venerdì 27 dicembre 2013

Fine del consumismo compulsivo



Primi scontati risultati dell'austerità europea declinata in stile italiano: La ex quinta potenza economica del mondo retrocede sempre più. Malgrado l'ottimismo fuori contesto sparso a piene mani da Letta e Saccomanni, la situazione è quella che ha portato nelle piazze i forconi:

"Malissimo i consumi di Natale 2013. Rispetto allo scorso anno le famiglie italiane hanno infatti ridotto gli acquisti tipici delle festività dell’8%, addirittura peggio di quanto inizialmente previsto dal Codacons, che stimava una riduzione della spesa del 7,5%. Lo afferma l’associazione dei consumatori, che ha monitorato le spese dei cittadini relative al Natale.

A risentire particolarmente dei tagli imposti dalla crisi economica sono stati i regali, diminuiti in media del 15% rispetto all’anno passato, mentre hanno retto i consumi alimentari, pari a 2,6 miliardi di euro per il cenone della vigilia e il pranzo di Natale. Tra i settori più colpiti dal calo degli acquisti – spiega il Codacons - figurano l’abbigliamento e le calzature (-17%), mentre per gli addobbi per la casa si è speso il 10% in meno. Le vendite possono ritenersi soddisfacenti unicamente nel settore giocattoli, informatica e hi-tech.

"Complessivamente, per i consumi natalizi diversi dagli alimentari (regali, addobbi, viaggi, ecc.) gli italiani hanno speso 600 milioni di euro in meno rispetto al 2012, e ben 7,7 miliardi di euro in meno rispetto a quanto si spendeva per Natale nel 2007, ossia prima della crisi economica. Una vera e propria debacle – afferma il presidente Carlo Rienzi – che non promette nulla di buono per il 2014, e che rappresenta un segnale fortissimo circa lo stato di sofferenza delle famiglie, sempre più incapaci di acquistare e sempre più vicine al baratro della povertà". (AdnKronos-IGN)"

Cosa ci si poteva aspettare di diverso? L'improbabile ripresa del premier o quella acerba di Draghi? Ma su dai, chi vogliono prendere per i fondelli...
E quale potrebbe mai essere il destino dell'economia nazionale nel 2014? Non vale la pena dare una risposta così scontata. Continuerà ovviamente il declino di una nazione che non ha prospettive di crescita.

"La Gran Bretagna supererà Francia e Germania e diventerà la maggiore economia in Europa entro il 2030: questa la previsione dell'autorevole Centre for Economic and Business Research (Cebr). Un regime fiscale leggero, l'indipendenza dall'eurozona e una popolazione in crescita sono i tre fattori positivi che contribuiranno a far salire il Pil britannico dagli attuali 1.590 milioni a 2.640 milioni di sterline nei prossimi quindici anni, secondo lo studio annuale.
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La Cina supererá gli Stati Uniti diventando la prima economia al mondo nel 2028, mentre l'India che ora è in decima posizione salirà al terzo posto spodestando il Giappone. Il Brasile passerà dal settimo al quinto posto, mentre il Messico entrerà in classifica al nono posto. L'Italia, che quest'anno è in ottava posizione, uscirá invece del tutto dalla lista dei top ten scendendo al quindicesimo posto.
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Il Cebr prevede che nei prossimi quindici anni il Pil tedesco continuerà a crescere ma a un ritmo più lento, passando dagli attuali 2.200 miliardi di sterline a 2.690 miliardi. La popolazione che invecchia, la debolezza dell'euro e le incertezze sull'eurozona si riveleranno ostacoli insuperabili per la Germania, che entro il 2030 sarà superata dalla Gran Bretagna. Il sorpasso dell'economia britannica su quella francese invece avverrà molto prima, entro il 2018, secondo lo studio. La Francia, che attualmente è al quinto posto nella classifica globale, scivolerà fuori dai top ten a causa di una crescita debole, soffocata da un regime fiscale punitivo, e verrà superata dalla Turchia.

