mercoledì 30 aprile 2014

Si fa la qualunque pur di negare la crisi dell'euro


A volte mi viene da sorridere leggendo di tutti i sotterfugi piccoli e grandi che si stanno mettendo in atto pur di nascondere in occidente il cattivo stato dell'economia reale, ed in Europa il cattivo regime creato dall'euro. Ormai Tremonti, accusato tempo addietro di finanza creativa, dovrebbe fare corsi serali di recupero. Siamo già oltre la piccola menzogna, siamo alla bugia codificata per legge.

In casa nostra Renzi e Padoan producono un Def pieno di speranze e vuoto di coperture, eppure va bene così. L'avesse mai fatto il governo Berlusconi... sarebbero comparse copertine patinate "Unfit" in ogni dove del vecchio continente. Ma lasciamo perdere, del resto la politica è fatta così, si fa in fretta ad accusare l'avversario di malafede e altrettanto in fretta a comportarsi nello stesso modo.

Renzi comunque la si voglia vedere, è il classico esemplare umano che si può definire "nato con la camicia" (o con gran lato "B"). Infatti entro breve in Italia si vedrà finalmente l'agognata crescita e il nostro premier potrà intestarsi meriti da statista... peccato che sarà un mezzo falso:

"La Commissione europea oggi (16/01/2014 ndr) ha pubblicato un documento (http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-14-21_en.htm) in cui delinea la nuova metodologia per il calcolo delle statistiche pubbliche dei Paesi membri da parte di Eurostat, che potrebbe tramutarsi per l'Italia in un incremento tra l'1% e il 2% del dato pregresso del pil 2011.

Una previsione analoga viene fatta per la Spagna e il Portogallo. Mentre per la Germania e la Francia il beneficio sarebbe maggiore, compreso tra 2 e 3 punti percentuali di pil. Addirittura per la Finlandia e la Svezia il contributo positivo della nuova metodologia potrebbe arrivare fino al 5% del pil 2011.

La nuova metodologia ha già portato negli Usa, dove è stata adottata nell'agosto 2013, a un incremento del pil del 3,5% per gli anni dal 2010 al 2012. L'Europa intende recepirla nel 2014, in modo coordinato. Ma quali sono i principali cambiamenti che verranno introdotti?

In primis, il riconoscimento che la spesa in ricerca e sviluppo ha natura di investimento. Le spese in ricerca e sviluppo sono registrate come investimenti fissi lordi e non più come spesa corrente. Ciò permetterà di aumentare il prodotto interno lordo dell'Unione europea di circa l'1,9%
...
In secondo luogo, il riconoscimento che la spesa per gli armamenti ha carattere di investimento. A causa della loro natura potenzialmente distruttiva, in precedenza gli armamenti venivano registrati come consumi immediati. Il nuovo sistema, invece, riconosce realisticamente il loro potenziale produttivo per la sicurezza esterna di un Paese, nell'arco di diversi anni. Questo li identifica come investimenti fissi lordi. Ciò consentirà di aumentare il prodotto interno lordo dell'Unione europea di circa lo 0,1%.

In terzo luogo, il valore dei beni inviati all'estero per l'elaborazione non avrà più un impatto sulle esportazioni lorde
...
ESA 2010 registra solo un servizio di esportazione. Ciò ridurrà leggermente il livello delle esportazioni e delle importazioni, ma non influenzerà il saldo globale.

In quarto luogo, è stata presentata un'analisi più dettagliata dei regimi pensionistici. Una tabella complementare obbligatoria mostrerà infatti in modo trasparente le responsabilità di tutti i regimi pensionistici, al fine di migliorare la comparabilità tra i Paesi. ESA 2010 dovrebbe anche migliorare significativamente la misura del contributo dei servizi assicurativi al pil.

In base al sistema precedente, questo contributo era basato sulla differenza tra premi e sinistri. Dato che il livello dei sinistri può essere molto volatile (le catastrofi sono sempre più frequenti), il risultato era volatile."

(www.milanofinanza.it)

Per ora il governo nostrano deve comunque accontentarsi barcamenandosi con vecchi barbatrucchi che nemmeno Silvan...




"Come si osserva, dal 2000 fino al 2007/2008, le traiettorie del debito pubblico e del Pil sono del tutto analoghe, con una lieve diminuzione del rapporto tra debito e Pil (linea verde) durante gli anni di maggiore espansione economica.
...
Ad oggi la situazione è imparagonabile rispetto ad allora, sotto tutti i punti di vista.
La più grave crisi economica che si è abbattuta sull'Italia in tempo di pace, ha generato qualche milioni di inoccupati (o sottoccupati) in più rispetto ad allora. Le condizioni del sistema creditizio italiano, con oltre 160 miliardi di euro di sofferenze sulle spalle, sono assai più fragili rispetto ad allora, solo per usare un eufemismo.
...
Una parte significativa del sistema produttivo è andata perduta, mentre le statistiche più aggiornate ci informano che quasi 10 milioni di individui ballano sulla soglia della povertà. Il debito, dalla fine del 2008 è esploso ed è aumentato di 400 miliardi di euro (ecc. ecc. ndr)
...
Ciononostante, il Governo, nella stesura del DEf appare assai ottimista circa l'inversione di tendenza della dinamica del debito pubblico nei prossimi anni, stante anche la fallacia delle previsioni di crescita contenute nello stesso DEF, già superiori rispetto alle previsioni elaborate da altre istituzioni internazionali, peraltro anch'esse assai ottimistiche.

...


Si osserva che il debito pubblico,dopo un ulteriore incremento al 134.9% nel 2014, inverte repentinamente la tendenza, fino ad arrivare, nel 2018, al 120,5% (116% al netto dei sostegni ai vari fondi di salvataggio europei), ossia 15 punti percentuali in meno rispetto ai massimi del 2014, in soli 4 anni.
...
A parer di chi scrive, la riduzione del debito prevista dal governo è del tutto fantasiosa e non esiste una sola possibilità su un milione che il l'Italia riesca a ridurre il debito pubblico nella misura e nei tempi previsti nel DEF."

(www.wallstreetitalia.com)

Ma il sorriso (amaro), quasi un ghigno,  mi è comparso leggendo il post su vocidallestero.blogspot.it che è un vero spasso, degno del miglior Totò venditore di Fontana di Trevi.

Prendiamo esempio dalla Spagna, come periodicamente si sente dire in Italia. In effetti sono dei fenomeni!

"Secondo la banca di Spagna, l'economia spagnola ha continuato a crescere nel primo trimestre, e l’ha fatto a ritmo accelerato, con un + 0,4% rispetto ai 3 mesi precedenti.
...
Il PIL è un dato aggregato ottenuto sommando un certo numero di componenti. Tra queste le principali sono i consumi e investimenti privati, i consumi e investimenti pubblici, e il saldo commerciale.
...
Poiché le importazioni sono scese più delle esportazioni, il contributo al saldo commerciale è stato positivo e ha aggiunto uno 0,2% di crescita (metà della crescita complessiva). Se solo le importazioni fossero calate meno, diciamo solo dello 0,6%, il PIL spagnolo sarebbe cresciuto la metà (0,2%), tali sono le stranezze dei calcoli del PIL. Ma certamente non è una notizia totalmente buona il fatto di dover contare su una caduta delle importazioni per avere la miglior crescita registrata negli ultimi anni."

(vocidallestero.blogspot.it)

La Spagna cresce contraendo l'economia... non è geniale? impariamo qualcosa da questi nostri cugini iberici una volta tanto.

Ma veniamo alle vere chicche spagnole:

"Come è noto, alla Spagna è stato dato più tempo per abbattere il deficit pubblico sotto il 3% del PIL da parte della Commissione UE – altri 2 anni. In realtà il paese ha compiuto enormi sforzi per ridurre il deficit, ma i risultati di tali sforzi sono stati spesso molto più limitati di quanto si sperasse. Dopo aver toccato un picco dell’11,2% del PIL nel 2009, il disavanzo è passato dal 9,7% nel 2010, al 9,6% nel 2011 fino al 10,8% nel 2012, per raggiungere infine il 6,6% nel 2013. Ovviamente, questo disavanzo record ha prodotto un aumento enorme del livello del debito pubblico, dal 36% del PIL all'inizio della crisi nel 2007 al livello attuale di quasi il 100%.
...
Ma anche questo numero del 6,6% del 2013 non è quel che sembra, dal momento che il governo è stato costretto ad attingere circa il 2% di PIL supplementare dal fondo pensione di riserva ... e un ulteriore 1% del PIL dal Fondo Fornitori
...
Anche in questo modo, per ottenere il 6,6% ... il governo è stato costretto a chiudere il bilancio dello stato il 25 novembre."

(vocidallestero.blogspot.it)

Questa è fantastica, ce la dobbiamo proprio segnare. Ecco come si fa a far scendere il deficit, si chiude il bilancio prima. Prima di fare spesa!

"Da qui discende l’enigmatica affermazione della Banca di Spagna che sia i consumi pubblici che gli investimenti sono cresciuti nel primo trimestre dopo “la loro brusca discesa nei mesi finali del 2013”. La brusca discesa era in parte dovuta al limite temporale..."
(vocidallestero.blogspot.it)

Ecco come si comportano i grandi statisti, con i trucchi da casinò. E poi c'è sempre una regola d'oro per vivere tranquilli, non dire mai in giro quanti debiti hai. Tenersi sempre un po' sul vago aiuta ad allungare la vita (contabile).

