martedì 31 dicembre 2013

Discorso di fine anno del Presidente più contestato


E ci siamo. Siamo giunti al solito rito del discorso a reti unificate del "sovrano" Presidente della Repubblica. Sovrano non solo perché questa volta sarà pronunciato da Re Giorgio, ma perché il Presidente italiano in effetti ha preso il posto del Re d'Italia nel '48, non solo formalmente ma anche effettivamente nei poteri di cui dispone.

Ora però è tutto più difficile, perché i soliti discorsi augurali, speranzosi, ottimisti non si possono più ascoltare. Gli italiano ormai si sono in gran parte spazientiti. Per quanto mi riguarda sono diversi anni che mi rifiuto di ascoltare questi discorsi vuoti, e questi auguri falsi. Non sopporto più un rito che sembra giunto dall'800, un discorso aulico ma completamente distante dal linguaggio diretto e comune del popolo italiano. Noioso nella forma come nei contenuti. Oggi tutto questo, con il Napolitano bis, è ulteriormente peggiorato.

"Il suo gradimento fra gli italiani scende a picco come i consumi (caduti di 4,2 miliardi a Natale), come l’occupazione giovanile che in certe regioni tocca oramai il 50%, come gli artigiani che chiudono bottega, le serrande abbassate, i licenziamenti per motivi “economici” e quant’altro che non stiamo a ricordarle.

Siamo sicuri che – di fronte a questo sfacelo – lei rinnoverà il suo messaggio di speranza: ne abbiamo sentite tante, dai mille “sol dell’avvenire” alle “fine del tunnel”, sempre evocate e sempre deluse, con la china che diventa ripida e scende in un abisso senza soli né avvenire né, tanto meno, sbocchi all’aria pura. Sempre tenebre e treni contro i quali andare a sbattere."

(carlobertani.blogspot.it)

Forse è per questo che il corriere ci mette un po' di sale nell'attesa del discorsone di fine anno: la minaccia (?) di dimissioni presidenziali. Minaccia? forse per la casta, per molti altri italiani sarebbe più una liberazione. Anche se è difficile predire chi potrebbe prenderne il posto. Forse Prodi? Sarebbe uno smacco per... Berlusconi? Forse, ma molto di più per l'Europa che non sopporta le critiche prodiane alla politica economica tedesca, e i suoi pronunciamenti a favore degli eurobond.

Ma cosa dovrebbe dire il Presidente questa sera in tv? Forse dovrebbe tacere, e una voce fuori campo dovrebbe leggere il seguente post di Funnyking. Perché quello che segue è un monito, una scossa alle coscienze immobili degli italiani, una verità scomoda e la rappresentazione del futuro. La rappresentazione del 2014 che ci attende se non ci sarà una decisa presa di consapevolezza degli italiani. 
Anche se come italiani godiamo di una "fortuna" che i greci non hanno: nessuno in Europa potrà mai permettersi di "salvare" l'Italia come è avvenuto con la Grecia, quindi è più probabile che l'Italia capitomboli fuori dall'euro piuttosto che riceva sussidi da Bruxelles. 

"Il Metodo Greco (E Italiano), Ovvero I due Mondi, La Casta e Tutti Gli Altri.

Ciò che più di tutto mi terrorizza è la mancanza di reazione. Perché temo che la stessa inedia fino al macello dei greci la metteranno in pratica anche gli italiani. Spesso su RC scriviamo e parliamo di Grecia, e io esorto i lettori a leggere qualche notizia di costume e società che arriva da quel paese.

Perchè la Grecia di OGGI è la nostra personale macchina del tempo, il nostro futuro più probabile.

Ora, se pensate che la Casta Politica italiana sia il peggio del peggio, avete torto, o meglio potreste avere ragione se la mettiamo sul piano dei compensi e degli stipendi, ma se parliamo di potere, corruzione e nepotismo i politici greci sono maestri. Loro, sono ancora fermi alla prima repubblica, hanno i partiti dell’arco costituzionale guidati dai figli dei loro personali Craxi, Forlani, Andreotti (cioè tipo Bobo Craxi alla guida del PSI al 10% oggi), e hanno anche un bel partito di estrema destra, nostalgico del passato e recentemente messo all’indice.

E sono casta. Una casta orrenda che vive letteralmente sulla miseria e della propria gente, una casta che si auto replica e si auto conserva grazie alle goccie di ricchezza che vengono dall’Europa e che obbedisce ad ogni ordine impartito da Bruxelles pur di rimanere al potere.

Ecco se volete sapere cosa mi fa paura, è precisamente questo: vivere in una società di miserabili che ha accettato tutto questo, che si è fatta irretire per un lurido, temporaneo, sussidio. Una società che ha perso completamente la spina dorsale e che si è completamente divisa al suo interno per spartirsi gli avanzi dati ai porci dal piccolo potere di Atene. I Greci come società mi fanno ribrezzo, non solo i loro politici.

Comunque in Grecia funziona così: gli stranierei (i tedeschi se vi piace) comandano e concedono qualche danaro per tenere in vita un sistema di potere cristallizato. Quando qualcosa mette in pericolo quel sistema di potere esso viene messo fuori legge (tipo Alba Dorata, recentemente dichiarata associazione per delinquere). La società è divisa tra disperati, qualche addetto in settori ancora produttivi e una massa di sussidiati, appena tenuti in vita. Gente senza speranza e per la verità senza neppure più un briciolo di dignità.

Sono troppo duro?

Può darsi, ma sto vedendo lo stesso processo formarsi in Italia, ad esempio, recentemente ho letto su internet gli sfottò gratuiti alle persone che sono scese in piazza il #9dicembre e visto prima la curiosità poi la noia negli occhi della gente davanti al presidio di Genova. Manco si fosse trattato di una nuova tendenza di moda.

Beh cari concittadini, dovete guardare gli eventi futuri come ad un imbuto che diventa sempre più ripido, in fondo c’è la Grecia di oggi e per ogni giorno di inedia o peggio di divisione fra noi, diventa sempre più difficile sfuggire all’orizzonte degli eventi. Tenete ben presente che per ogni italiano produttivo che fallisce, o perde la speranza e chiude o se ne va, si crea uno burrone che è difficilissimo da scalare indietro, e sono convinto che oltre alle impossibili condizioni economiche, normative, giudiziarie, burocratiche alla base delle decisioni di chi “va via” ci sia la consapevolezza di essere solo, cioè sempre più circondato da parassiti senza speranza,spesso invidiosi che traggono piacere nel vederti fallire.

Qui in Italia e oggi, per sfuggire all’orizzonte degli eventi, uno dei legami da spezzare è quello fra classe dirigente politica e l’eccesso di denaro, potere e impunità. Oggi questa esigenza è semplicemente vitale per il resto dei cittadini italiani, il peggio che può capitarci è avere in parlamento una casta che obbedisce alle sovrastrutture europee in cambio di “stabilità” (avete già sentito questa parola, ne capite il significato? Stabilità per chi?)

Ecco la stabilità Greca, presto in Italia:

Dal Fatto Quotidiano

<<Mentre i cittadini greci fanno fronte a circa 500 pignoramenti per debiti al giorno,con all’orizzonte nuovi scandali sull’acquisto di carri armati e sommergibili da Germania (rispondete a una domanda, è colpa dei Tedeschi o dei Greci, la risposta qualifica il vostro futuro n.d. fk) e Russia su cui sta indagando la magistratura ateniese, ecco che i dati sui benefici “giudiziari” della casta ellenica sono come un pugno nell’occhio per chi, tra tagli a stipendi e pensioni, fatica a restare a galla. In totale sono 130 le domande di autorizzazioni a procedere che sono state inoltrate dalla magistratura greca al Parlamento per reati di vario genere imputati a deputati, ministri ed ex parlamentari dal 2010 ad oggi: 41 sono decadute per prescrizione mentre il resto risultano bloccate in un cassetto, in attesa che scadano i termini. E nonostante il premier conservatore Antonis Samaras in persona aveva caldeggiato un’austerity anche da parte della classe dirigente, rallegrandosi quando un anno fa era deflagrata la “bomba” della Lista Lagarde, l’elenco degli illustri evasori ellenici con milioni di euro in Svizzera, al cui interno è presente anche il suo primo consigliere economico Stavros Papastravrou (che da allora non ha ritenuto di doversi dimettersi).

A salvare la casta ellenica non c’è solo la legge sul meccanismo ministeriale che agisce come strumento di impunità, penale e civile, ma la strada che può assicurare loro l’immunità e l’indennità passa proprio attraverso la Camera. Dove il regolamento attualmente in vigore non facilita l’accesso alle informazioni dei membri, così è complicatissimo indagare su presunti reati attribuiti ai politici. Anzi, proprio questo ritardo favorisce la scadenza dei termini. In conformità con la norma costituzionale e con la legge sulla responsabilità ministeriale, il diritto della Camera a portare in Aula la richiesta per qualsiasi procedimento penale è stato attivo fino al giugno 2011. Se fino ad allora, quindi, il governo in carica (era guidato dal socialista Iorgos Papandreou) assieme al Parlamento non ha fatto poi molto per mettere ai voti le singole richieste, ecco che da quel momento in poi è scattata la speciale prescrizione, con tempi che nel caso delle nuove richieste, potrebbero scadere nel 2014. E lasciare senza risposta altrettanti fascicoli. Lo scorso anno sono state ben 75 le richieste di autorizzazione a procedere avanzate dalla magistratura al Parlamento, ma al momento risultano “parcheggiate” in attesa di un cenno proprio dall’ufficio di Presidenza del Parlamento.

