lunedì 30 aprile 2012

Evitare l'iceberg


Mago Monti, come previsto (Monti illegittimo, Vota MonteroMonti è finito) sta perdendo consensi, addirittura 10 punti percentuali al mese. Ora è al 40%, quindi ha ancora avanti a se 4 mesi di lavoro, poi non lo sopporterà più nemmeno Napolitano:
"Monti perde il 31% dei consensi, sale Grillo all'8%. Secondo un sondaggio Swg realizzato per la trasmissione di Rai Tre, Agorà, Monti avrebbe perso cinque punti rispetto ad una settimana fa. Contemporaneamente cala in modo progressivo e costante la fiducia del premier che è passata dal 51% di inizio aprile al 40% di oggi. All'epoca dell'insediamento a Palazzo Chigi, la fiducia in Montiera al 71%. Nel frattempo cresce il consenso elettorale per il Movimento cinque Stelle, guidato dal comico Beppe Grillo. Secondo il sondaggio Swg nelle intezioni di voto sarebbe passato dal 7,3% all'8%. Pd e Pdl ora solo al 3,5% , metre continua la perdita dilagante di voti per la Lega Nord."
(Riferimento - voceditalia)

Come scrive Sallusti (Link - Il Giornale) c'è una certa stanchezza nell'esecutivo, e un certo nervosismo nella Presidenza della Repubblica, visto come stanno andando le cose. 
Per un Monti che scende un Grillo che sale. E' evidente, del resto sta ricevendo più pubblicità dai suoi nemici che dai suoi amici. Anche l'intervento del Presidente è stato completamente controproducente:

"...«No ai demagoghi di turno». Una difesa della politica, quella vera, che nasce da passione, buoni studi, profonde convinzioni.
...
Per essere sino in fondo credibile, dopo averci indicato i partiti come un passaggio ineludibile e virtuoso della democrazia, il nostro Capo dello Stato dovrebbe forse spiegarci meglio cosa pensa di queste formazioni politiche che ci hanno governato negli ultimi vent’anni, e giusto per restare nei pressi della demagogia, porsi il legittimo interrogativo se non siano (stati) proprio i partiti tradizionali i più genuini vessilliferi di cotanta deriva.
...

la situazione non è quella da lei illustrata e cioè da una parte un demagogo e dalla parte opposta i partiti con la profondità della politica, il loro progetto per il Paese, le riforme per i cittadini, l’esigenza insopprimibile di rinunciare ai soldi pubblici, il dimagrimento dello Stato, la scelta luminosa dei candidati. No. La situazione - estremamente desolante - è che si fronteggiano e si combattono demagoghi in servizio permanente effettivo, ognuno con le sue armi dialettiche, ognuno con i suoi trucchi da illusionista, ognuno con l’obiettivo di trascinare gli elettori nella sua rete."
(Riferimento - Linkiesta

Il novello Savonarola in camper se la ride sempre più, ogni giorno che passa. Anche se temo che ormai rischiamo di ritrovarci in una situazione in cui non ci saranno più ricette semplici o complicate per evitare l'ineluttabile. Se l'Europa non viene in soccorso di se stessa (quindi anche dell'Italia) non potremo evitare una qualche forma di default. La ricetta di Monti (e quindi tedesca) è completamente errata, anzi è molto più dannosa della cattiva fama berlusconiana. Ed anche l'idea di crescita del premier Monti è apparsa subito poco convincente, più propaganda innocua per i tedeschi che non vogliono sentir parlare di eurobond e di project financing.

Ma qualcosa si muove, la Germania comincia ad avere dei dubbi sulla propria strategia economica. L'Europa della politica potrebbe nel volgere di pochi giorni travolgere l'Europa della finanza, delle banche e dei tecnocrati.

"Ci sarà poco da scherzare il 6 maggio. La data batte ormai alle porte della travagliata Unione Europea, ... Domenica si abbatterà da ogni parte d’Europa, anche non comunitaria, un vero e proprio tornado elettorale. In un’atmosfera di crisi rivelata e di irritazione quasi psicotica i francesi torneranno alle urne per il secondo turno. I greci vi andranno sfiduciati e stizzosi per eleggere un nuovo Parlamento. 

... I tedeschi affronteranno le regionali nello Schleswig-Holstein e più in là quelle nel Nord-Reno-Vestfalia. Perfino i votanti italiani andranno a tastarsi il polso con provinciali a scartamento ridotto. Seguiranno a settembre le inattese quanto difficili votazioni in un’Olanda denudata, di sorpresa, sotto l’apparente virtuosità calvinista, nelle sue tre vulnerabilità. 

...

Il clima, le emozioni, i risentimenti, le delusioni, i calcoli, dopo la giornata di un voto così diffuso, saranno destinati a marcare in profondità la sorte di un continente che, unito a parole, non è poi riuscito ad unirsi per affrontare nella realtà la globalizzazione e i baratri della recessione occidentale. 

...

Il grande rischio, incrementato dalle sferzate d’austerità del cancelliere Merkel perfino nell’Olanda filotedesca,... è che il voto di maggio sfoci in una sorta di referendum più o meno velato sul rimanere o non rimanere nella zona euro o, in senso più lato, nell’Unione europea in quanto tale."
(Un tifone elettorale sull'Europa -  Riferimento - La Stampa)

Per questo motivo mi sento debolmente ottimista. Forse il Titanic Europa riuscirà a schivare l'iceberg all'ultimo momento. Sia la politica nazionale, che quella europea risentono del vento dell'anti-europeismo. E quindi stanno scattando gli anticorpi.

In Italia il governo Monti sta tirando fuori dal cassetto il progetto della spending review, sempre rimandato. Si tenterà di evitare l'ultimo provvedimento di aumento dell'Iva, ennesimo intervento recessivo, con dei tagli alla spesa (Giarda: forse buone notizie).

Anche Bruxelles sente il pericolo della deflagrazione europea e corre ai ripari:

L'Europa prepara un «piano Marshall» con 200 miliardi € di investimenti per rilanciare la crescita
"La Commissione europea prepara una sorta di 'Piano Marshall' in grado di mobilizzare 200 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati per riattivare la crescita in Europa. Lo scrive El Pais citando fonti europee. Secondo il quotidiano il piano verrà presentato in occasione dell'incontro dei capi di stato e di governo dell' Ue in programma a fine giugno. 

Questo progetto, secondo il quotidiano spagnolo, include diverse strade già discusse da mesi dagli stati membri: grandi prestiti europei (sotto forma di eurobond), un maggior coinvolgimento della Banca europea degli investimenti (Bei) e l'intervento del meccanismo di stabilità finanziaria permanente della Ue (Efsm). 

...

Un'alternativa sarebbe quella di utilizzare i 12 miliardi di euro non ancora utilizzati dell'Efsm e usarli come capitale della Bei come «garanzia per attivare progetti di infrastrutture pubblico-privati attraverso strumenti finanziari sofisticati e con i project bond». 



Bruxelles, scrive il quotidiano, ha già iniziato a far circolare queste opzioni, anche grazie all'impulso del candidato alle presidenziali francesi Francois Hollande, che nella sua campagna ha parlato del potenziamento della Bei per favorire la crescita."


Come indica M. Seminerio su Phastidio, ad un incontro giornalistico a Perugia,  (Link - Phastidio) quella europea è soprattutto una crisi di fiducia. I paesi nordici, prima di tutto la Germania, temono di investire il loro denaro in un pozzo senza fondo. Nazioni come Grecia, Spagna, Portogallo e Italia potrebbero diventare  dei divoratori di fondi comunitari senza controlli e soprattutto senza risultati di ritorni economici.

