venerdì 25 luglio 2014

A tutta velocità verso le riforme


Alla fine Renzi l'ha avuta vinta, entro l'8 agosto si voterà la riforma del Senato, che sarà una svolta autoritaria. Devo dire sinceramente che pensare a Renzi come un dittatore mi riesce difficile. Ovviamente Renzi considera questa riforma che "lima" la democrazia, come vantaggiosa dal suo punto vista, cioè del suo 42% elettorale.

Ma secondo me non si fanno i conti giusti. Scrive Travaglio:

"Il Fatto, con la petizione che in una settimana ha raccolto oltre 160mila firme, segnala la minaccia prossima ventura del grumo autoritario che spurga dal combinato dispostoItalicum-Senato-Quirinale-Csm. E paradossalmente chi l’ha architettata, mentre si sforza di smentirla, non fa che confermarla con le sue condotte quotidiane. Noi denunciamo la futura autocrazia dell’uomo solo al comando: e Renzi, mentre irride all’accusa di autoritarismo, già si comporta da uomo solo al comando minacciando i suoi dissidenti e quelli dei partiti alleati, trattando il Senato come il consiglio comunale di Firenze o di un paese limitrofo (l’orizzonte è quello)."
(www.ilfattoquotidiano.it)

Il pericolo secondo me non è Renzi, malgrado riconosca il suo scarso apporto alla soluzione dei veri problemi dell'Italia. Il problema è molto più serio delle guasconate di Renzi.

"... la nuova legge elettorale Italicum, che abbiamo definito peggiore della Legge Acerbo del novembre 1923 e che nell'aprile successivo consentì al Listone Mussolini una schiacciante vittoria. "Migliore" quella fascista perché: ove nessuna forza avesse superato il 25% nessuno avrebbe conquistato il premio di maggioranza i seggi sarebbero stati ripartiti proporzionalmente fra tutti; perché ammetteva il voto di preferenza; perché non c'erano sbarramenti espliciti; infine perché c'era un collegio unico nazionale e quindi un voto valeva un voto in qualsiasi zona del Paese."
(sollevazione.blogspot.it)

Renzi oggi se la ride dall'alto del suo 42%, ma non fa i conti con l'oste, cioè con il popolo italiano. Il suo 42% in realtà è un 25%, c'è un 45-50% di voti dormienti, non espressi nelle urne.

Attenzione a quel che si combina con le istituzioni, perché se la crisi dovesse proseguire con lo stesso andamento attuale, cioè accelerando nel peggio, anche il vantaggio elettorale del Pd potrebbe svaporare, di fronte a nuove manovre lacrime e sangue.

E sento sempre più persone affermare che ormai l'Italia non si riforma più, l'unico modo per farlo è una dittatura. Per ora non ci sono dittatori in vista, non ci sono Fasci di Combattenti o partiti paramilitari simili. Abbiamo il Movimento Cinquestelle che intercetta il disagio sociale, ma come indicano i numeri elettorali, ne intercetta solo una quota.

Questa riforma del Senato unita alla legge elettorale Italicum potrebbe essere propedeutica al ritorno di un uomo forte vero, non di Renzi o dell'ormai anziano Berlusconi. Un uomo che oggi non si vede ancora all'orizzonte, ma la situazione politica è così sfilacciata che può succedere tutto. Del resto Grillo è passato dal 2% al 25% in un paio d'anni. Un partito che promettesse benessere e felicità scesa in Terra, che promettesse lavoro creato dallo Stato, spese pubbliche elevate, nazionalizzazione di industrie in crisi ecc. potrebbe raggiungere in poco tempo il consenso sufficiente per governare il paese. E potrebbe essere un partito ben poco democratico, magari militarista e dirigista. E non potremmo disfarcene come è stato fatto con Berlusconi, perché avrebbe tutti i poteri importanti della Repubblica in mano. Si stanno compiendo passi pericolosi per far piacere all'Europa, dimenticando che siamo italiani, ed abbiamo ancora nel sangue i germi del fascismo...

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