I magistrati inquirenti si augurano che non trascorrano i termini, visto e considerato che si tratta di inchieste delicate come truffe alla pubblica amministrazione, appropriazione di fondi europei, acquisti di armamenti, peculato e falso ideologico. Colpisce il fatto che gli ostacoli procedurali lascerebbero comunque intatta la possibilità per i 300 deputati di rendere le cose trasparenti, ma accade esattamente il contrario come il caso dell’ex rappresentante della Grecia presso il FMI, Roumeliotis, su cui le copie di documenti e relazioni, così come la legge prevede, non sono stati diffusi ai deputati. Nonostante ci fosse una prescrizione formale da parte dell’ufficio di presidenza della Camera. Così l’unico luogo fisico dove i deputati possono consultare un file per vedere se le accuse sono infondate o meno, è la sede della Divisione di progetto legislativo, che non è una zona sempre fruibile in quanto deve sottostare ad orari e giorni di apertura variabili.

Il problema è stato sollevato ufficialmente in questi giorni al Presidente della Camera dalla capogruppo del Syriza Zoì Konstantopoulou, che ha parlato pubblicamente di “disprezzo criminale per lo stato”, quando invece ci sarebbe l’obbligo “di tutelare l’interesse pubblico”. Per procedere contro un deputato non è sufficiente solo il sì del Parlamento, in quanto la formulazione dell’accusa può essere resa difficoltosa anche dall’impossibilità materiale di visionare le copie dei fascicoli con i capi di accusa. Un porto delle nebbie nell’Egeo, che ha la conseguenza di non approfondire indagini delicatissime e soprattutto di lasciare impuniti gli eventuali responsabili. Gli stessi che, sotto dettato della Troika, chiedono agli undici milioni di cittadini greci di guadagnare di meno e lavorare di più.>>

Poi mi chiedete perché, uno come me vota M5s. Quale sarebbe l’alternativa? Forse non votare ovvero votare tutti pro-quota?"

(www.rischiocalcolato.it)

lunedì 30 dicembre 2013

Renzi ha un problema



E' stato eletto segretario Pd del nuovo corso, anzi del cambio di verso. E invece i suoi compagni di partito in Parlamento gli giocano brutti scherzi. Il verso pare essere quello solito:

"Mentre noi lavoriamo ad un’agenda con dentro grandi riforme per il paese, con tempi certi di realizzazione, al governo e in parlamento, con il suo “bicameralismo perfetto” (un vero ossimoro) c’è chi brucia tutto. Così non va. Eletto Matteo Renzi si azzera il contagiri e si riparte. Non elencherò gli errori del passato, ma se metto uno dietro l’altro gli errori commessi da questo governo, dal giorno dell’elezione del nuovo segretario Pd, 15 dicembre, fino ad oggi (appena 13 giorni) viene fuori un filotto impressionante: una legge di stabilità di”galleggiamento”(poco per il futuro), le slot machine, gli affitti d’oro, il provvedimento su Roma capitale. Se chiedi la fiducia ai parlamentari della Repubblica, se chiedi il sostegno in bianco ai deputati della maggioranza, lo fai per provvedimenti “alti”, utili per il paese, non per legittimare decine e decine di inutili “marchette”. E poi sul mille proroghe: si nominano nuovi prefetti, portati a 207 quando le prefetture sono la metà, si “abbonano” 400 milioni a Roma quando tutti i comuni soffrono. Due ottimi provvedimenti per dar fiato alle stanche trombe della Lega Nord. E poi i soldi Ue parcellizzati per il sud e per il lavoro su mille provvedimenti senza alcune strategia, con il solo obiettivo di non perderli. O ancora le deroghe al patto di stabilità per comuni non virtuosi, che chiedono di stabilizzare i precari anche dove si sfora la pianta organica e niente per i comuni virtuosi che vogliono realizzare opere utili per la collettività. Questo Pd, con le grandi speranze che suscita, l’Italia, con le sue difficoltà e le sue grandi potenzialità, non può permettersi questo governo e i suoi errori. E non basta un ritocco, un “rimpasto”, o si cambia radicalmente o “si muore”. Dav"
(www.rischiocalcolato.it)

Questo l'epitaffio al governo Letta lasciato in rete dal renziano on. Faraone. Un governo che Renzi dice di non voler ritoccare con un "rimpasto", ma forse gli fa così schifo che non lo toccherebbe nemmeno con un bastone. Ed in effetti dice che lui non ha nulla da spartire con Letta ed Alfano. E' come se volesse scavare un fossato fra lui e la casta. Non che Renzi non appartenga ad un mondo di privilegiati, ma vorrebbe che fosse diverso, meno spudorato e avido di come è adesso.

Letta nipote, e Alfano ex delfino, sono in effetti la casta. La rappresentazione più deleteria e nello stesso tempo migliore della casta. Sono stati scelti apposta: Letta è meno odiato di baffino D'Alema, Alfano è meno compromesso del Cavaliere donnaiolo. Ma vengono da quel mondo li entrambi.

Ultimamente Letta si è esaltato. Ha qualche mania da megalomane. Pensa veramente di aver cambiato le sorti del paese. Non so in base a quali segnali possa pensare a una cosa simile. Probabilmente il potere da alla testa, probabilmente crede di continuare l'opera di "salvatore dell'Italia" di Monti, se solo quest'ultimo avesse salvato veramente qualcosa...

Renzi non vuole avere nulla da spartire con un certo vecchio mondo di favori e favoretti, di bingo e slot machine, di soldi concessi agli amici degli amici. La sua smania di giungere a una nuova legge elettorale velocemente, anche passando da Berlusconi e Grillo, è sospetta. Anche se continua a dire che l'attuale governo "dura se fa", in realtà non vede l'ora di chiudere un governo Letta inconcludente che non è riuscito ad incantare nessuno. Che ha prodotto una legge di stabilità mediocre dettata da Bruxelles con zero risorse per la crescita. E zero provvedimenti che agevolino e incentivino l'impresa ed il lavoro.

Renzi credo intenda battere il ferro finché caldo. Il che vuol dire votare a breve con una legge elettorale senza imbrogli. Cercare di vincere facendo leva sul fatto che il fronte avversario è in stato confusionale, come dimostrano le attuali divisioni dei forzisti sull'atteggiamento da tenere verso Napolitano. E poi assunto il premierato intende governare come un nuovo Blair all'italiana, facendo riforme atte a modernizzare l'Italia. Anche se forse non saranno sufficienti, o saranno addirittura controproducenti, ma questo è un parere personale.

Il suo piano è abbastanza evidente. Del Pd non gli importa un gran che, lo userà come un autobus per arrivare a palazzo Chigi. Ma ora ha paura che l'incompetenza del governo danneggi eccessivamente le sorti elettorali del partito. Per questo intende far durare il meno possibile il governo Letta, oppure, ma è molto più difficile, provare a guidarlo da fuori imponendo la strategia all'attuale premier. Che difficilmente potrà accettare di rinnegare la casta a cui deve tutto. E non solo quella, anche soprattutto l'Europa che gli permette di fare il premier italiano.

Renzi quindi deve agire piuttosto velocemente se non vuole farsi rosolare a fuoco lento dalla situazione politica e dalla crisi economica. E anche da Napolitano il quale forse ha progetti diversi, cioè intende far di tutto per proteggere la vecchia casta con governi in stile prima repubblica come ha fato finora. 
Se Renzi prenderà il potere con nuove elezioni, Napolitano ritornerà al suo ruolo di notaio. Tornerà nei suoi ranghi presidenziali, e se non lo farà sarà scontro con il premier. Di sicuro Renzi non è uno che parla per metafore, se le cose non gli garbano lo dice in modo diretto, come ha dimostrato ieri. Per Napolitano sarà una situazione difficile da gestire, e forse non è detto che vorrà proseguire il suo mandato. Vista anche la catena di fallimenti dei suoi maneggi presidenziali.

Il 2014 potrebbe quindi darci un nuovo premier, un nuovo Parlamento con mandato di riforme istituzionali, probabilmente un'opposizione di destra in fase di riassetto, e un'unica vera opposizione formata dai cinque stelle. Ma consiglio a Renzi di fare in fretta e di incrociare le dita. Se scoppiasse una nuova crisi di qualsiasi molto violenta (borse, banche, euro, spread...) difficilmente il Pd potrebbe reggere l'onda d'urto dei partiti populisti. L'Europa diventerebbe ingovernabile con un Paramento pieno di antieuropei. I governi europei stessi rimarrebbero paralizzati dal terrore e non si riuscirebbe più a prendere nessuna decisione collegiale. Il governo che potrebbe andare più facilmente in corto circuito è quello francese, se come pare M. Le Pen dovesse sbancare alle elezioni europee.

