giovedì 31 luglio 2014

Sta mutando il "sentiment" economico mondiale



"Sale più delle attese il Pil Usa del secondo trimestre. Tra aprile e giugno la crescita - secondo la prima lettura del Dipartimento del commercio - è stata del 4% in rialzo dal -2,1% del primo trimestre (dato rivisto dal -2.9%), quando l'economia d'oltreoceano aveva segnato il passo per via di un inverno estremamente rigido. Si tratta di un risultato superiore alle stime: gli analisti si aspettavano infatti un aumento del +3%.
A trainare la crescita è stata soprattutto la componente dei consumi privati che, nel secondo trimestre, ha segnato un aumento del +2,5% dopo il +1,2% dei primi tre mesi dell'anno. "

(www.wallstreetitalia.com)

Al di la del fatto che tale crescita sia reale, che produca posti di lavoro e un miglioramento effettivo nella vita degli statunitensi, l'effetto di questa notizia sarà un nuovo cambio di rotta dell'economia mondiale (quindi soprattutto americana) che entro breve abbandonerà gli investimenti speculativi finanziari per tornare ad investimenti (speculativi) nell'economia reale.

Le borse mondiali potrebbero a questo punto andare incontro a quel famigerato tracollo del 20 o 30% pronosticato da molti analisti. Questo a causa del fatto che l'economia reale tornerà ad andare meglio: la Fed abbandonerà le sue politiche monetarie espansive, di cui teme ormai gli effetti nefasti (vedi post: "l'inflazione vista da dentro"). Tanto per cominciare:

"Gli investitori scommettono che, al termine del direttivo di oggi, la Federal Reserve fornirà indizi su un possibile rialzo dei tassi di interesse che potrebbe giungere prima del previsto."

E questo potrebbe essere il motivo principale per cui Bankitalia ha provveduto ad aumentare il debito pubblico più del necessario, cioè più delle esigenze di bilancio. Ha approfittato dell'attuale periodo di tassi di interesse molto vantaggiosi per fare scorta di denaro a basso costo. Quando la Fed comincerà ad aumentare i suoi tassi ci sarà un aumento generalizzato dei tassi un po' ovunque. 

Il denaro più caro farà fuggire alcuni investitori di borsa Usa che non troveranno più conveniente farsi prestare denaro dalle banche a questo scopo, o renderà le banche più oculate nel concederlo a prestito. Inoltre la probabile fine del Quantitative easing potrebbe far scattare un meccanismo di panico che può provocare vendite precipitose e fuori controllo, tali da generare un crollo nelle borse.

"E poi quale sarà l’effetto sui prezzi delle azioni che già oggi hanno un rapporto prezzo utili tiratissimo se ci fosse di nuovo concorrenza sul piano dei rendimenti con i bond?

Io penso che ci sarà una forte correzione su tutti gli indici mondiali azionari, e tensioni sul mercato dei bond, specie quelli periferici e con basso rating. Ad un certo punto tali tensioni sfoceranno in una forte discussione politica in europa per trasformare la FED in BCE anche perchè oltre ai PIGS, ora c’è la Francia a non potere più reggere la situazione."

Quindi il miglioramento del dato del Pil Usa potrebbe generare effetti negativi invece che positivi, come si evince anche dal comportamento discordante delle borse mondiali.
Fra gli effetti positivi, almeno per noi italiani, c'è il rafforzamento del dollaro e la conseguente svalutazione dell'euro. Abbiamo bisogno come l'ossigeno di un riallineamento delle due monete per far ripartire la nostra economia. Naturalmente della cosa ne avrebbe un vantaggio tutta l'Europa e più di tutti la Germania.

Ma come scrive Fannyking, il rialzo dei tassi operato dalla Fed si ripercuoterà sui bond dei Piigs, generando nuove tensioni interne all'eurozona. Quindi sarà necessario valutare quale sarà il nuovo equilibrio che tale sconvolgimento produrrà in Europa, tra il vantaggio della crescita (soprattutto per noi italiani affetti da bassa crescita) e lo svantaggio di interessi sul debito più alti. 
Con la considerazione aggiuntiva che una piccola variazione sul debito incide molto di più di una piccola variazione sul Pil, essendo il primo maggiore del secondo. E con la considerazione ulteriore che le politiche di austerità e rientro dal debito (fiscal compact) europee sono una zavorra che tende a trascinarci al fondo. Quindi il bilancio di questo nuovo equilibrio ha dei chiaroscuri che comunque potrebbero propendere più per il piatto negativo della bilancia, per quanto riguarda i paesi periferici dell'Europa.

Una nuova crisi dello spread, che in realtà oggi non si vede alle porte, potrebbe essere attualmente molto più pericolosa che nel 2011 a causa del continuo deterioramento del debito pubblico e dell'economia italiana nel suo complesso. Potrebbe essere il colpo che ci assesta il ko definitivo: può significare un default come quello argentino o l'uscita dall'euro, od entrambi...

L'uscita dagli investimenti speculativi finanziari potrebbe comunque avere dei risvolti positivi ovunque nel mondo, come insegna questa piccola storia personale:

"Dopo 23 anni passati a fare il trader per Goldman Sachs, Merrill Lynch e in proprio con il suo hedge fund, Russell Abrams ha deciso di cambiare vita. Facendo la scommessa più ardita della sua esistenza: mettere assieme una gigantesca flotta di taxi a Buenos Aires. 
...
Dietro al sogno di Abrams, in realtà, c'è un calcolo assai più prosaico del parlare coi tassisti. I prezzi delle licenze sono più che raddoppiati in sei anni, e l'ex trader prevede che triplicheranno nei prossimi cinque anni, raggiungendo i livelli di Montevideo e Santiago. Quindi tanto vale rastrellare licenze adesso, in piena recessione, con i tassisti che hanno bisogno di cash. Secondo gli esperti, a Buenos Aires investire nei taxi può generare ritorni annui tra il 25% e il 48%. Abrams punta a mettere assieme una flotta di mille auto, incurante del limite teorico di 200 licenze (che punta ad aggirare elegantemente costituendo cinque società da 200 vetture ciascuna)."

Un piccolo segno che sta cominciando la fuga da Wall Street. Una fuga da investimenti speculativi verso altri investimenti speculativi, ma almeno così Abrams darà lavoro a 1.000 argentini. E questo investimento dettato dall'egoismo di una persona genererà benessere che innescherà la creazione di una piccola catena di nuovi posti di lavoro, non solo i mille direttamente assunti. Poiché le famiglie dei nuovi tassisti contribuiranno ad aumentare i consumi nell'economia locale di Buenos Aires.

Vedo un futuro prossimo dove per un po' di anni gli investimenti passeranno dal mondo virtuale della finanza a quello reale del mondo del lavoro. Fino alla creazione della bolla successiva avendo dimenticato le sofferenze causate da quella attuale. Fino a che sarà passato lo spavento generato dall'esplosione di questa bolla finanziaria. 

Esplosione ormai imminente, anche se l'allarme della situazione pericolosa in ambito finziario è stato lanciato ormai almeno un paio di anni fa, e sembra caduto nel vuoto. Ma se la Fed smette di fare la Fed, e comincia a fare la Bce, tutte le bolle artificiali gonfiante fino ad oggi, finiranno per esplodere.


mercoledì 30 luglio 2014

Renzi è alla fine (4)


Un segnale importante, anche se non confermato, che il titolo del post (ripetuto per la quarta volta) è sempre più azzeccato:

"In via Solferino, ... Abramo Bazoli ha rassicurato il pericolante De Bortoli che fino a quando resterà in sella a Banca Intesa ... la poltrona di direttore del Corriere della Sera resterà sotto le sue chiappe
...
dal punto di vista politico, si accentuano gli editoriali (vedi Michele Ainis) del Corrierone contro il governo Renzi e agli amici stretti Flebuccio sospira che “Renzi è la rovina d’Italia, sputtanato in Europa, a ottobre deve fare una manovra da oltre 20 miliardi, magari un prelievo forzoso sui conti correnti, prima dello sbarco della troika Fmi-Bce-Ue…”. E Bazoli è d’accordo sul pensiero debortoliano."

(www.dagospia.com)

Se fossero vere le affermazioni attribuite a De Bortoli sarebbe un grosso problema per il governo. Finora ha avuto il sostegno di media più che rispettosi, direi sdraiati... Quindi le conseguenze ora sarebbero gravi per Renzi:

"il Corriere della Sera ha mollato Renzi, come Letta e Monti prima di lui. (link), Tradotto significa che le banche italiane hanno mollato Renzi.
...
De Bortoli chiede il permesso all’azionista anche per fare pipi figurarsi per esprimere un pensiero.

Ne consegue che Renzi è stato mollato da una parte dei poteri deboli e marci d’ItaGlia
...
le premesse non portano ad un esito particolarmente positivo per le “riforme” entro l’8 Agosto, e dunque se il Matteo nazionale avesse veramente le palle che millanta, le elezioni a Ottobre sono garantite al limone."

(www.rischiocalcolato.it)

Le promesse continue senza seguito hanno evidentemente stancato non solo l'opinione pubblica ma anche i suoi sponsor. Gli ottanta euro mensili hanno fatto il solletico al Pil, anzi sarà probabilmente un miracolo se rimarrà uno zero virgola di crescita e non si finirà di nuovo in negativo.

Comunque vada una manovra fra i 20 e 30 miliardi la si dovrà fare in autunno. E se non si farà sarà perché Renzi ci trascinerà ad elezioni anticipate.

"Che le cose non stiano andando bene lo si capisce dall’intervista di ieri del premier Matteo Renzi a La7, dove ha ammesso che sarà difficile centrare l’obiettivo di crescita del governo dello 0,8% per quest’anno. Tuttavia, il premier ha aggiunto che una crescita dello 0,4%, 0,8% o dell’1,5% sarebbe indifferente, perché nulla cambierebbe nella vita ordinaria delle persone. Se a fare la battuta non fosse il capo di un governo, ci sarebbe da ridere.

Ieri, poi, alcuni organi di stampa hanno ripreso una presunta affermazione resa in privato agli amici da parte di niente di meno che del direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli (vedi sopra, nda)
...
E pare che il banchiere Giovanni Bazoli – presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa-Sanpaolo, a sua volta azionista in Rcs (il gruppo editoriale che controlla il Corriere) – condividerebbe le idee del direttore.

Potremmo declassare le affermazioni di De Bortoli a semplice sfogo, a boutade, a esagerazioni del tutto personali e senza fondamento. Ma stiamo parlando non solo del numero uno del principale quotidiano italiano, bensì di colui che gestisce l’organo di informazione dei salotti buoni italiani, che ha perfetta percezione di cosa pensi la finanza nazionale e internazionale. Se De Bortoli arriva ad affermare che ci sarà una maxi-manovra da 20 miliardi, che sarà effettuato un prelievo forzoso e che alla fine arriverà la Troika, significa che verosimilmente ha informazioni che lo spingono a esternare simili frasi."