"Prevediamo che la Gran Bretagna diventerà la seconda economia occidentale dopo gli Stati Uniti, - spiega il rapporto Cebr"
(www.ilsole24ore.com)

Previsioni fino al 2030 sono piuttosto pretenziose, ma condivido la tendenza. Soprattutto quella di Italia e Francia che stanno percorrendo una strada simile. Ma dubito che di questo passo l'euro durerà fino al 2030, forse nemmeno fino al 2018. In effetti il prossimo anno è un anno cruciale per l'Italia che potrebbe non riuscire a reggere il costo crescente dell'euro. Del resto è tutta una questione di costi/benefici. Quando i costi dell'uscita dall'euro saranno superati dai benefici, avverrà tutto automaticamente e in modo travolgente.

"Senza dubbio il più grosso scoglio che l’Italia dovrà affrontare sarà al scadenza dei prestiti all’1% fatti dalla BCE alle banche italiane nei “drammatici giorni” a cavallo fra 2011 e 2012. Per chi ancora non sapesse cosa sia stata (e cosa è tutt’ora per le banche Italiane e Spagnole) l’operazione LTRO si tratta essenzialmente della creazionetemporanea di denaro dal nulla de parte della BCE e poi iniettato nelle banche europee attraverso un operazione farsa di prestito:
Il prestito era all’1%
Le garanzie erano (e sono) sostanzialmente crediti sub-prime, roba che nessuna banca accetterebbe mai come collaterale per concedere un prestito (a meno che non sei un “caro amico degli amici” della banca stessa…
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Ora accade che ci sono due nazioni le cui banche hanno fatto un larghissimo uso dell’LTRO per comprarsi titoli del proprio stato e CHE NON HANNO ANCORA RESTITUITO QUASI NULLA, ovvero:
Spagna
Italia
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Noterete come l’Italia in particolare è quella le cui banche stanno restituendo meno.

Per riassumere abbiamo due situazioni:
Banche Italiane Prudenti: che si sono comprate debito pubblico italiano con i soldi dell’LTRO con una scadenza prossima o non troppo più lunga delle due operazioni LTRO. Queste banche non devono fare nulla, semplicemente NON rinnovare debito pubblico a scadenza e restituire i soldi alla BCE. Normalmente queste banche sono quelle con i conti più in ordine e dunque con un bisogno minore di fare utili dal differenziale di tasso fra titoli pubblici italiani e il misero 1% richiesto dalla BCE.
Banche Italiane “meno” Prudenti: che si sono comprate debito pubblico italiano con scadenza SUPERIORE alle due operazioni LTRO per avre un utile maggiore da questa operazione (maggiore differenziale di tasso). Queste banche già dalla seconda parte del 2014, a Giugno e forse prima, dovranno cominciare a scaricare titoli pubblici a lunga scadenza e al massimo comprare qualcosa a brevissima scadenza per arrivare a fine anno o a febbraio 2016.

Entrambi i gruppi stanno pregando San Draghi perchè estenda le operazioni di LTRO.
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Ora è chiaro che al tavolo europeo del 2014, quando sarà il momento (cioè dopodomani) di discutere di rinnovo del LTRO l’Italia ci arriverà ancora più debole e con armi sempre più spuntate. La minaccia di uscire dall’Euro e “non pagare” il debito seppure ancora forte appare un tantinello velleitaria siccome significa disintegrare gran parte del risparmio dei cittadini italiani nelle banche italiane (se lo lasciamo in Euro). Oppure di stampare tutte le neo-lire necessarie per nazionalizzare quasi tutte le banche italiane e garantire i depositi (trasformati in neo-lire) degli italiani, e come conseguenza affrontare una svalutazione di tipo Argentino, nulla di controllato o controllabile.

