martedì 10 aprile 2012

Maoisti e multinazionali indiane



Tutti parlano del gigante cinese, ma anche l'India non scherza. Una nazione che sta progettando un futuro di sviluppo ai confini della follia. Milioni di metri cubi di calcestruzzo, per costruire ed industrializzare a forza una nazione da poco uscita dal terzo mondo. Costi quel che costi. Non solo costi energetici pazzeschi, ma anche grandissimi costi ambientali e umani. Se le tribù e le popolazioni sperdute in foreste e montagne lontane si oppongono a mega dighe e miniere, ci pensano le milizie, l'esercito e l'aviazione. I celerini che proteggono la costruzione del Tav in Valsusa, al confronto sono dei dilettanti.

Chi sono i terroristi maoisti che detengono l'italiano Bosusco? Di quali delitti si sono macchiati?
Partiamo dal nuovo contesto capitalistico indiano:


Capitalismo: una storia di fantasmi
(znetitaly.altervista.org)

A Munbai sorge la casa più costosa del mondo:



"Antilla appartiene all’uomo più ricco dell’India, Mukesh Ambani. Avevo letto di questa abitazione, la più costosa mai costruita, ventisette piani, tre piattaforme di atterraggio per elicotteri, nove ascensori, giardini pensili, sale da ballo, stanze climatiche, palestre, sei piani di parcheggi, e seicento addetti. Niente mi aveva preparata al prato verticale, una torreggiante parete d’erba che cresce su una vasta griglia metallica. L’erba aveva chiazze secche; parti erano cadute in rettangoli precisi. Chiaramente la ‘ricaduta dall’alto’ non ha funzionato.
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Il capitalismo, diceva, “ha evocato mezzi di produzione e di scambio così giganteschi è come il mago che non è più in grado di controllare i poteri dei mondi inferi che egli ha richiamato con i suoi incantesimi.”

