitato dei finanziamenti della BCE, che è l’emissore illimitato degli euro, e quindi il MES potrà comprare enormi quantità di titoli di Stato dei Paesi come il nostro di fatto garantendo ai mercati che, di nuovo, esiste un pagatore dei loro crediti (i titoli nostri e spagnoli) senza limiti. Il trucco è fatto. I mercati si calmano.

Ma cosa significa se si calmano? Significa, e lo dico con un livello di serietà totale, una catastrofe democratica, economica e civica qui da noi senza precedenti nella Storia d’Italia. Significa che Italia e Spagna e Grecia staranno dentro l’Eurozona, perché con i mercati calmi, e coi tassi sui titoli che scendono dal 7% al 4%, il default è scongiurato. Bella notizia eh? Come dire: il fiume sarebbe straripato e avrebbe allagato la galera permettendo ai prigionieri politici asserragliati sul tetto e stremati di fame e sete di nuotare verso la libertà. Ma no. Hanno arginato il fiume apposta.

Significa che ci terranno dentro la macchina dell’economicidio della nostra terra, bloccati in un limbo infame dove da una parte non cresceremo mai perché sempre privi di moneta sovrana, sempre schiavi di tecnocrati non eletti, sempre comunque ricattati dal fatto che ogni centesimo per l’Italia va preso in prestito dalle banche speculative, e dall’altra proprio questa perenne e cementata precarietà e impoverimento saranno la scusa per imporci le Austerità a stipendi, pensioni e servizi che ammazzano le imprese, le privatizzazioni selvagge di ogni bene e servizi pubblico residuo, e per impedirci di respirare nella crescita, e dunque di agire la democrazia."


E non basta, perchè in un post successivo aggiunge, che il salvataggio non sarà "a gratis" come ci ha fatto credere Monti:

"...il ministro delle Finanza tedesco Wolfgang Schäuble oggi a introdurre il discorso delle “precondizioni” all’intervento del SMP/BCE. Dice “la precondizione è che i politici facciano i necessari passi per le riforme”, e sappiamo noi pensionati, scuole, pompieri, ammalati, dipendenti e aziende cosa sono le “riforme”. Infatti è un anonimo alto ufficiale della Commissione oggi a parlare al Financial Times di un “memorandum” che il Paese in crisi dovrà firmare per ottenere i soldi del Fondo Salva Stati prima, e successivamente quelli del SMP/BCE. Ma guarda, e chi è stato il giornalista che pochi giorni fa scrisse qui che Monti aveva mentito al ritorno da Bruxelles nel dire che l’Italia aveva strappato la concessione di non doverli firmare quei tragici memorandum di schiavitù.

Ma certo. Ci terranno in galera, ma non senza prima averci mozzato una caviglia così da esser veramente certi che urleremo, ma stavolta arrampicati sul tetto della prigione nella speranza che la piena ci consenta di fuggire non ci arriveremo di sicuro."

(www.comedonchisciotte.org)

Anche su Rischio Calcolato, si fa un'analisi sulla strategia tedesca che mette in evidenza ben altro nelle intenzioni di quella nazione, che non è di sicuro una nuova politica di espansione monetaria in stile Fed:

"Vi do una chiave di lettura:

La Germania si opporrà con tutta la forza possibilie ad ogni intervento che non sia condizionale, ovvero che non preveda in cambio misure di controllo molto strette su COME verrebbero usati aiuti europei qualunque ne sia la natura (cioè i commissari a Roma). Francamente vorrei vedere fosse il contrario, gli aiuti a babbo morto sono una esclusiva italica valida per il solo mercato interno (i riferimenti alla regione Sicilia non sono affatto casuali).

Allo stesso tempo, vi posso assicurare per esperienza diretta che esiste un forte dibattito in Germania sui danni che potrebbe creare (ai tedeschi) un eventuale implosione dall’euro o un uscita della stessa Germania (eh si… ne parlano e fanno analisi molto precise).
...
Dunque è fondamentale comprare tempo per arrivare a Settembre-Ottobre, anche per permettere alla corte suprema tedesca di esprimersi sul fondo ESM.

Si vuole usare l’EFSF per implementare una qualche forma di condizionalità estiva a fronte di un mini-scudo anti spread temporaneo.

In sostanza io credo che la Germania si sia convinta della necessità di fare passare Agosto con tassi di interesse alti ma accettabili (diciamo 350 pti di spread?) a Spagna e Italia per arrivare al momento della verità in autunno, sia per la questione ESM che per la questione mille volte più importante del redemption fund." 
www.rischiocalcolato.it )

Quindi, siamo messi male come sempre. Il salvataggio di Draghi sarà finto. Servirà solo ad impedire di continuare a scrivere quella maledetta parola "spread" sul Sole24ore e sul Corriere, che tanti danni fa all'immagine dal caro Mago Monti. Così potrà candidarsi alle prossime elezioni e prendere tanti bei voti, per continuare a torturare l'economia italiana a vantaggio dei suoi mandanti tedeschi.


sabato 28 luglio 2012

Keshe: sulla Luna con la coca-cola



Sono un sognatore lo ammetto. E quando ho letto su www.altrogiornale.org che l'ingegnere Mehran Tavakoli Keshe di origine iraniana, proclama di essere in grado di produrre in futuro, generatori d'energia pulita e motori antigravità, già mi sono visto passeggiare sulla superficie lunare o correre su quella marziana con un Lem elettrico a emissioni zero. Fine della crisi mondiale, inizio della colonizzazione pionieristica dello spazio. Quando mi parte un film così, decido di condividerlo sul blog, e quindi inizio a cercare qualcosa in rete.

E in rete c'è il sito della fondazione dell'inventore: www.keshefoundation.org.

Dove sono reperibili ulteriori informazioni su questa incredibile "genialata" del generatore d'energia e antigravità, che udite, udite è già disponibile e commercializzato. Non parto mai con dei pregiudizi, perchè nel campo tecnico-scientifico avvengono a volte scoperte eclatanti che sono effettivamente rivoluzionarie. Però qualcosa non mi torna: se esiste già tutto questo, perchè la Nasa continua a usare obsoleti missili con motori a combustione?

Quindi inizio ad indagare e scopro che il segreto di questa mirabolante invenzione sta sotto i miei (e vostri) piedi. L'Ingegner Keshe ha carpito i segreti energetici provenienti dall'interno del nostro pianeta:


"La Terra, come tutti i pianeti e le stelle, possiede un nucleo centrale caldo. La creazione e la manutenzione di questo calore e il movimento prodotto non sono sulla stessa scala di quella delle stelle, e non vengono creati con i metodi che l'umanità ha scelto per il suo progresso tecnologico fino a questo momento.

Al centro dei pianeti la temperatura raggiunta è nell'intervallo di migliaia di gradi non di vari milioni come nelle stelle. La creazione di questo calore e il movimento è il risultato di un equilibrio fra le materie della struttura del pianeta. Un pianeta possiede e mantiene le forze di calore, gravità e magnetiche attraverso un unico sistema integrato, e la maggior parte dei pianeti nei sistemi solari hanno un elemento comune che è la principale fonte della loro energia."




Credo intenda dire con questo, che se la Terra sviluppa energia magnetica e calore al suo interno, non è necessario ricreare le reazioni termonucleari che si hanno nelle stelle per produrre energia.
Eccovi i segreti della Terra:

"Ricordiamo che:I pianeti non hanno le ali, ma volano tutto l'anno nelle loro orbite per milioni di anni.

I pianeti non hanno sale macchine o motori a reazione fissate agli stessi, ma creano energia e sono in movimento in varie dimensioni contemporaneamente.

I pianeti non hanno tubi di scappamento, ma bruciano carburante e creano calore internamente ed esternamente, come alcune stelle.

I pianeti non hanno alcun quartier generale della difesa, ma proteggono i loro abitanti con uno scudo magnetico chiamato magnetosfera.

I pianeti non hanno valvole e guarnizioni nel loro interno, ma mettono insieme il materiale di cui hanno bisogno per mantenere la loro esistenza attraverso le leggi naturali.

I pianeti non hanno bisogno di trattenere la loro materia e i loro abitanti mantenendoli appiccicati o sottoterra, ma creano forze gravitazionali abbastanza deboli per permettergli di essere liberi di muoversi, ma allo stesso tempo abbastanza forte per trattenerli .

Pianeti e stelle, utilizzando le leggi naturali della fisica e della materia, per fare tutte queste cose, tutto in una volta e insieme, senza macchinari separati e sale di controllo e carburanti. Lo fanno come un unico sistema integrato."



Quindi secondo l'Ingegnere (con laurea trovata nel Dixan, assieme alle figurine Mira-Lanza), il nostro pianeta è una misteriosa astronave che "vola" in orbita circolare attorno al sole, tutto in automatico senza bisogno di ali, piloti, motori, ecc. E io che pensavo che fosse intrappolato lungo una curvatura parabolica dello spazio tempo, in equilibrio tra velocità di fuga e attrazione gravitazionale verso il sole.

E la Terra "vola" grazie all'energia prodotta segretamente al suo interno, grazie ai materiali di cui è composta. Credevo che le alte energie presenti al centro della Terra fossero dovute alla pressione generata dalla gravità, invece no. Devo però correggere un punto dell'Ingegnere: la Terra ha dei tubi di scappamento (o qualcosa di simile), si chiamano vulcani. Emettono appunto gas caldi provenienti dal sottostante "motore".
Forse mi sbaglio, forse l'ingegnere ha carpito veramente dei segreti della natura incredibili:

"Nuovi orizzonti.