Il noto direttore giornalista sa cose che noi non sappiamo ancora o tira ad indovinare? Certo che dopo aver definito Berlusconi come la sciagura dell'Italia, sarei curioso di vedere come reagirà l'opinione pubblica all'arrivo della Troika dopo l'alternarsi dei tre moschettieri salvatori della Patria (Monti-Letta-Renzi)?

"Santo cielo, è già cominciata la demolizione del mito. Il riferimento è chiaro: Matteo Renzi sta subendo i primi colpi di piccone.
...
Per lui sarà una lotta dura. Quando i media danno inizio agli attacchi vuol dire che gli editori, e non solo gli editorialisti, sono scontenti e hanno perso la fiducia.

Ne sa qualcosa Mario Monti che, come il Fenomeno toscano, fu accolto dalla banda a Palazzo Chigi.
...
Monti era considerato un dio maggiore, più sobrio perfino di quello maiuscolo che per tradizione preghiamo quando siamo nei guai fino al collo. La luna di miele durò sei mesi. All'improvviso il popolo si accorse che il bocconiano, sprovvisto di bacchetta magica, era uno qualsiasi, non attrezzato a compiere miracoli. E principiò a mandarlo al diavolo. I parlamentari che lo avevano sostenuto con entusiasmo esagerato all'improvviso mutarono registro e dagli inchini passarono ai pernacchi. Addio Monti, sorgenti dall'acque... Silurato.

E venne un uomo piccolo piccolo: Enrico Letta. Al quale fu riservato un trattamento analogo per un paio di mesi: qualche applauso al suo esordio, molti fischi in seguito. Cacciato pure lui con metodi spicci.
...
L'ex sindaco di Firenze non sarà mica un bluff? La domanda è sempre più pressante. La risposta sempre più netta: non ce la fa, non ce la può fare.
...
Ambiva al superamento del Senato e, invece, ha superato soltanto la barriera della stoltezza: non ha abolito il bicameralismo perfetto, bensì la logica. Credeva di avere trovato la quadratura del cerchio, mica tanto magico, e si è spiaccicato contro le teste dure dei senatori
...
una riforma delle Province talmente cretina che le Province ci sono ancora e costano quanto in epoche più o meno lontane. Un'operazione di cui dovrebbero occuparsi gli psichiatri.
...
In compenso il debito pubblico si è impennato
...
Giorgio Napolitano, abituato a gestire la Repubblica come un negozio di frutta e verdura, nominerà pro tempore un tecnico che ci strangolerà con nuove imposte, infine indirà elezioni anticipate che Matteo punterà a vincere nella speranza, vana, che i compatrioti siano dalla sua parte. Non sarà così. Anche Monti si illudeva di vincere con Scelta civica alle urne, viceversa è stato cancellato dalla mappa politica."

(www.dagospia.com)

Va bene, cioè va male, va tutto estremamente male quando un governo fa di tutto pur di non occuparsi dei problemi economici del paese... 
Ma almeno lo spread è calato, diranno i critici di Berlusconi e sostenitori degli ultimi tre governi di salvezza nazionale. Si è calato, ma in realtà nemmeno questo è sufficiente a migliorare le cose. Anche in questo caso vale il detto "si stava meglio quando si stava peggio":

"non mancheranno come continua a sostenere qualcuno in Europa, sai con un simile spread in Italia ora risparmiamo un mucchio di miliardi sul debito pubblico, ha spazio per scendere ancora, peccato che nessuno ricordi che quando si pagavaoltre il 6 % sul decennale l’inflazione girava sopra il 3 % mentre ora che paghiamo il 2,7 % l’inflazione è vicina a zero, 0,3 % per la precisione.

Cosa significa questo? Significa solo che il costo reale del debito è aumentato e non diminuito, AUMENTATO, perchè il costo medio del debito è sceso di poco negli ultimi due anni.

Se prima pagavamo il 4%/4,1 % ora paghiamo il 3,9/3,8 % ma visto che l’inflazione era 3 … 4-3 = 1 e 3,9-0,3 = 3,6 %

Tutto chiaro ora? Per non parlare poi delle continue voci di ristrutturazione o interventi straordinari per ridurre il debito che prima o poi non mancheranno di invertire le aspettative sui nostri titoli di Stato."

(icebergfinanza.finanza.com)

Ma anche quando i nostri titoli pagavano il 5% la situazione era in realtà migliore. In pratica di questi tre anni post Berlusconi alla fine non rimarrà nessun buon ricordo. Nulla di buono. Le riforme di cui si riempiono la bocca i loro artefici, in realtà sono viste dagli italiani come una perdita di diritti e benessere, in primis la pessima riforma Monti-Fornero delle pensioni. Tutto il resto è un disastro che i media nazional-popolari riescono ancora a stento a coprire. Se certe cose le avesse combinate il vecchio Cavaliere avremmo già il paese bloccato dagli scioperi generali...

Che succederà quando la disfatta sarà chiara anche ai più prostrati giornalisti mainstream? Probabilmente Renzi verrà scaricato dal Pd e per vendicarsi si farà un suo partito. Risultato: il Pd di nuovo in mano ai D'Alema/Bersani passerà dal 40% al 25%, il partitino di Renzi non sarà sufficiente a far vincere la coalizione di centro sinistra. Si ritornerà ad una situazione 1/3, 1/3 e 1/3, con quello del M5s un po' più rinforzato rispetto ad oggi ed un Berlusconi ringalluzzito e pronto alla grande coalizione... per sostenere il governo della troika. 

A meno che questa volta gli italiani si inca**ino veramente chiedendo l'allontanamento della troika, e dall'Europa e dall'euro...

martedì 29 luglio 2014

L'inflazione vista da dentro


Gli Stati Uniti stanno esprimendo un mix di politica internazionale (geopolitica) e politica interna altamente pericoloso. Da un lato stanno facendo fuggire dal dollaro mezzo mondo che gli è ostile. Dall'altro hanno operato politiche monetarie espansionistiche sfrenate, stampando dollari per sanare le crepe del sistema bancario dopo il caso Lemann Brothers, per acquistare titoli di Stato, e per tentare di drogare la crescita economica.
Alcune cose hanno funzionato in parte (banche e stabilità dei titoli di Stato) ma di contro sono stati creati effetti collaterali mortali: bolle mostruose in borsa e nell'immobiliare, e ancora più pericoloso per gli Usa, il rischio di inflazionare la propria moneta.

"...con le sue sanzioni Washington sta minando il proprio potere e la propria influenza. Le sanzioni stanno incoraggiando i paesi a ritirarsi dal sistema di pagamenti in dollari che è il fondamento del potere statunitense. Christian Noyer, Governatore della Banca di Francia e membro del Consiglio direttivo della BCE, ha detto che le sanzioni di Washington stanno portando le imprese e i paesi fuori del sistema dei pagamenti in dollari. L'enorme somma [quasi 9 Miliardi di dollari, ovvero più del doppio dell’utile netto di esercizio 2013 del gruppo BNP NdT] estorta alla banca francese BNP Paribas per aver fatto affari con paesi messi all’Indice da Washington rende evidenti gli accresciuti rischi legali che derivano dall'utilizzo del dollaro, quando Washington detta le regole.

L'attacco di Washington alla sponda francese è stata l'occasione per molti di ricordare le numerose sanzioni del passato e meditare sulle future sanzioni, come quelle che si profilano per la tedesca Commerzbank. Un mossa atta a diversificare le valute utilizzate nel commercio internazionale è inevitabile. Noyer ha sottolineato che il commercio tra l'Europa e la Cina non ha bisogno di usare il dollaro e può essere interamente sostenuto da Euro o Renminbi [la valuta cinese NdT].

Il fenomeno delle norme statunitensi che si espandono globalmente a tutte le operazioni in dollari sta accelerando la traiettoria di allontanamento dal sistema di pagamento in dollari. Alcuni paesi hanno già predisposto accordi bilaterali con i partner commerciali per commerciare nelle proprie valute. I BRICS stanno stabilendo nuovi metodi di pagamento indipendenti dal dollaro e stanno creando il proprio Fondo monetario internazionale per finanziare gli squilibri commerciali.

Il cambio del dollaro dipende dal suo ruolo nel sistema dei pagamenti internazionali. Se questo ruolo viene meno, analoga sorte toccherà alla domanda di dollari e alla quotazione del dollaro rispetto alle altre valute. L'inflazione penetrerà nell'economia americana attraverso i prezzi delle importazioni, e gli americani, già sotto forte pressione, sperimenteranno un’ulteriore compressione dei loro standard di vita."

(www.comedonchisciotte.org)

Questo a livello macroeconomico. A livello microeconomico gli effetti cominciano a farsi sentire già ora, e come avviene in Argentina, comincia il balletto di cifre sull'inflazione, dove gli enti governativi l'abbassano e quelli privatistici e gli stessi cittadini la percepiscono più alta. Cose già sentite in passato in Italia.

"Come ho capito dagli incessanti e rumorosi piagnistei all’interno della mia famiglia, affinché io metta mano al portafoglio e sganci tanti dollari, l’inflazione dei prezzi li sta colpendo piuttosto duramente. Lo sapete ormai: la stessa vecchia storia.
...
mi alzo, vago per la casa intontito e inciampo per la cucina in uno stato di shock poiché vengo aggiornato sui terrori economici che sono trapelati in tutto il mondo durante la notte - una notte in cui mi rigiravo nel letto, tormentato dagli orrori di incubi vividi in cui lupi famelici mi mangiavano le gambe e io urlavo di dolore ... allegri e gioiosi in mezzo a tavole imbandite con pile di beni e servizi, e tutti bevevano champagne, ridendo come i banchieri ridono quando si accendono i sigari con le banconote! Tipi grassi e unti che si accendono sigari! Brrrr! Orrore!

Non c’è bisogno di essere uno psichiatra sbruffone con una siringa enorme che mi dice di “calmarmi” e che presto mi “sentirò meglio”, o essere un Junior Mogambo Ranger (JMR) istruito a sufficienza in economia che inorridisce di fronte all’inflazione dell’offerta di moneta la quale porta all’inflazione dei prezzi la quale porta alla miseria economica, per interpretare con precisione questo sogno terrificante.