"In realtà, la misura di contabilità EDP sta diventando uno strumento sempre più spuntato per misurare l'entità della spesa pubblica spagnola e la dinamica del suo debito. Secondo i dati della Banca di Spagna c'erano qualcosa come 1.350 miliardi di euro di obbligazioni governative spagnole in circolazione alla fine del 2013, rispetto ai 961 miliardi di euro che vengono conteggiati come debito secondo le regole dell’EDP. Mi sono dedicato a questa questione qualche anno fa, ma lasciando perdere i dettagli - grosso modo - è chiaro che c’è in giro molto più debito spagnolo di quanto molti credano.
...
Non si vuole qui suggerire che il debito sovrano lordo spagnolo è del 132% del PIL (come suggerirebbe una lettura superficiale) – la realtà è più complicata – ma che è certamente molto più alto rispetto al 93,9% del PIL che risulta a Bruxelles secondo i criteri dell'EDP. "

(vocidallestero.blogspot.it)

Hai capito lo spagnolo parsimonioso? Mica come gli italiani che hanno fatto il debitone negli anni '80 con diccì, piccì e psi, e nei 2.000 eravamo già oltre il rapporto depito/Pil del 100%. Loro, gli spagnoli, nel 2007 erano al 36% e oggi, zitti, zitti (nel senso che lo tengono nascosto) ci hanno raggiunti in un baleno al 132%! Accipicchia, un incremento del 267% in soli sette anni! Sono veramente dei geni dell'economia...

Ma come dicono tutti, come già molti affermavano all'epoca di Zapatero, prendiamo esempio dagli spagnoli. Vuoi vedere che questa volta la Fontana di Trevi non la vendiamo solo nei film?

martedì 29 aprile 2014

Rincorsa al ribasso fra valori immobiliari e tasse

 

"Cambia il fisco immobiliare.

Un algoritmo rivedrà il valore delle abitazioni avvicinandolo ai prezzi di mercato In cinque anni addio a classi e categorie, ma già si temono errori e imposte raddoppiate.
...
e ne parla da settant’anni, e forse ci siamo. La riforma del catasto è pronta a decollare, ma per i proprietari di 63 milioni di case il pericolo c’è.
...
Al centro, la rifondazione delle commissioni censuarie, nate nel lontano 1886, oggi esistenti solo sulla carta, di fatto non operative. Eppure cruciali nella
definizione del nuovo catasto che da qui a cinque anni, basandosi sui metri quadri e non più sui vani, ridisegnerà l’assetto immobiliare italiano. Perché saranno proprio queste commissioni a “validare” i nuovi algoritmi, in pratica le funzioni statistiche, destinate a calcolare ex novo le rendite catastali e soprattutto il “valore medio ordinario” di tutti gli immobili in Italia, spazzando via le tariffe d’estimo che oggi si traducono in categorie e classi. Un’operazione davvero epocale che coinvolgerà statistici, geometri, ingegneri. Ma soprattutto Agenzia delle entrate e Comuni."

(triskel182.wordpress.com)

Il segreto della nuova riforma del Catasto sta tutto qui, nella composizione della Commissione censuaria. Non tanto nell'algoritmo che è un sistema di calcolo, ma nei dati che vi verranno inseriti. Partendo dal presupposto che le commissioni saranno equilibrate ed oneste, i valori immobiliari non potranno che riflettere quelli reali. Anche se è naturale pensare che i rappresentati delle amministrazioni tenderanno ad alzarli e quelli di categoria ad abbassarli, alla fine si arriverà ad un media quasi giusta. Anche perché oggi con l'obbligo di dichiarare il valore effettivo in atto, è difficile sbagliare sulla reale valutazione del valore immobiliare.

Tutto questo, salvo errori colossali ed ingiustizie che sicuramente verranno fuori dai nuovi estimi, produrrà un circolo vizioso a tutto danno dell'erario. Anche se all'avvio di tale riforma lo Stato ci guadagnerà moltissimo, con l'entrata in funzione del meccanismo si assisterà ad una continua revisione al ribasso dei valori immobiliari e ad una caduta delle entrate tributarie.

"Ci siamo...Come vi avevo già preannunciato secoli fa
sta arrivando la MAZZATA FINALE
al già moribondo Mercato Immobiliare Italiano
ovvero
il principale assets di tutti i risparmiatori italiani, piccoli e medi inclusi...
...
Ed ecco in dirittura di arrivo la FAMIGERATA RIFORMA DEL CATASTO
che manderà di brutto in LEVA
la già quasi insostenibile IMU ovvero TASI o come cazzo si chiamerà (che era solo un assaggio...non l'avevate capito?)

Nota: in teoria la Riforma del Catasto avrebbe un senso logico...
ma fatta da uno Stato fallito
gestito da un Casta Fallita
che pensa solo a sopravvivere a spese nostre e ad obbedire alla Troika
avrà effetti devastanti su quello che è rimasto della ricchezza di questo Paese
e sarà sempre&solo congegnata con la logica della SPREMITURA per fare Cassa di Breve (e pure col TIMING peggiore...)"

(www.ilgrandebluff.info)

Concordo con Ilgrandebluff.info sul fatto che l'entrata in vigore della riforma catastale provocherà l'ennesimo scossone negativo sulle vendite e sui valori immobiliari. Avremmo un'altra ondata di proprietari, soprattutto di seconde case, che riverseranno sul mercato immobiliare case che non si potranno più permettere. Questo causerà un nuovo calo dei prezzi, poiché chi vuole realizzare subito oggi non può far altro che vendere molto scontato, visto che nessuno compra più.

Ma evidentemente questo calo dei prezzi, si riverberà sulle decisioni delle Commissioni censuarie, probabilmente con qualche ritardo, ma vista la trasparenza esistente oggi in ambito immobiliare sarà inevitabile. Quindi o lo Stato incasserà tendenzialmente sempre meno dalle tasse immobiliari, o sarà costretto a rivedere le aliquote di tali tasse rendendole sempre più ingiuste e sproporzionate pur di mantenere lo stesso gettito fiscale.

La riforma catastale è giusta, poiché in Italia nessuno compra e vende più le case utilizzando come unità di misura i vani. Ma fatta in un periodo di crisi come l'attuale andrebbe calibrata molto bene. E soprattutto oggi sugli immobili si stanno accumulando troppe tipologie di tasse che dovrebbero invece confluire in una unica, da dichiarare insieme ai redditi da lavoro in modo che possa essere mitigata in base agli scaglioni di reddito del denunciante. Ci deve essere un legame fra rendita immobiliare e reddito, altrimenti certi immobili nei centri cittadini non li vorrà più nessuno, non essendo allineati ai redditi reali da lavoro degli italiani.

In effetti ho sentito affermare da qualcuno in tv che l'attuale tendenza degli italiani di ritornare ad abitare le campagne, dipende anche dal fatto che le case di campagna costano meno. Sul momento mi è parso un commento superficiale, rispetto a quanti stanno riscoprendo il valore del lavoro agricolo, ma forse la cosa non è del tutto sbagliata. Perché del resto vivere in centro città, in un'area inquinata, dovendo pure sostenere costi inaccettabili e non allineati al proprio reddito, quando ci sono aree agricole dove i prezzi immobiliari sono un terzo o un quarto di quelli in città? La riforma del catasto potrebbe contribuire a incentivare il fenomeno della fuga dalle città, ed avere quindi anche una ricaduta sociale. Quando l'Impero Romano cominciò a decadere, le città cominciarono a perdere abitanti a favore delle più sicure campagne, nel senso del sostentamento alimentare che in città cominciava a vacillare. Che stia accadendo qualcosa di simile anche oggi?

lunedì 28 aprile 2014

Il solito Berlusconi, avversari nuovi ed inesperti


Piccolo post per evidenziare la solita strategia berlusconiana, e la solita ingenuità degli avversari che cascano come pere mature nella sua trappola mediatica.

"Dure prese di posizione di Jean-Claude Juncker e Angela Merkel sulle affermazioni di Silvio Berlusconi che sabato ha accusato i tedeschi di ritenere che i lager non siano mai esistiti.
...
Le frasi di Berlusconi “mi hanno nauseato. Gli chiedo di ritirarle immediatamente e scusarsi con i sopravvissuti dell’Olocausto e con i cittadini della Germania”, ha affermato il candidato del Ppe alla presidenza della Commissione europea.

Il portavoce di Angela Merkel, Steffen Feibert, ha fatto sapere che quelle dell’ex cavaliere sono dichiarazioni “talmente assurde che il governo tedesco non le commenta”. "

(www.ilfattoquotidiano.it)

Dopo queste polemiche mi sento di affermare che Forza Italia supererà il fatidico 20%. Anzi se fossi in Berlusconi non mi scuserei e rinfocolerei le polemiche con il socialista tedesco Martin Schulz.

Berlusconi ha sempre fatto campagna elettorale così, sovraesposto grazie agli avversari. Ed in Europa gli avversari sono del tutto nuovi ed inesperti di materia berlusconiana. Alla fine faranno resuscitare un cadavere politico grazie a polemiche che rimbalzeranno sui media per tutto il mese elettorale.

Attenzione a sottovalutare ancora una volta Berlusconi. Un mago di campagne elettorali. Malgrado l'età ha ancora un sacco di cose da insegnare a politici di tutta Europa in fatto di capacità di mobilitazione dell'elettorato. Probabilmente Forza Italia è destinata a scomparire a poco a poco, ma finché ci sarà Berlusconi rimarrà un partito con una discreta forza elettorale.

Chi invece canta vittoria già oggi, potrebbe avere qualche delusione. Il Pd probabilmente vedrà un risultato meno eclatante di quel che si aspetta. Il M5s avrà un buon risultato, ma forse lontano da quell'onda travolgente che si aspetta Grillo. Per entrambi il risultato sarà frustrante. Nel Pd riscoppieranno le solite polemiche autolesioniste. Nel M5s Grillo e Casaleggio saranno frustrati a causa dell'impotenza del movimento, malgrado una forza elettorale notevole. 

domenica 27 aprile 2014

Finta sfida a tre


Sembrerebbe esserci una gara elettorale in Italia fra tre grandi protagonisti: il centro sinistra di Renzi, il centro destra di Berlusconi e il movimentismo di Grillo.

