venerdì 27 gennaio 2012

Usi e abusi di Internet




Nel mio post “Liberalzzazioni e oltre” (Link), sostenevo che le liberalizzazioni, dovrebbero essere accompagnate con altri strumenti atti a fluidificare l’azione amministrativa degli attori economici italiani. Le liberalizzazioni ci sono state, anche se molti commentatori le hanno ritenute insufficienti. Ma è comunque già un gran risultato aver iniziato un cammino che dovrà essere ancora molto lungo. Alcuni commenti sulle liberalizzazioni li ho scritti qui:
-         "Eppur qualcosa si muove"

Tornando agli altri interventi a corredo delle liberalizzazioni, facevo tre proposte, fra cui:
Proposta (1) - massimo uso della rete:

utilizzare al massimo internet e i sistemi digitali per semplificare ogni iter burocratico. Un esempio importante è quello che ci viene dall’Inghilterra: li è possibile (anche dall’Italia), attraverso internet, creare una società a responsabilità limitata o di altro tipo, con pochi click dal proprio pc, spendendo all’incirca 100 sterline.

Perché non possiamo avere anche in Italia una opportunità simile, magari utilizzando e-mail certificata e/o firma digitale, per realizzare una società e registrarla, senza per forza dover lasciare la gabella a un notaio? Perché non rendere il più possibilmente trasparenti i server dell’amministrazione pubblica in modo da poter ottenere certificazioni attraverso la rete in tempo reale? Per quale motivo ad esempio un certificato di Regolarità Contributiva emesso da un sistema informatico Imps necessita di circa 30 giorni per essere ottenuto, se poi i dati sono depositati su un server e disponibili in pochi secondi? Perché per esempio, il Catasto immobiliare, o il Pra o altro registro non rendono disponibile i loro dati a qualsiasi cittadino attraverso la rete, proteggendo la privacy con la firma digitale o altro, invece di consentirne l’accesso ai soli professionisti?

Ogni cittadino e impresa dovrebbe, attraverso la rete, avere accesso ai propri dati registrati tenuti da enti pubblici e non. Ogni cittadino e impresa dovrebbe poter ottenere certificazioni in tempi ragionevoli da questi enti e direttamente senza intermediari, è una questione anche di giustizia e democrazia. E a proposito di giustizia, la stessa cosa dovrebbe valere per gli uffici giudiziari.

Ogni ente pubblico e non che volesse fare accertamenti sui cittadini e imprese, dovrebbe essere in grado di reperire questi dati autonomamente sulla rete, senza dover richiedere documenti ai medesimi. E poi eliminiamo l'inutile perdita di tempo della marca da bollo, paghiamo tutti i balzelli in un'unica soluzione all'ufficio che emette la documentazione (anche attraverso la rete).”

Oggi finalmente arriva un “decreto semplificazioni” che va nella direzione di un maggior uso dell’informatica e della rete, anche se è solo un piccolo passetto (un po’ come le liberalizzazioni). Ma è comunque già qualcosa.

Il Ministro Patroni Griffi porta in discussione al Consiglio dei Ministri un provvedimento che prevede di poter effettuare alcune pratiche amministrative via internet.


“Il cambio di residenza avverrà in tempo reale e si potrà richiedere anche online… Gli atti tra Comuni ed enti viaggeranno solo "in modalità telematica". Così le domande per i concorsi pubblici.”


“Patroni Griffi ha riassunto così i principali cambiamenti: «La vera novità del provvedimento è che si potranno fare molti più documenti online. Le anagrafi si connetteranno tra di loro on line e si 'parleranno' tra di loro. I documenti inoltre avranno effetto immediato». Nel complesso saranno otto gli articoli dedicati alle «semplificazioni per i cittadini» tout court. Tre di questi si applicheranno all'intera collettività. La prima riguarda i certificati di residenza che, come detto, saranno operativi appena comunicato il cambio al nuovo municipio, fermo restando il compito dell'ufficiale dell'anagrafe ricevente di informare via web il Comune di provenienza entro due giorni lavorativi. La stessa disposizione prevede che siano effettuate entro 20 giorni tutte le principali dichiarazioni anagrafiche a cui sono tenuti i cittadini. Eventualmente utilizzando il canale on line. La rete costituisce il fulcro anche di un'altra disposizione. L'articolo 6 che obbliga le amministrazioni pubbliche a scambiarsi on line in loro possesso. Ciò significa che la trascrizione degli atti di nascita e matrimonio di fatto avverrà con effetto immediato senza aspettare più che l'ufficio 'A' trasmetta a quello 'B' tutto l'incartamento.”