Gli scienziati hanno a lungo cercato di capire l'intelligenza segreto della creazione e i meccanismi soggiacenti il mantenimento di energia, della gravità e dei movimento che si realizzano nell'universo. Grazie a una nuova comprensione di questi meccanismi e di nuovi metodi e tecnologie che li rispecchiano, abbiamo scoperto che una grande quantità di energia e la forza gravitazionale possono essere generati dal nocciolo di un reattore artificiale.

La dimensione dei nostri reattori varia da piccolo come una batteria ricaricabile fino a pochi metri per la grandi alimentazioni o per applicazioni spaziali.

La tecnologia che è stata sviluppata è un sistema totalmente integrato in grado di creare energia e gravità nel suo nucleo. All'interno di questo sistema energetico è prodotta con lo stesso metodo che governano le dinamiche naturali della Terra, utilizzando le forze geomagnetiche ed i principi per creare energia, campi dinamici magnetici e gravitazionali.

Abbiamo dimostrato che è possibile ottenere un sollevamento mediante il posizionamento gravitazionale e senza l'uso di carburante.Così, utilizzando le forze fondamentali della natura, l'uomo sarà in grado di costruire nuovi sistemi per il volo nello spazio, libero di combustibili artificiali e le catene della gravità terrestre.

Una volta nello spazio, il sistema è in grado di manipolare gravità attraverso la sua creazione direttamente dal suo nucleo. La sua tecnologia è in grado di creare un campo magnetico protettivo appropriato alle condizioni atmosferiche, e il sistema sarà in grado di difendersi da qualsiasi impatto ambientale o fisico esterno."



Praticamente Keshe ha scoperto le leggi fisiche di unificazione. Produzione di energia elettromagnetica unita alla produzione di energia gravitazionale. Ma che cavolo l'abbiamo costruito a fare il Large Hadron Collider di Ginevra? Tanti soldi buttati per cercare l'inutile bosone di Higgs, quando bastava una bottiglia di coca-cola...

"Allo stato attuale la nostra tecnologia è già pienamente sviluppata per centinaia di applicazioni. Questi nuovi sviluppi sono la punta di un iceberg di nuove opportunità generate da questa nuova tecnologia. Il nostro lavoro di sviluppo e progettazione su questi reattori ha portato a numerose nuove scoperte nei mesi scorsi, e ce ne sono molte altre da fare."

"La tecnologia offerta dal nostro nuovo sistema non è radicalmente nuova in termini tecnici, in quanto non sono molto complicati da costruire alcuni reattori statici, ma i metodi che abbiamo usato per raggiungere tali risultati non sono mai stato tentato prima, e neppure descritti dalla scienza o dall'industria . D'altra parte la costruzione dei nostri reattori dinamici fa uso di concetti tecnici totalmente nuovi per realizzare le interazioni interna desiderata.


Reattori statici come la bottiglia sopra dotati di cinque elettrodi possono accumulare più di 10 V, ma con l'aggiunta di elettrodi e / o modificando le proprietà del liquido Kt, una maggiore energia può essere raggiunta. Evidentemente i reattori dinamici hanno una potenza molto più grande dei reattori statici. Nei nostri sistemi, il metodo di produrre e mantenere energia, il movimento e ogni altro aspetto della piena autosufficienza si basa sui principi dell'ordine universale."

cola reattore bottiglia con liquidi

Se vi chiedete che tipo di liquido (liquido Kt) è stato inserito nella bottiglia di coca-cola, e se vi viene il sospetto che dal colore sia proprio coca-cola... ebbene è proprio coca-cola. Qui l'ingegnere ha ragione, non è una tecnologia radicalmente nuova.
Lo scrive lo stesso ingegnere nella didascalia delle foto:

"Nelle prossime foto si mostrano le fasi di una delle prove effettuate con il reattore al plasma. Gli acidi contenuti nella bevanda cola non sono essenziali per la creazione di corrente."

Ma dai!? non sarà simile ad una comune batteria d'auto?
No, perchè poi l'ingegnere nella stessa pagina del sito afferma:

"Il funzionamento di questi reattori statici non si basa su interazione chimica, come con acidi, e il processo è completamente diverso da quanto avviene nelle batterie esistenti."

E definisce il liquido interno addirittura come un "plasma". Anche qui, sono stati spesi milioni di euro per tentare di realizzare macchinari complessi come "Iter" per contenere il plasma, quando era sufficiente una comune bottiglia di plastica... averlo saputo prima!

Comunque, consiglio all'Ing. Keshe, di utilizzare una fonte d'energia più ecologica, e soprattutto svincolata dalle dinamiche economiche di una multinazionale come la Coca Cola, non si sa mai, potrebbero anche chiedergli i diritti e rovinarlo.
Potrebbe costruire un'astronave funzionante a "mele" o a "cipolle" o a "patate". Ecco due prototipi del reattore:





Comunque, se preferite il generatore Keshe a coca-cola, potete sempre acquistarlo sul sito della fondazione:

"Prezzi
3-4 KW AC / DC unità: € 5 000

10 KW AC / DC unità: € 20 000"



"Come è stato spiegato sul forum Keshe Foundation - Link - La Fondazione Stichting Keshe per sostenere la creazione del suo Istituto Spaziale Internazionale procede oggi con la commercializzazione dei suoi gruppi elettrogeni.

Abbiamo iniziato offrendo 10 000 unità di 3-4 kW AC / DC e 1000 unità di 10 KW AC / DC portatili non domestici generatori elettrici  Keshe . Stiamo progettando di consentire l'uso di queste unità iniziali nelle automobili come anche nelle case. Così siamo entrati nel campo dell'alimentazione di energia nel suo vero senso che ci fornirà unità che saranno più potenti per essere utilizzati in casa o nelle auto elettriche, che non avranno mai bisogno di ricarica e non ci sarà alcuna limitazione del loro impiego e del chilometraggio, l'alimentazione dell'auto non avrà bisogno di una nuova carica e non ci sarà bisogno di batteria."

(www.keshefoundation.org)

Un'immagine del mirabolante prodotto, il cui costo vale sicuramente tutto ciò che promette:

Keshe generatore 

Tutto chiaro no?
Ma quante bottiglie di coca-cola si comprano con 20.000 euro?

venerdì 27 luglio 2012

Draghi Presidente d'Europa



Non è uno slogan da campagna elettorale, ma un dato di fatto. Si sono svolti una trentina di summit tra capi di Stato europei che non hanno risolto quasi nulla. Basta la parola di Draghi per rimettere in moto l'Europa, e far capitolare la speculazione. Draghi supplisce a un ruolo politico mancante in Europa, un Presidente che abbia un potere d'indirizzo come quello Usa. E' l'unica autorità europea che oltre ad avere un certo potere effettivo ha anche un potere morale sulle scelte economico-politiche del continente.

I tedeschi non sono molto d'accordo con le intenzioni di Draghi, di trasformare di fatto la Bce in una banca centrale simile alla Fed, alla Banca d'Inghilterra o alla Banca centrale nipponica. Lo si capisce dalle dichiarazioni discordanti che escono dalla Germania: i falchi della Bundesbank  continuano a dire di no, i politici sono più possibilisti, anche perchè forse la Merkel comincia a capire che l'austerità imposta ai Piigs è un fallimento.

Speriamo che il piano del "Presidente d'Europa" Draghi funzioni:

"La Banca centrale europea (BCE) farà solo la "grande battaglia" per salvare l'euro. Avrebbe preparato, secondo le nostre informazioni, un'azione concertata con gli Stati. Giovedi 26 luglio Mario Draghi , presidente dell'autorità monetaria europea ha detto qualcosa di forte, ma ambiguo. "Come parte del mio mandato, ha detto, da Londra, la BCE farà di tutto per proteggere l'euro ». Aggiungendo, enigmaticamente: "Credetemi, questo sarà sufficiente".
Anche se ci vorranno altri giorni o addirittura settimane per mettere a punto il dispositivo in questione, la BCE avrebbe preparato un'operazione coordinata con gli Stati per limitare l'aumento dei tassi di interesse di Spagna , ma anche Italia .

Tra il Presidente della BCE e dirigenti con responsabilità strategiche nell'area dell'euro sono aumentati i contatti negli ultimi giorni. I negoziati continueranno Venerdì. Una conversazione telefonica tra Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel , è prevista per le 13:00 (ora di Parigi).

Giovedi, gli investitori non sanno esattamente quali strumenti sarebbero stati schierati. Ma, se nessuna azione politica arriva in fretta, hanno escogitato di fare affidamento su una efficiente operazioni monetaria. "C'è una frase importante, ha dichiarato Draghi è quello che 'fidati di me. questo sarà sufficiente" , avanzata Gilles Moec, economista di Deutsche Bank. "La BCE può lasciare un bazooka ",egli prevede.

Minuti dopo le parole del capo della BCE, il tasso debitore spagnolo a dieci anni già scesa al di sotto del 7% dopo il loro record di oltre il 7,5% Mercoledì. Mentre il debito italiano scadenza analoga al 6% contro il 6,5% in più di qualche ora prima.

MONITORAGGIO

Inizialmente, l'idea è, secondo varie fonti, di gestire il Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF), o il suo successore da settembre, il meccanismo europeo di stabilità (SPM), per acquistare titoli di debito emessi da Madrid o Roma, nel mercato primario. Vale a dire permettere questi a stati di finanziare a costi ragionevoli.

