martedì 31 gennaio 2012

Contro l’euro e contro Monti




Avevo già denunciato la deriva finanziaria, economico e sociale mondiale in post precedenti (Povertà incipiente, Nuova frontiera), in cui scrivevo tra l’altro che “è veramente incomprensibile un’austerità che ti piomba addosso quando tutto prima andava bene: la gente era spinta a consumare e indebitarsi, i governi concedevano sempre nuovi servizi e aiuti fiscali. E’ logico che i popoli si sentano traditi, anche più di quando escono da un conflitto.

Il mondo è fortemente indebitato, soprattutto la parte di pianeta ritenuta la più sviluppata. Un libro inchiesta uscito nel 2010: ‘2012, la grande crisi” di A. Giannuli già prefigurava il sentiero accidentato che stiamo percorrendo oggi. E la profezia era dovuta sia all’analisi della crisi 2008 non risolta, sia alla previsione di finanziamento di immensi debiti pubblici.

Giannuli scrive: “…nel 2009 c’è stato un boom di emissioni di titoli di debito pubblico, le quali sommavano il rifinanziamento di quelli in scadenza con i nuovi debiti per assorbire i titoli tossici e sostenere le banche (2.000 miliardi di dollari gli Usa, 121 miliardi di sterline l’Inghilterra, 400 miliardi di dollari il Giappone, 350 miliardi di euro l’Eurozona)’”

E quindi…

“Sono tempi tristi e cupi quelli che stiamo vivendo, un periodo storico in cui non si intravvede un futuro migliore e salvifico. Penso che non sia mai accaduto nella storia dell’uomo (a meno che non siano esistite ere atlantidee e lemuriane…) in cui si avverte un senso così pesante di mancanza di avvenire.

E non è solo un sentimento italiano, o europeo. Persino gli americani dipinti spesso come persone scioccamente ottimiste, hanno perso la via dello spirito pionieristico, della conquista di sempre nuove frontiere.

E’ un sentimento che attanaglia soprattutto i popoli dell’”occidente”, ma anche di riflesso le nazioni più mature nell’ambito capitalistico come il Giappone. Queste nazioni sono affette da eccessivo debito pubblico che non consente loro di utilizzare incentivi statali per consolidare la crescita.
….
Ma secondo me, il debito non è l’unico problema. Il vero problema è la crescita. Ma non quella che intendono oggi gli industriali, cioè un intervento dello Stato per agevolare, finanziare, detassare, ecc. La crescita quella vera, quella generata dalla produzione di beni e servizi che prima non c’erano: quando si sono espanse le città, sono stati costruiti milioni di alloggi; quando pochi avevano un’auto, un frigorifero, una lavatrice e sono state riempite tante caselle vuote.”

Il blog http://sollevazione.blogspot.com riporta un’analisi ancora più aggiornata, e forse meno allarmistica, ma comunque pessimistica, che si può riassumere nei dati forniti dai due grafici sopra riportati (MONTI E’ UNA BOLLA, SE NON ESPLODE SI SGONFIERA’ ).

“…due tabelle che rendono l'idea di come, il 2012, sia come un imbuto, una strozzatura per i debiti "sovrani", di converso per i mercati finanziari internazionali. Tutti in un botto, il grosso a partire dalla primavera prossima, scadono la bellezza di 7.609 miliardi di dollari di titoli.
E' opinione diffusa, tra gli analisti (vedi il summit di Davos), che non tutti gli stati riusciranno ad onorare queste scadenze, ad essere solvibili. Per quanto le cifre assolute di giapponesi e americani siano pressoché doppie rispetto a quelle dell'eurozona, è proprio sulla capacità di rimborso dell'Unione europea che si addensano le più fosche nubi.

E questo per il solito e ripetuto motivo che il controllo monetario dell’euro è monco. Funziona per alcuni Stati e non funziona per le economie periferiche, che oltretutto non possono più svalutare ed emettere moneta.

“…lo spazio economico dell'euro è il più fragile a causa delle storture native gravissime che tutte convergono su due cause complementari: la moneta unica da una parte e, dall'altra, i Trattati di Maastricht e di Lisbona i quali, massima assurdità, non sono tanto trattati politici, ma trattati stringenti di politica economica, monetaristi e liberisti al tempo stesso

Dove sta l'assurdità? Nessun governo serio si impiccherebbe mai ad un dogma economicista, e nemmeno ad una data dottrina. L'economia conosce dei cicli, espansivi o recessivi ad esempio. Ogni economia è infine parte dell'economia mondiale, e deve adattarsi in maniera flessibile e repentina agli scambi, agli andamenti delle partite correnti. Può quindi vedersi obbligata, ad agire su più leve, tra cui ad esempio quelle della politica monetaria, della svalutazione competitiva, del credito, del mercato del lavoro ecc., per far fronte ai mutamenti, spesso repentini.

La prussiana costruzione dell'euro, in un mondo competitivo che corre a velocità forsennate, solo per questa sua estrema rigidità, è destinata a sfracellarsi.
Come si vede americani ed inglesi non commettono lo stesso errore, anzi, da paesi leader del liberismo, sono stati lesti nell'adottare misure di tipo keynesiano, ovvero non di austerity ma di quantitive easing, di sostegno ampio al ciclo economico depresso.

Sono i due modelli filosofico-economici che prendevo in esame nel post “Quale modello?”: quello germanico, attento al debito e portato all’austerità per evitare sprechi inutili, e quello anglo-nippo-latino orientato al debito, anche se in modi e per ragioni differenti da nazione a nazione.
Il guaio dell’Italia è che è stata scaraventata (assieme a Spagna, Grecia, Irlanda, Francia …) dal modello a debito, al modello teutonico dieci anni fa. Da allora non siamo riusciti a convertire l’economia da un modello all’altro. E se ci abbiamo provato, abbiamo comunque fallito.

Per questo ora “L'eurozona sembra una gabbia di matti, di dogmatici, di sacerdoti dell'ortodossia liberista e monetarista, ciò malgrado le loro dottrine abbiano fatto evidente fiasco. Se questi ierocrati si ostinano nella loro posizione, è anche perché gran parte delle sinistre europee li sostengono de facto, non vogliono prendere atto che l'Euro è stata sì una scommessa ambiziosa, ma una scommessa già persa. Solo la miopia o il servilismo verso le oligarchie bancarie (anti) europeiste può spiegare tale atteggiamento suicida.”
La Germania della Merkel è il primo assassino dell'Unione e dell'euro.
… una politica economica d'austerità, recessiva e monetarista, si spiega solo a patto di ritenere che la Germania da l'euro per morto e che per Berlino si tratta solo di salvare il salvabile, ovvero, anzitutto, gli interessi del capitalismo tedesco.
E' oramai evidente che gli interessi del capitalismo tedesco e quelli della maggior parte dei paesi eurozona divergono, che queste divergenze diventeranno più forti in futuro. Nei prossimi mesi, se ci saranno altre scosse nei mercati finanziari (crack bancari e default degli stati), esse potrebbero esplodere in maniera fragorosa. 
Chi ha interesse a difendere la dittatura tedesca sull'eurozona? Non certi i popoli europei, anzitutto quelli dei cosiddetti "paesi periferici", tra cui quello italiano. L'interesse dei popoli va in direzione opposta: abbattere questa dittatura. Dovrebbero capirlo anche quelli che si ostinano a difendere un morto che cammina, l'euro. E' grottesco che il governo Monti-Quisling e i suoi principali sostenitori (Confindustria, Pd anzitutto), i quali sono sodali della Merkel e difensori dell'Unione-Quarto-Reich, si spaccino per i più decisi paladini dell'euro.
Monti e i suoi accoliti stanno preparando la corda con cui saranno impiccati.
…. Questo appiccicoso ragioniere, questo "curatore fallimentare" potrebbe essere disarcionato dalla tigre che pensa di poter cavalcare, una tigre troppo forte per lui: la tigre della crisi sistemica.”