Per uscire da questa crisi, quindi non ci vuole più nazionalsmo (Le Pen, leghismo ecc...), ma più Europa. Non basta però emettere eurobond o project financing, ma ci vuole anche "fiducia" tra europei, che non significa magnanimità dei tedeschi, ma controlli efficaci e mirati delle strutture europee che concedono i prestiti, o acquistano i debiti.


domenica 29 aprile 2012

Giarda: forse buone notizie



Spending review cioè taglio selettivo delle spese dello Stato: è il provvedimento che il Ministro Giarda sta da tempo elaborando. Il Ministro Giarda, vuoi per la sue evidente caratteristica fisica, che si presta facilmente alla satira; vuoi per l'imbarazzo di cui è stato vittima, mi pare alla sua prima seduta in Senato, che l'ha fatto oggetto di sberleffi da parte dei parlamentari, è per me il più simpatico della squadra di governo. Nell'ultimo caso forse perchè ha dimostrato di essere diverso dal resto della casta.

Simpatia che si accrescerebbe maggiormente se riuscisse a fare approvare il suo provvedimento, anche se non avrebbe la forza dei tagli auspicati da O. Giannino. Comunque il recupero di 4 miliardi di euro con tagli selettivi non è da gettare via.

" Un'operazione in più tappe, che passi attraverso l'individuazione di tagli per 4 miliardi entro l'estate così da evitare l'aumento dell'Iva previsto dal prossimo 1° ottobre, e che conduca nel medio periodo a una «profonda rivisitazione» dei meccanismi che presiedono alla spesa pubblica nel nostro Paese.
...
 la «spending review» è una sorta di nuova frontiera del Governo "tecnico", una sfida ad altissima intensità politica da giocarsi nel periodo che resta fino alla fine della legislatura, con questi passaggi."

"Accorpare le province -è il ragionamento- «sarebbe l'unica, vera misura di taglio di costi della politica». 
...
L'intenzione è di varare tagli già a partire dall'estate con accorpamenti di enti, dismissioni, e operazioni di efficientamento. 
...
Il piando di spending review al quale sta lavorando il ministro Piero Giarda dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri nella giornata di lunedì. 
... 
A quel punto si dovrà vedere quale sarà la reazione dei partiti che sostengono la maggioranza."


Il capitolo dei tagli selettivi, è un capitolo complicato. Complicato perchè è difficile capire quali spese si annidano nei bilanci pubblici, a volte volutamente criptici. Complicato perchè ci potrebbe essere uno scontro con la politica, con i suoi canali di finanziamento occulti. Per questo per il governo Monti è stato più semplice aumentare le imposte. Ma ora che i sondaggi precipitano, e soffia il vento dell'antipolitica, bisogna dirigersi verso altri obiettivi, per tenere a bada i mostri del deficit e del debito.

Credo sia una lotta vana. Non si può ragionare a lungo tempo con un debito di 2.000 miliardi e uno spread a 400 punti. Un pò alla volta il debito viene ricollocato, a fine anno quasi un quarto del debito complessivo sarà ricollocato. 500 miliardi ricollocati al 5-6% ci costa 25-30 miliardi all'anno. E non si possono fare ogni anno nuove manovre aggiuntive aumentando il carico fiscale, per una decina d'anni. E non si possono nemmeno fare ogni anno tagli da 25-30 miliardi della spesa pubblica.

La soluzione? o default, o default controllato (come la Grecia), o uscita dall'euro e inflazione (vedi Grillo).

Cobraf mi ruba le idee...



E no. Così non va. Ma come, questo è un furto bello e buono. Esigo il copyright della "nuova lira affiancata".
Ecco cosa scrive G. Zibordi alias Cobraf.com sul suo blog:


Introdurre la Lira a Fianco Dell'euro
23:49 27/04/12


"Lo schema per sostituire l'euro è il seguente ed è stato descritto alla BBC la settimana scorsa da Steve Keen:

1) introduci una nuova lira che è sostenuta dallo stato, che la accetta per pagare le tasse e dichiara che comprerà e venderà alla parità, 1 euro per 1 nuova lira, 1 a 1, mantenendo la parità del cambio con l'euro. Lo stato può farlo perchè i suoi assegni non tornano indietro e i suoi bonifici non vengono rifiutati dalla Banca d'Italia. Quindi se porti 100 euro ti da 100 lire e se porti 100 lire ti da 100 euro.

2) questa nuova moneta addizionale però CIRCOLA SOLO IN ITALIA ovviamente, quando un italiano va all'estero cambia le sue lire in euro e paga in euro se è in vacanza a NY o in Turchia. Ma in Italia la usa perchè sa che lo stato la accetta per pagare le tasse e gliela cambia alla pari con l'euro in ogni momento. Il trucco è che non devi farti ricattare dai "Mercati" finanziari internazionali, per cui la usi in Italia e usi l'euro all'estero!.

Questo schema è ingegnoso e funzionerebbe perchè fa leva su come funziona la moneta moderna, che è creata dallo stato quando spende ed esiste solo perchè lo stato dichiara che l'accetta per pagare le tasse. Se uno capisce questo semplice concetto poi non ci sono problemi

Ovviamente nel corso del tempo ritiresti poi gradualmente gli euro ritornando piano piano alla tua "nuova lira", ma senza fretta e senza strappi drammatici"

E poi mi tocca denunciare anche quell'inglese S. Keen... ;-) . Evidentemente entrambi copiano dal mio vecchio post, meschini:


giovedì 1 dicembre 2011
Esperimento italiano



"Propongo all'ABC della politica italiana (intendasi A-lfano, B-ersani, C-asini ecc.) un esperimento di gestione del debito pubblico che consiste nei seguenti punti:


1- non dare troppa autonomia al governo Monti che, oltre ad essere un esecutivo con i riflessi di un bradipo, ha obiettivi di austerità quasi completamente sbagliati; giusto mantenere la rotta della finanza nello stile II repubblica (Visco, Amato, Tremonti per intenderci) con qualche ulteriore limatina qua e la (sprechi e spese inutili), ma senza esagerare.

2- riprendere l'iniziativa politica vera è decidere di riavviare rotative e conio della zecca ed emettere una nuova moneta italiana (nuova lira, unità di conto italiana, Antonia, Filippa... chiamatela come volete) da affiancare all'euro.



3- rinnovare i titoli di stato in scadenza con nuovi titoli in lire nove; I quali verrebbero acquistati obbligatoriamente dalle maggiori banche nazionali, preventivamente irrorate di nuova liquidità in lire per pari importo.
...
Si potrebbe continuare ad emettere debito tradizionale in euro, ma a tassi paritetici con quelli tedeschi. Se viene felicemente collocato bene, altrimenti verrebbe sostituito dal debito in lire nove a tasso negativo.

Una follia? ma in un mondo di subprime e derivati, follia più o follia meno, cosa importa."
(Riferimento)

A parte gli scherzi, il fatto che una tale proposta provenga, molto simile, dal blog di Cobraf, non può che farmi piacere ed alimentare il mio auto compiacimento. Devo constatare quindi che non era un'idea così strampalata, ed inoltre l'ho anticipata di qualche mese già all'inizio di dicembre 2011. Sono più avanti della "perfida Albione". Nel mare di castronate che ho scritto qua e la, qualche buona idea è uscita anche da questo blog.

sabato 28 aprile 2012

Crescita montiana



A quanto pare, il Cancelliere A. Merkel si sente assediata. Qualcosa non funziona, va bene che vadano a gambe all’aria le fragili economie del sud e delle isole (ricorda qualcosa di molto italiano), ma ora ci si mette anche l’Olanda. Se continua così, con il super alleato francese che non ne vuole più sapere dell’austerità, e con gli amici nordici più fidati che ti mollano, va a finire che i tedeschi rimarranno circondati da popoli derelitti e imbufaliti.

Allora che fare? Si passa al piano B. Gli eurobond? Neanche per sogno, quello per i tedeschi è il piano Z. Il piano B consiste nel richiamare la marionetta Monti e riprogrammarla con la nuova parola d’ordine:
c r e s c i t a.