A sentirli uno alla volta tendono ad accomunare e considerare gli altri due in un unico avversario.

- Berlusconi:
"E’ da 64 giorni che Renzi siede a palazzo Chigi e ha già aumentato le tasse sulla casa che saliranno del 32-34%, ha aumentato le imposte sui conti correnti elevandole al 26 %, ovvero un punto di più della media europea. Insomma, Renzi non fa che continuare le vecchie abitudini della sinistra”
...
“Chi vota Cinque Stelle non è solo amareggiato ma arrabbiatissimo e segue Grillo che è unosfasciacarrozze senza una risposta e senza un programma che urla solo e che ha mandato altrettanti urlatori in Parlamento. Il 46% di coloro che hanno votato per lui secondo un sondaggio si dice deluso e disgustato”

(www.ilfattoquotidiano.it)

- Renzi:
"“Grillo e Berlusconi due facce della stessa medaglia”
...
“Dire che per i tedeschi i lager non sono mai esistiti come ha fatto Berlusconi ieri è sbagliato e inaccettabile, così com’era inaccettabile quella di Grillo sulla Shoah“

(www.ilfattoquotidiano.it)

Di Grillo non ci sono dichiarazioni recenti, ma da sempre ha accomunato le due famiglie politiche del ventennio in un unico avversario politico. Da quando ha cominciato a chiamare il maggior partito di sinistra Pd meno "L" avvicinandolo così al Pdl con una battuta azzeccata e denunciando gli intrecci affaristici e le spartizioni di potere fra destra e sinistra.

Insomma pare proprio di assistere ad uno scontro di tutti contro tutti. Ma non è proprio così.

Due dei protagonisti fanno finta di combattersi, o meglio hanno deciso di prendersi una "pausa di riflessione" per la campagna elettorale, per poi tornare a stringersi in patti più o meno segreti.

E questo appare abbastanza chiaro quando sia Renzi che Berlusconi, pur attaccandosi cercano di non ferirsi veramente. Si danno dei buffetti, ma sotto, sotto, temono di spaccare l'alleanza non dichiarata.

- Berlusconi:
"precisa di “non aver mai detto di aver rotto il patto” con Renzi. Quest’ultimo, secondo Berlusconi, “in consiglio dei ministri ha deciso autonomamente senza ascoltarci che il Senato avrebbe dovuto essere composto da sindaci e che il Capo dello Stato indica 21 membri. Noi subito abbiamo detto non eravamo d’accordo e quando ho incontrato Renzi abbiamo trovato subito un accordo. C’è stato un bailamme di interpretazioni ma io in vita mia ho mantenuto tutti i patti."
(www.ilfattoquotidiano.it)

- Renzi:
"Renzi riserva al leader di Forza Italia solo una battuta “perché solo i giornalisti fanno domande su di lui..."

Come se avesse preferito evitare di parlare di Berlusconi, per non incorrere in nuove polemiche, ma poi per non dare adito a nuove fratture propone subito una mediazione: 
"L’approvazione della riforma costituzionale in prima lettura entro il 25 maggio? Spero di sì, ma non mi impicco alla data, pensiamo ci siano le condizioni, ma se vogliamo prenderci una settimana in più – e dunque dopo il voto europeo – diamogliela pure, l’importante è che la riforma si faccia”
(www.ilfattoquotidiano.it)
"Troveremo una soluzione - dice Renzi - . C'è una parte ampia che vuole eleggere direttamente i senatori tra i consiglieri regionali e un'altra parte che vuole che i consiglieri regionali eleggano chi va in Senato. Mi sembra un tema importante, ma a fronte della riscrittura totale della forma dello stato troveremo una soluzione. La linea di fondo per cui i consiglieri individuano al proprio interno quale consigliere regionale va al Senato può essere un punto di mediazione.
(www.repubblica.it)

In conclusione la competizione elettorale a tre è del tutto finta. E sempre la solita competizione a due, come c'è sempre stata in Italia. Ma è successo soltanto che una parte è ora formata da ex avversari, e l'altra parte di opposizione è rappresentata da un movimento completamente nuovo, il M5s, che è potuto sorgere proprio perché l'opposizione naturale gli ha lasciato il campo libero.

venerdì 25 aprile 2014

Attenzione ai trend

(cliccare sull'immagine per ingrandire)

Da qui alle elezioni di maggio per l'Europa, manca un mese. Sono stati fatti molti sondaggi in questo periodo per comprendere la forza dei partiti e delle coalizioni. Ma attenzione a come vengono letti. Non è tanto importante il dato dell'ultimo sondaggio, quanto il trend che proiettano questi dati sul futuro.

Un grafico in cui individuavo le linee di tendenza dei sondaggi prima delle elezioni del 2013 (11 febbraio) indicò dei risultati possibili che si avvicinarono molto ai risultati elettorali veri. Usando lo stesso metodoto ho prodotto il grafico superiore. I dati dei sondaggi sono quelli disponibili sul sito scenaripolitici.com e in particolare sono stati presi in considerazione quelli provenienti da: Datamedia, Demopolis, Emg, Euromedia, Ipr, Ipsos, Ixe, Lorien, Piepoli, Swg e Tecnè. I dati sono stati miscelati e mediati, in modo da ottenere una serie depurata il più possibile dalle tendenze politiche dei vari istituti.

Quello che appare lampante al momento, è il successo delle liste che si pongono di traverso all'euro ed all'Europa. Sono in crescita sia la Lega Nord che il M5s con trend che sembrano premiarli. Invece sia il Centro Sinistra (C.S.) che il Centro Destra (C.D.) appaiono con trend in calo. La tendenza alla caduta è inesorabile in Forza Italia (Fi) ed ancora appena accennata nel Pd (malgrado il dinamismo di Renzi).

Tutti gli altri partiti non sono stati presi in considerazione, perché troppo nuovi o perché frutto di aggregazioni, ma soprattutto perché si situano in quella zona del 4% che è inutile prendere in considerazione in un sondaggio. In quanto l'errore dei sondaggi è appunto intorno a questa percentuale. Quindi quando certi sondaggisti stimano partiti allo 0,5% lo fanno solo o per riempire una casella o per compiacere certi politici.

""5. Il margine di errore è di proporzioni enormi: ammonta a + o – il 3%! Le conseguenze sono due: innanzitutto perdono immediatamente senso le indicazioni pari o inferiori al margine d’errore perché se si afferma che un partito è al 5%, con un margine di errore di + o – 3 significa che quel partito potrebbe riscuotere nella realtà dal 2 all’8% dei consensi elettorali ..."
(www.blitzquotidiano.it)

"...si sono buttati al vento alcuni milioni di euro per produrre analisi sbagliate e fuorvianti. Il sondaggio però è un prodotto che piace ed è un contenuto molto richiesto dai media: si fa leggere e ascoltare, solletica la curiosità, offre occasioni di dibattito e accende il confronto tra i contendenti negli studi televisivi. Abbiamo ascoltato ragionamenti sui decimali di punto che potrebbe aver spostato questa o quella trasmissione, una certa notizia, un battuta, senza che si precisasse che piccoli spostamenti del genere sono ampiamente compresi nelle naturali fluttuazioni del dato. Abbiamo letto lunghi articoli sui possibili scenari del dopo voto – argomentati sulla base delle evidenze dei sondaggi - senza considerare che ancora qualche giorno prima del 24 febbraio c’era un quota di 25/30% di indecisi: sapevamo tutto sulle intenzioni dei decisi ma nulla sulle intenzioni degli indecisi."
(www.linkiesta.it)

Certo è che interi dibattiti televisivi su scostamenti di percentuali dell'1% o su partitini intorno al 4%, erano puro intrattenimento. Nulla da prendere sul serio. Eppure ci eravamo già cascati nel 2006 in questi dibattiti infruttuosi, quando un Prodi dato vincente con un buon distacco, vinse di pochi decimali percentuali una sfida con un Berlusconi che sembrava non avesse chance. Ce ne siamo dimenticati in fretta. E se si voterà fra sei mesi o un anno, torneremo a commettere gli stessi errori."

(Sondaggi inutili)

"I sondaggi hanno una precisione che si può valutare solo dopo le elezioni. Valutiamo quanto i sondaggi sono attendibili andando a comparare i numeri che si vedono in tv prima delle elezioni e i risultati definitivi delle elezioni politiche comunicate dal Ministero degli Interni.
...
Ci sono i partiti maggiori, c’è la media delle ultime rilevazioni ovvero i sondaggi fatti nel mese antecedente le elezioni politiche che si sono tenute il 24 e 25 febbraio 2013, infine c’è il risultato ufficiale delle elezioni.

Esaminiamo nella tabella che segue i tre maggiori partiti ovvero PD, PDL e M5S. Facciamo la differenza tra i sondaggi e la realtà, in modo tale che un risultato positivo significhi una sovrastima dei sondaggi, un risultato negativa significhi una sottostima.

Partito     differenza
PD          +4.3%
PDL        -1.6%
M5S       -10.3%

Si noterà che il PD è abbastanza sovrastimato dai sondaggisti che gli attribuiscono in più una grossa percentuale di voti pari alla soglia di sbarramento che è del 4-5% in molte leggi elettorali. Al PDL vengono tolti un po’ di voti ma non molti, può essere accettabile come errore. Al M5S vengono tolti oltre 10 punti percentuali cioè è sottostimato di quasi la metà dei votanti che è un errore veramente inaccettabile.
...
forse sarebbe meglio usare una forchetta di ±2% o ±4%, in tal caso i sondaggi sarebbero più attinenti alla realtà e la tabella dei sondaggi dell’ultimo mese sarebbe con un errore del ±4% la seguente:

Partito   min          max
PD        26%        34%
PDL      16%        24%
M5S      11%       19%

Come si vede sarebbe azzeccato il risultato elettorale del PD e del PDL mentre si sarebbe sbagliato solo quello del M5S. Certo il confronto tra l’operato dei sondaggisti e i risultati definitivi sarebbe in questo caso molto buono e della stima della gente ne gioverebbe la categoria. Invece si preferisce dare numeri a caso che vengono pubblicati dai giornali con la virgola decimale che poi saranno smentiti il giorno dopo le elezioni."