E se ciò avviene, non sarà sufficiente la soddisfazione di aver detto “lo sapevo che finiva così! Ve l’avevo detto!”; perché assieme al “primo ragioniere d’Italia” saremo tirati giù tutti.

“Le sue misure antipopolari crudeli, le sue manovre tecniche, non eviteranno la burrasca che si approssima. La burrasca dei debiti sovrani, la burrasca che si abbatterà sull'eurozona nei prossimi mesi, con annessi default bancari a grappolo. A questo si aggiunga che solo in primavera il popolo lavoratore comincerà a sentire sulla carne l'effetto delle misure adottate nell'ultimo periodo.”

Già si sentono voci provenienti dagli studi dei commercialisti preoccupati per le cattive notizie che provengono dall’austerità montiana tradotta in cifre. Le prime simulazioni appaiono traumatiche per l’economia del paese. E’ probabile una recessione, così come pronosticata dalle agenzie di rating.

“La caduta di Berlusconi, per quanto avvenuta per un golpe degli oligarchi, ha avuto il salutare effetto che, almeno, si discute di cose serie. Ma le cose sono serie, intendiamo le tendenze obiettive, non tanto perché se ne parla, ma perché sono inesorabili. Dalla discussione sulle cose serie si passerà alle cose serie. Tutto è possibile.”

Berlusconi appare sempre di più una sfinge. Da personaggio ciarliero e gaffeur è diventato enigmatico e taciturno. Lui dice per responsabilità verso l’Italia. Io invece trovo il suo occultarsi abbastanza inquietante: di chi e che cosa ha improvvisamente paura?

lunedì 30 gennaio 2012

Maggiore integrazione




Quello che serve all’Europa è una maggior integrazione politica e sociale. Quella economica verrà da se. Ma occorre anche considerare che qualsiasi nazione (unitaria o confederale che sia) ha regioni di maggior sviluppo con grande dinamicità economica e regioni storicamente depresse.

Lo sappiamo bene noi italiani che in 150 anni non siamo mai riusciti a risolvere la questione nord-sud. Quindi la stessa cosa accadrà per decenni (o secoli) in Europa.

La Germania forse sta pensando che l’UE non gli conviene, perché teme che le sue finanze più solide, la sua economia più dinamica, la metterà per sempre nella condizione di dover sostenere anche i paesi periferici. Quindi sulle spalle del contribuente tedesco si dovrà caricare un onere supplementare, per sostenere le economie depresse del sud.

Se i tedeschi pensano questo, hanno perfettamente ragione. Le cose stanno proprio così. Ma la questione non è questa. La questione vera è: la si vuole veramente l’Europa politica unita? Se la risposta è si, allora è inutile farsi tutte le paranoie che ammorbano la testa della Merkel e degli altri politici tedeschi. Ci si unisce così come siamo e si rendono comunitari i debiti: dall’Europa centrale alla periferia.

Vorrei dire una verità sacrosanta alla ingenua classe dirigente tedesca: la Grecia non sarà mai simile alla Germania, come la Calabria, difficilmente potrà raggiungere i risultati economici della Lombardia.
Quindi è inutile fare gli schizzinosi, ed è inutile fare gli ipocriti. Si dica veramente se si vuole l’Europa unita o no.

“Si può capire l’esasperazione dei tedeschi; però oltre ad essere giuridicamente impraticabile il commissariamento della Grecia non coglieva il punto. Non si tratta di calare dall’esterno qualcuno che decide; si tratta di saper attuare le decisioni prese. Se gli uffici tributari greci non sono capaci di scovare gli evasori, certo non lo diventerebbero se glielo si ordinasse in tedesco
(Non basta, lo Spread deve calare ancora - www.lastampa.it)

Se invece la risposta germanica è “dell’unione politica europea non ci importa nulla” allora che ci lascino in pace, che permettano ai paesi della periferia di fallire, di riprendersi la propria moneta, di stamparne quanta ne occorre e si torna ognuno al proprio piccolo orticello.

Questi continui vertici europei dell’ipocrisia sono veramente un’inutile stillicidio, perché nessuno pronuncia un discorso che suoni vagamente come una politica europea. Si parla in sostanza solo di finanza. Ed infatti alla fine noi italiani siamo stati defenestrati, e riaccettati solo dopo aver sostituito il Primo Ministro eletto con un funzionario bancario.

Se i tedeschi non vogliono l’unione politica europea, con buona probabilità salterà il sistema euro.
(Eurozona: si rischia il "liberi tutti” - www.ilgrandebluff.info)
Dopo la Grecia, salteranno come brilli al bowling, Portogallo, Irlanda, Spagna, Italia e forse addirittura la Francia.
L’euro rischia di diventare il nuovo marco, aggregando poche economie del nord. Ma un euro circondato da monete deboli, che prospettive può avere? Riusciranno ancora le industrie tedesche ad esportare in una zona euro alle prese con i postumi di fallimenti nazionali?
La mia sensazione è che la politica tedesca e il suo elettorato non riescano ancora a comprendere con esattezza la situazione in cui ci si trova e in cui si rischia di ritrovarsi.

domenica 29 gennaio 2012

Il Dopo-Berlusconi



Oggi in un momento di sospensione della politica ufficiale dei partiti, in Italia, circolano sondaggi che prevedono in un’eventuale turno elettorale, la vittoria di una alleanza di centro sinistra. La cosa non stupisce, in quanto, dopo la prova opaca dell’ultimo berlusconismo, ovviamente l’elettorato, più che premiare l’ex minoranza, tende a punire l’ex maggioranza.

Ma sarà esattamente questa la situazione politica del futuro prossimo? Su “Il riformista” on line, l’articolo “Astenuti, indecisi schede bianche e nulle un cocktail esplosivo” di F. Fornaro (www.ilriformista.it) mette in guardia dall’affidarsi ciecamente ai sondaggi, in quanto l’astensionismo rilevato (circa 40-45%) potrebbe essere portatore di amare sorprese per certi politici baldanzosi.

Secondo F. Fornaro, infatti ci troveremmo nella stessa situazione del 1994, quando “nel biennio 1993-1994 il fragoroso crollo del pentapartito (ora del blocco sociale attorno a Berlusconi) non determinò l’automatica vittoria delle forze di opposizione, ma in presenza di una “area di incertezza” assai elevata, favorì l’ingresso e l’affermazione di un leader (l’imprenditore televisivo, il cav. Silvio Berlusconi) e di un partito (Forza Italia) nuovi di zecca”.

La situazione politica italiana è piuttosto instabile:
“L’area del non voto, inoltre, supera stabilmente e abbondantemente il 30% nelle elezioni regionali ed è arrivato al 33,5% alle europee del 2009 (era stato del 14% in occasione delle prime elezioni per il Parlamento di Strasburgo nel 1979).
Tornando ai giorni nostri. In uno degli ultimi sondaggi settimanali apparsi su La7, l’affluenza era stimata al 70% e veniva indicata una percentuale di schede bianche del 3%. Secondo l’Ipsos (per Ballarò) - alla data del 10 gennaio 2012 - la quota di astenuti/indecisi era arrivata al 45%.
Se si considera oramai fisiologica un affluenze dell’80%, oggi ci troviamo di fronte ad un’area di indecisione (pericolosamente in bilico tra non voto e partecipazione seppur ipercritica) stimabile in un intorno del 20%: il primo “partito” italiano, davanti a Pd e Pdl.”
Ecco perché tutte le strategie fondate su di un’analisi affrettata dei dati dei sondaggi con riferimento all’andamento dei singoli partiti, possono rivelarsi clamorosamente sbagliate.
La convinzione della vittoria della “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto nel 1994, ad esempio, si era erroneamente fondata sulla fotografia dei consensi espressi per i partiti, sottovalutando la dimensione dell’area dell’indecisione (ingrossata in quel frangente dalla deflagrazione di Dc, Psi e dei partiti laici minori).
La discesa in campo di una figura imprenditoriale nuova, Silvio Berlusconi e l’adozione di un abile strategia di marketing politico territoriale (alleanza con la Lega al Nord e con An al Sud) fecero il resto.”

