sabato 30 agosto 2014

Renzi è alla fine (6)


L'autunno italiano e renziano è alle porte ed ormai c'è poco di buono da attendersi dalla situazione economica. La baracca è fragile e traballa sempre di più. Se la Germania dovesse andare in recessione, se si dovesse accontentare gli Usa con nuove sanzioni alla Russia (e relative contro sanzioni russe), settembre sarebbe effettivamente un mese con il botto. Ma non quello che si auspica il premier.

"Ancora pesanti segnali di debolezza dall'economia Italia. A certificare lo stato di crisi del nostro paese, il dato sui prezzi al consumo che ha confermato lo stato in deflazione per la prima volta da oltre 50 anni. Ad agosto l'indice dei prezzi al consumo misurato dall'Istat nelle prime stime ha segnato un calo dello 0,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (era +0,1% a luglio). L'ultimo caso di deflazione risale al settembre del 1959, quando però l'economia era in forte crescita.
...
Segnali preoccupanti sono arrivati anche dal mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione, a luglio, e' salito al 12,6% in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a giugno (era al 12,3%) e di 0,5 punti su base annua.
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A luglio brusca discesa degli occupati. Rispetto a giugno scendono di 35mila unita' (-0,2%), mentre rispetto a luglio del 2013 calano di 71mila unita' (-0,3%). Gli occupati, secondo le stime provvisorie dell'Istat, scendono a luglio a quota 22 milioni 360mila. Il tasso di occupazione, pari al 55,6%, diminuisce di 0,1 punti percentuali sia su base mensile che su base annua.
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L'economia italiana soffre la debolezza della domanda interna e si innesca un circolo vizioso per cui consumatori e imprese tendono a posticipare l'acquisto di beni e servizi non indispensabili con l'aspettativa di nuovi cali dei prezzi. Sempre da manuale di economia, la congiuntura italiana conferma le teorie circa la stretta relazione tra bassa inflazione e disoccupazione. "

(www.wallstreetitalia.com)

Come spiega l'economista Seminerio, l'Istat a questo punto certifica l'inutilità dell'operazione degli 80 euro mensili. Almeno per il momento non hanno generato crescita. Può essere che gli italiani li risparmino fino a Natale. Infatti a fine anno si saranno cumulati in 640 euro. Ma può invece essere che siano talmente pochi da essere finiti nel gorgo di debiti pregressi, bollette non pagate, acquisti di necessità rimandati da mesi ecc.

"Oggi Istat ha pubblicato il dato finale della stima del Pil italiano del secondo trimestre, quello che aveva spinto alcune scimmiette e cocoriti renzisti a gridare al miracolo perché il contributo della domanda interna alla crescita era risultato nullo anziché decrescere, come invece ci aveva abituati a fare negli ultimi trimestri. Ciò era quindi visto come vaticinio della stabilizzazione della domanda interna, anche grazie al magico bonus da 80 euro
...
In dettaglio, il contributo dei consumi al Pil nel trimestre è nullo, contro il +0,1% dei due trimestri precedenti. Trivellando il dato, scopriamo che i consumi pubblici hanno variazione nulla e quelli delle famiglie confermano il +0,1% trimestrale (la somma dà zero per arrotondamento). Poi, gli investimenti sottraggono lo 0,2% trimestrale al Pil, ed anche il commercio estero ci tradisce, a meno 0,2% trimestrale.

Che dato manca? Quello delle scorte, che Istat rende noto solo sulla stima finale del Pil trimestrale, cioè oggi. Ebbene, nel secondo trimestre 2014 le scorte hanno contribuito al Pil per lo 0,2%. Che significa, ciò? Che le aziende, che nel primo trimestre avevano visto un decumulo di scorte (così come nel quarto trimestre 2013), nel secondo hanno lavorato per ricostituire il magazzino.
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Che significa, tutto ciò? Una cosa molto semplice: che, al netto delle scorte, il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale di domanda è stato negativo. E con questo mettiamo a nanna scimmiette e cocoriti renzisti, con le loro lisergiche inferenze. Del resto non è colpa loro se discettano di argomenti che non padroneggiano, giusto?"

(phastidio.net)

Ultimamente poi, mentre Renzi come al suo solito spande ottimismo, Padoan si incarica di fare la faccia cupa e intristire gli italiani. Segno che le preoccupazioni sulla situazione ci sono anche nel governo. Ma Renzi le scaccia come fa con i gufi, considerandole dei disturbi lungo la rotta che ha tracciato per il suo governo. Ci penserà l'iceberg della realtà a fermare il capitano Renzi.

Ma entrambi sembrano ancora credere che non occorrerà una manovra lacrime e sangue, cioè nuove tasse (salvo imminente riforma del catasto). Entrambi sperano di fare la manovra senza essere visti, cioè facendola tutta di tagli. Padoan ha detto che non si fermeranno nemmeno di fronte al welfare, cioè si taglierà anche la sanità. Se ci riusciranno otterranno più recessione, se non ci riusciranno, visto che finora non lo ha fatto nessuno (ci sarà un motivo?), saranno costretti a smentirsi e fare cassa con nuove tasse.

Al ministro Poletti è poi scappato di senno il vero piano del governo, il taglio delle pensioni. E qui c'è in effetti la vera ciccia da tagliare, circa un terzo della spesa pubblica. Ma per non perdere di vista l'elettorato fondamentale e più fidelizzato del Pd e Fi, ha dovuto ritrattare le sue affermazioni. E comunque anche in questo caso, se ci riuscissero a tagliare le pensioni con riconteggio contributivo, otterrebbero di nuovo maggior recessione.

A proposito di elettorato, in mezzo ad una crisi disastrosa e a conti dello Stato che quindi non tornano più, il premier annuncia 100.000 assunzioni nella scuola pubblica. Avranno credo la stessa funzione degli 80 euro. Non promuovere la crescita, ma farsi rieleggere.

In linea generale credo ci sia consapevolezza fra i governi europei della situazione sempre più insostenibile. E' iniziato il conto alla rovescia per quanto riguarda la sostenibilità della zona euro. A parte i tagli e le tasse ventilate (la minacciosa riforma del catasto, ribadisco) si cerca in qualche modo, disperatamente senza impattare sui vincoli europei, di fare manovre espansive per contenere la crisi e cercare la crescita. Per quanto riguarda l'Italia si avranno più o meno questi interventi:

1) 10 miliardi di euro che il governo italiano ha impegnato per mantenere per il finanziamento degli 80 euro mensili, anche per l'anno prossimo. C'è da dire che è una misura che si è dimostrata come una goccia nel mare, ma il governo ci crede ancora;

2) 10 miliardi di euro dello Sblocca Italia appena approvato, che consiste in vera e propria spesa pubblica. Serviranno a finanziare opere pubbliche che possono fare da volano alla crescita, salvo quanto immancabilmente verrà sottratto dalla corruzione...; Ma il problema non è questo 5% che volerà via, il problema è che si tratta di spiccioli in rapporto al Pil di 1.500 miliardi.

3) 75 miliardi di euro del programma Target Ltro che verrà messo in essere dalla Bce attraverso le banche italiane. E' una misura che si rivolge sia all'offerta che alla domanda. Il punto debole è l'offerta, perché non è detto che il sistema industriale italiano molto sofferente abbia intenzione di investire sul moribondo mercato italiano e quello non eccessivamente in forma all'estero. Ma anche la parte del programma che si rivolge alle famiglie ed ai privati cittadini, prende in considerazione solo chi ha un reddito sufficiente per sostenere un prestito, anche se agevolato. Comunque si tratta di un intervento che credo avrà un vero impatto sul Pil, rispetto alle somme che potrà muovere il governo italiano.

4) 25-30 miliardi di euro destinati alla crescita del programma del commissario Juncker (complessivamente 300 miliardi per tutta Europa). Non è ancora chiaro quando e come questi finanziamenti verranno messi a disposizione dell'economia italiana. La cifra complessiva sembra comunque da non trascurare.

Complessivamente dovrebbero arrivare nell'economia italiana 120 miliardi di euro, un impatto considerevole, anche se non sufficiente considerando che il Pil negli ultimi anni ha perso quasi 200 miliardi rispetto al 2008. Il problema di questi interventi è che sono slegati fra loro e non fanno parte di un piano complessivo, che renda più incisivo l'intervento. E soprattutto il timer fa tic-tac molto velocemente, se si vogliono fare interventi economici espansivi bisogna agire velocemente. Ma sicuramente gli effetti negativi della crisi si sentiranno entro poche settimane, ben prima di eventuali effetti positivi dello Sblocca Italia o altro.

