venerdì 31 agosto 2012

La solita ballata europea



La Merkel riceve Monti e come sempre è un fiume di complimenti reciproci, culminante con le "misure impressionanti" che stranamente riprendono con un doppio senso il volgare linguaggio berlusconiano della "Culona inc...".

Ma è l'ennesimo vertice o mini vertice inutile, fatto per prendere tempo. La Germania deve attendere il responso della sua Corte Costituzionale, e quindi è inutile che ora prenda qualche decisione rilevante. A Monti interessava rimarcare che l'Italia non chiederà aiuti e se proprio fosse obbligata, noi i "compiti a casa" li abbiamo già fatti.

Ma la Merkel si è comportata come la solita sfinge di pietra, non ha detto ne si ne no. Del resto guarda più al suo elettorato tedesco che alle esigenze dei martoriati paesi periferici.
L'unica cosa che le interessa veramente è mantenere un certo controllo su questi, quindi mantere un governo montiano anche in Italia. Per questo c'è una certa apprensione verso le prossime elezioni italiane:

"un vero e proprio odio per le consultazioni in Italia. In poche parole, c'è un fil rouge che lega le agenzie di rating americane, la Confindustria e la stessa cancelliera Angela Merkel: tutti quanti fanno il tifo per il Monti bis, tutti quanti temono il responso popolare, tutti quanti preferirebbero congelare il Professore sul cadreghino di Palazzo Chigi. L'ultima a ripeterlo è stata proprio la Merkel iei, dopo il bilaterale col premier italiano:"Siamo molto preoccupati per quello che potrà accadere con le elezioni in Italia"."
(www.ilgiornale.it)


Per il resto la Merkel è una banderuola, fa di tutto per prendere tempo: prima desiderava che la Spagna e l'Italia chiedessero gli aiuti Efsf, oggi sembra invece consigliare alle due nazioni vassalle di attendere. Non sia mai che l'elettorato tedesco ne rimanga urtato.

Ma è anche probabile che i giochi siano già stati fatti e gli accordi siano stati presi tra Draghi, la Merkel e la recalcitrante Bundesbank.

"Il compromesso tra la Germania e la Banca centrale europea sembra definito. Lo dimostrano le parole concilianti di Angela Merkel ieri dopo l’incontro con Mario Monti a Berlino e lo dimostra l’intervento del presidente della Bce Mario Draghipubblicato ieri sul quotidiano tedesco Die Zeit.

La cancelliera tedesca appoggerà la linea del membro tedesco del board della Bce, Joerg Asmussen, e quindi lascia isolato il presidente della Bundesbank ... In cambio Draghi si impegna a farsi garante di quel processo di integrazione economica, di bilancio e politica che secondo Berlino è l’unica garanzia davvero efficace: solo con una progressiva cessione di sovranità da parte di tutti i contribuenti tedeschi potranno essere sicuri di riavere indietro i soldi
...
La Germania, dunque, avrà l’integrazione che chiede, ma sarà la Bce a guidare il processo. O meglio, sarà Draghi in persona a prendere la leadership, di gran lunga il più forte degli autori del ”rapporto dei quattro”
...
Gli eventi hanno portato Draghi a estendere il mandato della Bce alla costruzione della nuova Europa, a diventare il nucleo di quello Stato europeo dietro la moneta"
(www.ilfattoquotidiano.it)

Quindi Draghi sta surrogando quel ruolo di presidente d'Europa che attualmente manca molto a questa sgangherata Unione. Naturalmente non poteva che finire così: uno Stato che nasce dalla moneta non può che finire per essere governato dalla sua Banca Centrale.

Dovremmo essere felici perchè questo importante ruolo è assunto da un italiano? Credo proprio di no. Preferirei che il ruolo di presidente d'Europa venisse assunto da una persona eletta a suffragio universale o almeno dal Parlamento europeo, fosse anche il più arrogante e antipatico dei prussiani...

E intanto gli speculatori/ investitori hanno finito le ferie e lo spread ritorna dove era stato lasciato a luglio. La politica europea non si smentisce mai: non fare, attendere, non fare e attendere ancora, e non fare ancora...

giovedì 30 agosto 2012

Pil: conseguenze non volute




Dopo l'Ilva di Taranto arriva una nuova battaglia tra lavoro e ambiente, tra "progresso" e salute, tra crescita del Pil e risorse limitate della Terra (in questo caso un luogo sano dove vivere): la lotta dei minatori del Sulcis sardo per mantenere in vita la miniera di carbone.
Non è una scelta facile. Rimango incerto su questi argomenti. In effetti ho evitato finora di dovermeditare sul tema perche entrambe le soluzioni che si prospettano non mi piacciono (chiusura o inquinamento) e la tecnologia attualmente non sembra in grado di dare valide soluzioni.

Da un lato la chiusura di stabilimenti e miniere implica disoccupazione ed aggravamento della crisi. E' vero che stranamente i due casi italiani si sviluppano in terre di potenziale bellezza turistica in ambiente marino. Ma in realtà non ho mai pensato, e credo sia improponibile, che si possa sostituire i posti persi nell'industria con nuovi nel turismo. Già quest'anno, l’andamento della stagione turistica, ha dimostrato proprio in Sardegna che in periodi di crisi in altri settori il turismo non può essere una risposta, anzi subisce forse ne un impatto maggiore degli altri settori. Forse anche nel turismo ci sono da quest’anno posti in esubero.

L'ecologia può dare lavoro, probabilmente se si costruisce un nuovo sistema industriale rivolto alle tecnologie a bassa emissione e sostenibili. Ma anche qui i “ma” e i “forse” sono molti.
Non è una trasformazione cosí semplice come può apparire a prima vista. Non tutte le produzioni possono essere rese completamente compatibili con l'ambiente. Temo che per l'Ilva ci sia poco da fare: si potranno abbattere gli inquinanti ma non eliminarli deltutto. La produzione d'acciaio implica inquinamento. L'alternativa ambientale è non produrre più acciaio in Italia e lasciare tutto l'inquinamento e i problemi ambientali ai paesi delterzo mondo. Lo si è già fatto diverse volte, non bisogna scandalizzarsi più di tanto: l'incidente della UCIL a Bhopal in India è un esempio di cosa accade quando un'industria inquinante occidentale viene trasferita in paesi più arretrati. Non so se è più giusto scaricare i nostri problemi industriali sul terzo mondo o tentare di risolverli a casa nostra: meno inquinamento e più controllo a casa nostra (e anche più lavoro), o molto inquinamento e rischi d’incidenti in paesi non preparati?



Probabilmente con l'Ilva c'è anche un grosso problema urbanistico: uno stabilimento così grande e pericoloso andava tenuto più lontano dalla città. Avrebbe inquinato comunque, ma perlomeno si sarebbe salvaguardata meglio la salute dei cittadini non coinvolti direttamente nella produzione. Ma anche questa è una soluzione solo apparente: quanto vuol dire lontano, fin dove si può inquinare e con che diritto si sceglie di condannare un territorio rispetto ad un altro? Perché tutelare gli abitanti di Taranto e non gli operai dell’Ilva, che continuerebbero a subire il ricatto lavoro o salute? E’ difficile dare risposte. Ogni azione e decisione implica dei rischi, un certo futuro. E' pur vero che tutta la nostra vita prevede delle azioni che implicano dei rischi. Ma molto spesso ci tocca scegliere il male minore, e non sempre è facile capire qual'è.

La nostra società è basata sul consumo di risorse naturali, fra queste anche l'ambiente in cui viviamo.
L'inquinamento è un sottoprodotto del Pil. E questo avviene anche convertendo l'industria in un manifatturiero ecologico. Anche la produzione di specchi solari, pannelli fotovoltaici, pale eoliche e quant'altro implica di inquinare l'ambiente e consumare energia (magari quella fossile).
E' una scelta veramente difficile, poi soprattutto in tempi di crisi come l'attuale. E’ una scelta che va ben ponderata: se si sceglie di salvaguardare l’ambiente, probabilmente si sceglierà di impoverire la società. E questo non è detto sia una scelta saggia dal punto di vista ambientale: quando una società si impoverisce una parte di essa tende a vivere ai margini e ad adottare comportamenti che non sono propriamente di salvaguardia ambientale. Per esempio se perdono la casa a causa della povertà, alcuni cercheranno rimedio nell’occupazione abusiva, altri nell'abusivismo povero, andando a consumare territorio senza nessun controllo.