Ecco che allora parte il nuovo tour montiano, dopo i successi de “il rigore ci fa bene”, approda la nuova serie di incontri dal titolo “abbiamo sempre voluto la crescita”, sottotitolo “e anche più e prima dei francesi” (ben ti sta caro Hollande piantagrane).

Quindi tutto bene? Finalmente l’hanno capita che i popoli europei non ne possono più di tasse e rigore? Il problema è che c’è la fregatura, mica i tedeschi e Monti cambiano idea di botto. Bisogna capire cosa intendono per crescita. Ce lo spiegano due giornalisti appartenenti a due testate diametralmente opposte:

Patto per la crescita? non pervenuto
Marcello Foa

“Leggo sul Corriere della Sera un titolo altisonante: “Merkel-Monti, patto sulla crescita”, poi però leggo l’articolo, che recita:

Un patto per la crescita sull’asse Roma-Berlino. Trae linfa vitale dall’incontro di un mese fa a palazzo Chigi tra il premier Monti e la Cancelliera AngelaMerkel. L’obiettivo – condiviso – è trovare soluzioni in grado di garantire il superamento della crisi, soprattutto per individuare politiche che possano stimolare la crescita.

Bene, mi dico, hanno capito. Poi però si legge che:
Per la crescita e il lavoro la priorità va data al rigore dei conti, unica strada per ritrovare la fiducia degli investitori. È chiaro il premier Monti, coerente con la linea che ha riparato l’Italia dal fuoco incrociato dei mercati e con i dettami Bce.

E allora sono costretto ancora una volta a ricredermi. Sono le attuali, assurde (perché sproporzionate) misure di austerità a provocare una crisi che colpisce profondamente l’economia reale, ben più di quanto avvenuto nel 2009.

Che la Merkel, nella sua ottusità, non lo capisca, non mi meraviglia. Ma in fondo non mi stupisco nemmeno di Monti. Questa è solo una conferma sull’irresponsabilità di un professore che vive in una bolla, che non sa cosa sia la realtà, privo di qualunque empatia e buon senso. Un uomo che molti considerano il salvatore della Patria, ma che verrà ricordato l’affossatore della Patria, colui che ha sradicato violentemente il tessuto di piccola e media impresa, l’Italia degli artigiani, degli indipendenti, dei negozianti.”

Gli amici di Angela Merkel
PierGiorgio Gawronski

“Mario Monti è pienamente coinvolto nel fallimento diagnostico della crisi, e nel “Grand Plan” delle destre europee per smantellare le rigidità dell’offerta, “il modello sociale europeo” (Draghi), e per bloccare le politiche di stabilizzazione della domanda (il “Fiscal Compact” è pro-ciclico). Con la manovra di bilancio di fine 2011, ha fornito alla BCE l’occasione di “salvare l’Italia”; per ora. Ma da allora cavalca la polemica contro la “governance europea inadeguata” per disinnescarla: alla Germania ha chiesto liberalizzazioni, non reflazione; e un Fondo Salva Stati la cui irrilevanza – fosse stato anche di 1000 MLD- è sotto gli occhi di tutti.

In Finlandia ha detto che “La priorità comune è la crescita, e la ricetta è chiara: riforme strutturali!”. Si prepara ora un’altra truffa mediatica incentrata sulla parola “crescita”: noi intendiamo redditi e occupazione, loro la “crescita potenziale” (non reale!). Tradotto vuol dire: liberalizzazioni e miseria.
Monti guadagna oltre un milione all’anno: può permettersi di inseguire il sogno di un’Europa “flessibile” e deflazionista; la gente comune, no. È urgente imprimere una svolta alla politica economica. Siamo anche noi liberisti ma, prima di tutto, patrioti. 

PS. 

Complimenti a Fassina e Bersani. Il vuoto lasciato dal PD sta portando i partiti a sinistra oltre il 27% ! Non solo suicidano l’Europa, anche se stessi! Chapeau alla coerenza! Monti & Merkel progettano di isolare Hollande, per disinnescarlo grazie a una manciata di Eurobond; evitando così di ridiscutere lo Statuto della BCE e il Fiscal Compact: la loro Europa. Il PD sosterrà lealmente questa strategia? 


Presidente: lasci votare! Se il popolo deve finire in padella o nella brace, almeno che si scelga lui il suo destino; la situazione è del tutto nuova, rispetto al 2008. Nel 2013 la crisi sarà più grave e la coesione sociale al minimo: non l’ideale per un voto sereno. Il populismo chiederà l’uscita dall’Euro: e non si potrà più dare loro torto. Il tempo lavora contro la stabilità del sistema, e dei micro-sistemi sottostanti (famiglie, ecc.).”

Ma che fa Mago Monti, bleffa? cerca di bleffare con o contro l'ABC della politica? E' difficile fregare i politici italiani, signor premier, questi sono campioni del bluff.
Ma poi, signori politici ABC, siete sicuri che i sondaggi sul premier siano giusti?

venerdì 27 aprile 2012

Vorrei essere un evasore



"Scovati dalla Guardia di Finanza, da Nord a Sud, 2.192 evasori totali. Risultavano "invisibili" per il Fisco ma a tradirli e' stato il loro elevato tenore di vita: macchine di grossa cilindrata, ville da sogno e viaggi esclusivi. Un'evasione "trasversale" che era diffusa in varie categorie sociali, dai commercianti, agli imprenditori edili, ai professionisti. Oltre 6 miliardi di euro sono stati occultati nei primi quattro mesi dell'anno. A scoprirli, su tutto il territorio nazionale, e' stata la Guardia di Finanza che anche in materia di Iva ha individuato 650 milioni di euro non dichiarati. Sono state denunciate all'autorita' giudiziaria 853 persone che non avevano presentato la dichiarazione dei redditi e altre 530 per occultamento o distruzione della contabilita'." 

Notizia di oggi, ma quello che mi chiedo, è vera o è propaganda del minculpop?

Prendiamo per esempio il dato IVA, che presumo si riferisca ai primi 4 mesi dell'anno. Considerando l'Iva post-Monti del 21%, si ottengono transazioni totali per 650.000.000/ 21% = 3.100.000.000 di euro (3,1 miliardi). Il che equivale, per ognuno dei 2192 evasori, in media 1.412.000 euro a testa (1,41 milioni) non dichiarati.
Se si deve intendere questa cifra riferita a soli primi 4 mesi, si può presumere che l'entità delle transazioni non soggette a Iva sarebbe stata solo per quest'anno (il 2012, quello della grande crisi) di 4,23 milioni per ogni evasore.

Se invece si considerano i 6 miliardi di euro occultati, il reddito medio risulta di 2,7 milioni di euro a testa per i soli primi 4 mesi. Ma riferiti all'intero anno (il 2012, quello della grande crisi) sarebbero stati 18 miliardi complessivi non dichiarati, e quindi 8,2 milioni di euro per ogni evasore.

Quindi avrebbero evaso, utilizzando le tabelle delle aliquote Irpef dell'anno passato:


"ALIQUOTE IRPEF 2011 e 2012
( Riferimento - Commercialistatelematico )
  • redditi fino a 15 000 euro, aliquota al 23%;
  • tra 15 000 e 28 000 euro, aliquota al 27% (più rapidamente: 3.450 + 27% della parte eccedente 15.000);
  • tra 28 000 e 55 000 euro, aliquota al 38% (più rapidamente: 6.960 + 38% della parte eccedente 28.000);
  • tra 55 000 e 75 000 euro, aliquota al 41% (più rapidamente: 17.220 + 41% della parte eccedente 55.000);
  • oltre i 75 000 euro, aliquota al 43% (più rapidamente: 25.420 + 43% della parte eccedente 75.000)."
15.000 x 23% = 3.450 €
13.000 x 27% = 3.510 €
27.000 x 38% = 10.260 €
20.000 x 41% = 8.200 €
8.125.000 x 43% = 3.494.000 €

evasione presunta per il 2012 circa: 3,5 milioni di euro per ogni evasore, 7,7 miliardi di euro complessivi!