In conclusione forse per Renzi è già troppo tardi. Avrebbe dovuto vincere al posto di Bersani. Ma purtroppo nel Pd arrivano sempre troppo tardi nel comprendere le situazioni socio-politiche italiane. Forse per questo non riescono mai a vincere?

domenica 29 dicembre 2013

Eurobond con il trucco


Sul corrierone nazionale cominciano a dubitare di questa politica economica europea che strozza molte economie. E soprattutto quelle del sud come l'Italia. Alla buon'ora al corriere si stanno accorgendo che le "riforme" non arriveranno mai e che comunque forse non saranno risolutive. Basta rileggersi gli articoli del duo Alesina/Giavazzi, prima tutti orientati alla demagogia del taglia sprechi "spending review" e della casta, ora più orientati a cercare una scappattoia all'austerità per ritrovare la crescita.
E così ora sul corriere spunta una proposta di "eurobond con il trucco" che secondo l'autore della proposta dovrebbe piacere molto ai tedeschi. Forse...

"... se i paesi con un rapporto debito Pil più basso frenano sugli Eurobond, perché immaginano di dovere mettere mano al proprio portafoglio per pagare i debiti degli altri, allora ribaltiamo lo schema, al posto del debito mettiamo in comune ciò che è virtuoso, il Pil. Lo sostiene Marcello Minenna, economista matematico, autore de La moneta incompiuta
...
La proposta: ogni paese conferisce, a livello europeo, debito in quota pari al 30 per cento del proprio Pil. Per esempio l’Italia con circa 1500 miliardi di Pil conferirebbe 450 miliardi di euro, la Germania con circa 2600 miliardi, quasi 800 miliardi. Tutti insieme i paesi dell’Eurozona creerebbero un fondo virtuale di circa 2850 miliardi di euro. Immaginiamo - come propone Minenna – che sia la Banca centrale europea –modificandone opportunamente lo statuto - a gestire quella somma. Servirebbe ad acquistare i titoli di stato di ciascun paese, man mano che giungono a scadenza, fino al tetto che ogni paese ha messo in comune. Insomma è una partita di giro: l’Italia ha dato 450 miliardi, che sono il 30 per cento del suo Pil, e si alleggerisce gradualmente di 450 miliardi di debito, la Germania di 800 e così tutti gli altri paesi. Più alto è il Pil, più debito si abbatte e non si scontenta nessuno.
Il primo effetto immediato della proposta sarebbe la riduzione dello stock di debito sovrano nell’Eurozona. In particolare il rapporto debito/Pil si posizionerebbe al di sotto della soglia simbolica del 100% per tutti i Paesi dell’Ue, Grecia esclusa, oltre la quale è difficile ipotizzare con le regole attuali dell’Eurosistema - incluso il fiscal compact - che il debito possa avviare un naturale percorso di riduzione.

Il graduale annullamento del debito pubblico europeo consentirebbe agli Stati membri di evitare per un paio d’anni circa l’emissione di nuovo debito per rifinanziare quello in scadenza. Insomma si eviterebbe l’alimentazione speculativa degli spread e gli Stati periferici potrebbero vedere il costo del loro debito tornare a un livello nuovamente sostenibile.

A questo punto cambierebbe la percezione dell’Eurozona da parte del mercato? Sicuramente il primo segnale evidente sarebbe che l’Europa vuole mantenere l’euro. Basterebbe solo questo a scoraggiare qualsiasi strategia di chi vuole speculare scommettendo sulla tenuta dell’euro. Insomma si determinerebbe una situazione di maggiore stabilità che alimenterebbe ulteriormente il processo di contrazione degli spread creditizi, con una conseguente rivalutazione dei titoli di Stato dei paesi periferici.

E quale sarebbe l’impatto di questa rivalutazione sul sistema bancario? Sicuramente un miglioramento della situazione patrimoniale per tutte le banche che hanno in pancia quei titoli. E allora, con una migliore situazione patrimoniale e l’alleggerimento dei bilanci della banche che per almeno due anni, con la sospensione delle aste, non dovrebbero più comprare debito pubblico, si libererebbero delle risorse.
...
Sicuramente la proposta ha il pregio di re-distribuire in modo equo e virtuoso il contributo della Bce nei confronti degli Stati appartenenti all’Eurozona in proporzione al contributo positivo dato alla crescita della produzione europea e non alla creazione di debito"

(www.corriere.it)

Cos'ha di buono questa proposta? Sicuramente verrebbe attenuato il problema dello spread come giustamente afferma Minenna. Le banche italiane potrebbero tornare a respirare e fare il loro mestiere, anche se non bisogna dimenticare che le operazioni Ltro non sono state una sgradita imposizione. Anzi, ci hanno guadagnato bene, acquistando denaro dalla Bce all'1% e guadagnando con i Btp più del 4%.

Resta da capire, se le banche italiane "salvate" dai Btp, saprebbero trovare investimenti alternativi altrettanto allettanti, essendo la nostra economia e i consumi interni allo stremo. Investirebbero veramente i loro soldi nell'economia reale (italiana)?.

Cos'ha di poco entusiasmante questa proposta? E' una proposta che mitigherebbe gli effetti negativi di una moneta unica affrettata, ma le aree valutarie disomogenee continuerebbero a rimanere: la Grecia continuerebbe ad essere fortemente distante dalla Germania. E lo stesso ogni nazione dei Piig rispetto al core europeo. Questa proposta permette ai paesi forti di rafforzarsi ancora di più, e a quelli deboli di continuare a sopravvivere barcamenandosi con qualche problema di meno. Del resto lo stesso Minenna esclude proprio il più debole dal gioco, la Grecia, perché ritenuto irrecuperabile.

E poi chi controllerebbe i 2.850 miliardi di eurobond? La Bce, o qualche commissione, o il Parlamento europeo? Rimane sempre un problema di deficit democratico nell'Unione Europea. Se per esempio questa grande quantità di debito pubblico finisse sotto il controllo della Bce (cioè della finanza) o delle Commissioni non elette, diventerebbe un'ulteriore arma di ricatto per far passare quelle così dette "riforme" che servono solo a smantellare le conquiste del welfare. Mi pare già di sentire Draghi o chi per esso che spedendo "letterine" ai vari governi recalcitranti e li invita a prendere determinate decisioni se vogliono che i rispettivi titoli di Stato continuino ad essere rinnovati/acquistati.

Poi Minenna afferma che si abbatterebbe il debito sovrano, ma non è del tutto vero. Perché anche quello detenuto in eurobond continuerebbe ad essere frazionato e targato per sovranità. Di sicuro i tedeschi non vorrebbero miscelare i loro eurobond con quelli degli altri. Inoltre questi, avendo la quota di maggioranza relativa, continuerebbero a pretendere un controllo anche su questo debito europeo.

Se in Europa la democrazia contasse veramente, il peso della Germania sarebbe all'incirca del 16% all'interno dell'Unione Europea (non poco comunque), cioè il peso dei suoi 82 milioni di abitanti rispetto a 503 milioni complessivi dell'Unione. Questo se valesse il principio democratico un uomo, un voto. Ma essendo oggi l'Europa una tecnocrazia finanziaria, la Germania ha un peso che spesso supera il 51%. Questo non è giusto, e malgrado non sia disposto a scaricare sulle spalle dei tedeschi tutto il peso della crisi europea, è evidente che senza un effettivo controllo democratico dell'Unione, tutto il sistema prima o poi salterà.

Il primo banco di prova saranno le elezioni del Parlamento europeo. Se i partiti antieuropei dovessero avere un successo crescente, o addirittura inaspettato, comincerebbero le fibrillazioni all'interno del Consiglio d'Europa e degli uffici che contano. Anche se a dirla tutta, come riferisce Le Monde, queste fibrillazioni sono già iniziate (vedi: "Le Monde: Cronaca di una cena del Consiglio Europeo").
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sabato 28 dicembre 2013

La politica di solito non paga, semmai prende


"Il Monte dei Paschi di Siena rischia di tornare presto un problema pubblico. E’ questa la principale conseguenza della delibera degli azionisti della banca senese che hanno bocciato la proposta del cda presieduto da Alessandro Profumo di varare a gennaio l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro necessario per la restituzione allo Stato dei cosiddetti Monti bond come convenuto con laCommissione europea a settembre. Ha votato contro il 69,06% del capitale presente in assemblea, cioè il 49,3% dei soci di Rocca Salimbeni. Quindi, come previsto, la bocciatura della proposta di Profumo e del direttore generale Fabrizio Viola è stata portata avanti con il voto quasi esclusivo della Fondazione Mps cui fa capo il 33,5% della banca toscana.

Forte della sua rappresentatività, l’ente è poi riuscito a far passare la sua proposta di procedere alla ricapitalizzazione soltanto nel mese di giugno: ha votato a favore l’82,04% del capitale presente in assemblea"

(www.ilfattoquotidiano.it)

Per il momento la politica prende tempo. Evidentemente la politica cerca una scappatoia, una via d'uscita per non perdere il potere di controllo su Mps. Sperando probabilmente nella generosa mano pubblica? Con questi chiari di luna, chi lo sa, forse è una scommessa rischiosa...