A quel tempo, la BCE sarebbe aumentare il suo programma di riacquisto di obbligazioni sul mercato secondario, dove viene acquistato e venduto le obbligazioni emesse in precedenza per garantire che i tassi non volino via. "la BCE non senza governo: agirà se si è disposti ad operare con il fondo di salvataggio", dice un funzionario dell'UE. Questo per quanto riguarda l'urgenza.

Rimane un ostacolo: convincere la Spagna a fare uso degli aiuti dei fondi europei. Un'opzione che Mariano Rajoy, il capo del governo spagnolo, ha finora rifiutato, per paura di vedere il suo paese finire sotto la tutela dei propri finanziatori. Un programma di intermediazione, con alcuni vincoli di bilancio semplificati può essere considerato più flessibile, in buon accordo con la Spagna, senza sottostare a Bruxelles.

In una seconda fase, l'azione della BCE e degli stati potranno prendere uno forma più spettacolare. Si penserebbe quindi di concedere una licenza bancaria per il fondo europeo disalvataggio. E così facendo avere  qualche tipo di garanzia con la BCE che permette di aumentare la sua potenza di fuoco. Con questa opzione, gli Stati avrebbero difficoltà di accesso ad un rubinetto virtualmente infinito di denaro contante.
Ma a Berlino e al nord, ultra-ortodossi, questa idea può scandalizzare: si rompe un tabù, consentendo alla BCE di finanziare gli Stati , il che è contrario ai trattati. Mentre la BCE ha la scusa per intervenire - garantire il futuro dell'euro - la linea rossa sarà probabilmente difficile da superare .

Si spera, quindi, che il signor Draghi non abbia parlato troppo presto. "Con questa crisi che non finisce mai, siamo diventati come San Tommaso, dovrebbe vedere per credere " , dice Philippe Waechter, responsabile della ricerca economica presso Natixis AM."

Corso di "Superiamo la crisi di slancio"



Oggi un importante lezione del corso, "Come superare la crisi". Lezione tenuta dal prof. G. Zibordi alias Cobraf.
Le parti in neretto sono da studiare a memoria:

Fallimento degli Esperti, non Dello Stato

"Uff.... ma quando leggi qualche cosa anche tu che pure insegni all'università ?

Due anni fa la "Troika" (BCE, UE, FMI) ha scritto che in Grecia dopo un calo del -2.6% del PIL nel 2010 ci sarebbe stato un +1.1% nel 2011 e poi +2.1% nel 2012. Quello che è successo è che nel 2011 il PIL è crollato del -9.6% e nel 2012 la previsione ora è che collassi di un altro -6.7% nel 2013. Si sono sbagliati del 18% del PIL !!!. E il deficit pubblico è sempre al 9% annuo e cumulativo è sempre al 120% nonostante il default. Monti disse nel 2010 che "la Greciaè la prova del successo dell'euro": ieri per la prima volta hanno detto che la buttano fuori, ora che con l'austerità la sua economia è collassata.

In Spagna, Portogallo e Italia stanno sbagliando allo stesso modo, totalmente e completamente come in Grecia e sulla pelle di milioni di persone. La bancarotta è quella degli esperti economici, vanno dichiarati falliti e messi in condizione di non nuocere.

MontePaschi ha ora perdite sui BTP che gli hanno fatto comprare superiori al suo capitale, per cui poi il governo gli ha girato un prestito di 3.9 miliardi"attraverso nuovi strumenti finanziari di patrimonializzazione assimilabili a obbligazioni speciali, simili ai T-bond". Ti rendi conto ? Gli fanno finanziare lo stato comprando BTP a dicembre assieme ad altre banche, ma in misura insufficiente per cui i BTP calano e si ritrovano perdite "marked to market" a bilancio, che rendono MontePaschi insolvente e allora lo stato a sua volta presta 3.9 miliardi a MontePaschi, dopo che questo ha appena comprato 27 miliardi di BTP per finanziare lo stato... In questo modo sia lo Stato Italiano che MontePaschi sono più indebitati di prima, gli abbassano i rating, aumentano le spread, crollano in borsa sia i BTP che MPS...si invoca altra austerità... Se tutto questo gioco è solo casuale e frutto di ignoranza dichiari falliti gli esperti economici coinvolti, li licenzi e gli annulli la laurea. Se non è casuale devi incriminare tanta gente.

I keynesiani come Krugman o Stiglitz, che è quello citato da Grillo, invece sono per maggiori deficit pubblici e contro l'austerità, capiscono il concetto che se tutta la collettività taglia le spese e/o paga più tasse è tutto il reddito nazionale che cala. E se tieni milioni di persone disoccupate e fai fallire migliaia di aziende poi come razzo li paghi i debiti ? Cioè capiscono che quello che vale per la singola impresa e famiglia NON VALE PER L'INTERA COLLETTIVITA' E TUTTE LE IMPRESE E LE FAMIGLIE. Se una singola famiglia fa sacrifici per pagare i suoi debiti va bene, se tutte lo fanno simultaneamente nessuno riesce poi a pagarli.

Ma tacciono sulle banche e l'accumulo del debito, vogliono il "Quantitative Easing" alla Bernanke solo per finanziare temporaneamente la spesa pubblica e tenere a galla le banche, come misura di emergenza come fa Bernanke, ma non per ritirare e ridurre il debito pubblico e privato veramente. Non vogliono mettersi contro la finanza e Wall Street, vogliono mandare avanti il carrozzone del debito pubblico e privato su cui l'oligarchia finanziaria si ingrassa e basa il suo potere

Per semplificare il concetto dicevo che bisogna fare come i giapponesi e gli inglesi per ridurre la "spread" dal 6.5% all'1.5%, ma se sei coerente una volta capito che lo stato tramite i deficit crea moneta la usi per ridurre tutto il debito

Il "Quantitative Easing" devi però farlo per le famiglie e le imprese, emetti 100 miliardi di euro e li distribuisci pro-capite, ma destinati ad annullare il debito. Se hai mutui la tua quota di "quantitative easing", mettiamo 20mila euro l'anno, va a ripagare il tuo mutuo o prestito auto obbligatoriamente. Cioè è vincolata al ripagamento del debito. Se non hai debiti costituisce in pratica un rimborso fiscale, una "austerità rovesciata", ritornano indietro i soldi fatti sparire dalle austerità. Per il debito pubblico ne fai assorbire 100 o 200 miliardi l'anno dalla Banca d'Italia riducendo così il costo del debito da 80 mld circa a 20 mld circa perchè il costo dei BTP lo fai scendere a forza all'1.5% come inglesi o giapponesi (..paghi un 4-5% in meno su 2mila miliardi e poi li riduci pure nel tempo...). In questo modo le banche respirano perchè non hanno più le perdite sui mutui e altri crediti e non devono riempirsi di perdite sui BTP come adesso danno ossigeno alle piccole imprese

Emetti moneta per assorbire, cancellare debito e per rimborsare le tasse, per ridurle. In questo modo rimetti in circolazione l'ammontare di moneta necessaria perchè l'economia funzioni. Chiaro che se lo fai per 100-150 miliardi l'anno va bene, se lo fai per 400 miliardi crei inflazione e caos, ma lo capisce anche un bambino

Dato che al nord-europa non va bene, esci dall'euro oppure, se la maggioranza degli altri paesi indebitati ti seguono, sono gli olandesi, austriaci e tedeschi a uscire loro dall'euro (che è più logico)."

L'e-book consigliato:

Oltre l'Austerità
di Cesarotto - Pivetti - Ed. Micromega (a gratis!)

giovedì 26 luglio 2012

San Draghi da Ltro



L'Italia e la Spagna per grazia ricevuta.

Me lo aspettavo, infatti avevo già cominciato a preparare ieri il santino qui sopra. Alla fine la Bce si è data una mossa e ha fatto intendere che non farà crollare l'euro. Perchè hai voglia a dire che la moneta unica è irreversibile, ma se poi non fai nulla l'euro crolla lo stesso.

Se falliscono Spagna e Italia non si può più garantire il mantenimento in vita dell'euro. Quindi, Merkel o non Merkel non c'è altra strada che stampare. L'austerità è un'illusione teutonica. Un'illusione pericolosa perchè provoca solo recessione, non serve a nulla. Si è visto in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia. Di quante dimostrazioni di fallimento hanno ancora bisogno i tedeschi? Nemmeno alla Germania è utile, che contornata da nazioni in macerie, rischia prima o poi di essere travolta essa stessa da quelle macerie.

E così parlò Draghi:
" «Ho un messaggio chiaro da darvi: nell'ambito del nostro mandato la Bce è pronta a fare tutto il necessario a preservare l'euro. E credetemi: sarà abbastanza».
...
 Draghi ha aggiunto: «Non è possibile immaginare la possibilità che un paese esca dall'Eurozona».
...
 «L'area euro ha fatto meglio di Stati Uniti e Giappone sul terreno dell'inflazione - ha indicato Draghi - e vanta un livello di coesione sociale rispetto a Stati Uniti e Giappone». "
(www.ilsole24ore.com)

E poi san Draghi si lascia andare alle parabole:

" L'euro, ha detto, è «un bombo che adesso deve evolversi in un'ape». «Anni fa - ha aggiunto - alcune persone dicevano che l'euro era un bombo (bumblebee) che riusciva a volare senza che si sapesse bene come». Il bombo o calabrone è un grosso insetto con colori simili ad un'ape, ma con il corpo molto più tozzo e massiccio, tanto che specialmente nei paesi anglosassoni c'è un detto sul fatto che riesce a volare anche se sarebbe fisicamente impossibile. 

