domenica 1 aprile 2012

Dna elettromagnetico



Sembra un'idea tratta da un  racconto di fantascienza, ma invece è realtà. Il Dna biologico è in grado di entrare in risonanza con onde elettromagnetiche attraverso l'acqua. Il Dna è in grado di trasmettere le informazioni che contiene e replicarle a distanza grazie a questa proprietà. Una specie di teletrasporto della vita. Se n'è parlato in tv nella trasmissione Voyager (Rai 2), la quale non è propriamente garanzia di corretta informazione scientifica, ma a quanto pare la notizia risulta veritiera.
La scoperta si deve al dott. prof. Luc Montagnier premio Nobel per la medicina nel 2008 per le sue ricerche sull'Aids. 

E proprio durante le sperimentazioni effettuate per la ricerca sull'Aids che il prof Montagneir si rese conto che l'informazione del Dna si trasmetteva misteriosamente tra una provetta e l'altra. All'inizio pensò si trattasse di un errore, di una cattiva sterilizzazione e pulizia del materiale. Ma indagando meglio, ci si rese conto che effettivamente le informazioni del Dna erano  trasmissibili a distanza in determinate situazioni.

L'esperimento è replicabile e consiste in diverse fasi, la prima è quella che permette di estrarre informazione a distanza dal Dna registrandola in un computer.

Si utilizza uno strumento elettronico che comprende un solenoide che cattura la componente magnetica delle onde prodotte dalla soluzione di DNA, in una provetta di plastica. I segnali sono convertiti in corrente elettrica. Tale corrente viene poi amplificata ed analizzata in un PC portatile con un software specifico. Praticamente l'informazione del Dna da chimica, può essere trasformata e registrata in formato digitale.

Il professore ha effettuato delle sperimentazioni con frammenti del Dna di batteri riscontrando che emettono, in sospensione acquosa, onde elettromagnetiche a frequenza ultra bassa (ULF 500-3000 Hz). Sono stati riscontrati alcuni tipi di batteri il cui Dna non emette onde elettromagnetiche.
Al riguardo della emissione di onde il professore afferma:
"La stimolazione da parte del sottofondo elettromagnetico di frequenza molto bassa è essenziale. Il sottofondo può essere prodotto sia da fonti naturali – le risonanze di Schumann iniziano a 7.83 Hz – sia da attività umane – la principale delle quali è rappresentata dall’energia elettrica (50-60 Hz o 16 2/3)"

La fase successiva è stata quella di ricostruire una molecola di Dna partendo dall'informazione estratta attraverso il sequenziamento delle onde elettromagnetiche.

La prima parte di questa fase, è anche forse la più incredibile. E' stata posta accanto una provetta contenente frammenti di Dna del virus dell'Hiv, una provetta di acqua pura. Si è scoperto che anche la provetta con acqua pura emetteva onde elettromagnetiche, in risonanza con la provetta contenente frammenti di Dna. Quindi l'acqua è fondamentale per la "copiatura" e trasmissione di onde elettromagnetiche provenienti dal Dna.

Si è quindi diluito nella provetta contenente acqua pura il materiale organico base per realizzare il Dna:
nucleotidi, cioè le "parole" del Dna composte dalle loro 4 lettere fondamentali (basi azotate), polimerasi, che si comportano come stampini che copiano il Dna e primer che facilitano l'operazione delle polimerasi.

L'esperimento ha così consentito la ricomposizione di un Dna quasi identico a quello da cui proveniva l'informazione, sia direttamente da una provetta posta nelle vicinanze, sia indirettamente da un software che ha registrato l'informazione in precedenza.

"Abbiamo ulteriormente verificato che questo DNA avesse una sequenza identica o prossima alla sequenza di DNA originaria del LTR.
Di fatto era identica al 98% (2 nucleotidi diversi su 104). Abbiamo verificato che questo esperimento è altamente riproducibile (12 volte su 12); è stato anche ripetuto con un’altra sequenza di DNA proveniente da un batterio, Borrelia burgdorferi, agente causale della malattia di Lyme. Ciò mostra chiaramente che le nanostrutture d’acqua e la loro risonanza elettromagnetica possono ripetere fedelmente le informazioni del DNA."

E' senz'altro una delle scoperte più importanti del secolo, e pone molte domande sul funzionamento del mondo organico in relazione all'ambiente esterno. A questo punto bisogna estendere questa relazione oltre il campo delle reazioni chimiche, tipiche degli organismi, anche nel campo di altre forze fisiche fondamentali, come la forza elettromagnetica.

Una delle implicazioni di questa scoperta è che se il materiale base componente gli aminoacidi che formano le molecole della vita potrebbe essere giunto dallo spazio a bordo delle comete, il ruolo di replicazione di queste importanti proteine organiche potrebbe essere un'operazione facilitata o addirittura completamente dipendente dal campo magnetico terrestre.

E' notizia recente che sono stati condotti esperimenti sui mattoni base della vita, dimostrando che la tesi del loro trasporto a bordo di comete è valida.


Aminoacidi nati da incontro comete-terra
Studio della Nasa con simulazioni e test
"(ANSA) - WASHINGTON, 28 MAR - I mattoni della vita sarebbero stati portati sulla Terra dalle comete e si sarebbero assemblati durante l'impatto con l'atmosfera terrestre. Lo rivela una ricerca del centro Ames della Nasa presentata al congresso della Societa' Americana di Chimica. Simulazioni hanno verificato che nell'impatto gli aminoacidi, ingredienti chiave della vita, non si rompono e il calore sprigionato fornisce l'energia necessaria per formare i legami che uniscono gli amminoacidi insieme nelle proteine."

Solo pianeti aventi distanza orbitale dal proprio sole tali che l'acqua si trovi contemporaneamente nello stato liquido, solido e gassoso sono idonei ad ospitare la vita. Ma molto probabilmente è necessario che abbiano anche un campo elettro-magnetico importante come quello terrestre.

Un'altra implicazione importante per la nostra salute è che essendo il Dna, e soprattutto la sua replicazione, dipendente/influenzata dalle onde elettromagnetiche, l'alterazione dell'ambiente naturale dovuta dalle moderne tecnologie potrebbe mettere in pericolo noi e la natura. La grande quantità di emissioni elettromagnetiche dovute alle trasmissioni audiovisive/informatiche e anche nella produzione e trasporto di energia elettrica, pongono serie domande sulla loro pericolosità per la salute.
Si è negata per molto tempo la pericolosità delle onde emesse da cellulari, oggi si è constatato che possono causare tumori in forti dosi. Alcuni casi sono diventati purtroppo famosi nelle recenti cronache. Probabilmente il meccanismo che genera queste patologie è quello individuato da Montagnier.

Il professore comunque ha già individuato dei possibili usi medici di questa scoperta. Il segnale elettromagnetico dei vari virus e batteri che viene estratto dai campioni medici di sangue e tessuti può rendere più semplici gli esami. Si riescono a catalogare più facilmente il Dna degli agenti patogeni che attraverso un esame chimico. Soprattutto se questo Dna fluttua nel sangue senza essere inserito in una struttura virale, come sembra avvenire con l'Hiv.

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