"Il maggior tempo serve alla Fondazione per cercare di vendere gran parte delle proprie azioni, ripagare 340 milioni di debiti e tentare di rimanere “azionista rappresentativo” dell’istituto: “La proposta del consiglio della banca non ha oggi alcuna possibilità di essere approvata e la fondazione ha il dovere ineluttabile di votare solo ed esclusivamente la propria proposta di aumento con esecuzione differita di alcuni mesi”, aveva detto in mattinata Mansi, nel suo intervento. Quello andato in scena nell’auditorium del Montepaschi è stato un vero muro contro muro tra il management della banca e il suo primo azionista. "
(www.corriere.it)

La politica fatica a guardare in faccia la realtà: non vorrebbe perdere il potere sulla banca, ma ormai il conto alla rovescia è iniziato. Può solo ritardare la fuoriuscita, e cercare di guadagnarci ancora qualcosa. Ma uscita dalla porta spera di rientrare forse dalla finestra dell'intervento pubblico?

E si, lo Stato potrebbe essere nuovamente chiamato al salvataggio. Perché ritardare troppo l'aumento di capitale, come ricorda Profumo, può essere pericoloso:

"«Da qui a maggio non sappiamo che cosa succederà sul mercato, sappiamo solo che ci sono 120 milioni di interessi in più che graveranno su tutti gli azionisti. Noi abbiamo un obbligo di restituzione dei Monti bond» entro il 2014 altrimenti la banca andrà nazionalizzata. Inoltre, «Ci sono già due banche italiane e 8 europee che devono fare gli aumenti, e chi parte per primo ha vantaggi sul costo e sulla reperibilità del capitale». E ha ribadito i rischi di incertezze legate agli esiti degli asset qualità review e degli stress test da parte della Bce, e alle imminenti elezioni europee per il quadro politico."
(www.corriere.it)

In pratica Profumo teme che la crisi di Mps possa aggravarsi e che il fronte dei banchieri lobbisti che rappresenta possa uscire sconfitto. Evidentemente la Fondazione invece preferisce prendere tempo, sia per sistemare i propri conti, e forse perché per la politica è più auspicabile una nazionalizzazione.

"La ricapitalizzazione immediata, ..., avrebbe tagliato la strada all’ente che sta trattando a 360 gradi una soluzione per la sua sussistenza, riducendo drasticamente il valore del suo unico asset, il Monte appunto.

Altrettanto non si può dire per Mps e per lo Stato italiano. Per la banca il rinvio dell’aumento di capitale e, quindi, della restituzione dei Monti bond, l’aiuto di Stato ottenuto dopo mille tortuosità dal governo dell’ex rettore della Bocconi e convalidato dal successore Enrico Letta, significa 120 milioni di euro di dividendi da staccare in più al Tesoro che lo scorso anno ha integralmente sottoscritto le obbligazioni. Per Saccomanni, però, l’incasso delle cedole è un misero antipasto in confronto alla prospettiva che offriva la tempistica prevista da Profumo e Viola, cioè la restituzione integrale dei 3,3 miliardi di aiuti di Stato entro febbraio.

E ancora peggio potrebbe andare se le fosche previsioni di Profumo, le cui dimissioni sono date per scontate con tanto di lista dei potenziali successori, dovessero rivelarsi esatte. Secondo l’ex numero uno di Unicredit, a suo tempo messo in un angolo dalle fondazioni azioniste della banca milanese sempre per un problema di controllo, un rinvio della ricapitalizzazione significa renderla impossibile. La conseguenza? L’ingresso dello Stato, via conversione del debito in titoli, in un Monte dei Paschi che vale sempre meno. E, in contemporanea, lo sfumare definitivo della restituzione degli aiuti di Stato."

(www.ilfattoquotidiano.it)

"Anche il rischio di nazionalizzazione esisterebbe fino a un certo punto, visto che da essa tutti gli azionisti subirebbero «danni irreparabili mentre la banca continuerebbe ad esistere»."

Oggi la partita segna un punto a favore della politica: politica-finanza 1-0.

venerdì 27 dicembre 2013

Fine del consumismo compulsivo



Primi scontati risultati dell'austerità europea declinata in stile italiano: La ex quinta potenza economica del mondo retrocede sempre più. Malgrado l'ottimismo fuori contesto sparso a piene mani da Letta e Saccomanni, la situazione è quella che ha portato nelle piazze i forconi:

"Malissimo i consumi di Natale 2013. Rispetto allo scorso anno le famiglie italiane hanno infatti ridotto gli acquisti tipici delle festività dell’8%, addirittura peggio di quanto inizialmente previsto dal Codacons, che stimava una riduzione della spesa del 7,5%. Lo afferma l’associazione dei consumatori, che ha monitorato le spese dei cittadini relative al Natale.

A risentire particolarmente dei tagli imposti dalla crisi economica sono stati i regali, diminuiti in media del 15% rispetto all’anno passato, mentre hanno retto i consumi alimentari, pari a 2,6 miliardi di euro per il cenone della vigilia e il pranzo di Natale. Tra i settori più colpiti dal calo degli acquisti – spiega il Codacons - figurano l’abbigliamento e le calzature (-17%), mentre per gli addobbi per la casa si è speso il 10% in meno. Le vendite possono ritenersi soddisfacenti unicamente nel settore giocattoli, informatica e hi-tech.

"Complessivamente, per i consumi natalizi diversi dagli alimentari (regali, addobbi, viaggi, ecc.) gli italiani hanno speso 600 milioni di euro in meno rispetto al 2012, e ben 7,7 miliardi di euro in meno rispetto a quanto si spendeva per Natale nel 2007, ossia prima della crisi economica. Una vera e propria debacle – afferma il presidente Carlo Rienzi – che non promette nulla di buono per il 2014, e che rappresenta un segnale fortissimo circa lo stato di sofferenza delle famiglie, sempre più incapaci di acquistare e sempre più vicine al baratro della povertà". (AdnKronos-IGN)"

Cosa ci si poteva aspettare di diverso? L'improbabile ripresa del premier o quella acerba di Draghi? Ma su dai, chi vogliono prendere per i fondelli...
E quale potrebbe mai essere il destino dell'economia nazionale nel 2014? Non vale la pena dare una risposta così scontata. Continuerà ovviamente il declino di una nazione che non ha prospettive di crescita.

"La Gran Bretagna supererà Francia e Germania e diventerà la maggiore economia in Europa entro il 2030: questa la previsione dell'autorevole Centre for Economic and Business Research (Cebr). Un regime fiscale leggero, l'indipendenza dall'eurozona e una popolazione in crescita sono i tre fattori positivi che contribuiranno a far salire il Pil britannico dagli attuali 1.590 milioni a 2.640 milioni di sterline nei prossimi quindici anni, secondo lo studio annuale.
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La Cina supererá gli Stati Uniti diventando la prima economia al mondo nel 2028, mentre l'India che ora è in decima posizione salirà al terzo posto spodestando il Giappone. Il Brasile passerà dal settimo al quinto posto, mentre il Messico entrerà in classifica al nono posto. L'Italia, che quest'anno è in ottava posizione, uscirá invece del tutto dalla lista dei top ten scendendo al quindicesimo posto.
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Il Cebr prevede che nei prossimi quindici anni il Pil tedesco continuerà a crescere ma a un ritmo più lento, passando dagli attuali 2.200 miliardi di sterline a 2.690 miliardi. La popolazione che invecchia, la debolezza dell'euro e le incertezze sull'eurozona si riveleranno ostacoli insuperabili per la Germania, che entro il 2030 sarà superata dalla Gran Bretagna. Il sorpasso dell'economia britannica su quella francese invece avverrà molto prima, entro il 2018, secondo lo studio. La Francia, che attualmente è al quinto posto nella classifica globale, scivolerà fuori dai top ten a causa di una crescita debole, soffocata da un regime fiscale punitivo, e verrà superata dalla Turchia.

"Prevediamo che la Gran Bretagna diventerà la seconda economia occidentale dopo gli Stati Uniti, - spiega il rapporto Cebr"
(www.ilsole24ore.com)

Previsioni fino al 2030 sono piuttosto pretenziose, ma condivido la tendenza. Soprattutto quella di Italia e Francia che stanno percorrendo una strada simile. Ma dubito che di questo passo l'euro durerà fino al 2030, forse nemmeno fino al 2018. In effetti il prossimo anno è un anno cruciale per l'Italia che potrebbe non riuscire a reggere il costo crescente dell'euro. Del resto è tutta una questione di costi/benefici. Quando i costi dell'uscita dall'euro saranno superati dai benefici, avverrà tutto automaticamente e in modo travolgente.

"Senza dubbio il più grosso scoglio che l’Italia dovrà affrontare sarà al scadenza dei prestiti all’1% fatti dalla BCE alle banche italiane nei “drammatici giorni” a cavallo fra 2011 e 2012. Per chi ancora non sapesse cosa sia stata (e cosa è tutt’ora per le banche Italiane e Spagnole) l’operazione LTRO si tratta essenzialmente della creazionetemporanea di denaro dal nulla de parte della BCE e poi iniettato nelle banche europee attraverso un operazione farsa di prestito:
Il prestito era all’1%
Le garanzie erano (e sono) sostanzialmente crediti sub-prime, roba che nessuna banca accetterebbe mai come collaterale per concedere un prestito (a meno che non sei un “caro amico degli amici” della banca stessa…
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Ora accade che ci sono due nazioni le cui banche hanno fatto un larghissimo uso dell’LTRO per comprarsi titoli del proprio stato e CHE NON HANNO ANCORA RESTITUITO QUASI NULLA, ovvero:
Spagna
Italia
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Noterete come l’Italia in particolare è quella le cui banche stanno restituendo meno.