(www.rischiocalcolato.it)

Per quanto riguarda Renzi e Ncd mi pare che i sondaggi soffrano un po' di "post montismo", cioè un po' di desiderio di compiacere un certo potere in contrasto con quanto ancora puzza di berlusconismo. Malgrado Renzi sia un grande comunicatore, penso che anche questa volta i sondaggi sopravvalutino il Pd. Per quanto riguarda Ncd, malgrado la fuga di molti forzisti alla ricerca di un salvataggio elettorale, farà la stessa fine di Scelta Civica: prima osannata e lusingata da sondaggi fuori misura e poi inesorabilmente si è rilevata chiaramente del tutto irrilevante dopo i risultati elettorali.

Invece sulla Lista Tsipras pende il destino dell'omologa lista Ingroia. Anche essa alle politiche valutata intorno al 4%, ma che poi non riuscì a superare lo sbarramento.
Le due coalizioni tradizionali sono composte da un grande partito, e da tante piccole liste la cui qualità e peso è poco valutabile attraverso i sondaggi. Per questo anche riuscire a capire se a ipotetiche elezioni politiche vincerebbe il Centro Sinistra o il Centro Destra è del tutto impossibile. Per ora l'unico sospetto che suggerisce l'analisi dei trend dei sondaggi, è che il M5s potrebbe fare un altro risultato eclatante dopo quello del 2013.

Se ciò avvenisse la situazione politica italiana rimarrebbe ancora più bloccata di quanto sia ora. Nessuno dei vecchi partiti vorrebbe più andare ad elezioni, in quanto inutili. Sarebbero costretti a fare grandi coalizioni in eterno. Renzi non potrebbe minacciare elezioni e neppure Berlusconi, che anzi sarebbero costretti a rafforzare ancora di più il loro patto di legislatura.

giovedì 24 aprile 2014

Le palle vengono a galla


Forse perché metaforicamente sono piene d'aria come chi le sta confezionando, fatto sta che anche Napolitano comincia ad avere qualche perplessità sul mirabolante mondo colorato di Renzi. Che dovrebbe chiamarsi Alice Renzi nell'Italia delle meraviglie, delle riforme che vede solo lui, e delle coperture al Def che sono spire di fumo come quelle del Brucaliffo.

"Poche ore prima Napolitano aveva chiesto di incontrare il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per “ulteriori chiarimenti” e uno “scambio di opinioni”.
...
secondo Brunetta, “su Giorgio Napolitano pesa una grande responsabilità. Ha il compito, in questo momento così difficile, di salvare il salvabile, impedendo che l’immagine del Paese sia trascinata in un gioco elettoralistico dagli esiti imprevedibili. Ci auguriamo che il Suo alto senso dello Stato, ancora una volta, prevalga”.

(www.ilfattoquotidiano.it)

Ma evidentemente Napolitano ha fatto il possibile per rendere verosimile la manovra economica, anche senza che glielo dicesse Brunetta. Probabilmente per questo ha voluto incontrare il ministro Padoan al Quirinale, per evidenziare il suo intervento. Infatti spuntano interventi più certi:

"Per i ministeri tagli per 240 milioni di euro, invece dei precedenti 200. E tra i destinatari delle sforbiciate entra anche Palazzo Chigi, che nelle prime bozze era escluso. Ogni anno saranno limati di un ulteriore 5% (rispetto alla spesa sostenuta nel 2010) i trasferimenti dal bilancio dello Stato a tutte le amministrazioni pubbliche, escluse Regioni, Province autonome, enti locali e Servizio sanitario nazionale. Lo prevede, secondo quanto riporta l’agenzia Public Policy, la versione definitiva del dl Irpef, bollinata dalla Ragioneria. Il decreto già prevedeva una riduzione delle risorse statali per beni e servizi di 200 milioni di euro per il 2014 e di 300 milioni di euro dal 2015, ma la decurtazione di un ulteriore 5% è una novità introdotta all’ultimo."
(www.ilfattoquotidiano.it)

E poi un must, che come l'aumento delle accise sulla benzina, non manca mai:

"Da agosto su le tasse sul fumo – Slitta al 15 luglio 2014 il termine (finora fissato al 20 aprile) entro cui l’Agenzia delle dogane con determinazione direttoriale dovrà incrementare il prelievo fiscale sui prodotti da fumo."
(www.ilfattoquotidiano.it)

A quanto pare comunque gli italiano si sono già un po' stancati delle mirabolanti sparate a raffica di Renzi. Grazie alla loro decennale esperienza nel campo, in poche settimane stanno cominciando a capire cosa accadrà veramente con questo governo: quasi niente.

"Gli 80 euro non bastano. Il Pd, secondo i sondaggi di diversi istituti, sente il fiato sul collo delMovimento Cinque Stelle. Per Ixè (diretto da Roberto Weber) il distacco sarebbe di poco più di 4 punti percentuali (32 contro 27,4). Per Tecnè la distanza è solo di due punti (29 contro 27). Sono i Cinque Stelle che avanzano, nonostante lo scontro tra il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e il leader del movimento Beppe Grillo. Ma anche il Pd che arretra nonostante la spinta propulsiva del governo e delle promesse economiche. Alle elezioni europee il M5s sogna il sorpasso (“Un nuovo tsunami è nell’aria” gigioneggia il senatore Nicola Morra), il Pd per il momento minimizza (“Io incontro solo delusi da Grillo” ribatte la deputata Alessandra Moretti)"
(www.ilfattoquotidiano.it)

Per il sondaggio di Scenari Politici (quelli che ci hanno azzeccato di più), tra Pd e M5s ci passa ormai un capello...

Questo può significare una cosa piuttosto spiacevole per Renzi. Il M5s potrebbe già essere ora il primo partito italiano. Infatti di solito nei sondaggi il Pd risulta sempre sopravvalutato, anche di 5 punti percentuale. E il M5s in certe occasioni risulta penalizzato dai sondaggi. Alle politiche venne sottovalutato di 10 punti percentuali! non penso possa ripetersi un tale miracolo elettorale, ma da qui a maggio se Renzi non fa scendere la manna dal cielo, saranno dolori per il Pd.

Per fortuna ci penserà la realtà a riportare sulla terra gli ultimi renziani ancora convinti dal nuovo unto del Signore. La realtà probabilmente si chiamerà Ucraina. Li da una pistolettata si può passare facilmente alle cannonate. Putin pare abbastanza alterato per la situazione che si sta creando nella parte orientale dell'Ucraina.

"As expected, Russia has promptly responded to the latest “anti-terrorist” escalation in Ukraine both diplomatically…
- PUTIN SAYS USE OF FORCE IN UKRAINE WILL HAVE CONSEQUENCES – BBG
- PUTIN SAYS IF UKRAINE USING ARMY AGAINST PUBLIC IT’S A CRIME – BBG
- PUTIN SAYS EVENTS IN EAST UKRAINE COULD HAVE HAPPENED IN CRIMEA – BBG
- PUTIN SAYS NO SANCTIONS ARE EFFECTIVE IN MODERN WORLD – BBG
- PUTIN SAYS HE’S LEARNING ABOUT UKRAINE EVENTS FROM MEDIA – BBG
- Use of force against public in Ukraine would be a “very serious crime,” Russian President Vladimir Putin says at meeting w/ media in St. Petersburg.
- Putin said consequences for people involved will depend on how vents evolve in Ukraine
- Putin adds that events in eastern Ukraine could have happened in Crimea, show Russia was right to support referendum there and says that the Geneva accord is not being followed as extremist groups in Ukraine refuse to disarm"


L'Ucraina potrebbe essere il cigno nero definitivo, che farà fare un bel ruzzolone al suolo a tutti quelli che vedono riprese alle porte, luci in fondo al tunnel ed altre paranoie da psichiatria. Negli Usa c'è sempre meno convinzione sulla ripresa in atto. Il crollo delle vendite immobiliari ha aperto gli occhi a molti.

La ripresa Usa è così anemica che si pensa di mascherare una stagnazione con un aumento del Pil truccato. Del resto se la ripresa non arriva, perché non inventarne una?

"Il New York Times lo certifica: la classe media statunitense sta perdendo posizioni e non si trova più al vertice delle statistiche mondiali, superata dal vicino Canada e persino da alcuni Paesi europei: le disparità aumentano a dismisura e la famosa ripresa sembra non aver alcun effetto sui redditi. Questo svela uno degli inganni e delle ambiguità che si celano dentro la parola ripresa: intanto il segno più sul Pil è in gran parte dovuto al cambiamento di alcuni criteri di calcolo che ne favoriscono una crescita apparente che per gli Usa è attorno al 2% (in Europa il nuovo calcolo sarà adottato a settembre per ottenere lo stesso effetto miraggio, vedi qui)."
(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Mi sa che il nuovo leader maximo, con grande godimento di quell'altro Massimo, si sta consumando velocemente come un cerino. La comunicazione è importante, ma non si può fare televendite a giorni alterni, senza peraltro avere dei buoni materassi da vendere...



martedì 22 aprile 2014

Siamo dentro la bolla (2)


Ora tutto va bene, gli spread sono bassi, stando a questi indici pare che le economie europee della periferia siano tornate ai livelli pre crisi. I titoli di Stato di tutti i Piigs stanno facendo faville. Attenzione però, perché la situazione è tutt'altro che definitiva. Se Draghi al dunque, cioè quando i mercati vorranno vedere le carte monetarie espansive (quantitative easing), se Draghi farà dietrofront a causa dell'ostilità della Germania, allora saranno guai. E non si potrà nemmeno dare la colpa a Berlusconi... cosa si inventerà la prossima volta per salvare l'euro?