In India i 300 milioni tra noi che appartengono alla nuova classe media delle “riforme” post-FMI – il mercato – vivono fianco a fianco con spiriti del mondo infero, i poltergeist dei fiumi morti, delle sorgenti secche, delle montagne spoglie e delle foreste denudate; i fantasmi dei 250.000 agricoltori perseguitati dai debiti che si sono suicidati e gli 800 milioni che sono stati impoveriti ed espropriati per far spazio a noi. E che sopravvivono con meno di 20 rupie al giorno [circa 30 centesimi di euro – n.d.t.]
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Mukesh Ambani vale personalmente 20 miliardi di dollari. Detiene la maggioranza azionaria di controllo della Reliance Industries Limited (RIL), una società con una capitalizzazione di mercato di 47 miliardi di dollari e interessi imprenditoriali globali che includono la petrolchimica, il petrolio, i gas naturali, le fibre in poliestere, le Zone Economiche Speciali, il commercio al dettaglio di cibo fresco, le scuole superiori, la ricerca nelle scienze naturali e i servizi di conservazione delle cellule staminali. La RIL ha recentemente acquistato il 95% delle azioni della Infotel, un consorzio televisivo che controlla 27 canali televisivi giornalistici e di intrattenimento, compresi CNN-IBN, IBN Live, CNBC, IBN Lokmat ed ETV in quasi ogni lingua regionale. Infotel detiene l’unica licenza a livello nazionale per la banda larga a 4G, un “canale informativo” ad alta velocità che, se la tecnologia funzionerà, potrebbe essere il futuro dello scambio di informazioni.
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La RIL è una di un pugno di imprese che governano l’India. Alcune altre sono le Tatas, Jindals, Vedanta, Mittals, Infosys, Essar e l’altra Reliance (ADAG) di proprietà del fratello di Mukesh, Anil. La loro corsa alla crescita si è rovesciata sull’Europa, l’Asia Centrale, l’Africa e l’America Latina. Le loro reti sono gettate su grandi spazi; sono visibili e invisibili, in superficie e sotterranee. Le Tatas, ad esempio, gestiscono più di 100 imprese in 80 paesi. Sono una delle più antiche e più vaste compagnie indiane nel settore energetico. Sono proprietarie di miniere, di giacimenti di gas, di impianti siderurgici, di reti telefoniche, televisive via cavo e a banda larga, e governano interi distretti. Producono auto e camion, possiedono la catena Taj Hotel, la Jaguar, la Land Rover, la Daewoo, la Tetley Tea, una società editrice, una catena di librerie, uno dei principali marchi di sale iodato e il gigante della cosmetica Lakme. Il loro motto pubblicitario potrebbe essere facilmente: Non Potete Vivere Senza di Noi.
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L’era della Privatizzazione di Tutto ha reso l’economia indiana una delle più velocemente in crescita del mondo. Tuttavia, come ogni buona vecchia colonia, una delle sue principali esportazioni è quella dei suoi minerali. Le nuove mega-imprese indiane – Tatas, Jindals, Essar, Relianca, Sterlite – sono quelle che sono riuscite ad aprirsi a forza la strada fino al rubinetto che fa scorrere denaro estratto dalle profondità della terra.
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L’altra fonte principale di ricchezza imprenditoriale è costituita dalle terre. In tutto il mondo, governi locali deboli e corrotti hanno aiutato gli operatori di Wall Street, le industrie agroalimentari e i miliardari cinesi ad ammassare enormi estensioni di terreno. (Ovviamente ciò implica anche il dominio sull’acqua). In India la terra di milioni di persone viene acquistata e passata alle industrie private per “interesse pubblico”, per Zone Economiche Speciali, progetti infrastrutturali, dighe, autostrade, fabbriche di automobili, centri chimici e gare di Formula Uno. (La sacralità della proprietà privata non si applica mai ai poveri.) Come sempre, alle popolazioni locali viene promesso che il loro trasferimento dalle loro terre e l’espropriazione di tutto ciò che abbiano mai posseduto fa davvero parte della creazione di occupazione. Ma a questo punto sappiamo che il collegamento tra la crescita del PIL e i posti di lavoro è un mito. Dopo vent’anni di “crescita”, il 60 per cento della forza lavoro indiana lavora in proprio, il 90 per cento della forza lavoro indiana opera nel settore non sindacalizzato."

Il quadro dell'economia indiana è inquietante. Un gigantismo spettrale che è disposto a distruggere l'ambiente e intere popolazioni pur di aggiungere l'obiettivo del guadagno senza limiti. I guerriglieri maosti non sono solo nostalgici del comunismo duro epuro degli anni '50. Sono anche gli ultimi difensori dello scempio perpetuato dalle multinazionali indiane, cinesi e occidentali. Sono i "No Tav" difensori del territorio dalle brame distruttive del capitalismo predatore e dello Stato indiano. Con la differenza che il loro campo d'azione non è una valle alpina da difendere da un traforo, ma una enorme regione dell'India.


Chhattisgarh


"Nel 2005 i governi degli stati di Chhattisgarh, Orissa e Jharkhand hanno firmato centinaia di Protocolli d’Intesa (MoU) con una quantità di imprese private trasferendo trilioni di dollari di bauxite, minerale di ferro e altri minerale per una miseria, ignorando persino la distorta logica del libero mercato. (I diritti pagati al governo variavano dallo 0,5% al 7%).

Solo qualche giorno dopo il governo di Chhattisgarh ha firmato un MoU per la costruzione di un impianto siderurgico integrato con la Tata Steel, è stata creata un milizia di vigilantes, la Salwa Judum. Il governo ha dichiarato che si è trattato di una sollevazione spontanea della popolazione locale che ne aveva abbastanza della “repressione” da parte della guerriglia maoista della foresta. Si è rivelata essere un’operazione di pulizia del territorio, finanziata e armata dal governo e sovvenzionata dalle imprese minerarie. Negli altri stati sono state create milizie simili, con altri nomi. Il primo ministro ha annunciato che i maoisti erano “la singola maggiore sfida all’India”. E’ stata una dichiarazione di guerra.

Il 26 gennaio 2006, a Kalinganagar, nello stato confinante di Orissa, forse per segnalare la serietà delle intenzioni del governo, dieci plotoni di polizia sono arrivati sul sito di un altro impianto della Tata Steel e hanno aperto il fuoco contro gli abitanti dei villaggi che si erano riuniti per protestare contro quello che ritenevano un risarcimento inadeguato per la loro terra. Tredici persone, compreso un poliziotto, sono state uccise e 37 ferite. Sono passati sei anni e anche se i villaggi sono rimasti sotto assedio la protesta non è morta.

Nel frattempo nel Chhattisgarh, la milizia Salwa Judum ha incendiato, violentato e ucciso per aprirsi la strada attraverso centinaia di villaggi della foresta, evacuando 600 villaggi, costringendo 50.000 persone a presentarsi agli accampamenti della polizia e 350.000 persone a fuggire. Il primo ministro ha annunciato che quelli che non abbandonavano la foresta sarebbero stati considerati “terroristi maoisti”. In questo modo, in parti dell’India moderna, arare la terra e seminarla sono finite per essere considerate attività terroristiche. Alla fine le atrocità della Salwa Judum sono riuscite solo a rafforzare la resistenza e a rafforzare i ranghi dell’esercito guerrigliero maoista. Nel 2009 il governo ha annunciato quella che è stata chiamata Operazione Caccia Verde.

Duecentomila paramilitari sono stati dispiegati in Chhattisgarh, Orissa, Jharkhand e Bengala Occidentale.

Dopo tre anni di “conflitti a bassa intensità” che non sono riusciti a far uscire i ribelli dalla foresta, i governo centrale ha dichiarato che impiegherà l’esercito e l’aviazione indiana. In India non la chiamiamo guerra. La chiamiamo “creare un clima favorevole agli investimenti”. Sono fatte arrivare migliaia di soldati. Un quartier generale di brigata e basi aeree sono in corso di approntamento. Uno dei maggiori eserciti del mondo sta ora preparando le sue Regole d’Ingaggio per “difendersi” dai più poveri, dai più affamati, dai più malnutriti del mondo. Aspettiamo solo la dichiarazione della Legge sui Poteri Speciali delle Forze Armate (AFSPA) che darà all’esercito l’immunità legale e il diritto di uccidere i “sospetti”. Visitando le decine di migliaia di tombe senza nome e di pire anonime di cremazione in Kashmir, Manipur e Nagaland, si constata un esercito davvero molto sospetto.


Mentre si fanno i preparativi per lo spiegamento, le giungle dell’India Centrale continuano a restare sotto assedio, con gli abitanti dei villaggi hanno paura di uscire allo scoperto o di andare al mercato per rifornirsi di cibo o medicine. Centinaia di persone sono state incarcerate, accusate di essere maoisti in base a leggi draconiani, non democratiche. Le prigioni sono affollate di adivasi, molti dei quali non hanno idea di quali siano i loro reati. Recentemente Soni Sori, una maestra di scuola di Bastar, è stata arrestata e torturata mentre nelle mani della polizia. Le sono state messe pietre nella vagina per farla “confessare” di essere un corriere maoista. Le pietro sono state rimosse dal suo corpo in un ospedale di Calcutta dove, dopo una protesta pubblica, è stata inviata per un controllo medico. In una udienza della Corte Suprema gli attivisti hanno presentato le pietre ai giudici in una borsa di plastica. L’unico risultato dei loro sforzi è stato che Soni Sori resta in prigione mentre ad Ankit Garg, il sovrintendente della polizia che ha condotto l’interrogatorio, è stata conferita la medaglia al valore del presidente alla polizia nel giorno della festa nazionale.

Veniamo a sapere della reingegnerizzazione ecologica e sociale dell’India Centrale solo a motivo delle insurrezioni di massa e della guerra. Il governo non dà informazioni. I Protocolli d’Intesa sono tutti segreti. Alcuni segmenti dei media hanno fatto quello che hanno potuto per attirare l’attenzione del pubblico su ciò che accade nell’India Centrale. Tuttavia la maggior parte dei mass media indiani sono resi vulnerabili dal fatto che la quota maggiore delle loro entrate proviene dalla pubblicità delle imprese. Come se ciò non bastasse ora il confine tra i media e la grande industria ha cominciato a confondersi pericolosamente. Come abbiamo visto, la RIL è virtualmente proprietaria di 27 canali televisivi."

L'India, la più grande democrazia del mondo, sta svendendo l'eredità di Gandhi allo sviluppo economico incontrollato, a favore di quel 1% della popolazione mondiale che sta schiavizzando il restante 99%. E' un disastro sociale ed ambientale. Rispetto alla Cina non ci sono grandi differenze, tuttavia quest'ultima non ha mai avuto la pretesa di definirsi una democrazia.

Arunachal Pradesh


"Ci sono altre parti del paese da cui non arrivano notizie. Nello stato nord-orientale, scarsamente popolato ma militarizzato, dell’Arunachal Pradesh, sono in corso di costruzione 168 grandi dighe, la maggior parte delle quali di proprietà privata. Dighe altre che sommergeranno interi distretti sono in costruzione nel Manipur e in Kashmir, entrambi stati altamente militarizzati in cui si può essere uccisi semplicemente perché si protesta per i tagli all’elettricità (ciò è accaduto alcune settimane fa in Kashmir). Come si può fermare una diga?


La diga più delirante di tutte è quella di Kalpasar nel Gujarat. E’ progettata come una diga lunga 34 chilometri attraverso il Golfo di Khambhat con un’autostrada a dieci corsie e una linea ferroviaria che vi scorrono sopra."

Gujarat


"La diga di Kalpasar, che innalzerebbe il livello del mare e altererebbe l’ecologia di centinaia di chilometri di linea costiera, era stata scartata come una cattiva idea dieci anni fa. Ha fatto un’improvvisa ricomparsa per fornire acqua alla Zona Speciale d’Investimento (SIR) di Dholera, in una delle zone più idricamente travagliate non solo dell’India, ma del mondo. SIR è un altro nome per una SEZ, una distopia industriale autogestita di “parchi industriali, cittadine e megalopoli”. La SIRA di Dholera sarù collegata alle altre città del Gujarat da una rete di autostrade a 10 corsie.
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La SIR di Dholera è solo una delle più piccole bambole Matrioska, una di quelle interne nella distopia che viene pianificata. Sarà collegata al Corridoio Industriale Delhi Mumbai (DMIC), un corridoio industriale lungo 1.500 chilometri e largo 300, con nove mega zone industriali, una linea di trasporto merci ad alta velocità, tre porti marittimi e sei aeroporti, un’intersezione a sei corsie di una superstrada gratuita e una centrale elettrica da 4.000 MW. Il DMIC è un’impresa associata tra i governi dell’India e del Giappone e i loro rispettivi partner industriali, ed è stato proposto dal McKinsey Global Institute.

Il sito web del DMIC afferma che circa 180 milioni di persone saranno “interessate” dal progetto. Esattamente come, non lo dice. Esso prevede la costruzione di numerose città nuove e stima che la popolazione della regione crescerà dagli attuali 231 milioni a 314 milioni entro il 2019. Cioè in sette anni. Quando è stata l’ultima volta che uno stato, un despota o un dittatore ha attuato un trasferimento di popolazione di milioni di persone? E’ possibile che sia un processo pacifico?"


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