Per riassumere abbiamo due situazioni:
Banche Italiane Prudenti: che si sono comprate debito pubblico italiano con i soldi dell’LTRO con una scadenza prossima o non troppo più lunga delle due operazioni LTRO. Queste banche non devono fare nulla, semplicemente NON rinnovare debito pubblico a scadenza e restituire i soldi alla BCE. Normalmente queste banche sono quelle con i conti più in ordine e dunque con un bisogno minore di fare utili dal differenziale di tasso fra titoli pubblici italiani e il misero 1% richiesto dalla BCE.
Banche Italiane “meno” Prudenti: che si sono comprate debito pubblico italiano con scadenza SUPERIORE alle due operazioni LTRO per avre un utile maggiore da questa operazione (maggiore differenziale di tasso). Queste banche già dalla seconda parte del 2014, a Giugno e forse prima, dovranno cominciare a scaricare titoli pubblici a lunga scadenza e al massimo comprare qualcosa a brevissima scadenza per arrivare a fine anno o a febbraio 2016.

Entrambi i gruppi stanno pregando San Draghi perchè estenda le operazioni di LTRO.
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Ora è chiaro che al tavolo europeo del 2014, quando sarà il momento (cioè dopodomani) di discutere di rinnovo del LTRO l’Italia ci arriverà ancora più debole e con armi sempre più spuntate. La minaccia di uscire dall’Euro e “non pagare” il debito seppure ancora forte appare un tantinello velleitaria siccome significa disintegrare gran parte del risparmio dei cittadini italiani nelle banche italiane (se lo lasciamo in Euro). Oppure di stampare tutte le neo-lire necessarie per nazionalizzare quasi tutte le banche italiane e garantire i depositi (trasformati in neo-lire) degli italiani, e come conseguenza affrontare una svalutazione di tipo Argentino, nulla di controllato o controllabile.

Francamente sono curioso di vedere quale sarà la reazione della Germania (e degli altri paesi con i conti più o meno a posto), a occhio direi che l’idea è quella di commissariarci attraverso un meccanismo simile a quello in vigore in Grecia.
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Sulla questione sono alquanto pessimista e basta guardare il rumore di fondo anti-tedesco sui media sussidiati, all’aumentare del quale corrisponde la consapevolezza di non potercela fare (“E’colpa dei tedeschi appunto, mica del governo”). E tutto sommato comincio a pensare che davvero nel 2014 potremmo uscire dall’Euro o qualcosa di simile magari un percorso concordato di uscita."

(www.rischiocalcolato.it)

E non bisogna dimenticare l'Unione Bancaria, cioè la sua prefazione che consiste nella fase dei controlli detti "asset quality review". Un pericolo per le nostre banche e anche per lo Stato:

"Nonostante le regole di vigilanza italiane (soprattutto sul rischio di credito) siano tra le più severe d’Europa (post “Il credit crunch italiano: fisco e Bankitalia troppo severi (rispetto al resto d’Europa)”), sui media circolano i nomi di cinque banche (Mps, Carige, Bpm, Creval e Banco Popolare) che potrebbero avere difficoltà a superare l’Aqr, sia a causa della scarsa qualità dei crediti, che per l’eccesso di esposizione sul debito sovrano. Tuttavia oggi appare prematuro sbilanciarsi in previsioni: ad esempio non è ancora chiaro come verrà soppesato nell’Aqr il portafoglio dei titoli del debito pubblico, né come impatterà il rating degli stessi."
(www.economy2050.it)

E qui sta il punto critico, non solo per le banche nazionali, ma per la nazione stessa. Se i titoli di Stato italiani, come del resto vorrebbero su al nord, venissero considerati al loro effettivo livello di rating, siamo fregati!

"nei giorni scorsi è accaduto un fatto MOLTO PERICOLOSO per l’Italia e per tutti i paesi mediterranei, ed è UNA PROPOSTA TEDESCA.
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che succede se il rischio sui Titoli di Stato NON è più zero. Che succede se le Banche Spagnole e Italiane (e Portoghesi e Francesi) dovessero mettere da parte del capitale fresco per coprire IL RISCHIO connesso con la detenzione di enormi quantità di titoli di stato.

Succede che il Credit crunch di oggi sembrerebbe una passeggiata di salute e che salterebbero in aria quasi tutte le banche italiane e spagnole."
(www.rischiocalcolato.it)

Oppure, le banche per non crollare sotto il peso dei Btp, cominceranno a svenderli. E lo spread tornerebbe a livelli stellari. E la zona euro salterebbe ancora più velocemente di quanto stava avvenedo nel 2011."
(Se tutto va bene siamo rovinati...)

Il 2014 inoltre sarà l'anno in cui si dovrà impostare il fiscal compact, quel tremendo meccanismo che prevede la riduzione di un debito pubblico lanciato verso il 140% del Pil, ad un rapporto debito/Pil del 60%. Pura fantascienza oppure pura follia: significa recuperare ogni anno 50 miliardi di euro solo per il debito. Cosa dovranno tassare? Cosa taglieranno? I servizi essenziali come in Spagna  e Grecia (vedi: "La Spagna sull'orlo di una crisi sanitaria?")?

Penso che il 2014, dopo due anni di percorso alla cieca, sarà l'anno della svolta. Ma non quella pretesa da Letta e Napolitano. E per entrambi sarà un anno politicamente difficile: il primo sotto esame di Renzi, il secondo sotto esame di Grillo (e forse Berlusconi) attraverso l'ipeachment.

Ad ogni modo se gli italiani supereranno la depressione ed eviteranno il suicidio, saranno curati da una delle più terribili malattie dei tempi moderni: lo shopping compulsivo e senza criterio. Bisogna saper vedere anche gli aspetti positivi della situazione...

giovedì 26 dicembre 2013

Berlusconi non è più nessuno


Il Cavaliere rappresentava un primato politico in molte situazioni. Secondo i suoi detrattori sicuramente nelle manifestazioni più negative del populismo in versione italiana: per esempio nell'arte di raccontarle molto grosse. Anche i suoi estimatori non possono non ammettere il primato del Cavaliere nella comunicazione, che confinava pericolosamente con la ciarlataneria.
Berlusconi è stato indiscutibilmente il campione delle "televendite" politiche. Il Vannamarchi del "meno tasse per Totti"...

Eppure oggi la carica dei quarantenni sta insidiando anche questo primato che il Cavaliere si è costruito negli anni migliori. E' bastato un "nipote" qualsiasi per farlo apparire antiquato:

"“L’Italia, di un colpo, dal 24 aprile ha recuperato 30 anni nel calendario, il 2013 è l’anno che verrà ricordato come una svolta generazionale senza precedenti nella storia repubblicana italiana“, ha detto ieri il premier, Enrico Letta. Il rischio è che, dietro queste parole, si celi il nulla o comunque la reiterazione di antichi riflessi condizionati della politica di un paese ormai alla deriva."
(phastidio.net)

Gulp! Palle d'acciaio conferma il suo soprannome, ma non con il significato che gli attribuisce. Piuttosto nell'altra accezione più sprezzante. Si conferma il tipico prototipo dell'italiano da bar sport, segno che questa è una caratteristica nazionale che travalica le colorazioni politiche. Il solito gradasso che non appena gli viene assegnata qualche stelletta sul bavero comincia a dire cose spropositate, ad avere manie di onnipotenza.

""Il 2013 è stato un anno di tensioni politiche ma che consegnerà riforme complete e compiute a partire dalla legge elettorale". Lo ha detto il premier Enrico Letta"
(www.tgcom24.mediaset.it)

Ed è un'evidente palla d'acciaio: quale sarebbe questa legge elettorale del 2013?

""Il 2014 sarà l'anno della svolta, non solo per l'economia ma anche e soprattutto per le riforme istituzionali", ha aggiunto il premier nel corso della conferenza stampa di fine anno. "Prima delle elezioni europee di maggio, il prima possibile, dobbiamo avere una nuova legge elettorale". "L'Italia - ha assicurato - ce la farà" avendo messo alle spalle la parte più complessa della crisi economica. Le tensioni politiche sono al massimo ma nel 2014 ci saranno le riforme e miglioreranno i dati economici"."
(www.tgcom24.mediaset.it)

Queste frasi sono da scolpire nel marmo ad imperitura memoria, perlomeno dei prossimi quattro mesi, quando non avendo concluso nulla come già avviene oggi, rischiano di essere dimenticate dal volgo. Faremo le riforme, faremo la legge elettorale, faremo, faremo, faremo... una musica già sentita. E poi mi piacerebbe capire in quale Italia virtuale vive Letta e tutto il resto della casta: abbiamo messo alle spalle la crisi? Ma dove? Ma quando? Mi devo essere distratto un attimo...