Coraggio. L'autunno si avvicina e i conti si faranno a fine anno. L'implosione della zona euro a causa delle sue contraddizioni è sempre più vicina. L'Italia è sulla buona strada per chiudere indegnamente il ciclo di Frenkel: sempre più recessione, sempre meno soldi per lo Stato, sempre più tasse e tagli, sempre più recessione... ma prima o poi le risorse cumulate in anni finiscono. E allora si che avremo il botto renziano!
La Germania è di nuovo sotto pressione, perché non cresce e si trova contro Francia, Italia e Bce. I politici tedeschi non cederanno tanto facilmente, ma alla fine non potranno pensare di fermare il fiume contrario con le mani. Dovranno arrendersi alla realtà od esserne travolti.

venerdì 29 agosto 2014

L'Ucraina sta crollando



Nei giorni scorsi i nostri media continuavano a raccontarci dei successi di Kiev, che i ribelli erano quasi stati debellati. Eppure notizie sulla rete affermavano l'opposto. Ieri con la notizia che i ribelli stanno raggiungendo le coste del Mar Nero e stanno per prendere la città del sud Mariupol, si è capito che i ribelli avanzano e i governativi stanno perdendo.

"La gran cagnara fatta da alcuni giornali europei e le esternazioni della NATO, sulla invasione
...
Significa una sola cosa: Le truppe della Giunta di Kiev sono in rotta, e stanno subendo severissime e decisive perdite.

Tanto che la Russia probabilmente si è sentita sicura nel muoversi."

(www.rischiocalcolato.it)

"Le truppe ucraine hanno eliminato 2 carri armati delle forze separatiste ed hanno bloccato la strada per Mariupol, ha dichiarato in una conferenza stampa il portavoce ufficiale del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa dell'Ucraina Andriy Lysenko.

Dopodichè ha affermato che non c'è stato nessun attacco in direzione di Mariupol.

"A Mariupol ci sono risorse sufficienti per respingere qualsiasi attacco ed eliminare eventuali occupanti," - ha detto."
(italian.ruvr.ru)

Ora parlare di sconfinamento di "centinaia" di soldati russi è ridicolo se con questo si vuole giustificare la disfatta dell'esercito regolare ucraino. Evidentemente la Russia difende i suoi interessi esattamente come fa la Nato, ed avrà fornito un "supporto" di istruttori ai ribelli delle regioni est ucraine. Non me ne stupisco.

Inoltre, per quanto riguarda le foto che provano l'invasione, come ha detto Putin, sono ridicole. Infatti sono state scattate in territorio russo (vedi immagine in testa al post), quindi non si capisce cosa dovrebbero provare, se non la preoccupazione russa di non far entrare la guerra in casa propria.

"La Repubblica annuncia le prove, gente! Come sempre, del resto, quando devono pompare una certa isteria bellica.
...
Poi guardi le foto, e c'è scritto in piccolo e in inglese che «L'area di dispiegamento e di addestramento si trova a circa 50 km a Est del confine ucraino», ossia in territorio russo.

Come se non bastasse, le diciture nelle foto spiegano anche che quella è l'area di Rostov
...
Direi che può bastare per aggiornare lo stato di conclamata putrescenza del giornalismo italiano."

(www.comedonchisciotte.org)

Non solo italiano, direi il giornalismo occidentale ormai asservito al potere come nelle più bieche dittature.
Tornando all'Ucraina, direi che a questo punto il presidente Porosenko ha quasi esaurito i suoi giorni. Se non verrà aiutato ancora di più da Usa ed Europa (?) si troverà a fronteggiare una feroce crisi bellico-economica.

"Dunque Kiev sta capitolando, nel senso che il suo esercito parrebbe in rotta, in molte zone accerchiato e fiaccato da perdite e defezioni.

Nelle prossime 48 ore sarà riunito un consiglio d’Europa che comincerà a discutere nuove sanzioni contro la Russia…. ora capite bene che di fronte ad una presunta invasione Russa dell’Ucraina…."

(www.rischiocalcolato.it)

Sanzioni? Voglio vedere con che tipo di contorsioni geopolitiche se ne uscirà fuori la Germania per evitare una simile eventualità. Putin ha già minacciato di porre delle contro sanzioni all'importazione di auto, se dovesse metterle in atto, la recessione per la Germania sarebbe sicura. I piazzali di Mercedes e Bmw si riempirebbero sempre più di invenduti.

Credo che la signora Merkel, se sarà messa alle strette, proporrà sanzioni solo simboliche e contemporaneamente telefonerà a Putin per pregarlo di non mettere in atto le proprie contro sanzioni.
Se invece gli Usa imporranno alla Germania scelte impossibili e dannose, credo che comincerà un battage mediatico tedesco per contrastare gli Usa. Forse salteranno fuori le notizie nascoste, come il fatto che quello compiuto in Ucraina per cacciare il precedente presidente è stato un colpo di Stato orchestrato dagli Usa, oppure uscirà la verità sull'abbattimento del Jet della Malaysia Airlines... chi può dirlo.
Gli Usa del resto non possono tirare troppo la corda, non possono pensare di mettere in pericolo i propri alleati e nello stesso tempo raggiungere i propri obiettivi.

La situazione ucraina è un altro casino combinato dall'amministrazione Usa. Il fatto che ora ci sia il mitizzato Obama non cambia nulla. Gli Usa in politica estera non fanno altro che combinare disastri che poi diventano impossibili da rimettere in sesto. E' l'impero del caos.

L'Ucraina per esempio ha visto via via peggiorare la propria situazione da quando gli Usa sono entrati direttamente a piedi uniti nella crisi. E le cose non potranno che peggiorare ulteriormente mano a mano che la guerra continuerà e la sua economia già in crisi epocale si sfracellerà per i debiti di guerra. Poi arriverà il generale inverno i conti non saldati del gas russo... e sarà la fine dell'Ucraina così come è stata fino ad oggi. Probabilmente alla fine si dividerà in due parti, con quella ad est che prima o poi chiederà di essere annessa alla Russa.
Per la parte occidentale prevedo tempi duri: finito l'interesse degli Usa, sarà lasciata allo sbando. L'Europa di sicuro non scucirà un euro per gli ucraini. Potrebbe ritrovarsi percorsa da una guerra civile lunghissima, come quella jugoslava.

giovedì 28 agosto 2014

Stupito dello stupore


"Vendite al dettaglio ferme nel mese di giugno 2014 rispetto a maggio. E in discesa del 2,6% su base annua. Il bonus di 80 euro del governo Renzi non ha avuto effetti immediati sui consumi degli italiani. “Un bilancio negativo su molti fronti“: così, spiega l’Istat, si chiudono i primi sei mesi dell’anno per il commercio al dettaglio, cartina di tornasole dei consumi. “L’aumento in busta paga voluto dall’esecutivo si è rivelato un clamoroso flop”, commenta il Codacons.
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“Gli effetti del bonus Irpef”, commenta il presidente Codacons Carlo Rienzi, “sono stati deludenti e peggiori di qualsiasi aspettativa, e non hanno prodotto alcun risultato sul fronte dei consumi e delle vendite, esattamente come previsto. Si tratta di un flop su tutti i fronti
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Gli effetti di tale stato di cose per l’economia italiana sono devastanti: solo nei primi 6 mesi del 2014, si sono registrati più di 8.000 fallimenti di imprese, con un incremento del 10% rispetto al 2013, e il settore più colpito è stato proprio quello del commercio”
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Confesercenti nei primi 6 mesi di fatturato sono stati persi circa 2,2 miliardi di euro. “Ancora un semestre molto negativo, da cui il commercio esce con le ossa rotte. E per le imprese commerciali è sempre più difficile sopravvivere"

(www.ilfattoquotidiano.it)

Non mi stupisco dei dati catastrofici che si susseguono di mese in mese, ma dello stupore che questa cosa genera sempre nei giornalisti e commentatori dei media mainstream. Possibile che non hanno ancora compreso che il posto dell'Italia non è nella zona euro? Per me è un mistero questa cocciutaggine. Ma forse non è cocciutaggine, ma semplicemente malafede. Mi piacerebbe ascoltare il pensiero di questi nostri campioni dei media a microfoni e rotative spente. Probabilmente quando nessuno li ascolta, con l'amico più fidato, confessano di avere dei dubbi sull'euro. Non possono essere così stupidi se occupano certe poltrone.

