lunedì 4 agosto 2014

Renzi inizia a difendersi dall’assedio della Troika


Quando un governo in Italia sta per giungere all'epilogo, lo si capisce da come viene considerato dai giornalisti che contano, che formano non tanto l’opinione pubblica, ma dei poteri veri che stanno dietro il controllo dell’informazione. Su Dagospia.it è uscita qualche giorno fa l’indiscrezione su Ferruccio De Bortoli (Corriere della Sera), che avrebbe pronunciato una frase piuttosto feroce su Renzi:

“Renzi è la rovina d’Italia, sputtanato in Europa, a ottobre deve fare una manovra da oltre 20 miliardi, magari un prelievo forzoso sui conti correnti, prima dello sbarco della troika Fmi-Bce-Ue…”

Se la voce del Corriere era solo un’ipotesi, quella di Repubblica, per mano di Scalfari (De Benedetti?) si è invece fatta sentire palese e altrettanto feroce. Ancora di più da un giornalista politicamente così pesante che aveva dato indicazioni di voto in direzione Renzi solo pochi mesi fa. Si cambia idea in fretta in tempo di crisi, evidentemente.

L’attacco a Renzi di Scalfari è sgangherato e ingenuo (o finto ingenuo), ma è pur sempre un attacco.

 “Dirò un’amara verità che però corrisponde a mio parere ad una realtà che è sotto gli occhi di tutti: forse l’Italia dovrebbe sottoporsi al controllo della Troika internazionale formata dalla Commissione diBruxelles, dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale“. Secondo Scalfari non c’è più la Troika per come l’abbiamo conosciuta fin qui. “Un tempo (e lo dimostrò soprattutto in Grecia) quella Troika era orientata ad un insopportabile restrizionismo – ammette – Ora è esattamente il contrario: la Troika deve combattere la deflazione che ci minaccia e quindi punta su una politica al tempo stesso di aumento del Pil, di riforme sulla produttività e la competitività, di sostengo della liquidità e del credito delle banche alle imprese”. 
“Capisco che dal punto di vista del prestigio politico sottoporsi al controllo diretto della troika sarebbe uno scacco di rilevanti proporzioni, ma a volte la necessità impone di trascurare la vanagloria e questo è per l’appunto uno di quei casi”.”

Com’è romantica la visione scalfariana della Troika. Secondo questa fantasia verrebbe in Italia elargendo sorrisi, lanciando fiori e cioccolato per i bambini, donandoci la sospirata crescita… Una visione che discende dalla considerazione dell’Europa come personificazione del bene in terra. E’ tutta evidente in questa “ingenuità” scalfariana il difetto di una certa sinistra che avendo partecipato convintamente alla costruzione di questa Unione Europea, non riesce (o non vuole) scorgere il disegno neoliberista-feudale, la demolizione dei diritti e della democrazia, e il dominio finanziario dietro il quadretto dell’Europa unita.

E quando finalmente la Troika arriverà e farà le stesse cose fatte in Grecia, probabilmente questi fantasticatori della bell’Europa, diranno che la Troika non è la vera Ue, che bisognerà avere pazienza, ma concluso il suo “sporco lavoro” finalmente si apriranno le porte del paradiso europeo (cioè la vera Europa secondo le loro fantasticherie o secondo le loro cattive coscienze).

Ma Scalfari improvvisamente sembra non essere più distratto sui temi economici come un tempo e si rende conto che ci si avvia al disastro:

“tutti gli indicatori che “l’economia non va affatto bene” e d’altra parte “l’hanno dichiarato esplicitamente il ministro Pier Carlo Padoan e anche Renzi”. 
il bonus di ottanta euro doveva servire a rilanciare i consumi e quindi ravvivare la domanda. Invece non è accaduto nulla, i consumi sono fermi e in certi settori sono addirittura in diminuzione. L’operazione ottanta euro è dunque fallita (come avevamo previsto quando fu annunciata – nota pienamente condivisibile de Ilfattoquotidiano.it ) e rivela ora la vera ragione per la quale fu fatta: suscitare simpatia elettorale a favore del Partito democratico renziano”.
 “la gente è indifferente, della riforma del Senato e della legge elettorale non gliene importa niente come del resto non importa niente neppure all’Europa. È un gioco tutto italiano, e il circuito mediatico lo moltiplica. Ci si accapiglia sul nulla, ma dietro a quel nulla ci sono progetti di potere coltivati con grande abilità”.
(Osservando Renzi, nda) mi viene in mente Bettino Craxi, quello sì, e debbo ammettere che non mi piace per niente. Craxi era un socialista, ma di destra non di sinistra. Era alleato della Dc che aveva molti più voti di lui ma i suoi erano determinanti, quelli democristiani erano divisi in correnti molto in contrasto tra loro. Lui avrebbe voluto che Berlinguer lo appoggiasse restando però all’opposizione. Un piano alquanto bizzarro. Anche Renzi vorrebbe che la sinistra lo appoggiasse e perfino i 5Stelle. Ma il vero cardine è con Berlusconi, la sua forza sta lì, nel patto del Nazareno”

Insomma i giornaloni prima decantavano le riforme renziane, ed ora si rendono conto che non servono a nulla in termini di soluzione della crisi economica. E adesso che vorrebbero i media mainstream? Sostituire Renzi con un altro (tecnico o politico) che non combinerà nulla? Le cose sono molto semplici, ma ancora in certi ambienti non vogliono capirlo: dentro questa Europa e dentro questo euro non ci sarà nessuna uscita dalla crisi. E’ inutile cercare un ennesimo Renzi, Letta, Monti…

Infatti Berlusconi, grazie alla sua inossidabile resilienza, se la ride sotto i baffi: elezioni ora? Neanche per sogno, lasciate che Renzi governi e si logori fino al 2015. Il tempo gioca a suo favore: sempre più persone cominceranno a chiedersi perché mai è stato cacciato nel 2011, visto che i successori sono stati ancora più disastrosi.

Non credo molto alle riesumazioni, ma se le cose dovessero precipitare verso il disastro Troika, Berlusconi, D’Alema e qualche altro Grande Vecchio ributtante potrebbero restare le uniche garanzie per un’Italia ancora libera ed indipendente. Ma forse non più molto democratica.

Eppure dietro questo continuo invocare l’arrivo di truppe straniere (mi ricorda l’Italia pre unitaria divisa in staterelli che chiedevano a turno l’arrivo di spagnoli, francesi, austriaci… l’uno contro l’altro per poi finire tutti schiavi dello straniero) attraverso la Troika, ci deve essere qualcosa in vista. Altrimenti sarebbe un’inspiegabile ulutato alla luna senza capo ne coda. Bagnai non conferma il pronostico, ma i presupposti e le preoccupazioni per una tale evenienza sì:

“Il presupposto per l'accettazione sociale dell'arrivo della Troika era, come sapete, duplice.

Da un lato, la ripetizione ossessiva di una menzogna, in ossequio al noto principio di Goebbels: la menzogna secondo la quale la crisi sarebbe stata causata dal debito pubblico.
quello secondo il quale siccome il problema è il debito pubblico (e invece è il debito privato), e i nostri governi sono incapaci di affrontarlo (certo, lo hanno causato per non affrontare il vero problema), allora c'è bisogno della Troika. Si capiscono così certe fughe dalla democrazia, certa ansia di snellimento delle procedure del partito di Renzi e di Repubblica.
Ma l'altro presupposto era mentire sugli italiani, raccontarci, anche qui quotidianamente, ossessivamente, che siamo peggiori degli altri, e che quindi sì, la colpa è dei nostri governi, perché il problema è il debito pubblico (ma se stava scendendo, perfino con Berlusconi?), però alla fine la colpa è nostra, e quando verranno a toglierci la democrazia, a violare il principio fondamentale del no taxation without representation, a spremerci come limoni per risolvere i problemi delle loro banche, be', alla fine dovremo anche star zitti, perché in fondo ce lo saremo meritati.