Le tecnologie per ridurre l'emissione di sostanze nocive, in parte esistono, in parte sono efficaci, in parte sono sperimentali. Esistono da tempo sistemi di filtraggio ed abbattimento delle polveri sottili. Non sono deltutto risolutive, quel che esce dalle ciminiere non è aria fresca, ma comunque funzionano abbastanza.
Sono invece completamente sperimentali per esempio i sistemi di stoccaggio dell'anidride carbonica sotto terra o nei fondali marini. Nel primo caso come spiega il blog Byoblu, ci sono più ombre che luci: il sistema di stoccaggio della CO2 invocato per il Sulcis è un'incognita ambientale tanto, se non peggio delcontinuare ad estrarre il carbone.
“Secondo l'Accademia delle Scienze americana il CCS [Carbon Capture e Storage ndr] è più pericoloso del fracking, la famigerata tecnica di estrazione del gas ottenuta fratturando le rocce attraverso iniezioni in profondità di acqua ad alta pressione. E' noto che il fracking può innescare terremoti. L' ECMB [Enhanced coal bed methane], poi, è una tecnica così pionieristica che non se ne conoscono i possibili effetti collaterali. E' la versione “enhanced”, cioè potenziata, del CBM, che è stato definito “il gemello malefico del fracking” e che è in sostanza una tecnica per estrarre gas metano dai giacimenti di carbone.” (www.byoblu.com)
Più semplice è spedire la CO2 in fondo al mare, ma anche qui i danni ambientali sembrano più che certi: l'aumento dell'acidità dell'acqua provoca l'estinzione di flora e fauna marine.

Nascondere gli inquinanti dove nessuno vede è psicologicamente come nascondere la spazzatura sotto il tappeto: per un po’ nessuno la vede, ma prima o poi qualcuno solleverà il tappeto e il problema dovrà di nuovo essere risolto.
Che morale si può trarre da questa storia? Che non ci sono terze vie: se vogliamo un Pil elevato all’occidentale (possibilmente in crescita) dobbiamo anche accettare le conseguenze del Prodotto interno lordo, cioè quelle che nessuno desidera. Si può rendere l'inquinamento meno nocivo, ma va tenuto presente che le tecniche di abbattimento degli inquinanti sono un costo. O se lo accolla lo Stato cioè tutti noi, o l'azienda stessa che dovrà ripartirlo sui prodotti e quindi sul consumatore finale. Tali prodotti, va da sé, che saranno meno competitivi con quelli delle industrie dislocate in paesi che non hanno la stessa sensibilità ambientale.

L'alternativa a tutto ciò è infischiarsene del Pil ed abbracciare i concetti di "decrescita felice". Niente più produzioni inquinanti, niente più Pil in crescita, e prodotti quasi artigianali. Le produzioni a basso costo a scapito dell'ambiente, compresa l'agricoltura moderna, verrebbero bandite. Questi prodotti potrebbero solo piùessere importati dall'estero. Sempre che la nuova etica savonarolesca non lo impedisca.

“ La proposta nostra di politica economica industriale è quella di trovare più denaro per fare investimenti per attività utili, e questo è un elemento molto importante, perché a noi interessa creare una occupazione purché sia, ci interessa creare una occupazione utile, cioè ci interessa introdurre elementi di valutazione qualitativa nel fare umano mentre il prodotto interno lordo dà semplicemente una soluzione di carattere quantitativo. 
In Italia noi sprechiamo il 70% dell’energia che utilizziamo. 
Di fronte a questa situazione in genere gli ambientalisti hanno detto che bisogna sostituire le fonti fossili con le rinnovabili, noi diciamo che la priorità non è questa, ma ridurre il buco nel secchio, cioè gli sprechi di energia!
se noi riduciamo gli sprechi di energia stiamo riducendo il consumo di quello che noi chiamiamo una merce … ma non è un bene, perché non riesce a risolvere nessun problema degli esseri umani, l’energia che si mette in una casa e che si disperde dalle finestre, dal soffitto o le pareti, non ha nessun tipo di utilità. 
per ogni 10 miliardi di Euro investiti nella riduzione degli sprechi, non nelle fonti rinnovabili, si possono ricavare 130 mila nuovi posti di lavoro di buona qualità, mentre investendo la stessa cifra in grandi opere si darebbe lavoro al massimo a 7 mila e 300 persone,
Il secondo elemento su cui noi dobbiamo puntare nella nostra concezione oltre alla autosufficienza energetica, come ho detto, è quello della sovranità alimentare. 
la agricoltura chimica … costa un sacco di soldi perché tutta la chimica dell’agricoltura richiede grandi consumi di energia e l’aumento del prezzo delle fonti fossili comporterà un aumento progressivo dei generi alimentari, non soltanto per il trasporto a distanza
noi questo lo vediamo come possibilità di soluzione della crisi economica, della crisi occupazionale, della crisi deldebito e della crisi ambientale. 
tutto ciò comporta una diminuzione del prodotto interno lordo, ma non una diminuzione pure che sia … perché invece si introducono elementi di valutazione qualitativa nel fare umano e si riduce che cosa, quelle merci che non hanno nessuna utilità, che costituiscono sprechi, che comportano un consumo di risorse che portano a un danno ambientale.”

Anche questa è una scelta: guardare alla qualità del vivere e non alla quantità del consumare (Pil). Una scelta che implica una grande trasformazione sociale. Ma che non è detto sia percorribile, va valutata con attenzione.
I grandi inquinanti degli ultimi 100 anni, i combustibili fossili, sono stati la nostra dannazione e contemporaneamente le risorse che hanno consentito a milioni di occidentali di poter vivere meglio e più a lungo: avere sempre cibo disponibile e abbondante (l’agricoltura dipende molto dal petrolio), avere energia per costruire case e fabbriche, avere energia per lavorare, avere energia per scaldarsi, avere l’energia per spostarsi anche molto lontano, avere la possibilità di una vita più facile e quindi meno subordinata al pericolo di malattia. Malgrado gli inquinanti e il cibo poco sano, la vita media del periodo industriale è ben più alta di quella del periodo pre-industriale.
Ridurre gli sprechi è un’ottima cosa, ma tornare ad essere tutti contadini, un ritorno ad un passato pre-industriale, forse è più un mito che realmente auspicabile.

Io continuo a sperare in qualche innovazione tecnologica rivoluzionaria che consenta di ricavare energia dalla natura senza causarne la distruzione. L’energia quasi infinita delle stelle (fusione calda) o quella nucleare pulita (fusione fredda). Entrambe presentano grandi problemi da risolvere, sembrano sempre sul punto di giungere allo sfruttamento commerciale, ma poi tutto viene rimandato (Costi della tecnologia).
Anche l’attivazione del ciclo dell’idrogeno presenta grandi problemi: come ricavarlo, dall’acqua (molto costoso) a dal gas naturale (inquinante)? Come distribuirlo, liquido (pericoloso) o sotto forma di ricarica per batterie “full cell”? La strada verso l'energia pulita è ancora lunga, anche perchè non si fa abbastanza ricerca in tal senso.

Per ora l’interrogativo più pressante rimane Ilva si o Ilva no? Carbone si o carbone no? Un si o un no vuol dire però incidere sulle vite di persone reali, non è una scelta filosofica. La scelta va pertanto ben ponderata e forse, suggerisco, va ricercato un compromesso se possibile, in attesa che la rivoluzione tecnologico-energetica ci dia nuove possibilità.

mercoledì 29 agosto 2012

Prima o poi le bolle scoppiano



Il sito Rischio Calcolato, produce delle analisi fulminanti, ben fatte e facili da comprendere. Non so dire se siano anche esatte, ma mi pare siano comunque sincere. Quello che non condivido molto spesso è la conclusione a cui giungono i redattori, che sono di solito una difesa con il coltello fra i denti del liberismo più sfrenato. Come se i danni economici prodotti dalle numerose bolle di questi anni provenissero dallo Stato cattivo gestore (il che è anche vero) e non dalla finanza privata più spavalda e deregolamentata della storia dell'umanità.