Oggi chi potrebbe essere il nuovo stratega politico a scendere in campo? Avevo già scritto un posto (“Futuro premier?” Link) in cui sostenevo che l’antipolitica avrebbe potuto fare dei passi importanti alle prossime elezioni. Il posto si apriva con la fotografia di B. Grillo e questo era l’incipit:

“Nell’immagine il probabile futuro premier italiano o almeno colui che avrà una grande influenza sul futuro premier. E’ una profezia che sento sempre più imminente visto il suicidio politico ed economico della nostra principale classe politica. Abbiamo un parlamento di pavidi che ha preferito delegare ad un esterno la guida del paese, ha rinunciato alle elezioni anche sapendo di vincerle, oppure fa opposizione di comodo ben sapendo che non provocherà la caduta del governo.
In sostanza sostiene le scelte suicide del proff. Monti, nessuno che abbia un punto di vista autonomo: in questi giorni è evidente che il sistema italiano è un finto regime dell’alternanza.”

L’antipolitica potrebbe diventare quel o quei partiti che alle prossime elezioni rompono le uova nel paniere del centro destra e del centro sinistra attuali. Nei sondaggi, i grillini, sono dati con una percentuale per nulla irrisoria per un movimento (4%), ma potrebbe essere un dato falsamente e illusoriamente basso. Afferma infatti Fornaro: “si è portati a pensare (erroneamente) che l’espressione della grande maggioranza del corpo elettorale sia il frutto di convincimenti razionali maturati e consolidati nel tempo, sottoposti a valutazione critica rispetto al tipo di scadenza (politica o amministrativa).
Le ricerche sui comportamenti dei cittadini,invece, indicano la presenza di una quota crescente di elettori che decidono a chi dare il loro consenso al momento di entrare nel seggio (7,6% nel 2008), nell’ultima settimana (11,8%) e qualche settimana prima (13,0%). Soltanto circa la metà del corpo elettorale ha convinzioni radicate e dichiara di decidere “molto prima” (51,3%).”

Quindi il vero sondaggio è quello della cabina elettorale, e l'esito elettorale dipende dagli imput che raggiungono l’elettore nelle settimane antecedenti il voto. E se fra gli imput ci sono anche quelli pessimi provenienti dall’estero, e delle minacce che arrivano al sistema democratico dalla stessa Unione Europea, si potrebbero attivare forme di difesa estreme. L’elettorato potrebbe preferire partiti meno europeisti “a scatola chiusa” e più diffidenti verso la forma di governo finanziaria che sta conquistando l’Europa.

Sono notizie e intenzioni come quella di seguito che potrebbero erodere il consenso dei partiti tradizionali, troppo allineati all’austerità montiana.

UN DOCUMENTO TEDESCO RICHIEDE UN COMMISSARIO PER LA GRECIA

La Germania vuole affidare a un "eurocommissario" quel poco che rimane della sovranità finanziaria della Grecia come condizione per la concessione di un secondo aiuto di 130 miliardi di euro, secondo quanto riportato dal Financial Times da Bruxelles.
In attesa della riunione sull'eurocrisi del prossimo lunedì, il quotidiano cita un documento del governo di Berlino in suo possesso.
L'eurocommissario dovrebbe avere il potere di sovrintendere “ai principali capitoli della spesa" pubblica greca, segnala il documento.
Giovedì, mentre Angela Merkel riceveva Mariano Rajoy a Berlino, Volker Kauder, l'eloquente capo del gruppo parlamentare dell'Unione Cristiano-Democratica (CDU), ha di nuovo citato la convenienza di quanto descritto nel documento divulgato dal Financial Times: sostituire il governo greco con un "commissario" europeo, e se fosse necessario, "inviare funzionari tedeschi che aiutino nella costruzione di un'amministrazione finanziaria che funzioni".”

Se si giungesse a pensare di sostituire i governi dell’Europa del sud con commissari europei, sarebbe credo la rottura dell’Unione Europea. Ci sarebbe inoltre una rivolta popolare contro quelle forze politiche che volessero appoggiare un tale epilogo. Persino il premier Goldman Sachs M. Monti ha dovuto ricordare alla Merkel che se si esagera con le politiche di austerità, saranno le forze dell’antipolitica a prendere il timone della nave Italia.

Forze di antipolitica, che si starebbero trasformando in forze politiche a tutti gli effetti, e che forse sono ben più radicate di quel che affermano i sondaggi.
Di “…Grillo piace la schiettezza, il suo andare diritto, anche a costo di urtare i suoi fans di sinistra. Lui, in fondo, è un liberale, che contesta una destra stracciona e una sinistra velleitaria, senza le astrazioni verbali di Vendola, avendo ben chiaro dove sta il potere, cioè nella finanza. Così come ha chiaro che certe forme di pauperismo cattocomunista (così si sarebbe detto in passato), non portano il Paese fuori dalla crisi. Sembra di capire che da buon liberale, creda in uno Stato serio e onesto e in un capitalismo rigorosamente regolamentato e non sudamericano. Forse è stato uno dei primi a capire che il sistema era morente, lui dice morto, ma le agonie possono essere lunghe. Dietro a lui è cresciuto un movimento un po’ anarchico, essendo senza struttura, ma vivace intellettualmente ed eticamente avanzato, estraneo alla logica di schieramento e alla politica politicante, che hanno distrutto Bossi e Di Pietro, i quali sono appunto morti, anche se non lo sanno. Certo i grillini non arriveranno a governare il Paese, ove accadesse, esploderebbero come una granata, ma sono il veicolo per mandare a casa un po’ di questi politici, anzi molti, visto che, secondo il mio parere, il movimento vale ben più del 4%, dei sondaggi ufficiali. E’ come il vento del nord, non durerà tanto, ma consentirà di cambiare l’aria ormai fetida, che ammorba l’Italia.”

(Beppe Grillo, il vento del nord - www.finanzaelambrusco.it)

Quindi in questo periodo bisogna diffidare dei sondaggi: quelli che danno per vinte le elezioni dagli anti-berlusconiani, quelli che stimano la consistenza dei partiti e anche quelli che stimano la popolarità dell’attuale esecutivo. Popolarità che subirà un fragoroso calo quando cominceranno a giungere gli appuntamenti fiscali con le nuove e vecchie tasse.
Gli italiani sono un popolo di (finti) proprietari di immobili, che in realtà sono in mano alle banche erogatrici di mutui, ma di questi immobili condividono soprattutto gli svantaggi (mutui, costi e tasse), e il governo Monti si è prodigato nel peggiorare la situazione. La nuova Imu provocherà molto risentimento fra gli elettori/proprietari della classe media.

venerdì 27 gennaio 2012

Il sole sbuffa, l'Italia trema


Il sole sbuffa e l'Italia continua a tremare. Non è detto che si tratti di un'equazione precisa, ma ci può essere qualcosa di vero. (daltonsminima.altervista.org)
In risalita anche i valori dell'emissione di protoni:


Vedi anche "Terremoti e sole" (Link)

Si consiglia di toccare ferro:

Conto alla rovescia per la fine del mondo (secondo i Maya):




Official2012Countdown.com

Usi e abusi di Internet




Nel mio post “Liberalzzazioni e oltre” (Link), sostenevo che le liberalizzazioni, dovrebbero essere accompagnate con altri strumenti atti a fluidificare l’azione amministrativa degli attori economici italiani. Le liberalizzazioni ci sono state, anche se molti commentatori le hanno ritenute insufficienti. Ma è comunque già un gran risultato aver iniziato un cammino che dovrà essere ancora molto lungo. Alcuni commenti sulle liberalizzazioni li ho scritti qui:
-         "Eppur qualcosa si muove"

Tornando agli altri interventi a corredo delle liberalizzazioni, facevo tre proposte, fra cui:
Proposta (1) - massimo uso della rete:

utilizzare al massimo internet e i sistemi digitali per semplificare ogni iter burocratico. Un esempio importante è quello che ci viene dall’Inghilterra: li è possibile (anche dall’Italia), attraverso internet, creare una società a responsabilità limitata o di altro tipo, con pochi click dal proprio pc, spendendo all’incirca 100 sterline.

