giovedì 3 luglio 2014

Giustizia e politica spesso si confondono e compenetrano


"L'ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy è stato fermato oggi dall'ufficio anticorruzione della procura francese in un caso di traffico d'influenze. L'interrogatorio è in corso, i reati ipotizzati sono concussione e violazione del segreto istruttorio. Lo rivela l'Agence France Presse citando fonti di polizia. Ora la polizia ha fino a 48 ore di tempo per decidere se indagarlo ufficialmente.

Sarkozy è stato portato negli uffici di Nanterre, nei pressi di Parigi, su una vettura nera con vetri oscurati. L'indagine riguarda il presunto tentativo di Sarkozy di ottenere da un alto magistrato informazioni su un'inchiesta che lo riguardava, offrendo in cambio un posto di prestigio.

Nell'ambito della stessa inchiesta ieri erano stati arrestati l'avvocato di Sarkozy e presunto intermediario, Thierry Herzog, e il giudice coinvolto, Gilbert Azibert, avvocato generale della corte di cassazione."

(www.affaritaliani.it)

In Italia siamo abituati alla frase "giustizia ad orologeria" che calza molto bene nel caso di Sarkò. Inutile dire che in questo periodo storico in Francia c'è molta confusione politica, ed alla fine tutti lavorano per Le Pen. Lo fanno i socialisti con uno sbiadito Hollande alla presidenza, forse il peggior presidente francese degli ultimi anni. Ed ora anche gli avversari dell'Ump vengono messi Ko azzoppando il loro cavallo favorito.

Molto spesso, non solo in Italia, la lotta politica finisce nei tribunali. In Italia Berlusconi è comunque riuscito a resistere alle bordate giudiziarie per quasi vent'anni. Grazie soprattutto ad una giustizia italiana gravata da un sistema burocratico e bizantinismi borbonici che gli hanno consentito di dribblare i giudizi per tutta la sua carriera politica. Oggi declinante più per l'età che per le vittorie del sistema giudiziario. Probabilmente in Francia il sistema giudiziario consente meno scappatoie e l'opinione pubblica è più sensibile ai vizi della politica. Quindi Sarkò difficilmente potrà ripetere la parabola berlusconiana.

Ma come ricorda "ilsimplicissimus" Sarkozy era  già stato a suo tempo mandante di una precedente operazione giudiziaria non troppo trasparente.

"Dunque nel 2007 Sarkozy la spunta su Segolene Royale che l’aveva a sua volta spuntata alle primarie del Ps su Strauss Kahn, in primis perché compagna di Hollande, segretario -padrone del partito e poi perché i socialisti, molto in difficoltà sui temi sociali, avevano pensato di buttarla sulla novità di una donna all’Eliseo nonostante che l’atto politicamente più significativo di Royale fosse stato il riconoscimento del marchio dop al formaggio chabichou e i dispetti a Martine Aubry. La campagna elettorale con le molte gaffes di Segolene delude l’elettorato e va molto oltre la sconfitta contro Sarkozy, mette in crisi anche Hollande e la dirigenza socialista e fa rinascere la stella di Strauss Kahn considerato da molti il salvatore della patria.

Nicolas intuisce che lui è il vero pericolo per le prossime presidenziali e vuole liberarsene per tempo: arriva quasi a mettere in crisi le relazioni con gli Usa pur di mandare Strauss Kahn a dirigere l’Fmi, si fa aiutare in questo da Juncker e da Prodi, non lesina compensi a Putin che invece sostiene un altro candidato. Senonché una volta sedutosi sullo scranno del Fondo monetario internazionale, Strauss Kahn si rivela una completa delusione per Washington e per i poteri finanziari: i suoi accenni a un cambiamento di linea rispetto al neo imperialismo monetario sono visti con grande scontento e pochi giorni dopo un discorso sulla necessità per il Fondo di mutare atteggiamento scoppia la vicenda Nagy. E’ un avvertimento.

Per qualche tempo DSK, come è chiamato in Francia, deve segnare il passo, ma intanto la crisi infuria, la disoccupazione comincia ad aumentare in maniera esponenziale, mentre le classi medie tendono ad essere compresse e a scomparire, secondo i sacri dettami del liberismo e così si fanno sempre più insistenti i richiami di Strauss Kahn alla crescita delle disuguaglianze e alla necessità anche per l’Fmi di porvi rimedio. Rispolvera persino Keynes che per i liberisti è come l’aglio per i vampiri, insomma comincia a sentirsi isolato e circondato dall’ostilità di chi vuole portare a compimento l’operazione Grecia. E commette anche un altro errore: accenna alla possibilità di rinunciare al trono del Fondo per presentarsi alle presidenziali francesi dove secondo i sondaggi avrebbe un vantaggio clamoroso, attorno al 20 per cento: un mese dopo, prima di prendere un aereo per Berlino e tentare di convincere Angela Merkel ad intervenire per evitare il collasso della Grecia, scoppia la vicenda della cameriera che lo accusa di averla violentata, una vicenda destinata a toccare corde delicate anche se non particolarmente acute.
...
Una volta cacciato dal Fmi e resa impossibile una sua candidatura all’Eliseo la storia si è arenata ed è finita in una bolla di sapone con la sua archiviazione per l’evidente assurdità del fatto.

... il Sofitel della grande mela dove alloggiava DSK faccia parte del gruppo francese Accor i cui azionisti principali sono stati finanziatori delle campagne elettorali di Sarkozy. E che uno di questi, il multi milionario Sebastien Bazin, sia un suo amico personale e legato all’ex inquilino dell’Eliseo da legami di gratitudine."

(ilsimplicissimus2.wordpress.com)

La squallida vicenda Strauss Kahn(/Sarkozy) insegna due cose fondamentali.

La prima è che quando la giustizia si occupa di politici non sempre l'obiettivo è fare giustizia, ma il più delle volte si tratta di "regolamento di conti" o continuazione della lotta politica con mezzi giudiziari.

La seconda cosa è che opporsi all'imperante neoliberismo è altamente letale. Anche personaggi per così dire protetti, se si mettono in testa idee strane, come quella di ridurre le disuguaglianze sociali, vengono abbattuti senza pietà.

Nel caso di Strauss Kahn addirittura andava a scontrarsi con tutti gli interessi occidentali. Non solo si poneva contro le politiche egemoniche, lobbistiche e finanziarie americane, ma anche contro gli austerici interessi della Germania, che aveva già deciso di "stangare" e punire la Grecia.

Ora però il re è sempre più nudo. In Francia chi sfiderà la Le Pen, chi avrà soprattutto lo spessore politico per farlo? E se la signora Le Pen vincesse veramente le presidenziali, che fine farebbe l'Europa? L'Inghilterra vuole andarsene, se lo farà anche la Francia, l'eurozona andrà in frantumi. Rimarrebbe solo la Germania circondata da piccoli e grandi Piigs. In pratica rimarrebbe la Germania come garante e pagatore ultimo dei default delle nazioni europee così dette periferiche. Una situazione che dovrebbe atterrire l'elettore e contribuente tedesco.

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