Ma sono dati veri, verosimili o gonfiati? Ma non siamo in crisi? Se sono dati veri, allora sono un fesso, avrei potuto guadagnare milioni di euro in questi anni (chissà quanto in quelli prima della crisi...) e fuggire su un'isola dei caraibi (magari comprandomela) e vivere di rendita per il resto della vita.

Ma è possibile che un commerciante, un imprenditore o un professionista guadagnino 8,2 milioni di euro in un periodo come questo. Mi pare francamente che questi annunci siano in gran parte propaganda per fare incazzare chi ha un reddito fisso. Ma vi paiono cifre possibili in un anno segnato dai suicidi degli imprenditori?


Downgrades Spagna


S & P Downgrades Spagna, e mette in guardia per altri tagli (STD, BBVA)

"Standard & Poor ha appena abbassato il rating di credito sovrano della Spagna. Abbiamo avvertito che i declassamenti non erano finiti per la Spagna né per le altre nazioni PIIGS. Vogliamo andare avanti e pensare che a rimanere ancora così non va bene. Dopotutto, il rating a lungo termine è negativo. Se la Spagna è stato tagliato, logica vorrebbe che gli altri PIIGS sono vicini ad essere degradati.

Il downgrade S & P è stato preso a lungo termine e a breve termine a BBB + / A2 da A/A-1 e la revisione di oggi riflette una visione di rischi significativi per la crescita economica della Spagna e le prestazioni di bilancio. La revisione cita anche un deterioramento della traiettoria deficit di bilancio da 2011 al 2015. Si pensa che le banche sono di nuovo al sicuro: S & P vede una maggiore probabilità che la Spagna dovrà dare un ulteriore sostegno al settore bancario spagnolo. Vi è anche la chiamata che il PIL nel 2012 si contrarrà in termini reali del 1,5% quest'anno e si contrarrà dello 0,5% nel 2013.

La retrocessione di oggi è un avvertimento e che S & P potrebbe rivedere l'outlook negativo a stabile se i rischi per le condizioni di finanziamento esterno comincia a placarsi. La domanda da porsi è come ciò possa accadere in questo momento ... È stato inoltre osservato che il nuovo governo della Spagna ha attuato un insieme completo di riforme strutturali.

E il rovescio della medaglia su questo outlook negativo è ancora una volta che un downgrade potrebbe venire per il debito delle amministrazioni pubbliche che supera oltre l'80% del PIL nel periodo dal 2012 al 2014."



Forex: EUR / USD scende dopo il downgrade spagnolo
(Riferimento - fxstreet)

"FXstreet.com (San Francisco) - La moneta unica europea è sotto pressione all'inizio della negoziazione di questo Venerdì in Asia come rating del debito sovrano, S & P, taglio della Spagna a BBB + da A con un negativo prospettiva a lungo termine. EUR / USD è sceso bruscamente a trovare sostegno alla figura psicologica da 1,3200 1,3236 da prima l'annuncio. Al momento della stesura, la coppia sta rimbalzando un po ', l'ultima nella zona 1,3210 contro 1,3218 fine Giovedi a New York. In caso di EUR / USD spingere più basso nel corso della giornata mondiale in avanti, prossimo supporto si trova a 1,3190 (13 marzo alto), poi a 1,3171 (17 aprile high). Per il rovescio della medaglia, la resistenza si nota a 1,3250 (29 marzo basso), e 1,3261 (giorno precedente l'alto)."

Oggi in borsa si va sulle montagne russe. Lo spread dei Bonos Spagna potrebbe salire a valori stellari, e quello dei Btp Italia seguire a ruota. La tempesta travolgerà l'Europa, che sia filo Hollandiana o filo Merkeliana.

Questa volta però non si assisterà alla telenovela greca: se salta la Spagna, a ruota saltano anche gli altri Piigs. La Germania non avrà il tempo di fare melina, sarà travolta anch'essa con le sue certezze austeriche.

Invece per "Rischio Calcolato", la guerra euro/ dollaro provocherà l'intervento di soccorso della Bce:


Si Ricomincia a Ballare: S&P Taglia la Spagna a BBB+ (…nooo Roland Berger non c’entra…no.no.no)

"... vogliamo scommettere che domani dopo un iniziale partenza negativa si andrà su sparati a bomba con lo yeld iberico in miglioramento?

Sapete perchè?

Perchè siamo in guerra e domani la BCE screditerà S&P, tu mi downgradi la Spagna? Bene e io faccio scendere lo spread.

Vediamo un pochino se non succederà proprio così. 


Ah… e attenzione, ho come la sensazione che alcuni indignati Spagnoli domani invocheranno la necessità di un agenzia di rating più “equa”, i tedeschi staranno ad ascoltare in sobrio silenzio, poi tutto a un tratto, si parlerà solo di ROLAND BERGER."

-oOo-

Aggiornamento ore 11:30

In effetti al momento ha avuto ragione Rischio Calcolato, non ci sono stati grandi sfracelli. Probabilmente c'è stato un intervento della Bce, o i mercati avevano già incorporato la notizia ieri, o la S&P (e le altre agenzie) non se le fila più nessuno.

Nemmeno l'indice di borsa spagnolo è tanto male:


Mentre lo spread sia spagnolo che italiano, hanno subito ulteriori risalite, ma il disastro sembra ancora recuperabile:


Comunque, il pericolo si annusa nell'aria (di Francoforte), in quanto dichiarazioni del n. 2 della Bce farebbero pensare ad un intervento meno "bizantino" del Ltro, e più efficaciemente in stile Fed, per sostenere le banche europee:

"la Bce, insieme ai paesi dell’eurozona, starebbe lavorando “ad alti livelli” per permettere alle banche in difficoltà un accesso diretto al Meccanismo di stabilità europeo, l’Esm, nonostante le forti resistenze della Germania. Lo scriveva ieri la Sueddeutsche Zeitung, a detta della quale «un gruppo di lavoro dei paesi dell’euro già nelle prossime settimane verificherà» come si possa arrivare a concessioni di credito dirette dall’Esm. «Motivo della fretta è la crisi in Spagna – si aggiungeva nell’articolo – e la paura che possa avvenire un contagio ad altri paesi dell’Eurozona».
...
E ancora: «I finanziamenti diretti alle banche permetterebbero di evitare che per ottenere aiuti per gli istituti di credito un Paese debba a sua volta entrare nel programma di salvataggio. Se la Spagna entra nel programma, i mercati si concentrano subito dopo sull’Italia», diceva una fonte europea.
...
siamo già in pericolo, visto che si parla di fretta e di prestiti senza collaterale e senza sterilizzazione, di fatto un’operazione in stile Fed per salvare prima Dexia e poi il sistema bancario spagnolo
...
D’altronde, non serviva l’accelerazione espansiva in atto per capire che la situazione è gravissima: basta leggere i dati sconfortanti che giornalmente vengono diffusi da Ocse, Bei, Fmi, Banca Mondiale, Eurostat e chi più ne ha, più ne metta. Il problema è che nessuno sta sottolineando un dato, a parte Ambrose Evans-Pritchard sul Daily Telegraph di ieri: ovvero che l’Europa, fatta salva la Germania, sta assomigliando sempre di più al Giappone post-bolla degli anni Ottanta. Il tanto temuto – e negato dai banchieri, senza vergogna – credit crunch si è infatti tramutato in un vero e proprio collasso nella domanda di prestiti, sia da parte di privati che di aziende.
...
Una cosa è certa, non una terza asta Ltro come è nella mente di qualcuno, visto che quell’operazione non sposta il rischio nei bilanci della Bce, non opera attraverso il meccanismo di quantità monetaria ma concentra il rischio nei bilanci delle banche stesse. In parole povere, permette alle banche del Nord Europa di scaricare le loro detenzioni di bonds a rischio, che vengono poi comprate a carry trade da quelle dei cosiddetti Piigs con i soldi di Francoforte: bel meccanismo, ma non risolve la crisi. Anzi, la complica."