Evidentemente l'Italia di Letta si trova in una dimensione parallela, non nella nostra terribile dimensione quotidiana:

"Quello che segue e' un post inviato settimane fa da un utente di Wall Street Italia.
...
Ne approfittiamo per dare un consiglio al ministro dell'Economia Saccomanni: stampi e incornici questo post, lo metta sul suo comodino accanto al letto, e che le sue notti possano essere insonni per mesi e mesi
...
.... io sono un artigiano, probabilmente altrove la condizione non è così preoccupante come nella mia zona Torino sud, qui da sempre si mangia pane e Fiat, se hanno ancora voglia di parlare di destra/sinistra e dei cazzi di Berlusconi......non posso che invidiarli.......quando esco per ciò che vedo e sento mi vengono le lacrime agli occhi.........siamo tutti e sottolineo tutti falliti.....si salvano solo i pensionati e i dipendenti pubblici (almeno sino all'autunno prossimo) quando arriverà il freddo e serviranno i soldi per scaldarsi.....ci sarà da "ridere". Vicino da me c'è una zona industriale importante, i capannoni sono vuoti in vendita o in affittasi......quei pochi aperti, puoi contarci le auto davanti sulle dita di una mano..........i supermercati quasi deserti, già ci sono molte chiusure, nei mercati rionali non vedi più banchi stracolmi di frutta e verdura....ma piccoli mucchi di due o tre chili al massimo.........se vuoi posso continuare per ore........ho un amico imprenditore con 15 dipendenti, proprietario di un hotel con bar e ristorante....un complesso il cui valore è di circa 5 milioni di Euri..........sta girando senza assicurazione RCA...quest'anno come molti anzi moltissimi altri non farà la dichiarazione dei redditi, non perchè è un evasore, ma perchè non può permettersi di pagare più un commercialista. Il tutto mentre i doberman di equitalia finiscono di spolpare i cadaveri. "apocalypse now""

(www.wallstreetitalia.com)

Comunque qualche dubbio ogni tanto assale anche chi chiuso nei palazzi del potere non sente il popolo rumoreggiare nelle piazze:

"Bisogna occuparsi delle persone distrutte dalla crisi" - "So per certo che ci sono le condizioni per cogliere le opportunità, ma so anche che 5 anni di crisi durissima hanno creato un disagio sociale terribile", ha sottolineato. "Ecco perché accanto alle opportunità per far ripartire il Paese - ha detto Letta - dovremo occuparci di chi la crisi ha distrutto".
(www.tgcom24.mediaset.it)

Lo sapete, ma lo so anche io: non farete assolutamente nulla. E a maggio alle elezioni europee sarà il trionfo del populismo. Almeno Berlusconi le palle che raccontava poteva in una certa misura permettersele, perché la situazione dell'economia italiana non era così disastrata. Letta e Saccomanni non possono assolutamente continuare a fare gli ottimisti, a dire che dopodomani c'è la ripresa, non possono continuare a raccontare certe fole in una situazione sociale così tragica. Non se lo possono più permettere. Possibile che non se ne rendano conto? Possibile che siano sensibili solo alle istanze di Bruxelles e della Merkel e non a quelle del popolo affamato? Si, purtroppo è possibile.

Ma forse è meglio così. Vorrà dire che questa classe politica, anche se composta di quarantenni ispirati da Fonzie, verrà spazzata via dal populismo e dal forconismo crescente. Finalmente avremo il ricambio tanto auspicato, anche se ci costerà carissimo. Le festività daranno un po' di tregua ai vari "conta-palle d'acciaio" della casta, ma finite le già magre tredicesime pagando bollette e tasse varie, i problemi si ripresenteranno come e più di prima. La crisi è alle spalle forse, ma purtroppo anche il nostro futuro.

martedì 24 dicembre 2013

Luttwak non fa giri di parole


Il professor Luttwak (inventore del "fanatismo monetario") va dritto al punto senza tanti giri di parole. Perché parlare di "politiche economiche espansive", di "quantitative easing" e altre amenità? Basta dire la verità:

"“Se la Bce avesse stampato moneta come la Fed, a quest’ora anche l’Europa segnerebbe una ripresa del Pil del 4,1 %. I vertici dell’economia Ue dovrebbero essere licenziati in blocco ed essere mandati a fare i parcheggiatori nel multipiano di fronte alla Fed”. Lo afferma l’economista, politologo e saggista Edward Luttwak, commentando i dati sul Pil degli Stati Uniti da cui risulta che nel terzo trimestre 201 3 è cresciuto appunto del 4,1 %. Un dato che supera abbondantemente il +3,6% stimato dal dipartimento del Commercio, e che rappresenta l’aumento più sostenuto dal quarto trimestre 201 1 e il secondo maggiore dalla metà del 2009.

Professor Luttwak, il +4,1% del Pil documenta che le scelte delle autorità Usa sono state azzeccate?

E’ evidente. Quando la disoccupazione giovanile supera il 9% si v a in emergenza e il resto non conta. La Federal Reserve ha dunque deciso immediatamente di stampare moneta, anche se si trattava di un provvedimento che poteva presentare dei rischi o magari non funzionare. La realtà però ha dato ragione alla Fed. La disoccupazione giovanile è quanto di peggio esista dal punto di vista economico, quindi bisogna fare di tutto per contrastarla. Se Bernanke non si fosse mobilitato immediatamente per dare risposte alla crisi, il Congresso Usa avrebbe approvato una legge per abolire la Fed."

Queste sono le uniche affermazioni che non condivido del tutto. I dati dell'occupazione degli Usa pare non siano del tutti veritieri. Per quanto è dato sapere da altri commentatori, i dati sull'occupazione americana non tengono conto di chi ha smesso di cercare lavoro perché semplicemente si è scoraggiato. E pare non sia una quota trascurabile. Comunque sia, se la Bce avesse deciso di stampare euro invece di provocare un aumento generalizzato di tasse (non solo in Italia, anche in modo devastante in Spagna e Francia), oggi non vivremmo una crisi depressiva così imponente.

"E’ bastato stampare dollari perché negli Usa si registrasse la ripresa?

Sì, ed è per questo che il cambio euro-dollaro è a 1 ,37 . Tutti i turisti europei che in questi giorni riempiono le strade di New York sono la prova del fatto che l’euro è sopravvalutato. Gli italiani vengono qui per fare shopping, non per visitare l’Empire State Building."

(www.ilsussidiario.net)

Un altro regalino della gestione Bce. Non solo l'economia è entrata in una spirale depressiva, ma fatica anche a riprendersi a causa di una supervalutazione della moneta che rallenta le esportazioni fuori Europa. Fra poco anche quelle tedesche cominceranno a frenare, ci sono già i primi segnali.

"Come valuta invece le misure del governo federale Usa?

Il governo federale degli Stati Uniti ha rigorosamente evitato ogni aumento di tasse. L’esatto opposto dell’Europa che ha attuato uno strangolamento fiscale di imprese e cittadini. Sotto la presidenza Obama le tasse non sono aumentate neanche di una frazione di punto, mentre c’è stato un drastico taglio della spesa pubblica dell’8,8%. Del resto il Regno Unito ha adottato le stesse politiche, tagliando la spesa dello Stato e licenziando 500mila dipendenti pubblici.

Ma così non si aumenta la disoccupazione?

No. Per ogni 100mila dipendenti statali che sono messi sulla strada, si creano 300mila nuovi posti di lavoro. Riducendo la spesa pubblica si tagliano infatti le tasse, i cittadini consumano di più e le aziende private ricominciano ad assumere. Su una spesa pubblica italiana di 800 miliardi di euro, Letta ha tagliato solo 2 miliardi, mentre se si fossero adottati i tagli di Obama pari all’8,8%, fatte le debite proporzioni, avremmo risparmiato 60 miliardi.

Per quali motivi l’Europa non è riuscita ad adottare misure economiche efficaci come quelle di Obama?

Quando nel 2001 fu istituita la Banca Centrale Europea ebbi un vivace scambio di idee su una rivista francese con l’allora presidente, Jean-Claude Trichet. Spiegai che il principale motivo per cui gli americani non condividevano il modo in cui era stata istituita la Bce era che non esisteva nessun organismo democratico in grado di controllarla. Al cuore dell’Europa è stata creata un’istituzione autoreferenziale e dittatoriale come il Sacro Romano Impero. Si tratta di un’anomalia politica enorme e di un attacco contro la democrazia.

E’ l’unica differenza di impostazione tra Bce e Fed?

La seconda differenza di impostazione è che gli americani ogni volta che c’è un problema stampano dei dollari, mentre i tedeschi sono contrari a ogni forma d’inflazione. Per il solo fatto di non volere stampare nuova moneta, non soltanto l’economia irlandese e portoghese, ma anche quella spagnola, italiana e olandese sono andate verso la spirale discendente dell’impoverimento.

Perché l’Italia non è riuscita a fare sentire le sue ragioni nelle sedi europee?

Perché i politici italiani sono degni del Burkina Faso, eppure vogliono tutti fare finta di essere all’altezza della Germania. L’ultima volta che gli italiani hanno voluto fare finta di essere tedeschi è stato nel 1940, e il risultato è stata la devastazione dell’Italia. Mussolini mandò gli squadroni in Belgio per bombardare l’Inghilterra, ed è così che il nostro Paese si trovò coinvolto nel conflitto. Oggi come allora per guardare la Germania senza un senso di inferiorità si deve distruggere l’economia italiana."