«Per molti anni l'euro, questo bombo ha volato bene senza che si sapesse come. Ma ora - ha proseguito Draghi - è venuto il momento di evoleversi e l'euro deve diventare una vera ape»."

Spero che il successo dell'intervento della Bce, già evidente negli spread, contribuisca allo stop delle politiche recessive sin qui applicate in Europa. E quindi contribuisca a concludere la deleteria vicenda Monti.

Colpo in canna



Il bazooka è quasi pronto, verrà alla fine caricato e usato? Il bazooka si chiama Efsf/Esm, sempre che i giudici costituzionalisti tedeschi non lo boccino. Il proiettile attuale ha poca potenza, meno di 500 miliardi di euro, contro debiti che esplodono per valori 4 volte superiori.

Ci vuole un proiettile più potente, e forse la Bce lo sta realizzando. I mercati sembrano per un momento arretrare spaventati, ma hanno fatto solo mezzo passo indietro. Tutto dipende dalle dichiarazioni di Draghi. Per ora c'è solo questo:

Nella Bce prime aperture al bazooka antispread che salverà l'Italia 
(www.ilsole24ore.com )

"Un esponente di primo piano della Banca centrale europea, il Governatore della Banca centrale dell'Austria Ewald Nowotny, ha aperto all'ipotesi di concedere una licenza bancaria al futuro fondo salva-Stati permanente dell'Unione europea, l'Esm. Si tratta di una misura che potenzierebbe enormemente le capacità di intervento dello stesso fondo: con una licenza bancaria, l'Esm potrebbe avere accesso ai prestiti della Bce dribblando il problema della limitata dotazione del fondo, i 500 miliardi di euro insufficienti nel caso Spagna o Italia non riuscissero più ad accedere ai mercati. Le Borse l'hanno capito, con il rimbalzo di Madrid e Milano.

Nowotny, in una intervista a Bloomberg, ha offerto questa apertura con toni cauti, con dichiarazioni che la fanno apparire più una sua posizione personale che un parere della Bce. Il banchiere centrale austriaco ha precisato di «non essere a conoscenza al momento di discussioni di questo tipo» in seno al direttorio della Bce.
Tuttavia resta una apertura significativa su una questione che finora sembrava vedere Francoforte decisamente contraria. «Ritengo - ha detto - che vi siano degli argomenti a favore» per concedere la licenza bancaria al Esm. «Ci sono anche altri argomenti ma vedrei la questione come una discussione in corso».

Con l'eventuale licenza bancaria si creerebbe un effetto moltiplicatore sulle capacità del Esm, sul quale i Paesi europei si sono impegnati ad effettuare conferimenti che ne porteranno la mole a 500 miliardi di euro. Una volta effettuati eventuali acquisti di titoli di Stato per abbassare gli spread, grazie alla licenza bancaria l'Esm potrebbe riutilizzare questi bond come garanzie (collaterali) per ottenere rifinanziamenti della Bce e in questo modo ottenere altre liquidità per nuovi interventi."


In questo modo potrà continuare il giochetto dell'indebitamento infinito. L'Esm acquista titoli (Btp e Bonos), che da spazzatura quali sono oggi, divengono garanzie per avere nuovi prestiti e nuovi titoli spazzatura.
Ma del resto non ci sono al momento tante soluzioni. Diciamo che sarebbe più economico se il giochetto lo facesse direttamente la Bce, ma per compiacere i craponi tedeschi, si deve re-inventare il gioco dell'oca.

Euro: è il momento di prepararsi agli scenari peggiori
(www.ilfattoquotidiano.it )

"La speranza a questo punto è affidata a un intervento della BCE. La Banca centrale europea potrebbe acquistare i titoli pubblici spagnoli e italiani illimitatamente, almeno sul mercato secondario (non può farlo per statuto al momento delle nuove emissioni). Ma anche per fare operazioni di questo tipo è necessario un consenso generale tra i paesi europei ed oggi non sembra esserci.

Iniziano tra l’altro a circolare voci che il Governo spagnolo stia segretamente trattando con il Fondo Monetario un piano di salvataggio. Questo significherebbe che Madrid non spera più in un aiuto dalla Germania e non si fida delle traballanti istituzioni europee.

Chiedere aiuto al FMI significa però ammettere che l’Unione monetaria non esiste più e poi sottoporsi al commissariamento."


Se la Spagna andasse a cercare aiuto fuori dall'Europa, renderebbe evidente la sfiducia nelle politiche rigoriste tedesche, e la sfiducia nella moneta unica. Probabilmente è tutto interesse anche dei tedeschi che ciò non avvenga, a meno che pensino che ormai sia tutto compromesso:

"Qualcuno fa osservare che sembra di rivivere la stessa situazione di venti anni fa (1992) quando iniziò la crisi valutaria che condusse alla svalutazione della lira (13 settembre 1992) e della sterlina e alla morte del Sistema monetario europeo.

Anche allora durante il mese di luglio, mentre si assisteva a forti pressioni su lira e sterlina, si aspettava un intervento della Bundesbank: un taglio dei tassi di interesse tedeschi che riducesse gli acquisti di marchi e facesse respirare lira e sterlina. C’era tra l’altro un accordo tra Italia e Germania e la Germania aveva assicurato che avrebbe sostenuto la lira in caso di necessità. Passarono lunghe settimane terribili senza che la Bundesbank movesse alcunché. I tedeschi avevano deciso che non intendevano aiutare l’Italia corrotta, mal governata e indebitata del 1992. L’ondata speculativamontò al punto che fummo costretti a svalutare. L’intero Sistema monetario europeo fu travolto.

Molti osservatori pensano che anche oggi la Germania abbia ormai deciso di non muoversi in difesa dell’euro.
La Corte costituzionale tedesca ha preferito rinviare la propria decisione sul fondo ESM, come se non vi fosse urgenza."

(www.ilfattoquotidiano.it )

Intanto vale sempre quel titolo la: "Fate presto", perchè il tempo si esaurisce sempre più. Alla fine Draghi dovrà decidere da solo, e se lo farà o non lo farà avrà contro comunque mezza Europa:

Draghi avvertito: non mesi, ma "settimane per salvare l'euro"
(www.wallstreetitalia.com)

"L'Unione Monetaria, ha dichiarato, è irreversibile. Come se il solo ripetere una simile asserzione la rendesse vera". In un editoriale pubblicato sul Telegraph, Jeremy Warner ricorda le parole proferite da Mario Draghi, numero uno della Banca centrale europea, nel fine settimana: e lo fa in un articolo dal titolo più che indicativo. "Mario Draghi ha appena settimane per salvare l'euro, ma la Germania glielo permetterà?"

In realtà, secondo Warner, "sembra in qualche modo improbabile che questo saggio e un po' riservato banchiere centrale possa davvero credere in quello che dice.
...
"Dappertutto, nell'Eurozona, la gente sta perdendo in modo evidente l'entusiasmo per una valuta che sembra creare solo rovine economiche nei paesi nel sud e costi intollerabili di salvataggio per quelli del nord".
...
Warner prosegue affermando che "lo scivolone dei titoli azionari e dei prezzi dei bond (dei paesi periferici) ha molto poco a che vedere con lo short selling, ovvero con le vendite allo scoperto". Sono le preoccupazioni sulla solvibilità dell'economia spagnola a pilotare i mercati.


In questa situazione, però, qualsiasi cosa faccia Draghi, scatenerà l'ira di qualcuno. La Bce sarà infatti "maledetta dai paesi del nord se agirà, e maledetta dai paesi del sud se non agirà".

La verità, conclude l'esperto, è che "senza un intervento massiccio della Bce, la Spagna sarà presto costretta a chiedere un piano di bailout, seguita poco dopo dall'Italia"."


Come già affermato da Ricolfi, gli "speculatori" non sono animati tanto da cattivi sentimenti, quanto piuttosto dall'egoistica volontà di riavere i loro investimenti indietro...
Quindi le speranze questa settimana o la prossima sono rivolte tutte a Draghi e a un intervento della Bce per evitare il default a catena della Spagna e dell'Italia.

mercoledì 25 luglio 2012

Fate Presto, siate folli



Quelli di "Fate Presto", che affermavano che via il governo Berlusconi avremmo recuperato 300 punti di spread, oggi pregano disperatamente la Bce. Hanno esaurito tutti i santi: san Monti non funziona, san Ltro ha funzionato un mese, non rimane che san Draghi. In particolare il direttore R. Napoletano, il quale affermava che non era compito della Bce acquistare titoli di Stato, ma l'Italia doveva fare i "compiti a casa", oggi scrive un editoriale in italiano e inglese in cui dice:

"La situazione è sotto gli occhi di tutti, impone a chi ha la responsabilità delle istituzioni europee di intervenire prima (non dopo) un'eventuale rottura dell'euro per evitare di aggiungere il costo del panico ai già elevatissimi costi che economie, come quella italiana, stanno pagando sull'altare della fragilità politica europea. Noi i compiti a casa li abbiamo fatti, altri ancora ci aspettano, ma è chiaro che oggi paghiamo tutto il conto della debolezza della costruzione europea.
...
La Banca centrale europea deve fare la sua parte e deve farla subito. Bisogna cambiare radicalmente la logica e fare tesoro della lezione appresa nel 2010 quando si intervenne in misura insufficiente di fronte alla prima emergenza greca. 