-oOo-

Aggiornamento ore 18:00

Altro che declassamento, alla fine le borse festeggiano, compresa quella di Madrid che sale del 1,54 %!


e gli spread sono rimasti pressochè gli stessi di ieri. E l'ottimismo pervade le borse malgrado:

Il Tesoro vende 4,9 miliardi di Btp, tassi ai massimi da gennaio. Spread su
(Riferimento - Il Sole24ore)

"Lo spread tra Btp e Bund si stringe fino a 404 punti dopo i risultati dell'asta. Il rendimento del titolo decennale è al 5,72%."

E' un ottimismo forzato dalle manovre della Bce?

giovedì 26 aprile 2012

Monti è finito (2)

 

Ormai i segnali si moltiplicano, la crisi dello spread fuori controllo, lo spread fra Italia e Spagna che si restringe sempre più, la crisi nell'economia reale che avanza, i suicidi dei tartassati, i partiti che perdono consensi e preparano cambi di nome,  le voci di elezioni anticipate e il continuo ripetere che la legislatura finirà nel 2013...

Tutte cose che rendono la vita del governo tecnico per niente facile. E maggio, si prepara ad essere un mese pesante per l'Unione Europea, che vedrà risultati elettorali sfavorevoli alla politica austerica della Germania. Ci sarà da ballare. Se Monti non si allineerà con le richieste di Hollande (nel caso vinca), la sua eterogenea maggioranza potrebbe mollarlo, o anche solo una parte di essa. Se invece si allineerà alla politica europea di Hollande, i partiti di maggioranza lo molleranno ugualmente, poichè vorranno intestarsi loro i meriti della politica di crescita (e spartirsi eventuali finanziamenti).

Quindi il governo Monti ha i giorni contati. Interessante il post segnalato sotto, che descrive un Monti in versione internazionale. Secondo quanto descritto, avrebbe fatto promesse ed ottenuto impegni in ambito finanziario internazionale, che per qualche motivo ignoto non sono stati poi onorati:

Fail Monty

votate Hollande (2)



E si, se fossi francese sarei sempre più convinto di sostenere il candidato Hollande. Ma forse lo sono ancora di più proprio perchè sono un italiano vessato dal governo Monti.


"Il candidato socialista all'Eliseo, Francois Hollande, ha annunciato oggi che, qualora venisse eletto, la Francia «non ratificherà il patto di bilancio Ue nella sua versione attuale». Anzi: già il primo giorno dopo il voto Hollande si impegna ad inviare ai partner europei un memorandum contenente quattro proposte per perfezionare il «fiscal compact», su cui si sono impegnati 25 dei 27 Paesi dell'Unione europea.

...

L'esponente socialista ha citato l'intervento del presidente della Bce, Mario Draghi, e ha sottolineato la necessità di politiche per la crescita da affiancare a quelle per il contenimento dei deficit. L'obiettivo, insomma, è integrare quel testo: «Se aggiungeremo una parte al testo attuale, o se faremo un trattato a parte questo non lo so, farà parte dei negoziati». 
...
Hollande ha spiegato che intende chiedere «l'introduzione degli eurobond, non per condividere il debito ma per finanziare progetto di infrastrutture industriali»"


La cosa veramente stucchevole è vedere alcuni protagonisti della nostra politica, sperare nella vittoria di Hollande e nello stsso tempo sostenere il governo di Mago Monti.



"... i politici italiani, che ormai possono essere tranquillamente divisi in neoliberisti conservatori (PDL, Terzo Polo) e neoliberisti riformatori (PD, Italia dei Valori), hanno sempre creduto nella validità universale e assoluta del giudizio dei mercati, appoggiando con convinzione la linea dell’austerità tedesca e le iniziative di aumento della pressione fiscale di Monti. Almeno fino a quando all’orizzonte non è apparsa la stella di Hollande, che insediandosi all’Eliseo potrebbe stravolgere l’attuale struttura dell’Unione Monetaria Europea, mettendo un freno alle politiche di rigore imposte dal Fiscal Compact e cambiando lo statuto della BCE per consentire i finanziamenti diretti agli stati. Da Bersani a D’Alema a Tremonti, è stato un coro di consenso trasversale alla possibilità del cambio di guardia alla presidenza della Francia, ma abituati come sono a salire sul carro del vincitore i politici italiani non si sono accorti delle loro infinite contraddizioni: ma se auspicano tanto un cambiamento strutturale ed epocale dell’Unione Europea perché non cominciano a muoversi autonomamente?"


Esatto. Perchè rimanere ancorati a dogmi di fede quali "... è l'Europa che ce lo chiede" invece di iniziare un dibattito serio ed autonomo dagli ideali austerici di A. Merkel? Come dimostrano le elezioni presidenziali francesi, la caduta del governo olandese, e i no di quello spagnolo sul deficit di bilancio, non è affatto vero che si debba sempre annuire a tutte le disposizioni provenienti da Berlino. Tanto più che ora la Germania appare sempre più isolata nel contesto europeo: 

Torniamo a pensare con la nostra testa, e dimostriamo il coraggio di compiere delle scelte a nostra difesa, anche le più estreme, come lasciare l'euro se necessario. E' sbagliato considerare questa possibilità un tabù, e liquidarla semplicemente con l'evocazione di disastri nazionali. Non è detto che sia così, se il processo viene ben guidato e progettato.

E' inutile che la politica ufficiale cerchi di nascondere, falsare i dati e le idee degli intellettuali ed esperti non allineati con le tesi governative. Perchè quello che non passa per i canali ufficiali, prima o poi giunge attraverso i nuovi media e attraverso l'antipolitica.

La politica espressa dal Parlamento rimane deficitaria e lontana dal sentire popolare. E certi metodi e intimidazioni potrebbero produrre risultati opposti.
Gli elettori sono come i bambini, gli dici di no e per ripicca ripetono l'azione vietata: ieri il Presidente Napolitano ha detto no ai demagoghi. Siamo sicuri che questi moniti non siano controproducenti? 
Intanto Grillo ringrazia.

E quindi, che fanno i partiti italiani? fremono, pungolano il governo, sentono il vento francese e quello nostrano genovese. Sembra di essere tornati al governo Prodi ai tempi di Bertinotti: dateci le 35 ore; o ai tempi del governo Berlusconi alle prese con la Lega: dateci il federalismo. Oggi i partiti sono più prosaici: dateci 9 miliardi per la crescita, sembrano dire l'ABC della politica, sennò... elezioni a ottobre (ma questo non lo dicono, s'intuisce).

Pd, Pdl e Terzo Polo al governo: “Fuori 9 miliardi per la crescita”

"La maggioranza tenta di ”forzare la mano” al governo sugli investimenti per favorire la crescita, nonostante il nuovo richiamo del premier Monti alle ragioni del rigore. Mercoledì, infatti Pdl, Pd e Terzo Polo presenteranno all’esecutivo una bozza di risoluzione con cui approvare il Def alla Camera e al Senato, in cui si chiedera’ di allentare i cordoni della borsa di 8-9 miliardi. 
...
La risoluzione invita poi il governo a mettere mano a un ”piano di dismissioni del patrimonio pubblico” per abbattere lo stock di debito, coinvolgendo la Cassa Depositi e Prestiti per dar vita a un Fondo immobiliare, che rilevi il patrimonio pubblico e lo collochi. Insomma niente cartolarizzazioni”. 
...
Resta da vedere cosa dira’ il governo, dopo che il premier Mario Monti proprio oggi ha richiamato alla necessita’ di tener ferma la barra sul rigore." 

E la Germania che fa allora? cerca di uscire dall'angolo, richiama a se la propria creatura, il governo Monti, e come un pupazzo da ventriloquo lo anima, e lo trasforma nel sostituto di Sarkozy, ormai perso. Ma l'hanno dimenticato i tedeschi che gli assi con gli italiani portano una sfiga micidiale?