Ovviamente i lupi rappresentavano l’inflazione dei prezzi, i tipi grassi erano i banchieri ed è garantito che la calamità economica incipiente (dovuta alla rovinosa inflazione dei prezzi che pagherete voi e la vostra famiglia per aver consumato al di là dei vostri mezzi) vi mangerà vivi, un pezzo alla volta, grazie soprattutto alla disgustosa Federal Reserve che ha creato Così Dannatamente Tanta (CDT) valuta nel corso degli anni. Per più di un decennio! Quasi mezzo secolo, infatti!...
entrando negli orrori della realtà, apprendo dal Consumer Metric Institute l’esistenza di una relazione agghiacciante sull’inflazione dei prezzi nel corso dell’ultimo anno, la quale si è attestata al 3.91%! Oddio!

Se questo non bastasse, l’economia si sta ancora dirigendo verso il basso, il che spiega perché i lavori stiano scomparendo.
...
E se usiamo le misure dell’inflazione non edoniche, come accuratamente calcolate da John Williams di Shadowstats.com (nei confronti del quale abbiamo un debito di riconoscenza), l’inflazione dei prezzi è davvero, davvero, davvero intorno all’8 o 9%, il che significa che il PIL reale sta crollando del 7% o più!

David Stockman di DavidStockmansContraCorner.com starà pensando lungo le stesse linee, poiché dice: “Siamo dannatamente fregati! L’aumento dei prezzi alimentari e dell’energia vi mangerà vivi come i lupi sbavanti di cui sopra!” Infatti scrive che i prezzi dell’elettricità sono aumentati ad “un tasso di crescita composto del 4.5% in oltre un decennio.”
...
“Facendo due conti, state pagando il 50% in più per l’energia elettrica, la quale rappresenta un bene fondamentale su cui fate un enorme affidamento ogni giorno della vostra stupida vita! Ed è una situazione destinata a peggiorare!
...
“Per coloro che pensano che questo tipo di inflazione ‘moderata’ sia una cosa salutare, considerate quanto un dollaro risparmiato oggi varrà dopo 30 anni di inflazione al 3.5%. Risposta: 35 centesimi.”

Mi strofino gli occhi incredulo, la mia voce trema, e considerando il futuro della mia pensione rimango scioccato se penso che devo risparmiare tre dollari di potere d’acquisto oggi per ritrovarmi un pidocchioso dollaro di potere d’acquisto domani. Per 30 anni mi servirà un 3.73% annuo sul mio investimento, solo per restare in pareggio in termini di potere d’acquisto! Oddio! Solo per restare schifosamente in pareggio!
...
“I prezzi della benzina sono saliti di quasi il 6.0% negli ultimi nove anni”, gli affitti sono aumentati ad un tasso composto del 3% e anche il costo delle utenze come acqua, fogna e raccolta dei rifiuti sono salite del 4.5% annuo nello stesso periodo di tempo!

Poi ecco che arriva dal nulla Greg Guenthner con la sua newsletter Rude Awakening, anch’egli a scrivere sull’inflazione dei prezzi e di come “il cacao è in crescita del 34% da giugno” grazie ad una “cocente” domanda proveniente dalla Cina.
...
la crescente domanda cinese e un dollaro più basso renderanno le cose molto, molto, MOLTO più costose per noi americani che amiamo il cioccolato. Beh, più che amare bramiamo, ma non è questo il punto e lo sapete.

Il punto è che ora non possiamo più permetterci nemmeno il cioccolato. Grande. Davvero grande.

Ed a peggiorare le cose, si scopre che “i prezzi delle carni bovine sono aumentate del 16% annuo”, cosa che farà aumentare il prezzo degli hamburger ancora e ancora. Ripeto: grande. Davvero grande."
(www.rischiocalcolato.it)

Gli effetti delle politiche della Fed si stanno già facendo sentire sulla pelle degli americani. Se l'articolo non contiene esagerazioni, un'inflazione del 3,9% (quasi quattro!), percepita del 9% è davvero già molto alta. In Italia abbiamo avuto inflazione a due cifre, ma anche un sistema di welfare e la scala mobile a fare da paracadute. E soprattutto negli anni '70 il lavoro c'era. Oggi è diventato quasi impossibile da trovare in certe lande europee e difficile da trovare anche negli Usa.

Se gli Usa continueranno con questa folle politica estera ed interna, avranno presto brutte sorprese. E' vero che rimangono la più grande potenza militare del globo su cui basano i loro rapporti di forza (anche economica), ma quando saranno assediati da un iper inflazione, non basteranno le 13 portaerei e le migliaia di testate atomiche per fermare questo nemico subdolo.

lunedì 28 luglio 2014

Schettino for president



La Costa Concordia ha creato più lavoro di mille promesse della politica: considerazioni sull’insegnamento tratto dal disastro

Piu potè Schettino per incrementare l’impiego in Italia che mille politiche governative: prima l’isola del Giglio con le frotte di turisti anche fuori stagione a vedere il relitto semisommerso, poi Genova per la demolizione. In effetti il comandante Schettino rappresenta bene l’Italia: codardo ma capace, arrogante e geniale. Ha iniziato con l’affondare per una sciocchezza l’ammiraglia della Costa Crociere, poi facendo una manovra di appoggio agli scogli che è al limite dell’impossibile ha salvato migliaia di persone (non commentiamo il suo abbandono della nave mentre rischiava di inabissarsi). Schettino rappresenta bene gli italiani, anch’essi geniali ma mediamente senza coraggio – gli ignavi di dantesca memoria -, non direi arroganti ma certamente incapaci di guardare all’interesse comune se non “incidentalmente”. Ora Schettino con la demolizione della Concordia ha finito per creare 1000 inattesi posti di lavoro a Genova grazie al un contratto di 100 milioni di euro per la demolizione, con conto pagato dalle assicurazioni (estere).

In soldoni la Concordia rappresenta l’equivalente di una piccola multinazionale che trasferisce valore dall’estero all’Italia. Insomma, un po’ come fa ENI che prende petrolio dai paesi in via di sviluppo a basso prezzo e trasferendoli sui mercati globali a prezzi elevati occupa migliaia di persone nel mondo con i propri proventi, soprattutto in Italia dove c’è la sede. Ecco, mi sembra suoni bene: la demolizione della Concordia rappresenta l’equivalente di un asset nazionale.

Forse da questo parossismo, perfettamente centrato nella sostanza al di fuori della tragicità dell’evento, ben si capisce l’importanza di avere situazioni ed aziende che permettono di occupare in Italia grazie alla competenza nel proprio lavoro.”

(www.rischiocalcolato.it)

La situazione economica italiana è sempre più disastrosa, l’unico modo per superare le difficoltà è incrementare il Pil. La famosa crescita che inseguono ormai i governi degli ultimi vent’anni e più.

Incrementare il Pil significa in sostanza investire nel lavoro in Italia. Ma in un paese dove persino la più grande azienda metalmeccanica dell’auto fugge all’estero, verso paradisi fiscali, come potrà mai esserci la crescita? La verità è che nei prossimi anni, quando la zona euro si schianterà definitivamente, si ritornerà agli investimenti di Stato, smentendo tutte le fisime liberiste e ultraliberiste di questi anni folli. Lo Stato è l’unica entità che si può permettere di fare investimenti in piena crisi, quando gli altri attori economici sono in stato comatoso. Ma naturalmente solo se dispone di moneta sovrana.

Per ora non si può far altro che assistere al teatrino politico attorno alle riforme o controriforme del governo. Una guerriglia parlamentare del tutto fuori contesto, se si guarda ai numeri dell’Italia:

“il rapporto tra debito pubblico e Pil, che secondo i parametri europei dovrebbe attestarsi al 60%, è salito al 135,6% dal 132,6% del trimestre precedente. Con un aumento del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando si attestava al 130,2%. A maggio 2014 il debito è cresciuto a 2.166,3 miliardi di euro, con un incremento di 92 mld di euro rispetto a 12 mesi prima

la crescita economica, il Def del Governo aveva stabilito un rapporto Debito/Pil al 134,9%, basato sulla proiezione di crescita del Pil per il 2014,pari allo 0,8% ed un rapporto di indebitamento netto del 2,6% sul Pil. Sia Bankitalia (+0,2%) che FMI (+0,3%), nel prevedere una crescita più bassa, ritengono inevitabile un buco nei conti che dovrà essere ripianato.

spesa pubblica invece di diminuire è aumentata nei primi 5 mesi del 2014, passando da 181,9 miliardi di euro a 206,7 con un incremento di 25 miliardi di euro.

la disoccupazione: a maggio (Istat) sale ancora il tasso di disoccupazione che si porta al 12,6% rispetto al 12,5% del mese precedente. I giovani senza lavoro sono il 43%, con 2,3 milioni di occupati in meno sotto i 35 anni dal 2004.

Il Fisco: la pressione fiscale, pari al 43,8%,per le imprese arriva al 68,6 % sui profitti, dati che non hanno eguali in tutta Europa e non sono riscontrabili neppure tra i grandi paesi industriali extra Ue.

I consumi: Prosegue il tracollo delle vendite al dettaglio calate del 3,5% su base annua. L’andamento nell’indicare una fase recessiva, conferma che la voce "Consumi interni privati" costituisce circa il 60% del PIL Italiano, per cui se non si riprende questo indicatore, difficilmente il PIL si "riprende".

Sofferenze bancarie: 168,5 miliardi di euro a maggio, con un apporto sofferenze impieghi pari all’8,9%;

Tassi mutui: la presunta maggiore solidità delle banche italiane, è stata pagata da correntisti ed utenti dei servizi bancari, che continuano a pagare su ogni mutuo trentennale di 100.000 euro (fissato oggi al tasso del 5,11% in Italia contro 3,79% dell’area euro), uno spread di circa 30.000 euro in più alla scadenza dei mutuatari europei. “

(www.wallstreetitalia.com)

Non ci resta che sperare nella sostituzione di Renzi con Schettino…

domenica 27 luglio 2014

Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente...


Ormai siamo così, le borse slegate dalla realtà economica, i politici slegati dal governo dell'economia e dalla logica, i giornalisti slegati dalla verità e dal buon senso.