Perché non possiamo avere anche in Italia una opportunità simile, magari utilizzando e-mail certificata e/o firma digitale, per realizzare una società e registrarla, senza per forza dover lasciare la gabella a un notaio? Perché non rendere il più possibilmente trasparenti i server dell’amministrazione pubblica in modo da poter ottenere certificazioni attraverso la rete in tempo reale? Per quale motivo ad esempio un certificato di Regolarità Contributiva emesso da un sistema informatico Imps necessita di circa 30 giorni per essere ottenuto, se poi i dati sono depositati su un server e disponibili in pochi secondi? Perché per esempio, il Catasto immobiliare, o il Pra o altro registro non rendono disponibile i loro dati a qualsiasi cittadino attraverso la rete, proteggendo la privacy con la firma digitale o altro, invece di consentirne l’accesso ai soli professionisti?

Ogni cittadino e impresa dovrebbe, attraverso la rete, avere accesso ai propri dati registrati tenuti da enti pubblici e non. Ogni cittadino e impresa dovrebbe poter ottenere certificazioni in tempi ragionevoli da questi enti e direttamente senza intermediari, è una questione anche di giustizia e democrazia. E a proposito di giustizia, la stessa cosa dovrebbe valere per gli uffici giudiziari.

Ogni ente pubblico e non che volesse fare accertamenti sui cittadini e imprese, dovrebbe essere in grado di reperire questi dati autonomamente sulla rete, senza dover richiedere documenti ai medesimi. E poi eliminiamo l'inutile perdita di tempo della marca da bollo, paghiamo tutti i balzelli in un'unica soluzione all'ufficio che emette la documentazione (anche attraverso la rete).”

Oggi finalmente arriva un “decreto semplificazioni” che va nella direzione di un maggior uso dell’informatica e della rete, anche se è solo un piccolo passetto (un po’ come le liberalizzazioni). Ma è comunque già qualcosa.

Il Ministro Patroni Griffi porta in discussione al Consiglio dei Ministri un provvedimento che prevede di poter effettuare alcune pratiche amministrative via internet.


“Il cambio di residenza avverrà in tempo reale e si potrà richiedere anche online… Gli atti tra Comuni ed enti viaggeranno solo "in modalità telematica". Così le domande per i concorsi pubblici.”


“Patroni Griffi ha riassunto così i principali cambiamenti: «La vera novità del provvedimento è che si potranno fare molti più documenti online. Le anagrafi si connetteranno tra di loro on line e si 'parleranno' tra di loro. I documenti inoltre avranno effetto immediato». Nel complesso saranno otto gli articoli dedicati alle «semplificazioni per i cittadini» tout court. Tre di questi si applicheranno all'intera collettività. La prima riguarda i certificati di residenza che, come detto, saranno operativi appena comunicato il cambio al nuovo municipio, fermo restando il compito dell'ufficiale dell'anagrafe ricevente di informare via web il Comune di provenienza entro due giorni lavorativi. La stessa disposizione prevede che siano effettuate entro 20 giorni tutte le principali dichiarazioni anagrafiche a cui sono tenuti i cittadini. Eventualmente utilizzando il canale on line. La rete costituisce il fulcro anche di un'altra disposizione. L'articolo 6 che obbliga le amministrazioni pubbliche a scambiarsi on line in loro possesso. Ciò significa che la trascrizione degli atti di nascita e matrimonio di fatto avverrà con effetto immediato senza aspettare più che l'ufficio 'A' trasmetta a quello 'B' tutto l'incartamento.”


Naturalmente l’intenzione è ottima, ma la realtà è molto più problematica. Perché ogni amministrazione, in piena autonomia, utilizza una propria piattaforma informatica, che non è detto riesca a comunicare con quella dell’amministrazione “accanto”. Si dovrà cercare di uniformare i sistemi informatici pubblici in futuro, se si vuole dare piena attuazione alle intenzioni. Al momento, il sistema più veloce per lo scambio di dati, potrebbe essere tramite firma digitale e Pec (sia tra pubblico che tra privato e pubblico).

In definitiva si tratta ancora di un uso minimale della rete, ma comunque già in grado di dare dei vantaggi al cittadino utente ed anche alle amministrazioni. Sistemi informatici per rendere più rapido l’iter delle pratiche pubbliche, dovrebbero però essere introdotti soprattutto in ambito imprenditoriale.
Tutta una serie di autorizzazioni di tipo amministrativo ed edilizio dovrebbero essere richieste via web. Ma anche rese più semplici, eliminando doppioni e ridondanze. Sempre nel post “Liberalizzazioni e oltre”, suggerivo altri due punti per accompagnare le liberalizzazioni:

“Proposta (2) - razionalizzazione, semplificazione e informatizzazione delle norme”
Perché richiedere un’autorizzazione a volte diventa un calvario. E’ spesso difficile persino capire quale e quanti tipi di autorizzazione siano necessari. Forse perché sono troppe le normative e restrizioni che regolano la vita di imprese e cittadini: ‘sono tutte necessarie?’ è la domanda che si dovrebbe fare l’amministrazione pubblica oggi.

“Proposta (3) - legiferazione a più livelli”
Perché non tutti gli utenti sono uguali: ci sono richieste di autorizzazioni importanti (per dimensione ed investimenti) e autorizzazioni più semplici, importanti per l’utente che le richiede, ma trascurabili in rapporto con la collettività. La legislazione dovrebbe essere calibrata sul livello di necessità degli utenti cittadini.

Mentre in Italia si cerca di rendere l’uso di internet sempre più centrale nell’amministrazione pubblica, dalla austera Germania arriva una storia divertente legata alla posta elettronica, niente di meno che dal Parlamento Tedesco:

La mail di Babette e la svolta goliardica dei dipendenti dell'austero Bundestag

“BERLINO - Erano le 9,44 di ieri mattina, quando è iniziato il bombardamento del Bundestag. Una tempesta perfetta, ma di mail, che ha intasato pericolosamente il server dell’austero e modernissimo palazzo, il Paul-Loebe-Haus, costruito a pochi passi dal Reichstag, sulle rive della Sprea. Babette, l’assistente di una deputata dei Verdi, Sylvia Kotting-Uhl, ha chiesto ad una collega che le aveva appena mandato un messaggio di andare a ritirare anche per lei la nuova edizione del manuale-annuario per i parlamentari appena fresco di stampa e pronto all’ufficio delle relazioni esterne. «Cara Britta, se vai a prenderlo, me ne porteresti uno anche a me? Un saluto affettuoso». Una mail «consentita», hanno precisato gli uffici del Bundestag. Ma l’incauta Babette ha inviato la sua risposta a tutti i nomi della mail list, quattromila nomi, dal presidente fino agli uscieri, dagli ex ministri fino agli addetti alla sicurezza. Dal quel momento è diventata una piccola celebrità. A poco a poco, infatti, tutti coloro che avevano ricevuto la mail di Babette hanno cominciato a farsi sentire. Molti ne hanno approfittato per farsi qualche risata. C’è chi ha scritto, utilizzando il «rispondi a tutti», di salutare la mamma, chi ha comunicato la prima cosa che gli è venuta in mente, come per esempio «Ad Hannover-Linden, tre gradi centigradi, tempo secco, leggermente coperto».
LA VALANGA - Dagli uffici del deputato cristiano-democratico Frank Steffel è venuta la brillante idea di utilizzare l’occasione per indire una lotteria, mettendo in palio due biglietti per il campionato di pallamano. La valanga è diventata inarrestabile, mettendo in crisi le comunicazioni dell’intero Parlamento. Naturalmente tutto è finito su Twitter mentre su Facebook è nato un gruppo dedicato a Babette. L’amministrazione è corsa ai ripari qualche ora dopo, ricordando che la mail list deve essere utilizzata solo per ragioni ufficiali e avvertendo che tutti i messaggi avrebbero impiegato trenta minuti ad arrivare a causa dell’ «uso scorretto» che era stato fatto del sistema.”

