venerdì 25 aprile 2014

Attenzione ai trend

(cliccare sull'immagine per ingrandire)

Da qui alle elezioni di maggio per l'Europa, manca un mese. Sono stati fatti molti sondaggi in questo periodo per comprendere la forza dei partiti e delle coalizioni. Ma attenzione a come vengono letti. Non è tanto importante il dato dell'ultimo sondaggio, quanto il trend che proiettano questi dati sul futuro.

Un grafico in cui individuavo le linee di tendenza dei sondaggi prima delle elezioni del 2013 (11 febbraio) indicò dei risultati possibili che si avvicinarono molto ai risultati elettorali veri. Usando lo stesso metodoto ho prodotto il grafico superiore. I dati dei sondaggi sono quelli disponibili sul sito scenaripolitici.com e in particolare sono stati presi in considerazione quelli provenienti da: Datamedia, Demopolis, Emg, Euromedia, Ipr, Ipsos, Ixe, Lorien, Piepoli, Swg e Tecnè. I dati sono stati miscelati e mediati, in modo da ottenere una serie depurata il più possibile dalle tendenze politiche dei vari istituti.

Quello che appare lampante al momento, è il successo delle liste che si pongono di traverso all'euro ed all'Europa. Sono in crescita sia la Lega Nord che il M5s con trend che sembrano premiarli. Invece sia il Centro Sinistra (C.S.) che il Centro Destra (C.D.) appaiono con trend in calo. La tendenza alla caduta è inesorabile in Forza Italia (Fi) ed ancora appena accennata nel Pd (malgrado il dinamismo di Renzi).

Tutti gli altri partiti non sono stati presi in considerazione, perché troppo nuovi o perché frutto di aggregazioni, ma soprattutto perché si situano in quella zona del 4% che è inutile prendere in considerazione in un sondaggio. In quanto l'errore dei sondaggi è appunto intorno a questa percentuale. Quindi quando certi sondaggisti stimano partiti allo 0,5% lo fanno solo o per riempire una casella o per compiacere certi politici.

""5. Il margine di errore è di proporzioni enormi: ammonta a + o – il 3%! Le conseguenze sono due: innanzitutto perdono immediatamente senso le indicazioni pari o inferiori al margine d’errore perché se si afferma che un partito è al 5%, con un margine di errore di + o – 3 significa che quel partito potrebbe riscuotere nella realtà dal 2 all’8% dei consensi elettorali ..."
(www.blitzquotidiano.it)

"...si sono buttati al vento alcuni milioni di euro per produrre analisi sbagliate e fuorvianti. Il sondaggio però è un prodotto che piace ed è un contenuto molto richiesto dai media: si fa leggere e ascoltare, solletica la curiosità, offre occasioni di dibattito e accende il confronto tra i contendenti negli studi televisivi. Abbiamo ascoltato ragionamenti sui decimali di punto che potrebbe aver spostato questa o quella trasmissione, una certa notizia, un battuta, senza che si precisasse che piccoli spostamenti del genere sono ampiamente compresi nelle naturali fluttuazioni del dato. Abbiamo letto lunghi articoli sui possibili scenari del dopo voto – argomentati sulla base delle evidenze dei sondaggi - senza considerare che ancora qualche giorno prima del 24 febbraio c’era un quota di 25/30% di indecisi: sapevamo tutto sulle intenzioni dei decisi ma nulla sulle intenzioni degli indecisi."
(www.linkiesta.it)

Certo è che interi dibattiti televisivi su scostamenti di percentuali dell'1% o su partitini intorno al 4%, erano puro intrattenimento. Nulla da prendere sul serio. Eppure ci eravamo già cascati nel 2006 in questi dibattiti infruttuosi, quando un Prodi dato vincente con un buon distacco, vinse di pochi decimali percentuali una sfida con un Berlusconi che sembrava non avesse chance. Ce ne siamo dimenticati in fretta. E se si voterà fra sei mesi o un anno, torneremo a commettere gli stessi errori."

