lunedì 7 aprile 2014

A che punto è la notte (europea)?


Malgrado l'attivismo di Draghi e le retromarce della Bundesbank che con notevole ritardo vede l'iceberg (o lo scoglio al Giglio) avvicinarsi, il trend politico e sociale in Europa è segnato. Chi doveva vigilare sulla realizzazione del sogno europeo non ha vigilato, chi doveva proteggere le classi deboli non l'ha fatto, ed ora quasi si stupisce:

"Con una settimana di ritardo la sparsa e variegata sinistra italiana prende atto della debacle subita da quella francese, incapace di porre argine all’avanzata della destra lepenista, ma fin troppo abile a causare la diserzione del proprio elettorato. Come mai si sia atteso tanto per riconoscere una realtà già evidente ai primi exit poll del secondo turno, è un mistero doloroso, ma lo è ancora di più il fatto che l’ennesima botta non riesce a suscitare un dibattito approfondito e finalmente privo di tesi compiacenti o consolatorie sul perché tutto questo sia avvenuto.
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... proprio il fatto di essere in Europa e non in Africa, qualunque cosa significhi questa asserzione un po’ ambigua e di aver già vissuto l’esperienza della presa di potere della destra, dovrebbe far riflettere sull’inutilità e impotenza di una elite di sinistra che invece di capire perché somigli ormai tanto alla destra, accusi l’elettorato di votare pensando al lavoro da mantenere o da trovare, alle pensioni ormai inesistenti piuttosto che alla Repubblica di Weimar che peraltro è un caso di scuola di come si riesca a perdere. Perché lasci a giacere nel vago e nell’ovvio le ragioni per cui Hollande sia stato travolto, il Pcf sia scomparso e anche il Front de Gauche, scopertosi inopinatamente eurista, non abbia ereditato il voto mancante, nemmeno al primo turno.

Il fatto è che la sinistra, attaccatasi al disegno europeo come una cozza, forse come succedaneo di un sogno, non riesce più a raccordare i fini con i mezzi, è diventata schizofrenica sostenendo da una parte l’eguaglianza sociale (dico per sintetizzare in una parola) , ma al tempo stesso i sistemi e le strutture istituzionali e monetarie che la negano e che anzi introducono attivamente impoverimento, cancellazione di diritti e di welfare. 
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Si evita di guardare la realtà: che le istituzioni europee – a parte la “machina” teatrale di un Parlamento puramente di facciata e che dopo cinque anni di silenzio ora, in vista delle elezioni, si duole dei massacri sociali - sono guidate dagli stati che tuttora detengono i diritti di cittadinanza, ma che vengono privati di sovranità a favore di istituzioni bancarie e finanziarie di fatto privatistiche, togliendo ai cittadini democrazia reale oltre che rappresentanza.
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Comunque sia non vedo quale attrazione possa avere una sinistra che inneggia al meno stato in quanto portatore di nazionalismi, ma poi è automaticamente costretta ad accettare il più mercato, visto che le istituzioni della Ue non consentono altro "

Ma questo ragionamento vale anche per altri, per i vari cristiano democratici o centristi che dir si vuole, che si sono appiattiti sull'europeismo, che già non avevano più molta presa sull'elettorato ed ora diverranno residuali sempre più.

E in questa situazione di mancanza di democrazia in Europa, di mancanza di guida politica sostituita da quella finanziaria, la situazione politica si ingarbuglia sempre più. Quando si fa un colpo di stato oligarchico e finanziario bisogna farlo come si deve. Non si può pensare di togliere sovranità agli Stati e poi permettere le elezioni politiche. Chiaramente prima o poi di questo passo, una Le Pen o un Grillo vinceranno e faranno saltare il giochino. Il trend è sempre lo stesso, che siano nazioni con l'euro o senza, che siano nazioni meridionali o "ariane", i partiti tradizionali rischiano l'estinzione.

"In Ungheria è successo che un ottimo leader politico, Vicktor Orban che in questi 4 anni ha pensato e fatto il bene del suo popolo, Oihboh abbia appena STRAVINTO le elezioni con circa il 48% delle preferenze.

In Finlandia invece pare che sia caduto il governo e, in caso di elezioni parrebbe favorito il partito dei “Veri Finlandesi” contrario (tra le altre cose) a qualsiasi aiuto da parte della Finlandiaa qualsiasi programma di salvatggio europeo.

Ovviamente se cercate qualche commento sui merdosi media sussidiati (con soldi pubblici) italiani, il meglio che vi può capitare di leggere su Orban e i “veri Finlandesi” è la parola Populisti..."

(www.rischiocalcolato.it)

Non penso che le promesse di sfracelli di Draghi riusciranno a cambiare la direzione di marcia dell'Europa. La notte è ancora lunga. Le cose potrebbe cambiare radicalmente solo ad una condizione: che la Bce agisca immediatamente con politiche monetarie molto lassiste, e che Draghi la smetta di parlare inutilmente.

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