"Nell’estate del 2012, Mario Draghi arrestò il crollo dei bond periferici con la forza delle parole e la minaccia/promessa di un “bazooka” rivolto contro coloro che volevano affossare l’euro ed innescò una modifica sostanziale nel sentiment degli operatori, prima latente e poi crescente nel tempo a favore dei titoli di Stato dei paesi periferici.
...
I bond dei PIIGS hanno ormai raggiunto tassi inimmaginabili soli 18 mesi fa, con i “solidissimi” bond greci a 10 anni che rendono il 6,16%, ovvero oltre due punti e mezzo in meno di quelli russi o i “pregevolissimi” bond portoghesi, con tassi sul decennale al 3,86% e che rendono meno di quelli australiani fermi al 4,15%, nonostante un debito/pil portoghese al 124,1% rispetto al 20,70% dell’Australia. E poi che dire della tigre celtica, ovvero dell’Irlanda, che ha raggiunto tassi al 2,92% e similari alla virtuosa e solida Norvegia con bond al 2,85% ma il meglio arriva dalla “produttiva” Italia che con un pil a -0,9% batte l’operosa Corea del Sud, il cui pil è al 3,7% annuo, grazie a tassi sul decennale ormai in area 3,24% rispetto al 3,56% dei coreani ed infine la Spagna, con una disoccupazione giovanile record, gareggia con gli Stati Uniti di Barack Obama, in quanto ha già raggiunto il medesimo rendimento sulle obbligazioni a 5 anni ed è ormai ad una manciata di decimi di punto sul decennale USA, essendo i bonos spagnoli al 3,15% rispetto al 2,8% dei treasury americani.

RITORNO ALLA REALTA’

Che dire, i famigerati PIIGS sembrano essere diventati il miglior posto dove investire e se non mancasse il bianco coniglio parlante di Alice, potremmo dire di essere nel paese delle meraviglie, in quanto di cappellai matti vi è una certa in abbondanza, essendo sempre maggiore il numero di piccoli risparmiatori disposti a strapagare titoli lunghi o lunghissimi (oltre i 20-30 anni), pur di ambire a tassi lordi annui attorno o di poco superiori al 4%. Signori sveglia, è ora di portare a casa le plusvalenze eventualmente maturate sui prezzi ed attendere una salutare discesa dei prezzi e senza una eccessiva fretta di rientrare, in quanto e nonostante il paventato (solo a parole) potenziale QE in salsa europea è innegabile che gli attuali prezzi scontano già tali scenari fiabeschi pro PIIGS e pro banche.

SCENARI GIA’ PREZZATI

Non bisogna scordarsi che gli USA dopo migliaia di miliardi di dollari stampati dalla FED e veicolati anche nell’acquisto delle obbligazioni americane è riuscita per ora a non far salire i tassi decennali statunitensi oltre il 3% e se oggi l’Italia e gli altri paesi periferici sono ormai prossimi a tali rendimenti è forse il caso di comprendere che tale euforia sconta già scenari in cui la BCE sperimenti azioni di stimoli con analoga portata ma se ciò accadesse realmente e quindi dalle parole si passasse ai fatti, ...
Draghi più che attivare il famigerato bazooka dovrebbe utilizzare un cannone, mentre se ciò non avvenisse ne vedremo delle belle.

SCOMMESSE ALL’INCASSO

Se ciò non accadesse o non fosse azionata una potenza di fuoco ritenuta adeguata per gli operatori finanziari, non sarà difficile portare sotto pressione, più o meno volutamente, i governativi periferici dell’euro-zona, in quanto di scuse pronte ad essere utilizzate a tale scopo ve ne sono in abbondanza, a partire dall’ancora in essere crisi Ucraina, fino alle prossime elezioni europee di maggio o ai futuri stress test della BCE sul sistema bancario europeo ecc. 
...
E’ perciò molto probabile che qualcosa sarà realmente fatto dalla banca centrale europea, essendo il premio al rischio non più sostenibile a lungo dagli operatori finanziari. C’è sempre più consapevolezza del fatto che non è rimasto molto differenziale da stringere tra i rendimenti dei diversi paesi sviluppati. Ed a meno che non si creda alle favole e si ritenga che il Portogallo, la Grecia, l’Italia, l’Irlanda e la Spagna possano diventare in brevissimo tempo come la Norvegia, la Germania, gli USA ecc. è il caso di tornare alla realtà e con i piedi per terra. Lo spassionato consiglio è perciò quello di non farsi “abbindolare” dai recenti annunci della BCE o dalle pseudo aperture della Bundesbank, in quanto più rivolte a coloro che hanno sostenuto il gioco fino ad ora piuttosto che ai piccoli risparmiatori desiderosi di buttarsi oggi in acquisti su titoli a medio – lunga o peggio ancora lunghissima scadenza. E’ invece l’ora di monetizzare le eventuali plusvalenze e di stare alla finestra in attesa occasioni e prezzi migliori."

Siamo alle fasi finali. L'ago sta per pungere la bolla.

domenica 20 aprile 2014

In Italia si sogna, in Francia si preparano piani B


In Italia la vicenda del fiscal compact sta diventando tragicomica. Del tipo che persino su giornali non governativi come "Il Fatto Quotidiano" si tende a sminuirne la portata. Del tipo che si cerca di smentire, a fini elettorali forse, che il fiscal compact possa costarci intorno a 50 miliardi l'anno di lacrime e sangue. Si ventilano cifre tipo 5-10 miliardi in più, ma poi vengono condizionate ad eventi improbabili come gli asini che volano: inflazione alta mentre stiamo precipitando in deflazione, crescita cinese mentre siamo nella peggior recessione dal 1929. Non capisco se il centro sinistra elitario sogni "montagne verdi" dove i fiscal compact volano come nuvole, o è solo uno squallido sistema per non allarmare il fedele elettore masochista del Pd. Possono essere entrambe le cose: anche Berlusconi credeva nelle palle che raccontava...

Per esempio proprio su "Il Fatto Quotidiano" si ventilava per il 2015 un Pil in crescita del 1,1% e un'inflazione all'1%. Pertanto l'incremento nominale del Pil (con l'inflazione) viene dato al 2.1%. Peccato che la crescita non sarà quella e l'inflazione cala inesorabilmente da mesi con andamento lineare. Nel 2015 potremmo già essere in deflazione. Secondo l'articolo del quotidiano possiamo sfangarla con 7-10 miliardi, smentendo tra l'altro il titolo che indica 5 miliardi.

Ma non basta, c'è di più oltre il fiscal compact, ci aspettano altre batoste se vogliamo rispettare i parametri europei:

"Siamo sopra il 3% di deficit su pil effettivo grazie alla polvere nascosta sotto il tappeto da Leptas e Sakkodannis (manovra necessaria stimata di minimo 12 miliardi avendo rimandato certe spese a dopo il 31-12-2013), abbiamo bisogno di una manovra di ,8% (quindi ancora 12 miliardi) per avere il PAREGGIO DI BILANCIO STRUTTURALE SECONDO I DETTAMI UE E SECONDO QUANTO RICHIEDE LA COSTITUZIONE! Se sommiamo le due cose abbiamo ancora bisogno di una manovra di MINIMO 1.6% (24-25 MILIARDI DI EURO) per avere il pareggio di bilancio! Ora dobbiamo aggiungere i 50 miliardi di euro per il FISCAL COMPACT!

Possono essere meno? SI! Certo che possono MA….SERVIREBBE UNA CRESCITA DI MINIMO 2.1-2,3% ED ALLORA, E SOLO ALLORA, POTREMMO AVERE LA NECESSITA’ DI TAGLI DI ALMENO 8 MILIARDI DI EURO……
...
persino Alemanno questa mattina in TV l’ha spiegato: MA VOI PENSATE DAVVERO CHE LA CRESCITA DEL PAESE SARA’ IL 3% AL PUNTO CHE POI VERAMENTE IL FISCAL COMPACT NON INCIDERA’ NELLA NOSTRA VITA?"

(www.rischiocalcolato.it)

Così mentre in Italia il renzismo tenta di imbellettare una situazione tragica e nascondersi dietro un dito, in Francia Hollande che non ha più nulla da perdere ha deciso di spiattellare le carte in tavola, di dire la verità, usando la strategia "o la va o la spacca":

"... al contrario di quando avviene in Italia, con la distribuzione di perline e frammenti di specchietti per le allodole, il nuovo premier ha appena annunciato un piano di tagli da 50 miliardi in tre anni, guarda caso proprio una cifra molto vicina a quella che ci si attenderebbe da una osservanza del fiscal compact per la Francia.

Blocco delle pensioni e dei salari, riduzione di servizi e di sussidi, licenziamenti come se piovesse nella pubblica amministrazione. Insomma 18 miliardi di minori spese per lo stato, 11 per gli enti locali e 21 per il welfare per rientrare nel parametro del 3% di deficit. Certo è singolare che si possano dare cifre precise per la Francia, mentre in Italia si è ancora dentro un incerto calderone da imbroglio"

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Forse Hollande ha deciso di dire la verità per mettere l'opinione pubblica di fronte ad una scelta vera: o Francia o Europa.