L'Italia affonda perché il mercato interno sta collassando per mancanza di domanda aggregata. Lo vedono tutti. Eppure questa sera il vice ministro dell'economia, intervistato su "La7" ha affermato che l'obiettivo ora è la riforma del lavoro... per renderlo più precario ed aggravare ancora di più la crisi di domanda.

Il bello di tutto questa farsa italiana, è che lo stesso vice ministro ha affermato che tale riforma non serve per creare più occasioni di lavoro. Per ottenere questo ci vuole la crescita! Ma dai... non l'avevamo mica capito da soli... Possibile che  in studio nessuno gli abbia fatto la domanda fondamentale? Cioè, se tale riforma del lavoro non serve a nulla, anzi forse aggraverà la crisi, perché mai la dobbiamo fare?

Siamo sempre alle solite: bisogna fare le riforme strutturali, dicono tutti. Ok, ma la questione dirimente è di quale tipo di riforme stiamo parlando. Se sono riforme che peggiorano la situazione, forse è meglio ripensarle. Il problema è che tutti i governi europei sono vittime dell'illusione liberista. Cioè che il mercato risolverà tutto se non avrà ostacoli. In realtà questa è una crisi che andrebbe risolta con il metodo contrario, cioè più spesa e sostegno pubblico. Lo Stato è l'unico ente in grado di fornire quello shock economico di grande dimensioni che può rimettere in carreggiata l'economia, sia italiana che di tutti i paesi europei.

Probabilmente finirà così, ma prima dovremo sbattere contro il duro muro della realtà, e sfatare con un disastro epocale le illusioni ultra liberiste europee.

mercoledì 27 agosto 2014

Quest'uomo era cattivo. Ma si è pentito.


"Esiste un aspetto tristemente paradossale nell’offerta di Bashar Assad di collaborare con il mondo Occidentale contro i gruppi armati dello Stato Islamico. Triste poiché dimostra l’impotenza della comunità internazionale di fronte al crescere della violenza e del fanatismo in Siria e Iraq. Ma soprattutto paradossale per il fatto che quello stesso regime che è stato la causa prima del processo di brutalizzazione terrificante tra la sua popolazione si presenta oggi come rimedio ultimo per questo stesso processo.

Non va dimenticato infatti che le prime manifestazioni contro la dittatura nella primavera 2011 furono pacifiche e non armate. Fin da subito fu invece la gravissima repressione militare a gettare la popolazione nelle braccia dei primi gruppi armati. Assad non lasciò mai alcuno spazio all’opposizione politica interna. La tortura eletta a sistema, l’umiliazione sistematica dei prigionieri politici, i bombardamenti dei villaggi indifesi, gli assassinii dei medici e infermieri, il disprezzo per i diritti civili piu elementari si manifestarono in un crescendo intollerante e brutale. Solo chi ha assistito alla repressione in Siria può non dubitare che Assad abbia utilizzato le armi chimiche contro la sua gente. E da violenza nasce violenza. Triste e paradossale che qualcuno possa prendere in seria considerazione l’offerta di Assad."

(www.corriere.it)

"gli Stati Uniti fanno i primi voli di ricognizione in Siria che dovrebbero preludere a un attacco contro postazioni di IS o Isis, lo Stato Islamico, gruppo di terroristi che stanno tenendo sotto scacco la regione fra Siria e Iraq 
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Ieri il governo di Bashar Assad che solo un anno fa era obiettivo di raid Usa minacciati ma non realizzati da Obama, ha teso la mano a una collaborazione con gli Stati Uniti: va bene i bombardamenti americani, dice il governo di Damasco, ma solo «con il nostro coordinamento». Oggi la Casa Bianca rifiuta questo aiuto: «non c'è alcun progetto di coordinamento con il regime di Assad» contro lo Stato Islamico"

Paradossale che Assad tenda la mano ad Obama?
Ma non solo, è anche paradossale che gli Usa obamiani, dopo aver provocato "primavere arabe" ovunque in Medio Oriente si ritrovino con un nido di vespe in Iraq e Siria peggiore dei dittatori che volevano eliminare.

Assoluta incapacità di capire il mondo arabo, o strategia per rendere la regione un caos permanente? sono valide entrambe le teorie. Sembra che gli Usa stiano progettando di isolare energeticamente l'Europa sia dall'Asia che dall'Africa, per fare in modo che sia costretta ad importare shell gas e petrolio da fracking prodotto in Usa.

Quindi l'Isis o IS come si chiama ora è probabilmente sia qualcosa di voluto, sia qualcosa di sfuggito di mano. In ogni modo fa fare un bel po' di soldi con la vendita e produzione di armi, e permette agli Usa di mantenere una certa egemonia in Occidente. Infatti la Germania comincia già a risentire, se non a livello economico almeno a livello psicologico, delle tensioni con la Russia.

Con l'IS gli Usa avranno il loro gran da fare, perché si tratta della prima organizzazione terroristica super ricca.

"Il fatturato degli estremisti sunniti dello Stato islamico (IS prima Isis o Isil) si aggirerebbe intorno ai 2 milioni di dollari al giorno, grazie a varie fonti di ricavo, tra cui il petrolio. Lo scrive Bloomberg, che cita fonti dell'intelligence e dell'antiterrorismo statunitense
...
Secondo un funzionario dell'amministrazione statunitense, questa caratteristica differenzia l'Is da molti gruppi terroristici, come al Qaida, che dipendeva dai suoi legami internazionali e dalla ricchezza della famiglia di Osama bin Laden."

Finalmente gli Usa hanno incontrato terroristi alla loro altezza... altro che Bin Laden...

martedì 26 agosto 2014

Sudamericanizzazione


La crisi sta mordendo sempre più, ed ora attacca anche il centro dell'Europa.

"La scorsa settimana giusto per trovare un colpevole alla difficilissima situazione dell’economia tedesca, Angela Merkel non ha trovato di meglio che scaricare le proprie responsabilità su Italia e Francia in quel di Lindau e ovviamente sull’incapacità della teoria economica di prevedere le crisi
...
Tageszeitung osserva che la tendenza è ancora peggio di quanto appaia perché su questo trimestre, e non era mai successo, la Germania aveva ottemperato alla direttiva europea che impone di calcolare nel Pil anche i rilevamenti «illegali» sul mercato della prostituzione, su quello delle droghe e sul lavoro nero."
(icebergfinanza.finanza.com)

Probabilmente se l'euro non salterà, se la Bce in qualche modo riuscirà a tenere incollati tutti i pezzi, ben presto la miseria attraverserà l'Europa da nord a sud e da est ad ovest. La Bce potrebbe fare quanto ha fatto fin'ora: il minimo indispensabile per mantenere in vita l'euro, ma senza fare nulla per dare quella scossa economica necessaria a ridare crescita vera alla zona euro.

L'obiettivo dei centri finanziari mondiali del resto non è creare benessere per tutti, ma conservare il più possibile il proprio e i propri privilegi. Si va verso la "sudamericanizzazione" delle società europee. Quel tipo di società che probabilmente in sud America sta lentamente scomparendo, ma che negli anni '50 fino ai ''70 vedeva il potere nelle mani di pochi privilegiati e gran parte della popolazione sfruttata e in miseria nera. Le élite sud americane si servivano generalmente di qualche dittatorello, di qualche generallissimo che guidando l'esercito come una super polizia, impediva alle popolazioni poverissime e prive di diritti di ribellarsi.

Malgrado la cosa faccia ribrezzo, oggi c'è persino chi teorizza una società oligarchica neomedievale di quel tipo, senza nemmeno vergognarsene o trovare alcunché di sbagliato nelle sue argomentazioni. Dove sono gli intellettuali, quelli veri, quelli pronti a mandare a quel paese e denigrare simili elementi?

"Gli esperti dei think-tank stanno chiedendo all'Unione europea che si prepari a combattere scioperi e proteste sociali con la forza militare. A causa dell' aggravarsi delle disuguaglianze sociali provocate da una economia globalizzata e dai crescenti conflitti militari all'interno delle frontiere della UE, questo tipo di manifestazioni inevitabilmente dovranno aumentare.