Naturalmente l’intenzione è ottima, ma la realtà è molto più problematica. Perché ogni amministrazione, in piena autonomia, utilizza una propria piattaforma informatica, che non è detto riesca a comunicare con quella dell’amministrazione “accanto”. Si dovrà cercare di uniformare i sistemi informatici pubblici in futuro, se si vuole dare piena attuazione alle intenzioni. Al momento, il sistema più veloce per lo scambio di dati, potrebbe essere tramite firma digitale e Pec (sia tra pubblico che tra privato e pubblico).

In definitiva si tratta ancora di un uso minimale della rete, ma comunque già in grado di dare dei vantaggi al cittadino utente ed anche alle amministrazioni. Sistemi informatici per rendere più rapido l’iter delle pratiche pubbliche, dovrebbero però essere introdotti soprattutto in ambito imprenditoriale.
Tutta una serie di autorizzazioni di tipo amministrativo ed edilizio dovrebbero essere richieste via web. Ma anche rese più semplici, eliminando doppioni e ridondanze. Sempre nel post “Liberalizzazioni e oltre”, suggerivo altri due punti per accompagnare le liberalizzazioni:

“Proposta (2) - razionalizzazione, semplificazione e informatizzazione delle norme”
Perché richiedere un’autorizzazione a volte diventa un calvario. E’ spesso difficile persino capire quale e quanti tipi di autorizzazione siano necessari. Forse perché sono troppe le normative e restrizioni che regolano la vita di imprese e cittadini: ‘sono tutte necessarie?’ è la domanda che si dovrebbe fare l’amministrazione pubblica oggi.

“Proposta (3) - legiferazione a più livelli”
Perché non tutti gli utenti sono uguali: ci sono richieste di autorizzazioni importanti (per dimensione ed investimenti) e autorizzazioni più semplici, importanti per l’utente che le richiede, ma trascurabili in rapporto con la collettività. La legislazione dovrebbe essere calibrata sul livello di necessità degli utenti cittadini.

Mentre in Italia si cerca di rendere l’uso di internet sempre più centrale nell’amministrazione pubblica, dalla austera Germania arriva una storia divertente legata alla posta elettronica, niente di meno che dal Parlamento Tedesco:

La mail di Babette e la svolta goliardica dei dipendenti dell'austero Bundestag

“BERLINO - Erano le 9,44 di ieri mattina, quando è iniziato il bombardamento del Bundestag. Una tempesta perfetta, ma di mail, che ha intasato pericolosamente il server dell’austero e modernissimo palazzo, il Paul-Loebe-Haus, costruito a pochi passi dal Reichstag, sulle rive della Sprea. Babette, l’assistente di una deputata dei Verdi, Sylvia Kotting-Uhl, ha chiesto ad una collega che le aveva appena mandato un messaggio di andare a ritirare anche per lei la nuova edizione del manuale-annuario per i parlamentari appena fresco di stampa e pronto all’ufficio delle relazioni esterne. «Cara Britta, se vai a prenderlo, me ne porteresti uno anche a me? Un saluto affettuoso». Una mail «consentita», hanno precisato gli uffici del Bundestag. Ma l’incauta Babette ha inviato la sua risposta a tutti i nomi della mail list, quattromila nomi, dal presidente fino agli uscieri, dagli ex ministri fino agli addetti alla sicurezza. Dal quel momento è diventata una piccola celebrità. A poco a poco, infatti, tutti coloro che avevano ricevuto la mail di Babette hanno cominciato a farsi sentire. Molti ne hanno approfittato per farsi qualche risata. C’è chi ha scritto, utilizzando il «rispondi a tutti», di salutare la mamma, chi ha comunicato la prima cosa che gli è venuta in mente, come per esempio «Ad Hannover-Linden, tre gradi centigradi, tempo secco, leggermente coperto».
LA VALANGA - Dagli uffici del deputato cristiano-democratico Frank Steffel è venuta la brillante idea di utilizzare l’occasione per indire una lotteria, mettendo in palio due biglietti per il campionato di pallamano. La valanga è diventata inarrestabile, mettendo in crisi le comunicazioni dell’intero Parlamento. Naturalmente tutto è finito su Twitter mentre su Facebook è nato un gruppo dedicato a Babette. L’amministrazione è corsa ai ripari qualche ora dopo, ricordando che la mail list deve essere utilizzata solo per ragioni ufficiali e avvertendo che tutti i messaggi avrebbero impiegato trenta minuti ad arrivare a causa dell’ «uso scorretto» che era stato fatto del sistema.”

Della serie, “anche i (parlamentari) tedeschi cazzeggiano…”

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