Roma e Berlino, un asse per la crescita



"Un patto per la crescita sull'asse Roma-Berlino. Trae linfa vitale dall'incontro di un mese fa a palazzo Chigi tra il premier Monti e la Cancelliera Angela Merkel. L'obiettivo - condiviso - è trovare soluzioni in grado di garantire il superamento della crisi, soprattutto per individuare politiche che possano stimolare la crescita."

mercoledì 25 aprile 2012

Batti e ribatti...


... prima o poi il messaggio arriva anche sui media più seguiti. Per ora è solo una tv locale, Tele Toscana Nord. Chissà che però un qualche Ballarò, Piazza Pulita o Servizio Pubblico ne riprendano il tema in futuro.

L’USCITA DALL’EURO NON E’ PIU’ SOLTANTO UN SOGNO LONTANO MA UNA CONCRETA REALTA’

Moto perpetuo economico



In questi giorni di ponte tra 25 aprile e primo maggio mi dedico più spesso del solito al "cazzeggio applicato". Ho scaricato così casualmente un programmino freeware, denominato Physion (http://physion.net/) che simula l'interazione delle forze fisiche. E' un pò limitato perchè le simulazioni si possono effettuare solo in un mondo a due dimensioni.

La prima cosa che mi è venuta in mente, è la sperimentazione dei modelli di "moto perpetuo" che invadono il mondo dei video amatoriali di Youtube. I modelli proposti mi hanno sempre affascinato, ma la pigrizia di testarli è sempre stata più forte. Quale metodo migliore per togliersi i dubbi, senza dover armeggiare con compensato, chiodi, staffe, colla, plexiglass, viti ecc. che fare tutto su Pc giocando con Physion e per giunta divertendosi? Naturalmente nessun modello di moto perpetuo funziona.

Ma mentre giocavo con queste simulazioni fisiche già fallimentari in partenza, mi veniva da pensare che la stessa cosa avviene in economia. Economisti, esperti, tuttologhi, professori, politici ecc. sono in realtà alla ricerca di un "moto perpetuo economico", una formula matematico-sociale in grado di far funzionare l'economia mondiale o nazionale senza strappi, e continuamente auto alimentata. La formula dell'eterna crescita economica e dell'eterno arricchimento.

Ognuno ha la sua ricetta: Keynesiani, liberisti, chi segue entrambe le linee (cerchiobottisti), pochi ancora convinti dall'alternativa social-comunista. Ora si aggiungono i seguaci dell'esoterica MMT capeggiati in Italia da P. Barnard (http://www.democraziammt.info/). Teoria quest'ultima che mi affascina, ma che risulta troppo magica per essere vera. Quindi da monitorare, ma non prendere troppo sul serio.

Ma purtroppo, è la mia conclusione, la formula economica perfetta non esiste. Molto probabilmente è un'illusione come il moto perpetuo. I mercati non si auto alimentato senza un'autorità statale, un'autorità statale che voglia eliminare e sostituirsi al mercato fallisce. E' necessario trovare un mix di volta in volta, e probabilmente anche il mix non è fatto di parti sempre uguali come un cocktail, ma numerose variabili richiedono sempre quantità diverse.

Oggi concorrono a mischiare le carte, anche l'innovazione tecnologica e l'approssimarsi dell'esaurimento dell'energia fossile a basso prezzo. Stiamo attraversando un periodo di crisi insidioso come un campo minato. Come ti muovi sbagli. Basta guardare a quello che sta facendo, spero in buona fede, il nostro governo tecnico. Ha assunto delle iniziative che dovrebbero farci sperare nel meglio, rispetto all'immobilismo del precedente governo. Eppure sta adottando una politica così dannosa per il nostro paese, che avrebbe fatto meglio a non muovere una foglia.

Viviamo su un pianeta con risorse limitate. Se dall'altra parte del mondo qualcuno comincia a vivere un pò meglio, in realtà sta provocando la sottrazione di risorse economiche da questa parte. E' come la legge fisica dei vasi comunicanti. Se apro il rubinetto da una parte, si svuotano la tubazioni dall'altra. Così assistiamo all'occidentalizzazione della Cina, e alla cinesizzazione dell'Europa.

Anche in Europa, il tira e molla tra fautori dell'austerity e propositori degli eurobond, rientra in questa ricerca della formula della felicità. E' difficile dire chi ha ragione, perchè ne hanno entrambi: limitare deficit, debiti e ridurre le spese è sacrosanto; per contro creare lavoro e crescita, anche a discapito delle casse pubbliche è altrettanto sacrosanto. Difficile trovare la strada giusta, anche se da italiano, ascoltando più la pancia della testa, la via dell'austerità diventa sempre meno appetibile.

Concludo invitando alla lettura del post di Beato Trader, che esprime meglio di me, i dubbi su quale sia la strada migliore da seguire:


Su Keynes ho qualche dubbio, sulla MMT parecchi dubbi...ma l'Austerity (astratta dal contesto)...



"... la scuola Austriaca in teoria hanno tutte le ragioni del Mondo

ma in pratica non hanno mai trovato un'applicazione tosta&concreta alle loro teorie...

...

il metadone-austerity 
in un mondo di drogati 
sta sortendo un effetto deprimente e controproducente: 
hai voglia a dire che un domani 
se ti disintossicherai
sarai più forte e longevo...e meno soggetto a collassi.
Intanto gli altri si dopano
e vincono i 100 metri,
diventando pure dei safe haven
tanto allucinanti quanto provvisori (vedi UK)
...e si permettono pure di darti lezioni
mentre si sparano la siringa d'eroina in vena....

Oltre il danno la beffa verrebbe da dire...."


martedì 24 aprile 2012

Sondaggi giù, spread su




 L'avevo già scritto in post precedenti, e puntualmente si è verificato:

Monti illegittimo (21 marzo 2012) 

"... è abbastanza sicuro che fra marzo e giugno, con l'arrivo della nuova imposizione fiscale (addizionali Irpef e Imu) la popolarità di questo governo subirà un forte calo.

La prossima caduta nei sondaggi del premier Monti, unita alla caduta attuale nei sondaggi dei partiti che lo sostengono, creerà degli screzi tra Parlamento, Governo e segreterie dei partiti. Sia il Pdl che il Pd sono i due partiti che peggio possono sopportare nuove tensioni. Entrambi i partiti sono come pentole ribollenti sul fuoco, con all'interno correnti che mal stanno sopportando l'attuale situazione. Se il focolare dovesse divampare in falò, la zuppa contenuta nella pentola potrebbe tracimare."

Monti è finito (14 aprile 2012) 

"Ancora non vedo il prof. Monti affiancato alle parole "spread", "borse a picco", "caduta della produzione" sui principali quotidiani nazionali, quasi che le dinamiche dell'economia siano sganciate dalle decisioni prese dal governo tecnico. Ma ormai anche questa premura mediatica non riesce a nascondere il fallimento di questo governo. Tirerà a campare ancora per un pò, in assenza di alternative e per apatia del Parlamento che non sa a che santo votarsi. Ma non ha più grandi prospettive davanti a se."

La paura fa 2013 (16 aprile 2012) 

"E' comunque evidente che il governo Monti avverte la pressione dell'opinione pubblica, anche se non insegue l'elettorato, e di un fallimento imminente dell'azione di governo con tutti gli indici economici in negativo, e ora anche lo spread ballerino.
...
Invece, in chi l'elettorato lo deve seguire, cioè i partiti politici, cominciano a insinuarsi molti dubbi.
...
Probabilmente è vero che Monti ha un largo sostegno degli italiani (anche se in rapido calo) ma a quanto pare i partiti che lo sostengono, non solo non ne beneficiano, ma perdono costantemente appeal."