Alcuni articoli mi hanno particolarmente colpito fra gli ultimi pubblicati:

La Fine del Dollaro è Cominciata
(www.rischiocalcolato.it)

Tasso di Sostenibilita’ e Parassitismo 2011 (deficit gemelli…): confronti mondiali, nazione per nazione – Reload
(www.rischiocalcolato.it)

Verso la Bancarotta (Mondiale) – Debiti (Pubblico, Complessivo, Estero, Implicito, Immobiliare, Privato, etc): tutte le Statistiche, Stato per Stato
(www.rischiocalcolato.it)

Bolle, Bolle Ovunque
(www.rischiocalcolato.it)

Tutti questi pezzi che in sostanza affermano una cosa sola: il mondo intero si sta arrestando dal punto di vista economico, stanno per scoppiare innumerevoli bolle create dalle speculazioni degli ultimi 20 anni. E sono bolle gigantesche, ingestibili. La risoluzione delle quali può produrre altri guai, come per esempio la stampa di denaro della Fed (Quantitative easing) se da un lato ha risolto o quasi i problemi bancari e della finanza privata, ha aggravato quelli della finanza pubblica Usa.

Il mondo si sta riempiendo di debiti inesigibili. Se guardiamo qualsiasi classifica, ci sono nazioni che primeggiano in un caso, e affogano nella speculazione in altre situazioni. E' come un ospedale dove ogni ricoverato irride gli altri perchè hanno tumori, i polmoni bucati, fegati spappolati ecc. e non si rende conto di essere a sua volta irrimediabilmente compromesso da una malattia mortale... magari ben nascosta e simulata.

Usa
Partiamo dai primi della classe, o almeno come sono sempre stati considerati.
Il loro debito pubblico è enorme in termini assoluti (il primo al mondo), e si è incrementato ultimamente a dismisura a causa delle sconsiderate attività finanziarie del settore privato. Come qualcuno ha ipotizzato, negli Usa è avvenuto il più grande esperimento di politiche keynesiane, senza far uso di spesa pubblica. O almeno era stato progettato così all'inizio...

Qualche buon tempone, armato di matematici e fisici esperti in certe formule complesse dei derivati, ha pensato che era possibile fornire credito facilmente tramite questi tecnicismi. Credito per tutti, anche a chi non lo avrebbe mai potuto ottenere. Il fatto è che per quanto sia complicata, una catena di Sant'Antonio non migliora le sue prospettive se la chiami "subprime". Prima o poi si interrompe e fallisce. Quindi i crediti erogati dalle banche private sono diventati inesigibili e seguendo di nuovo le teorie keynesiane, i liberisti con i soldi degli altri, hanno chiesto ed ottenuto l'intervento pubblico. La Fed ha risposto con il Quantitative easing ed ha inondato di liquidità il mercato finanziario.

Tutto bene? no, perchè le stupidaggini del settore privato, pagate dal settore pubblico stanno contribuendo ad ingigantire il debitone pericolosamente (in proporzione non ancora grande come quello italiano) e a minacciare il dollaro:


Questo grafico qua sopra, dimostra che malgrado gli interessi sul debito siano ormai a zero (linea blu), il debitone continua a salire (barre nere). Naturalmente gli ultimi salvataggi bancari non sono i responsabili principali del debito Usa, lo sono molto di più le guerre, gli armamenti, la conquista dello spazio ecc. ma sono la goccia che può far traboccare il vaso.

E l'economia reale ne risente anch'essa pesantemente, malgrado la borsa di Wall Street sia salita senza tregua. Una salita senza motivo che denuncia l'esplosione della prossima bolla dei titoli, simile a quella che esplose sui listini tecnologici nel capodanno del 2000. O come quella già esplosa sull'immobiliare statunitense:



Una caduta vertiginosa che ha riportato i prezzi più giù del 1982!

Visti tutti questi presupposti, per quanto tempo il dollaro riuscirà a mantenere il suo attuale valore e la supremazia mondiale? Il rischio è che prima o poi incorra in una svalutazione pesante. Che potrebbe però dare un po' di respiro alle esportazioni Usa, ma far fuggire gli investitori (o speculatori) dai bond Usa.

Cina
Ultimamente si è parlato con insistenza di un passaggio di consegne tra superpotenze, dagli Usa alla Cina. Ed in effetti l'espansione vertiginosa del Celeste Impero dava adito a pensarla così. Ma il mondo è interconnesso, e le scemenze fatte a Washington o a Bruxelles si ripercuotono anche a Pechino. Così se negli Usa qualcuno ha speculato sull'immobiliare, in Cina per non farsi mancare niente si è speculato su intere città venute su dal niente. In effetti l'idea guida era quella di pianificare l'inurbamento di milioni di lavoratori trasferitisi o in procinto di farlo, dalle campagne affamate, alle città industriose.

Il problema è che si sono commessi un paio di errori: primo, come accade un po' ovunque, quando si innescano queste dinamiche di solito si esagera: crediti facili, cementificazione selvaggia, fallimenti ecc. (in Italia abbiamo sperimentato in passato queste cose); secondo, è successo che l'immigrazione di contadini ha rallentato o non è più in grado di riassorbire l'esubero immobiliare, perchè l'industria ha minor bisogno di manodopera.

E il secondo motivo della bolla immobiliare cinese, spiega la prossima esplosione di un'altra bolla cinese, quella della sovrapproduzione industriale. L'economia cinese sta rallentando più velocemente del previsto perchè con la globalizzazione sta pagando le bolle esplose e che esploderanno in America ed Europa. Niente più credito privato, niente più acquisti di prodotti cinesi (oltre che americani ed europei).

La Cina dovrebbe incrementare il proprio debito pubblico per mettere in moto un proprio mercato interno aperto alla propria forza lavoro, in modo da sostituire la quota di esportazioni declinanti. La Cina può ancora indebitarsi molto, può autosostenersi ancora per molti decenni.

Giappone
Cosa che non può più fare il Giappone. Ha un debito in termini relativi doppio di quello italiano. Il Giappone è in stasi, non cresce, non si indebita eccessivamente perchè si ricompra il debito ad interessi molto bassi. In questo modo non crolla, ma nemmeno avanza. E' bloccato in una bolla statica tutta particolare: una crescita zero che è iniziata un ventennio fa. La situazione italiana, dal punto di vista della crescita è molto simile. Anche le cause son simili: una dirigenza anziana, inamovibile, senza idee e che blocca il ricambio generazionale.

A quanto pare poi anche il Giappone sperimenta una bolla immobiliare:
"... in Giappone i prezzi medi degli immobili sono scesi del -60% con alcune punte del -70% dal 1990 ad oggi" (www.cobraf.com)

Europa
L'Europa ha soprattutto un problema politico di integrazione. Questo fa si che la crisi importata soprattutto dagli Usa, si è abbattuta sugli elementi più deboli di un'Unine fatta male. I paesi periferici, i Piigs sono diventati i capri espiatori. Senza nulla togliere alle colpe proprie dei Piigs, questi non hanno difetti che non avessero già prima della crisi. Difetti comunque che molti di essi avevano già prima di entrare nell'euro (vedi Italia) ma che si sono acuiti nella strana struttura monetaria dell'euro. Gli europei più orgogliosi, i capi di Stato e le lobby economiche, non vogliono ammettere l'errore di un euro fatto male.

Si è pertanto trovato il colpevole nel debito pubblico, almeno in Italia, ma forse non è così:
"...La Spagna viene ora costretta all'austerità, tagli di pensioni, stipendi, aumenti di tasse, disoccupazione giovanile al 50%, decine di migliaia di persone che emigrano in Sudamerica ecc... e tutti parlano della "spread" dei tuoi titoli di stato. Ma non c'entrano niente. La Spagna ha tuttora un debito pubblico inferiore a Francia e Germania
...
Il problema era in Spagna una montagna assurda di credito bancario per costruire immobili
...
Il martellamento continuo sul debito pubblico spagnolo, "la spread" e i bonds spagnoli è una pura propaganda rivolta a coprire il ruolo delle banche"
(www.cobraf.com)

E' anche la tesi di Bagnai: il debito pubblico non centra molto, è una conseguenza del debito privato, nella crisi dell'euro. E' una crisi tutta legata all'esportazione di capitali (dai paesi più forti ai periferici) e di esportazioni di beni e servizi (bilancia dei pagamenti sbilanciata dei Piigs a favore dei virtuosi). Per l'Italia si aggiunge un problema di competitività scomparsa con l'euro. Impossibilità di fare svalutazioni competitive che in passato hanno risolto in parte i nostri problemi. Ma anche un'economia ingessata e una tassazione asfittica che blocca ogni intrapresa.