E' quello che penso anch'io: se nasci quadrato non poi pensare di diventare tondo. Molti sono coloro che affermano che se facessimo come i tedeschi non avremmo più problemi. E' un'idiozia e soprattutto è impossibile cambiare la mentalità di un intero popolo. Non è solo questione di adottare il corpo legislativo del paese faro dell'Unione Europea, si tratta di adottare il modo di lavorare, di organizzare la vita, in una frase il modo di pensare. E anche se ci riuscissimo a far diventare l'intera Europa una grande Germania (sempre considerando che cancellare le peculiarità nazionali si una buona idea...) sarebbe un'idiozia al cubo.

La Germania imposta la sua politica sulle esportazioni, circa il 40% delle quali è verso Europa. Se tutti impostassero le loro economie sulle esportazioni dovremmo cercare un'area economica mondiale dove far confluire un eccesso produttivo enorme. Forse la Cina? Gli Usa? Il primo un paese che cerca di esportare il più possibile ed imposta la su politica economica allo stesso modo della Germania; il secondo un paese ultra indebitato che con molte difficoltà riesce a fare ulteriori debiti, soprattutto quelli privati. I paesi emergenti? come dice la parola sono emergenti, ma lo sono ormai da decenni e non sono ancora riusciti a diventare "emersi".

E per di più la stessa Germania rischierebbe di perdere una quota importante di esportazioni interne verso l'Europa. Dovrebbe incrementare ulteriormente la quota di esportazioni extra Ue. Il collasso dell'economia europea avverrebbe ugualmente. Il mio sogno non è diventare tedesco, ma tornare ad essere italiano, magari migliore, magari integrato con il resto d'Europa, ma non succube stupido di Bruxelles come oggi.

lunedì 23 dicembre 2013

Tanto casino per nulla



Siamo alle solite. Cambia tutto per non cambiare niente. Berlusconi viene cacciato dal Parlamento, Forza Italia perde pezzi e nasce il Nuovo Centro Destra. Il Pd governa praticamente in solitaria, ma il partito è caduto mani e piedi prigioniero del renzismo. Quindi il governo in realtà rimane sospeso nel vuoto, sostenuto quasi solo dalla volontà di Napolitano, mentre Renzi pensa solo alla legge elettorale e quindi alle elezioni.

La politica italiana sembra un frullatore dove ogni giorno sembra prospettarsi una novità. Ma sembra solamente, perché poi alla prova dei fatti fra gli elettori tutti questi fuochi d'artificio non sortiscono nessun effetto.

Osservando i grafici dei trend elettorali (sopra) compilati da scenaripolitici.com con tutti i sondaggi fino all'8 dicembre 2013, si nota che nessuna novità politica sembra ormai smuovere l'elettorato. Anzi c'è sempre una quota molto alta di cittadini che non ha intenzione di votare, circa il 40% degli italiani. Si tratta sempre del partito più grande.

Comunque il grafico mostra che non accade nulla di che. La coalizione di centro destra ora sembra sopravanzare quella di centro sinistra, ma si tratta di micro sorpassi. A volte balza in testa una parte, a volte un'altra. Ma sono praticamente pari, distanziate sempre da pochi decimali.

L'unica vera rivoluzione italiana rimane il Movimento 5 Stelle, che mantiene anch'esso i suoi fans fra alti e bassi.



Il Partito Democratico è fotografato appena prima della vittoria di Renzi. Ma comunque l'elettorato non mostra particolari palpiti per la campagna delle primarie. E' vero che la linea rossa viene ritirata su in orizzontale, ma appunto rimane orizzontale, nessuna impennata. E gli ultimi sondaggi non mostrano una grande vivacità della sinistra.


Una prestazione quella del Pd che comunque è sempre meglio di quella di Forza Italia. L'ex Pdl è un po' acciaccato. Ma malgrado ciò il centro destra nel suo complesso mantiene la sua forza elettorale stabile. Sempre che le coalizioni rimangano quelle che erano alle ultime elezioni. Per esempio Ncd rientrerà sotto le ali di protettrici di Berlusconi?

Per ora Ncd è misterioso: non è chiaro quale sia la sua reale forza elettorale, anche se il trend non lascia intravvedere nulla di buono:


Renzi, Berlusconi e forse anche Grillo vorrebbero votare al più presto, ma temo sia una mossa inutile. Larghe intese per sempre? Dipenderà dalla prossima legge elettorale.
Le due vecchie coalizioni si eguagliano e una o l'altra rischiano di perdere per un'inezia, una cravatta sbagliata in tv, una battuta riuscita male... Il M5s non mi pare avviato a conquistare il 51% dell'elettorato.

Renzi vorrebbe una nuova legge elettorale (qualsiasi) che permetta ad una parte di vincere in modo chiaro. In effetti è l'unico modo per garantire la governabilità. Ma la democrazia è un'altra cosa. Un governo rappresentato solo dal 30% (molti meno considerando gli astenuti) dei cittadini è un governo di minoranza. Non sarà mai accettato in modo pieno e convinto dalla maggioranza degli italiani.

Comunque vada la macchina è lanciata e difficilmente Napolitano riuscirà a fermarla. Quando sarà votata la nuova legge elettorale, Renzi e Berlusconi trascineranno l'Italia nuovamente alle elezioni. Il governo Letta non ha dato grandi emozioni e Renzi non ha intenzione di sacrificare il partito per un governo così poco incisivo. Berlusconi ha una grande voglia di rivincita. E poi Grillo sogna sempre il 51%.

domenica 22 dicembre 2013

Il dragone sulla luna



Mazzucco contesta i successi spaziali cinesi. Effettivamente ci sono molti dubbi sulle reali capacità dell'agenzia spaziale cinese. Le immagini della camminata nello spazio del primo astronauta cinese hanno lasciato a più d'uno il sospetto che fosse un falso: la Terra era un disco luminoso statico irreale e irriconoscibili le località sul globo, e dalle tute degli astronauti fuoriuscivano bolle molto sospette...

Secondo Mazzucco anche la discesa del modulo lunare Chang'e 3 sarebbe una messinscena realizzata in qualche studio televisivo. Si contesta la mancanza dei getti di polvere degli scarichi dei razzi, la cattiva illuminazione della scena, la mancanza di immagini della Terra durante il viaggio, il veicolo lunare sarebbe un po' troppo sempliciotto.

I getti di polvere non saprei se si verificano effettivamente e se è possibile vederli con inquadrature parziali dalle sonde. Dalle immagini delle sonde americane non appaiono mai. Gli unici che si vedono, peraltro dall'alto di una sonda satellitare, sono quelli generati dai getti di gas durante la discesa di Curiosity (la macchia più scura):


Mentre dalle immagini del rover, la "spolverata" dei razzi d'atterraggio non era visibile. Probabilmente la potenza dei razzi è sopravvalutata, soprattutto se sono utilizzati per frenare un'accelerazione gravitazionale molto inferiore di quella terrestre.

Per quanto riguarda la mancanza di immagini scattate dalla sonda durante il viaggio, non è scontato sia previsto. Un conto è se la navetta è abitata da astronauti che possono affacciarsi dagli oblò e inquadrare con una macchina da ripresa ciò che si vede. Un conto se a farlo è una sonda automatica: deve essere dotata di un sistema in grado di guidare l'obiettivo verso la direzione giusta, se non si vuole fare fotografie o riprese casuali. Quindi deve essere previsto prima, e programmato. Probabilmente per una sonda che deve recarsi "solo" sulla luna non viene preso in considerazione questo aggravio di costi.

Non condivido le considerazioni sulla poca sofisticazione del rover della sonda cinese, in quanto effettivamente la ricostruzione al computer appare molto semplice ma non corrispondente alla sonda reale.

Sull'illuminazione della scena effettivamente qualche dubbio c'è. Soprattutto non si capisce il motivo per cui sia stata utilizzata una camera con una definizione e una sensibilità così scarse.



Attorno alle sonde non ci sono sufficienti oggetti per capire se Chang'e 3 e rover sono illuminati da potenti proiettori in uno studio o da luce naturale. Simulando(*) l'illuminazione di una possibile sonda in condizioni diverse si ottengono i seguenti risultati.

Per esempio se una sonda è ripresa sul pianeta Papalla1 che è privo di atmosfera si ottiene questo risultato:


La superficie del pianeta, in effetti risulta essere illuminata integralmente, malgrado il cielo nero. Le ombre sono nette e molto scure e con un grandangolo (22 mm) convergono verso un punto. Questo malgrado in realtà siano parallele fra loro, ma per un effetto prospettico sembrano dirigersi verso un punto all'orizzonte.
Il paesaggio risulta anche appiattito, difficile stimare la distanza della montagna dai sassi vicini e dalla sonda.

Se invece la sonda fosse scesa sul pianeta Papalla2, dotato di un'atmosfera si otterrebbe questo risultato:


In questo caso i colori del suolo si miscelano con quelli dell'atmosfera (rosacea come quella marziana). Le ombre anche qui convergono verso un punto all'orizzonte. Le ombre poi non sono più così nette, ma sfumate. Questo poiché una quota importante dell'illuminazione (qui 30% per mia scelta) proviene dalla volta celeste, cioè dalle particelle gassose dell'atmosfera. Ora il monte appare effettivamente ad una certa distanza. Essendo l'atmosfera "polverosa", gli oggetti più lontani sono velati da un maggior strato di particelle.