Francamente sono curioso di vedere quale sarà la reazione della Germania (e degli altri paesi con i conti più o meno a posto), a occhio direi che l’idea è quella di commissariarci attraverso un meccanismo simile a quello in vigore in Grecia.
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Sulla questione sono alquanto pessimista e basta guardare il rumore di fondo anti-tedesco sui media sussidiati, all’aumentare del quale corrisponde la consapevolezza di non potercela fare (“E’colpa dei tedeschi appunto, mica del governo”). E tutto sommato comincio a pensare che davvero nel 2014 potremmo uscire dall’Euro o qualcosa di simile magari un percorso concordato di uscita."

(www.rischiocalcolato.it)

E non bisogna dimenticare l'Unione Bancaria, cioè la sua prefazione che consiste nella fase dei controlli detti "asset quality review". Un pericolo per le nostre banche e anche per lo Stato:

"Nonostante le regole di vigilanza italiane (soprattutto sul rischio di credito) siano tra le più severe d’Europa (post “Il credit crunch italiano: fisco e Bankitalia troppo severi (rispetto al resto d’Europa)”), sui media circolano i nomi di cinque banche (Mps, Carige, Bpm, Creval e Banco Popolare) che potrebbero avere difficoltà a superare l’Aqr, sia a causa della scarsa qualità dei crediti, che per l’eccesso di esposizione sul debito sovrano. Tuttavia oggi appare prematuro sbilanciarsi in previsioni: ad esempio non è ancora chiaro come verrà soppesato nell’Aqr il portafoglio dei titoli del debito pubblico, né come impatterà il rating degli stessi."
(www.economy2050.it)

E qui sta il punto critico, non solo per le banche nazionali, ma per la nazione stessa. Se i titoli di Stato italiani, come del resto vorrebbero su al nord, venissero considerati al loro effettivo livello di rating, siamo fregati!

"nei giorni scorsi è accaduto un fatto MOLTO PERICOLOSO per l’Italia e per tutti i paesi mediterranei, ed è UNA PROPOSTA TEDESCA.
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che succede se il rischio sui Titoli di Stato NON è più zero. Che succede se le Banche Spagnole e Italiane (e Portoghesi e Francesi) dovessero mettere da parte del capitale fresco per coprire IL RISCHIO connesso con la detenzione di enormi quantità di titoli di stato.

Succede che il Credit crunch di oggi sembrerebbe una passeggiata di salute e che salterebbero in aria quasi tutte le banche italiane e spagnole."
(www.rischiocalcolato.it)

Oppure, le banche per non crollare sotto il peso dei Btp, cominceranno a svenderli. E lo spread tornerebbe a livelli stellari. E la zona euro salterebbe ancora più velocemente di quanto stava avvenedo nel 2011."
(Se tutto va bene siamo rovinati...)

Il 2014 inoltre sarà l'anno in cui si dovrà impostare il fiscal compact, quel tremendo meccanismo che prevede la riduzione di un debito pubblico lanciato verso il 140% del Pil, ad un rapporto debito/Pil del 60%. Pura fantascienza oppure pura follia: significa recuperare ogni anno 50 miliardi di euro solo per il debito. Cosa dovranno tassare? Cosa taglieranno? I servizi essenziali come in Spagna  e Grecia (vedi: "La Spagna sull'orlo di una crisi sanitaria?")?

Penso che il 2014, dopo due anni di percorso alla cieca, sarà l'anno della svolta. Ma non quella pretesa da Letta e Napolitano. E per entrambi sarà un anno politicamente difficile: il primo sotto esame di Renzi, il secondo sotto esame di Grillo (e forse Berlusconi) attraverso l'ipeachment.

Ad ogni modo se gli italiani supereranno la depressione ed eviteranno il suicidio, saranno curati da una delle più terribili malattie dei tempi moderni: lo shopping compulsivo e senza criterio. Bisogna saper vedere anche gli aspetti positivi della situazione...

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