L'Italia è prima in Europa per debito pubblico (linea verde) in rapporto al Pil:
In termini assoluti non è il maggiore, ma è comunque il secondo dopo quello tedesco. Cambiano però i rapporti se si considerano i debiti totali pubblici e privati:

debiti complessivi 650x432 Verso la Bancarotta (Mondiale)   Debiti (Pubblico, Complessivo, Estero, Implicito, Immobiliare, Privato, etc): tutte le Statistiche, Stato per Stato

Non è comunque poco consolante verificare di essere dietro Regno Unito, Spagna e Francia. Questo grafico comunque evidenzia alcuni problemini europei.

La situazione della Spagna è molto grave, se con un'economia meno reattiva di quella italiana, in breve tempo ha accumulato una tale mole di debiti. Impiegherà molti anni ad uscire da questa situazione, a meno che non venga fatto come per la Grecia, cioè la remissione della maggior parte del debito complessivo. Probabilmente gli aiuti dell'Esm/ Efsf non saranno sufficienti a salvare le banche spagnole.

La Francia non è quel paradiso che sembra. Sta continuando a sostenersi con un deficit molto alto (circa il 5% in peggioramento, contro circa il 4% italiano in miglioramento). Insomma, la Francia sta per acquistare la tessera del club Piigs. Per ora si salva perchè paga interessi molto bassi sul debito. Ma appena lo speculatore si accorge dei problemi, i tassi salgono e diventa difficile ridiventare credibili (vedi Italia).

Il Regno Unito naviga sul debito con le stesse modalità degli Stati Uniti, ma forse da quanto denuncia il grafico, molto più pericolosamente. E' una nazione che ospita al suo interno il centro della speculazione internazionale, la city di Londra. Non è in bolla, è la "nazione bolla" per eccellenza.

 Voglio inserire il consolatorio grafico del debito implicito tanto per tirare un po' su il morale. Ma con un'avvertenza: il debito pubblico è reale, il debito implicito è una possibilità futura. Una previsione insomma, che non si sa quanto realistica:

debito pubblico italiano l1 Verso la Bancarotta (Mondiale)   Debiti (Pubblico, Complessivo, Estero, Implicito, Immobiliare, Privato, etc): tutte le Statistiche, Stato per Stato

Sul resto d'Europa c'è poco da dire. La Grecia continua a far parlare di se, ma una nazione zombie. Un morto che cammina. Portogallo, Irlanda, Islanda seguono più o meno le stesse orme.

Inoltre, oltre alla Spagna, piccole bolle immobiliari scoppiano qua e la:

"oggi i prezzi medi delle case in Italia sono un 50% più alti di quelli in Germania, nonostante il reddito procapita dei tedeschi sia un 23% più alto del nostro"
(www.cobraf.com)

"Il maggiore gruppo immobiliare e di costruzioni olandese BAM, ha annunciato una perdita di 400 milioni di euro e dice che l'Olanda avrà "un crollo immobiliare simile alla Spagna". BAM si aspetta un altro calo degli immobili olandesi del -15% che porti la perdita di valore medio dal picco del 2007 a -30% e che i prezzi delle case continueranno a calare fino al 2015. Bam ha messo a bilancio perdite di valore dei suoi immobili pari al 25% del suo portafoglio
...
perchè il debito delle famiglie per mutui è pari al 105% del PIL. E già ora un quarto delle famiglie olandesi che hanno fatto mutui per comprare casa hanno "equity negativa"" 

cioè l'immobile vale meno del mutuo...


La Germania è l'unica che si salva? E' sempre nelle zone alte delle classifiche, ma non è tutto oro quel che luccica. Ci sono anche li delle porcherie spazzate sotto i tappeti, e tenute ben nascoste. Ma prima o poi le bolle si palesano e scoppiano. Le bolle sono un po' come le "balle", hanno le gambe corte:

"La Commissione propone che la Bce sorvegli non soltanto i principali istituti di credito, ma in sostanza tutte o quasi le circa 8400 banche europee. Molti esponenti politici della coalizione di centrodestra al potere in Germania ritengono invece inutile che la Eurotower vigili anche su banche di dimensioni non rilevanti e non transnazionali
...
In che condizioni sono le Sparkassen e le banche regionali tedesche, da sempre vicine al potere politico in Germania…tuttobene in Germania?
...
la Bce finirà per essere chiamata a intervenire per ogni problema, e il rischio che diventi una bad bank aumenterebbe drammaticamente [dicono i tedeschi - ndr].
...
Quante sono le banche tedesche che continuano a contabilizzare secondo i criteri ” mark to fantasy ” la spazzatura subprime incorporata in questi anni e le sofferenze e gli incagli sul credito facile che ha invaso mezza Europa."

(icebergfinanza.finanza.com)

Anche il preciso e rigoroso banchiere di Dusserdolf  ha qualcosetta da nascondere: investimenti sbagliati nelle praterie dei Piigs, ed acquisti incauti nelle bische di Wall Street... Prima o poi salteranno fuori anche queste bollicine, o bollicione che siano. E poi il bund che prezza in negativo, è in bolla o no?

Ancora una classifica in cui non sfiguriamo del tutto, siamo i migliori fra i peggiori:

2011 tasso sostenibilita1 Tasso di Sostenibilita e Parassitismo 2011 (deficit gemelli...): confronti mondiali, nazione per nazione   Reload

"il TASSO DI SOSTENIBILITA’ E PARASSITISMO, che e’ pari alla somma del CONTO CORRENTE DELLA BILANCIA DEI PAGAMENTI e del DEFICIT PUBBLICO. In sintesi e’ un’indicatore che da’ l’idea di quanto in una nazione, Stato, Imprese e Cittadini dilapidano risorse prese a prestito, o dall’estero, o delle generazioni a venire
...
Il conto corrente della bilancia dei pagamenti fornisce informazioni non soltanto sugli scambi internazionali di merci (normalmente per grandi categorie merceologiche), ma anche sugli scambi internazionali di servizi, sui redditi e sui trasferimenti correnti. Per tutte queste operazioni, la bilancia dei pagamenti registra il valore dei crediti (esportazioni) e dei debiti (importazioni).
...
Come potete notare, tra le nazioni avanzate, gli USA sono a -15,8%, Giappone a -6,9% e UE a 27 a -4,7%. In sintesi gli States sono in una situazione dove attualmente prendono a prestito dall’estero o dai propri figli risorse imponenti, piu’ che doppie rispetto al Giappone e piu’ che triple di quelle dell’Unione Europea. La situazione degli USA non e’ troppo lontano in quanto a sostenibilita’ e parassitismo a quella greca
...
In Europa, tra le grandi nazioni, solo la Germania fa la formica (+4,7%), mentre l’Italia (-7,1%) e’ meno cicala di Francia (-7,4%), UK (-10,2%) e Spagna (-12,2%).

L’Italia nel 2012 dovrebbe vedere scendere tale indice a circa il 4%, grazie ad un lieve miglioramento del deficit pubblico (dal 3,9% al 3,0% circa) e soprattutto della bilancia corrente dei pagamenti (che si attestera’ in deficit all’1,0% circa)."

( www.rischiocalcolato.it )

Probabilmente non sono ancora finite le risorse naturali di questo pianeta, ma stanno esaurendosi le opportunità di crescita in tutto il mondo.

martedì 28 agosto 2012

Callaghan non abita più qui



In questi giorni l'ennesima sparatoria in un luogo pubblico negli Usa. Questa volta il palcoscenico è a New York. Ma la serie di quest'anno è molto lunga e preoccupante:

"Solo nell’ultimo mese e mezzo c’è stata la strage al cinema di Aurora, quella nel tempio Sikh, la sparatoria in Texas e il week end di fuoco a Boston. Tragedie estive che allungano ancora la storia di violenze negli Usa, con teatro soprattutto le università americane: da Columbine a Virginia Tech. Massacri apparentemente senza motivo.
...
Il più recente, che ha scioccato l’America, è quello al cinema di Aurora ... Il bilancio è di 12 morti.
...
Solo 15 giorni dopo, il 5 agosto, l’ennesima follia: un ex militare specialista di guerra psicologica, musicista di un rock band di skinhead razzisti e xenofobi, Wade Michael Page, fa irruzione nel tempio sikh di Oak Creek in Wisconsin, uccidendo 6 persone
...
È poi la volta di Boston: una fine settimana, quello del 12 agosto, fatto di sparatorie che lasciano tre morti e diversi feriti. Il giorno successivo, il 13 agosto, un uomo apre il fuoco vicino all’università del Texas: il bilancio è di tre morti, fra cui l’aggressore.
...
Il 2012 registra anche altri due episodi di violenza. Uno inCalifornia, quando un ex studente entra in una classe della Oykos University, una piccola università cristiana di Oakland, e apre il fuoco sui suoi ex colleghi. Il conto è di sei morti e tre feriti. L’altro in Ohio, dove nell’affollatissima caffetteria della Chardon High School, vicino Cleveland, un ragazzo spara cinque colpi: il bilancio è tre morti."