C'è stato uno studio dell'Istituto per la Sicurezza dell'Unione Europea, in cui gli autori, senza mezzi termini, affermano che di fronte a questi sviluppi, l'esercito dovrà essere utilizzato sempre più per compiti di polizia in modo da poter proteggere i ricchi dalla collera dei poveri.
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"Nel quadro coordinato delle politiche di sicurezza, si stanno fondendo le responsabilità delle forze di polizia con quelle delle forze armate, e si stanno creando delle capacità comuni per affrontare le proteste sociali " La stazione radio Deutschlandfunk ha parlato di questo studio lo scorso mese.
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ai sensi dell'articolo 222 del Trattato di Lisbona, esiste una base giuridica, creata appositamente per il dispiegamento di unità militari e paramilitari all'interno di Stati membri della UE , in crisi." 

Il trattato è stato scritto da un gruppo di docenti universitari ed esperti nel settore della sicurezza europea
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In parole povere, il principale "problema per la sicurezza" nel economia mondiale globalizzata è la lotta di classe.
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Nella parte superiore ci sono le multinazionali, il "Fortune Global 1000", o le 1.000 aziende che incassano la maggior parte del fatturato del mondo. Ha calcolato che tutte insieme, queste multinazionali rappresentino in percentuale il 0,001% della popolazione, cioè quasi 7 milioni di persone ... tra loro e la grande massa delle centinaia di milioni di persone della popolazione mondiale che muore di fame esiste una enorme distanza.
...
appare evidente che - saranno inevitabili conflitti sociali, economici e politici che scaturiranno da questa disuguaglianza 
...
Con la crisi finanziaria, lo Stato aveva già fatto la sua parte per entrare in "simbiosi" ed aveva fatto pagare alla popolazione i debiti delle banche, infatti le condizioni di vita della classe operaia sono state attaccate e compresse. 

Come conseguenza di questi attacchi contro i fondamentali diritti sociali della classe operaia, secondo Ries, si svilupperanno inevitabilmente dei conflitti sociali che colpiranno importanti aree delle infrastrutture. 

Ries ha fatto anche qualche esempio sul tipo di lotte operaie che intendeva dire : uno sciopero dei netturbini a Napoli, in Italia, uno sciopero dei vigili del fuoco a Liverpool, in Inghilterra, e dei controllori del traffico aereo negli Stati Uniti.
...
I ricchi dovevano essere protetti dai poveri - ha spiegato il professore-. Dal momento che "la percentuale della popolazione povera e frustrata dovrà continuare ad essere molto elevata, le tensioni tra questo mondo e il mondo dei ricchi è destinata ad aumentare
...
"difetti funzionali", Ries intende le conseguenze sociali del sistema di profitto globale, come anche le guerre che servono per garantire la funzionalità del sistema. Ma queste sono solo due delle componenti fondamentali del sistema capitalistico, che obbligano un numero sempre maggiore di persone alla povertà o a dover scappare dal proprio paese e diventare dei rifugiati. Il sistema di proteggere i ricchi dai poveri è descritto da Ries come una "strategia dei perdenti", cioè una strategia contro i perdenti del sistema.
...
Ries con le sue osservazioni riassume la visione sociale di tutta la classe dirigente, disposta a tutto pur di difendere i propri privilegi e le ricchezze contro l'opposizione del resto della popolazione. 

Ries non propone solo un regime militare europeo per reprimere gli scioperi, ma anche un rafforzamento massiccio dei singoli Stati membri dell'UE. Entro il 2020, al più tardi, la UE dovrà espandere significativamente le proprie capacità militari, per arrivare a disporre di tutto lo spettro delle capacità necessarie per affrontare combattimenti-ad-alta-intensità.

Secondo Ries, la pace tra le grandi potenze "dipende interamente e completamente dal funzionamento dell'economia mondiale. .... Se il sistema dovesse rompersi, anche il tranquillo ordine politico andrebbe distrutto.""
(www.comedonchisciotte.org)

E quindi, aggiungo, nei periodi di crisi una bella guerra (possibilmente mondiale) distoglie i poveri dalle loro recriminazioni sociali, anzi propria li elimina trasformandoli in "carne da cannone"...

Non siamo ancora a questo livello, e mi chiedo se gli italiani, noti per il loro antimilitarismo, potranno tollerare di vivere in futuro in una società del genere. Ma probabilmente la risposta è affermativa, poiché i cambiamenti a cui stiamo assistendo avvengono appositamente in lunghi periodi, adottando la tecnica della rana bollita, che prima di morire ha tutto il tempo per "acclimatarsi" alla nuova situazione "ambientale".

Comunque ieri ho avuto l'ennesima conferma che non viviamo più in vecchie o moderne democrazie, se è vero che nemmeno più nella più antica democrazia moderna europea, la Francia, non è permesso criticare il nuovo padrone tedesco. Il ministro dell'economia si è ribellato e Hollande ha preso provvedimenti da buon "Maresciallo Petain 2.0" sotto occupazione nazista licenziandolo:

"Valls ha gia' presentato al Capo dello stato le dimissioni dei ministri del suo governo, dopo i ripetuti attacchi del ministro dell'Economia Arnaud Montebourg
...
Arnaud Montebourg, nel fine settimana aveva usato parole durissime contro l’austerità imposta dalla Germania. «Bisogna alzare i toni», aveva avvertito, precisando: «Quando dico Germania, parlo della destra tedesca che sostiene Angela Merkel. La Francia non ha alcuna intenzione di allinearsi agli assiomi ideologici della destra tedesca». E anche «la Bce», aveva aggiunto, «deve cambiare marcia e mettersi a fare quello che fanno tutte le banche centrali del mondo, in particolare quelle dei paesi che hanno saputo far ripartire la loro crescita». L’obiettivo è «provocare un elettroshock nella zona dell’euro». Per uscire dalla recessione, aveva sottolineato Montebourg, l’Europa dovrebbe seguire l’esempio di Matteo Renzi in Italia. "
(www.wallstreetitalia.com)

Tralascerei la parte su Renzi, evidentemente anche Montebourg è stato fregato dalla parlantina sciolta del fiorentino, non sa che anche Renzi finge di battere i pugni sul tavolo. Al massimo si limita ad elemosinare qualche briciola di elasticità dello zero-virgola dalla Merkel.

Non siamo ancora alla "sudamericanizzazione" ma ci stiamo avviando velocemente di questo passo. Neppure un ministro della Repubblica Francese può permettersi di criticare le attuali politiche economiche del padrone d'Europa. Il quale ha fatto fino adesso il bello ed il cattivo tempo in quei paesi ritenuti inferiori come l'Italia, dove ha provveduto a cambiare tre governi in tre anni. E ne farà costituire un quarto quando si stuferà di Renzi, e non lo riterrà più utile ai suoi piani di egemonia europea.

Nessuno può mettere in dubbio il IV Reich, persino Draghi è tenuto sulla graticola. E poi ci dicono che la Bce è stata costituita così perché deve decidere in modo indipendente dai governi.

"Dopo il discorso a Jackson Hole di Mario Draghi, oggi arriva la conferma che ai tedeschi non importa nulla del gran rialzo su tutti i mercati azionari
...
La reazione negativa arriva, senza mezzi termini, da uno dei piu' autorevoli quotidiani della Germamia, la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che in un editoriale firmato da Philip Plickert e intitolato "Draghi vacilla", 
...
il capo della BCE Draghi ha dato la sua lezione a Jackson Hole, che potrebbe essere intesa come la richiesta di un'inversione di politica economica, nel senso che - ha detto - i paesi membri dell'Euro dovrebbero riconsiderare il loro "atteggiamento generale di politica fiscale".

La politica fiscale, vale a dire le politiche fiscali e di spesa, dovrebbe spingere maggiormente rispetto alla politica monetaria la ripresa economica nella zona euro. E per questo Draghi ha esplicitamente chiesto un importante programma di investimenti statali. 

Draghi ha anche esortato ad allentare le redini dell'austerity?
...
Secondo il quotidiano tedesco i suggerimenti di Draghi sono "altamente pericolosi". Se ora traballa anche la banca centrale, le diga si romperà, e l'area dell'euro sarà costretta ad affrontare una nuova orgia di deficit. Il che Draghi non può volerlo voluto, o consentirlo. "Si deve chiarire subito che lui non vuole ammorbidire le regole sul deficit""
(www.wallstreetitalia.com)

Ma che scherziamo? Non si può deviare minimamente dalla linea neonazista della nuova Europa.


lunedì 25 agosto 2014

Italia-Europa: speranze ed auspici


In Italia il governo Renzi spera in un ravvedimento dell'Europa, in una mitigazione dell'austerità e in interventi veramente risolutivi della Bce. Come sa bene chi bazzica per la rete, il governo italiano è completamente impotente rispetto alla crisi, a meno che decida di uscire dal sistema euro. Rimanendo all'interno del sistema tutte le armi per fronteggiare la crisi sono al di fuori della portata del governo italiano. Non c'è riforma che tenga. Anche le riforme richieste dall'Europa, teoricamente a portata del governo, cioè un taglio deciso della spesa pubblica, la deflazione salariale (taglio di stipendi e pensioni già ventilato da esponenti governativi) non servirebbero a nulla. Anzi, potrebbero essere recessivi e portare ad una accelerazione della crisi in atto.

