mercoledì 18 dicembre 2013

Draghi scettico sui salvataggi bancari


Delle ultime dichiarazioni di Draghi la stampa di regime ha messo l'enfasi sulle scomuniche scagliate contro gli euroscettici e chi vuole cancellare l'euro. Evidentemente dal capo della banca centrale europea non può che esserci una difesa a spada tratta dell'euro. Non riconoscerà mai il fallimento della moneta unica che è stato incaricato di gestire.

Ma Draghi dice molto di più:

"Il presidente della Bce ha espresso la preoccupazione che gli accordi finanziari che si stanno studiando per allestire sistemi anticrisi sulle banche europee finiscano per risultare "inadeguati". In questo modo le decisioni da prendere dal sistema unico di risoluzione delle crisi bancarie potrebbero diventare eccessivamente complesse. "I prossimi giorni - ha affermato Mario Draghi durante una audizione al Parlamento europeo - ci diranno se si può fare un altro passo cruciale verso l'Unione bancaria".

E' improbabile che un paese dell'area euro operi riforme sollecitato dai livelli dei tassi di interesse, ha affermato Mario Draghi, durante l'audizione. "E' poco plausibile - ha detto Draghi durante una audizione al parlamento europeo - che un paese cambi legge elettorale, o cambi sistema giudiziario, o le regole del mercato lavoro per 200 punti base di tassi di interesse in più"."

(www.wallstreetitalia.com)

Quando sei paralizzato dal terrore difficilmente hai la lucidità per compiere certi passi. Anche se poi la distruzione del welfare e altre "riforme" sui generis le definirei piuttosto una "restaurazione" conservatrice. Ma se lo spread dovesse impennarsi nuovamente è molto più facile ritrovarsi con sindacati e forconi in piazza.
E' interessate comunque il fatto che Draghi non condivida in pieno le decisioni prese sui salvataggi bancari, fortemente suggeriti dalla Germania e già testati a Cipro.

"Nella procedura di bail-in potranno essere coinvolti anche gli obbligazionisti senior, come richiesto dalla Germania e del blocco dei paesi del Nord Europa. L’accordo prevede che, prima di usare il fondo di risoluzione, sarà obbligatorio procedere all’abbattimento di almeno l’8% delle passività della banca coinvolta. Dopo aver applicato il bail-in minimo dell’8%, gli stati nazionali potranno fare ricorso al fondo di risoluzione (alimentato dai versamenti delle banche) o a fondi pubblici per ricapitalizzare la banca o proteggere altre categorie di creditori ma solo dietro autorizzazione di Bruxelles e comunque entro la soglia del 5% delle passività totali della banca. Ciò significa che, nei casi più gravi di dissesto, serviranno dei bail-in ben superiori al minimo dell’8%.

La sintesi, dietro le tecnicalità, è che resta la linea nazionale di risoluzione delle banche in dissesto ma, viste le crescenti pressioni per spezzare il legame banco-sovrano, il futuro prevede che a pagare il conto saranno soprattutto i risparmiatori-investitori privati, in primo luogo tutti gli obbligazionisti e poi i depositanti non assicurati."

(phastidio.net)

Cioè chi ha in banca meno di 100 mila euro non dovrebbe partecipare al salvataggio. Ma chi ha deposito cospicui o è obbligazionista/azionista rischia di rimetterci del proprio. E' interessante constatare che mentre i tedeschi vanno pazzi per il "sistema Cipro" soprattutto se a rimetterci sono i cittadini delle nazioni periferiche, per quanto riguarda l'Unione Bancaria europea stanno facendo una resistenza estrema. Sono già riusciti ad escludere dal controllo della Bce le piccole casse di risparmio che in Germania funzionano come tante Mps salvadanai dei politici. Il viziaccio della politica di finanziarsi in modo improprio c'è anche li.

Ma anche sulle grandi banche i tedeschi stanno cercando di rimandare il più possibile il controllo della Bce. Anche se fino ad oggi sono riusciti a distogliere il mondo dalle loro banche mezze marce (le stesse che hanno fatto fluire fiumi di denaro nelle bolle immobiliari di Usa, Spagna, Irlanda, Olanda, Spagna...) portando l'attenzione sui debiti pubblici dei Piigs, evidentemente non hanno avuto ancora il tempo di ripulire a dovere i bilanci delle loro super banche. E non vogliono assolutamente far sapere al mondo come sono andati a finire gli investimenti degli "idioti di Dusseldorf".