Della serie, “anche i (parlamentari) tedeschi cazzeggiano…”

giovedì 26 gennaio 2012

Ri-pubblico

Oggi non scrivo, ma ri-pubblico alcune parti da due web articoli che mi hanno particolarmente colpito:



M. Fini
PREVISIONI DEL NUOVO ANNO

Alcune considerazioni su crescita e decrescita che condivido:

“La crisi
La situazione non è risolvibile. Può essere tamponata con degli investimenti di denaro, o meglio, con immissioni di liquidità di denaro che ovviamente non rappresenta nulla, se non una ipoteca su un futuro talmente lontano dall'essere inesistente. Quindi prima o poi si arriva al collasso definitivo del sistema del denaro e del sistema industriale, che noi chiamiamo occidentale ma che oramai riguarda molti altri luoghi. La Russia ci è entrata da tanto tempo, ma anche i paesi emergenti, come Cina e India, ci sono dentro sino al collo. Loro hanno il vantaggio di aver cominciato dopo, quindi arriveranno dopo al muro invalicabile che segnerà il fatto che non possono più crescere, ma in ogni caso il gong suonerà anche per loro. È matematico.
Futuro bruciato
Si potrebbe andare a ripescare dichiarazioni non dico degli anni Ottanta, ma dei Novanta e oltre. Nel 2000 e persino dopo il crollo dei subprime ancora si sentiva parlare di un "futuro radioso". Ma non è questo il punto. Il fatto è che in paesi come l'Italia, un uomo come Monti ha buon gioco a dire che se non si fosse fatta questa manovra non si sarebbe riusciti a pagare gli stipendi.
È proprio il sistema che è sbagliato, basato sulle crescite infinite che esistono in matematica ma non in natura, partito da due secoli e mezzo fa e arrivato al suo limite. Un po' come una potente macchina, che arrivata davanti a un muro continua a dare gas finché non fonde. Invece di continuare e ostinarsi a crescere, visto che crescere non si può più, si dovrebbe iniziare a governare in modo ragionevole la decrescita.
Decrescita: adottata da tutti oppure non funziona
Naturalmente, questo è il punto. Il sistema invece si basa sull'opposto, ovvero sulla competizione mondiale, sulla crescita, sugli investimenti, sulle infrastrutture. I popoli teoricamente diventano più ricchi ma nella realtà diventano più poveri.
Costretti a decrescere, in ogni caso
Certo, la classe media sino a ora era attaccata alla macina ma almeno poteva consumare. Adesso non può e non potrà fare più nemmeno quello, e dunque sarà costretta a decrescere. Ma una cosa è farlo in questo modo e una cosa invece è governare il movimento della decrescita. Perché quella di adesso più che decrescita è una recessione - di cui tutti parlano ma in realtà poco capiscono. È il fatto che poi tanta gente viene sbattuta fuori dal mondo del lavoro, e dunque non consuma, e dunque le imprese riducono ancora, e nsomma il processo si avvita su se stesso. Solo che lo fa a velocità sempre maggiore. Come quando vedi un nastro: una volta arrivato alla fine torna indietro, solo che lo fa a velocità molto superiore. E questo succede se pretendendo di crescere ancora invece non si cresce e dunque si alimenta la disoccupazione. La recessione non sarà come un tornare a vivere come facevamo trenta anni fa, ma sarà un processo di una velocità estrema: questo è il crollo di tutto il modello di sviluppo che conosciamo. E nessuno è preparato. Nessuno (o quasi) osa parlare di decrescita. In una riunione recente con i gruppi di Uniti e Diversi di Chiesa e Pallante (e altri gruppi) ho proposto di fare una manifestazione comune sulla decrescita. Chiesa e Rossi si sono opposti dicendo che erano cose che non si potevano dire in questo modo. Che dire? C'è molto residuo di pensiero liberale e marxista.
Scenari per il 2012?
A breve termine, per un po', la cosa sarà lenta, quindi non verrà avvertita in modo traumatico, poi piano piano accelererà fino a diventare inarrestabile. Alla fine ci sarà gente che si riverserà nelle campagne alla ricerca di cibo, perché in città ci sarà meno lavoro, meno denaro, meno merce da poter acquistare, anche tra quella indispensabile. Solo che non è che ci siano poi tante campagne intorno. Insomma vedo una feroce lotta all'ultimo sangue, alla fine del processo.”


Ed ora qualche puntura al governo di Mago Monti...



D. Billi
GOVERNO MONTI. FINISCE LA POLITICA, E CI LASCIA SOLI

"Molti applaudono al governo Monti se non altro perché titilla quella che è una loro vecchia passione: la fine della politica.
Però, un governo deve governare. E governare significa occuparsi di un Paese, e non solo dei suoi debiti, della finanza, di accontentare supinamente gli alleati e obbedire alla volontà dei diktat internazionali. Non mi sembra che questo governo stia facendo molto più del precedente, per quanto riguarda il Paese. Dirò di più: mi sembrano una confraternita di asceti dediti solo all'attuazione di un programma già scritto da qualcun altro, che attraversano il momento storico italiano conservando saldi i propri paraocchi.
Non so se avete notato: solo nell'ultimo mese si è verificato uno dei più grandi naufragi della Storia, e una rivolta nazionale senza precedenti (per fortuna il terremoto non ha fatto danni). Qualcuno ha visto un ministro in prima fila nella gestione di queste emergenze? Accadono nel Paese che dovrebbero governare, sapete. Era ridicolo Berlusconi a girare per l'Aquila promettendo dentiere, ma mi pervade angoscia nel constatare come questi robot se ne freghino bellamente di ciò che accade. Non li riguarda, loro si occupano solo di spread. Siamo completamente soli.
E a mio avviso, non hanno neppure alcun merito. Credete davvero che siano dei geni capaci di mettere in opera una riforma delle pensioni in una settimana, un decreto liberalizzazioni in un mese, e una riforma del lavoro in un altro mese? No, non sono gente seria "che fa i fatti": questa roba era già pronta da un pezzo. Già pronta nero su bianco, serviva solo una faccia di marmo in grado di farsela votare, magari con qualche precedente trattativa a porte chiuse con lobby e parti sociali come nella migliore tradizione dei burocrati europei.
Auguriamoci che non succeda nient'altro, perché dovremo confidare solo sull'organizzazione dei Vigili del Fuoco, delle Capitanerie, della Protezione Civile, di tutto quello che già esiste e che si spera sia ancora ben gestito. Chi governa non sa neppure che esistiamo.
O forse sì: ora che ci penso qualcosa hanno fatto. Mentre la rivolta mette a ferro e fuoco l'Italia intera, sono andati ad arrestare i NoTAV che per una volta se ne stavano buoni. Una presenza di spirito davvero unica."


mercoledì 25 gennaio 2012

Terremoti e Sole



L'attività solare potrebbe essere responsabile dall'attività sismica? Secondo New Ice Age (http://daltonsminima.altervista.org/) è possibile. Ci sono degli studi che mettono in relazione le conseguenze dell'attività solare con i terremoti e le eruzioni vulcaniche:


Questo grafico mostra i picchi di emissione di protoni, in relazione con grandi eventi sismici ed eruzioni vulcaniche. L'emissione di protoni è generalmente costante, ma quando la Terra è investita da una tempesta solare, aumenta.
In questi giorni la Terra è stata investita da una potente tempesta solare: 

Ultim’ora ….. Sole da non credere ! Grande tempesta magnetica in arrivo sulla Terra, come non si registrava dal 2003

"Il flusso di protoni solari continua ad alti livelli. Dopo l’impatto della CME impattato sulla Terra di questa mattina, ha raggiunto ed addirittura superiore a 6300 PFU ed è ora la tempesta più grande di radiazione dall’ottobre del 2003."