Se invece la stessa sonda si trovasse in uno studio cinematografico, si avrebbe questa situazione:


Qui la scena è stata illuminata con un proiettore puntato sul primo piano della scena e con un'area luminosa per illuminare la scena lontana. Non è facile ottenere un risultato simile a quello solare. Non solo il suolo non rimane illuminato in modo uniforme, ma le ombre hanno una direzione divergente, non più convergente, perché la fonte luminosa è localizzata in un punto vicino (qui dietro la camera a 10 m di altezza come in uno studio cinematografico). Inoltre, qui il tecnico delle luci non è stato accorto, e si vedono delle doppie ombre che gettano un certo sospetto sulla scena.

Se si analizzano le vecchie immagini delle missioni Apollo, anche quelle dubbie dell'Apollo 11, si riscontra comunque il rispetto di alcune regole:


La scena appare irreale e falsa, ma le ombre sono senz'altro molto nette e convergono verso un punto all'orizzonte (cioè sono parallele). L'illuminazione del suolo sembra uniforme, anche se certe aree appaiono più chiare di altre, ma forse è dovuto ad una diversa composizione del suolo. Le ombre delle missioni Apollo sono molto lunghe, ed è una cosa voluta. Si scelse di far atterrare le navette in zone dove il sole era al tramonto o all'alba per evitare di avere temperature al suolo troppo alte.
Naturalmente, gli astronauti non avevano il tempo di trovare le inquadrature migliori, e di rispettare le regole del buon fotografo. Sono state scattate molte fotografie controluce come questa:


Qui le ombre sono divergenti, come se fossero prodotte da un proiettore. Ma avviene la stessa cosa con il sole, quindi anche questa foto potrebbe essere illuminata naturalmente. Gli astronauti cattivi fotografi sono stati fortunati, perché la mancanza d atmosfera sulla luna, non produce quella patina biancastra che si genererebbe sulla Terra a causa dell'illuminazione delle particelle nell'aria.

Anche nella missione Apollo 12 le ombre sono dirette nella direzione corretta, con un proiettore non è facile ottenere un risultato così:


Apollo 14: ombre convergenti anche qui. Il paesaggio appare sempre irreale, difficile è capire se l'orizzonte si trova a 10 Km o 1Km o a pochi metri nel caso di uno studio per riprese:


Apollo 15: ho scelto una foto di paesaggio perché evidenzia l'irrealtà della situazione dovuta alla mancanza di atmosfera: la collina retrostante a che distanza si trova? E' solo un mucchio di sabbia come si vedono in certe cave, o è un colle di una altezza rispettabile? Il suolo è illuminato in modo uniforme anche a grande distanza.


Apollo 16: anche in questa immagine le ombre sono nette e dirette verso un punto preciso, il suolo è illuminato in modo uniforme.


Questa panoramica della missione Apollo 16 rende bene l'idea di irrealtà di un paesaggio terso all'estremo a causa della mancanza d'atmosfera: il rover in primo piano non permette di capire quale sia la proporzione o la distanza della navetta: conosciamo le sue effettive dimensioni, ma se non le conoscessimo potremo immaginare che sia un oggetto non molto alto posto a pochi metri dal rover:


Apollo 17: anche le foto di questa missione appaiono reali e rispettare le regole dell'illuminazione naturale.


Se le missioni Apollo, o anche solo la prima, sono dei fake, bisogna dire che sono stati fatti bene. Se li confrontiamo con i falsi cinematografici conclamati, si nota subito quanto sia difficile riprodurre le situazioni lunari. 
Partendo dal film recente "Apollo 18" che si ispira proprio all'epopea lunare. Eppure, benché sia stato girato da poco tempo, si nota immediatamente le difficoltà incontrate dal tecnico delle luci: per ottenere ombre nette, molto scure, si è usato un potente proiettore. Ma se si confronta il falso astronauta sovraesposto di luce bianca, con l'illuminazione naturale degli astronauti veri (anch'essi in tuta bianca) si vede tutto lo sforzo per riuscire ad imitare (e male) le atmosfere lunari.


Nello stesso film (che non ho visto) pare compaia anche una navetta sovietica che in realtà non è mai stata utilizzata, cioè questa:


Ma la scena ha degli evidenti errori di illuminazione:


Qui le ombre più che divergenti, sembrano avere direzioni casuali (la navicella ha ombra verso il fondo, i massi verso sinistra in direzione dell'osservatore). Non sono parallele e sembrano essere generate da proiettori diversi.

Si dice che la prima missione Apollo sia stata girata in uno studio niente di meno che da Kubrick. Eppure quando si è cimentato con degli astronauti sulla luna (2001 Odissea nello spazio) ha preferito non prendersi rischi:

Per farli spostare sul suolo lunare si è inventato il "moonbus":


Quando sono scesi dal bus, li ha inquadrati in ombra oppure in una buca illuminata da decine di proiettori. Così si è evitato tanti problemi nel creare le ombreggiature giuste.


Se si prendono le scene del film che ha per primo trattato il tema delle missioni fasulle, cioè "Capricorn One" ci si rende conto delle difficoltà che si incontrano nell'illuminare una scena finta:


Il set è illuminato con grossi proiettori in parallelo, eppure:


Si generano doppie ombre (visibili nei sassi con doppia direzione) innaturali come nella mia simulazione al computer. Un fake così sarebbe stato scoperto subito.

Comunque, probabilmente i falsi atterraggi su Marte sono più semplici da ricreare sulla Terra. Probabilmente anche all'aperto con luce naturale, nella location giusta. Infatti l'ombra proiettata su un pianeta con atmosfera è identica a quella sulla Terra. E' un'ombra definita ma comunque non così netta come quelle lunari.

Missione Viking 2 (anni settanta)


Come mostra questa recente immagine composita di Curiosity, il paesaggio appare più ordinario di uno lunare. Il monte che si profila all'orizzonte è sfumato come avviene anche sulla Terra in giornate con foschia o con deformazioni ottiche dovute al calore. Le ombre sono sfumate, molto naturali. La foto potrebbe essere stata scattata in un deserto terrestre.

Le immagini di Venere sono pochissime e scattate tutte dalle sonde sovietiche Venera. L'unica considerazione che mi viene di fare, è che qui le ombre sono solo al di sotto dei sassi. Probabilmente su Venere il disco solare è quasi invisibile e ininfluente. La maggior parte della luce proviene in modo diffuso dalla volta celeste sempre coperta di nubi.


In conclusione vorrei ancora fare un'ultima considerazione sull'aspetto del cielo lunare, che appare anch'esso finto. Una specie di fondale oppure la parte buia di un grande studio cinematografico.
Nelle foto delle missioni Apollo non si vedono mai le stelle, e pochissimo la Terra. Per quanto riguarda le stelle, questo è davvero molto sorprendente. Gli stessi astronauti interrogati su questa questione sono apparsi reticenti, poco convincenti.

Il motivo della mancanza di stelle potrebbe essere dato dalla presenza della luce solare molto forte. In effetti tutte le missioni Apollo si sono svolte durante il periodo illuminato del giorno lunare, che dura 28 giorni terrestri (14 di luce e 14 di buio). Probabilmente durante la notte lunare le stelle sono visibili.

Un altro punto spesso criticato, è che la Terra non si vede quasi mai nelle immagini delle missioni Nasa. Ma qui c'è un motivo vero. Le missioni Apollo sono atterrate quasi tutte vicino al centro della faccia visibile della luna:


Questo significa che gli astronauti avevano sempre la Terra sulle loro teste, in una posizione difficile da osservare e fotografare nei loro scafandri. La posizione più favorevole, sia rispetto allo zenit che all'orizzonte ovest è stata quella della missione Apollo 17. La più sfavorita è stata la missione Apollo 15.



L'immagine tratta dal film "2001 Odissea nello spazio" con la Terra all'orizzonte, implica che quella base si trovasse ai limiti della faccia visibile dalla Terra (per es. punti 9 e 24 sulla mappa lunare).

La reale posizione della Terra sulle teste degli astronauti Apollo è confermata da queste foto riprese dal basso verso l'alto:



In conclusione, le immagini cinesi della sonda Chang'e 3 sono reali o è tutta una messinscena? Difficile dare una risposta: le ombre sono nette e scure come nelle missioni Apollo e nella simulazione. Ma la ripresa è molto ristretta, si vede solo il veicolo o solo la sonda, non si capisce se le ombre hanno una direzione naturale o artificiale dovuta a una illuminazione puntiforme. Inoltre la qualità delle immagini è così scarsa che non è neppure possibile confrontare altri particolari come la grana del suolo, il colore e la consistenza. Non parliamo nemmeno della presenza o meno di stelle in cielo.
Ognuno scelga di credere o non credere ai cinesi in base alla fiducia che ripone in loro, perché in base alle prove offerte non è possibile avere una risposta certa.

(*) è stato utilizzato il programma Blender: la funzione "sun" simula il sole proiettando raggi luminosi paralleli e uniformi; la funzione "emi" genera una luce diffusa emisferica dall'alto; la funzione "lamp" simula una illuminazione puntiforme come quella di una lampada; la funzione "area" simula una illuminazione proveniente da un'area luminosa come per esempio un diffusore usato nel cinema.