Forse è per questo che stanno spingendo per far conteggiare i titoli di Stato dei paesi in bilico sullo spread fra i titoli spazzatura. Forse sperano che l'Europa, i Piigs stessi o Draghi non accetti e che quindi l'Unione Bancaria venga messa in soffitta? (vedi: In attesa degli eventi (catastrofici))

Comunque in qualche modo bisogna intervenire sulle banche il cui stato fallimentare è conclamato e i tedeschi non vogliono ne stampare euro, ne mettere mano al portafoglio.
Perciò alla fine hanno vinto le richieste tedesche, contro gli ammonimenti di Draghi, che a luglio in una lettera ad Almunia consigliava di caricare i problemi bancari soprattutto sulle spalle dei bilanci statali.

”E’ fondamentale che i Paesi membri si impegnino ad attivare meccanismi pubblici di salvaguardia finanziari credibili (public backstops) per assicurare che ci siano risorse disponibili nel caso in cui il capitale privato sia insufficiente a coprire eventuali ammanchi”, prosegue il numero uno della Bce nella missiva, spiegando che “l’assenza di un impegno pubblico minerebbe la credibilità dell’operazione di revisione dall’inizio”.

Draghi sottolinea che “mentre ci auguriamo che i casi di ricapitalizzazione pubblica siano eccezionali, essi possono tuttavia essere necessari (eventualità non escludibile per il Monte dei Paschi di Siena, ndr)”, ma precisa “questo non significa che i costi ricadranno sui contribuenti”. Infatti Draghi spiega “che in passato ci sono stati esempi di banche solvibili ricapitalizzate con denaro pubblico per migliorare la fiducia e la stabilità, con i fondi che poi sono stati restituiti tempestivamente e lo Stato ha anche realizzato ritorni non trascurabili”.
(www.ilfattoquotidiano.it)

Evidentemente Draghi teme che interventi in stile Cipro, caricando i default sui correntisti e azionisti, possano generare un pandemonio. Fughe di capitali, proteste agli sportelli, prese d'assalto dei bancomat ecc. Questo strumento può funzionare la prima volta. Se si agisce di sorpresa. Ma al secondo istituto di credito che si trovasse in difficoltà, ci sarebbe un assalto alle casse che farebbe precipitare ancora prima la situazione. E poi magari il panico provocherebbe fughe di capitali e chiusure di conti correnti tali da generare default a catena.

Io condivido le perplessità di Draghi. I tedeschi purtroppo sono cocciuti e un po' idioti come li avevano soprannominai gli americani. Avevano fra le mani la possibilità di diventare la guida, il centro nevralgico di una nuova super potenza: invece stanno facendo di tutto per distruggere questa fortuna e fra poco ci riusciranno.

E così mentre frau Merkel viene incoronata regina di una Germania arcigna e impreparata a conquistare il mondo, lo zar Putin gli impartisce lezioni di superpotenza:

"L'Ucraina è tornata all'ovile. Dell'incontro avvenuto martedì a Mosca - il presidente ucraino Viktor Yanukovich con Vladimir Putin - per il momento conosciamo soltanto la metà russa, cioè gli aiuti offerti dal Cremlino «per sostenere il budget dell'Ucraina», 
...
qual è il patto tra i due? Per prima cosa Yanukovich torna a casa con uno sconto consistente sul gas. Se dopo il distacco da Mosca, nel 2004, l'Ucraina era arrivata a pagare le più alte tra le tariffe europee, sui 400 dollari per mille metri cubi di gas, da oggi è riaperta l'era dei prezzi di favore. ... da gennaio 2014 gli ucraini pagheranno 268,5 dollari. 
...
Ma la scommessa di Putin appare ancor più clamorosa quanto alla seconda parte dell'accordo. Il presidente russo ha detto che investirà in bond ucraini 15 miliardi di dollari - il massimo delle ipotesi che circolavano in questi giorni: li sottrarrà al Fondo nazionale per il welfare"
(www.ilsole24ore.com)

Capito come si fa a gestire un'impero? Bisogna spendere per ottenere un ritorno. Del resto è così che va il mondo dal tempo dei romani, o del Gran Kan, passando per gli imperi coloniali, fino al più recente americano. Di sicuro non si controlla un'impero, ma nemmeno una mezza confederazione traballante, con l'austerità.

Nessun commento:

Posta un commento