...
Si obietta: la Banca centrale europea non può attuare questo tipo di interventi, lo vieta la legge. La risposta è secca: non è così. A legittimarli sono precise ragioni di stabilità da tutelare all'interno dell'eurozona. La Bce opera, è chiamata ad operare, perché bisogna evitare i rischi terribili della deflazione legati al cataclisma dell'euro, occorre impedire che tutto si avvolga in una spirale recessiva e in un aggravarsi (non più recuperabile) delle posizioni debitorie riportando i tassi dei titoli pubblici spagnoli e italiani a un livello congruo.
...
A nostro avviso, le leggi vanno lette e interpretate nelle condizioni e nei momenti in cui si è chiamati a decidere. Nessuno potrà mai imputare a Mario Draghi e al Consiglio della Bce di essere intervenuti per scongiurare il rischio più grave e avere fatto in modo che, per una volta, i mercati ci perdano e non ci guadagnino. Anche la Bundesbank dovrà farsene una ragione."

(www.ilsole24ore.com)

Da ieri, i fans dell'austerità, sono un po' meno austeri. E un po' più italiani, nel senso di "spendaccioni" e inflazionisti. Se la crisi avanza, vedremo che scomparirà anche il tabù dell'euro "irreversibile". Uscirà un nuovo editoriale sul Corrire, o su Repubblica, o sul Sole24ore in cui il direttore di turno affermerà di essere (sempre stato) favorevole al ritorno alla lira e di essere (sempre stato) contrario alle politiche austeriche.

Io penso che al punto in cui siamo, dovremmo avere il coraggio di fare scelte anche un po' folli, ma necessarie per rilanciare il paese, se non vogliamo veramente ritrovarci in recessione per 20 o 30 anni. Per me, significherebbe sacrificare metà della mia vita produttiva e probabilmente tutti gli anni del riposo pensionistico. Per i più giovani, significa non riuscire mai a impostare una vita adulta. Bisogna pensare ai nostri interessi di italiani, essere più egoisti. Se l'Europa non  vuole essere una nazione solidale, anzi non vuole proprio essere nazione, è inutile insistere.

E' meglio tornare a programmare la nostra vita economica, la nostra crescita da soli, con gli strumenti che abbiamo già usato in passato. Il rischio è di tornare a (o proseguire) politiche di spesa pubblica irresponsabile, ma a questo punto, se devo sciegliere tra il binomio onesta&miseria e casta&crescita, preferisco il secondo.

Quindi torno a proporre una mia idea pazza per rilanciare economicamente il paese:

"...scenario fantapolitico. Uscita dall’euro, nuova lira svalutata del 20%; si limita la tassazione media al 25% massimo, pertanto si prevede un drastico dimagrimento dello Stato:
-         il debito passa di botto da 1.950 miliardi di euro, a 2.340 miliardi di nuove lire (n.lit.);
-         il Pil attuale di circa 1650 miliardi, risulterebbe gravato da meno tasse, quindi si liberano circa 330 miliardi di n.lit. da reinvestire nell’economia reale. Queste risorse generano un’improvvisa spinta che può far crescere il Pil ai ritmi americani ante crisi 2008, cioè del 3% l’anno. L’aumento annuo del Pil sarebbe di circa 50 mld di n.lit.;
-         Con una tassazione massima del 25%, sarebbe necessario rivedere le clausole sul pareggio di bilancio. Ma comunque, volendo mantenere uno Stato sano con un deficit di bilancio limitato, si avrebbero a disposizione solo più circa 415 miliardi di n.lit. (la metà della disponibilità attuale); a questo punto si dovrebbero trovare soluzioni per il ricollocamento graduale del personale pubblico verso il settore privato, evitando la sostituzione dei pensionandi, riorganizzando gli uffici, snellendo quelli congestionati e rinforzando quelli carenti; il welfare non potrebbe più essere garantito a tutti e dovrebbe essere integrato da assicurazioni; lo Stato dovrebbe snellire al massimo le procedure burocratiche avendo la metà del personale attuale, a meno che un taglio netto degli sprechi consenta di limitare in parte la diminuzione del personale; molte procedure oggi gratuite, dovrebbero però diventare a pagamento.
-         Una crescita del 3% annuo, vuol dire 600.000 nuovi posti di lavoro ogni anno, 600.000 nuovi consumatori ogni anno. La disoccupazione italiana è circa il 9% della forza lavoro, ma considerando Cassa integrazione e lavoro sottopagato direi che il tasso reale è del 15%. Il 15% corrisponde a 3,5 milioni di non lavoratori (occupati 2011), che con un Pil al 3% si riassorbirebbero in 4 anni.
-         Anche in questo caso ci sarebbe un aumento della bolletta energetica, ma in un contesto molto più effervescente di crescita economica."

(Italia futuribile)

Una follia che implica, non di ripudiare il debito, ma renderlo meno importante e impellente. Lo spread potrebbe essere annullato, effettuando le stesse politiche messe in campo dalla Fed o dalla Banca d'Inghilterra.
Con una situazione economica risanata e in crescita, sarà poi possibile anche ridurre il debito vendendo azioni o beni demaniali nell'ambito di un'economia interna "frizzante" e non stagnate o recessiva come l'attuale.

Se l'economia cresce, sarà anche più semplice convincere sindacati e dipendenti pubblici a lasciare il "posto sicuro", in cambio di un posto meno sicuro, ma magari più remunerato o con prospettive di crescita personale.
Probabilmente, la cosa più complicata, sarà convincere la politica a non utilizzare più le assunzioni pubbliche come serbatoi di voti. Ma per questo sta già lavorando molto bene Monti.

martedì 24 luglio 2012

Così non va


Il grafico a tre anni dello spread Btp-Bund, mette in tutta evidenza, l'improvvisa ascesa a cominciare da luglio 2011. Nei primi mesi, l'indice è stato quasi ignorato dal governo Berlusconi e anche dai media. Da settembre a ottobre la salita dell'indice è cominciata a diventare preoccupante.

Il 16 novembre 2011, lo spread raggiunge i 575 punti mentre Berlusconi si dimette da primo ministro.
Con Monti abbiamo acquistato un po' di tempo, ma oggi siamo di nuovo allo stesso livello di novembre 2011.

Dopo il suo insediamento lo spread non è sceso subito. La discesa è cominciata alla fine di gennaio, quando assieme a Draghi ha messo a punto una specie di piano: la Bce emetteva un finanziamento a tre anni (Ltro) per le banche europee, mentre Monti avrebbe risanato i conti del'Italia.

Mentre Draghi è stato di parola, Monti ha in pratica aumentato la pressione fiscale e massacrato il welfare creando i presupposti per una depressione economica nazionale. Affossando la crescita, le agenzie di rating hanno abbassato le loro valutazioni sull'Italia, poichè come dice Ricolfi:

"Il vero problema è che il calcolo dei mercati non si svolge secondo gli stessi parametri con cui l’ideologia tedesca definisce la virtù fiscale. Per i mercati finanziari quel che conta non è la virtù degli Stati, ma la probabilità che i debiti vengano ripagati interamente allo loro scadenza."

Fatto sta, che da aprile l'effetto dei 1000 miliardi dell'Ltro si è esaurito. Le analisi politiche o economiche che dicono che lo spread è risalito a causa dell'incertezza politica italiana, che non si sa chi ci sarà dopo Monti, hanno poco senso. Per i mercati, ci potrebbe essere anche una scimmia a capo del governo italiano, l'importante che i debiti in scadenza vengano ripagati. Evidentemente non si fidano, ma non si fidano anche a causa della recessione causata da Monti senza criterio. 

Il salvatore ha sbagliato tutto. E ora non sa cosa fare, non sa nemmeno come tranquilizzare gli italiani e i mercati. Non può dare nessuna garanzia, può solo appellarsi di nuovo a Draghi.

Credo che siamo quasi alla fine di questo percorso europeo. In fondo il ritorno alla lira non è una tragedia.


Federazione d'Europa



Interessante l'articolo su La Voce.info "LA FEDERAZIONE NECESSARIA" che, come lo stesso estensore prof. Bordignon afferma, finalmente parla di ciò che dovrebbe essere fatto per far funzionare la zona euro: una vera federazione di Stati europei, con un centro politico esecutivo legittimato.
Sono anche io convinto, che la crisi degli spread verrà superata, quando ai mercati sarà prospettato un vero progetto di integrazione europea, che permetta la formazione di una nuova nazione solida, sicura, e non un continuo balletto di summit di capi di Stato balbettanti che si contraddicono.

Del resto la scelta è questa. O maggior Europa, o ritorno agli Stati nazionali, la via di mezzo non può funzionare. O organi centrali europei che risolvono veramente le contraddizioni economiche, quindi dagli eurobond a una Bce con veri poteri in stile Fed, oppure il ritorno alle lire, ai marchi ecc. cioè alla sovranità nazionale.

Il prof. Bordignon prefigura un percorso di formazione della federazione europea che non mi entusiasmo molto, devo ammettere, ma credo che la cosa essenziale è formare uno Stato federale con una carta non troppo rigida come quella italiana, in modo che le eventuali storture riscontrate possano essere corrette strada facendo.