Sarà sempre più importante in futuro, oltre che seguire le previsioni del tempo atmosferico, seguire anche le previsioni dalle condizioni dello spazio.


"IMPATTO CME (Espulsione di Massa Coronale): Come previsto, il campo magnetico della CME ha colpito la Terra  il 24 Gennaio a circa 1.500 UT (10:00 EST). Una tempesta geomagnetica classe G1 è in corso ora, producendo luminose aurore intorno al Circolo Polare Artico. Osservatori astronomici in Canada, Alaska, e gli stati lungo il confine Usa-canadese dovrebbe avvistare Luci Notturne dopo il tramonto. Suggerimento: Le ore intorno alla mezzanotte locale sono spesso le migliori per gli avvistamenti dell'aurora. 


In Lofoton, Norvegia, arrivo il CME ha prodotto un aumento delle correnti di terra al di fuori del laboratorio di Stammes Rob:
"L'atteso CME è arrivato e ha mostrato su i miei strumenti alle 15.10 UTC - una fantastica onda d'urto seguita da una tempesta magnetica", dice Stammes. "Questo potrebbe essere un giorno felice per molti osservatori di aurore."
Infatti, le aurore per prime, dopo l'impatto della CME, sono state avvistate nel nord Europa. Antti Pietikäinen invia questa immagine da Muonio nella Lapponia finlandese:"



Spread giù, Tir fermi.



Anche ieri buone notizie per quanto riguarda lo spread che scendendo ha sfiorato quota 400. Continua quindi il trend positivo evidenziato nel precedente post ("Forconi e spread")

Meno buona è invece la capacità di governo del paese dell’attuale esecutivo tecnico

“Davanti a responsabilità di questo tipo un governo politico avrebbe agito diversamente - ha spiegato segretario generale della sigla sindacale Trasportounito - avrebbe pensato a mantenere gli equilibri sociali, non a farli esplodere". Longo ha accusato l'esecutivo di snobbare il problema e lasciare che "il Paese vada in emergenza" “

Evidentemente mancante della necessaria esperienza dei politici navigati. I tecnici hanno indubbiamente delle capacità gestionali ed amministrative, ma mancano di quella “cattiveria” buona del politico abituato alla grinta dei comizi, di quella passione rude di chi cerca di imporre il suo punto di vista. E rischiano di lasciarsi sfuggire di mano la guida del paese.

“Questa mattina sono rimasti chiusi tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat a causa del mancato rifornimento di componenti provocato dallo sciopero degli autotrasportatori. Hanno sospeso l’attività produttiva del primo turno di lavoro dalle 6 alle 14 le fabbriche di Melfi, Cassino, Pomigliano, Mirafiori e Sevel Val di Sangro.”

La passività del governo tecnico, preoccupa anche i suoi “mandanti”, cioè i tecnocrati europei che quindi si son dovuti far sentire, per dargli la sveglia:

“La conferma arriva anche dalla Commissione Europea. «Il ministro italiano degli Interni, Anna Maria Cancellieri, ha assicurato al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, in una telefonata, che il governo italiano intraprenderà tutte le misure necessarie per porre fine ai blocchi» si legge in una nota della commissione. «Nella conversazione telefonica col ministro - si legge nella nota - Antonio Tajani ha espresso la sua preoccupazione per la possibile interferenza dei blocchi con la libera circolazione delle merci nell'Unione europea, dato che molti camion degli altri stati membri usano le strade italiane. Quando si verificano tali ostacoli, gli stati membri dovrebbero adottare misure necessarie e proporzionate in modo che la libera circolazione delle merci sia garantita nel territorio dello Stato membro».”

E’ necessario che il governo a questo punto agisca con molta attenzione, già c’è scappato un morto, benché a causa di un incidente stradale. Non sempre l’uso della forza è il modo migliore di risolvere queste problematiche. Il rischio è quello di ritrovarsi a confrontare con un movimento in stile “No tav”, ma esteso su tutte le strade d’Italia, e non in una ristrettissima area geografica.

martedì 24 gennaio 2012

Forconi e spread



Anche oggi buone notizie da meteo-spread, che si avvia a toccare la soglia psicologica dei 400 punti base (415 circa), ma quello che impressiona è l'andamento del grafico negli ultimi 30 giorni (vedi grafico sopra).

Non so fare l'analisi tecnica di un titolo, ma la discesa nel mese corrente è ben evidente. Subito dopo le feste natalizie (6 gennaio) è cominciata una diminuzione del differenziale sui titoli che appare troppo bella per essere vera. In realtà a me pare molto artificiale, e mi sembra che coincida con le parole di Draghi, subito dopo la decisione di istituire il LTRO (long term refinancing operation): da gennaio vedrete il valore dello spread decrescere discretamente.

Ma visto che il "refinancing" pare sia ancora tutto custodito nella cassaforte della Bce, e poco sia stato utilizzato per acquistare titoli di debito pubblico europeo, penso proprio che dietro questa discesa discreta dello spread ci sia la mano "gentile" di M. Draghi e della Bce. In pratica si sta comportando da ministro ombra delle finanze europee. E anche dietro ad un'ombra molto scura, per non far vedere agli austerici teutonici l'entità degli acquisti.

Oppure la discesa potrebbe essere generata dalle attese della prossima emissione del LTRO a fine gennaio che si dice ancora più importante, e specialmente dedicata ai debiti sovrani.
Quindi, se devo dare un merito a questa mitigazione dei rendimenti dei titoli italiani, direi a naso: 20% merito del governo Monti e 80% merito della Bce di Draghi.

Ma le buone notizie potrebbero essere interrotte bruscamente dal fenomeno dei "forconi" che dalla Sicilia risalgono la penisola. Non so, come taluni affermano, se dietro a questo movimento ci sia la malavita organizzata, ma se è così vuol dire che gli "scienziati finanziari" della mafia hanno capito che a pancia piena si protesta male. Di sicuro, è un sistema che funziona e può far saltare la stabilità sociale che ha permesso all'attuale governo di lavorare in modo abbastanza tranquillo.

Il meccanismo che ingenera la protesta dei forconi, è quello classico della rivolta del pane. Se si blocca il trasporto merci su gomma, i supermercati rimangono vuoti, le imprese non possono rifornirsi, la mancanza di benzina renderà complicato recarsi al lavoro per milioni di italiani.
Quello che non ha prodotto la fase 1 del governo Monti, potrebbe ottenerlo questa dinamica perversa della protesta dei Tir, portando in piazza milioni di italiani incazzati neri. Con la categoria dei trasportatori, poi potrebbero unirsi via via tutte le altre, comprese quelle rappresentate dai tre grandi sindacati, in questi giorni sollecitati dalla possibilità dell'abolizione del famigerato art. 18.