Il governo italiano ora non può far altro che appellarsi ai centri di potere esterni per uscire o almeno resistere alla crisi. E sperare che le richieste vengano accolte.

"Noi rispettiamo la regola del 3% e la rispetteremo ma diciamo che l'Europa non può essere soltanto tagli, vincoli e spread», ha insistito Renzi."
(www.ilmessaggero.it)

Si rivolgeva a Draghi, ma il messaggio era trasversalmente rivolto all'Europa. Una richiesta di più flessibilità che è stata lanciata all'Europa già da giugno. All'epoca l'Europa, cioè la Germania, rispose che tutta la flessibilità disponibile era già stata concessa. Ora le cose sono cambiate, anche la Germania sta sperimentando un principio di recessione, e si ritrova meno forte di quanto pensava. Renzi ha effettivamente qualche possibilità di ottenere maggior flessibilità all'interno dell'austerità. Ma per ora la teoria economica dell'austerità non viene messa in dubbio.

Come del resto ha detto Draghi in modo abbastanza evidente nel suo viaggio americano. In effetti Draghi non ha cambiato programma, parlando di crescita all'interno del rigore dei conti. La famosa austerità espansiva che non sta funzionando.

Draghi in effetti ha speranze opposte a quelle del governo Renzi. Spera che l'inciampo trimestrale del Pil tedesco sia solo un piccolo incidente di percorso, e che la Germania torni a crescere, anche di poco. Perché se dovesse andare effettivamente in recessione dovrebbe poi veramente fare politiche monetarie espansive che per ora annuncia ma non pratica. E spera che il ricalcolo del Pil italiano con i proventi criminali riesca a mitigare un po' la recessione italiana. Tutto serve ad imbellettare i conti e far apparire meno evidenti gli errori delle politiche fin qui seguite. E spera ancora che il governo italiano faccia le riforme che ha richiesto, non certo la cancellazione del Senato.

Per ora Draghi metterà in atto nuove politiche espansive che dovrebbero servire a portare un po' di crescita. Funzioneranno? A mio avviso gli effetti potrebbero essere ben maggiori degli 80 euro mensili del governo Renzi, provvedimento praticamente inconsistente. Infatti il "regalo" di Renzi ha un impatto complessivo di 10 miliardi di euro ripartito in otto mesi. E' per questo che le lancette del Pil non hanno segnalato nessun cambiamento.

L'intervento di Draghi detto Tltro ha per l'Italia un impatto sette volte superiore, di circa 75 miliardi di euro. Ha però uno svantaggio che renderà questa forza meno intensa, si rivolge in parte all'offerta e in parte alla domanda (famiglie), ma sicuramente rappresenta una forza economica ben superiore agli 80 euro di Renzi. E' probabile che tale intervento verrà segnalato dalle dinamiche del Pil.

Sarà sufficiente? Potrebbe portare crescita ma non potrà reintegrare ciò che l'Italia ha perso dal 2008 ad oggi. L'economia nazionale ha perso il 10% della sua forza dal 2008, il che equivale a dire 150 miliardi di euro del 2008. Considerando un'inflazione del 2% in media dal 2008 al 2013 (il 2014 è vicino alla deflazione) in realtà è come se avessimo perso 190 miliardi di oggi.

Quindi i 75 miliardi possono portare crescita ma non farci tornare ai livelli del 2008, ma anche se la Bce potesse fornire all'Italia 200 miliardi non si avrebbe effettivamente crescita, ma un ritorno ai valori di Pil di sei anni fa. Per cui dagli aiuti di Draghi mi aspetto una scossa, ma non sarà una terapia shock, sarà un leggero sollievo. Anche perché rischia di arrivare quando è già troppo tardi, quando l'economia italica si è già contratta oltre il limite di non ritorno. Non è facile ricostruire certa imprenditoria quando viene distrutta come è avvenuta negli ultimi anni in Italia. Infatti se il Pil si è contratto del 10%, la produzione industriale ha già perso il 25%.

L'Europa e l'Italia rimangano in attesa, nella speranza che qualcosa cambi, che qualcuno intervenga con una bacchetta magica mentre in realtà tutti rimangono immobili nelle proprie posizioni.

venerdì 22 agosto 2014

Draghi e le solite ricette fallimentari


Draghi ha parlato, l'attesa è finita. Ma era inutile aspettare tanto per sentire sempre i soliti discorsi che non portano l'Europa da nessuna parte. In pratica Draghi ha rilanciata l'illusione della "austerità espansiva", cioè di crescita ed austerità nello stesso tempo.

"Stimolare la crescita e creare occupazione si può. Anche con il rigore dei conti pubblici. Il messaggio che Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea ha voluto lanciare al Simposio di Jackson Hole organizzato dalla Federal Reserve di Kansas City 
...
la Bce «resta pronta a modificare ulteriormente il proprio orientamento», evidentemente in senso più espansivo. Ha voluto nuovamente sottolineare come le iniziative già prese hanno cambiato la percezione dei mercati valutari, che lasciano deprezzare l'euro. 
...
Molto di più, però, la politica monetaria non può fare, ha spiegato Draghi. Nell'impossibilità di portare i tassi (a breve) sotto quota zero"
(www.ilsole24ore.com)

Pare che le grandi banche italiane abbiano già prenotato 52 miliardi di euro del nuovo Ltro (su 75 mld disponibili) destinato ai prestiti da concedere ad aziende e famiglie (esclusi mutui per paura di bolle immobiliari). Funzionerà? Forse funzionerà più il taroccamento del Pil con prostituzione, droga e altri affari della criminalità. Se manca la domanda probabilmente dare nuove facilitazioni all'offerta servirà a poco. Inutile portare il cavallo a bere se non ha sete. Anche Draghi comincia a capire che manca la:
D O M A N D A aggregata...

"Draghi ha ricordato come si possano sostenere la domanda in una fase di rigore, che resta necessaria"
(www.ilsole24ore.com)

Ma come?

"Occorre innanzitutto usare tutta la flessibilità che le attuali regole Ue consentono. Occorre poi ridurre le imposte, ma in modo da non aumentare il deficit. Come? Abbassando le tasse in quelle aree in cui l'effetto espansivo di questa manovra è maggiore, riducendo contemporaneamente le spese improduttive dove l'effetto restrittivo di questi tagli è più basso"
(www.ilsole24ore.com)

Cioè ridurre le tasse e contemporaneamente tagliare pesantemente lo stato sociale e tutto ciò che è pubblico. Cioè dare con una mano per togliere con l'altra senza fare deficit. Non servirà a nulla, le politiche espansive di riduzione fiscale verranno annullate dalle politiche recessive dei tagli. O addirittura le politiche recessive potrebbero superare quelle espansive in una società come quella italiana (e non solo) già fortemente logorata dall'austerity.

E poi il capo della Bce indica un principio che ritengo importante, ma che trovo incredibile detta solo ora. Era la prima cosa da fare, prima ancora dell'euro:

"Draghi va anche oltre e chiede un maggior coordinamento della politica fiscale al livello di Eurolandia, in modo che non sia più la mera somma dei 18 budget nazionali dei paesi aderenti all'euro ma persegua obiettivi voluti e condivisi a livello unitario."
(www.ilsole24ore.com)

E certo che è così. Ma bisognava anche dare un governo vero (possibilmente democraticamente eletto) a quest'Europa, con un vero ministro dell'economia.

"In questo senso, Draghi ha sostenuto le proposte di Jean-Claude Juncker, il prossimo presidente della Commissione Europea, che vuole disegnare un programma di investimenti pubblici e privati da 300 miliardi. Occorre, ha detto, «un ampio programma di investimenti pubblici, coerente con le proposte del prossime presidente della Commissione europea». Occorre in ogni caso fare molto e presto, sul fronte della domanda. In questa fase, ha spiegato Draghi, «il rischio di fare ‘troppo poco', supera quello di fare ‘troppo'»."
(www.ilsole24ore.com)

E anche questo è vero. E' il momento di mettere in un angolo le fobie tedesche. Il rischio di fare il quasi nulla fatto f'inora supera quello dell'iper inflazione che blocca dal terrore la Germania.