(www.ilsecoloxix.it)

Il 2012 non è ancora finito e non è detto che questi episodi non abbiano qualcosa di contagioso. Il disperato di turno si ispira al disperato di turno precedente (magari defunto) in una spirale di violenza continua.

La popolazione è indubbiamente spaventata. L'America sembra ritornata a periodi di violenza sociale simili a quelli degli '60 e '70, quando il dilagare di droghe e criminalità organizzata, producevano eventi delittuosi a catena e procuravano paure simili. La classe media era spaventata. Spaventata di perdere il suo benessere, il suo sogno americano.
E' basandosi su questi sentimenti che Hollywood sfornava in quegli anni le serie de "Una 44 magnum per l'ispettore Callaghan" di C. Eastwood o "Il giustiziere della notte" di C. Bronson.

Personaggi vincenti e vendicativi in cui il borghese americano si immedesimava, sognando di farsi giustizia delle grandi e piccole angherie con sguardo truce e pistolettate, o di cambiare le storture della società che rendevano meno brillante il suo sogno americano.

Credo che oggi non sia più così. L'ispettore Callaghan non abita più negli Stati Uniti, o forse è passato dall'altra parte. La popolazione continua ad aver paura, ma non più dell'immigrato portoricano, delle bande del Bronx, o dei mafiosi italiani. Ha paura di se stessa, della pazzia che si insinua nel borghese stesso. Nella classe media che ora non ha più paura di perdere il sogno americano, perchè semplicemente l'ha già perso. E non gliel'ha sottratto la criminalità organizzata, ma l'élite finanziaria e politica del suo stesso paese. Gli anglosassoni Wasp che in acrobazie furbesche e truffe stanno superando di gran lunga i vituperati latini e africani.

Per questo oggi l'ispettore Callaghan ha gettato via il distintivo, e si è dato alla macchia. Ogni tanto spunta in una strada travestendosi da disoccupato, o da studente senza prospettive e spara all'impazzata contro i presunti responsabili della sua situazione.
Non so a questo punto se la nazione tifi ancora per l'ispettore dai modi rudi: forse qualcuno lo fa segretamente (quelli che meditano di prendere in pugno la magnum per difendere il proprio benessere), la maggior parte invece teme che nel suo animo recondito alberghi un piccolo Callaghan ribelle e cerca di reprimerlo...

lunedì 27 agosto 2012

Fascisti sul Web



C'erano una volta i Fascisti su Marte, i famosi sketch assurdi di C. Guzzanti. Sono trascorse ere geologiche da allora, come quelle che ci separano dallo sbarco lunare di Neil Armstrong. Con l'eroe dello spazio se ne va un'epoca mitologica della conquista dello spazio.

Oggi però per fortuna sono arrivati i Fascisti sul Web. Una nuova serie di sketch comici sponsorizzati da Bersani&C.. Forse a mia insaputa lo sono pure io. I nuovi F.d.W. sono quelli che, secondo Bersani, esprimo delle verità scomode sull'unico canale informativo veramente libero: la rete. Per questo tanta acrimonia verso Grillo e i suoi fans.

Se dovessimo essere informati solo dai giornali allineati al regime montiano, o solo dalle tv di regime berlusconiano staremmo peggio dei cinesi, o dei nord coreani. Per fortuna è possibile informarsi, farsi delle idee proprie, partecipare a un dibattito che qui si chiama forum, e fare tutte quelle cose che la politica non sopporta perchè non può guidare e controllare. Come avviene negli altri media.

Il web è un fenomeno unico di quest'epoca. Moderno e tecnologico come la televisione, profondo come può esserlo il testo di un editoriale e di un saggio, libero perchè aperto a chiunque voglia esprimere un suo parere. Chiunque può partecipare a un forum, commentare i blog, o se ha un'eccessiva autostima come il sottoscritto, aprire una propria finestra sul mondo della rete, con un sito, un blog, un forum, una pagina sui social network, un canale web tv, e scrivere e dire ciò che gli pare. Anche senza l'autorizzazione delle segreterie di partito (eresia!!).

Certo, se non si è famosi come Beppe Grillo, si rimane confinati nelle pieghe della rete. Ma anche se il proprio pensiero arriva a poche decine o centinaia di persone è sempre un contributo di libertà, un contributo all'elevazione del pensiero appiattito sugli editoriali sgangherati e sconclusionati di tipi come il vegliardo un po' inebetito di Repubblica. La mia e la vostra, è una voce in più, diversa dalle solite voci allineate e pagate dallo Stato (è inutile negarlo) che sono i quotidiani e le televisioni italiane.

E allora si capisce la rabbia di Bersani che vede a poco a poco sottrarre consenso alla sua parte politica, da un media che sfugge ad ogni controllo politico. Anche il Pd può affacciarsi sul web, è lo ha fatto come lo hanno fatto tutti i partiti. Ma questo non è sufficiente, il web non è come la pagina patinata di un rotocalco dovi piazzi una bella foto di O. Toscani e ti fai pubblicità.

Devi anche dire qualcosa che interessi alla gente e per la gente. E in questo momento, il Pd non ha nulla di interessante da dire. Un partito mezzo morto che per pavidità, o  per mancanza di idee, o per difesa di interessi inconfessabili, ha rinunciato a vincere le elezioni e fa da stampella ad un governo di destra peggiore del precedente che di fatto aveva evidenti tendenze neofasciste. E dal tipo di legge elettorale di cui si discute, sembra proprio che abbia intenzionalmente progettato di non vincere nemmeno le prossime elezioni.

E se Bersani continuerà così, scontrandosi frontalmente con Grillo, e di fatto con il mondo libero della rete, le probabilità che le elezioni diventino una Caporetto aumentano. Il M5s ha aumentato in modo incrementale i suoi voti mano a mano che veniva attaccato dalla politica ufficiale schierata dietro il loden di Monti. Evidentemente Bersani non ha capito molto bene come funziona questa dinamica. Grillo più viene attaccato dai rappresentanti della partitocrazia, più si fa forte.

Nel Pd si stanno facendo conti sui sondaggi attuali per preparare la legge elettorale più favorevole alla sua supremazia. Ma i calcoli sono proprio così esatti? Il Pd calcola di "vincere" (meglio dire quasi vincere) le elezioni con il 27% dei consensi, più un premio di maggioranza. Ma sono veramente il 27% i voti destinati ai democratici? Probabilmente sono realisticamente circa il 17%, perchè in tutti i sondaggi c'è un 40% di intervistati che non sa o non dichiara chi voterà. E' una percentuale enorme che può spostare a questo punto la maggioranza politica anche verso lidi imprevisti.

Sarà necessario superare l'autunno per capire se la politica tradizionale partitocratica riuscirà a sopravvivere o sarà soppiantata dall'antipolitica. I prossimi mesi potrebbero essere pesantissimi, io non me lo auguro, ma è probabile. E dall'estero ci avvisano dei segnali che si moltiplicano verso il peggioramento:

"Il recente articolo di Francesco Giavazzi è sia deprimente che assolutamente déjà vu.

  • Nei primi mesi del 2010, quando la situazione in Grecia ha iniziato a deteriorarsi e alcune teste d'uovo hanno espresso l'opinione che un programma del FMI era inevitabile - i Greci hanno risposto "noi non siamo l'America Latina";
  • Sei mesi più tardi, gli Irlandesi hanno dichiarato che non erano Greci;
  • Poi i Portoghese hanno insistito che non erano Irlandesi;
  • Solo pochi mesi fa, gli Spagnoli hanno sostenuto di non essere Portoghesi.