L'instabilità sociale, potrebbe mettere a repentaglio il lavoro congiunto Monti/Draghi di questi due mesi. Si potrebbe giungere a qualsiasi epilogo, dipende solo dalla gravità dei fatti che un'ondata di rivolte e scioperi potrebbero provocare. I partiti di maggioranza, potrebbero "staccare la spina" all'attuale governo, lasciando l'Italia in balia degli eventi fino alle elezioni anticipate. O in caso di tensione altissima potremmo trovarci in una situazione argentina, con governi di durata settimanale, default non programmato, caos, abbandono dell'euro ecc.

lunedì 23 gennaio 2012

Vantaggi delle liberalizzazioni (2)



Insomma, queste liberalizzazioni, un pò piacciono e un pò sono ritenute inutili o addirittura dannose. Il Giornale, di idee destrorse e chiaramente nemico del governo Monti, afferma che la montagna dei professori ha partorito il topolino di questo provvedimento. Ed in parte ha ragione quando afferma che l'aumento di licenze taxi e del numero di farmacie non incide sulla crescita economica e forse minimanente su quella occupazionale.

Ognuno, nel suo campo vede errori o decisioni troppo timide. Nei commenti si legge spesso un "Si poteva fare di più.". Per esempio qui:

Liberalizzazioni: avanti piano, nel paese delle barriere all’entrata

"Il giudizio sul pacchetto di misure varato venerdì al termine di un consiglio dei ministri claustrale può essere riassunto con una sola frase: si potrebbe e si dovrebbe fare di più. Ma occorre fare la tara per l’ambiente italiano, e per la sua scarsissima predisposizione ad accettare un concetto come quello di competizione."

Condivido comunque la seconda frase, dobbiamo ricordarci di essere ancora in Italia, non in Svizzera.

In questo articolo ci si sofferma ad analizzare la parte della riforma che riguarda i notai:
Decreto liberalizzazioni e notai: chiamatela pianificazione, non liberalizzazione!

Vi si sostiene che le norme al riguardo sono una diversa pianificazione del settore più che una vera liberalizzazione:
"L’art. 12 del decreto sulle liberalizzazioni dispone, a tal proposito, un incremento di 500 posti nell’organico notarile, da sommare ai posti già programmati ma non ancora assegnati, per un totale di circa 1500 unità in più. Si può anche essere favorevoli a tale aumento, ma sembra evidente che ampliare per legge il numero dei posti disponibili non è affatto una forma di liberalizzazione, quanto piuttosto l’ultima delle conferme della pianificazione ope legis di tale attività."

Mentre una vera liberalizzazione sarebbe stata per esempio quella suggerita da Phastidio.net:
"Per i notai, all’aumento della pianta organica era forse preferibile lo sfoltimento dei casi imperativi di utilizzo della certificazione notarile oppure la riduzione della riserva di attività, magari in concorrenza con altre categorie di professionisti, come avvocati e commercialisti"

In questo articolo ci si sofferma sulla insufficiente liberalizzazione delle farmacie:
Decreto liberalizzazioni: Quale spinta per l’economia dall’aggiunta di 5000 farmacie? – di Fabrizio Gianfrate
In pratica si afferma che non c'è "trippa per gatti":
"Quindi a mercato piatto e prezzi che non scenderanno ulteriormente per i motivi appena esposti, si ridistribuirà tra 27000 quanto finora avveniva tra 22000."

Ed è un appunto che avevo già evidenziato anche nel mio precedente post ("Vantaggi delle liberalizzazioni")

In questo articolo si analizza una questione giuridica importante del decreto cresci Italia:
Decreto liberalizzazioni: la fragilità del diritto di iniziativa economica

"Il primo è l’articolo di apertura del decreto stesso, il quale, come varie volte si era tentato invano di codificare, rende più cogente il diritto all’iniziativa economica privata sancito dall’art. 41 Cost. L’articolo abroga infatti le norme che pongono limiti, programmi e controlli all’iniziativa economica privata incompatibili o irragionevoli o non proporzionati rispetto alle esigenze di tutela dei valori costituzionali, incidendo sulla libertà e sulla parità di trattamento tra operatori presenti e futuri"
...
"Via, dunque, autorizzazioni, licenze o nulla osta all’avvio di un’attività che non superino il test di proporzionalità e ragionevolezza, così come divieti e restrizioni ad attività già iniziate che impongono la programmazione o la pianificazione territoriale o temporale di determinate categorie di attività economica, o ancora le norme che impediscono, condizionano o ritardano l’ingresso di nuovi operatori economici."

Si tratta di un aspetto importante delle liberalizzazioni, ma avente ancora una dimensione troppo astratta e dipendente dalle norme di attuazione del decreto. Queste dovranno spiegare quali sono i limiti di proporzionalità e ragionevolezza. Nella selva legislativa italiana questa scelta è piuttosto complicata.

Qui invece si ritorna sul tema della riforma delle professioni:
Decreto liberalizzazioni: La riforma delle professioni: il ballo sulla mattonella

Sulla eliminazione delle tariffe minime e massime, si sostiene, come già avevo anche io riportato, che di fatto si introduce una norma che era già in vigore. Anche se alcuni professionisti, come i Notai, non l'hanno mai applicata, avendo il loro ordine fatto ostruzionismo e protezionismo.
Per quanto riguarda la formalizzazione della parcella tramite preventivo scritto, si rammenta la difficoltà in molti casi di poterne redigere uno preciso. Per esempio nel caso degli avvocati, nel corso dell'iter processuale si può incorrere in spese e procedimenti non previsti.
Per quanto riguarda il tirocinio durante l'università, pur lodando l'iniziativa, si ricorda che la norma prevede convenzioni tra università e ordini professionali. Pare anche a me un aggravio normativo che poteva essere evitato, per esempio sarebbe bastato al tirocinante presentarsi in studio con il libretto universitario, comprovante gli esami sostenuti fino a quel momento. Perchè si deve sempre inventare nuova burocrazia dove non serve?

Altre critiche provengono all'opposto alla liberalizzazione dei servizi pubblici. Introdurranno dei vantaggi per l'utente finale? c'è da dubitarne. E' invece molto probabile che le tariffe dei vari servizi aumentino per diventare remunerativi per il settore privato. Si creerà nuova occupazione, ma con livelli retributivi più bassi: per esempio nel settore ferroviario, i nuovi competitori privati non saranno obbligati ad applicare il contratto collettivo delle ferrovie.

In questo articolo invece, si mettono in risalto i pericoli insiti nell'art. 44 del decreto cresci Italia:
LIBERALIZZAZIONI: CLAMOROSO: ART.44, ARRIVANO LE CARCERI PRIVATE

"Il provvedimento si chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati. Si sa, le carceri son piene, mica vorremo un indulto al giorno con tutti i delinquenti che ci sono oggidì."
... si permette ai privati costruire le carceri, ma si scrive nero su bianco che
-al fine di assicurare il perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'investimento, al concessionario è riconosciuta, a titolo di prezzo, una tariffa per la gestione dell'infrastruttura e per i servizi connessi, ad esclusione della custodia.-
... 
Riuscite ad immaginare cosa significa ciò in Italia, con infiltrazioni mafiose a tutti i livelli ed in special modo nell'edilizia? Che le carceri saranno gestite dai delinquenti"

In conclusione è proprio vero il detto che "chi fa sbaglia". I precedenti governi non hanno fatto mai nulla (ad eccezione del ministro Bersani), e quindi non si sono mai trovati in contrasto con le categorie interessate, ma mantenere lo stato di fatto oggi non è più possibile. Il paese è immobile, da qualche parte si deve iniziare a slegare questo "Gulliver" economico, bloccato dai mille spaghi dei "Lillipuziani" normativi. 
Nel complesso quindi darei al governo Monti un otto più come voto, non tanto per il contenuto delle liberalizzazioni, ma per il coraggio e l'iniziativa. Ora si è avviato un sistema di riforme. Probabilmente col tempo si riuscirà anche a migliorarle e renderle più coraggiose. 

domenica 22 gennaio 2012

Bisogno di un passato nobile


L'immagine qui sopra, ritrae Yeltsin che arringa la folla a Mosca all'inizio degli anni '90, durante la fase di disfacimento dell'Unione Sovietica. In questi giorni si commemorano i 20 anni dalla fine dell'URSS, come qualche giorno fa si commemorava sui media la scomparsa di B.Craxi avvenuta 12 anni fa (19 gennaio).