Ora giungono dati dei sondaggi sul premier, che indicano un veloce franamento dei consensi:

SuperMario è nervoso: a picco nei sondaggi

"A cristallizzare il calo dei consensi, due giorni fa, era stato il rilevamento realizzato da Swg per la trasmissione di Raitre Agorà, fissando l’asticella della fiducia per il primo ministro a quota 45 per cento, due punti in meno rispetto alla settimana precedente, 13 in meno rispetto a febbraio, addirittura -26 rispetto ai giorni di inizio mandato, a novembre scorso.

Ancora più basse le percentuali in caso di futura candidatura, con un 66 per cento del campione che si dice certo (24 per cento) o ritiene molto probabile (42 per cento) che non voterà per lui. A confermare il trend al ribasso, ieri, l’indagine sul gradimento del premier condotta dalla Lorien consulting per Italia Oggi, che fa precipitare i giudizi positivi sull’attuale governo al suo minimo storico, appena il 39,4 per cento degli intervistati, -17 rispetto a un mese fa. Secondo il sondaggio, il 46 per cento degli italiani considera Monti «uguale ai politici», e metà esatta della popolazione ritiene che difenda «gli interessi dei ricchi», una convinzione che solo un mese fa era al 19 per cento.

E se ancora una larga maggioranza del Paese (il 75%, tre quarti del campione intervistato) definisce «autorevole» l’esecutivo tecnocrate (e il 49 per cento vorrebbe che arrivasse a fine legislatura), cresce vistosamente la sfiducia nelle sue capacità taumaturgiche, con un 38,4 per cento che nutre dubbi più o meno consistenti sulla possibilità che il governo Monti sia davvero in grado di assicurare all’Italia la stabilità economica."

Evviva, malgrado "il grande fratello", "amici" e "isole dei famosi" gli italiani cominciano a svegliarsi e vedere la cruda realtà. Il Mago Monti è solo un pò più elegante e forbito del Mago Otelma, per il resto è tutta la stessa fuffa.

E anche sulla durata dell'esecutivo ci avevo visto giusto:


"Il Governo Monti e la sua super maggioranza sono proprio finiti. Il governo tecnico è già giunto a scadenza prima del termine. Dopo soli 4-5 mesi siamo già al "nuovo patto politico". I governi Prodi e Berlusconi ci arrivavano di solito dopo un paio d'anni.
...
Facendo le debite proporzioni con il passato, significa che questo governo ha davanti a se ancora 4-5 mesi i lavoro effettivo, ferie comprese. Poi probabilmente non gli verrà tolta la fiducia per i pochi mesi restanti alle elezioni del 2013, ma rimarrà in carica solo per prepararle e condurle."

Ed infatti, dopo il "grande patto politico" qualcuno ha messo in circolazione voci su elezioni ad ottobre 2012. Non è un caso, i partiti si stanno probabilmente attrezzando per allontanare il più possibile la loro immagine dall'ombra di Monti. Infatti fioriscono tutta una serie di iniziative "rivoluzionarie", di cui il senatore a vita, non sembra esserne il protagonista. Mentre non molto tempo fa i partiti facevano a gara per portarsi Monti dalla loro parte, ora pensano a maquillage e cambi di nomi per indirizzare l'attenzione su altro. Anche il Pd, che sembra intenzionato a mantenere nome e simbolo, se vincesse le elezioni Hollande, potrebbe essere fortemente tentato di cambiare completamente orientamento: verso la crescita, via dall'austerità.

Vedremo come si evolverà la situazione. Ma potrebbe anche evolversi molto più velocemente nel caso lo spread impazzisse, continuando la salita di ieri. La reazione di ieri delle borse era prevedibile: la finanza teme saltino tutti gli accordi in Europa a causa dell'esito elettorale francese.
Nel caso l'indice dello spread andasse fuori controllo il Parlamento non avrebbe più remore a licenziare questo governo in quattro e quattrotto.


lunedì 23 aprile 2012

Lunedì nero


Oggi è colpa di Francia e Olanda. Così titolano i maggiori giornali on line italiani. E' un vero peccato dover utilizzare due nazioni europee in un unica giornata. Se si continua così, il Sole24ore e gli altri media, finiranno in fretta tutte le nazioni europee, e poi non sapranno a chi appioppare la colpa del nostro spread stellare.

Naturalmente, i media principali adottano tutte le cautele per non coinvolgere Monti. Li capisco, avevano dato al premier tutti i meriti del calo dello spread Btp-Bund decennali. Ora lo spread torna a spaventare. Consiglio alle varie redazioni di accendere un cero e dire una preghierina a San Draghi da Ltro.

Ma di sicuro non si possono imputare a Mago Monti tutte le nostre catastrofi. Ognuno deve prendersi le sue colpe:

a Monti e al suo governo, va imputato l'aumento dell'imposizione fiscale, la mancanza di un progetto di tagli sostenibile e nessuna idea per crescere. Una politica economica non solo sbagliata, ma anche dannosa. Per l'economia nazionale è molto più grave perdere lo 0,7% di Pil (una cifra molto elevata), che pagare il 7% di interessi sul debito (solo sui titoli emessi in questi mesi):


"Governo Monti



spesa per debito: 100 mld x 5,5% = 5.5 mld
perdita di Pil: 1600 mld x 0.7% = 11.2 mld
mancato gettito fiscale: 1600 mld x 45% x 0.7% = 5 mld
totale costo governo Monti per l'Italia = 21.7 mld


Governo Berlusconi (se fosse ancora insediato)

spesa per debito: 100 mld x 7% = 7 mld
perdita di Pil: 1600 mld x 0% = 0 mld
mancato gettito fiscale: 1600 mld x 45% x 0% = 0 mld
totale costo governo Berlusconi per l'Italia = 7 mld."


Il governo precedente, per contro deve prendersi le sue colpe. E' rimasto in attesa della tempesta, non è stato in grado di prevederla (e se si, è ancora più grave), ha continuato a illuderci che tutto andava bene. La crisi è arrivata improvvisa e catastrofica. Inoltre, Tremonti è stato l'iniziatore della politica austerica di Monti, malgrado oggi affermi che avrebbe votato Hollande alle presidenziali francesi.

I governi precedenti, hanno praticamente le stesse colpe dell'ultimo Berlusconi: non hanno nemmeno provato a cambiare e migliorare la macchina dello Stato. Avrebbero dovuto approfittare del periodo con interessi bassi, per abbattere il debito, tagliare le spese e gli sprechi dell'amministrazione.

E fra questi governi della II repubblica, un'altra grande responsabilità per la crisi attuale, se la deve prendere anche il primo governo Prodi. E' stato il governo che ci ha portato nell'euro: evidentemente il progetto della moneta unica doveva essere valutato meglio. Si doveva prevedere la situazione che si è verificata ora, cioè degli Stati europei lasciati criminosamente senza nessuna sovranità monetaria. Si dovevano prevedere da subito dei sistemi compensativi per i giorni di crisi.

E poi bisogna dare una responsabilità diffusa a tutti i parlamentari dagli anni '70 ad oggi, per il contributo alla crescita del debito pubblico, avvenuta in alcuni anni in modo indiscriminato e con interessi anche più alti di oggi. Ed oggi ci ritroviamo a pagare quasi esclusivamente interessi su interessi, il capitale è solo una piccolissima parte ("Il Debito Pubblico Italiano Sono ora solo Interessi" - Riferimento - Cobraf)

Il Pd è di destra




Dall'intervista a Hollande

"Dall'inizio della campagna ho fatto della riduzione del deficit l'elemento pregiudiziale delle mie proposte. Non certo per far piacere alle agenzie di rating ma perché ogni euro speso per rimborsare il debito è un euro in meno per le politiche pubbliche. Ciò detto, non mi riconosco certo nelle politiche condotte dalle destre in Europa, che fanno del rigore e dell'austerità l'alfa e l'omega dei loro programmi." 