"Come vedere dalla tabella sopra (in rosso) nel ventennio tra il 1861 ed il 1881 il reddito pro-capite degli italiani è cresciuto dello 0,6% annuo in media, mentre (in verde) nel decennio dal 1992 al 2002 di più, dell’1,5%.
Quisquilie? Differenze impercettibili di quasi 1% annuo, che volete che sia.
Beh un modo per convincervi che quisquilie non sono è farvi vedere (le frecce) il numero di anni che si impiegano, a quei tassi di crescita, a raddoppiare il proprio tenore di vita.
Se fossimo sempre cresciuti come nel ventennio del Novecento, ci ricorda Vecchi, ci avremmo messo ben 115 anni a raddoppiare il livello di benessere economico! Se invece (come è poi stato dall’Unità d’Italia in poi) fossimo cresciuti come dal 1992 al 2002, gli anni si sarebbero ridotti a 40. Accipicchia se conta un misero 1%!
Quando il Presidente del Consiglio Renzi afferma che “se la crescita è 0,4 o 0,8 o 1,5 non cambia niente per la vita quotidiana delle persone” mi preoccupa. Molto.
Primo perché proprio il suo bonus di 80 euro di cui esalta l’importanza ha l’impatto di circa 0,7% di PIL (la differenza tra 0,8 e 1,5 di PIL).
Secondo perché sono proprio questi decimali di crescita in più che possono generare occupazione: infatti la differenza tra 1,5 e 0,4 di crescita in più che Renzi ritiene irrilevante abbatte la disoccupazione dello 0,5%, aprendo la strada per un lavoro vero per circa centomila disoccupati."
(www.gustavopiga.it)
(www.ilgrandebluff.info)

Forse il premier è stanco. Ricordarsi di tutte le promesse fatte, e delle relative giustificazioni per non averle mantenute, è un onere gravoso.

Inoltre le riforme che dovevano correre sui binari come un Freccia Rossa, sono già deragliate. I Senatori sono sempre più inviperiti e probabilmente fra le file del Pd e Forza Italia aumentano di giorno in giorno i contrari a questa riforma affrettata. Ormai si è dovuto constatare che non ci sarà la maggioranza parlamentare sufficiente e se le riforme passeranno sarà obbligatorio il referendum confermativo. Qualcosa mi dice che anche questa riforma costituzionale farà la fine di quella berlusconiana del 2006.

Per fortuna alcuni esponenti del Pd ci rincuorano promettendoci elezioni anticipate se i parlamentari (Pd) non voteranno le riforme. E quindi Renzi si dimetterà. Lo dice la Serracchiani come se fosse una minaccia, ma per alcuni politici non solo del Pd potrebbe essere una liberazione.

Comunque è il solito copione politico all'italiana: si comincia a parlare di elezioni, e dopo qualche mese arrivano sul serio. Del resto il renzismo andrà a sbattere contro le sue promesse prima del previsto. E poi la stampella di Alfano sta per cedere: Berlusconi sembra ritornato in sella e alcuni fuoriusciti di Ncd hanno compreso che lontano dal Cavaliere non nasce nessuna alternativa di centro destra. Persino Fini di recente ha affermato che tornerebbe a dialogare con Berlusconi.

Quindi essendo Renzi ormai alla fine (1, 2, 3), alla spicciolata i più scaltri cominciano a calare le scialuppe giù dal governo. Inutile continuare a fare l'elenco delle disfatte economiche dell'Italia e insistere sull'incapacità del governo a porvi rimedio. Sono dati noti a chi frequenta il sistema di informazione alternativa. Chi continua a leggere Repubblica ed il Sole24ore, peggio per lui/lei.

Secondo alcuni commentatori "faccia di bronzo" Renzi vorrebbe andare ad elezioni anticipatamente per capitalizzare il suo successo. Ma io credo che quando succederà sarà il giorno in cui capitalizzerà il suo insuccesso pieno. Naturalmente dirà agli italiani che la casta non lo ha fatto lavorare. Il che non è neppure del tutto falso: diciamo che il sistema politico-burocratico-tecnocratico italiano è difficilmente riformabile. Ci sono lobby interne allo Stato che fanno resistenza.

E poi Renzi non è li per occuparsi di economia: vige sempre lo stesso patto che vigeva con Monti. Il ministro dell'economia segue le direttive europee, la politica si occupa di riformare le istituzioni. Questa volta Napolitano ha voluto dividere meglio i compiti: Padoan governa per conto dell'Europa, Renzi riforma le istituzioni. Il problema è che il sistema è ormai così complicato che non riesce più a riformarsi. Per esempio non sono ancora stati attuati alcuni provvedimenti del governo Monti che necessitano di vari decreti attuativi.

Di questo passo, non solo Renzi, ma qualsiasi premier, con qualsiasi programma, si ritroverebbe bloccato nelle sue promesse. Che abbia ragione chi dice che ci vorrebbe una tabula rasa, un uomo forte?

venerdì 25 luglio 2014

A tutta velocità verso le riforme


Alla fine Renzi l'ha avuta vinta, entro l'8 agosto si voterà la riforma del Senato, che sarà una svolta autoritaria. Devo dire sinceramente che pensare a Renzi come un dittatore mi riesce difficile. Ovviamente Renzi considera questa riforma che "lima" la democrazia, come vantaggiosa dal suo punto vista, cioè del suo 42% elettorale.

Ma secondo me non si fanno i conti giusti. Scrive Travaglio:

"Il Fatto, con la petizione che in una settimana ha raccolto oltre 160mila firme, segnala la minaccia prossima ventura del grumo autoritario che spurga dal combinato dispostoItalicum-Senato-Quirinale-Csm. E paradossalmente chi l’ha architettata, mentre si sforza di smentirla, non fa che confermarla con le sue condotte quotidiane. Noi denunciamo la futura autocrazia dell’uomo solo al comando: e Renzi, mentre irride all’accusa di autoritarismo, già si comporta da uomo solo al comando minacciando i suoi dissidenti e quelli dei partiti alleati, trattando il Senato come il consiglio comunale di Firenze o di un paese limitrofo (l’orizzonte è quello)."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Il pericolo secondo me non è Renzi, malgrado riconosca il suo scarso apporto alla soluzione dei veri problemi dell'Italia. Il problema è molto più serio delle guasconate di Renzi.

"... la nuova legge elettorale Italicum, che abbiamo definito peggiore della Legge Acerbo del novembre 1923 e che nell'aprile successivo consentì al Listone Mussolini una schiacciante vittoria. "Migliore" quella fascista perché: ove nessuna forza avesse superato il 25% nessuno avrebbe conquistato il premio di maggioranza i seggi sarebbero stati ripartiti proporzionalmente fra tutti; perché ammetteva il voto di preferenza; perché non c'erano sbarramenti espliciti; infine perché c'era un collegio unico nazionale e quindi un voto valeva un voto in qualsiasi zona del Paese."
(sollevazione.blogspot.it)

Renzi oggi se la ride dall'alto del suo 42%, ma non fa i conti con l'oste, cioè con il popolo italiano. Il suo 42% in realtà è un 25%, c'è un 45-50% di voti dormienti, non espressi nelle urne.

Attenzione a quel che si combina con le istituzioni, perché se la crisi dovesse proseguire con lo stesso andamento attuale, cioè accelerando nel peggio, anche il vantaggio elettorale del Pd potrebbe svaporare, di fronte a nuove manovre lacrime e sangue.

E sento sempre più persone affermare che ormai l'Italia non si riforma più, l'unico modo per farlo è una dittatura. Per ora non ci sono dittatori in vista, non ci sono Fasci di Combattenti o partiti paramilitari simili. Abbiamo il Movimento Cinquestelle che intercetta il disagio sociale, ma come indicano i numeri elettorali, ne intercetta solo una quota.

Questa riforma del Senato unita alla legge elettorale Italicum potrebbe essere propedeutica al ritorno di un uomo forte vero, non di Renzi o dell'ormai anziano Berlusconi. Un uomo che oggi non si vede ancora all'orizzonte, ma la situazione politica è così sfilacciata che può succedere tutto. Del resto Grillo è passato dal 2% al 25% in un paio d'anni. Un partito che promettesse benessere e felicità scesa in Terra, che promettesse lavoro creato dallo Stato, spese pubbliche elevate, nazionalizzazione di industrie in crisi ecc. potrebbe raggiungere in poco tempo il consenso sufficiente per governare il paese. E potrebbe essere un partito ben poco democratico, magari militarista e dirigista. E non potremmo disfarcene come è stato fatto con Berlusconi, perché avrebbe tutti i poteri importanti della Repubblica in mano. Si stanno compiendo passi pericolosi per far piacere all'Europa, dimenticando che siamo italiani, ed abbiamo ancora nel sangue i germi del fascismo...

giovedì 24 luglio 2014

Tutto rivisto al ribasso


"Il Fmi continua a tagliare le stime sul Pil Usa: +1,7% nel 2014

Dopo l'accelerata della seconda metà del 2013, l'economia americana «ha perso slancio», provocando la contrazione del 2,9% del primo trimestre, a causa di una serie di fattori avversi, tra cui l'ondata di maltempo di inizio anno, un mercato immobiliare ancora in difficoltà e un calo della domanda esterna.
...
L'economia «accelererà per il resto dell'anno al di sopra del potenziale (tra il 3 e il 3,5%)», ma non basterà ad annullare la contrazione del primo trimestre, motivo per cui la crescita del 2014 «sarà un deludente 1,7%». "


La neve tardiva è micidiale. Da dicembre-gennaio gli Usa a quanto pare non si sono più ripresi. E quindi non si poteva (per ragioni prettamente matematiche) credere ad una crescita che era stimata prossima al 3% annuo nel 2014. Certo nel pessimismo, l'Fmi è ancora troppo ottimista. Anche da un punto di vista anche solo grafico, immaginare che dopo un -2,9% ci sia un +3,5% è un po' assurdo. E' più probabile che se ci sarà quella ripresa tanto sbandierata nel secondo trimestre si arrivi forse ad un +1%, ma se non andasse tanto bene sarebbe più probabile una stagnazione a zero. O una conferma del territorio negativo.

Comunque J&P Morgan è ancora più pessimista:

"Peccato che qualcuno incomincia a sfilarsi!
JPM Cuts Its Original 2014 GDP Forecast In Half

Quindi l’intera previsioni già più volte rivista al ribasso di JPMorgan da un rivisto 2,8 % per il 2014 diventa un MIRABOLANTE PIU’ 1,4 % STREPITOSO!"

(icebergfinanza.finanza.com)

Insomma è tutto un susseguirsi di ribassi sulle previsione del Pil. Ribassi che non sono solo più un vizio italiano che come si vede dalla tabella iniziale, consistono in revisioni corpose delle aspettative.

Per il 2014 il governo Letta prevedeva l'1%. Il governo Renzi ha corretto il dato previsionale a +0.8%. Ma sia Confindustria che altri enti finanziari hanno già fatto balenare una crescita anche non lontana dallo 0,1%. Praticamente una crescita zero. Malgrado gli 80 euro, che com'era prevedibile sono una goccia che è servita a ripagare un po' di debito, un po' di bollette arretrate e nuove tasse. Oppure sono semplicemente diventati risparmio in vista di tempi più duri.