Cosa hanno in comune queste notizie? si tratta di persone e avvenimenti appartenente più o meno alla stessa epoca. Ma non è questo il punto. Quello che mi infastidisce di queste "ricorrenze" degli anni '90, è il modo in cui sono rappresentate sui media per immagini.

La fotografia originale qui sopra è a colori. Anche la fotografia che ritraeva B. Craxi su alcuni giornali era abbastanza recente e originariamente a colori, ma molti l'hanno pubblicata in bianco e nero. Perchè questo bisogno di far apparire gli anni '90 più antichi di quel che sono? E' una ricerca di un passato nobile a tutti  costi? come se personaggi e avvenimenti degli anni '90 diventassero più seri facendoli assomigliare a quelli degli anni '60?

Non condivido queste scelte editoriali. Cosa si farà allora con i personaggidegli anni '70 e '80? verranno commemorati con dagherrotipi per farli sembrare provenienti dagli anni '20 del secolo scorso?

Mentre qualcuno si diverte ad "invecchiare" ulteriormente i passato, un artista si è divertito ad aggiornarlo con esiti straordinari:

"Una prova di abilità e niente di più, giocare a colorare la storia per testare le proprie capacità con i programmi di post-produzione fotografica e diventare, senza volerlo, il centro di un caso che oppone sul web sostenitori e detrattori della manipolazione cromatica. Colpevole della colorazione di alcune delle immagini icona della storia del '900 è l'artista svedese Sanna Dullaway che, con una tavolozza digitale, si è divertita a dare vita nuova a personaggi icona come Anna Frank e a scene storiche come il test dell'atomica sull'atollo di Bikini"


venerdì 20 gennaio 2012

Vantaggi delle liberalizzazioni



Il vantaggio che potranno dare le liberalizzazioni alla crescita del Pil, è difficilmente valutabile. Aprire il mercato, togliere dei vincoli all’accesso al lavoro, è sempre una pratica utile. Il problema è valutare l’entità di queste aperture e deregolamentazioni.
Avevo già commentato le prime indiscrezioni qui: “Eppur qualcosa si muove…” - Link

Ora il testo legislativo, in divenire, pare essere stato ulteriormente modificato.
Per le farmacie si è provveduto alla modifica della parte che consentiva la vendita dei farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie. Si consentirà un aumento dell’apertura di nuovi esercizi commerciali. Quindi con un aumento di occupazione e un miglioramento del servizio al cittadino, forse a scapito della redditività delle vecchie farmacie. Quindi un’operazione che non dovrebbe avere molto impatto sul prodotto interno.

Per i taxi, ammesso che la riforma arrivi in porto, si profila una liberalizzazione che incrementerà il servizio, ma difficilmente potrà portare un vantaggio all’utente, in quanto le tariffe rimangono fissate a livello comunale. Essendo quindi la torta sempre la stessa, e aumentando i commensali, c’è il rischio di mandare sul lastrico chi ha acquistato una carissima licenza fino ad oggi. Per i nuovi entrati che potranno accedere alla licenza con minori costi, ci potrebbe essere un cospicuo vantaggio rispetto ai tassisti attuali gravati da mutui e ipoteche.
Anche in questo caso il vantaggio per l’economia nazionale non sembra così alto, come sostiene P. Caldarola su Linkiesta: “Il braccio di ferro con i tassisti è inutile: meglio lasciar perdere
Però è anche vero che se non si comincia mai, il meccanismo della vendita della licenza si ripeterà in eterno. E l’esborso di una grande cifra di denaro per accedere ad un’attività e anch’esso un vincolo all’accesso.

Per i professionisti si prevede l’abolizione delle tariffe, sia massime che minime, lasciando al mercato la facoltà di trovare un prezzo secondo la legge di domanda e offerta. Per esperienza personale posso dire che in campo professionale le cose sono così già da tempo, anche se probabilmente non in tutta Italia. Di fatto il cliente ha preso l’abitudine di chiedere un preventivo e di rivolgersi al professionista più conveniente. Il problema per il professionista è trovare il giusto equilibrio per riuscire a fornire un servizio decente, e per pagarsi le spese dello studio. Questa norma infatti contrasta con le pretese degli studi di settore che si basano ancora sulle tariffe ufficiali.

Anche per i Notai valgono le stesse considerazioni sulle farmacie (oltre che sui professionisti). Si prevede un loro aumento di numero. Ma non tale da creare particolari aspettative sull’occupazione giovanile, anche perché vi si accede con concorso. Io penso che una vera liberalizzazione sarebbe stata quella di consentire di effettuare certi atti più semplici, direttamente all’Ufficio del Registro di fronte ad un funzionario pubblico. Questa sarebbe stata una deregolamentazione a vantaggio dell’utenza.

Si prevedono anche piccole concessioni e liberalizzazioni sulle edicole, che possono decidere più liberamente cosa vendere e a che prezzo.
Mentre scrivo non è però ancora chiaro se il testo definitivo conterrà le norme su citate. Inoltre il testo conterrebbe anche norme che non sono liberalizzazioni ma facilitazioni, come gli sconti Imu sugli immobili invenduti. E alcune norme forse un po’ assurde come quella che prevede che un’agenzia assicurativa fornisca preventivi anche di altre assicurazioni.

Alla fine comunque sembrerebbe che i vantaggi apportati all’economia, da queste liberalizzazioni (minori) siano ancora modesti. Probabilmente sono più necessarie delle liberalizzazioni nei grandi servizi ed infrastrutture: viabilità, ferrovie, energia, comunicazioni... ecc. anche se nutro alcuni dubbi che queste possano portare dei vantaggi economici agli utenti finali.

In un’intervista a Giornale Radio Parlamento, il responsabile economico del Pd, Fassina, pur affermando che le liberalizzazioni sono cosa giusta, esprime dubbi sulla loro incisività sulla crisi attuale. Fassina, come ormai molti commentatori economici ripetono come un “mantra”, la crisi è a livello europeo ed  li che vanno trovate le soluzioni. La liberalizzazioni possono essere un aiuto, non la risposta.

Anche sul blog di E. Zanetti, ospitato da Linkiesta.it si esprimono dei dubbi sull’utilità finale delle liberalizzazioni:
“Senza controllare la spesa pubblica le liberalizzazioni servono a poco”

Le liberalizzazioni sono un moltiplicatore di crescita, da sole non bastano.
 È in contesti come questo che le liberalizzazioni potrebbero davvero esplicare i propri positivi effetti, non certo in un contesto recessivo in cui, pur di evitare allo Stato di dimagrire come dovrebbe, si eleva la pressione fiscale dal 42,5% al 45,1% da un anno per l’altro. Le liberalizzazioni, infatti, non sono un fattore di crescita, ma un moltiplicatore di crescita. Se si creano i presupposti per la crescita dell’economia, le liberalizzazioni amplificano gli effetti positivi. Se però le liberalizzazioni si innestano in un contesto recessivo o di crescita prossimo allo zero, poco importa se si tratta di liberalizzazioni a forza dieci o cento, perché dieci o cento per zero dà comunque zero.”

Per quanto mi riguarda penso che liberalizzare l’economia sia un dovere, ma non basta. Anche lo Stato deve “liberalizzarsi”, cioè è necessaria una massiccia deregolamentazione normativa: la burocrazia è diventata eccessiva. Ogni nuova normativa (anche soprattutto europea) invece di armonizzarsi con la precedente, tende a creare nuovi iter burocratici, nuove figure professionali, nuove autorizzazioni ecc. Così diventerà sempre più complesso e difficile lavorare.

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Intanto continuano le buone notizie sullo spread tra Btp e Bund decennali. Oggi la differenza è scesa a 432 punti base. Sperando che questa discesa non sia provocata da un aumento dei tassi tedeschi, invece che da una discesa di quelli italiani.