La situazione comunque continua a deteriorarsi soprattutto in Italia. Potrebbe arrivare un po' di sollievo dal nuovo metodo di calcolo del Pil, ma già si mettono le mani avanti, affermando che il ricalcolo non cambierà di tanto le cose. Quindi se recessione dovrà essere, recessione sarà... Draghi è meglio che intervenga con una certa celerità prima che tutto precipiti.

20 grafici sul caso Italia



"Dal sito del CIPE, vi riporto questa serie impressionante di grafici, basati sulle cifre di lungo periodo, utili come strumento di lettura delle trasformazioni economiche che il Paese sta affrontando.La presentazione dei grafici sui principali indicatori economici dell’economia italiana dal 2000 ad oggi, confrontati con l’andamento medio europeo, permette di cogliere l’evoluzione nel tempo della situazione economica italiana.
Questi dati vengono associati alle previsioni e agli obiettivi quantitativi del Governo, in particolare per quanto riguarda la crescita economica, l’indebitamento netto e il debito pubblico, individuati nel Documento di economia e finanza (DEF)."

(www.rischiocalcolato.it)

Il grafico del Pil è disastroso, e la previsione del Def patetica. Ma in realtà osservandolo meglio, si vede che la crescita italiana è completamente interdipendente a quella europea della zona euro. Il grafico italiano segue quasi fedelmente quello europeo. Con una debolezza evidente: la crescita in Italia riprende a risalire con molta più lentezza rispetto alla media europea. E questo è sicuramente da imputare ai costi eccessivi dovuti alla burocrazia ed al peso della tassazione che opprime l'impresa italiana.

Il Pil trimestrale indica che abbiamo raggiunto il massimo nel 2007-2008, circa 1500 miliardi di euro annualizzati, prima della grande crisi finanziaria della Lemhan Brothers. Oggi il Pil annualizzato dovrebbe collocarsi intorno a 1350 mld di euro. Con una perdita secca dal 2008 del 10% circa, tornando ai livelli del 2000.

Il problema della crescita in Italia sembra comunque un problema antico, come si evince dal grafico successivo. 


E' chiaro che con il tempo l'economia italiana ha perso slancio, in modo costante. Il grafico si ferma al 1980, ma se proseguisse fino agli anni '60, troveremmo crescite che sfiorano il 10%. Questa costante discesa indica in modo chiaro che l'economia italiana è sempre stata ingabbiata in una normativa sbagliata, che invece di incentivare la produttività l'ha via via resa più difficile. L'Italia avrebbe bisogno di una decisa deregulation, che non serve come molti pensano ad evadere meglio, ma a lavorare meglio.



Il grafico di comparazione superiore indica di quanto si sia avvantaggiata la Germania con l'euro, e quale sia la capacità di organizzarsi dei singoli Stati europei. Italia e Spagna sono messe male, la Francia arranca, l'Inghilterra sta intravvedendo una timida risalita, ma dopo una discesa molto "italiana"...


La produzione industriale è crollata molto più di quanto sia crollato il Pil, ben il 30% stando a quanto indica il grafico. E' davvero un miracolo che questa nazione rimanga ancora in piedi... Non c'è grafico migliore per mostrare quanto abbiano inciso la chiusura, delocalizzazione, e contrazione del settore produttivo italiano. E tutto questo grazie all'euro e alla perdita dell'arma della svalutazione della lira.


Malgrado il settore privato sia al collasso, lo Stato è riuscito a mantenere i conti piuttosto in ordine. Infatti la linea blu segue molto da vicino la media europea. La linea rossa delle previsione attiene più alla narrativa fantascientifica che alla realtà.


Il debito è il nostro tallone d'Achille storico, ma con l'euro la situazione è peggiorata. Da notare che l'unica modesta curva verso il basso, coincide con l'incremento del Pil visto nei grafici precedenti, negli anni 2007-2008. Segno che il miglioramento della sostenibilità del debito avviene solo con la crescita, che la permanenza nell'euro però ci impedisce.


La spesa delle amministrazioni pubbliche purtroppo è aumentata continuamente. Il grafico indica come la spesa sia aumentata quando le cose andavano ancora bene nel settore privato, mentre è proprio in questi periodi di bengodi che la spesa pubblica dovrebbe essere messa sotto controllo. Si vede poi la spesa pubblica invertire bruscamente la salita con il Patto di Stabilità Interno adottato sotto Tremonti. I tagli lineari pur essendo ingiusti hanno funzionato. Poi la curva riprende a salire, ma perché questo grafico esprime una percentuale su un Pil che precipita catastroficamente: per quanto si tagli tale percentuale è destinata a salire.


Dal grafico superiore si capisce perché il ministro Poletti voglia colpire i pensionati. Quella sulle pensioni è una spesa in crescita costante. Probabilmente la riforma Monti metterà un freno a tale crescita, ma il problema è che pochi giovani lavorano e la demografia italiana (ma in generale occidentale) vede un costante calo delle nascite ed un aumento della vita media.


Inflazione e prezzi, indicano quanto sia stretta la correlazione delle economie della zona euro. Infatti hanno iniziato ad andare in deflazione i paesi periferici più poveri, e poca alla volta ci arriverà anche la Germania.




Il problema occupazionale italiano è quello indicato dal grafico superiore: lavorano pochi italiani rispetto alla popolazione complessiva. E qui sta anche il problema delle pensioni: non è vero che il sistema retributivo è insostenibile, il problema è che ci sono pochi lavoratori attivi in grado di sostenerlo. Il grafico successivo mostra che la situazione va anche peggiorando, ma non sarà di certo il progetto del taglio dei salari ad incrementare l'occupazione.


I due grafici successivi mostrano molto bene il lavoro compiuto da Monti: infatti ha solennemente dichiarato di aver raggiunto l'obiettivo di distruggere la domanda interna. E c'è riuscito. Le importazioni sono crollate molto più di quanto siano aumentate le esportazioni.


Di conseguenza la bilancia dei pagamenti è andata in positivo. Malgrado ciò l'Italia non ne ha giovato molto.


Il grafico successivo mostra come tutta l'Europa stia seguendo le stesse strategie economiche suicide. Gli investimenti sono sprofondati, e dato che il grafico non suddivide il settore pubblico e quello privato, credo che il calo sia dovuto quasi esclusivamente al blocco degli investimenti pubblici dovuti al patto di stabilità.


I prossimi tre grafici mostrano l'impoverimento della società italiana che ormai non è più in grado di risparmiare. Anche se si nota un ripresa negli ultimi anni. Però come mostra il secondo grafico, i risparmi non si traducono per ora in investimenti, visto che l'economia è in stato comatoso. Anche l'immobiliare comincia a dare segni di flessione, che probabilmente il terzo grafico non mostra in modo completamente veritiero. La flessione è sicuramente superiore.






La situazione è disastrosa, ma il grafico più importante è il primo. Senza crescita nessun problema evidenziato dai grafici successivi verrà risolto. Ma all'interno dell'euro difficilmente avremo una possibilità. Anche se l'Italia ha dei problemi strutturali tutti suoi, è evidente che anche chi ha un'organizzazione statuale migliore, la Francia per esempio, se la passi male esattamente come noi rimanendo nell'euro.

Il governo Renzi non pare abbia le armi per affrontare questo disastro. Per ora si nega la necessità di una manovra sperando che mafia e prostituzione ci salvino dalla recessione. Ma si tratta di trucchi contabili che non miglioreranno i conti dello Stato sempre più in affanno a causa della contrazione del Pil. Alla fine Renzi si scotterà, anche Berlusconi l'ha capito ed ha ritirato la sua disponibilità ad aiutare il "Bomba".

mercoledì 20 agosto 2014

Nazisti nel Dna


Barnard è sempre piuttosto caustico, ma nella sua crudezza mi pare centri molto bene la fenomenologia del successo germanico degli ultimi anni.

