mercoledì 11 dicembre 2013

Questi sono solo fascisti...

Mariano Ferro - Movimento Forconi

"Questi sono solo fascisti..." è la frase che ho sentito da alcuni amici che so di fede politica progressista. Una frase che ha in se tutto il disprezzo e forse anche l'invidia per una rivolta che non parte dai soliti leader di sinistra da salotto. E allora? Rammento loro un po' di storia: ma vi ricordate come è nato il fascismo e il nazismo? Di chi sono figlie le violente dittature del ventesimo secolo? Se questo è fascismo, di chi è la colpa del suo prosperare? Non è forse l'attuale situazione economica a generare queste contraddizioni, non sono i politici miopi che guidano l'attuale politica economica i veri responsabili?

E si che lo sanno, certo che se lo ricordano come è nato il nazismo. Ma la propaganda ha vinto e li ha indottrinati per bene. La loro risposta è: certo sappiamo come è nato il nazismo, però le tasse le devono pagare tutti. Ecco per loro il movimento del "9 dicembre" non è composto di persone disperate ridotte ormai alla fame, ma di partite Iva che manifestano per continuare ad evadere. Tutti sentono al telegiornale quante aziende continuano a chiudere ogni giorno, eppure molti italiani proprio non si rendono conto delle difficoltà che gli imprenditori incontrano oggi in piena recessione: abbandonati dal credito, tartassati da Equitalia, messi in difficoltà dalla burocrazia. Ma del resto se Equitalia li insegue, vuol dire che qualcosa di male hanno fatto... o no?

Ma non voglio insistere nelle polemiche. Preferisco allargare lo sguardo e osservare che se si sta aprendo uno microscopico spiraglio economico, forse è già troppo tardi. La ripresa arcigna che sta giungendo non sarà sufficiente a sopire la rabbia popolare montante.

"Nel terzo trimestre del 2013, il Pil italiano ha riportato una flessione su base annua -1,8%.
...
Detto questo, il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dell'1,8% nei confronti del terzo trimestre del 2012. Si tratta della prima variazione trimestrale non negativa dopo otto trimestri di cali consecutivi, dunque dopo praticamente due anni."

(www.wallstreetitalia.com)

Devo cospargermi il capo di cenere: Saccomanni aveva ragione. La ripresa esiste, ma per il momento è "ina", di certo non molto forte. Un rimbalzo del gatto morto. Potrà essere duratura questa inversione di tendenza?

Bisogna ricordare che per ritornare a recuperare il terreno perso negli ultimi dieci anni, il nostro paese dovrebbe crescere al 3% per un paio di decenni. Sarà per questo che Squinzi non si è fatto impressionare dal dato Pil del terzo trimestre.

Rallenta la caduta, ma non si ferma. Inoltre se ripresa ci sarà, come annunciato da vari enti ed esperti economici, non sarà accompagnata da aumenti di occupazione. E quindi a cosa servirà? A nulla, perché il malcontento che i politici sperano di superare con qualche buona notizia e tante parole di speranza, non si trasformerà facilmente in consenso.

Il malcontento generale (un po' qualunquista e sfuggente) oggi si esprime molto bene attraverso il movimento dei "forconi". Come avevo anticipato, le notizie della rivolta stanno già oscurando la novità Renzi neo segretario Pd. Che intanto comincia ad incontrare le prime difficoltà cercando di impostare i lavori parlamentari contro la volontà delle vecchie cariatidi del Pd. Evidentemente i suoi non erano solo proclami. Vuole fare sul serio, vuole togliere dalle mani della Finocchiaro&Co. la nuova legge elettorale, su cui evidentemente intende apporre la propria firma ideale. Dovrà munirsi di tanta pazienza e ogni tanto assestare sonore bastonate.

Ma le cose precipitano più velocemente di quanto la politica nazionale riesca a recuperare. E i capi del movimento dei "forconi" probabilmente non pensavano di raggiungere tanto successo. Città bloccate, ferrovie e strade paralizzate. Le voci si rincorrono e i blocchi si moltiplicano: ieri erano più di quelli del primo giorno (almeno a Torino).
L'informazione mainstream langue, e forse lo fa apposta per non dare eccessiva enfasi ad un incendio che rischia di diventare incontrollato. Troppi focolai: con i No Tav era facile avere un certo controllo della situazione, essendo un movimento confinato su un territorio ben definito. Ma se tutta l'Italia impazzisse non basterebbero le forze dell'ordine di tutta la nazione per fermare la rivolta.