Come hanno ricordato Reinhart e Rogoff (2009), ogni paese che affronta una crisi nega sempre di essere carne da macello per le condizioni del FMI. In effetti, si capisce che il punto di non ritorno è stato raggiunto proprio nell'istante in cui i politici - o influenti commentatori - spiegano che il loro paese è diverso"

(vocidallestero.blogspot.it)

E Giavazzi è stato solo il primo della serie: Orgoglioni nazionali, Orgoglioni nazionali (2), (3), (4), (5), (6), (7) e altri arriveranno non appena si tornerà a parlare di aiuti all'Italia.

Ma non voglio essere troppo pessimista, porta male. L'Italia potrebbe effettivamente cavarsela ed essere diversa dalle altre nazioni europee in crisi: siamo pur sempre la terza potenza economica d'Europa. Ma comunque vada, gli italiani non sono stupidi, e sapranno premiare o punire le forze politiche in base al loro comportamento. 
Quella che i partiti che appoggiano Monti chiamano "responsabilità", per molti è un calare di braghe, una delega in bianco ai banchieri perchè facciano polpette del welfare e delle conquiste sociali di questi anni. Il Pd assieme agli altri "responsabili" sta facendo una scommessa pericolosa. Appoggiare Monti ad occhi chiusi e poi ritrovarsi con un deserto elettorale è un evento con alta probabilità. Soprattutto se i risultati di questo governo rimangono incerti, o addirittura fallisce in autunno.

domenica 26 agosto 2012

Riscaldamento globale: mini indagine (7)

Base italo-francese Concordia - Antartide

Premessa

Le stazioni e missioni in Antartide sono numerose e anche i dati presenti www.tutiempo.net sono più numerosi che in altre località della Terra molto più popolate. Ma numerosi, non vuol dire completi e sopratutto molto addietro nel tempo. Il problema potrebbe essere della mancanza di dati a diffusione pubblica non disponibili su www.tutiempo.net, oppure potrebbe derivare dalla natura dei progetti e missioni esplorative dell'Antartide, che molto spesso sono finanziate per una stagione, se va bene alcuni anni, se va molto bene per alcuni decenni. Si tratta di strutture sostenute da costosi progetti statali (trasporto, mantenimento del personale, strumentazioni...) che dipendono necessariamente da scelte politiche, che possono essere revocate per qualsiasi motivo.
E poi possono sempre accadere degli incidenti imprevisti:


"E’ ridotta ad un cumulo di ceneri la stazione di ricerca brasiliana “Comandante Ferraz” che sorgeva in Antartide, sulla King George Island nelle Isole Shetland. Un incendio, scoppiato nella sala dei generatori, ha distrutto l’intera base e ucciso due delle 59 persone che si trovavano all’interno"
(www.montagna.tv)

Vista l'incostanza dei dati sulle temperature riscontrata nelle varie basi antartiche, sono state aggiunte anche due località cilene ed argentine poste nella vicinanza di Capo Horn.

Ulteriori precisazioni si trovano nel primo post dedicato a questo argomento.

Per verificare i dati in modo più omogeneo, sono stati suddivisi in 7 fasce climatiche:
Dato che le sequenze delle temperature si spingono nel passato in modo diverso da località a località, quello che verrà misurato qui sarà soprattutto un trend (aumento, diminuzione, invarianza), non un valore assoluto esatto di variazione della temperatura.

Inoltre anche le tabelle più complete, utilizzate per i grafici, hanno spesso dei vuoti, cioè anni in cui le temperature medie non sono state inserite. Il sito www.tutiempo.net riporta che le caselle con il simbolo (-) non sono state riempite, in quanto i dati disponibili su quell'anno erano incompleti. L'ultimo dato di temperatura disponibile è naturalmente riferito al 2011.

La metodologia adottata per la realizzazione dei grafici, è stata quella di ignorare la mancanza delle temperature per uno o due anni (grafico continuo), mentre nel caso di dati più incompleti, il grafico è stato interrotto. Non è pertanto da ritenersi un'indagine scientifica al 100% come già scritto, ma anche con questi limiti è possibile verificare la tendenza delle temperature sul lungo periodo.
Per facilitare la visualizzazione di questa tendenza, è stata aggiunta una linea di media mobile su cinque anni (MmT = (T1+T2+T3+T4+T5) / 5) che smorza gli spigoli dei grafici delle temperature (in gradi Celsius) con il caratteristico andamento a dente di sega. Dove i dati erano scarsi è stata usata una media mobile su tre anni (MmT(3a)).

Didascalie dei grafici:
  • T = temperature medie annuali;
  • TM = temperature massime medie annuali;
  • Tm = temperature minime medie annuali;
  • MmT = media mobile a 5 anni ((T1+T2+T3+T4+T5) / 5) temperature medie annuali;
  • MmTM = media mobile a 5 anni temperature massime medie annuali;
  • MmTm = media mobile a 5 anni temperature minime medie annuali;
  • MmT (3a) = media mobile a 3 anni temperature medie annuali;
  • MmTM (3a) = media mobile a 3 anni temperature massime medie annuali;
  • MmTm (3a) = media mobile a 3 anni temperature minime medie annuali;

Antartide

La prima stazione meteorologica è il polo sud medesimo (Latitudine 90° sud, longitudine 0°) denominata Amundsen-Scott. La stazione fornisce temperature medie annuali (medie, massime e minime) a partire dal 1958, ma purtroppo la serie si interrompe nel 1986. E' però presente il dato del 2011. Rispetto al 1986, si registra una discesa delle medie annuali di mezzo grado, rispetto al 2011 si ha invarianza (aumento inferiore a un quarto di grado):


Ad una latitudine ben inferiore, troviamo la base Halley (75,5° sud); i dati non vanno molto lontani nel tempo: le temperature sono state registrate dal 1994 e non sono state misurate in maniera continuativa; indicano un aumento di 2,5° Celsius, ma non le ritengo molto affidabili. E' l'unica base antartica che registra un aumento di temperature medie annue di questa entità:



Infatti la base Syowa (69° sud) con registrazioni che iniziano nel 1990, indica una sostanziale invarianza delle medie annuali, da quella data:


La base meteo successiva è quella di Casey (66,2° sud), con registrazioni che iniziano dal 1991, ed anche in questo caso si registra una sostanziale invarianza delle temperature:


La base Dumont presenta anch'essa pochissimi dati dal 1994; anche in questo caso non risulta nessuna variazione significativa delle medie annuali:


La base Davis è posizionata in zona antartica dove si trova il numero maggiore di stazioni: la penisola Antartica che si prolunga verso il continente sudamericano.
Le temperature sono registrate dal 1989 e evidenziano una sostanziale invariabilità, malgrado per gli anni '90 il grafico risulti piuttosto "mosso"; tale andamento si riscontra anche nel grafico della base Casey:


Le prossime località, non fanno parte del continente antartico, ma comunque godono ancora degli influssi del clima antartico. Si tratta di una località cilene ed una argentina, non lontane da Capo Horn:
- Punta Arenas (53° sud Cile - una latitudine equivalente a quella di Amburgo in Germania...) ha sequenze di temperature registrate dal 1976; pur non avendo un clima strettamente antartico con nevi perenni, banchise di ghiaccio galleggiante e iceberg, ha comunque una sequenza di dati più significativa delle basi antartiche e vale la pena utilizzarla per un confronto; Si registra anche qui una quasi invarianza delle medie annuali, con una modesta crescita di un terzo di grado Celsius:


- Rio Gallegos (51,6° sud Argentina) presenta una sequenza di dati delle temperature medie dal 1973; anche questa località, presenta una sostanziale invarianza delle medie annue da quella data:


L'unica variazione degna di nota è la divergenza tra T medie massime e minime:


Con la Base Maranbio (64,2° sud), si ritorna sul continente antartico. Sono disponibili registrazioni delle temperature dal 1981 ma con numerosi vuoti; difficile avere un responso preciso da questo grafico: se si considera la misurazione del 1981, le temperature risultano in diminuzione di quasi un grado, se si tiene conto della variazione misurata con la media mobile, risulterebbe un aumento delle medie annuali di mezzo grado. Facendo una sintesi, si può considerare anche in questo caso un'invarianza delle temperature medie:


La base Mawson (67,6° sud) ha una sequenza di dati che inizia dal 1991; da quella data si registra un aumento delle medie annuali di mezzo grado; anche in questo caso il grafico degli anni '90 ha un andamento sali-scedi piuttosto brusco:


Evidente anche da questo grafico, la divergenza tra T medie massime e minime:


La base Esperanza (63,4° sud) propone dati dal 1986, ma molto discontinui; il grafico mostra un aumento delle temperature di quasi un grado:


La base Neumayer (70,7° sud) presenta una sequenza di dati dal 1992 che evidenziano una invarianza delle temperature medie annue, con un modesto aumento di un terzo di grado:



Conclusione


L'unica colonnetta elevata è quella che si riferisce alla variazione delle T medie della base Halley, che mi pare a questo punto non molto affidabile. Mediamente il grafico superiore segnala un modesto aumento delle temperature per il continente antartico inferiore a mezzo grado. Anche se i dati troppo recenti e discontinui non permettano di avanzare delle ipotesi certe sul valore assoluto di tale aumento, si può stimare che in Antartide non si assiste al fenomeno di aumento più violento che si registra nell'artico (Isole Svalbard aumento di 3,5° Celsius).

A seguire i grafici con le variazioni delle T medie massime e minime:




Ulteriori analisi conclusive

Come ribadito negli ultimi tre post, quelli riguardanti l'emisfero australe, la sensazione è che nelle rilevazioni inerenti questa parte del globo, non si assista allo stesso fenomeno di aumento delle temperature che verifichiamo alle nostre latitudini. Probabilmente non è un caso che i ghiacci marini artici diminuiscono mentre quelli antartici aumentano.

L'aumento delle temperature è comunque un fenomeno evidente a livello globale, ma da questa mini indagine molto parziale, è un fenomeno molto variabile da luogo a luogo e soprattutto da nord a sud. Per evidenziare queste "sensazioni" ho raggruppato i dati delle conclusioni (grafico con barre verdi) in un unico grafico con le coordinate di latitudine e longitudine (cliccare sopra per ingrandire):


Da come si può constatare, le piramidi più alte (giallo, arancio e rosso) che segnalano le località dove sono registrate i maggiori aumenti delle temperature medie annue, si trovano nell'emisfero nord; l'unica al sud è quella della base Halley in Antartide, che appare fuori luogo in quella zona dove non ci sono quasi variazioni.

Le uniche piramidi rovesce (azzurro e blu) che stanno ad indicare diminuzioni delle temperature,oltre ad essere meno evidenti, sono distribuite in zone particolari: la costa pacifica delle americhe, il Sudafrica e il sud dell'Australia. L'artico pare proprio la parte del globo ad aver subito i maggiori effetti dal global warming,  l'antartico appare invece meno colpito da questo fenomeno (sempre che i dati della base Halley siano un'eccezione o errati).

Impossibile con questa indagine indicare un valore assoluto di aumento delle temperature, e non era intenzione di farlo fin dall'inizio. I dati elaborati sono troppo disomogenei e discontinui per poter ricavare un valore assoluto di una qualche validità scientifica. Quello che appare evidente a livello globale è un trend all'aumento delle temperature, che secondo le più recenti e complete rilevazioni dovrebbe essere inferiore a quanto previsto anni fa: circa 0,2° gradi Celsius.

Inoltre da questa, come da qualsiasi altra indagine  sull'aumento delle temperature, è impossibile capire se la causa è naturale o antropica. Il termometro segnale una variazione, non un responsabile. Anche i modelli che sono stati creati per valutare la relazione tra l'aumento dell'anidride carbonica e temperature non sono molto condivisi a livello scientifico. E' difficile correlare l'aumento di temperature con l'aumento dell'anidride carbonica nell'aria ai livelli bassissimi in cui è diluita nella nostra atmosfera (meno dell'1% dell'aria che respiriamo). L'anidride carbonica prodotta ogni giorno dalla natura è maggiore di quella prodotta dall'uomo, e ci sono state epoche in cui la sua concentrazione era maggiore, malgrado la Terra attraversasse ere glaciali.

Io credo che le temperature alte siano un'opportunità per la nostra civiltà, e non un problema. Il grafico sottostante indica la variazione delle temperature nelle ultime ere geologiche terrestri. Come si può notare, ora "abitiamo" sull'ultima vetta a destra, che appare già molto più consistente in spessore delle precedenti. Ci stiamo avvicinando al burrone? cadere nel burrone significa veder calare le medie annuali di 6-8 gradi in breve tempo. Al confronto un global warning di 0,2 gradi è ridicolo:



sabato 25 agosto 2012

Incognita B



Ancora una volta Berlusconi è uscito di scena profittando delle ferie estive. Ultimamente entra a sorpresa nella scena politica, ed esce di soppiatto e silente, come un gatto che gioca con il topo.
Ora ha all'esame la riforma elettorale condivisa fra i maggiori partiti, una riforma più Pd che Pdl, e potrebbe darene l'avallo come chiedere ancora modifiche.

Se darà l'avallo, ad una legge che penalizza fortemente il suo partito, potrebbe avere qualcosa in mente. Una qualche mossa a sorpresa. Infatti secondo La Stampa (elaborazioni Istituto Cattaneo) con la nuova legge si otterrebbe un Parlamento così composto:

"Pd primo partito in percentuale e pure “premiato” ... Poi 90 deputati grillini e panico da tutti a casa nel Pdl e nella Lega che vedrebbero i loro onorevoli dimezzati rispetto alla consistenza attuale, rispettivamente 120 invece di 276 e 33 invece di 60 .
...
Per la sua elaborazione l’istituto bolognese ha ipotizzato un premio di maggioranza assegnato al primo partito attorno al 14%, metà dei seggi assegnati nei collegi e l’altra metà proporzionalmente e un bacino elettorale calcolato sulla media dei sondaggi di luglio. Le stesse indicazioni su cui stanno ragionando i partiti per la nuova legge elettorale. Con questi presupposti, il risultato che uscirebbe dalle urne, sarebbe quello di un Pd vincitore con il 27% dei voti. Un vincitore però dimezzato perché, anche con il premio di maggioranza, porterebbe alla Camera 263 deputati quando la maggioranza è a quota 316. Dietro i democratici il Pdl, con il 20% dei consensi e, terzo ma non più sorprendente, il movimento di Beppe Grillo forte di un 15% dei voti. E poi l’Udc che con Fli conquisterebbe un 9,5%, Sel con il 7% e, pari merito, Idv e Lega con il 6%."

(www.blitzquotidiano.it)

Stante così la situazione, il Cavaliere potrebbe fare una brutta sorpresa al Pd e al Presidente Napolitano quando verrà deciso di sciogliere le camere, magari a novembre. E potrebbe essere quella che il prof. Bagnai riassume in questo modo pittoresco:

"Vogliamo gestirla noi, questa ripartenza, o vogliamo che Berlusconi si affacci a palazzo Venezia (ce l'ha dirimpetto) e gridi "euro merda", facendo l'80% di maggioranza?"

Potrebbe cioè imperniare la campagna elettorale con il tema molto forte del referendum "euro si/ euro no", spiazzando così la "meravigliosa macchina da guerra" piddina, che comunque si è buttata eccessivamente nelle mani dei tecnici al governo, perseguendo politiche poco popolari e come afferma Bagnai, molto di destra. 

Se invece Berlusconi chiederà ancora cambiamenti alla legge elettorale è perchè non si sente ancora sicuro e vorrà cercare di portare il governo tecnico fino a fine legislatura. Sia per riorganizzarsi, sia per logorare gli avversari. Poi c'è il voto siciliano che qualcuno reputa come un banco di prova di tenuta o liquefazione del Pdl. Potrebbe essere anche non vero, dipenderà dai temi che verranno lanciati nella campagna elettorale siciliana. I temi "grillini" del Pdl (dalla Santanchè a Brunetta...) potrebbero essere riservati solo per la campagna elettorale nazionale.

Riscaldamento globale: mini indagine (6)

Stazione meteo in Patagonia (Batea Mahuida)

Premessa

Prosegue l'indagine con la pubblicazione dei grafici inerenti le temperature della fascia temperata dell'emisfero sud utilizzando i dati del sito spagnolo www.tutiempo.net.
L'indagine su questa fascia climatica, nelle vicinanze del 45° parallelo sud, non è solo difficile a causa di grandi estensioni disabitate, alle poche città disponibili, ma anche per la scarsità di terre emerse disponibili.