"Barare e rubare senza vergogna, così si diventa Germania

Volete essere l’economia leader di questa (putrefatta) Eurozona? Facile: barate, ma barate proprio in modo disgustoso, senza vergogna. Ecco le ricette. A) Inventatevi una Cassa Depositi e Prestiti, dategli il nome di Kfw, fatele investire soldi pubblici nelle aziende private nazionali senza che neppure un centesimo di questi soldi compaia nei famigerati conti di Stato, così nessuno a Bruxelles se ne accorge e vi mette le manette. B) Fate riforme del lavoro che fanno ristagnare i salari nazionali per 12 anni, così le vostre mega-industrie nazionali possono esportare a prezzi concorrenziali succhiando il sangue ai loro dipendenti. Ma quando questi s’infuriano (perché non sono tutti idioti), date la colpa delle loro pene non al governo né ai giganti dell’export, no! La colpa è di altri paesi europei, quelli spendaccioni, stupidi e incapaci.

C) Create un sistema di moneta unica europea che ha in sé un complesso meccanismo finanziario per cui il vostro concorrente industriale numero uno, l’Italia, verrà spazzato via, messo in crisi e deprezzato all’estremo. Così le vostre patetiche Pmi (che in questo caso si chiamano Mittelstand) potranno venire in Italia a rubarci i nostri super-brevetti e le nostre prodigiose tecnologie per due soldi bucati, e portarsele a casa loro. Oh!, e i lavoratori/imprenditori italiani… be’, c’è sempre un gabinetto dove metterli, no? D) Dettate la legge suprema della competitività in Europa, dove la regola numero uno è, ad esempio, prendere un Monti o una Fornero, promettergli la paghetta finale (consulenze private milionarie in ambito finanziario) a patto che diminuiscano drammaticamente sia i salari italiani che le pensioni. Ma a casa vostra fate esattamente il contrario: diminuite l’età pensionabile e fate addirittura intervenire la Banca Centrale (!) a dire che i salari vanno aumentati.

F) Strombazzate in tutte le sedi di potere tecnocratico che la vostra disoccupazione è la minore in Europa, quando la verità è che barate da prendervi a schiaffi, perché avete il più alto tasso di lavoratori sottopagati rispetto alla media di reddito nazionale di tutta Europa, ma guarda caso risultano come occupati! G) Fate la voce grossa sulle riforme, che tutti ’sti paesi mollicci del sud Europa devono assolutamente fare perché sono spendaccioni, corrotti, incapaci zavorre all’economia del continente. Ma poi nascondete con oculatezza che l’Ocse vi mette al ventottesimo posto su 34 paesi come efficienza nelle… riforme! Cioè siete dei brocchi da vergognarsi. Ma con gli altri fate la voce grossa. H) Cambiate rapidamente discorso quando qualcuno vi ricorda che prima dell’introduzione dell’euro, cioè della macchina monetaria che vi permette di barare, c’era un piccolo industrioso paese chiamato Italia che vi faceva un c… così sia in termini di esportazioni, che come innovazione tecnologica, ed era esattamente al vostro pari nei maggiori parametri macroeconomici come Posizione Patrimoniale sull’Estero, Conto delle Partite Correnti e Debito Privato (qui poi noi italiani siamo ancora di gran lunga messi meglio).

I) Vantate di avere una grande autorevole seria mega-banca, leader mondiale… mica ’ste botteghe di pochi spiccioli come hanno gli altri. Ma nascondete di nuovo che ’sta vostra illustrissima banca non è solo stra-fallita, con un equity capital ratio (l’opposto del leverage ratio) del 2,5%, cioè come avere 15 euro in cassa e avere debiti di miliardi con il Pentagono. E nascondete che ’sta vostra big bank si è anche accumulata scommesse in derivati (dinamite senza pompieri) per un totale di 20 volte il Pil del vostro stesso paese. E quando salta quella, la vostra illustrissima banca, salta il mondo. Ma voi zitti! Mentite con la faccia come il c… sul modello mondiale che ’sta vostra banca putrefatta rappresenta. Insomma, volete primeggiare in questa Eurozona? Mentite, barate, spogliatevi della minima decenza, siate bugiardi oltre il tollerabile… in altre parole chiamatevi Germania e Deutsche Bank.

Ps: poi hanno il più alto giro di mazzette in termini assoluti di tutta Europa(Craxi era un pivello). E siccome hanno dato il pretesto (la tragedia dell’Olocausto) ai sionisti ebrei per massacrare i palestinesi, dovrebbero pagare di tasca loro un piano Marshall per tutta la Palestina. Ma non solo: i tedeschi dovrebbero essere processati per crimini contro l’umanità in Grecia, oggi. Dai, i tedeschi sono nazisti nel Dna, inutile, o l’Onu commissaria la Germania in blocco, oppure continueranno a fare Olocausti. Ce l’hanno nel Dna di essere nazisti.

(Paolo Barnard, “Per essere Germania bisogna rubare, barare… fare proprio schifo”, dal blog di Barnard del 2 agosto 2014)."

(www.libreidee.org)

martedì 19 agosto 2014

Voglio la "scala mobile" al contrario


"La scala mobile, o ufficialmente indennità di contingenza, è uno strumento economico di politica dei salari, volto ad indicizzare automaticamente i salari all'inflazione e all'aumento del costo della vita secondo un indice dei prezzi al consumo.

In Italia, la scala mobile è stata negoziata nel 1975 dal segretario della CGIL Luciano Lama assieme agli altri sindacati e a Confindustria, atto a recuperare il potere d'acquisto perso dal salario a causa dell'inflazione. La scala mobile verrà abrogata tra il 1984 e il 1992 dai governi di Bettino Craxi e Giuliano Amato, con l'accordo degli stessi sindacati, a causa del circolo vizioso che aveva generato, contribuendo alla continua crescita dell'inflazione."


Ma in un'epoca di deflazione dei prezzi, ma soprattutto di "deflazione salariale" sempre più reale, minacciata di essere ufficializzata, tanto che oltre ai salari il ministro Poletti vuole deflazionare le pensioni, è necessario introdurre nuovamente la scala mobile. Ma al contrario.

L'andazzo è questo, purtroppo:

"... dobbiamo intervenire anche sul lavoro. Qui abbiamo un esempio.

- Quale?
La Spagna, che è tornata a crescere. Bisogna ridurre il peso della contrattazione collettiva a vantaggio di quella aziendale.

- Per fare cosa?
Per consentire alle imprese meno produttive di far scendere i salari anche sotto il minimi contrattuali, anziché licenziare o ricorrere alla Cig.

- Un’occupazione senza tutele e con salari bassi.
Sempre meglio che avere una disoccupazione alta o un lavoro a tempo determinato. Il dualismo tra chi ha tutte le tutele e chi non ne ha, c’è già.

- Ma così la nostra domanda interna rimane ferma.
Però sarebbe compensata da una maggiore domanda estera. L’effetto regressivo sui redditi bassi potrebbe essere attenuato dalle detrazioni Irpef."

(Intervista a Tabellini - www.ilfattoquotidiano.it)

Ecco cosa si preannuncia per mantenere l'Italia all'interno della zona euro. La si vuol far diventare una landa di fabbriche cacciavite in mano allo straniero, che quindi non produrranno il dovuto gettito fiscale, ma che soprattutto sfrutteranno manodopera sottopagata.

A questo punto propongo di creare un "indice dei salari medi" invece del vecchio indice dei prezzi, che indichi di quanto scendono percentualmente gli stessi di anno in anno. E poi la stessa percentuale andrebbe applicata per ridurre il costo della vita:

I salari scendono del 5% anno su anno? Bene, dovranno scendere della stessa percentuali i costi dei servizi pubblici, come le bollette di acqua, energia e rifiuti. Ma non solo, dovrà diminuire della stessa percentuale il costo di gas, gasolio, benzina ecc. Non si può fare perché sono beni di provenienza estera? Direi che c'è molto margine sulle accise prima di arrivare al costo effettivo dei carburanti...

E poi dovranno diminuire della stessa percentuale  in automatico le locazioni, le rendite catastali ugualmente, le tariffe professionali, e in generale tutti i listini di quanto viene prodotto e venduto in Italia, partendo ad esempio dai beni presenti nel paniere utilizzato per calcolare l'inflazione. Ma non solo: i mutui dove li mettiamo? Anche la rata dovrebbe essere aggiornata riducendola via via che si riducono i salari, compensando con un allungamento dei tempi di restituzione.

I beni d'importazione subirebbero invece sorte opposta: mano a mano che i salari si ridurranno diventeranno sempre più costosi ed irraggiungibili per le tasche italiane.

