domenica 1 dicembre 2013

E se vince Civati?


Risposta: probabilmente risorge il Pd, quello di sinistra, e tramonta il Pd, quello liberista e masochista visto finora. Non tramonterà il Pd eurista, ma sicuramente qualche dubbio comincerà ad incunearsi attraverso la corazza permeabile alle istanze popolari del civatismo.

In ogni caso Civati fra i tre protagonisti principali della corsa alle primarie, è l'unico che interpreta veramente i desiderata della base popolare del Pd. Anche Cuperlo è un rappresentante tipico della cultura di sinistra, ma bisogna essere onesti: è un'ottima persona, ma troppo intellettualmente complicata per la base di qualsiasi partito. Inoltre non bisogna nasconderselo, dietro la figura Cuperlo, si celano tutti o quasi i vecchi dirigenti del Pd, che sperano attraverso di lui di salvarsi dall'oblio e tornare a contare.

Mentre su Renzi si è già detto di tutto: è in fondo l'ultimo rappresentante del berlusconismo, dalla "bernarda" siamo passati alla Leopolda, ma lo stile e forse anche l'elettorato è simile. Il Pd lo sta accettando non perché ne condivida lo stile e le idee, ma perché si è compreso che è l'ultimo rappresentante che può garantirne la vittoria elettorale in futuro, dopo la figuraccia causata dal confuso immobilismo di Bersani. I piddini però dopo l'ottima performance di Civati al confronto televisivo su Sky, hanno scoperto che forse esiste un'alternativa tra il vecchio rappresentato da Cuperlo, ed il troppo nuovo plastificato di Renzi.

Forse si spiega così l'ottimo successo di Civati al confronto tv, che probabilmente ha stupito tutti, me compreso. Mi immagino i volti straniti dei giornalisti politici nell'osservare l'esito dei sondaggi on line dei principali quotidiani. Ammetto che hanno stupito anche me. Mi sarei aspettato Renzi al 60%, Cuperlo intorno al 40% e il terzo incomodo con pochissimi consensi. Invece il terzo incomodo risulta forte e cresce velocemente:





Inoltre quello che stupisce, è il dato percentuale punitivo di Cuperlo: che sia lui il vero terzo incomodo?

Mi spiace un po' scrivere questo post dopo il successo di Civati nel confronto televisivo, perché ho sempre pensato bene dell'emergente dirigente piddino, l'unico che incarna veramente lo spirito del partito. Ora sembra che ne scriva per piaggeria, invece sono sempre stato favorevolmente colpito dal personaggio che pare sincero e sicuro delle proprie idee.

Qualche maligno potrà pensare che Civati sia stato aiutato dal suo personale aspetto fisico, e che la maggior parte dei clic on line provenga da un pubblico femminile. Ma non penso sia così. Il suo aspetto credo lo aiuti nell'avere successo, ma ciò che non lo fa risultare antipatico al pubblico maschile, sono sicuramente le sue idee e la sua vicinanza ad un pubblico giovane e sinceramente di sinistra.

Naturalmente bisogna essere coscienti che i sondaggi on line lasciano il tempo che trovano. Sono assolutamente poco rappresentativi. Anche il M5s prima delle elezioni aveva consensi del 70% in rete. Il pubblico in rete è assolutamente diverso da quello televisivo. Se poi si considera che il confronto tv è stato svolto su una tv satellitare con un seguito ridotto, è abbastanza scontato che il primato di Renzi non verrà insidiato.

Auguro un buon risultato per Civati, e se dovesse venirmi di nuovo voglia di spendere 2 euro per il Pd, sarebbe lui il mio candidato, ma dubito che la trasmissione di Sky abbia effettivamente smosso l'elettorato delle primarie. Ormai i media mainstream si sono schierati per Renzi, perché sono consci del fatto che è l'unico che potrebbe contrastare i "populismi" crescenti. Renzi è l'unico che può continuare a difendere il "fanatismo monetario" europeo, gli accordi deleteri post Maastricht, le scelte di troike e Bce. Per cui malgrado i sondaggi on line li abbiano disturbati un poco, continueranno a sostenere Renzi sperando in un recupero di Cuperlo.