Chi glielo spiega adesso a Bersani e ai suoi elettori che il Pd sta sostenendo un governo che fa politiche di destra?

Ho come l'impressione che il mantra dogmatico "... è l'Europa che ce lo chiede" abbia fregato un pò tutti i nostri politici.

Euro sud



Il risultato delle elezioni francesi potrebbe portare ad una spaccatura nell'asse franco-germanico. Con la richiesta del neo-governo francese di un maggior interventismo nell'economia della Bce, sullo stile della Fed e della Banca d'Inghilterra. La Germania non ne vorrà sapere, poichè non vorrà compromettere i risultati positivi della propria economia nazionale, e non vorrà rischiare nè di far gravare sul contribuente tedesco eventuali sostegni alle economie periferiche, nè rischiare una fantomatica inflazione in area euro.

In Europa si formeranno fazioni pro-Germania e pro-Francia. Il governo Monti, se nel frattempo non sarà stato spazzato via da una improvvisa crisi dello spread, si schiererà con la fazione germanica, in quanto è emanazione diretta di quell'orientamento tecno-finanziario. Ma questa situazione potrebbe creare molti grattacapi ai dirigenti Pd italiano, in quanto da una parte sostengono Hollande, ma dall'altra sono "obbligati" a sostenere gli sforzi (inutili) di Monti.


"(ASCA) - Roma, 20 apr - ''Il giorno dopo la vittoria di Hollande la Merkel capira' che le cose cambiano senza bisogno che qualcuno glielo dica'': lo dichiara il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, in una intervista al quotidiano Europa, ...

Secondo il segretario del Pd, la probabile vittoria del leader socialista francese puo' delineare ''un'Europa piu' solidale''. ''Io l'ho detto anche all'ultimo vertice con il presidente del consiglio - spiega Bersani a Europa - che la voce dell'Italia si deve far sentire, dobbiamo fare outing anche noi. Per esempio riprendendo lo spirito della lettera dei 12 firmata a suo tempo da Monti''. "

Ma se si guardasse solo alla convenienza economica, sarebbe giusto e conveniente per l'Italia, come per la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l'Irlanda, shierarsi con le idee di giustizia sociale e uscita dalla crisi economica europea proposte da Hollande.

"Alla obbedienza rigorista della Merkel, alla sua piena osservanza dei dettami della Bundesbank, Hollande oppone lo scontro frontale con le banche considerate una delle cause del crac finanziario internazionale: nella sua proposta alle banche francesi sarà vietato operare nei paradisi fiscali, le stock option potranno essere date solo dalle imprese nascenti, l’imposta sui profitti degli istituti di credito crescerà del 15% e sarà introdotta la tassa sulle transazioni finanziarie, la famosa Tobin Tax. Una forte tassa patrimoniale (il 75% sui redditi oltre il milione di euro) completa un quadro di ridistribuzione della ricchezza sociale, in cui il denaro per aumentare la spesa sociale in vari campi viene dai redditi più alti e dalle rendite."

"EUROPA: il favorito nei sondaggi si è impegnato a rinegoziare il trattato europeo di bilancio ('fiscal compact'), approvato a Bruxelles, con l'obiettivo di inserirvi la dimensione della crescita. Una prospettiva che non piace a molti leader europei, a partire dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Hollande chiede anche un ruolo maggiore per la Bce, che a suo avviso dovrebbe avere le stesse prerogative della Federal Reserve americana, e spinge per gli Eurobond, la Tobin tax e la Carbon tax."


"In Francia, ad esempio, poche settimane fa, è accaduto che Hollande, pur di vincere, abbia promesso un aumento della spesa pubblica, la diminuzione dell’età della pensione, l’aumento delle tasse ai ricchi. Un programma populista e destinato a rimanere sulla carta, ma condito da due paroline semplici: crescita e occupazione. 

...

Sarkozy, come tanti leader europei, in realtà ha dovuto subire le decisioni prese da altri, dalla Banca Centrale europea, dal Fondo monetario internazionale, dalla Commissione europea e soprattutto dall’improvvida Angela Merkel, che ha di fatto smantellato il tandem con Parigi, imponendoa tutti, anche all’ex alleato francese, una politica di assoluto rigore fiscale 

...
Tutto questo Hollande è riuscito a spiegarlo ai francesi ed è per questo che il voto di domani assume sempre di più la valenza di un referendum, pro o contro un’Europa dominata dalle ossessioni tedesche, pro o contro un’Europa che impone sacrifici ma non offre più speranza. 
Un referendum che i mercati attendono frementi, per sferrare un altro attacco all’euro e che potrebbe indurre i popoli del Vecchio Continente a porsi una domanda semplice eppure scomoda: vale davvero la pena soffrire per l’Europa; anzi, per questa Europa?


Penso che lo scontro che ne verrà fuori, a livello europeo, avrà come epicentro la Francia. Anche i titoli di Stato francesi saranno messi sotto attacco, e le agenzie di rating si accaniranno con la tripla A francese. Sarà un attacco per portare a più miti consigli la nuova presidenza francese, per indurla a continuare a seguire la politica austerica tedesca. Ma potrebbe anche provocare l'effetto contrario, la frantumazione dell'area euro.

Nel caso di rottura dell'euro, un esito intermedio al ritorno alle rispettive valute nazionali, potrebbe essere una spaccatura in un euro teutonico, ed un euro per il sud Europa. Quest'ultimo finirebbe per essere gestito come il dollaro, la sterlina, lo yen e qualsiasi altra moneta al mondo. Una nuova Banca Centrale potrebbe effettuare quelle operazioni, normalmente utilizzate da Fed e BoE per esempio, a sostegno del debito pubblico. Significherebbe rimettere sotto controllo il differenziale con il Bund e con i Titoli di Stato di altre nazioni con situazione simile. L'euro sud, si svaluterebbe rispetto all'euro dell'area germanica, permettendo un recupero delle esportazioni dell'Europa del sud, un abbattimento del debito pubblico, in cambio di una certa quantità d'inflazione.


"...ci troviamo a un bivio, cosa succederà la prossima settimana? Si convinceranno i tedeschi a fare un'altra operazione simile a questa che ci farà guadagnare magari al 3°/6° mese. Oppure si prenderà una decisione per quanto riguarda il debito dell'intera area europea, non solamente della periferia. Questa è una decisione politica che secondo me l'attuale classe dirigente in Europa non prenderà. Andremo molto probabilmente verso unarisoluzione drammatica della crisi, gestita dall'alta finanza. 



Sono convinta che l'Euro così come lo conosciamo non ci sarà più nel 2013 e questo perché il debito della periferia è ingestibile. Secondo il Fmi il debito dell'Italia alla fine dell'anno sarà cresciuto e arriverà al 123%. Com'è possibile sostenere una moneta comune con un paese come la Germania che invece si trova in un ciclo economico chiaramente diverso? E' possibile dar vita ad un Euro di classe B, di seconda categoria oppure ritornare alle monete correnti. Tutti gli scenari al momento sono possibili, proprio perché manca una strategia europea su come risolvere la crisi!"
Con un euro "B", ci potrebbe essere un ritorno ad una certa normalità, evitando di urtare la sensibilità tedesca, e permettendo agli Stati europei più in crisi di tornare ad una politica di intervento pubblico a sostegno dell'economia. E quindi alla crescita.
Potrebbe comunque infine, rappresentare un pericolo per l'economia tedesca, che si ritroverebbe a fare i conti con una sua moneta troppo forte, e con una concorrenza manifatturiera crescente da parte dei paesi con l'euro "B" svalutato. Alla fine, in qualsiasi modo si voglia procedere, la Germania subirà sempre delle conseguenze, pagherà un prezzo anche lo Stato più forte dell'eurozona. Non può rimanere immune, nè da una crisi grave con default di alcuni paesi (fra cui l'Italia), nè dall'esplosione/ frazionamento della moneta unica.

Vedi anche il post "Votate Hollande".