"LA ROAD MAP
Il bello è che i tedeschi hanno fondamentalmente ragione su quest’ultimo fronte. I problemi economici dell’area euro, o anche dell’Unione Europea, a cominciare dalle finanze pubbliche, sono minori di quelli di quasi tutte le altre federazioni esistenti, a cominciare dagli Stati Uniti. Il problema vero è rappresentato dalla mancanza di unasovranità europea condivisa e sovraordinata rispetto a quella degli stati, che impedisce di prendere decisioni comuni e di accompagnare politiche di solidarietà al controllo sui comportamenti. Ed è vero che non si possono avere strumenti di debito comuni, se dietro di essi non c’è una responsabilità comune.
...
Che cosa dovremmo fare allora in Europa?
In primo luogo, ci vuole un centro vero, cioè un esecutivo federale, politicamente legittimato, che rappresenti gli interessi della federazione nei confronti degli stati membri. La Commissione ha formalmente i poteri, ma non è sufficientemente legittimata per utilizzarli, e il Parlamento europeo è democraticamente legittimato, ma non ha i poteri. Difatti, l’Unione è retta dal Consiglio europeo, e l’area euro dall’Eurogruppo, assemblee di capi di Stato e di governo che ovviamente rappresentato solo gli interessi dei propri cittadini, a scapito di quelli comuni. Nessuna federazione o confederazione esistente è organizzata così, per la semplice ragione che così non funziona.
...
Come costruire un centro legittimato? Una soluzione relativamente semplice, e di cui si discute molto, è quella di eleggere direttamente il presidente dell’Unione, in elezioni pan-europee, e trasformare la Commissione nel braccio esecutivo del presidente. Il presidente si sceglie i propri ministri, compreso il ministro delle Finanze dell’area euro e governa confrontandosi con il Senato degli Stati e il Parlamento."


Questa di idea di far votare il Presidente a scrutinio universale, che poi nominando i ministri risolve tutto, mi pare un po' una scorciatoia, come quella che prevedeva che la moneta comune avrebbe automaticamente creato l'Unione Europea.
Potrebbe funzionare come un sistema provvisorio in questa fase di emergenza. Perchè poi si genererebbe il problema che si riscontra spesso negli Stati Uniti, con un presidente di un certo orientamento politico, e un Parlamento con una maggioranza diversa.
Ma il punto non tanto questo, perchè queste sono scelte di "tecnica" politica. Il punto vero è che si dovrebbe smettere di calare dall'alto modelli preconfezionati. La cosa più saggia sarebbe eleggere una assemblea costituente europea, dove tutte le proposte possano liberamente confrontarsi e giungere ad una sinesi democratica e condivisa.

"In secondo luogo, la gestione della redistribuzione delle risorse tra gli Stati e anche i vari interventi di “salvataggio”, diciamo la gestione dell’Esm o del bilancio federale, devono essere affidati alla federazione, cioè al presidente politicamente legittimato, non ai singoli Stati. La redistribuzione orizzontale, tra aree ricche e aree povere semplicemente non esiste. Ovunque, è sempre la federazione che se occupa, con le proprie risorse. Ed è ovvio che sia così, altrimenti, qualcuno continuerà sempre ad affermare “vogliono il nostro oro”; a nessuno piace pagare per gli altri. Un centro così avrebbe poi anche tutta la legittimità democratica per intervenire, in cambio del denaro, imponendo l’approvazione centralizzata dei bilanci nazionali, un tema caro ai tedeschi.
In terzo luogo, una federazione europea così organizzata risolverebbe anche un altro terrore dei tedeschi, latransfer union. Non è vero che le federazioni sono necessariamente delle unioni di trasferimento; tendiamo a pensarla così, perché le nostre federazioni europee sono fortemente redistributive, a cominciare appunto dalla Germania. Ma la maggior parte delle federazioni esistenti sono in realtà poco distributive, i trasferimenti dal centro finanziano alcuni programmi nazionali, ma non dipendono dal livello di reddito relativo dei vari stati membri. E per l’appunto, la combinazione presidenzialismo-sistema bicamerale con un forte Senato delle regioni è il sistema che appare meno incline ai trasferimenti." 

Anche qui non condivido molto: un sistema bicamerale con una camera formata da regioni (o ex Stati?) potrebbe portare alla paralisi decisionale, perchè troppo eterogeneo. Probabilmente, essendo di per se l'Europa una somma di nazioni molto complesse, un suo governo centrale funzionerebbe meglio se fosse retto da regole le più semplici possibili. Altrimenti, oltre alle solite divisioni politiche, in un parlamento con le regioni, avremmo anche divisioni campanilistiche.
I trasferimenti fra centro e periferia potrebbero essere decisi in modo molto semplice: una quota delle entrate fiscali a Bruxelles, una quota rimane nei singoli Stati, eventuali quote minori alle regioni, land, comunità ecc.
Se in certe aree d'Europa particolarmente depresse questa divisione non fosse sufficiente, un fondo federale potrebbe intervenire e controllare direttamente l'impiego del denaro pubblico.

"In quarto luogo, tutte le federazioni esistenti hanno sistemi di controllo sull’indebitamento degli enti sub-territoriali. I controlli possono essere market based, il controllo esercitato dai mercati finanziari tramite il prezzo del rischio dei bond locali, o di tipo gerarchico con regole, controlli, ispezioni e sanzioni dal centro. Ma solo gli Stati Uniti e il Canada sembrano in grado di controllare bene i propri stati/enti locali con le soluzioni di primo tipo, anche perché i mercati finanziari, come abbiamo imparato a nostre spese in Europa, funzionano in genere malissimo. In Europa ci abbiamo provato prima con le regole di Maastricht, ora con il fiscal compact e con l’accresciuto potere della Commissione. Ma la Commissione è troppo debole per poter essere veramente credibile come controllore, mentre un potere federale legittimato avrebbe tutta la forza per imporre davvero controlli e sanzioni.
Fantapolitica? Può essere. Intanto però cominciamo a parlarne."

Noi italiani sappiamo bene quanto sia difficile controllare gli enti locali. Basta vedere a quanto avviene nelle singole regioni tra sprechi e scandali. La Sicilia è l'esempio più macroscopico, ma scandali sulla sanità e sui lavori pubblici sono all'ordine del giorno in ogni ente locale importante.

E' un peccato che lo spread occupi tutto il dibattito pubblico (in rete, più che sui media tradizionali). Perchè quello dell'Europa politica è altrettanto importante. Ma purtroppo, essendo tutti o quasi i governi europei controllati da banchieri, dubito che questo dibattito potrà mai essere mai avviato. Anzi, lo stesso Monti appena insediato disse che l'obiettivo dell'Europa non erano gli Stati Uniti d'Europa, ma una maggiore integrazione delle economie!

lunedì 23 luglio 2012

Europa, Italia: dove siamo?



A che punto è la notte? Sfoglio i siti dei media più noti per avere un conforto, un'idea di quello che ci sta capitando, ma nulla di che. Non c'è un'analisi seria, un punto sulla situazione, nulla. I partiti non hanno una strategia, Monti si limita a dire che il fondo salva stati non funziona bene. Che poi è come un'ammissione di colpa, in quanto ha contribuito lui più di tutti a progettarlo. Era evidente che con quei quattro spicci in cassa non facesse paura a nessuno, ci voleva la licenza bancaria dalla Bce, con possibilità d'intervento illimitato.

Bisogna cercare fra i blogger e siti non convenzionali per trovare un'analisi pacata, senza tifoserie, ed equilibrata. Eccola qui:

Verso la Bancarotta – Europa: il piu’ costoso funerale della Storia

"La Crisi Europea: rammentiamo gli sbocchi possibili

Da circa 1 anno abbondante ripeto che questa crisi ha solo 2 sbocchi possibili (ed antitetici):

a) Si crea l’Unione Europea seriamente, con una Banca Centrale coi poteri della FED, con un potere centrale eletto (ed al di sopra degli Stati), con un sentire comune, con destini (e debiti) messi in comune, e quindi con Eurobond, QE e con tutti gli strumenti del caso. Ovviamente per arrivare a tale assetto (che in sintesi equivale a fare della UE una Stato) servono un’infinita’ di passaggi. Ovviamente cio’ regge a lungo termine unicamente se tutti i cittadini europei hanno pari dignita’, se si crea una base comune culturale e se le politiche complessive vengono armonizzate e concepite con una visione d’insieme

b) Ogni nazione va per la sua strada, l’Euro si disgrega e si torna a valute nazionali, a politiche nazionali, a banche centrali e tassi e QE nazionali, etc. Cio’ implica una forte instabilita’ iniziale (con forti svalutazioni e default parziali o totali di alcune nazioni), ma ben presto si torna ad un nuovo equilibrio.

Ogni soluzione intermedia, e’ una medicina passeggera che spesso non ha effetti oltre a qualche giorno. La classe politica Europea e’ avvitata de 3 anni, in beghe nazionali e sta facendo marcire la crisi, sostanzialmente sbagliando tutto."


Continua qui  www.rischiocalcolato.it

Brunetta sul Sole



Non è l'inizio di una barzelletta, ma l'indicatore che il tabù dell'euro "irrevocabile" si sta rompendo. Se le tesi di Brunetta "così non si può andare avanti, sì ad un'uscita temporanea dall'euro" vengono ospitate sul Sole24ore, significa che i così detti "poteri forti" italiani ne stanno avendo abbastanza e sono alla ricerca di qualcosa di diverso dell'austerità montiana. Che non funziona, ovviamente.

Ecco cosa dice l'ex ministro:

"«Grecia di fatto fallita. Spagna prossima al default. E, con spread oltre quota 500, domani, siamone certi, toccherà all'Italia. Così non si può più andare avanti. Rischiamo, a breve, il punto di non ritorno, il collasso. Per questo servirebbe, nel più breve tempo possibile, un vertice verità in Europa, senza aspettare i folli 50 giorni di passione che ci separano dalla sentenza della Corte Costituzionale tedesca. Vertice straordinario in cui mettere al centro il futuro, le risposte da dare alla crisi politica e finanziaria dell'Unione, i percorsi, i tempi, le responsabilità. Non si può più aspettare».