"Secondo le stime dell'istituto di via Nazionale, nel 2014 il pil crescerà di appena lo 0,2%, non senza "rischi al ribasso". Il dato, ben al di sotto dello 0,8% previsto dal ministero dell'Economia, è un'imbarazzante sforbiciata rispetto allo 0,7% previsto lo scorso gennaio. Una revisione legata al deludente -0,1% segnato dal pil nel primo trimestre e all'andamento "all’incirca stazionario" previsto per il prodotto nel secondo."
(www.ilgiornale.it)

Non so come andrà a finire, ma malgrado prostituzione e droga nel Pil, nonché le spese militari considerate investimenti, a fine anno la crescita mondiale (soprattutto in Occidente) sarà piuttosto deludente. Per noi italiani, ma anche per tante altre nazioni, questo significherà un aggravio del debito sovrano, e un aggravio dei conti statali oltre che dei conti di aziende e famiglie. Come finirà?

La situazione è così critica che probabilmente anche l'uscita dall'euro con la relativa svalutazione, non ci salverebbe dalle difficoltà. Con una svalutazione e un deficit pubblico più alto dell'attuale potremmo diventare più competitivi. Ma il problema è che le economie estere più forti sono in stagnazione. Le esportazioni che dovrebbero salvarci, non sono e non sarebbero a questo punto sufficienti a trascinarci fuori dalla crisi.

mercoledì 23 luglio 2014

Giorni di noia prima di quelli terribili


Saranno le troppo numerose giornate di pioggia qui al nord Italia, ma una leggera depressione da meteorologia  (non solo economica) mi induce a considerare il procedere di queste giornate all'insegna della noia. Tutto procede uguale come se nulla fosse, a pochi passi da un baratro che si avvicina sempre più.

Penso che questa giornata che i più considerano come il culmine di una grande vittoria dell'uomo sulla natura, cioè l'allontanamento della Concordia dall'Isola del Giglio, quando arriveranno i tempi grami verrà riconsiderata diversamente. Tutta la faccenda del raddrizzamento, rigalleggiamento e rimorchiamento della nave verrà considerato come un immane spreco di denaro quando arriveranno tempi più bui di questi. E si penserà che forse sarebbe stato meno costoso segare pezzo a pezzo la nave sul posto e destinare quei denari ad altri scopi.

Le giornate che precedono i grandi cambiamenti storici sono spesso poco diverse dalle precedenti. C'è il procedere del solito tran-tran quotidiano, senza che i più avvertano il pericolo imminente.

"Pochissimi pensavano che l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando sarebbe stata la scintilla che avrebbe fatto scoppiare una guerra brutale come è stata la prima guerra mondiale con la relativa depressione economica. Infatti, come mostra la prima pagina del Financial Times, il giorno dopo l’assassinio dell’Arciduca, i mercati azionari erano stati "scarsamente interessati dell’ assassinio dell'erede al trono austriaco ... non c'è alcuna prova che gli azionisti hanno paura."

Il disinteresse regnava sui rischi geopolitici. Sei mesi dopo, L’indice industriale Dow Jones era inferiore del 35% e la prima guerra mondiale entrava nel suo primo anno. "

(www.comedonchisciotte.org)

Gli avvenimenti bellici di questi giorni fanno pensare al peggio. Non so se ci sarà una guerra più estesa rispetto a quelle che si combattono oggi in Ucraina, Israele, Siria-Iraq. Ma non è da escludersi del tutto. Inoltre le assurde sanzioni comminate alla Russia sono ulteriore benzina sul fuoco. Benzina che rischia di bruciarci ancora prima di un evento bellico.

"Non è un segreto che l’idea del pensiero atlantico era che le sanzioni contro la Russia avrebbero fatto pressione sulla sua economia fino a costringere Putin a strisciare finalmente al tavolo delle trattative, con la coda tra le gambe, chiedendo perdono all’occidente.
...
Come ha riferito la Bundesbank durante la notte scorsa, nel suo consueto bollettino mensile, il quale è stato ampiamente ignorato a causa della copertura mediatica per le notizie sull’Ucraina , quanto per quelle da Gaza, "nel secondo trimestrel'economia della Germania ha subito una battuta d'arresto".

Con chi bisogna prendersela? Naturalmente con il conflitto in Ucraina
...
ci si chiede: se davvero è la risposta dell'occidente, o meglio degli USA, alla crisi Ucraina, che sta spingendo la Germania in un'altra recessione, quanto tempo dovrà passare prima che Merkel in persona dica "Genug" (basta). "

(www.comedonchisciotte.org)

Stando a Zero Hedge non solo la Germania sega il ramo su cui siede in direzione Piigs (con l'austerità imposta a tutta Europa), ma è costretta a segare anche il ramo in direzione Russia.

E con questo si possono lasciare i presagi di guerra ed osservare l'evolversi della situazione economica che vede nubi sempre più nere addensarsi all'orizzonte, non solo più italiano. E mentre tutto volge al peggio le giornate passano monotone, fra battibecchi politici su riforme inutili se non deleterie, fra un sali e scendi delle borse senza nessun collegamento con la realtà economica, fra proclami di grandi rivoluzioni delle banche centrali che poi non concludono nulla, fra i vari fatti e gossip di cronaca che riempiono telegiornali ormai inguardabili ed indigesti. Senza che nessuno, almeno a livello dei grandi media, si fermi un attimo a valutare dove stiamo per impattare. Perché comunque per noi italiani il destino di una grave crisi è ormai segnato: se non saranno quelli dell'Isis a sbarcare sulle nostre coste, sarà il delirio dell'euro a portarci a fondo.

martedì 22 luglio 2014

Tensioni geopolitiche o economia in coma?


Crack... crack... crack... crack... il ramo tedesco sta cedendo, fra poco collassa.

"Lo sentite il ramo che comincia a cedere. E' la Germania che sega felicemente il ramo su cui sta seduta. W l'austerità, che rimetterà finalmente a posto quegli sfaticati del sud Europa. Devono smetterla di sprecare soldi e fare debiti per comprare... Wolkswagen...

Oh, Oh, c'è qualcosa che non funziare nel grante piano tetesco!"


Si è vero ci sono le tensioni geopolitiche. Un aereo civile abbattuto sull'Ucraina che non si sa chi l'abbia tirato giù. Una guerra eterna in Palestina. Un casino indefinito nel medio oriente in cui abbiamo esportato la democrazia più volte. Però forse si sta fermando anche l'ultimo (o il penultimo se la Cina resiste) motore dell'economia mondiale.

"Bundesbank, industria tedesca rallenta e crescita ristagna

L'economia tedesca ha dato segni di stagnazione negli ultimi mesi a causa del rallenamento del settore industriale, condizionato dal clima di incertezza sul piano geopolitico ed economico. E' l'analisi formulata dalla Bundesbank
...
l'attività nel settore delle costruzioni è scesa tra aprile e giugno dopo la netta ripresa dei mesi precedenti. La Bundesbank evidenzia poi l'effetto negativo causato dalle tensioni in Medio Oriente e in Ucraina,
...
Nel secondo trimestre l'economia della Germania potrebbe essere rimasta al palo, e' questa l'analisi del Bollettino mensile della Bundesbank. ''L'economia tedesca ha perso velocita' nei primi due mesi di primavera, il Pil reale non ha mantenuto lo stesso ritmo del primo trimestre'', e' scritto nel Bollettino.

La Buba ritiene che la frenata registrata nell'industria e nelle costruzioni possa essere stata compensata dall'espansione in corso nel settore dei servizi."

(www.wallstreetitalia.com)

Ma chiaramente il governo tedesco non poteva farsi sconfiggere dal pessimismo cosmico, e soprattutto non poteva ammettere i propri errori. Per cui:

"Il Fondo monetario internazionale ha invece alzato le stime di crescita per la Germania ... Per quest'anno a Berlino è atteso un Pil in aumento dell'1,9% e non più dell'1,7% come calcolato in precedenza dal Fondo.

Per il 2015 è atteso un +1,7%, lo 0,1% in più di quanto previsto in passato. Il governo tedesco si aspetta una crescita dell'1,8% nel 2014 e del 2% l'anno prossimo."


Angelaaa... l'ottimismo è il profumo della vitaaa... infatti:

"Leggera delusione dal pil tedesco, che è aumentato dello 0,4% nel 2013, contro una stima dello 0,5%: un nuovo rallentamento in rapporto allo 0,7% dell'anno precedente e al 3,3% del 2011."
(www.repubblica.it)

Si va in discesa: 3,3%, 0,7%, 0,4%... poi cosa arriverà? l'1,8% o... forse un po' meno?

lunedì 21 luglio 2014

Il cerchio dell'era euro si chiude


"... ora va sceneggiato il prossima ciack: grazie all’asse rafforzato Arcore-Rignano sull’Arno, si creano le condizioni per consentire a Giorgio Napolitano di prendersi il meritato riposo eleggendo un nuovo Presidente della Repubblica. Ovviamente un Padre della Patria. Un nome a caso: Giuliano Amato, già consigliori di Bettino Craxi e perfetto per la missione (ormai) possibile di concedere la grazia al martire, al Cavaliere sbalzato di sella dalle congiure dei giudici comunisti.

Appunto, hanno vinto loro! Quelli che volevano rimettere sotto controllo la società italiana chiamando a raccolta tutte le risorse di conservazione degli equilibri vigenti, insidiati dall’ondata diindignazione che raggiunse l’acme nel febbraio 2013
...
A fregare un intero popolo sono bravissimi. Certo, non altrettanto bravi a tirare fuori dalle secche un Paese al naufragio; ma questo non è il loro mestiere e neppure gli interessa minimamente. Quello che gli interessa è riportare ogni cosa al suo posto. Ora contano che lo sfinimento e la frustrazioni generalizzati inducano il giusto tasso di fatalismo per anestetizzare la rabbia diffusa. Quella rabbia che proviamo ogni volta che il renziano di turno ci viene a spiegare che grazie alle riforme del Senato e dell’Italicum si risolveranno i problemi dell’inarrestabile impoverimento e della precarizzazione, della putrefazione di ampie fette di una nazione in cancrena.

Ma già – come è stato detto – “è cambiata l’aria”. Lo si vede dalle grandi cose, tipo assoluzione dello sporcaccione di Arcore, come dalle minori."

(www.ilfattoquotidiano.it)

Sarà Amato il prossimo Presidente? E' la prima volta che leggo questa profezia, ma pensandoci bene, dopo l'assoluzione di Berlusconi che sancisce definitivamente l'asse di ferro Renzi-Caimano, la cosa è del tutto verosimile. Certo è che quello di Amato è un nome evocativo, e che non può che riportarci alle vicende fallimentari del 1992.