"E qui non ci sono che due ipotesi. La prima è che Hollande, dopo aver constatato il disastro che tuttavia non ha favorito la sinistra radicale (purtroppo sempre su posizioni di europeismo di maniera) ha pensato che far fuori la gauche socialista e spostarsi decisamente a destra, allineandosi ai conservatori, possa favorire un’alleanza repubblicana per fare fronte contro i cosiddetti populisti, una sorta di versione transalpina delle larghe intese attuata grazie a un personaggio di straordinaria ambiguità come Valls. La seconda, certamente più intrigante, è che abbia dato via libera all’annuncio di un nuovo massacro, proprio per favorire l’ascesa della Le Pen, in modo da poter avviare una iniziale contestazione dei parametri europei, senza tuttavia prendersene la responsabilità e attribuendo il tutto alla necessità di contenere i malumori popolari e il pericolo della destra.

Una sorta di via d’uscita di sicurezza in entrambi i casi."

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

Continuo ad essere dell'opinione che noi italiani da soli non ce la faremo mai ad uscire dal vicolo cieco dell'euro. Ma il primo paese che farà saltare il banco sarà proprio la Francia. Nel 2012 speravo in Hollande, oggi credo che sarà M. Le Pen a guidare la riscossa contro i fanatici dell'Europa.

sabato 19 aprile 2014

Esperimento Renzi



Vedremo se funzionerà l'esperimento Renzi che consiste nel togliere denari da una tasca degli italiani per metterla in un altra. Tale gioco di prestigio produrrà crescita? Si tratta effettivamente di una redistribuzione, ma che avviene solo in minima parte da chi ha troppo verso chi ha troppo poco. Si tratta in sostanza come al solito di provvedimenti che colpiscono servizi (forse anche la Sanità) per le fasce più deboli e ridanno un po' di liquidità alle stesse fasce sociali. Temo sia una manovra a somma zero, come lo sono state molte di quelle del centro sinistra.

"Il provvedimento costerà 6,9 miliardi di euro. 4,2 miliardi arriveranno da operazioni di revisione della spesa, 2,7 da maggiori entrate, in prevalenza una tantum. Per questo capitolo il governo alla fine ha scelto la via dell’innalzamento dell’imposta sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia al 26%, portando il gettito dell’operazione a 1,8 miliardi di euro."
(www.huffingtonpost.it)

La manovra è fatta di tagli (o speranza di tagli), soldi inventati, entrate "vecchie" che lo Stato doveva aver già incassato tempo fa.

Quelli di Bankitalia sono soldi inventati. Cioè derivano da una rivalutazione delle quote di Bankitalia, che non è avvenuta con il versamento di liquidità corrispondente, ma si è semplicemente agito su un computer contabile stabilendo che da un tal giorno Bankitalia valeva "x". Le banche italiane azioniste della medesima si sono ritrovate improvvisamente più ricche. Ora il governo vuole la sua parte del bottino.

Su questo provvedimento continua a pensarla come avevo già scritto in un post precedente:
"Si sono regalati miliardi a Bankitalia ed alle banche che ne sono azioniste, per poi far tornare una parte di quei soldi inventati nelle casse dello Stato. Ma allora dico, visto che c'erano, perché non si rivalutava il valore di Bankitalia di 2.000 miliardi, così con una tassazione del 50% avremmo immediatamente dimezzato il debito pubblico, ed avremmo raggiunto in un baleno il rapporto del 60% debito /Pil del fiscal compact. O perché invece non tassare la rivalutazione al 99%, così avremmo annullato completamente il debito pubblico!"
(Premier evanescenti)

Se la manovra doveva essere strutturale, per quest'anno lo è ben poco, visto che per il 26% (1,8 miliardi) proviene dalle rivalutazioni delle quote azionarie in Bankilatia.

"Sempre sul fronte delle una tantum, il governo mette in programma 600 milioni di euro di maggiore Iva in arrivo grazie al pagamento dei debiti Pa. E per farlo, prevede di mettere a disposizione 8 miliardi (dei 13 programmati nel Def), relativi al saldo della parte corrente."
(www.huffingtonpost.it)

Dalla cifra ricavata si può presumere che: o parte di questa Iva è già stata pagata dalle aziende, anche senza il pagamento delle rispettive fatture, o si tratta per la maggior parte di Iva agevolata per beni, servizi e lavori che rientrano nel campo dell'Iva sotto il 10%. Altrimenti dall'Iva (al 22%) di 8 mld si sarebbero ricavati più di 1,6 mld.

Questi dell'Iva rientrano nella categoria delle entrate che lo Stato avrebbe già dovuto incassare da tempo, e non per colpa dei contribuenti. Non poteva però mancare la voce "lotta all'evasione" che spero sia realistica. Non il solito ipotetico recupero di evasione che poi non avviene mai, altrimenti le coperture salterebbero. Ma temo invece che a pensar male ci si azzecchi. Potrebbe essere una voce del tutto ipotetica, visto che per il 2015 si stima di ricavare dagli evasori 3 mld! Addirittura più che dalle quote rivalutate di Bankitalia! direi previsione abbastanza ridicola...

Poi ci sono i tagli veri e propri per almeno 4.2 miliardi che rappresentano il 60% della manovra:

"Sul fronte della revisione della spesa, il pacchetto di interventi è molto più articolato. Si va dal taglio di un miliardo per le agevolazioni delle imprese, ai 2,1 miliardi di riduzione per acquisti di beni e servizi, divisi equamente – ha spiegato il premier – tra Enti locali, Regioni e Stato, fino ai 900 milioni che – nel documento diffuso da Palazzo Chigi – figurano alla voce “sobrietà”. Si tratta in concreto di misure che riguardano le auto blu, che saranno al massimo 5 per ogni ministero, e il tetto agli stipendi pubblici a 240 mila euro che si estenderà anche ai magistrati. Corposo anche l’intervento nei confronti della Rai, a cui si chiede un “contributo di 150 milioni”, autorizzandola – se riterrà necessario – a “vendere Rai Way” e “riorganizzare le sedi regionali”. 100 milioni arriverebbero dal taglio delle province, 200 da “tagli ai ministeri”.

Nei tagli ai beni servizi figurano, per quanto riguarda lo Stato, 400 milioni di euro solo per il comparto Difesa, ma non quello della sanità. Risparmiato per il momento dalle sforbiciate. Di cui 150 da una "spostamento" del programma degli F35."

A cui si aggiungono 1 miliardo di tagli alle agevolazioni alle imprese, 100 milioni di tagli all'innovazione, 100 milioni di tagli alle municipalizzate.

Tutti questi tagli ricadranno in buona parte sulle tasche della classe media, rendendo pertanto quasi inutile il "regalo" degli 80 euro che molto spesso saranno anche meno. Senza considerare che quest'anno entrerà in regime la Tasi che potrebbe essere un'ulteriore mazzata che si mangia buona parte degli 80 euro mensili.

I 2,1 miliardi di tagli alla pubblica amministrazione divisi in tre trance da 700 milioni per Stato, Regioni e Comuni, andranno a gravare quasi sicuramente sui servizi. Nessuno può veramente credere che la politica rinuncerà ai suoi portaborse ed ai suoi consulenti. Piuttosto si taglieranno i servizi a supporto dei disabili, o le manutenzioni delle strade. Anche perché è più semplice trovare cifre corpose in certi ambiti di bilancio che riconoscere gli sprechi. Renzi Padoan e Delrio hanno annunciato che non si toccherà la Sanità. Ma come fanno ad esserne certi visto che questa è in mano alle Regioni, ed la spesa più grande delle medesime, dove è più facile fare tagli? Inoltre come faranno i Comuni a fare ulteriori tagli visti quelli già praticati da Tremonti in avanti?

E poi si parla di tagli al programma F35 di 400 milioni, quando la cifra sarebbe potuto essere ben maggiore. Cosa significa, che non verranno acquistati certi optional come il sedile riscaldato e i sensori di parcheggio?

Tutto ciò che viene tagliato verrà ad essere pagato direttamente dalle tasche degli italiani. Anche il decreto sobrietà che contiene ottime idee, contiene però tagli recessivi e che finiranno per scaricarsi sugli italiani. Per esempio è ottima cosa risparmiare sui bandi degli appalti, evitando la pubblicazione obbligatoria sui quotidiani. Il fatto è che così si sottrarranno risorse ai giornali già in profonda crisi, il che produrrà ulteriore disoccupazione nelle redazioni. E' anche cosa ottima togliere l'agevolazione elettorale per la spedizione dei "santini" elettorali. Però è anche vero che dietro la spedizione di questa inutile cartaccia c'era un lavoro che si traduceva in reddito per molti italiani: molte tipografie ricavano un buon guadagno da queste attività.

Anche il taglio di 150 milioni alla Rai, ne sono quasi certo, non si ripercuoterà sugli stipendi delle star della Tv, ma più probabilmente sugli appalti di ditte che non lavoreranno più per la Rai, e probabilmente alcuni di questi lavoratori non lavoreranno proprio più.

Sul taglio alle municipalizzate, ripiene spesso di politici "trombati", valgono le stesse considerazioni sugli enti locali. Chi può credere che si taglieranno super prebende dei manager o sprechi. Piuttosto diminuiranno per esempio le corse dei bus, o aumenteranno bollette e biglietti. Anche questi tagli verranno recuperati dalle tasche dei contribuenti, e soprattutto della classe media.

Non mi è chiaro cosa indichino quei 1.100 milioni fra agevolazioni d'impresa e innovazione. Ma qualsiasi taglio nelle agevolazioni alle imprese si traduce o in un costo maggiorato del prodotto di quest'ultime pagato dal consumatore (ma visti i tempi ne dubito) o in un taglio all'occupazione (strategia che va per la maggiore). Inoltre tagliare la ricerca, se la voce "innovazione" si riferisce a questa, non fa mai bene in termini di crescita.

In ogni caso ora si potrà osservare quanto siano valide certe tesi neoliberiste, secondo cui si può tagliare la spesa pubblica per aumentare il reddito al netto delle tasse, ed ottenere crescita. Io ritengo che una tale configurazione, per somme così esigue rispetto alla spesa pubblica, sia a somma zero. Quello che gli italiani guadagneranno in più sarà speso per pagare i servizi tagliati, oppure non permetterà di superare i fattori recessivi dei tagli (meno spesa pubblica, meno denaro nell'economia privata).

Comunque, per ora si tratta di pura propaganda elettorale. Non è ancora stato scritto niente nero su bianco. Le cifre potrebbero ancora cambiare.

giovedì 17 aprile 2014

Siamo dentro la bolla


Ma ce ne accorgeremo solo quando scoppierà. Per ora tutto va bene, i capitali arrivano in Italia e negli altri paesi sfigati, spingendo addirittura alle porte. In Italia, la crescita dei titoli azionari e caduta dello spread sembrano anche accreditare il nuovo premier come vincente, come effettivo solutore dei problemi dell’Italia.

I capitali che hanno lasciato i paesi emergenti, e in parte anche le borse Usa e giapponese, ormai sopravvalutate, arrivano a frotte qui da noi “maiali” Piigs, per speculare un po’. Le borse salgono a razzo, gli spread scendono. I titoli di Stato di paesi falliti come Grecia e Portogallo vanno a ruba, come se fossimo tornati al boom degli anni ’60…





“vediamo "miracolo"
del PORTOGALLO semi-fallito
e già "tamponato" dalla Troika nel 2011 con circa 80mld di euro di "salvataggio"...
(per capirci circa la metà del PIL annuale...).

Portogallocolloca 1,25 miliardi di titoli Stato 9 e 12 mesi
Il Portogallo ha collocato in asta complessivi 1,25 miliardi in titoli di Stato a 9 e 12 mesi a tassi in calo sui minimi storici su entrambe le scadenze.
Nel dettaglio sono stati assegnati agli investitori 325 milioni di carta a nove mesi al rendimento medio di 0,487% da 1,714% dell'asta precedente insieme a 925 milioni a dodici mesi al tasso di 0,597% da 0,602%.
Particolarmente vivace la domanda sul nove mesi, con un coefficiente bid-to-cover pari a 4,08 dal precedente 1,5, mentre il rapporto di copertura sui dodici mesi cala lievemente da 1,7 a 1,57.
by Phastidio
Mentre la periferia dell’Eurozona è ormai ebbra di un travolgente successo, grazie al crollo degli spread innescato dalla liquidità internazionale alla ricerca di rendimenti, che qualcuno (che peraltro nella vita sta sui mercati, quindi dovrebbe saperlo meglio di chiunque altro) qui da noi scambia per un successo domestico, in Portogallo nei prossimi giorni si terrà un dibattito parlamentare su cosa fare con un enorme stock di debito che appare sempre meno sostenibile.
A marzo, un gruppo di 74 personalità portoghesi ha lanciato ilManifesto 74, iniziando a raccogliere firme online tra la popolazione (sinora ne sono arrivate 32.000) per ottenere un dibattito parlamentare.
Nel manifesto si parte dalla premessa che il debito non è sostenibile e che serve liberare risorse per ripartire sulla strada della crescita.”

Invece l’economia reale è uno schifo come sempre. Inutile anche starlo a spiegare. E’ sufficiente vivere una giornata da cittadino comune (non da privilegiato dell’élite politico-economica che vede riprese sempre dietro l’angolo) per osservare come vanno le cose. Non so come voteranno gli italiani, ma penso che i partiti di protesta faranno un buon risultato.

Ma quando i soldi facili arrivano così all'improvviso non è mai un buon segno. Malgrado tutti, Renzi compreso, considerino i capitali dall'estero come una benedizione, un grande affare per l’Italia. Finché affluiscono va bene, quando se ne vanno son dolori.
Abbiamo visto cosa è successo dopo la sbornia dei mutui dati sul 110% del valore dell’Immobile…

“la vera chiave di questo Rimbalzo Euforico
in mezzo alla marea di nubi all'orizzonte...
come da copione e come da 5 anni a questa parte...
E' SEMPRE l'epicentro USA...
E' sempre quello che FA LA DIFFERENZA...
nel bene e nel male...


La Yellen della Fed afferma di essere impegnata nel sostegno della ripresa;
Per la Fed:
- i tassi vicino allo zero dipenderanno dalla distanza dell'economia americana rispetto gli obiettivi di occupazione e inflazione.
- La bassa inflazione è più probabilità rispetto all’aumento dell'inflazione sopra il 2%. ....”

Venghino signori, venghino… direbbe il premier Renzi. Venghino ad acquistare questa mirabolante Italia semi distrutta.

“Poi passiamo brevemente alla sbornia mondiale
Strong Buy ItaGlia...
Vi posto solo alcuni dati
e poi fate vobis....

Debito pubblico, nuovo record: è a 2.107mld .(N.d.R.era a 1880mld a Gennnaio 2011...+227mld in soli 40mesi...e BTP dal quasi 7% diRendimento...al quasi 3%...) E l’inflazione cala: a marzo +0,4%
14 Aprile 2014
Il debito pubblico italiano ha toccato un nuovo massimo storico: in febbraio è aumentato di 17,5 miliardi, toccando quota 2.107,2.Bankitalia: "A febbraio aumento di 89 miliardi rispetto allo stesso mese del 2013....
Ed allo stesso tempo oggi....
o' Miracolo....
...insieme al FTSE MIB che, dopo la correzione di ieri, si sta sparando un potentissimo +3,44% di reazione...
con un'accelerazione mostruosa da +1% & "panic buying" nell'ultima mezz'ora!
Ve lo dissi che quando sui mercatini come il nostro entrano gli 'mericani di Blackrock&soci...finchè non cambiano idea....son faville...”

Mentre la borsa vola, il settore privato è a pezzi. L’industria italiana ha perso il 20% della sua forza in pochissimi anni. La domanda interna diventa di anno in anno più anemica. Produciamo un numero di autovetture che ci riporta agli anni ’50.

Ed anche il settore pubblico è tutt'altro che risanato. Ora si vedrà la stesura definitiva del Def renziano, ma quasi sicuramente non ci saranno tutte le coperture. Del resto Padoan ha dovuto informare mestamente l’Europa che non rispetteremo il pareggio di bilancio per quest’anno. E secondo me accadrà lo stesso con il fiscal compact. Ho letto in giro di qualcuno che afferma nuovamente che il fiscal compact non è un vero problema (vedi: “FiscalCompact: quello spauracchio misconosciuto è davvero uno spauracchio?”). Ma alla fine sono le solite argomentazioni alla Padoan: basta fare un po’ di crescita oltre il 2% (come no… semplice) ed avere un po’ di inflazione vicino al 3% (ed infatti siamo in deflazione) ed è tutto risolto. Ma queste cose non ci sono.


Quindi attenzione ai primi starnuti. Potrebbero essere anche febbricciole banali a mandare a gambe all'aria tutto quanto. Non è necessaria arrivare alla guerra civile in Ucraina. Potrebbe essere sufficiente una grande vittoria della Le Pen in Francia e del grillismo in Italia. Gli investitori potrebbero pensare che la loro speculazione è troppo pericolosa, ed uscire dall'Europa del sud a gambe levate.

martedì 15 aprile 2014

Immobiliare: sarà sempre peggio.



Con questo post vorrei offrire uno sguardo allargato e lontano sull'immobiliare, italiano e non solo. Molte economie si sono basate in questi ultimi anni sulla crescita dei valori immobiliari, per esempio abbiamo avute le note esagerazioni sfociate in crisi bancarie in Irlanda, Spagna ed anche Usa. Oggi è su questa strada l’Inghilterra, dove il governo con politiche di sostegno all'acquisto degli immobili, sta pompando l’ennesima bolla immobiliare.

Nel suo piccolo, ma nemmeno tanto, anche l’Italia ha visto montare e scoppiare una discreta bolla immobiliare. A cavallo del 2.000 era piuttosto semplice ottenere un mutuo. Ad un certo momento era gli stessi istituti di credito (più o meno nuovi e più o meno seri…) a cercare il mutuatario, con punte di esagerazione quando si rifilavano mutui a stranieri appena giunti in Italia, che probabilmente non erano nemmeno interessati ad acquistare case qui.

Oggi in tutta Italia i prezzi delle case sono in discesa. Non ho il polso di tutta la penisola, ma nel torinese il colpo è stato molto duro. In Torino i prezzi sono scesi e i tempi di vendita si sono anche allungati di molto. Ma in località periferiche della provincia, abbastanza depresse, oggi si acquistano immobili abitabili a prezzi che 10 anni fa occorrevano per comprare dei ruderi da ricostruire. E gli operatori del settore si giustificano dicendo che gli immobili vecchi (con più di 15 anni…), non isolati termicamente e non antisismici, non valgono più nulla!
Una frase che sarebbe stata un’eresia pochi anni fa, quando bastavano quattro muri che reggevano un tetto (anche in amianto…) per far credere di possedere un tesoro.

I motivi del tracollo immobiliare sono stati ben evidenziati da S. Bassi nel suo post:

“Ma comevi anticipai
andiamo un po' a vedere come stanno
le 6 Streghe
che stanno stritolando l'immobiliare italiano
e che gli impediscono di rialzare la testa
(a parte rari casi nella fascia top)
1. Disoccupazione = beh...siamo al nuovo RECORD del 13% (dato addomesticato ISTAT) e del 23-24% (dato reale)
2. Disoccupazione Giovanile (sono loro che soprattutto mettono su casa...se masochisticamente sono ancora qui in Italia a fare i frustrati no-hope + mancette dai genitori) = sempre ai massimi intorno al 43% e fischia...
3- Deflazione Salariale = sempre peggio...ci stiamo vietnamizzando...in particolare i giovani (vedi punto 2)
4. Vaporizzazione dei Risparmi Italiani = tantissime casette venivano comprate con l'aiutino del Papi...che adesso ha sempre più dovuto svuotare il suo conto deposito...
5. Credit Crunch delle Banche sui Mutui = sempre tutto inchiodato, anche se le ns. banchette, con spread in crollo e tradate a stecca da Blackrock&soci, ...potrebbero iniziare ad avere qualche cartuccia da sparare in mutui molto selettivi...ma per ora non basta ad invertire la tendenza (Nota Antropologica: senza la leva dei mutui, i mercati immobiliari tornano NORMALI come lo sono stati per 10mila anni...meno che negli ultimi 50 anni...ovvero 4 mattoni e non un asset finanziario dei più speculativi e deflagranti..)
6. (MA SOPRATTUTTO...) Aumento mostruoso e troppo veloce della tassazione italiana sugli immobili, allo scopo di fare cassa sicura e di non fallire = SEMPRE PEGGIO...la morsa non si allenta anzi si stringe ancora di più...
Del resto l'Immobile non può scappare ed è cassa sicura&veloce
Se poi alle 6 Streghe
ci aggiungi la prospettiva dell'ARMAGEDDON FINALE
ovvero
la revisione del catasto che manderà IN LEVA la TASI, trasformandoLA in una pesante patrimoniale....“

In effetti la stretta della crisi incrociata fra mancanza di lavoro, mutui difficili e peso del fisco, sta scoraggiando l’acquisto, e sta immettendo sul mercato tante seconde case che molti italiani non possono più permettersi. Il combinato di tutto ciò fa crollare il prezzo.

Ma purtroppo, rispetto a S. Bassi, penso che l’immobiliare diventerà un investimento sempre meno remunerativo. Probabilmente fra pochi decenni non sarà più un investimento, ma solo un costo per abitare. E la cosa probabilmente avverrà prima all'estero e poi in Italia.

“Sono sempre di più le cose che si possono fare con una stampante 3D. Una tra le tante ora, da aggiungere alla lista, è quella di costruire una casa in un solo giorno. Anzi, c'è chi ha fatto di meglio, con 10 case in un giorno.

A riuscire nell'impresa è stata, come riporta Gizmodo, l'azienda cinese WinSun Decoration Design Engineering Co. usando materiali riciclati.

Non si tratta del primo tentativo, ad Amsterdam ad esempio è stata costruita una casa con una stampante in 3D usando mattoncini di plastica che si incastrano come i Lego. È stata tra l'altro "stampata" direttamente sul luogo, a differenza di quelle cinesi che erano state stampate in più parti per poi essere portate sul luogo e assemblate.

I pezzi sono stati realizzati con materiali riciclati e rifiuti industriali in modo da formare un aggregato di cemento. La stampante 3D utilizzata per costruire le case è lunga 152 metri, larga 10 metri e alta 6 metri. Ogni casa dovrebbe costare circa 4800 dollari.

L'amministratore delegato della compagnia, Ma Yihe, ha dichiarato: "Abbiamo acquistato parti della stampante dall'estero e poi assemblate tutte in una fabbrica a Suzhou. Questo nuovo tipo di struttura di stampante 3D è molto ecologica e conveniente".”

Sembrano sperimentazioni futuristiche e limitate a qualche estroso e stravagante personaggio. In realtà non passerà molto tempo che la “stampa 3D” di edifici si diffonderà ovunque. In Italia ci metterà più tempo, sarà necessario superare le resistenze normative e anche quella della tradizione artigianale edilizia, molto forte in Italia. Ma quando l’edilizia si sarà industrializzata, cioè quando chi oggi costruisce macchinari per l’edilizia (gru, ruspe, betoniere ecc.) si cimenterà nella costruzione di macchinari per la stampa 3D, ci sarà una nuova rivoluzione nel campo edilizio, che comporterà un’ulteriore discesa dei prezzi delle nuove costruzioni. E quindi ancora di più dell'esistente.

Accadrà un po’ quello che è successo con l’automobile, passando dalla costruzione artigianale alla catena di montaggio. Il prezzo di questo bene “mobile” per eccellenza è sceso in modo deciso grazie alla catena di montaggio, probabilmente oggi un’auto costa un decimo di quanto costerebbe se fosse costruita artigianalmente (come avviene ancora infatti con le Roll Royce i cui prezzi sono un esempio di bene artigianale).

Per l’edilizia non è prevedibile una caduta dei prezzi altrettanto netta, poiché la componente del suolo rende l’immobile un bene disponibile in quantità limitata. Ciò che in futuro varrà “poco” e si svaluterà come le automobili, sarà la costruzione sovrastante il suolo. Con sistemi automatizzati costruire diventerà più semplice, meno costoso, si utilizzerà meno manodopera e grazie alla maggior precisione si otterranno risultati migliori. Le costruzioni quindi saranno sostituite più facilmente, seguendo le mode ed anche i cambiamenti normativi continui. Diventerà più semplice abbattere una casa “vecchia” e ricostruirne una nuova piuttosto che ristrutturarla. La ristrutturazione non avrà più molto senso.

Ci si dimenticherà degli investimenti immobiliari, riservati solo a costruzioni molto speciali (ville e castelli) o con posizioni molto preziose (nei centri di città storiche) e a persone con molte disponibilità finanziarie. Gli alloggi famigliari della classe media verranno acquistati in modo più semplice, quasi come per esempio si acquista a rate un’automobile. E quando la casa sarà vecchia, sarà quasi come possedere una vecchia automobile: cioè quando costa più la voltura della vettura conviene la rottamazione.


sabato 12 aprile 2014

La Terra si sta sciogliendo. Sbagliato!


La Terra si sta ghiacciando!

E' incredibile come i media mainstream continuino a mentire sui cambiamenti climatici. Sull'ipotetico potere dell'anidride carbonica dei fossili di riscaldare il clima. Di come anche gli studiosi quando si rendono conto che caldo e freddo dipendono dal funzionamento della nostra caldaia spaziale, cioè il sole, poi si preoccupino sempre di fare un inciso e un riferimento a questo ipotetico riscaldamento globale. Come nello studio su Nature che riporta in modo scientifico gli sbalzi di temperature degli ultimi 1.000 anni, dove si presume che l'industrializzazione giochi un ruolo limitato essendo un fenomeno potente solo negli ultimi 50 anni, e si può constatare che di "riscaldamenti e raffreddamenti globali" ce ne sono già stati parecchi.

"I cambiamenti nella produzione di energia solare possono aver portato ad un marcato cambiamento climatico naturale in Europa negli ultimi 1000 anni, secondo i ricercatori della Cardiff University. Lo studio ha trovato che i cambiamenti nell’attività solare possono avere un notevole impatto sulle dinamiche oceaniche-atmosferiche nel Nord Atlantico, con potenziali effetti sul clima regionale.

Gli scienziati hanno studiato i sedimenti del fondo marino per determinare come la temperatura del Nord Atlantico e la sua circolazione atmosferica localizzata si era alterata. Le acque superficiali calde che scorrono attraverso il Nord Atlantico, l’estensione della Corrente del Golfo, e i caldi venti occidentali sono i responsabili del clima relativamente mite d’Europa, soprattutto in inverno. Lievi cambiamenti nel trasporto di calore associati a questi sistemi possono portare alla variabilità climatica regionale, ed i risultati dello studio abbinati ad i reseconti storici del cambiamento climatico, tra cui i noti inverni rigidi dal 16° al 18° secolo, prima dell’industrializzazione globale.

Lo studio, ha trovato, che i cambiamenti nell’attività solare possono avere un notevole impatto sulle dinamiche oceaniche e atmosferiche nel Nord Atlantico, con potenziali effetti sul clima regionale.
...
Lo studio conclude che sebbene le variazioni di temperatura attese dalla futura attività solare, sono molto più piccole del riscaldamento da emissioni di anidride carbonica umane, la variabilità del clima regionale associata con gli effetti della produzione solare sull’oceano e l’atmosfera dovrebbe essere preso in considerazione quando si effettuano proiezioni future sul clima ."

(daltonsminima.altervista.org)

Eppure nessun ripensamento, il riscaldamento globale antropico non si tocca. E tutti a dire che la Terra si sta surriscaldando a causa dell'emissione carbonosa delle nostre industrie. Sicuramente le concentrazioni inquinanti sono da tenere sotto controllo, e da limitare. Ma il clima è influenzato da altre cose ben più importanti e potenti. Come soprattutto le dinamiche solari, che a loro volta influenzano le correnti oceaniche generate da accumuli e rilasci di energia solare.

Il Sole è una stella che non conosciamo ancora a fondo, ma la sua emissione di energia non è così stabile come sembra. Ancora oggi non si spiegano per esempio le ricorrenti ondate glaciali e torride. Non è perché le glaciazioni sono avvenute migliaia di anni fa, ora non possano più avvenire. Semplicemente viviamo in un epoca in cui il Sole emette un livello di energia consono alle attività umane, ma non è detto che la cosa continui così in eterno (cioè per i prossimi 5 miliardi di anni di vita solare).

E comunque chi dice che la Terra si sta surriscaldando, dovrebbe spiegare questo:

"- La globale estensione del ghiaccio marino è 1.053.000 km quadrati, al di sopra della soglia significativa che va dal 1981-2010.

- L’estensione del ghiaccio marino antartico è 1.457.000 km quadrati, al di sopra della soglia significativa che va dal 1981-2010, ed è il trentaduesimo record giornaliero da l’inizio dell’anno.

- L’estensione del ghiaccio marino artico è 405.000 km quadrati al di sotto della soglia significativa che va dal 1981-2010 e si trova all’interno del settore di deviazione standard."

(daltonsminima.altervista.org)

In pratica sono in aumento le aree terrestri ghiacciate, e non è esattamente quello che ci propinano un giorno si e l'altro pure i media globali. Ma quando comincerà a circolare un'informazione meno partigiana e più onesta?