A questa duplice menzogna hanno collaborato attivamente tutti gli organi di stampa.
c'è aria di manovra, come vi ho detto subito, e probabilmente anche di prelievo forzoso in stile cipriota (chi ha la mia età c'è già passato). Io me ne batto, perché ho pochissimi soldi, ma mi rendo conto che non tutti hanno questo problema, e quindi ora magari son preoccupati. Questo lo vedremo entro settembre. Non escludo che ci sia un avvitamento tagli - riduzione del Pil - aumento del rapporto debito/Pil - tagli di entità e velocità tale da richiedere effettivamente l'intervento della troika, del quale, come abbiamo saputo, si parlava già nel 2011”

Comunque Renzi è in difficoltà e annaspa come può nella melma che comincia a salire di livello. Per farlo si prende ben due paginate di Repubblica, che si conferma il megafono governativo per eccellenza. Di fronte alle mille promesse fatte da quando ha esautorato Letta, non può far altro che rilanciare con una nuova mega promessa. Dopo la riforma del Senato e l’italicum ci saranno mille radiosi giorni (ma non erano già iniziati un mese fa?) in cui risolverà tutti i problemi italiani:

“Sulla legge elettorale, “i numeri ci sono anche senza Berlusconi ma dopo anni di riforme l’uno contro l’altro, ora si è affermato il principio di farle insieme. Mi sembra un passo in avanti nella cultura politica italiana”. Parlando della riforma costituzionale, Renzi dice sì al dialogo ma no al “culto del ‘discussionismo‘”, e spiega che ”con il referendum”, che “ragionevolmente” si terrà “tra il 2015 e il 2016, alla fine l’ultima parola sarà dei cittadini”. “Con l’approvazione della riforma, questa legislatura sarà intera”, osserva Renzi. “Questa riforma non è la chiave di tutti i problemi, ma è il simbolo più forte. Dopo la sua approvazione, a settembre partono i 1.000 giorni”. Per il dibattito “ci sono ancora quattro letture. Ma nessuno può pretendere di porre veti”
“Il prossimo non sarà un autunno caldo – assicura il presidente del Consiglio – Definire le cifre del 2015 è prematuro. Iniziamo col dire che non ci sarà manovra correttiva quest’anno. Abbiamo un impegno di ridurre le spese di 16 miliardi, che vuol dire di circa il 2% della spesa. Cercheremo di mantenerlo. In ogni caso non toccheremo le tasse: tutti i denari che servono verranno dalla riduzione della spesa. Ecco perché non mi interessa il nome del commissario alla spending, ma la sottolineatura che la spending è scelta politica – non tecnica – che dipende dalla politica”. 
L’Italia non supererà il 3% nel rapporto deficit/Pil. La troika non arriverà”, assicura Renzi, che smentisce di avere un cattivo rapporto con il ministro Padoan. Sulla crescita, “come sarà l’Italia a fine anno lo vedremo”.
A chi dice che gli 80 euro non hanno rilanciato i consumi, rispondo di aspettare i risultati consolidati – replica Renzi – Ma si tratta di un fatto di giustizia sociale, il più grande aumento salariale degli ultimi anni”, sottolinea. “La crescita è negativa da tempo. Avviandosi verso lo zero darebbe segnali di miglioramento. Comunque per me il metro chiave è il numero degli occupati. Anche questo mese più cinquantamila. Ma non basta”. Renzi dice “basta con questo clima di rassegnazione, con i gufi. Ci sono i gufi professore, i gufi brontoloni, i gufi indovini.”

Ho sentito dire da qualche giornalista tv, che se qualcuno fondasse il “partito dei gufi” probabilmente raggiungerebbe un risultato importante, visti i continui richiami del premier a questo simpatico animale. Ma Renzi non dovrebbe tanto stare a sentire i gufi parlamentari e “giornalai”, quanto piuttosto l’arcigno “gufo europa” e lo spietato “gufo realtà”, quest’ultimo quello che ci farà tornare tutti con i piedi per terra e vedere le cose belle e brutte così come sono. Purtroppo più sulla nostra pelle che su quella di Renzi o chi per lui.

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