(Sondaggi inutili)

"I sondaggi hanno una precisione che si può valutare solo dopo le elezioni. Valutiamo quanto i sondaggi sono attendibili andando a comparare i numeri che si vedono in tv prima delle elezioni e i risultati definitivi delle elezioni politiche comunicate dal Ministero degli Interni.
...
Ci sono i partiti maggiori, c’è la media delle ultime rilevazioni ovvero i sondaggi fatti nel mese antecedente le elezioni politiche che si sono tenute il 24 e 25 febbraio 2013, infine c’è il risultato ufficiale delle elezioni.

Esaminiamo nella tabella che segue i tre maggiori partiti ovvero PD, PDL e M5S. Facciamo la differenza tra i sondaggi e la realtà, in modo tale che un risultato positivo significhi una sovrastima dei sondaggi, un risultato negativa significhi una sottostima.

Partito     differenza
PD          +4.3%
PDL        -1.6%
M5S       -10.3%

Si noterà che il PD è abbastanza sovrastimato dai sondaggisti che gli attribuiscono in più una grossa percentuale di voti pari alla soglia di sbarramento che è del 4-5% in molte leggi elettorali. Al PDL vengono tolti un po’ di voti ma non molti, può essere accettabile come errore. Al M5S vengono tolti oltre 10 punti percentuali cioè è sottostimato di quasi la metà dei votanti che è un errore veramente inaccettabile.
...
forse sarebbe meglio usare una forchetta di ±2% o ±4%, in tal caso i sondaggi sarebbero più attinenti alla realtà e la tabella dei sondaggi dell’ultimo mese sarebbe con un errore del ±4% la seguente:

Partito   min          max
PD        26%        34%
PDL      16%        24%
M5S      11%       19%

Come si vede sarebbe azzeccato il risultato elettorale del PD e del PDL mentre si sarebbe sbagliato solo quello del M5S. Certo il confronto tra l’operato dei sondaggisti e i risultati definitivi sarebbe in questo caso molto buono e della stima della gente ne gioverebbe la categoria. Invece si preferisce dare numeri a caso che vengono pubblicati dai giornali con la virgola decimale che poi saranno smentiti il giorno dopo le elezioni."

(www.rischiocalcolato.it)

Per quanto riguarda Renzi e Ncd mi pare che i sondaggi soffrano un po' di "post montismo", cioè un po' di desiderio di compiacere un certo potere in contrasto con quanto ancora puzza di berlusconismo. Malgrado Renzi sia un grande comunicatore, penso che anche questa volta i sondaggi sopravvalutino il Pd. Per quanto riguarda Ncd, malgrado la fuga di molti forzisti alla ricerca di un salvataggio elettorale, farà la stessa fine di Scelta Civica: prima osannata e lusingata da sondaggi fuori misura e poi inesorabilmente si è rilevata chiaramente del tutto irrilevante dopo i risultati elettorali.

Invece sulla Lista Tsipras pende il destino dell'omologa lista Ingroia. Anche essa alle politiche valutata intorno al 4%, ma che poi non riuscì a superare lo sbarramento.
Le due coalizioni tradizionali sono composte da un grande partito, e da tante piccole liste la cui qualità e peso è poco valutabile attraverso i sondaggi. Per questo anche riuscire a capire se a ipotetiche elezioni politiche vincerebbe il Centro Sinistra o il Centro Destra è del tutto impossibile. Per ora l'unico sospetto che suggerisce l'analisi dei trend dei sondaggi, è che il M5s potrebbe fare un altro risultato eclatante dopo quello del 2013.

Se ciò avvenisse la situazione politica italiana rimarrebbe ancora più bloccata di quanto sia ora. Nessuno dei vecchi partiti vorrebbe più andare ad elezioni, in quanto inutili. Sarebbero costretti a fare grandi coalizioni in eterno. Renzi non potrebbe minacciare elezioni e neppure Berlusconi, che anzi sarebbero costretti a rafforzare ancora di più il loro patto di legislatura.

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