Chi più di Amato è un esperto nel farci uscire dalle unioni monetarie troppo strette? Che sia stato evocato proprio per portare a termine l'inevitabile fuoriuscita dell'Italia dall'euro? Nel 1992 fu lui a farci uscire dallo Sme, che era una versione soft di euro senza euro:

"Fra i provvedimenti principali per il pareggio di bilancio si ricordano una manovra finanziaria da 100.000 miliardi di lire, la più importante dal dopoguerra, e il prelievo forzoso del 6‰ dai conti correnti delle banche italiane, nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 luglio 1992, legittimato ex-post con decreto d'urgenza l'11 luglio"
(it.wikipedia.org)
...
Il fenomeno speculativo dell'estate 1992 coinvolse la lira italiana e la sterlina britannica. Il governo italiano, retto da Amato, il 13 settembre decise di svalutare il cambio di riferimento della valuta nazionale complessivamente del 7%, in particolare la lira in sé fu svalutata del 3,5%, mentre le altre valute furono rivalutate del 3,5%.

Il 16 settembre dello stesso anno il governo britannico decise di far uscire la moneta nazionale dallo SME. Il giorno dopo la medesima decisione fu presa dal governo italiano."

(it.wikipedia.org)"

Ecco approssimarsi il Caronte che ci traghetterà fuori dall'euro, attraverso i soliti micidiali errori. Che saranno:

1) ulteriore manovra asfissiante su ciò che resterà di ancora in vita nell'economia italiana;
2) vendita massiccia di industrie e servizi in mano allo Stato a prezzi di saldo, ottenendo quattro inutili lenticchie;
3) patrimoniale di qualche tipo: conoscendo l'elemento e la sua storia, direi una vera e propria "rapina" sui conti correnti, retroattiva naturalmente. Il sei per mille dell'epoca apparirà nulla. L'Fmi per esempio consiglia un bel 10% di prelievo forzoso...

Dopo questi soliti inutili macelli economici, il bel tomo si presenterà in televisione a reti unificate ammettendo che la situazione è grave e non si può far altro che tornare ad una moneta sovrana. Il cerchio di vent'anni di fallimenti monetari verrà così chiuso.


domenica 20 luglio 2014

Incognita Spagna


Alla fine di giugno, in concomitanza dell'incoronazione di Felipe, nuovo re di Spagna, c'era stata un'enigmatica conferenza stampa di un portavoce del governo che annunciava riduzioni del carico fiscale. La cosa lasciò tutti un po' stupiti, e soprattutto tutti cominciarono a chiedersi con quali risorse, visto che la crisi spagnola è tutt'altro che superata.

Quella conferenza stampa era parsa più che altro un modo per rendere più bello il passaggio di consegne tra Juan Carlos e Felipe, con l'enunciazione mielosa di buoni propositi del governo, ma che in sostanza erano solo un sacco di balle.

Invece, a quanto pare il progetto del governo in tal senso esiste. Ne da conto Seminerio:

"Interessante esperimento del governo spagnolo. Dopo aver passato anni ottenendo continui allungamenti ed accomodamenti nel percorso temporale di rientro dal deficit, ora annuncia un programma di tagli d’imposta per il 2015 e 2016, che vanno dritti in rotta di collisione con la Commissione europea e le sue raccomandazioni ma anche con quelle dell’Ocse. Considerando che l’anno prossimo in Spagna ci saranno elezioni politiche, a pensar male si fa peccato, eccetera eccetera.
...
Il pacchetto, ... , prevede, tra le altre misure, il taglio dell’aliquota Irpef più bassa, dal 24,75% al 20% nel 2015 ed al 19% nel 2016. L’aliquota massima, che era stata innalzata “temporaneamente” al 52% dopo la crisi, scenderà il prossimo anno al 47% ed al 45% nel 2016. Secondo il governo, il contribuente spagnolo medio pagherà circa il 12,5% in meno di imposte.
...
Benefici anche per le imprese, con aliquota Ires attesa passare dal 30% attuale al 25% nel 2016, con eccezione di banche e società petrolifere, che non avranno sconti. Le imprese di nuova costituzione avranno un’aliquota Ires agevolata del 15% sui primi 300.000 euro di utili.
...
l’imposta sul capital gain, modellata secondo una griglia di aliquote in funzione del reddito di capitale percepito, è destinata a scendere. Oggi la sequenza è 21-27%, nel 2016 diverrà 19-23%.
...
Ma l’aspetto ancor più interessante è che il pacchetto fiscale verrà effettuato in deficit, stimato dal governo in 9 miliardi di euro, pari all’1% del Pil, con palese intento lafferiano e pure in spregio delle raccomandazioni di Bruxelles. Il governo stima che l’impulso di crescita sarà dell’ordine dello 0,55% cumulativo nel 2015-16. la Commissione europea ed il panel domestico di “saggi” fiscali avevano invece raccomandato di innalzare l’Iva dal 21 al 23% per finanziare (a pareggio) un taglio del costo del lavoro sui contributi sociali, una sorta di svalutazione interna “classica”, utilizzata anche dalla Germania una decina di anni addietro.
...
Che dire, di questa manovra? In primo luogo, che rappresenta una palese violazione dei vincoli europei, e già questo è molto interessante, nel senso che sarà interessante vedere le conseguenze. Evidentemente, il governo spagnolo sta scommettendo sulla famosa “flessibilità”, reinterpretata a proprio uso e consumo, e soprattutto attuata senza formale via libera da Bruxelles. "

(phastidio.net)

La prima cosa a cui viene da pensare, è che questa è l'unica modalità per fare politiche anticrisi. Non quella dei nostri governi italiani, che vanno a pietire allentamenti d'austerità dello zero virgola a Bruxelles e Berlino per poi riceverne copiosi calci negli stinchi o un po' più in su. Caro Renzi, se vuoi la crescita, se vuoi la flessibilità, fattela da te. Non aspettarti concessioni dal nord Europa o dalle commissioni di Bruxelles.

La seconda cosa a cui vine da pensare è: ce la farà la Spagna a perseguire delle politiche in palese violazione dei trattati europei? Ne dubito molto. E se invece verrà permesso alla Spagna di farlo, saliranno le proteste di tutti gli altri Piigs, ed anche della Francia che è messa abbastanza male. Quindi tutti ricomincerebbero a fare più deficit di quello previsto sotto il 3% del Pil.

Comunque la Spagna rappresenta un incognita, e questa mossa, o questa tentata mossa potrebbe essere dovuta ad una situazione tutt'altro che rosea, malgrado all'estero la Spagna venga considerata in uscita dalla crisi.

"La Spagna ha attuato diligentemente tutti i diktat della Troika, comprimendo la spesa pubblica e tagliando i salari. Ciò nonostante, la sua economia non solo non è ripartita – come gli Austerians pensavano facesse grazie all’approccio mercantilista – bensì si è avvitata in una spirale deflattiva che ha aggravato la già precaria condizione del suo sistema bancario, salvato solo grazie agli aiuti statali ed europei (40 Miliardi di Euro).
...
lo spostamento dei settori dell’export iberico verso segmenti a basso valore aggiunto, non ha permesso di conseguire vantaggi sostanziali in termini di bilancia dei pagamenti, anzi ha costretto le imprese esportatrici – in massima parte nel settore automobilistico – ad approvvigionarsi di macchinari avanzati dall’estero, peggiorando la bilancia commerciale.
...
Non doveva la svalutazione interna – eufemismo con il quale si riferiscono all’impoverimento massivo della cittadinanza via tagli salariali, generare un boom del nostro settore estero?
...
Le riduzioni dei salari non sono efficaci nella lotta contro la disoccupazione, invece la domanda risulta importante, e molto.
...
In verità , la riforma del lavoro ha convertito la Spagna in un paese di camerieri – impiego precario, part-time, salario miserabile, con straordinari non retribuiti – e di assemblatori.
...
Il settore dell’automobile è uno dei nostri principali settori esportatori.

Ciò nonostante, qui, sfruttando una manodopera molto a basso costo e qualificata, si fa solamente assemblaggio. Nonostante ciò sia un bene, perché fa mantenere i posti di lavoro, in realtà tutti i componenti si importano, inclusi i macchinari necessari per la produzione. Il valore aggiunto va tutto all’estero, essenzialmente in Germania.

Come risultato la bilancia commerciale del settore alla fine si riduce praticamente a zero.
...
dove sono andati questi milioni di euro stranieri che secondo i diversi portavoce dei media stanno o stavano entrando nel nostro paese? Sono andati a migliorare il nostro apparato produttivo?
...
La mia tesi è che si tratti di denaro caldo il cui unico obiettivo è ottenere una rendita rapida ed elevata per il solo fatto di comprare a basso costo.
...
Di fronte alla verbosità del governo, pertanto, non c’è nessun nuovo modello di crescita basato sulle esportazioni, chiediamo prestiti all’estero per finanziare un debito pubblico crescente, parte del quale non va più a finanziare la spesa corrente, bensì a terzi.
...
In definitiva, se nessuno pone rimedio a questi punti ci vedremo condotti verso una crisi di debito sovrano e bilancia dei pagamenti."

(vocidallestero.blogspot.it)

Cioè tutto come prima della crisi. Il problema di bilancia dei pagamenti ingenerato dall'euro rimane, a meno che non si elimini il problema: l'euro stesso. Oppure che si faccia deficit a piacimento, come se si avesse a disposizione una moneta sovrana, come intenderebbe fare il governo spagnolo.

sabato 19 luglio 2014

Brunetta il contestatore delle riforme si vendica


Si avvicina il momento della verità per il governo Renzi-Padoan, malgrado i due neghino l'esigenza di una nuova manovra lacrime e sangue. Brunetta prova a snidare i due del governo per vedere se danno una risposta alle sue domande sensate sulla situazione economica del paese e sui conti dello Stato.

Visto che Berlusconi gli ha intimato di non occuparsi della riforma del Senato e dell'Italicum, ma di concentrarsi sull'economia, Brunetta ha obbedito ponendo dieci domande insidiose. Ma con un certo furore, ed ora il ministro Padoan o sarà costretto a mentire, o a fare una brutta figura dicendo la dura verità. Credo che alla fine la risposta ministeriale ai quesiti di Brunetta sarà molto reticente.

Ma le intenzioni di Brunetta di rompere le uova nel paniere di un governo privo di opposizione sono abbastanza evidenti. Vuole a tutti costi portare il discorso sulla manovra per riempire i giornali di titoli su una questione che rende impopolare il governo, per metterlo in imbarazzo e creare attrito con Forza Italia. Sarà interessante vedere poi Berlusconi come reagirà, se per esempio intimerà a Brunetta di non occuparsi anche di economia e dedicarsi ad altre attività vacanziere. Ora Berlusconi è ringalluzzito dall'assoluzione Ruby, e potrebbe non essere interessato a vedere il governo Renzi in difficoltà. Ma direi che fino adesso non ha mai manifestato l'intenzione di fare una opposizione decisa alle scelte del governo.

"Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan venga in Parlamento e spieghi se e come può evitare una manovra correttiva dei conti pubblici. E' quanto chiede il capogruppo di FOrza Italia alla Camera, Renato Brunetta, in un intervento pubblicato sul 'Giornale' nel quale pone al ministro 10 domande "alle quali dovrà rispondere in Parlamento".

La prima riguarda le previsioni al ribasso della crescita: "Quanto peserà in termini di deficit la crescita italiana più vicina allo zero assoluto che non allo 0,8% delle previsioni governative?". E poi: "Con ogni probabilità il Consiglio europeo non accetterà la proposta dell`Italia di posporre al 2016 il pareggio di bilancio. Come verranno corretti i conti pubblici?".

Ancora: "In che modo e in che tempi il governo intende far fronte alle Raccomandazioni della Commissione europea che hanno accompagnato l`Italia fuori dalla procedura d`infrazione e che sono state ribadite in tutte le successive deliberazioni?".

Prosegue Brunetta: "Di fronte ai modesti risultati in termini di aumento dei consumi del bonus Irpef di 80 euro il governo intende ora rendere quella misura strutturale ed estenderla ai pensionati, ai lavoratori autonomi e ai cosiddetti incapienti.

Costo previsto di almeno 15 miliardi. Con quali coperture?". Si passa poi alla spending review: "Nel tendenziale di finanza pubblica sono incorporati tagli pari a 4,5 miliardi nel 2014; 17 miliardi nel 2015 e 32 miliardi a decorrere dal 2016, da realizzare attraverso la Spending review, che si mostra fin troppo impantanata. Come si recupereranno le risorse che mancano all`appello?".

Ci sono poi i debiti della Pa: "Per Banca d`Italia ci sono ancora 75 miliardi da pagare. Come farà il governo ad onorare l`impegno di saldare tutto entro il 21 settembre di quest`anno?". Sempre sul debito, stavolta quello pubblico: "A differenza del 2012 e del 2013, il debito pubblico italiano già a maggio è superiore di 25 miliardi rispetto alle previsioni del Def per fine anno 2014.
Nei primi 5 mesi l`aumento complessivo è stato di oltre il 10%.
Come si intende rimediare?".

Un calo si registra anche nelle entrate fiscali: "Nei primi 4 mesi del 2014 le entrate fiscali sono aumentate dell`1,4%, contro un`ipotesi di crescita del 3,1% contenuta nelle previsioni governative. Il buco virtuale è di circa 8 miliardi. Come colmarlo?". E nel tendenziale di finanza pubblica "sono previste privatizzazioni per 10 miliardi l`anno per il prossimo triennio. I tentativi finora portati avanti si sono dimostrati un flop. Come recuperare il tempo perduto? E soprattutto, si può ancora?".

Poi, la domanda conclusiva: "Il presidente del Consiglio ha più volte escluso l`ipotesi di una manovra correttiva. Alla luce dei dati forniti, ci può il ministro indicare come avverrà il miracolo?", conclude Brunetta."
(www.wallstreetitalia.com)

Padoan trova un supporto in banca Intesa (g. De Felice), che gli fornisce un ottimo appiglio per rispondere alle contestazioni di Brunetta:

"Il minore costo del debito del 2014consentirà al governo Renzi di evitare una manovra correttiva di fine anno per compensare la minore crescita del Pil
...
Intesa si attende per il 2014 un Pil in crescita dello 0,4%. Se il dato sul secondo trimestre che verrà comunicato dall'Istat il 6 agosto dovesse deludere, saremmo costretti a rivederlo al ribasso, stimando una crescita dello 0,1%. Questo è ancora un anno di transizione".

"E' un anno in cui alcuni provvedimenti del governo Renzi come gli 80 euro o alcune misure che stanno cercando di ritoccare la struttura produttiva delle imprese non hanno ancora avuto modo di riflettersi sull'economia".

(www.affaritaliani.it)

La questione non del tutto campata in aria. Effettivamente Bankitalia ha fatto delle ottime aste ultimamente, piazzando titoli a tassi mai così bassi. Quindi ha messo parecchio fieno in cascina, chiedendo molto più denaro in prestito del necessario, circa il doppio. Ma è la stessa Bankitalia a smontare ulteriormente le stime governative:

"Secondo le stime dell'istituto di via Nazionale, nel 2014 il pil crescerà di appena lo 0,2%, non senza "rischi al ribasso". Il dato, ben al di sotto dello 0,8% previsto dal ministero dell'Economia, è un'imbarazzante sforbiciata rispetto allo 0,7% previsto lo scorso gennaio. Una revisione legata al deludente -0,1% segnato dal pil nel primo trimestre e all'andamento "all’incirca stazionario" previsto per il prodotto nel secondo."
(www.ilgiornale.it)

E se il Pil tornasse negativo? Pare di capire che Banca Intesa non creda molto nemmeno in una crescita dello 0,4%, e se già si annuncia un limite inferiore allo 0,1% significa che l'aspettativa è molto inferiore alle pretese governative. Comunque potrebbe aver ragione De Felice, le scorte fatte dal tesoro con le ultime ottime aste potrebbero salvare il governo Renzi da una manovra bis per il 2014. Ma bisogna sempre vedere cosa ne pensa Bruxelles, che potrebbe invece dare ragione a Brunetta.

venerdì 18 luglio 2014

Tutti si chiedono "cui prodest"



Se qualcuno voleva creare un casus belli per coinvolgere o screditare la Russia, o l'Ucraina o chiunque altro, ha solo fatto un gran casino. Ha ucciso 300 persone senza ottenere nulla, in quanto nessuno riesce a dare una paternità al tragico evento bellico.

Chiaramente tutti dicono non sono stato io, e fanno intendere che il contendente aveva i suoi buoni motivi per farlo. Non resta che attendere il responso delle scatole nere. Sempre che anche la consegna di queste cadute su un territorio in guerra non diventi parte del contendere. Per il momento c'è solo questo video da cellulare (vedi sopra) a mostrare l'aereo mentre cade con un'ala in fiamme.

Non me ne intendo sufficientemente di armi antiaeree, ma pare che a questo punto la causa sia più imputabile ad una battaglia aerea finita male, che ad un missile da terra. Un po' come avvenne ad Ustica con l'inseguimento dell'aereo libico (con Gheddafy a bordo?) che si mise in scia all'aereo civile.

"E’ stato colpito su un ala. Quindi sale la possibilita’ che sia stato intercettato da un missile a guida di calore (generalmente aria-aria) e non da un missile a guida radar (generalmente terra-aria, tipo il BUK). Cio’ rafforza l’ipotesi di un abbattimento tramite AEREO (in tal caso non potrebbero essere responsabili i ribelli filo-russi, ma solo ucraini o russi)."
(www.rischiocalcolato.it)

Ma è anche vero che un missile partito da terra non è detto che esploda proprio sulla carlinga dell'aereo, potrebbe impattare anche su di un'ala, suppongo. Quindi non è da escludersi completamente la pista dei ribelli filo-russi che hanno sparato a casaccio, sicuri di colpire un aereo da trasporto ucraino.

"Abbiamo ricostruito l’area di abbattimento. Abbiamo anche tracciato l’area da cui poteva partire un missile intercettore terra-aria da BUK. In tale ipotesi, e’ quasi certo (ma non al 100%) che il missile e’ partito da area in mano a ribelli filo-russi."
 


Se fosse vera la pista di un coinvolgimento dell'aereo della Malaysia Airlines in una battaglia aerea, potrebbe a questo punto essere realistico lo scambio a distanza dei colori della compagnia aerea malese con quelli russi. Anche se mi pare che i tempi del "Barone Rosso" sono finiti da un bel pezzo, ormai i duelli aerei avvengono strumentalmente, e non tramite contatto visivo.

 

Un altro punto piuttosto oscuro ed inquietante, è il nuovo coinvolgimento della compagnia aerea malese, in un incidente aereo poco chiaro.

"L’altro volo delle Malaysia Airlines
Il fatto che il volo abbattuto sopra l’Ucraina è lo stesso tipo di volo che è misteriosamente scomparso sopra l'oceano Indiano solo pochi mesi prima è una coincidenza piuttosto discutibile. Tale coincidenza è quasi troppo grande per essere creduta.

Visti i precedenti degli Stati Uniti, la NATO e dei governi in generale nel corso della storia, ci si deve almeno chiedere se il recente abbattimento del volo della Malaysia airlines sopra l'Ucraina non sia semplicemente una false flag destinata a esacerbare i fervori nazionalistici in una nuova Guerra fredda portando in definitiva a un confronto con la Russia .

E' importante che il pubblico dell'occidente e del resto del mondo diventi più smaliziato per quanto riguarda gli incidenti, come il volo malese e che cessino immediatamente di accettare da un governo completamente screditato e le spiegazioni dei media come verità."

(www.comedonchisciotte.org)

Viene da chiedersi cosa c'è, anzi chi c'è dietro questa compagnia aerea. I suoi Boeing sono stati manipolati da sistemi elettronici in grado di guidarli dove non dovrebbero essere? Anche nel caso ucraino, l'aereo malese pare avesse "sbagliato" rotta. Ci sono troppe stranezze in questo abbattimento che nessuno vuole rivendicare, e nemmeno ammettere come errore, un effetto collaterale...

Tutto sta di nuovo per cambiare


L'abbattimento dell'areo della Malaysia Airlines potrebbe cambiare molte cose e molto rapidamente. Comunque ci sono segnali internazionali che fanno pensare ad un cambiamento geopolitico imminente. La tragedia aerea in Ucraina potrebbe modificare in parte certe tendenze, ma anche accelerarle ancora di più.

Non riesco ancora a decifrare esattamente le implicazioni dei rumors che si affastellano sulla scena internazionale, ma tutto il movimentismo a cui si assiste dietro alle quinte di un mondo solo apparentemente immobile dalla fine della guerra fredda, indica che le carte si stanno rimescolando e il mondo non sarà più lo stesso.

I tempi tornano a farsi interessanti, e probabilmente molte cose che succederanno nel mondo ci stupiranno. E prima o poi, forse prima di quanto si immagini, i nostri piccoli politicanti al guinzaglio di Bruxelles e Merkel, si ritroveranno come pesci fuor d'acqua. Questo non vorrà dire che avranno campo libero gli onesti, ma che probabilmente arriveranno sulla scena nuovi potentati che daranno conto a nuovi padroni esterni.

Vediamo i primi due rumors: uno riguardante la Germania ed uno riguardante l'Italia.

"Le probabili dimissioni di Angela Merkel ed i tempi duri che aspettano l’Italia di Renzi

Abbiamo rilevato dagli organi di stampa come esista la concreta possibilità che Angela Merkel si possa dimettere dalla Cancelleria a breve, secondo quanto riportato dallo Spiegel.

