venerdì 13 gennaio 2012

Nuova Lira? no "taurino"




Nel mio post:

Esperimento italiano

Proponevo la seguente sgangherata soluzione per superare la crisi dell’euro e del debito sovrano:

“1- non dare troppa autonomia al governo Monti che, … ha obiettivi di austerità quasi completamente sbagliati; giusto mantenere la rotta della finanza nello stile II repubblica (Visco, Amato, Tremonti per intenderci) con qualche ulteriore limatina qua e la (sprechi e spese inutili), ma senza esagerare.

2- riprendere l'iniziativa politica vera è decidere di riavviare rotative e conio della zecca ed emettere una nuova moneta italiana (nuova lira, unità di conto italiana, Antonia, Filippa... chiamatela come volete) da affiancare all'euro.

3- rinnovare i titoli di stato in scadenza con nuovi titoli in lire nove; I quali verrebbero acquistati obbligatoriamente dalle maggiori banche nazionali, preventivamente irrorate di nuova liquidità in lire per pari importo.

4- e la novità quale sarebbe? si creerebbe solo nuovo debito? no se i nuovi titoli avessero redditività nulla o addirittura negativa. …”

Ma siamo pur sempre europei e le soluzioni dirette non ci piacciono: infatti la Bce avrebbe potuto creare nuova moneta e acquistare direttamente i titoli di debito degli Stati, invece ti inventa il sistema un po’ bizantino del LTRO, che in pratica delega il compito di sostenere debiti pubblici e privati a soggetti terzi. Cioè le banche europee.

Quindi, seguendo lo stesso metodo, non ci dobbiamo nemmeno aspettare che in caso di necessità lo Stato italiano emetta una nuova moneta, come suggerivo, da affiancare all’euro. Naturalmente delegherà la cosa a soggetti terzi. E non sembra un’idea così fantascientifica, a Torino qualcuno ci sta già pensando:

La crisi dell'euro? Un "taurino" la sconfiggerà

"Alla peggio al turista che arriverà a Torino sembrerà di essere stato catapultato nel 1492 di «Non ci resta che piangere», in compagnia di Benigni&Troisi, alle prese non con i «fiorini» ma con i «taurini».
Ieri a Palazzo di Città sono state depositate ben due proposte per introdurre una valuta locale da utilizzare su base volontaria, con cui scambiare beni e servizi, tutelando il tessuto produttivo del territorio e salvaguardando il potere d’acquisto dei cittadini contro il carovita e la crisi dell’euro. Una - firmata dal consigliere del Pdl Maurizio Marrone

Una provocazione? «Niente affatto. È un progetto serio, coerente con il principio di sussidiarietà», spiega il consigliere. «Politicamente lo considero un primo atto di resistenza istituzionale alla macelleria sociale che la dittatura delle banche si appresta a scatenare in Italia».

Nella sua battaglia Marrone è destinato a non rimanere solo. Ad esempio, i grillini hanno presentato una proposta analoga: moneta complementare per il circuito commerciale locale. L’idea, anche se potrà sembrare strano, non è del tutto campata per aria. Qualcuno l’ha tradotta in pratica, pur con esiti discutibili: nel 2000 a Guardiagrele, provincia di Chieti, è stato introdotto il Simec; a Napoli si è affermato il Scec, a Roma l’Ecoroma, a Crotone il Kro, a Terni il Thyrus. Valute adottate su base geografica definita, caratterizzate da emissione centralizzata a valore indotto e a debito zero, con lo scopo di sostenere e sviluppare circuiti di economia locale e trattenere la maggior parte possibile della ricchezza prodotta sul territorio

… a Marrone e grillini si è unito il capogruppo di Sinistra e libertà Michele Curto, autore di una proposta choc: costringere le fondazioni bancarie a convertire in moneta locale - magari il taurino - le erogazioni alla città, così da trattenere le somme sul territorio.
Peccato che la suggestione per ora non abbia fatto breccia nel cuore della giunta. Anzi, l’assessore al Commercio Giuliana Tedesco si è subito premurata di spegnere sul nascere i sogni di quest’inedita e trasversale alleanza: «Senza ironia, Torino non è un principato, né un regno, tanto meno un’isola che non c’è»."

Intanto però l’idea comincia a circolare in giro per la penisola, e non è detto che un giorno più enti locali trovino un accordo comune per battere una nuova moneta locale. Indubbiamente una moneta che dovrebbe essere convertita alla pari con l’euro, quindi formerebbe una massa monetaria che potenzialmente potrebbe provocare nuova inflazione, alla faccia dei tedeschi che non vogliono stampare euro… Inoltre moneta emessa a debito zero, quindi presumo secondo i principi della MMT (modern money theory).

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