La tattica del movimento "9 dicembre" è abbastanza evidente:

""Non è il momento di andare a Roma. Bisogna vivere qualche altro giorno di passione e far salire l'adrenalina degli italiani". Così al telefono con l'ANSA Mariano Ferro, leader del Movimento dei Forconi, che attribuisce gli scontri di ieri a Torino a "quattro scalmanati, ma la stragrande maggioranza era pacifica". Sul gesto dei poliziotti che si sono tolti i caschi, Ferro ha detto che "è un'immagine meravigliosa, che rimarrà a lungo". "Dopo quattro anni di lavoro sembra che l'Italia si sia svegliata - ha aggiunto -. E' stato un elettroshock". "Ma non è il momento della 'marcia su Roma'", ha ribadito Ferro."
(www.wallstreetitalia.com)

L'idea è quella di scaldar la minestra a poco a poco, fino a quando bollirà e tracimerà sul focolare. Il primo giorno l'informazione ufficiale ha in parte snobbato la notizia. Pareva (o doveva così sembrare) poco importante perché non sponsorizzata da nessun peso massimo della politica nazionale.

Il secondo giorno giornali e telegioranali non hanno potuto ignorare le città e i trasporti bloccati. Inoltre anche la politica si è accorta del potenziale vantaggio:

""Il Paese non può aspettare. Il governo non perda tempo: convochi subito trasportatori e altri movimenti di protesta". Lo ha sollecitato in una dichiarazione l'ex premier Silvio Berlusconi"
(www.wallstreetitalia.com)

"Il leader del Movimento 5 Stelle prende poi di mira i politici. Nella stessa lettera, inviata al comandante generale dei carabinieri, Leonardo Gallitelli, al capo della polizia, Alessandro Pansa e al capo di Stato maggiore dell’esercito, Carlo Graziano, scrive: «Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare»."
(www.corriere.it)

E se i capi delle forze dell'ordine non aderiranno mai alle richieste grilline, per gli agenti sul campo le cose stanno un po' diversamente:

"... a Torino, si sono tolti il casco antisommossa che indossano durante le manifestazioni.
È vero che è lo avete fatto solo perché era finito il turno, come ha sostenuto la questura?
...
«No, il turno non era ancora finito. Anche se gli scontri che c’erano stati in mattinata erano terminati ed era cessata la condizione di pericolo».

Ma è sbagliato leggerlo come un gesto simbolico, di solidarietà con i manifestanti e di condivisione dei motivi della protesta?

«No, non è sbagliato. Io personalmente, e anche altri colleghi con cui ho parlato in piazza, lo abbiamo vissuto con questo spirito. Anche se è un gesto che qualche volta si usa fare per stemperare il clima. In questo caso, quando è arrivato un ordine in questo senso, lo abbiamo fatto davvero con piacere».

Perché?

«I motivi che hanno spinto molta gente ieri a scendere in piazza li condividiamo. Le tasse troppo alte, gli stipendi bloccati, il disagio economico a cui dobbiamo sottoporre le nostre famiglie li viviamo sulla nostra pelle. E anche noi non ce la facciamo più»."

(www.wallstreetitalia.com)

Ma se la protesta proseguirà e continuerà a gonfiarsi giorno dopo giorno, cosa accadrà? Sarà un ritorno di fascismo come sostengono molti? Sarà rivoluzione liberatoria come sostengono i partecipanti a tali rivolte? Per ora la politica teme di esporsi troppo, o teme di dare troppo rilievo ai fatti di questi giorni. Ma potrà continuare ad essere così timida, o così distratta, potrà continuare a negare la realtà se la disobbdienza civile proseguirà per altri giorni?

Non so darmi una risposta sull'epilogo di quanto avvenuto dopo il 9 dicembre. Le manifestazioni potrebbero spegnersi da se nei prossimi giorni, come un fuoco senza combustibile, con magno gaudio delle forze politiche, soprattutto quelle governative. Oppure potrebbero incrementarsi e incendiare tutta la penisola. Siamo in bilico tra voglia di rivoluzione e paura della stessa.

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