mercoledì 23 luglio 2014

Giorni di noia prima di quelli terribili


Saranno le troppo numerose giornate di pioggia qui al nord Italia, ma una leggera depressione da meteorologia  (non solo economica) mi induce a considerare il procedere di queste giornate all'insegna della noia. Tutto procede uguale come se nulla fosse, a pochi passi da un baratro che si avvicina sempre più.

Penso che questa giornata che i più considerano come il culmine di una grande vittoria dell'uomo sulla natura, cioè l'allontanamento della Concordia dall'Isola del Giglio, quando arriveranno i tempi grami verrà riconsiderata diversamente. Tutta la faccenda del raddrizzamento, rigalleggiamento e rimorchiamento della nave verrà considerato come un immane spreco di denaro quando arriveranno tempi più bui di questi. E si penserà che forse sarebbe stato meno costoso segare pezzo a pezzo la nave sul posto e destinare quei denari ad altri scopi.

Le giornate che precedono i grandi cambiamenti storici sono spesso poco diverse dalle precedenti. C'è il procedere del solito tran-tran quotidiano, senza che i più avvertano il pericolo imminente.

"Pochissimi pensavano che l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando sarebbe stata la scintilla che avrebbe fatto scoppiare una guerra brutale come è stata la prima guerra mondiale con la relativa depressione economica. Infatti, come mostra la prima pagina del Financial Times, il giorno dopo l’assassinio dell’Arciduca, i mercati azionari erano stati "scarsamente interessati dell’ assassinio dell'erede al trono austriaco ... non c'è alcuna prova che gli azionisti hanno paura."

Il disinteresse regnava sui rischi geopolitici. Sei mesi dopo, L’indice industriale Dow Jones era inferiore del 35% e la prima guerra mondiale entrava nel suo primo anno. "

(www.comedonchisciotte.org)

Gli avvenimenti bellici di questi giorni fanno pensare al peggio. Non so se ci sarà una guerra più estesa rispetto a quelle che si combattono oggi in Ucraina, Israele, Siria-Iraq. Ma non è da escludersi del tutto. Inoltre le assurde sanzioni comminate alla Russia sono ulteriore benzina sul fuoco. Benzina che rischia di bruciarci ancora prima di un evento bellico.

"Non è un segreto che l’idea del pensiero atlantico era che le sanzioni contro la Russia avrebbero fatto pressione sulla sua economia fino a costringere Putin a strisciare finalmente al tavolo delle trattative, con la coda tra le gambe, chiedendo perdono all’occidente.
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Come ha riferito la Bundesbank durante la notte scorsa, nel suo consueto bollettino mensile, il quale è stato ampiamente ignorato a causa della copertura mediatica per le notizie sull’Ucraina , quanto per quelle da Gaza, "nel secondo trimestrel'economia della Germania ha subito una battuta d'arresto".

Con chi bisogna prendersela? Naturalmente con il conflitto in Ucraina
...
ci si chiede: se davvero è la risposta dell'occidente, o meglio degli USA, alla crisi Ucraina, che sta spingendo la Germania in un'altra recessione, quanto tempo dovrà passare prima che Merkel in persona dica "Genug" (basta). "

(www.comedonchisciotte.org)

Stando a Zero Hedge non solo la Germania sega il ramo su cui siede in direzione Piigs (con l'austerità imposta a tutta Europa), ma è costretta a segare anche il ramo in direzione Russia.

E con questo si possono lasciare i presagi di guerra ed osservare l'evolversi della situazione economica che vede nubi sempre più nere addensarsi all'orizzonte, non solo più italiano. E mentre tutto volge al peggio le giornate passano monotone, fra battibecchi politici su riforme inutili se non deleterie, fra un sali e scendi delle borse senza nessun collegamento con la realtà economica, fra proclami di grandi rivoluzioni delle banche centrali che poi non concludono nulla, fra i vari fatti e gossip di cronaca che riempiono telegiornali ormai inguardabili ed indigesti. Senza che nessuno, almeno a livello dei grandi media, si fermi un attimo a valutare dove stiamo per impattare. Perché comunque per noi italiani il destino di una grave crisi è ormai segnato: se non saranno quelli dell'Isis a sbarcare sulle nostre coste, sarà il delirio dell'euro a portarci a fondo.

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