Per esempio, se si ribaltasse l'Africa sull'emisfero boreale, Città del Capo si troverebbe all'altezza di Atene, al di sopra ci sarebbe solo oceano; se si ribaltassero la Tasmania e la Nuova Zelanda sull'emisfero boreale, giungerebbero al massimo fino alle Alpi, poi solo oceano; Anche la Terra del Fuoco che pare così lontana e a sud, se venisse ribaltata sull'emisfero boreale, raggiungerebbe a malapena la Danimarca, con ancora 1.000 Km di mare a separarla dalle propaggini della prima terraferma (penisola Antartica).

Ulteriori precisazioni si trovano nel primo post dedicato a questo argomento.

Per verificare i dati in modo più omogeneo, sono stati suddivisi in 7 fasce climatiche:
  • artico: zone al di sopra del 60° parallelo nord circa;
  • aree temperate nord: zone a cavallo del 45° parallelo nord;
  • aree tropicali nord: zone attorno al 23° parallelo nord;
  • aree equatoriali: zone attorno all'equatore entro 10° nord e 10° sud;
  • aree tropicali sud: zone attorno al 23° parallelo sud;
  • aree temperate sud: zone a cavallo del 45° parallelo sud (in realtà poche);
  • antartico: pochi dati trovati al di sotto del 50° parallelo sud;
Dato che le sequenze delle temperature si spingono nel passato in modo diverso da località a località, quello che verrà misurato qui sarà soprattutto un trend (aumento, diminuzione, invarianza), non un valore assoluto esatto di variazione della temperatura.

Inoltre anche le tabelle più complete, utilizzate per i grafici, hanno spesso dei vuoti, cioè anni in cui le temperature medie non sono state inserite. Il sito www.tutiempo.net riporta che le caselle con il simbolo (-) non sono state riempite, in quanto i dati disponibili su quell'anno erano incompleti. L'ultimo dato di temperatura disponibile è naturalmente riferito al 2011.

La metodologia adottata per la realizzazione dei grafici, è stata quella di ignorare la mancanza delle temperature per uno o due anni (grafico continuo), mentre nel caso di dati più incompleti, il grafico è stato interrotto. Non è pertanto da ritenersi un'indagine scientifica al 100% come già scritto, ma anche con questi limiti è possibile verificare la tendenza delle temperature sul lungo periodo.
Per facilitare la visualizzazione di questa tendenza, è stata aggiunta una linea di media mobile su cinque anni (MmT = (T1+T2+T3+T4+T5) / 5) che smorza gli spigoli dei grafici delle temperature (in gradi Celsius) con il caratteristico andamento a dente di sega. Dove i dati erano scarsi è stata usata una media mobile su tre anni (MmT(3a)).

Didascalie dei grafici:
  • T = temperature medie annuali;
  • TM = temperature massime medie annuali;
  • Tm = temperature minime medie annuali;
  • MmT = media mobile a 5 anni ((T1+T2+T3+T4+T5) / 5) temperature medie annuali;
  • MmTM = media mobile a 5 anni temperature massime medie annuali;
  • MmTm = media mobile a 5 anni temperature minime medie annuali;
  • MmT (3a) = media mobile a 3 anni temperature medie annuali;
  • MmTM (3a) = media mobile a 3 anni temperature massime medie annuali;
  • MmTm (3a) = media mobile a 3 anni temperature minime medie annuali;

Fascia temperata sud

La prima località presa in considerazione è Città del Capo (33,9° sud - Sudafrica), con una sequenza di temperature rilevate dal 1977; si evidenzia sostanzialmente un invarianza delle medie annuali, con un leggero aumento di un quarto di grado:


La seconda località presa in considerazione è ancora sudafricana, East London (33° sud); le stazioni di rilevazione scelte in questo caso saranno piuttosto raggruppate e vicine, proprio per la mancanza di sufficienti terre emerse.
In questa località i dati delle temperature partono dal 1977 e anche in questo caso mostrano una sostanziale invarianza delle medie annuali:


La prossima sequenza arriva dal sud dell'Australia, dall'aeroporto di Albany (35° sud) con dati che partono però solo dal 1980; il grafico segnala una diminuzione delle temperature da quella data di circa mezzo grado, ma i dati troppo recenti non consentono di avere una tendenza certa:


La località successiva è Melbourne (37,1° sud), con dati che partono dal 1955, ma sono largamente incompleti; il grafico mostra un aumento delle temperature medie piuttosto consistente di circa 1,5° C. Assieme all'aumento delle temperature, si assiste anche ad una divergenza tra T medie minime e massime, quindi un aumento dell'escursione termica:


L'altra località australiana presa a riferimento è Launceston in Tasmania, che si trova sul parallelo di 41,5° sud, ad una latitudine che si può definire temperata: i dati iniziano dal 1947, con una pausa intermedia, e segnalano un aumento della temperatura medie minore di Melbourne (500 Km più a nord) di circa mezzo grado:


Anche a Launceston, come a Melbourne si assiste alla divaricazione delle curve tra T medie massime e minime; ecco un'estrapolazione che evidenzia il fenomeno:


La località seguente, si trova all'estremo sud della Nuova Zelanda: Invercargill (46,4° sud), una latitudine anche in questo caso confrontabile con le rispettive località europee, americane ed asiatiche della zona temperata nord. I dati partono dal 1973 ed evidenziano una sostanziale invarianza (aumento inferiore di un quarto di grado):


Anche in questo caso si evidenzia una divergenza tra T medie massime e minime (anche se il grafico delle minime presenta un andamento strano):


La località successiva è Wellington (41,3° sud) sulla costa est della Nuova Zelanda; le registrazioni sono disponibili dal 1960, ma incomplete per un periodo. Evidenziano comunque una sostanziale invarianza delle medie annuali (leggera diminuzione di un quarto di grado):


Proseguendo l'indagine, si è costretti a compiere un balzo di 8.500 Km fino alle coste cilene. Purtroppo non ci sono terre emerse tra la N. Zelanda e l'America del sud.
La località cilena presa in considerazione è Puerto Montt (41,4° sud) e come ormai tradizione per le località sulla costa pacifica i dati (dal 1976) segnalano una discesa delle temperature di circa mezzo grado:


Estrapolazione delle medie annuali che evidenzia il trend negativo:


La località successiva è sulla costa atlantica della Patagonia: Comodoro Rivadavia (45,8° sud - Argentina); i dati sono registrati dal 1968 e mostrano un aumento di mezzo grado circa:


Il grafico mostra comunque un aumento piuttosto elevato delle T medie massime che non si riflette sulla media annuale; probabilmente sono aumentate le temperature massime ma diminuiti i giorni più caldi:


L'ultima località presa in considerazione è ancora argentina: Trelew (43,2 ° sud); La prima misurazione è del 1958, ma la sequenza e continuativa solo dal 1974: in entrambi i casi si mostra un aumento delle temperature di circa mezzo grado; il grafico mostra anche una divergenza delle T medie massime e minime a partire dal 1990 circa:


Conclusione


Il grafico superiore (variazione delle temperature medie annue), è piuttosto povero di informazioni. Comunque una minima analisi su questa piccola indagine la si può fare: mentre nell'emisfero nord gli aumenti delle temperature sono indubitabili e corposi, qui sono più incerti. Questa sensazione l'avevo già avuta analizzando le sequenze delle temperature della fascia tropicale sud. Probabilmente le maggiori estensioni marine, e l'influsso dell'Antartide, tendono a rendere più incerto il trend ascendente delle temperature.

Le coste sud dell'Africa mostrano invarianza delle temperature, quelle sud dell'Australia danno una tendenza più incerta: i dati di Melbourne, gli unici che indicano un deciso rialzo delle medie annuali, non sono stati inseriti, in quanto meno affidabili di Launceston. La costa americana del Pacifico conferma la tendenza ad una invarianza/ discesa delle temperature anche a questa latitudine. Le coste atlantiche invece rispettano il trend mondiale al rialzo, anche se meno che in altre latitudini.

A seguire i grafici riassuntivi delle variazioni delle T medie massime e minime: