venerdì 4 aprile 2014

E' qui la festa?


Matteo Renzi è bravo o è solo dotato di un potente fattore "C"? secondo me ne l'una ne l'altra cosa. Fa parte del gioco più grande.

"Chi c’è dietro Renzi? Solo tanta comunicazione di massa, un pò di infatuazione d’Oltreoceano e un’immagine curata nei minimi dettagli? No. C’è molto di più,
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Ledeen è stato la mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, è stato la mente degli squadroni della morte in Nicaragua, è stato consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, è stato una delle menti della guerra al terrore promossa dall’Amministrazione Bush, oltre che teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, è stato uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano.

Oggi Michael Ledeen è una delle menti della politica estera del segretario del Partito democratico Matteo Renzi. Forse è stato anche per garantirsi la futura collaborazione di Ledeen che l’allora presidente della Provincia di Firenze si è recato nel 2007 al dipartimento di Stato Usa per un inspiegabile tour. Non è un caso che il segretario di Stato Usa John Kerry abbia più volte espresso giudizi favorevoli nei confronti di Renzi. Ma sono principalmente i neocon ad appoggiare Renzi dagli Stati Uniti.
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In questa direzione vanno anche il guru economico di Renzi, Yoram Gutgeld, e il suo principale consulente politico, Marco Carrai, entrambi molti vicini a Israele. Carrai ha addirittura propri interessi in Israele, dove si occupa di venture capital e nuove tecnologie. Infine, anche il suppoter renziano Marco Bernabè ha forti legami con Tel Aviv, attraverso il fondo speculativo Wadi Ventures
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Forse aveva ragione l’ultimo cassiere dei Ds, Ugo Sposetti, quando disse: «Dietro i finanziamenti milionari a Renzi c’è Israele e la destra americana». O perfino Massimo D’Alema, che definì Renzi il terminale di «quei poteri forti che vogliono liquidare la sinistra». Dietro Renzi ci sono anche i poteri forti economici, a partire dalla Morgan Stanley, una delle banche d’affari responsabile della crisi mondiale. Davide Serra entrò in Morgan Stanley nel 2001, e fece subito carriera, scalando posizioni su posizioni, in un quinquennio che lo condusse a diventare direttore generale e capo degli analisti bancari
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Definito dall’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani «il bandito delle Cayman», Serra oggi ha quarantatré anni, vive nel più lussuoso quartiere di Londra (Mayfair), fa miliardi a palate scommettendo sui ribassi in Borsa (ovvero sulla crisi) ed è il principale consulente finanziario di Renzi, nonché suo grande raccoglietore di denaro, attraverso cene organizzate da Algebris e dalla sua fondazione Metropolis. E così, nell’ultimo anno il gotha dell’industria e della finanza italiane si sono schierati uno a uno dalla parte di Renzi. A cominciare da Fedele Confalonieri che, riferendosi al sindaco di Firenze, disse: «Non saranno i Fini, i Casini e gli altri leader già presenti sulla scena politica a succedere a Berlusconi, sarà un giovane». Poi venne Carlo De Benedetti, con il suo potentissimo gruppo editoriale Espresso-Repubblica («I partiti hanno perduto il contatto con la gente, lui invece quel contatto ce l’ha»). E ancora, Diego Della Valle, il numero uno di Vodafone Vittorio Colao, il fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio e l’amministratore delegato Andrea Guerra, il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera con la moglie Afef, l’ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, il patron di Eataly Oscar Farinetti, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Romiti, Martina Mondadori, Barbara Berlusconi, i banchieri Fabrizio Palenzona e Claudio Costamagna, il numero uno di Assolombarda Gianfelice Rocca, il patron di Lega Coop Giuliano Poletti, Patrizio Bertelli di Prada, Fabrizio Palenzona di Unicredit, Il Monte dei Paschi di Siena, attraverso il controllo della Fondazione Montepaschi gestita dal renziano sindaco di Siena Bruno Valentini, e, soprattutto, l’amministratore delegato di Mediobanca Albert Nagel, erede di Cuccia nell’istituto di credito.

Proprio sul giornale controllato da Mediobanca, “Il Corriere della Sera”, da sempre schierato dalla parte dei poteri forti, è arrivato lo scoop su Monti e Napolitano, sui governi tecnici. Il Corriere ha ripreso alcuni passaggi dell’ultimo libro di Alan Friedman, altro uomo Rcs. Lo scoop ha colpito a fondo il governo Letta e aperto la strada di Palazzo Chigi a Renzi. Il defunto segretario del Psi Bettino Craxi diceva: «Guarda come si muove il Corriere e capirai dove si va a parare nella politica». Gad Lerner ha, più recentemente, detto: «Non troverete alla Leopolda i portavoce del movimento degli sfrattati, né le mille voci del Quinto Stato dei precari all’italiana. Lui (Renzi) vuole impersonare una storia di successo. Gli sfigati non fanno audience»."
(www.azionetradizionale.com)



Cosa c'è di così strano se la borsa sale a razzo, se lo spread stramazza? Nulla. E' tutto previsto. Ci sono settori politici negli Usa che vogliono riconquistare posizioni nella vecchia Europa ora sotto l'egemonia tedesca. Il modo migliore per farlo è passare attraverso i paesi più deboli, quelli periferici, riconquistandoli prima finanziariamente. Poi dietro i soldi arriverà anche la politica. Una politica che aumenterà la forza centrifuga fra centro e periferia dell'Europa germanocentrica. Quello che non riuscirà a pensatori liberi come Barnard, Bagnai, Borghi ed altri, cioè far schiantare l'euro, riuscirà a forze semi occulte statunitensi ed ebraiche.

In questo gioco è inserito, mi duole dirlo, anche il Movimento 5 stelle. Penso in modo inconsapevole. Ma nella strategia "schianta euro" americana tutto fa brodo. Non a caso sono arrivati apprezzamenti alla creatura grillina da ambienti finanziari oltre oceano. Useranno il movimento per aumentare il distacco dell'Italia europeista dall'attuale Unione Europea. I continui sondaggi sull'euro e sull'Europa servono anche a questo. Viene continuamente evidenziato l'aumento di persone euroscettiche. Questo serve per far sentire chi si dichiara ancora europeista come un personaggio legato al passato, fuori moda. Oggi se vuoi essere "in" devi essere euroscettico. E' la stessa tecnica della pubblicità. Poco alla volta gli euroscettici in questo modo diventeranno se non maggioranza una forza di cui bisognerà per forza tener conto, sia in economia che in politica.

Penso non durerà ancora a lungo l'attuale configurazione dell'Unione Europea. In questo periodo assisteremo ad un rafforzamento continuo dei paesi periferici, poi ci sarà un periodo di distacco dal centro Europa, poi un periodo di conflitto. Probabilmente per esacerbare ancora di più il conflitto si farà attraversare un brutto periodo economico alla Germania. Potrebbe essere esacerbato per esempio lo scontro con la Russia con l'unico scopo di rendere l'approvvigionamento energetico tedesco piuttosto complicato.

Gli Usa si vendicheranno dell'atteggiamento egemone di sfida tedesco e della loro poca collaborazione in campo economico-monetario (vedi: "Gli Usa si vendicheranno?" - "Italia al centro di giochi geopolitici").

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