L'economista infine suggerisce una nuova, interessante via d'uscita: «La risposta immediata dovrebbe essere la scelta dell'optingout. Per i paesi sotto pressione potrebbe esserci a possibilità di uscire temporaneamente dall'euro, mantenendo nella sostanza tutti gli impegni presi in tema di disciplina e di bilancio, ma potendo usufruire di un tasso di cambio flessibile (entro una banda di oscillazione predefinita in base ai fondamentali economici) per diventare virtuosi attraverso la crescita, la riduzione del debito pubblico, l'aumento della produttività del lavoro e della competitività dell'intero sistema paese e partecipare, nelle condizioni e con le risorse opportune, a realizzare in maniera forte, lungimirante e duratura il grande progetto europeo», conclude Brunetta."

Quindi secondo Brunetta dovremmo entrare e uscire dall'euro continuamente per svalutare, con tutti i costi che comporta un cambio di valuta. Credo che una volta usciti, difficilmente gli italiani sarebbero interessati a tornare nell'euro.

La vera storia della III Repubblica



La scrive un francese, ma si tratta della Repubblica Italiana. E' interessante, perchè è un punto di vista dall'estero, seppure proveniente da una posizione politica precisa.
L'autore è François Asselineau, Presidente della UPR (Unione Popolare Repubblicana). Una formazione politica che non si colloca in modo preciso, e riprende molti temi grillini, che si possono riassumere in "no euro", "uscita dall'Unione Europea" e "uscita dalla Nato".

COSA SI NASCONDE DIETRO LA NOMINA DI VITTORIO GRILLI ?
(www.agoravox.fr - traduzione: www.comedonchisciotte.org)

"Il presidente del Consiglio italiano, che nessuno ha mai eletto, ha appena ceduto a Vittorio Grilli, neppure lui mai eletto, la carica di ministro dell' economia.
E' un ulteriore passo in avanti della piovra europeista? oppure l'inizio del disimpegno di mario monti di fronte al disastro che incombe?"


Novembre 2011.

"Nello scorso novembre l'oligarchia euro-atlantica, e più esattamente la Commissione europea e Goldman Sachs, avevano deciso di cacciare Silvio Berlusconi congedandolo dal suo incarico di capo del governo italiano.
...
Questa decisione era stata presa non a causa degli innumerevoli scandali finanziari e di costume che circondavano quello che la stampa italiana definiva "Il Cavaliere". No, la decisione di allontanarlo era stata presa perché Berlusconi tardava a mettere in atto il programma di "riforme indispensabili" che i Signori Trichet (presidente della BCE in quel momento) e Draghi (suo successore designato) avevano cucinato nel segreto dei loro uffici, e che gli avevano reso noto senz 'altra formalità di una lettera datata 5 agosto 2011.

Questa lettera stabiliva in modo molto preciso quale dovesse essere l'azione del governo italiano, in materia di smantellamento del patto sociale e di vendita del patrimonio pubblico italiano alle banche ed altri fondi d'investimento.

Il tono e il contenuto di questa lettera avevano dell'incredibile se si pensa che era stata firmata da due tecnocrati senza alcuna legittimità democratica, non essendosi mai sottoposti a suffragio universale e per di più totalmente sconosciuti agli elettori italiani. Lo scandalo fu tale che il contenuto della lettera trapelo' sui giornali a fine settembre, sicuramente in conseguenza delle pressioni esercitate dallo stesso Silvio Berlusconi, furioso di essere trattato come un domestico.

Questo appello implicito di Berlusconi a sostegno dell'opinione pubblica testimoniava una tale mancanza di volontà di piegarsi al racket della mafia euro-atantica che quest'ultima decise immediatamente la sua caduta.

Nelle settimane che seguirono, un'autentica cospirazione fu così ordita per cacciare il controverso e spumeggiante capo del governo/uomo d'affari, e per sostituirlo con uno dei principali membri dell'oligarchia euro-atlantica, M Mario Monti. Ex Commissario europeo ed ex responsabile di Goldman Sachs, questi era sconosciuto al grande pubblico e, come M Trichet e M Draghi, non era mai stato eletto.
...
In pochi giorni, e quando identiche manovre si tramavano contemporaneamente in Grecia per cacciare il Primo ministro Papandreou, Mario Monti fu "nominato senatore a vita" dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano.

(Questo tipo di nomina "diretta", senza elezione e a vita, è una delle norme quanto meno strane previste dalla Costituzione della Repubblica italiana).

Sulla scia di questa nomina, Mario Monti fu "chiamato" (gentile eufemismo per dire "imposto") a succedere a Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio dei ministri e a formare un "governo di tecnici".

In un attimo, tutti i media al soldo degli europeisti, liberandosi dell'influenza di Silvio Berlusconi, trovarono l'idolo del momento in quest'uomo provvidenziale, che il 99,9999% degli italiani non conosceva minimamente.

Il colpo di stato sotto un'apparenza di legalità fu portato a termine senza intralci.

il 12 novembre 2011, Berlusconi cedette al cancan mediatico e alle "trame" politiche tessute dal parlamento italiano: rassegno' le dimissioni. Il giorno dopo, il capo di Stato incarico' Mario Monti di formare un governo. Costui ebbe l'incredibile ipocrisia di accettare "con riserva", assumendo atteggiamenti da vera prima donna."
(www.comedonchisciotte.org

Il modo in cui Monti ha raggiunto il potere, assomiglia a quel tipo di istituzione che avevano i Romani antichi, chiamato "dittatura". La quale era una sospensione della democrazia repubblicana attuata in periodi particolari di crisi. Gli antichi Romani erano gente pragmatica ed avevano capito, che in certe situazioni erano necessarie decisioni rapide: questa invenzione istituzionale funziono in molte occasioni, per molti anni, ma a lungo andare li portò prima verso le guerre civili, e poi alla perdita della democrazia. L'ultimo dittatore fu Giulio Cesare. Non vorrei che una tale deriva accadesse anche alla Repubblica Italiana.
Fra l'altro su wikipedia si legge che fra le funzioni dei dittatori romani, vi era anche la convocazione dei comizi elettorali: un'altra similitudine con la vicenda di Monti, chiamato anche a portare la legislatura verso le elezioni del 2013. 
L'unico problema, è che nessun politico italiano e/o istituzione ha avuto il coraggio di affermare che la funzione di Monti era proprio quella di sospendere la democrazia. E un altro grande problema è che una democrazia moderna, non dispone e non può disporre, di una istituzione come la dittatura romana. Quindi il nostro Presidente è stato costretto, per forza di cose, a forzare un po' la mano.

Luglio 2012.

"La situazione di sfiducia dei mercati nei confronti dell'Italia era tale che, quando s'insediò a Palazzo Chigi a metà novembre scorso, Mario Monti decise di assumere insieme alla carica di capo del governo ("Presidente del Consiglio") anche l'incarico di ministro dell'economia.

Ed è quest'ultimo incarico che a sorpresa ha appena deciso di rimettere, l'11 luglio 2012 dopo 8 mesi di mandato, nominando il vice-ministro dell'economia Vittorio Grilli come suo sostituto.

L'ascesa di quest'ultimo non si spiega per qualche exploit elettorale, poiché non si é mai presentato, neppure lui, di fronte agli elettori.

Non si spiega neanche per un particolare carisma da lasciare abbagliati...
...
Vittorio Grilli è stato successivamente:

- professore d'economia all'Università di Yale (Stati Uniti) per 4 anni Universitari (dal1986 al 1990),
- professore d'economia al Birkbeck College dell'Università di Londra (Regno Unito) per 4 anni universitari (dal 1990 al 1994),
- capo del dipartimento delle Privatizzazioni e dell'analisi economica al ministero italiano dell'economia, dal 1994 al 2000,
- direttore generale della banca d'investimento elvetico-americana "Crédit Suisse First Boston" dal 2001 al 2002,
- ragioniere generale dello Stato italiano dal 2002 al 2005,
- direttore del Tesoro dal 2005 al 2011,
- prima di essere nominato vice-ministro dell'economia nel novembre scorso da Mario Monti
...
Vittorio Grilli è stato il più stretto collaboratore del "compianto" Tomaso Padoa-Schioppa, ministro dell'economia italiana (2006 -2008)
...
I partecipanti più attenti delle mie conferenze si ricorderanno sicuramente che io cito a più riprese Padoa-Schioppa, perché autore di un articolo-shock intitolato "Gli insegnamenti dell'avventura europea"
...
il defunto capo del nuovo ministro dell'economia italiano aveva in effetti spiegato senza giri di parole quella che è la presunta costruzione europea: " La costruzione europea é una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori. L'Europa non nasce da un movimento democratico. Essa si crea seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di dispotismo illuminato."
...
mi sembra interessante notare che Vittorio Grilli è:

1°)- membro del consiglio d'amministrazione del FESF
...
2°) - ex presidente del Comitato economico e finanziario dell'UE (CEF)
...
[il CEF] ha il compito di seguire la situazione economica e finanziaria dell'Unione europea, i movimenti di capitali e i pagamenti, dare pareri alle istituzioni europee, e agevolare la coordinazione tra gli Stati membri e le istituzioni europee.
...
3°)- membro del consiglio d'amministrazione del "think tank" Bruegel

M Grilli appartiene al "think tank" ultra-europeista Bruegel, creato nel 2004, e il cui presidente, dal 2005 al 2008, non fu altro che...Mario Monti. Che resta d'altra parte presidente onorario.
...
Tra i generosi donatori di questa onorabile istituzione che ha a cuore il buon funzionamento dell'Europa figurano:

- la società americana di "consulenza" Emst & Young,
- la società americana General Electric,
- la società americana Goldman Sachs, ...
- la società americana Google, i cui possibili legami con la CIA sono oggetto di più di un'indiscrezione ...
- la società americana Microsoft, i cui legami con la CIA e la NSA sono un segreto di pulcinella ...
- la società americana NYSE Euronext, gruppo mondiale d'imprese del mercato della finanza (cioè di società commerciali che hanno per attività quella di garantire la gestione di uno o più mercati finanziari). Il gruppo è nato nel 2007 dalla fusione tra il gruppo New York Stock Exchange e il gruppo Euronext. NYSE Euronext è oggi il primo gruppo mondiale sulle piazze borsistiche e la sua sede si trova a New York,
- la società americana Qualcomm, specializzata in telecomunicazioni, in programmazione e produzione di processori per telefoni mobili e conosciuta per aver messo a punto la tecnica CDMA. ( I legami di questa società con la CIA sono stati per breve tempo al centro della cronaca negli Stati Uniti nel 1998, quando uno dei suoi responsabili fu arrestato per spionaggio a Roston-sur-de-Don, in Russia, cosa che all'epoca fece parlare molto ...
...
...Vittorio Grilli, membro anche del think tank euroatlantico " Istituto Aspen", incarna l'archetipo dell' apparatchik europeista. Ne ha tutte le caratteristiche:

- un burocrate di formazione e di stile,
- un carisma da pesce lesso,
- una carriera negli Stati uniti e nel mondo bancario e finanziario,
- una conoscenza perfetta della lingua di John Wayne,
- una totale ignoranza di cosa sia un elettore,
- una preferenza impressionante per i think tanks profumatamente finanziati da gruppi americani vicini alla CIA,
- e una vita sotto una campana di vetro insieme agli altri apparatchiks europeisti della sua specie." 

Oggi:

"CONCLUSIONE : PERCHE' ADESSO?

La domanda che è legittimo porsi è perché Mario Monti ha deciso di rimettere, l'11 luglio 2012, l'incarico di ministro dell'economia che aveva mantenuto fino ad oggi insieme a quello di Presidente del Consiglio?
...
Ebbene, la spiegazione deve forse essere cercata altrove. Perché l'11 luglio, Mario Monti non ha solo nominato Vittorio Grilli come ministro dell'economia. Di fronte alla stampa ha anche annunciato che "escludeva di ambire" ad un nuovo mandato alla conclusione di quello in corso.

Esprimendosi a margine del summit dei ministri dell'economia a Bruxelles, ha ricordato di aver sempre escluso di rimanere capo del governo dopo le elezioni della prossima primavera.
...
... questa dichiarazione di rinuncia, concomitante alla nomina di M Grilli, arriva proprio nel momento in cui la situazione finanziaria e politica dell'Italia continua a degradarsi.
Come ho ricordato qualche giorno fa, i tassi d'interesse delle obbligazioni italiane a 10 anni hanno raggiunto livelli esorbitanti, riprova della rinnovata sfiducia dei mercati.

Oltre tutto, e nonostante avesse sempre dichiarato il contrario, Mario Monti ieri ha finito per entrare in contraddizione con se stesso, ammettendo di fronte alla stampa che l'Italia potrebbe, alla fine, fare ricorso al fondo di stabilità della zona euro.

Ora, Mario Monti è il primo a sapere che questi fondi di stabilità sono ancora inesistenti. Il MES ha subito un ritardo, la Finlandia e i Paesi-Bassi frenano, e il Tribunale di Karlsruhe si pronuncerà tra non prima di tre mesi per stabilire se il MES dovrà essere abbandonato, perché in contraddizione con la Costituzione tedesca e la democrazia.

In breve, l'altra ipotesi da prendere in considerazione è quella per cui Mario Monti cominci ad ammettere che il colpo di mano che ha condotto alla sua nomina nel novembre scorso si stia concludendo con un terribile fallimento.

Avrà solo ritardato, ma non potrà fermare la catastrofe che sta sopraggiungendo.

Allora tutto si spiegherebbe a meraviglia:

- M. Monti annuncia che lascerà le sue funzioni governative in primavera, sperando che l'euro non esploda prima di allora

- e si libera dell'imbarazzo del ministero dell'economia per rifilare la responsabilità del disastro che incombe a Vittorio Grilli, che si lascerà "arrostire" (scusate il brutto gioco di parole ["grigliato" in francese]) al suo posto."
(www.comedonchisciotte.org)

Il fallimento della politica economica di Monti, l'unica su cui si sarebbe dovuto concentrare e ottenere risultati è sotto gli occhi di tutti. In questa tabella si può vedere la recente progressione negativa dall'ultimo vertice europeo, che invece avrebbe dovuto essere una importante vittoria di Monti:

Data/EventoSpread-Btp/BundIndice Ftse-MibNote
Prima del Vertice – 28/06/201247013411
Aleggia il pessimismo, ma
l’Italia Vince 2-1 con la Germania
Dopo il Vertice – 29/06/2012
410
(-60)
13800
(+389)
Grande Successone:
Mario Monti, acclamato dai media
Chiusura – 29/06/2012
421
 (-49)
14274 
(+863)
Chiusura della Borsa come non si vedeva
da 18 mesi. +6.59
Chiusura – 05/07/2012
459
 (-11)
 14088 
(+677)
Taglio BCE dello 0.25%.  ma delusione per il  
NON annuncio di misure non-standard (LTRO-QE) 
Ore 16.40 – 09/07/2012
480
 (+10)
 13850
(+439)
Nel Giorno dell’ennesimo summit, Il mercato ci
riporta alla realtà (tabella qui sotto) 
Chiusura – 16/07/2012
485
 (+15)
13665
(+255)
Puntata a 490 per lo spread con la Germania, e
50mld da piazzare nei prossimi 2 mesi 
Chiusura – 20/07/2012
500
 (+30)
13067
(-344) 
Ok anche la borsa si allinea, ovviamente è colpa
del contagio spagnolo…noi siamo Virtuosi.. 


e in questa tabella sono evidenziati i risultati dell'economia reale dei primi due trimestri di quest'anno:

slide Copy 121 Copy Rubrica: Osserviamo Il Grande Successo di Super Mario Monti (Spread 500 Again)

Non c'è di che stare allegri. Soprattutto per Mago Monti, che così ho definito fin dall'inizio, intuendo la vaghezza delle sua guida di governo, basata più su un'ostentata "credibilità" che su fatti reali.

"Non invidio il nuovo premier, perché non riesco a comprendere che tipo di magia possa utilizzare per tagliare in parte un debito di 1900 miliardi di euro."
(Mago Monti)

Così scrivevo a novembre 2011. Ed infatti di magie non ne ha fatte molte. Il debito poi, non lo ha nemmeno intaccato, anzi ha continuato ad aumentare grazie proprio ai suoi interventi recessivi.

La storia continua.

Ora la III Repubblica ha due strade: continuare nella sospensione della democrazia, o addirittura tornare indietro alla II o anche alla I Repubblica:

"Questa nuova ridistribuzione di figurine è ovviamente seguita da vicino dal "Cavaliere", l'ex capo di governo Silvio Berlusconi che fu cacciato come un domestico indelicato lo scorso novembre e che probabilmente sta maturando la sua vendetta, come vuole una consolidata tradizione plurimillenaria sulle sponde del Tevere.

Proprio oggi, Angelino Alfano, una delle persone a lui più vicine, ha tratto profitto dalle dichiarazioni di Mario Monti per rendere noto alla stampa dell'esistenza di un movimento in crescita nell'opinione pubblica a sostegno del ritorno di Berlusconi. E il delfino del Cavaliere ha pensato bene di annunciare anche che : "Credo che in definitiva, deciderà di presentarsi [alle elezioni del maggio prossimo]."

Decisamente, Angela Merkel, José Barroso, tutti i piani di rigore, tutte le "riforme indispensabili", e tutti i think tanks europeisti finanziati da Goldman Sachs non potranno cambiare il dato di fatto che l'Italia è sempre l'Italia...

Cosa che per altro è una grande fortuna perchè è l'indice più chiaro che l'euro non potrà ancora a lungo pretendere di cambiare i popoli contro la loro volontà. "

Su quella che potrebbe essere la strategia berlusconiana ne ho scritto qui: "Berlusconi, l'autunno dell'euro, le elezioni". Ma dubito possa avere una qualche possibilità di vincere nel 2013.
Vincerà o il centro sinistra, o nessuno in particolare. Se vincerà il centro sinistra prevedo una sua implosione veloce, in quanto non potrà conciliare spesa pubblica con Fiscal Compact e pareggio di bilancio. Se non vince nessuno (molto probabile ora), tornerà il Mago o qualche suo attuale ministro. La III Repubblica è salva.

Il movimento di Grillo, se non si allea, avrà pochissime possibilità di essere determinante. Se si allea (per esempio con l'Idv, ex rifondaroli - Che offrono da votare al prossimo giro? Quattro “assi” che non fanno un tetto) potrebbe avere qualche chance in più. Ma la sua vittoria sarebbe un terremoto politico al pari di una rivoluzione, con onde sismiche anche verso gli altri paesi della zona euro. Sempre che l'euro esista ancora a primavera 2013, in tal caso l'avvento di Grillo sarebbe da interpretare come un cambio di regime, come dopo una guerra.