E' una follia? Evidentemente, ma anche tagliere i salari come propone Tabellini lo è. Però mi piacerebbe questa "scala mobile" al contrario, tanto per vedere a chi converrebbe la deflazione. Scoppierebbero prima gli zebedei dei lavoratori, o il debito pubblico e le banche? Sarebbe una bella gara...

"Il ritorno della squadriglia degli alesini volanti, in picchiata sui salari altrui e guai a toccare i loro.

Non importa se c’è una squadriglia di incapaci alla guida dell’azienda, il problema sono sempre e solo i salari.
...
Per migliorare la competitività bisogna SOLO ridurre il costo del lavoro, tagliando i contributi sociali, e retribuzioni ovviamente e questo fuoriclasse dell’aviazione bocconiana è in procinto di essere ingaggiato da Matteo Renzi Conti pubblici, Matteo Renzi nomina una squadra di economisti

Uno che ti dice che non possiamo assolutamente uscire dall’euro prima delle elezioni europee, ma dopo che milioni di fessi hanno votato, sottolinea che piuttosto che ristrutturare il nostro debito è meglio uscire dall’euro è un asso delle giravolte, perchè sappiamo tutti che a queste condizioni una parziale ristrutturazione è inevitabile, prima o poi.
...
E’ una ricetta demenziale bocciata dalla storia EMPIRICAMENTE che ha prodotto solo macerie sociali e non venite a parlarmi dell’esempio tedesco o della riforma HARTZ IV perchè vi sommergo di prove di devastazioni sociali in Germania.
...
Si lo potete vedere qui in una magistrale interpretazione di Alberto Bagnai Il miracolo spagnolo dove il miracolo della produttività spagnola …



…è dovuto essenzialmente a
… il segreto della produttività spagnola non è lavorare meglio e meno, lavorare tutti! È lavorare pochi, lavorare molto (e zitti, perché alla porta c’è la fila). Chissà quanti straordinari non retribuiti ci sono in quel bell’aumento della produttività, che non è un aumento del numeratore (il prodotto), ma una diminuzione del denominatore (le ore lavorate, e quindi gli occupati, a parità di orario).

...
Si in una depressione o meglio debt deflation globale, la minore domanda interna può essere compensata da maggiore domanda estera, si proprio come sta accadendo alla Germania ora, dove il loro pillino è andato in negativo, aspettando con trepidazione cosa succederà non appena…Russia: allo studio embargo contro import auto"

Tanto la domanda interna non conta nulla. Infatti tutto sta andando bene in Europa da quando si è precarizzato il lavoro, da quando si sono delocalizzati gli stabilimenti dove un lavoratore costa due lire... Avanti così, verso il baratro senza nessun ripensamento. Ma il bello che certi personaggi con ideali nazistoidi come quello dell'intervista su citata sono pure considerati degli intellettuali di sinistra. Il mondo va proprio al contrario...

lunedì 18 agosto 2014

Aerei spariti dai Tg


Nessun comitato dei familiari delle vittime che protesta? Sono stati tutti "silenziati" dalle rassicurazioni della superpotenza supponente? O peggio sono stati pagati per tacere? Trecento vittime olandesi nei cieli ucraini e nessuno che chieda chiarimenti sul grave incidente aeronautico. Mai vista una situazione così.

Forse, che magari non è stato il missile russo o filorusso? Forse che l'aereo è stato abbattuto appositamente dall'Ucraina per addossare la colpa sui filo russi? Il sospetto diventa sempre più forte. E se questo fosse vero, come potrebbero gli Usa e la Ue continuare a sostenere il governo nazistoide dell'Ucraina?

"Prima I passeggeri del volo MH370 sono spariti dalla faccia della terra, poi l’MH370 è sparito dai media. Prima l’MH17 è stato abbattuto da “un missile di Putin” – così è stato detto al pianeta terra – poi l’MH17 è sparito dai media.

Dov’è Baudrillard quando si ha bisogno di lui? Fosse stato vivo, il derviscio dei simulacri avrebbe già scomposto i due aerei come immagini di uno specchio, da una sparizione assoluta al massimo clamore, poi spariti nuovamente. Avrebbero anche potuto essere presi – e abbattuti – dagli alieni. Oggi si assomiglia a loro, domani no.

Scatole nere, registratori di dati – tutto ciò che riguarda l’MH17 sta fluttuando nel vuoto. I Britannici ci stanno impiegando una vita ad analizzare i dati – e in caso lo abbiano già fatto, non stanno parlando. È come se stessero cantando. Vedo una scatola nera/e la voglio dipinta di nero … il nulla. [gioco di parole sulla canzone dei Rolling Stones “Paint it Black” che dice I see my red door and I want it painted black NdT]

Il Pentagono, con una visione 20/20 sull’Ucraina, sa cos’è successo. L’intelligence russa non solo sa cos’è accaduto, ma ha anche offerto un’allettante sbirciata durante una presentazione ufficiale, non considerata dall’”occidente”. La migliore analisi tecnica non punta ad un “missile di Putin” – un BUK – ma ad una combinazione di una aria-aria R-60 e un cannone automatico di un Su-25.

Un lettore mi ha sottoposto questa onesta perizia dell’ex ingegnere di USAF e Boeing Raymond Blohm: “con un sistema di mira consono, un Su-25 non deve essere veloce quanto un Boeing 777 in velocità di crociera. Deve solo raggiungere una buona posizione di lancio di un missile. Dato che il 777 non stava facendo manovra, era semplice calcolare in anticipo quando mettersi in una determinata posizione nel cielo sotto il 777. Da lì è il missile ad avere la velocità e la possibilità di raggiungere l’altitudine necessaria a colpire il 777. (L’R-60 è un missile idoneo). Dopo che il missile ha messo fuori uso un motore, sia la velocità sia l’altitudine massima del Boeing sono ampiamente alla portata delle possibilità di velocità ed altitudine di un Su-25. A quel punto l’Su-25 può mostrare la potenza di fuoco dei suoi cannoni”.

Seguiamo i detriti del motore. Seguiamo i detriti della cabina di pilotaggio. Seguiamo il movente. Nessuno può lontanamente immaginare l’urto tra le placche tettoniche geopolitiche se il regime di Kiev fosse individuato come responsabile. Sarebbe il momento della scomparsa per l’intera – distorta – concezione dell’”indispensabile” eccezionalismo dell’Impero del Caos.

Così come l’MH370 è completamente sparito, così deve accadere per la storia dell’MH17. Gli Olandesi e i Britannici potrebbero uscire allo scoperto e indire una conferenza stampa ufficiale per dire al mondo cosa La Voce del Padrone avrà finalmente redatto. [gioco di parole sul nome della famosa casa discografica His Master’s Voice in riferimento ai portavoce di Washington NdT] Si potrebbe continuare a fare affidamento sul sicuro e residuo sdegno, per non parlare della perplessità, di un gran numero di famiglie olandesi in lutto. Si può fare affidamento anche sullo sdegno dell’intera Malesia come nazione. Come dire: perché noi? Non una volta sola, ma due?

Mosca, dopo aver smantellato la “logica” dell’attuale demonizzazione isterica su Russia/Putin, sa che qualsiasi cosa dirà sarà smentita dalla Psicopolizia Orwelliana. Tanto La Voce del Padrone controlla cosa eventualmente riveleranno Olandesi e Britannici, tanto la Russia può contrattaccare svelando lo scenario alla Malesia. E la Malesia parlerà.

MH370 è sparito come in un videogame. MH17 è stato abbattuto come in un videogame. Ora entrambe le loro storie vengono fatte scomparire. È come se stessimo vivendo una prova in piccolo delle ipotesi nere della post-storia,

La star post-modernista Jean-Francois Lyotard e successivamente il pensatore fiammingo Lieven De Cauter sono stati i pochissimi a dilettarsi a studiare l’ipotesi nera, l’Ipotesi nera è la distopia definitiva – che dovrebbe verificarsi al tempo cosmologico della morte del sole, qualcosa come tra 4.5 miliardi di anni. In parole povere parla della tecno-scienza che sopravvive alla morte del sole e dell’umanità stessa.

Quindi l’MH370 potrebbe essere svanito in un’anticamera dell’ipotesi nera. Ma l’MH17 è molto più prosaico: avrebbe potuto essere semplicemente un false flag andato male. Dunque, secondo le regole dell’Impero del Caos, dovrà sparire anch’esso. La domanda è se la società civile globale lo accetterà – oppure è già entrata nel suo punto di scomparsa."

(www.comedonchisciotte.org)