Certo vincesse Civati indicherebbe una mezza rivolta della base Pd. Una rivolta anche antieuropea. Un insinuarsi del populismo all'interno del core del Pud€ (partito unico dell'euro). Anche se poi Civati appartiene al sovra-partito del "più Europa":

"deve essere rilanciata l’Unione Europea. Le cancellerie degli Stati d’Europa non hanno finora voluto costruire una Comunità davvero compiuta: hanno voluto cedere solo alcune delle proprie prerogative; hanno architettato delle istituzioni deboli e a queste hanno voluto attribuire competenze in maniera incoerente. Insomma, non hanno voluto concludere il passo che pure coraggiosamente avevano intrapreso. Oggi, accanto a Stati ormai troppo piccoli e deboli, esiste un’Unione che ancora è incapace di sorreggerli e tutelarli, di unire le loro forze, di assicurare loro il benessere di cui si parlava all’atto della sua fondazione.
...
L’impossibilità di un vero controllo democratico ha portato a gravi errori e altrettanto gravi ingiustizie nella gestione dell’attuale crisi – e non c’è motivo di pensare che ciò non si ripeta, in futuro, se il processo decisionale europeo non sarà profondamente modificato. Per un lungo periodo, nessuno ha potuto contestare l’impostazione di matrice tedesca secondo cui il compito principale della Banca Centrale Europea era quello di occuparsi della stabilità dei prezzi e non quello di garantire i bilanci degli stati indebitati e colpiti dalla tempesta finanziaria, come invece compete a tutte le banche centrali del mondo.
L’incompiutezza dell’Unione ha dunque fortemente contribuito a complicare gli effetti della crisi.
...
Se oggi in Europa ci sono più disoccupati, c’è meno sicurezza sociale, c’è più meno speranza per il futuro, c’è più sfiducia reciproca, questo si deve all’iniquità, all’inadeguatezza, alla non democraticità delle strutture che regolano gli affari continentali. Bisogna risolvere questa profonda incoerenza. Dotare l’Unione di strutture che completino il sistema di governo economico continentale con un governo politico è necessario, ma ancora più necessario è dotare queste strutture della legittimità popolare e del controllo democratico che ancora mancano, e senza i quali non avrebbe senso credere in futuro comune per tutti i cittadini d’Europa.
Il semestre italiano di Presidenza europea, può essere interpretato dai democratici come un’occasione per metter al centro dell’agenda politica l’avvio di un processo costituente verso la Federazione d’Europa. Il partito che immaginiamo sarà allora in prima fila con le forze sociali e i movimenti che promuovano le Ice – Iniziative dei cittadini europei, strumento previsto dall’articolo 11 del Trattato di Lisbona, entrato in vigore dall’aprile 2012.

Usiamolo per attivare un’inedita mobilitazione paneuropea su campagne precise, utile ad innescare un processo che progressivamente colmi il deficit democratico che coinvolge le istituzioni dell’Unione Europea. Come l’ICE per un New Deal d’Europa ovvero, più precisamente, per un piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile per la piena occupazione il cui obiettivo è quello di prefigurare l’Europa sociale da porre come alternativa a quella distante dei meri “tecnocrati”.
Realizzare tutto questo, è possibile solo grazie a un governo europeo basato su una struttura istituzionale federale, che racchiuda in sé le “quattro unioni” (bancaria, di bilancio, economica e politica), dotata di risorse proprie finanziate direttamente da cittadini e privati (EuroUnionBond e ProjectBond) e di un vero governo (risultato della “politicizzazione” della Commissione) legittimato dal Parlamento Europeo. La Ue non solo metterebbe gli Stati membri al riparo dall’instabilità finanziaria, ma potrebbe anche contare su una grande quantità di risorse proprie da stanziare nei bilanci settennali, ad esempio per i fondi strutturali e di coesione, agevolando così lo sblocco di investimenti e il ripianamento dei debiti sovrani più elevati. Tutto questo a beneficio non solo di paesi come l’Italia (che a livello regionale avrebbe più risorse da investire, ad esempio, nel trasporto locale e nel sociale, e nello stesso tempo potrebbe ridurre il proprio debito pubblico), ma anche dell’Europa tutta, che avrebbe così la grande occasione per diventare più unita e meno diseguale."

(www.civati.it)

Tutto vero, tutto giusto... tutto difficile. Esistono solo due strade per curare la crisi europea: quella prospettata da Bagnai e Borghi, la riconquista della sovranità nazionale e monetaria, o un'Europa diversa come quella disegnata da Civati, che non è il "più Europa" dei banchieri. La differenza è che forse la prima strada è la più semplice da seguire e forse quella che crea meno squilibri a livello regionale. La seconda strada è quella più complessa. Si tratta di convincere paesi come Germania e Regno Unito a fondersi in una federazione di cui non gli importa nulla. Che porterebbe a diluire i bilanci nazioni forti con quelli di nazioni deboli e attivare i famosi trasferimenti fiscali da regioni forti verso regioni deboli.

Va comunque dato merito a Civati che si compirebbe un passo da giganti rispetto al "Morire per Maastricht" di Letta, o all'appiattimento sul montismo di Bersani. Una presa di coscienza che è necessario una svolta nelle politiche europee. E' già qualcosa rispetto al silenzio precedente, o al continuo allarmismo di Letta sui populismi montanti in Europa.

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