Questa novità era attesa da tempo, almeno da quando è scoppiato lo scandalo Datagate: il primo ministro tedesco è stato spiato per anni dall’NSA
...
forse qualche informazione sensibile è stata davvero raccolta dal controspionaggio USA: la conseguenza è che a termine la premiership tedesca può essere a rischio scandalo, un po’ come è capitato in Italia con Silvio Berlusconi e in Turchia con Erdogan"
(www.rischiocalcolato.it)

"IL TESORO ITALIANO STA ACCANTONANDO UNA MONTAGNA DI SOLDI, IN PREVISIONE DEL CRAC DELL'EURO ?

Siamo venuti a sapere da fonte interna ed autorevole del ministero competente, che il Tesoro italiano sta accumulando una riserva di denaro liquido superiore al momento attuale ai 92 miliardi di euro - con l'obbiettivo di raggiungere i 150 entro fine anno - in vista del tracollo della valuta unica europea.
...
Perchè far crescere il debito per accantonare contanti? Che senso ha? Da notare che nel 2013 la scorta di liquidi di questa funzione centrale dello Stato era molto inferiore: 62,4 miliardi. Ebbene, in un anno è cresciuta del 50% dell'importo precedente. Non si tratta di aggiustamenti di cassa. Quelli, si contano con le virgole.
...
Si sta cercando di accumulare contanti per provare a impedire l'insolvenza che s'innescherà non appena arriverà l'autunno.
...
In autunno, con ogni probabilità nel mese di ottobre, sarà chiaro il piano, l'exit strategy allo studio nelle cancellerie europee per far terminare l'euro in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia.

La recessione non sta dando tregua e i dati sono tutti convergenti: l'Europa dell'euro è avviata a un inasprimento della crisi

[oppure secondo Fannyking:]

il fabbisogno cumulato da inizio anno fino a Maggio (link) è di 48,2 mld, mentre il Tesoro ha emesso maggior debito pubblico di quello rimborsato per 96,6mld.

Dove cavolo sono andati a finire quei soldi, cioè ben 48.4 miliardi di euro?

In Cassa.
...
Non credo che il tesoro si aspetti la fine dell’Euro, ma è verosimile che a questi tassi una assicurazione per i giorni di pioggia se la stia costruendo, anche perchè i cattivi tedeschi di fronte a tanta liquidità avrebbero difficoltà a colpire la povera incolpevole Italia"

(www.comedonchisciotte.org)

Le due presunte notizie, sembrano non avere un legame fra loro. Ma in realtà potrebbero averlo indirettamente. Se per ipotesi la Cancelliera Merkel dovesse dare le dimissioni in anticipo, anche per non finire in qualche scandalo preparato dagli Usa, non credo che la cosa sarà indolore come afferma l'articolista. Anche se si dimettesse dalla carica prima di uno scandalo, la Merkel ed il suo operato al governo verrebbero inseguiti dalle polemiche. Si potrebbe aprire un'altra grave crisi europea, che vedrebbe i tedeschi sul banco degli imputati in quanto in questi anni si sono eretti a giudici dei Piigs quando in realtà avevano scheletri negli armadi anche loro. Naturalmente tutto dipenderà dall'eventuale gravità dello scandalo tedesco.

Ma considerando che il Parlamento tedesco ha appena votato il bail-in per le proprie banche, cioè in caso di crisi di una banca, questa dovrebbe adottare i sistemi ciprioti per uscire dalla crisi (punizione di azionisti e correntisti), si potrebbe anche considerare uno scandalo a sfondo finanziario. Questo provvedimento anticipato di un anno, del resto significa che esiste il timore di situazioni bancarie delicate, o peggio che già si prevede di ristrutturare in questo modo alcune banche tedesche. Se accadesse il popolo tedesco potrebbe sentirsi ingannato e voltare le spalle ai partiti che invece oggi godono di ampio consenso. Addio Germania felix.

A questo punto le riserve valutarie della Banca d'Italia potrebbero tornare utili. Un'eventuale disarcionamento della guida tedesca, potrebbe provocare il vacillare pericoloso dell'euro. Una Germania senza la Merkel e con problemi interni potrebbe non essere più in grado di mantenere la leadership europea.

Anche se non credo che gli accantonamenti di Bankitalia servano allo scopo di lasciare l'euro. Su questo concordo con Fannyking. Semmai Bankitalia sta approfittando della bolla dei bond europei per fare più scorta possibile, in vista di tempi buoi. Che inesorabilmente arriveranno visto che la Yellen della Fed ha appena detto che i tassi sui bond aumenteranno prima del previsto. E se aumenteranno in Usa, lo faranno anche in Europa. Quindi Bankitalia fa scorte come uno scoiattolo in autunno prima del letargo. Intanto comunque abbiamo un po' di scorte anche nel caso l'euro esploda a causa di tensioni internazionali.

Gli altri eventi con pesanti ripercussioni internazionali invece sono ormai notizia, non più rumors. I brics si apprestano a diventare autonomi rispetto al dollaro ed agli Usa, anzi si apprestano a diventare feroci concorrenti. E la Germania asseconda il progetto, cercando anzi di trarne vantaggio.

"È fatta: triplice alleanza Germania-Cina-Russia

Sta avvenendo sotto gli occhi di tutti, in maniera inequivocabile e in termini quasi allarmanti per la sua intensità.

La forza centrale dell'Europa, il colosso industriale, il nucleo stabile, ovvero la Germania, ha cominciato a ruotare verso Oriente.

Avevamo già affrontato il tema caldo su queste pagine, ma ora sembra, come scrivono gli analisti in Usa, che i tedeschi ne abbiano avuto abbastanza.

Lo scandalo di spionaggio della Cia ha innervosito ulteriormente Merkel.
...
Le guerre infinite, la politica monetaria farsa, il sabotaggio economico e, non ultimo, lo scandalo di spionaggio sopra citato, hanno fatto salire su livelli di sopportazione critici il clima a Berlino.

Ecco quindi arrivare la svolta. La Germania ha iniziato a muoversi verso Oriente.
...
Ora Merkel sta cercando di legare sempre di più con la Russia e la Cina, due grandi potenze anti americane."

(www.wallstreetitalia.com)

"I BRICS CONTRO IL WASHINGTON CONSENSUS

La notizia è che questo martedì a Fortaleza, nel Nordest del Brasile, il gruppo delle potenze emergenti detto BRICS (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) combatte il (dis)ordine (neoliberista) del Mondo attraverso una nuova banca destinata a finanziare lo sviluppo e un fondo di riserve valutarie istituito per compensare le crisi finanziarie.
...
La Banca per lo sviluppo dei BRICS - con un capitale iniziale di 50 miliardi di dollari - non sarà solo orientata ai BRICS, ma investirà in progetti infrastrutturali e di sviluppo sostenibile su scala globale.

Il modello indicato è il BNDES brasiliano [Banco Nacional do DESenvolvimiento, ovvero Banca Nazionale dello Sviluppo NdT], che supporta le aziende brasiliane che investono in tutta l'America Latina. In pochi anni, la nuova banca raggiungerà una capacità di finanziamento di 350 miliardi dollari come limite massimo
...
C'è inoltre l'accordo che istituisce 100 miliardi di dollari come pool di valute di riserva – ovvero l'Accordo di Riserva Contingente (CRA), descritto dal ministro delle Finanze russo Anton Siluanov come "una sorta di mini-FMI". Questo è un meccanismo non allineato al Washington consensus ... atto a contrastare un’eventuale fuga di capitali. Per quanto riguarda il pool di valute di riserva, la Cina contribuirà con 41 miliardi di dollari, il Brasile, l’India e la Russia, con 18 miliardi di dollari ciascuno e il Sud Africa con 5 miliardi di dollari."

(www.comedonchisciotte.org)

Questo significa che il mondo diventerà sempre più multipolare, che gli Usa saranno sempre più in declino, che l'Europa è destinata ad avere sempre meno protezione dagli americani ed ad entrare in un periodo di caos. Un periodo dove l'euro potrebbe essere ridimensionato o addirittura sparire, ed ogni paese inizierebbe a gravitare dove più gli conviene. Per esempio la Germania sarà sempre più attratta dalla tela del ragno russo; l'Inghilterra sara invece sempre più rivolta verso l'altra sponda atlantica; gli altri paesi, Francia in testa, si ritroveranno sempre più in stato confusionale, rischiando o caos o governi autoritari fascistoidi (vedi M. Le Pen). Per Renzi prevedo un mesto epilogo (sarà solo una parentesi fra due epoche? - "Lo statista a tempo determinato")

Per noi italiani la vita sarà sempre più difficile, con forti dipendenze energetiche da Russia e Medio Oriente, e con un'allenza militare atlantica da rispettare, ma facente capo ad una super potenza indebolita da gravi problemi economici. In questi ultimi anni abbiamo tentato di abbandonare il vecchio padrone (gli Usa) per uno nuovo (la Germania), ma le cose si sono messe subito male.

Il mio auspicio è che gli Usa ritrovino la strada del cambiamento e del rinnovamento, e che l'Italia pur cercando una propria strada, torni a ricostruire un legame con gli Usa, che bene o male ci ha consentito di ottenere un discreto benessere negli anni passati, e di ottenere libertà che non abbiamo mai avuto in secoli e secoli di storia. Anche perché se all'improvviso ci ritrovassimo di nuovo con la lira e un'Unione europea a pezzi, dovremmo ricominciare da capo, e riallacciare i vecchi rapporti oggi un po' logori ed interrotti. Certo che se la moneta dei brics dovesse prendere piede, non potremmo far altro che buon viso a cattivo gioco. Del resto i nostri legami con la Russia sono sempre più forti: un giorno potrebbero chiederci pagamenti in rubli o in yuan...

Malgrado tutti i difetti americani, tutte le truffe finanziarie che ci hanno propinato, tutte le guerre in cui abbiamo dovuto assecondarli, la Germania e l'Europa hanno dimostrato di essere inadeguate ed inesperte nel ruolo di leader internazionali. La Germania ogni cinquant'anni tenta di distruggere l'Europa e se stessa, e noi italiani ci caschiamo sempre.

Gli anglosassoni saranno anche dei biscazzieri da strapazzo, ma almeno non hanno il demone della follia, della ricerca della perfezione che porta i teutonici a fare errori colossali. Noi latini abbiamo più punti in comune con lo spirito mascalzone degli anglosassoni, quindi un'alleanza con loro è più conveniente e naturale. Invece un'alleanza con i brics la vedo ancora prematura e troppo lontana dai nostri legami storici.

Queste riflessioni saranno banali, ma l'esperienza ci insegna che nei momenti di cambiamenti internazionali storicamente ci siamo spesso fatti abbagliare da alleanze sbagliate. Cerchiamo di non ripeterci.