martedì 19 agosto 2014

Voglio la "scala mobile" al contrario


"La scala mobile, o ufficialmente indennità di contingenza, è uno strumento economico di politica dei salari, volto ad indicizzare automaticamente i salari all'inflazione e all'aumento del costo della vita secondo un indice dei prezzi al consumo.

In Italia, la scala mobile è stata negoziata nel 1975 dal segretario della CGIL Luciano Lama assieme agli altri sindacati e a Confindustria, atto a recuperare il potere d'acquisto perso dal salario a causa dell'inflazione. La scala mobile verrà abrogata tra il 1984 e il 1992 dai governi di Bettino Craxi e Giuliano Amato, con l'accordo degli stessi sindacati, a causa del circolo vizioso che aveva generato, contribuendo alla continua crescita dell'inflazione."


Ma in un'epoca di deflazione dei prezzi, ma soprattutto di "deflazione salariale" sempre più reale, minacciata di essere ufficializzata, tanto che oltre ai salari il ministro Poletti vuole deflazionare le pensioni, è necessario introdurre nuovamente la scala mobile. Ma al contrario.

L'andazzo è questo, purtroppo:

"... dobbiamo intervenire anche sul lavoro. Qui abbiamo un esempio.

- Quale?
La Spagna, che è tornata a crescere. Bisogna ridurre il peso della contrattazione collettiva a vantaggio di quella aziendale.

- Per fare cosa?
Per consentire alle imprese meno produttive di far scendere i salari anche sotto il minimi contrattuali, anziché licenziare o ricorrere alla Cig.

- Un’occupazione senza tutele e con salari bassi.
Sempre meglio che avere una disoccupazione alta o un lavoro a tempo determinato. Il dualismo tra chi ha tutte le tutele e chi non ne ha, c’è già.

- Ma così la nostra domanda interna rimane ferma.
Però sarebbe compensata da una maggiore domanda estera. L’effetto regressivo sui redditi bassi potrebbe essere attenuato dalle detrazioni Irpef."

(Intervista a Tabellini - www.ilfattoquotidiano.it)

Ecco cosa si preannuncia per mantenere l'Italia all'interno della zona euro. La si vuol far diventare una landa di fabbriche cacciavite in mano allo straniero, che quindi non produrranno il dovuto gettito fiscale, ma che soprattutto sfrutteranno manodopera sottopagata.

A questo punto propongo di creare un "indice dei salari medi" invece del vecchio indice dei prezzi, che indichi di quanto scendono percentualmente gli stessi di anno in anno. E poi la stessa percentuale andrebbe applicata per ridurre il costo della vita:

I salari scendono del 5% anno su anno? Bene, dovranno scendere della stessa percentuali i costi dei servizi pubblici, come le bollette di acqua, energia e rifiuti. Ma non solo, dovrà diminuire della stessa percentuale il costo di gas, gasolio, benzina ecc. Non si può fare perché sono beni di provenienza estera? Direi che c'è molto margine sulle accise prima di arrivare al costo effettivo dei carburanti...

E poi dovranno diminuire della stessa percentuale  in automatico le locazioni, le rendite catastali ugualmente, le tariffe professionali, e in generale tutti i listini di quanto viene prodotto e venduto in Italia, partendo ad esempio dai beni presenti nel paniere utilizzato per calcolare l'inflazione. Ma non solo: i mutui dove li mettiamo? Anche la rata dovrebbe essere aggiornata riducendola via via che si riducono i salari, compensando con un allungamento dei tempi di restituzione.

I beni d'importazione subirebbero invece sorte opposta: mano a mano che i salari si ridurranno diventeranno sempre più costosi ed irraggiungibili per le tasche italiane.

E' una follia? Evidentemente, ma anche tagliere i salari come propone Tabellini lo è. Però mi piacerebbe questa "scala mobile" al contrario, tanto per vedere a chi converrebbe la deflazione. Scoppierebbero prima gli zebedei dei lavoratori, o il debito pubblico e le banche? Sarebbe una bella gara...

"Il ritorno della squadriglia degli alesini volanti, in picchiata sui salari altrui e guai a toccare i loro.

Non importa se c’è una squadriglia di incapaci alla guida dell’azienda, il problema sono sempre e solo i salari.
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Per migliorare la competitività bisogna SOLO ridurre il costo del lavoro, tagliando i contributi sociali, e retribuzioni ovviamente e questo fuoriclasse dell’aviazione bocconiana è in procinto di essere ingaggiato da Matteo Renzi Conti pubblici, Matteo Renzi nomina una squadra di economisti

Uno che ti dice che non possiamo assolutamente uscire dall’euro prima delle elezioni europee, ma dopo che milioni di fessi hanno votato, sottolinea che piuttosto che ristrutturare il nostro debito è meglio uscire dall’euro è un asso delle giravolte, perchè sappiamo tutti che a queste condizioni una parziale ristrutturazione è inevitabile, prima o poi.
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E’ una ricetta demenziale bocciata dalla storia EMPIRICAMENTE che ha prodotto solo macerie sociali e non venite a parlarmi dell’esempio tedesco o della riforma HARTZ IV perchè vi sommergo di prove di devastazioni sociali in Germania.
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Si lo potete vedere qui in una magistrale interpretazione di Alberto Bagnai Il miracolo spagnolo dove il miracolo della produttività spagnola …



…è dovuto essenzialmente a
… il segreto della produttività spagnola non è lavorare meglio e meno, lavorare tutti! È lavorare pochi, lavorare molto (e zitti, perché alla porta c’è la fila). Chissà quanti straordinari non retribuiti ci sono in quel bell’aumento della produttività, che non è un aumento del numeratore (il prodotto), ma una diminuzione del denominatore (le ore lavorate, e quindi gli occupati, a parità di orario).

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Si in una depressione o meglio debt deflation globale, la minore domanda interna può essere compensata da maggiore domanda estera, si proprio come sta accadendo alla Germania ora, dove il loro pillino è andato in negativo, aspettando con trepidazione cosa succederà non appena…Russia: allo studio embargo contro import auto"

Tanto la domanda interna non conta nulla. Infatti tutto sta andando bene in Europa da quando si è precarizzato il lavoro, da quando si sono delocalizzati gli stabilimenti dove un lavoratore costa due lire... Avanti così, verso il baratro senza nessun ripensamento. Ma il bello che certi personaggi con ideali nazistoidi come quello dell'intervista su citata sono pure considerati degli intellettuali di sinistra. Il mondo va proprio al contrario...

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